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Potrebbe succedere, e allora che De Bruyne arriverebbe al Napoli?
26 mag 2025
Un fenomeno che tutti conosciamo, ma in che condizioni arriverebbe?
(articolo)
9 min
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Foto IMAGO / Every Second Media
(copertina) Foto IMAGO / Every Second Media
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E ora? Come dichiarato dal presidente Aurelio De Laurentiis in una delle tante interviste rilasciate in queste concitate ore di giubilo, il Napoli ha ancora fame di vittorie. Mentre si giocava il suo quarto Scudetto, continuavano a uscire notizie sull’interessamento per Kevin De Bruyne. All’inizio sembrava un’allucinazione da calciomercato, ma nei giorni queste voci sono sembrate sempre più concrete.

È inutile fare troppe presentazioni. Stiamo parlando di uno dei migliori giocatori di sempre della storia della Premier League - anche secondo i suoi avversari. Uno dei migliori rifinitori del calcio che abbiamo visto negli ultimi anni. Dopo aver contribuito alla vittoria di 6 titoli di Premier e di una Champions, De Bruyne lascerà l’Etihad il prossimo 30 giugno. L’addio, annunciato ad aprile dallo stesso giocatore tramite la sua pagina Instagram, è stato formalizzato lo scorso 20 maggio, in occasione dell’ultima partita stagionale del City in questa stagione. Un addio che non ha lasciato indifferente nemmeno Pep Guardiola, che si è anche lasciato scappare qualche lacrima e che, comunque, non ha impedito al giocatore di organizzare una festa per il commiato dal club.

De Bruyne sembrava destinato ad altri continenti. I Chicago Fire erano interessati, per esempio, ma il centrocampista avrebbe già rifiutato la proposta proveniente dagli Stati Uniti mentre pare gradire l’offerta del Napoli. Al Diego Maradona fra l’altro De Bruyne potrebbe ritrovare il compagno di Nazionale Romelu Lukaku (sempre che il centravanti non segua Conte da qualche altra parte).

Il numero 17 del City si sente ancora in grado di poter competere ad alto livello. Anche per questo motivo la scelta di Napoli è per lui preferibile, anche a costo di ottenere un ingaggio inferiore a quello che riceverebbe negli Stati Uniti.

Ma che giocatore arriverebbe in Serie A? Quanto distante da una versione di De Bruyne ideale? A 34 anni il belga viene dalla sua stagione più opaca. Eppure ancora sembra uno dei giocatori di maggior qualità della Premier, dove sappiamo esserci un livello d’intensità che perdona meno l’appannamento di forma. Del resto De Bruyne non è mai stato lo stesso e negli anni il suo talento si è evoluto insieme al passare delle stagioni e assecondando le diverse forme che Guardiola ha dato al Manchester City.

TANTI DE BRUYNE
Al momento dell’arrivo del tecnico catalano all’Etihad, De Bruyne si trovava lì già da una stagione, durante la quale era stato impiegato (da Manuel Pellegrini) prevalentemente largo a destra. L’avvento dell’era Guardiola ha cambiato la traiettoria del ragazzo di Drongen. Inizialmente Pep ha utilizzato il giocatore come mezzala libera di fluttuare nei corridoi centrali del campo in un 4-3-3 che vedeva Bernardo Silva come secondo interno di centrocampo. In pratica le due mezzali di quella squadra erano due numeri 10 che però giocavano da numeri 8, liberi di muoversi lungo il fronte offensivo.

Successivamente Guardiola ha avanzato il suo raggio d’azione, impiegandolo da numero 10 in una struttura base 4-2-3-1. Dietro Sergio Agüero o Gabriel Jesus, nella stagione 2019/20 De Bruyne ha prodotto 11 reti e 20 assist. La maggior parte di questi è arrivata dalla destra o dal centro-destra, con palle diagonali provenienti dall’esterno. Una delle qualità meno conosciute dell’ex Wolfsburg è quella di trasformare cross (e palle laterali in generale) in assist.

Posizionato da numero dieci De Bruyne si è ritrovato in zona di rifinitura, fra le linee di difesa e centrocampo avversarie. Da questa posizione poteva andare direttamente la tiro, combinare con la punta centrale o servire gli esterni d’attacco quando questi ultimi tagliavano verso la porta.

La stagione 2020/21 è stata quella in cui Guardiola ha riproposto la soluzione con falso nueve, con Silva, İlkay Gündoğan, Phil Foden e lo stesso de Bruyne utilizzati nel ruolo. Una soluzione mantenuta anche l’anno successivo, l’unico finora nella carriera in cui KdB abbia registrato in campionato più gol (15) che assist (8).

L’arrivo di Erling Haaland ha nuovamente cambiato la scena. Nel norvegese il City ha ritrovato un centravanti. Uno verticale e fisico per di più, con tutto ciò ha comportato a livello di adattamento per una squadra che fa del mantenimento del controllo sulla partita il suo dogma calcistico fondamentale. La connessione fra i due è stata un’arma importante per Guardiola: in base ai dati di The Athletic De Bruyne ha contribuito a 20 dei 120 gol segnati da Haaland in maglia City (più del 16%), tutte le competizioni comprese.

«È partita dopo partita, tutto cambia ogni volta. Ci sono stati anni in cui ho giocato in modo più difensivo e poi più offensivo, anche come numero 9» dichiarò De Bruyne.

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L’evoluzione statistica di KdB. Grafici Hudl Statsbomb.

Purtroppo per i Citizens questa combinazione non si è potuta verificare con continuità a causa degli infortuni subiti da De Bruyne, che ne hanno limitato il contributo sia nella scorsa stagione che in quella attuale. Lo scorso anno, per problemi vari, De Bruyne ha saltato un totale di trentasei partite stagionali. Quest’anno invece il problema è stato uno solo, quello al bicipite femorale, che però lo ha tenuto fuori per altre dodici gare. Un infortunio non particolarmente grave ma certamente fastidioso, che ha impedito al giocatore, anche quando in campo, di potersi esprimere sempre al cento per cento.

Se guardiamo solo alla Premier, De Bruyne nelle ultime due annate ha messo insieme 46 presenze, per un totale di 2922 minuti. Sommando invece i dati delle due stagioni anteriori (2021-22 e 2022-23) le partite giocate sono state 63, per complessivi 4623 minuti.

È chiaro come questi infortuni, uniti all’età, ne abbiamo favorito l’uscita di piani tecnici di un City che, nel prossimo campionato, dovrebbe dare il via a un nuovo progetto, dando ancora più spazio a giocatori giovani come Nico O'Reilly, Rico Lewis, James McAtee e Claudio Echeverri.

Il belga ovviamente non ha condiviso la decisione del club inglese, ritenendo di poter essere ancora utile ad alti livelli. Parlando alla stampa poco dopo l’annuncio della separazione De Bruyne ha dichiarato di essere rimasto sorpreso quando il Director of Football (Txiki Begiristain) e il CEO del Manchester City (Ferran Soriano) gli hanno comunicato le intenzioni della società.«Non ho ricevuto nessuna offerta da parte loro per tutto l’anno e il club ha preso una decisione. Ovviamente sono rimasto un po’ sorpreso, ma devo accettarla. Onestamente, penso ancora di poter giocare a questo livello, come sto dimostrando, ma capisco che i club devono prendere delle decisioni».

DE BRUYNE È IN CALO?
Proprio la tenuta fisica di KdB è una delle questioni sulle quali si dovrà ragionare in caso di eventuale trasferimento al Napoli. Guardiola in questa stagione ha dichiarato che De Bruyne «è un tipo che ha bisogno di essere in forma fisicamente per sfruttare il suo spazio e la sua energia».

Una decrescita a livello di minutaggio che ha avuto ovvie ripercussioni su quanto prodotto in campo. In queste due ultime annate De Bruyne non ha mai segnato più di quattro gol a campionato, producendo fra l’anno scorso e questo un totale di 17 assist. L'impressione è che non sia più lo stesso dopo il grosso infortunio alla coscia dello scorso anno. Ha perso qualcosa, a livello di brillantezza fisica, che lo ha reso meno preciso e meno efficace anche tecnicamente.

Sono numeri lontani dalle 22 reti e dai 24 assist registrati fra il 2021-22 e il 2022-23. Fra l’altro la Premier 2021-22 (quella che vide il City vincere il campionato con un punto di vantaggio sul Liverpool di Jürgen Klopp) è stato il campionato in cui De Bruyne ha messo a segno il maggior numero di reti in carriera (15).

Col ritorno degli impegni di Champions League il Napoli dovrà per forza disputare un numero superiore di gare. Risulta difficile immaginare un De Bruyne in grado di poter sopportare tutte le partite in calendario. La chiave dunque sarà quella di saperlo gestire, magari mandandolo in campo da titolare prevalentemente nelle sfide più importanti.

Dal punto di vista tattico molto dipenderà da chi sarà il prossimo allenatore del Napoli. Se dovesse rimanere Conte o se dovesse comunque arrivare un tecnico che decidesse di seguirne le orme, ecco che il belga potrebbe ritagliarsi uno spazio importante come mezzala offensiva o trequartista nel 4-3-3/4-2-2-2 visto quest’anno. Nel City De Bruyne è stato impiegato da Guardiola anche da secondo mediano in una struttura 4-2-2-2. Una posizione che rende fluida la manovra e il possesso della squadra ma che ha esposto il City alle ripartenze avversarie, come si è visto in occasione della finale di FA Cup persa contro il Crystal Palace.

In questo senso sarebbe più facile immaginare il belga accoppiato a un giocatore che rimane più in posizione, dinamico e capace di coprire campo all’indietro. A Zambo Anguissa, per esempio, andrebbe chiesto di limitare le sortite offensive, vale a dire una delle armi chiave della squadra che ha vinto lo scudetto.

Detto ciò, sarebbe interessante l’associazione tecnica che si verrebbe a creare fra De Bruyne e Scott McTominay. Il centrocampista scozzese, miglior giocatore dell’ultima Serie A, avrebbe alle sue spalle un rifinitore in grado di assecondarne ancor di più la vocazione offensiva, i movimenti senza palla. Anche se forse dovremmo veder ridotta la sua influenza col pallone, che nel girone di ritorno era diventata un fattore per Conte.

Il mezzo spazio destro è la zona di elezione di De Bruyne e lì dunque dovrà cercare di collocarlo il prossimo allenatore partenopeo (chiunque sarà). Da lì il belga potrà continuare a produrre cross, palle filtranti e diagonali in grado di mettere i compagni davanti alla porta.

Come si vede, in De Bruyne il Napoli acquisterebbe non soltanto in qualità ed esperienza (quanto mai fondamentale in Champions) ma anche in duttilità. Come ebbe a dichiarare in passato lo stesso giocatore, «sono abituato a giocare in sei posizioni diverse. Ho sempre cambiato posizione e non mi aspetto nulla di diverso. Per me è tutto uguale. Conta solo il modo in cui lo interpreti».

Al di là di questi spostamenti per il campo, De Bruyne resta uno splendido giocatore perimetrale, che giochi da numero 6, 8 o 10.

O, volendo, anche in prima linea.

In un calcio meno intenso come quello italiano De Bruyne potrebbe avere un impatto che non risente del suo recente declino, anche se sarà importante costruirgli un sistema e una rete attorno che lo esalti. Del resto molti acquisti recenti dalla Premier League hanno dimostrato una grande facilità di adattamento: McTominay ma anche i suoi compagni di squadra Lukaku e Billy Gilmour; oppure gli ex romanisti Chris Smalling ed Henrikh Mkhitaryan.

Le qualità balistiche del belga offriranno al suo prossimo allenatore anche l’arma del tiro da fuori. Una rarità nel calcio moderno (per scelta dei tecnici o per mancanza di tiratori dalla lunga distanza). De Bruyne negli ultimi quindici anni di Premier è il giocatore ad aver realizzato più reti calciando da oltre i sedici metri (29 gol).

Insomma, se davvero Kevin De Bruyne dovesse vestire l’azzurro del Napoli sarebbe una grande notizia anche per la Serie A. Al di là della tenuta fisica, KdB è ancora un fenomeno in grado da solo di condizionare l’andamento delle partite. La sua eventuale presenza rappresenterebbe un’ulteriore conferma della volontà della società di De Laurentiis di restare protagonista in Italia e di provare a esserlo anche in Champions.

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