L’errore di un portiere è spesso decisivo nel risultato di una partita, per questo ai giocatori di movimento è più o meno concesso sbagliare mentre ai portieri no. Gianluigi Donnarumma ha già commesso più di un errore e questo, unito al caos estivo sul suo possibile trasferimento, ha creato una percezione negativa sulla sua stagione. È il caso di ricordare che Donnarumma ha da poco compiuto 19 anni e che era appena sedicenne quando nel 2015 lanciò la sua OPA alla porta del Milan. Grazie all’intuizione e, perché no, al coraggio di Sinisa Mihajlovic, Donnarumma scavalcò in un colpo solo Christian Abbiati, l’ultimo totem del Milan che fu, e Diego Lopez, un portiere con una stagione da titolare al Real Madrid. Una stagione storta insomma, nel percorso di crescita di un ragazzo così giovane, sarebbe assolutamente giustificabile. Ma è davvero un’annata infelice?
I numeri di Donnarumma e quelli dei migliori portieri
Donnarumma ha stupito tutti per la sua precocità, sia in relazione alla stazza fisica imponente, sia per la maturità con la quale riesce a stare tra i pali di un club di prima fascia. La sua tecnica, seppur non priva di imperfezioni, accoppiata alle sue doti atletiche, gli permette un’interpretazione spettacolare del ruolo. In questa stagione, però, Donnarumma ha commesso degli errori gravi: secondo il sito Squawka.com, finora in campionato Donnarumma ha commesso 3 errori che hanno causato un gol. Dalla stagione 2015/16 ad oggi ne ha commessi in tutto 7 e solo Andrea Consigli, tra i portieri che hanno militato in Serie A nello stesso periodo, ha lo stesso numero di errori. La statistica può essere opinabile se si pensa che, secondo la stessa, Donnarumma non ha commesso errori di questo tipo in Europa League. Quello commesso a Londra contro l’Arsenal, che ha messo una pietra tombale sul discorso qualificazione, ad esempio, non è stato conteggiato.
Il tipo di interventi di un portiere e la loro frequenza sono più limitati rispetto a quelli di un uomo di movimento, quindi l’approccio statistico è ancora più complesso. In Inghilterra hanno un certo peso i clean sheets, le partite terminate a reti inviolate. I clean sheets di Donnarumma quest’anno sono già 10, e non c’è ragione di pensare che non possa almeno eguagliare, da qui alla fine del campionato, i 12 clean sheets della scorsa stagione, o gli 11 del suo primo anno, quando da fine ottobre prese il posto di Diego Lopez.
Quando ha avuto Donnarumma tra i pali negli ultimi 3 anni, il Milan ha concesso una media di 11,6 tiri a partita. Di questi, 3,9 tiri hanno raggiunto lo specchio della porta e richiesto l’intervento del portiere. La percentuale di tiri parati da Donnarumma quest’anno è del 76,7%, solo leggermente inferiore rispetto a quella dello scorso anno (78,3%) e in linea con quella dell’annata d’esordio (76,2%). Per avere un termine di paragone, bisogna considerare che la media di tiri parati dai portieri impegnati nel nostro campionato negli ultimi 3 anni è inferiore a quella tenuta da Donnarumma (71,7%). Per renderlo più probante, potremmo restringere il test ai soli Handanovic, Reina e Buffon, presenti nelle ultime tre stagioni e considerati tra i più affidabili estremi difensori del campionato: Donnarumma risulterebbe ancora vincitore, perché i tre hanno una percentuale di parate cumulativa del 75,5%. Una nota ancora sui volumi di tiro: la percentuale di parate spesso premia i portieri che hanno più possibilità di mettersi in mostra. Ad esempio i portieri delle piccole squadre, che concedono un volume alto di conclusioni agli avversari, statisticamente hanno percentuali di parate migliori rispetto ad altri. Nelle ultime tre stagioni, il Milan ha subito più di Inter, Napoli e Juventus, che hanno affrontato in media 9,4 tiri a partita, di cui 2,8 nello specchio. Questa circostanza potrebbe aver favorito la migliore prestazione percentuale di Donnarumma.
La percentuale di parate, però, può essere ulteriormente sezionata. Gli Expected Goals permettono di valutare la risposta di un portiere rispetto alla difficoltà del tiro. Tale difficoltà può variare con la distanza dalla porta, così come per la situazione di gioco dalla quale il tiro scaturisce.
Quest’anno Donnarumma ha decisamente migliorato la sua prestazione sui tiri da distanza ravvicinatissima, mentre è leggermente peggiorato per quanto riguarda la difesa dei tiri scagliati da lontanissimo. Al di là di queste differenze, la performance di Donnarumma è stata costante negli anni e sempre superiore alla media dei portieri della Serie A. Il suo livello può considerarsi alla pari con il livello medio espresso da Handanovic, Reina e Buffon.
La suddivisione per le diverse situazioni di gioco offre un’ulteriore chiave di lettura. Donnarumma è migliorato, stagione dopo stagione, nelle occasioni che nascono da palla inattiva (il primo gol in Serie A lo incassò su calcio di punizione da Domenico Berardi). Al contrario, i numeri di questa stagione sulle parate effettuate in azioni di gioco regolare e nell’uno contro uno sono i peggiori della sua giovane esperienza in campionato. Se in almeno due casi su tre le prestazioni di Donnarumma sono in linea coi migliori, lo stesso non si può dire delle situazioni di uno contro uno: cumulativamente, nelle tre stagioni giocate, Donnarumma ha risolto a proprio favore solo il 50% delle sfide contro l’attaccante lanciato a rete ed è al di sotto della media di tutti gli altri portieri (59%), per non parlare della media di Handanovic, Reina e Buffon (73%).
Per aria e per terra
Nei pali, Donnarumma è complessivamente tra i migliori portieri del campionato, pur con qualche lacuna che le statistiche evidenziano. Invece le sue prestazioni fuori dai pali, nelle uscite in presa alta e nelle giocate con i piedi, non sono sullo stesso livello. Rispetto alla media dei portieri della Serie A che hanno giocato almeno 1000 minuti, Donnarumma prova a contestare un pallone in aria meno spesso degli altri portieri: ha infatti una media di 2,25 uscite alte ogni 90 minuti, contro le 2,74 uscite dei colleghi. Oltre ad una più scarsa propensione all’uscita dai pali (rispetto, ripeto, alla media del campionato), Donnarumma sembra anche poco sicuro nei suoi tentativi: i suoi interventi di pugno (0,50/p90) sono superiori alla media (0,38/p90). Handanovic, Reina e Buffon in media escono meno spesso di quanto faccia Donnarumma (2,11 uscite alte/p90), ma sono più sicuri (solo 0,23/p90 respinte di pugno).
Anche osservando la distribuzione dei passaggi giocati, Donnarumma dà l’impressione di non essere a suo agio quando è costretto a calciare la palla: gioca passaggi su distanze mediamente più corte (24 metri, contro i 36 dei colleghi), proprio per questo riesce ad avere una percentuale di passaggi riusciti superiore (77% contro il valore medio del 71% degli altri portieri). Handanovic, Reina e Buffon giocano passaggi di lunghezza media pari a 27 metri (e va anche tenuto in conto che Reina gioca spesso sul corto per lo stile della sua squadra), ma lo fanno con una percentuale di successo dell’82%.
In sintesi, Donnarumma sta disputando una buona stagione, macchiata però da alcuni errori che ne rendono la percezione più negativa di quanto dovrebbe. Esclusi determinate situazioni di gioco, la sua prestazione di quest’anno è in linea, se non leggermente migliore, con le sue delle precedenti stagioni. È un portiere con sicuri margini di miglioramento: ha una stazza imponente, difficile da superare per l’attaccante che gli si presenta davanti, e un’esplosività che gli permette di andare a terra velocemente. Per questi motivi, dovrebbe ricavare qualcosa in più dalle situazioni di uno contro. Inoltre sia nelle uscite fuori dai pali sia nel gioco coi piedi può essere più determinante, in particolar modo nel primo frangente, dove i numeri che attualmente genera sono insufficienti per un portiere di quasi due metri. Con la giusta guida, in un ambiente positivo, Donnarumma può diventare un portiere di primissimo livello, non solo nel contesto della Serie A. Il tempo è dalla sua parte.