Quando il Barcellona arriva al campo del Barbastro, squadra della Serie D spagnola che ha affrontato in Coppa del Re, viene accolto da una folla composta da giornalisti e curiosi. Tra loro ci sono anche una ventina di giovani tifosi che saltano e si abbracciano al canto di Dani Olmo donde está. Già, dove sta Dani Olmo?
L'unico vero acquisto del mercato estivo del Barcellona non scenderà in campo quella sera, ufficialmente perché non più tesserato. In tribuna, durante la partita, c’è il presidente Laporta: sorrisi forzati, bocche cucite, non una parola riguardo questa questione spinosa. D'altra parte, il Barcellona negli ultimi anni è una delle squadre che ha fatto discutere di più per lo stato dei suoi conti. La dirigenza si è sempre mostrata ottimista riguardo la situazione di Dani Olmo, e non ha ritenuto di doversi spiegare pubblicamente, convinta che sarebbe stata risolta in tempo.
In estate la società blaugrana se l’era cavata facendogli saltare un paio di partite e trovando una deroga, ma ora è molto più difficile perché a termine di regolamento Dani Olmo (e l’attaccante Pau Victor, salito in prima squadra quest’anno come riserva di Lewandowski e anche lui tesserato sfruttando la deroga infortunio) non può più giocare con il Barcellona in questa stagione.
Sia Dani Olmo che Pau Victor sono in silenzio stampa da settimane e guardando solo i loro social si potrebbe avere l'impressione che nulla è cambiato, con tanto di canoniche foto dei loro allenamenti con il Barcellona. Anzi, Dani Olmo è sembrato quasi voler scherzare di questa situazione, mettendo il 31 dicembre una sua foto con la maglia del Barcellona segnandosi il tempo sul braccio. Chissà cosa ha pensato chi stava davvero attendendo una fumata bianca a tutta questa situazione.
«Dobbiamo essere professionisti e accettare la situazione di Dani Olmo e Pau Victor», ha detto Hansi Flick, «provo a far sì che la squadra non venga influenzata negativamente da questa cosa. Ho fiducia nel club, ho parlato stamattina con Dani Olmo e lui vuole solo giocare qui».
Bisogna ricordare che Laporta, appena insediato, ha trovato un Barcellona vicino al collasso finanziario, con il suo assetto democratico messo a repentaglio da un possibile passaggio a una società privata. Laporta è riuscito a evitare gli effetti più gravi di questa crisi ma questo ha avuto un prezzo, tra cui per l'appunto questi problemi nel tesserare Dani Olmo.
COME PENSAVA IL BARCELLONA DI AGGIRARE I LIMITI DELLA LIGA
Arrivato per 55 milioni in estate dal Red Bull Lipsia, il Barcellona ha provato a ignorare il fatto che con questa spesa oltrepassava il limite di spesa annuale imposto dal campionato. La Liga, infatti, assegna a ogni club un limite di spesa personalizzato, che viene calcolato approssimativamente attraverso la differenza tra le entrate di una squadra meno le uscite non sportive e i tassi d'interesse sui propri debiti. Quello del Barça per la stagione 2024/25 era di 426 milioni di euro, una cifra che era stata già superata prima di prendere Dani Olmo, e che aveva portato a una prima sanzione nel dicembre del 2022. Dentro questo nuovo regime il Barcellona poteva fare mercato ma le nuove spese per ingaggi e cartellini non avrebbero dovuto far sforare il limite massimo imposto dalla Liga.
Ovviamente ci sono delle eccezioni a questa regola, e il Barcellona ha provato a lavorare proprio su queste, per provare a registrare il contratto di Dani Olmo. Inizialmente la società di Laporta aveva utilizzato quella che prevede la possibilità di registrare un calciatore acquistato per sostituire un infortunato di lunga data (all'80% del suo ingaggio), e a questo uso era stato utilizzato il povero Andreas Christensen con una deroga valida fino al 31 dicembre.
Il problema per il Barcellona è sorto quando è arrivato il 31 dicembre. La società a quel punto intendeva fare affidamento su un'altra clausola al regolamento della Liga, che permette anche alle squadre sanzionate di spendere circa il 30% dei risparmi arrivati in corso d'opera attraverso cessioni, riduzioni salariali o nuovi flussi di entrate (in altre parole: se nel periodo sotto sanzione si riescono a trovare 30 milioni di nuove risorse, il club è autorizzato a spenderne circa 10). Il Barcellona contava di trovare queste nuove risorse attraverso il rinnovo del contratto di sponsorizzazione con Nike a 108 milioni a stagione (rispetto ai 60 milioni che ha preso nelle ultime due) e la cessione delle quote dei Barça Studios (cioè gli uffici media del Barcellona) per altri circa 40 milioni.
Tuttavia la firma del contratto con Nike è slittata a dicembre e la cessione delle quote dei Barça Studios non è andata a buon fine. Laporta pensava di aver trovato la soluzione last minute con la vendita dei diritti ventennali di sfruttamento dei palchi VIP del nuovo Camp Nou per 100 milioni (e il Camp Nou non è stato ancora neanche riaperto) ma La Liga è stata irremovibile, chiedendo le prove dei pagamenti. E se i bonifici di Nike sono arrivati in tempo, quello dei palchi VIP no.
Il 30 dicembre il Barcellona si è quindi presentato davanti ad un giudice per chiedere l’iscrizione dei due giocatori - richiesta che però gli è stata negata, dando il via libera alla Liga di cancellare l’iscrizione di Dani Olmo allo scoccare della mezzanotte di Capodanno. Ci sono ricostruzioni non confermate di un capodanno passato da Laporta seduto alla sua scrivania davanti al computer a riaggiornare la pagina del conto della squadra. Alla fine però i bonifici non sono arrivati e la Liga ha cancellato l’iscrizione dei giocatori il primo gennaio. Quando finalmente questi bonifici sono arrivati, il 3 gennaio, si dice che la sede del Barcellona sia eruttata in un'esultanza come se qualcuno avesse segnato, ma ormai era troppo tardi: per La Liga non c'era più nulla da fare e il Barcellona non ha potuto iscrivere nuovamente i due giocatori.
LE CONTROMOSSE DI LAPORTA
In realtà, anche in questo caso, ci sarebbe un'eccezione, e cioè la causa di forza maggiore. Secondo il Barcellona le cause di forza maggiore, in questo caso, sarebbero le festività natalizie che hanno ritardato l’arrivo del bonifico, ma questa teoria non è stata accettata nemmeno dalla federazione spagnola (RFEF), che ha confermato la decisione della Liga pur ammettendo che il regolamento potrebbe non essere appropriato al caso dei due calciatori blaugrana, almeno secondo quanto riportato dall'emittente catalana RAC1.
La regola che impedisce la reiscrizione è infatti pensata per i giocatori che si svincolano da una squadra, e applicarla a un caso di mancata iscrizione per ritardo nel dimostrare di poter superare il limite imposto al monte ingaggi è un po' una forzatura. Con una nota ufficiale, però, la Liga ha confermato che la regola non è stata rispettata, aggiungendo che con i nuovi 100 milioni arrivati d'ora in poi il Barcellona non è più sotto sanzione. Una situazione che ha generato un paradosso assurdo: il Barcellona non può tesserare Dani Olmo ma potrebbe acquistare un suo sostituto spendendo altri 60 milioni. La stampa catalana non si è fatta pregare e la settimana è iniziata con i rumor su chi potrebbe essere questo nuovo acquisto, forse per vendere un po’ di entusiasmo ai tifosi blaugrana.
Il Barcellona però non si è dato per vinto. Martedì 7 gennaio ha presentato al Consiglio Superiore dello Sport la richiesta di misura cautelare per iscrivere Dani Olmo e Pau Victor, anzi per la precisione di misura cautelarissima (quindi con tempi ancora più ristretti), ed era talmente positiva sull'esito di questo ricorso (o forse voleva mostrarsi tale) che i due giocatori sono volati con la squadra in Arabia Saudita per la Supercoppa.
Adesso quindi si attende la risposta del Consiglio Superiore dello Sport e se nemmeno questa risposta dovesse essere positiva, allora il Barcellona andrà in un ordinario tribunale amministrativo. Intanto Dani Olmo è in un limbo, può solo allenarsi o firmare un contratto con un’altra squadra. Dopo la cancellazione della sua iscrizione, un prestito non sarebbe possibile perché questo richiede una licenza preventiva con il club di appartenenza, e il Barcellona come detto non è al momento autorizzato a farlo. Laporta quindi dovrebbe trovare un accordo complicato che preveda la rescissione del contratto di Olmo, consentendogli di trasferirsi in un altro club per sei mesi prima di tornare a firmare di nuovo in estate.
I DOLORI DI DANI OLMO
Dopo la gioia della vittoria dell’Europeo e del suo tanto attesto trasferimento per tornare al Barcellona, Dani Olmo ha avuto una prima metà di stagione non facile, su cui i problemi finanziari della sua squadra hanno pesato molto. Proprio per la questione del tesseramento, infatti, Dani Olmo si era già perso le prime due giornate di Liga, e poco dopo il suo esordio (dopo 3 gol nelle prime 3 presenze) è stato costretto ad affrontare un problema muscolare che l’ha messo fuori causa per un mese. Dal suo rientro ci ha messo un po’ per tornare a pieno regime e per questo finora ha giocato solo due partite da titolare in Champions League. In totale ha racimolato 15 presenze e 6 gol.
Immagini di repertorio per capire da dove viene tutto questo attaccamento.
Più che un giocatore fondamentale per il sistema di Flick, Dani Olmo fin dall'inizio è sembrato la ciliegina sulla torta, utile ad alzare ulteriormente il livello offensivo ma non imprescindibile come lo sono stati Lamine Yamal, Raphinha, Lewandowski e Pedri. Non è ancora insomma riuscito a giustificare pienamente tutta questa fatica per iscriverlo, il che è paradossale visto che il Barcellona pur di metterlo sotto contratto sta mettendo in gioco la propria credibilità. Forse non è del tutto un caso, quindi, che Nico Williams alla fine abbia deciso di non fidarsi delle rassicurazioni sulla possibilità di essere iscritto in caso di passaggio al Barcellona facendo collassare la trattativa.
Nel frattempo Laporta, anche per questa vicenda, sta vedendo parte del proprio consenso sgretolarsi. Negli ultimi mesi vari membri della sua giunta hanno deciso di fare un passo indietro perché contrari al suo metodo di gestione o alla strada scelta per uscire dalla crisi economica, anche di fronte a un gradimento che rimane alto tra la maggioranza dei soci. Il suo approccio è populista e poco trasparente, ma viene visto comunque come nettamente migliore di quello della gestione precedente di Bartomeu. I soci del Barcellona sono attualmente spaccati in due: da una parte una maggioranza critica ma fondamentalmente ancora dalla parte del presidente, non vedendo un’alternativa credibile; dall'altra una minoranza incarnata anche da vecchi sostenitori della precedente giunta che ne vorrebbe le dimissioni e nuove elezioni prima della scadenza naturale del mandato nel 2026.
D'altra parte, è da diverso tempo che il Barcellona si porta dietro l'immagine di club costantemente con l’acqua alla gola, non del tutto campata in aria tra l'altro, visto quello che sta succedendo al nuovo Camp Nou. Lo stadio del Barcellona doveva essere riaperto con l’occasione della celebrazione dei 125 anni del club nel novembre 2024 e invece è rimasto chiuso, con la sua riapertura posticipata all'inizio del 2025. Il comune di Barcellona ha confermato che ce la si dovrebbe fare per metà febbraio di quest'anno, ma cosa succederebbe se anche questa deadline non venisse rispettata? Ogni partita che la squadra non riesce a giocare dentro al nuovo Camp Nou significa anche introiti che vengono meno.
In questo contesto difficile, la situazione con Dani Olmo ha legittimato la minoranza critica ad alzare la voce. Nello statuto del Barcellona è prevista la mozione di sfiducia nei confronti del presidente e non è escluso che questa possibilità non venga percorsa nelle prossime settimane. Ovviamente la mozione deve poi essere votata dai soci e questo potrebbe fare il gioco di Laporta, che si vedrebbe rafforzato da un voto di fiducia (che probabilmente otterrebbe).
Certo, bisognerebbe vedere come ne uscirà il Barcellona a livello di immagine. La squadra di Flick è tornata competitiva ma il prezzo da pagare è stata una nomea da squadra disastrata economicamente che è stata salvata dal sistema perché troppo importante per fallire. Laporta ha evitato la strada più dura - quella che passava per un grosso ridimensionamento e poi una lenta ricrescita, per i tifosi avversari una penitenza meritata per aver vissuto al di sopra delle proprie possibilità - ma così facendo ha rafforzato questa nomea, vendendo una parte significativa del patrimonio del club.
Alla fine, comunque, pare che il Barcellona nell'uscire da questa situazione difficile abbia trovato un alleato inaspettato. «Il Barcellona deve essere lasciato in pace: è un nostro partner, non un rivale», pare abbia detto il presidente Florentino Perez riguardo la faccenda Dani Olmo, durante un cocktail organizzato per le feste di Natale. Una buona notizia per il Barcellona in un momento difficile, a patto che i suoi tifosi la prendano davvero così.