Maurizio Zamparini ha venduto il Palermo. Qualche tempo dopo, ha rivenduto il Palermo. Poi è finito ai domiciliari e adesso sta cercando di vendere nuovamente il Palermo, che nel frattempo non ha un soldo in cassa e rischia seriamente di non potersi iscrivere al prossimo campionato. Nel frattempo la scadenza per saldare gli stipendi del bimestre dicembre-gennaio incombe e la COVISOC è pronta a far scattare il deferimento (con possibile penalizzazione di 4 punti). Questa la situazione a grandi linee, che però, ovviamente, è molto più complicata di così.
Dopo Palermo-Foggia del 4 febbraio, finita zero a zero, Giuseppe Bellusci si è presentato ai microfoni quasi al collasso nervoso, al termine di una partita in cui la squadra è stata fischiata mentre quattro giocatori sono finiti a terra con i crampi: «Siamo soli e così non va bene, di chi è il Palermo? La gente dice che finché prendiamo gli stipendi possiamo stare tranquilli ma non è così, quello che mi chiedo è che futuro e quali prospettive ci aspettano. Che futuro per il Palermo? Di chi siamo?».
Il discorso di Bellusci è diventato presto virale, e il tecnico Stellone ci è tornato sopra per sottolineare la fatica della squadra nel rimanere impermeabile alla difficile situazione societaria: «Quello di Bellusci è stato un sfogo di un giocatore, di un uomo, che dà l’anima in campo come tutti i suoi compagni e che sta cercando insieme al suo staff, al direttore e ai compagni di cercare di uscire da questa situazione che non ci piace e che non è semplice ma tutti insieme possiamo farcela».
Una commedia che nasce nel 2012
Le vicende societarie di quella che fino al cambio di proprietà era la capolista della Serie B hanno già danneggiato la squadra di Stellone, ben prima di un possibile intervento da parte degli organi di controllo federali, atteso a breve in caso di mancato pagamento degli stipendi entro il 18 febbraio. I legali di Zamparini hanno avviato in prima istanza una messa in mora degli acquirenti, per poi depositare una diffida formale con l'intento di annullare il contratto di cessione.
I destinatari di questa azione legale sono i proprietari di Sport Capital Group plc, compagnia nata ufficialmente il 2 gennaio con il cambio di nome e ragione sociale di Pelican House Mining plc. È una società quotata in Borsa, il cui titolo non vende un'azione da oltre un mese nel listino NEX di Londra, ed è la proprietaria del Palermo tramite un intricato sistema di scatole cinesi che porta a due nomi. L'inglese Dominic White e l'italiano Corrado Coen, indicati da alcuni dei soggetti avvicinatisi a questa operazione come gli "architetti" dell’affare. Ma chi sono?
Dominic White è un "Chartered Surveyor", ovvero un consulente tecnico in campo immobiliare, nonché presidente di Eight Capital. Coen invece ha fatto di tutto per rimanere nascosto, forse per non attirare troppa attenzione su alcuni problemi giudiziari legati alle sue attività.
Ma facciamo un attimo ordine, ricostruendo le varie tappe della vicenda. A dicembre del 2018 sembra che Zamparini abbia finalmente trovato qualcuno disposto ad acquistare la società fornendo tutte le garanzie richieste, una ricerca che si protrae dal 2012 con esiti da telenovela argentina. In quell'anno tiene una conferenza stampa con un gruppo arabo e un "amico indiano", poi nel 2015 avvia una trattativa con i messicani della Comex, annunciando altri potenziali acquirenti provenienti dal Libano, dalla Russia e dalla Cina. Nell'estate del 2016, apre le porte all'italo-americano Frank Cascio, di professione manager e noto per essere stato amico di Michael Jackson, ma la sua lettera di intenti viene giudicata inadeguata così come le garanzie finanziarie fornite dal fondo facente riferimento a Paul Baccaglini. Lo stesso Baccaglini, con cui qualche mese dopo chiude la trattativa di cessione del club, venendo nominato addirittura presidente il 6 marzo 2017.
Carica assunta senza l'acquisizione delle quote, con un closing che slitta di settimana in settimana fino all'epilogo di inizio luglio: Zamparini teme di essere stato truffato e accusa l'ex inviato de Le Iene di non aver fornito alcuna notizia sull'ammontare dei capitali da investire nel club. Da allora, la Procura avvia una procedura per chiedere il fallimento della società, respinta a marzo 2018 dal Tribunale di Palermo.
Scampato il crac, Zamparini torna a trattare la cessione delle quote. A fine maggio ospita a casa sua i referenti di un gruppo americano, tra giugno e luglio prende contatti con il businessman svizzero Antonio Ponte; ad agosto riceve un'offerta formale da parte dell'italo-americano Raffaello Follieri, noto sia alla cronaca rosa per la relazione con Anne Hathaway che a quella giudiziaria, con una condanna a quattro anni e mezzo per frode emessa dal Tribunale di New York. Terminate le disavventure legali Follieri è tornato in Italia alla ricerca di un club calcistico da acquistare: con il Foggia finisce male, con il Palermo pure. Perché al momento di mettere sul banco i soldi, Zamparini lo accusa di aver prodotto una documentazione falsa.
Il 30 settembre 2018 Ponte viene annunciato come nuovo presidente del Palermo. La trattativa però naufraga perché inizialmente le tempistiche prevedono l'ingresso di investitori entro il giugno del 2019, ma Zamparini vuole accelerare. Il motivo? La vicenda fallimentare non si è esaurita con la vittoria in aula, ma è proseguita. Il Tribunale del Riesame dispone per l'imprenditore friulano la detenzione cautelare agli arresti domiciliari e il 24 gennaio è prevista l'udienza in Cassazione per sapere se il ricorso verrà accolto o meno. Entro quella data, quindi, deve già essersi liberato del Palermo.
Ecco dunque che Zamparini si rivolge alla società a cui ha dato mandato ad inizio anno di "spostare" i propri centri commerciali in un fondo immobiliare, la Advam Partners Sgr, che fa capo a Emanuele Facile. Advam è uno dei due rami di Finance Partners Group, insieme a Financial Innovations, che invece fa riferimento a Maurizio Belli. Entrambi trovano in Clive Richardson, CEO della società di consulenza Global Futures Sports, il soggetto adatto per raccogliere fondi. Stando a quanto riferisce lo stesso Richardson, però, l'operazione è gestita da altri soggetti: «Il progetto per l'acquistizione del Palermo ci è stato presentato da Dominic White e Corrado Coen il 12 novembre 2018, quando ci siamo incontrati con loro a cena a Milano. All'epoca non mi venne presentato Facile, lo incontrai in seguito il 12 dicembre».
Il piano di Coen e White prevede la possibilità di creazione di una società tramite la quale attirare investimenti nel mondo del calcio, sfruttando la quotazione in Borsa della controllante. Questa società nasce il 18 novembre 2018 e si chiama Sport Capital Group Ltd, ma serve una shell company (cioè un'azienda fittizia a cui registrare conti in banca o altri asset) da rilevare in qualche listino azionario. La individuano nella Pelican House Mining plc, soggetto che si occupa di investimenti minerari in Africa. White immette capitali (in tutto saranno 134.250 sterline, poco più di 150 mila euro) tramite Eight Capital e nel board della compagnia viene nominato John Treacy, avvocato inglese con un ruolo dirigenziale sempre in Eight Capital. Contestualmente a questi irrisori movimenti di denaro, Pelican annuncia il futuro cambio di ragione sociale e di nome in Sport Capital Group plc.
L'arrivo di questi irrisori investimenti è ufficiale slo il 2 gennaio. Ben prima di quella data, però, il Palermo viene ceduto a questo gruppo. Il primo dicembre Zamparini annuncia di aver venduto il club a 10 euro ad una società londinese che giusto qualche giorno dopo si presenta a Palermo in conferenza stampa con Clive Richardson in rappresentanza degli acquirenti. Alla sua destra c'è David Platt, l'ex calciatore di Bari, Sampdoria e Juventus, nonché colonna dell'Inghilterra semifinalista a Italia '90, mentre l'altro fianco è coperto dal mutissimo James Sheehan, operatore finanziario diventato ben presto un meme nelle pagine social dei vari tifosi palermitani. Chi prende la parola, però, è Maurizio Belli: è l'advisor dell'operazione e si esibisce in una performance degna del conte Mascetti. Parla di «esigenze di cash flow» e «iter burocratici da rispettare», ma di fatto non spiega granché su come verranno immessi capitali nella società.
Nelle settimane successive, il baratro diventa progressivamente più profondo. Sport Capital Group è la vera acquirente del Palermo e la firma del 30 novembre non riguarda la cessione, bensì un atto notarile preliminare da rendere effettivo entro il 30 dicembre. Nel frattempo David Platt viene ringraziato e silurato, James Sheehan esce dal gruppo e in Sicilia arriva Dean Holdsworth, ex calciatore e proprietario del Bolton individuato come nuovo direttore sportivo. Anzi, è lui stesso ad auto-annunciarsi in carica come DS con un post su Linkedin, scatenando le ire di un mai domo Rino Foschi, che afferma: «C'è stato un fraintendimento, il mercato lo faccio io in prima persona e con pieni poteri. Come sempre».
Eppure Holdsworth e il suo team consigliano giocatori al Palermo nel mercato di gennaio: fanno firmare un contratto da un anno e mezzo al norvegese Gunnarsson, trattano l'inglese Solomon-Otabor e lo spagnolo Chirivella, più un ignoto camerunense in forza ad una franchigia MLS che non può giocare in Serie B perché extracomunitario. Foschi blocca tutti e gli inglesi a loro volta bloccano Foschi, che stava per portare a casa Lovric dallo Sturm Graz. Non solo: Facile, nel frattempo divenuto amministratore delegato del Palermo, propone al CDA (ovvero al presidente Richardson e al consigliere Treacy) il licenziamento del dirigente romagnolo, definendolo "non allineato" e ammettendo contatti con Guidolin per sostituirlo. Il mercato si chiude senza acquisti e solo dopo una settimana si scopre che poteva finire peggio: nella lunga lettera di accuse rivolta da Richardson, infatti, viene fuori che Coen e Facile hanno chiesto la cessione di Nestorovski in Messico per mettere in cassa 6 milioni, necessari per sopravvivere.
Dove sono i soldi?
Gennaio è infatti il mese delle "evidenti difficoltà per far fronte alle obbligazioni", come scritto da Baker Tilly Revisa nella relazione allegata all'ultimo bilancio. Difficoltà che diventano ancor più evidenti a febbraio, con una e-mail inviata dalla proprietà a 115 fornitori in attesa di soldi, nella quale si chiede loro di pazientare ancora un mese. Nel frattempo, chi ha acquistato la società non ha ancora immesso capitali, nonostante gli annunci fatti in precedenza. Erano pronti 15 milioni, addirittura depositati dalla controllante nella società veicolo registrata a Londra, ma essendo la capogruppo quotata in Borsa nel listino NEX, è tenuta a comunicare con precisione tutti i dettagli di questa operazione. Si scopre così che i 15 milioni non sono altro che un prestito obbligazionario, quindi ancora una volta non c'è liquidità e si attende che qualcuno sottoscriva queste obbligazioni per immettere capitali. Il detentore delle cedole di questo prestito, che garantirebbero addirittura un bonus in caso di promozione del Palermo in Serie A, è Vad Option 1, un veicolo diretto da White e creato dal fondo maltese Abalone Management Fund.
Dopo che Repubblica svela il coinvolgimento di Coen nell'operazione e che il Sole 24 Ore evidenzia come le normative federali abbiano di fatto escluso il Palermo dall'iscrizione al prossimo campionato, il management insediatosi negli uffici dello stadio "Renzo Barbera" va in tilt. Facile è costretto dinanzi alle telecamere ad ammettere la presenza di Coen nel loro gruppo come consulente, ma dallo stream of consciousness di Richardson emerge il suo ruolo chiave: nella lettera che sancisce la fine di ogni rapporto con Sport Capital Group fa più volte riferimento al suo coinvolgimento sulle scelte societarie.
E Zamparini? Il 25 gennaio la Cassazione ha confermato gli arresti domiciliari ed è (come prevedibile) un leone in gabbia. Perché avrebbe atteso l'immissione dei primi soldi entro il 31 gennaio e in quella data non arriva nulla. Anche nelle sue tasche dovrebbe entrare qualcosa, perché oltre al Palermo è costretto a cedere un'altra società: si tratta di Alyssa, holding lussemburghese alla quale era stata ceduta nel 2016 la Mepal, una SRL inizialmente controllata dal club rosanero, creata per generare una plusvalenza tramite la vendita del marchio.
I termini della cessione di Alyssa non sono noti, ma lo sono quelli della cessione di Mepal da Alyssa (diventata nel frattempo di proprietà di Sport Capital Group) al Palermo, che è tornato così in controllo del proprio marchio. In un atto notarile del 14 gennaio 2019, l'amministratore Martin Groak dichiara di avere ricevuto 40 milioni di euro per questo passaggio di proprietà. Questa somma è pari al valore assegnato a Mepal quando venne ceduta nel 2016, operazione che generò un credito sul quale la Procura di Palermo ha voluto vederci chiaro, ipotizzando la fittizietà della plusvalenza e chiedendo il fallimento del club rosanero. Richiesta respinta, anche perché dopo l'istanza, Zamparini ha iniziato effettivamente a far rientrare parte dei soldi dovuti. L'accordo tra sé e se stesso prevedeva due tranche da 20 milioni, una da saldare entro il 30 giugno 2018 e un'altra nella stessa data del 2019. Immette subito 4 milioni ad inizio 2018, poi Alyssa si accolla un debito che il Palermo ha nei confronti di STD Société de Trading et Distribution SA (sempre di Zamparini) per la gestione dell'affare Dybala e, infine, un debito per "operazioni di finanziamento da parte dei soci". Restano 22,8 milioni da saldare e, da accordi, tocca agli inglesi farlo. Alyssa però si è accollata altri debiti e vanno saldati anche quelli, con Zamparini in attesa dei restanti 17,2 milioni.
Il 30 gennaio 2019, il Consiglio di amministrazione mette a verbale quanto segue: l'amministratore delegato Facile presenta un prospetto secondo cui il Palermo necessita di 5,4 milioni entro il 16 febbraio e a ciò si aggiunge l'annuncio del consigliere Treacy, ovvero il versamento di un bonifico da tre milioni come saldo parziale da parte di Alyssa entro la fine della settimana successiva. Zamparini, che attendeva i soldi entro la fine di gennaio, decide di mettere in mora Sport Capital Group. Una settimana dopo, sempre più convinto dell'inadempienza degli acquirenti, procede con una diffida formale nel tentativo di annullare il contratto.
Nel frattempo, il Palermo non vince più e viene scavalcato dal Brescia in testa alla classifica del campionato, con il grido d’allarme lanciato da Bellusci di cui abbiamo parlato prima. La tifoseria organizzata si unisce al difensore e mette nel mirino Facile, unico elemento rimasto in dirigenza dopo le dimissioni di Treacy e Richardson. Quest'ultimo, a precisa domanda sui tre milioni attesi da Alyssa, è categorico: «Non credo arriveranno».
Nonostante ciò, Facile non fa drammi: «Pagheremo gli stipendi entro la scadenza, sono molto impegnato a dare supporto alla società. Capisco lo stato d’animo dei giocatori». Eppure i legali di Zamparini riaprono i canali con gli aspiranti acquirenti dei mesi scorsi. Ponte torna a Palermo a metà gennaio e annuncia di avere un piano, ma poi si tira fuori. Follieri cambia studio legale e nei primi di febbraio si fa vedere per la prima volta in Sicilia, dichiarando di voler acquistare la società. Si arriva anche al momento della firma, quando però tutto salta. Addirittura nell'offerta era previsto un corrispettivo da 1,2 milioni per chi giusto due mesi prima ha rilevato le quote a 10 euro. Il gruppo americano (che sembrerebbe legato al fondo York Capital Management) tratta direttamente con gli inglesi e vuole un quadro completo sulla reale situazione debitoria del club, che nel frattempo viene incalzato dalla Lega B perché non è stata prodotta la documentazione richiesta entro il 20 gennaio relativa alla solidità finanziaria del gruppo acquirente.
Il DG Pedrelli è dovuto andare di persona in sede per sollecitarne l'invio, ma chi siano i reali proprietari del Palermo, in questo caos, non si sa. Non lo sa nemmeno chi per due mesi è stato presidente della società. Non lo sa nemmeno chi sta trattando l'acquisizione delle quote per salvare il salvabile (l'ipotesi più recente è che possano tornare di nuovo in mano a Zamaparini). Perché tra creditori alle porte e stipendi da saldare a breve, il rischio fallimento è dietro l'angolo.
Edit 14 febbraio, 18:00: il Palermo è stato ceduto ad un gruppo guidato "dal vecchio management" con le quote intestate a Daniela De Angeli, fedelissima di Zamparini e dirigente amministrativa del Palermo. Foschi è il nuovo presidente del Palermo.