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Donnarumma è migliorato nel gioco coi piedi
17 ott 2018
Il portiere del Milan ha vissuto una stagione complicata ma negli ultimi mesi è migliorato in almeno un aspetto del suo gioco.
(articolo)
9 min
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Il braccio di ferro contrattuale tra la dirigenza del Milan e il procuratore di Gianluigi Donnarumma, Mino Raiola, ha cambiato completamente la narrativa sull’ormai ex bambino prodigio del calcio italiano. Dall’estate 2017 è uscito fuori un Donnarumma con le ossa rotte dal punto di vista psicologico, teso e contratto nella maggior parte delle sue apparizioni in campo nella scorsa stagione, al punto che Christian Abbiati ha recentemente dichiarato alla Gazzetta dello Sport che «la competizione con Reina può fargli del bene, perché Gigio si è fermato e non è più migliorato».

Abbiati aveva indiscutibilmente ragione riferendosi alle qualità classiche del portiere, ma non aveva fatto riferimento o forse non aveva considerato fino in fondo quelle più moderne, che servono a trasformare l’estremo difensore nel primo regista della squadra. Già lo scorso anno, con Gattuso, Donnarumma aveva mostrato i primi miglioramenti in tutto il ventaglio delle qualità tecniche richieste nel gioco con i piedi. Quest’anno i miglioramenti sono resi più evidenti dal fatto che la prima costruzione del gioco del Milan è diventata più ragionata e meno verticale.

Le qualità tecniche di Donnarumma nel gioco con i piedi in realtà non nascono dal nulla, ma fin dalle sue prime apparizioni in Serie A il giovane portiere aveva mostrato un’ottima visione di gioco alla quale, tuttavia, non riusciva ad abbinare altrettanta precisione ed esperienza nella gestione del pallone sotto pressione. Il lavoro tecnico di Donnarumma e quello tattico del Milan hanno ampliato il potenziale del portiere e hanno finalmente sbloccato una certa raffinatezza tattica di Donnarumma stesso, ora utilissima nell’economia di molte situazioni di gioco del Milan.

Il periodo grezzo di Donnarumma

Poche settimane dopo il folgorante debutto in Serie A, Donnarumma diceva di osservare da vicino forse il più moderno tra i portieri: «Nel gioco con i piedi e nelle uscite Neuer è fantastico», disse, «guardo tantissime sue partite e a volte gioco come lui». All'epoca le similitudini tra Donnarumma e Neuer si limitavano alla straordinaria capacità di lettura delle situazioni di gioco per chiudere lo spazio dietro alla difesa, uscendo tempestivamente fuori area, una qualità che Donnarumma ora ha meno occasioni per poter esprimere vista l'altezza tendenzialmente bassa della linea difensiva di Gattuso.

Già dalle prime partite, tuttavia, era evidente come Donnarumma avesse quanto meno l'ambizione a diventare anche uno sweeper-keeper. Senza grandi qualità tecniche, e probabilmente ancora non abituato ai ritmi del pressing delle squadre di Serie A, Donnarumma in fase di possesso si proponeva comunque attivamente come opzione di passaggio, leggendo i momenti di difficoltà della squadra in fase di costruzione bassa e di resistenza al pressing. Una fase di gioco dove Mihajlovic non era riuscito a dare organizzazione e certezze al Milan.

Primi undici minuti in Serie A, a 16 anni, e già Donnarumma abbandona la porta per dare una potenziale linea di passaggio sicura a Cerci, chiuso spalle alla porta dall'aggressione di Peluso. Alla fine l'esterno preferirà giocare su Abate, sebbene a sua volta pressato da Berardi.

Nei primi tempi, tuttavia, bastava una pressione blanda per limitare il gioco di Donnarumma. In controtendenza con la sua sicurezza e la sua sfrontatezza nelle uscite in avanti (non quelle alte, su cui tuttora fatica), Donnarumma non aveva la stessa confidenza nel gioco con i piedi.

Sempre dalla sua prima stagione: qui ha una linea di passaggio comoda verso Alex e potrebbe saltare facilmente il pressing di Destro. Oltretutto Giaccherini, il secondo uomo che potrebbe andare successivamente in pressione su Alex, è molto lontano dal brasiliano. Donnarumma, tuttavia, alla fine calcerà lungo.

Nel gioco lungo Donnarumma aveva oltretutto la tendenza a colpire la palla troppo sotto, sviluppando traiettorie troppo morbide e facilmente aggredibili dagli avversari. Nel gioco corto, invece, Donnarumma non aveva tanto il problema nella precisione dei passaggi, né tanto meno nella propensione agli smarcamenti fuori dallo specchio della porta per rendersi attivo nella circolazione di palla; le sue difficoltà nascevano in parte dalla scarsa lucidità sotto la pressione avversaria e in parte anche a un'imprecisione nei controlli orientati, che gli faceva perdere il tempo delle giocate e gli chiudeva spesso le opzioni di passaggio.

Quando poteva manovrare con più calma, tuttavia, Donnarumma già nei suoi primi mesi in Serie A ha avuto modo di esibirsi in passaggi taglia-linee non banali, nei quali si intravedeva la sua visione di gioco nel leggere gli smarcamenti dei compagni alle spalle della prima linea di pressione. Donnarumma riusciva però a trovare sporadicamente questo tipo di giocate, in situazioni per lui comode e dove non aveva bisogno di pensare alla direzione del passaggio già prima di effettuare il controllo, orientandolo di conseguenza.

Un esempio efficace nell'immagine sotto, dalla prima partita della sua seconda stagione. Donnarumma, sulla rimessa dal fondo, vede che ogni giocatore del Milan ha un avversario addosso. La palla ferma, tuttavia, permette al portiere rossonero di leggere con calma il movimento incontro di Bonaventura alle spalle della prima linea di pressione, che detta un bel filtrante di Donnarumma in un corridoio non semplicissimo, tra Obi e Belotti. Una giocata simile l'aveva eseguita qui, nella partita contro l'Udinese durante la sua prima stagione da titolare in Serie A.

Un filtrante abbastanza lungo e per nulla banale, che a quel tempo Donnarumma poteva eseguire solo con la palla ferma o comunque in assenza di pressione diretta su di lui.

I miglioramenti con Gattuso

Forse il salto di qualità di Donnarumma nel gioco con i piedi non è da legare del tutto al lavoro di Gattuso, ma sta di fatto che l'arrivo del tecnico calabrese sulla panchina del Milan ha coinciso con un importante lavoro del portiere rossonero in quel fondamentale. Già nella scorsa stagione, dove Donnarumma ha commesso gli errori più evidenti della sua carriera e dove le pressioni extra-campo gli hanno fatto perdere la migliore brillantezza mentale dei primi tempi, il gioco con i piedi del portiere campano aveva fatto vedere i primi progressi, che si sono poi esaltati nel corso della stagione.

Donnarumma, sostanzialmente, è riuscito ad accrescere il proprio potenziale tecnico anche in un momento difficile, dove la curva di apprendimento poteva fisiologicamente appiattirsi o, peggio ancora, iniziare una discesa. A differenza di altri colleghi che hanno finito per dissipare il proprio talento, Donnarumma sembra per ora non aver perso di vista il proprio percorso e la propria traiettoria e ha mantenuto la lucidità per capire dove e come continuare a lavorare. Nonostante le difficoltà generali che stia vivendo da almeno un anno.

Donnarumma è migliorato soprattutto nel calcio medio-lungo: in particolare ha migliorato sia la precisione nel calibrare la lunghezza del lancio, che la traiettoria. Donnarumma ora riesce a calciare più secco e teso e questo comporta due vantaggi: quando lancia verso una fascia - verso un terzino, generalmente - il calcio più teso toglie il tempo all'avversario di andare in pressing in tempo sull'uomo del Milan del lato debole, e quindi la ricezione sarà quasi sempre a palla scoperta.

Qui c'è ancora Montella, che oltretutto vorrebbe una costruzione bassa fluida. La Sampdoria chiude molto il centro pressando con il rombo e le due punte, e nonostante l'enorme spazio lasciato agli esterni del 3-5-2 del Milan (Abate e Rodriguez) sulla rimessa dal fondo, Donnarumma non ha ancora la precisione nel calcio lungo laterale e si affiderà a quello centrale, senza successo.

Inoltre, soprattutto quest'anno, Donnarumma quando va al lancio lungo centrale ha bisogno di trovare la spizzata in profondità di Kessié: un calcio più morbido favorirebbe l'intervento frontale di testa dell'uomo che va al duello con il centrocampista ivoriano, ma Donnarumma riesce quasi sempre a dare la giusta precisione e la giusta traiettoria al pallone, in una situazione simile a quella che organizzava insieme a Kucka qualche tempo fa e in cui in un certo senso sta dando una linea di continuità, migliorandone progressivamente l'esecuzione.

Ma con la stessa rapidità con cui ha compiuto progressi nel suo gioco lungo, Donnarumma è migliorato praticamente in tutti gli aspetti anche del gioco corto. Un concetto su cui Gattuso sta insistendo sempre di più soprattutto dopo la partenza di Bonucci, che ha enormemente diminuito la mole di lanci in verticale provenienti dalla difesa. Ora Gattuso predilige una costruzione bassa prolungata con lo scopo di attirare il pressing avversario. Solo successivamente il Milan cerca di attivare le sue combinazioni codificate a campo più aperto, beneficiando anche dell’enorme qualità di Higuain per risalire il campo. Donnarumma legge sempre in anticipo il passaggio ed ha di conseguenza migliorato il controllo orientato.

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Già sul finire della scorsa stagione: sul retropassaggio di Bonaventura, Donnarumma finta il passaggio verso Zapata e rapidamente orienta il controllo di esterno piede destro dalla parte opposta, disorientando il pressing di Callejon. In un attimo vede che tutti i potenziali ricevitori sul corto sono aggrediti e lancia in modo teso, rapido e preciso verso Calabria che ha spazio, saltando quattro uomini del Napoli in pressione.

Donnarumma è migliorato anche nell’uso generale del piede sinistro - sia nel controllo che nei passaggi - quando non ha tempo di girarsi. In generale, fin dalle amichevoli estive, Donnarumma ha iniziato a prendersi la responsabilità di giocate molto più rischiose e questo gli ha permesso di trovare ancora più confidenza per eseguirle anche nelle partite ufficiali, incappando a volte in qualche rischio di troppo (come ad esempio al minuto 31 dell'ultima partita contro il Chievo) ma senza mai capitolare (per ora). Forse è soprattutto in queste situazioni che la presenza accanto a sé di un portiere da sempre molto preparato nella costruzione bassa, come Reina, gli sta dando giovamento proprio come si auspicava Abbiati.

Il retropassaggio di Musacchio è rischioso ma Donnarumma riesce a giocare di prima di piatto destro verso Biglia, attraversando un corridoio pericoloso piuttosto stretto tra Barrow e Papu Gomez.

Il talento di Donnarumma nel gioco con i piedi non è naturale come quello di alcuni mostri sacri di questo fondamentale, come Ederson e ter Stegen, ma probabilmente nemmeno a livello di quello di un giovane come Lafont. Ciò nonostante la determinazione che ha avuto nel voler diventare un portiere efficace con i piedi, con un’interpretazione pienamente moderna, non è banale, specie perché questi miglioramenti sono arrivati nell’anno più difficile della carriera di Donnarumma. Una situazione che lascia ben sperare negli altri miglioramenti che ha bisogno di compiere per essere all’altezza delle grandi aspettative che lo circondano.

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