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Siamo abituati a trattare il calciomercato come una pratica burocratica: giocatori che arrivano e giocatori che partono come se fossero pacchi alle poste. Un discorso ancora più vero per il Lecce di Pantaleo Corvino, che ci ha abituato negli anni a queste porte girevoli che forse ci fanno perdere di vista il carattere umano di questi trasferimenti. Il trasferimento di Patrick Dorgu dal Lecce al Manchester United, per esempio, non è solo una cronaca di mercato, ma anche il primo passo di un percorso ambizioso, quello di un ragazzo che lascia il sole del Salento per abbracciare le luci di Old Trafford.
Dorgu, come ogni talento in ascesa, si trova ora di fronte a una soglia: non è più solo un giovane di prospettiva, ma uno che si deve misurare con il proprio divenire, spinto dalla necessità di superare se stesso per realizzare ciò che potrebbe essere. E, quindi, essere all'altezza della sua stessa ambizione - che in questo caso significa anche: essere all'altezza dei soldi spesi dal Manchester United.
Per assicurarsi le prestazioni del danese lo United non ha esistano a venire incontro alle richieste economiche di Corvino, che chiedeva più dei 18 milioni di euro inizialmente offerti dal club inglese. E chissà che all'interno degli uffici della dirigenza leccese in realtà non si sperasse che una seconda offerta non fosse proprio arrivata, in modo da trattenere Dorgu in giallorosso almeno fino a giugno. Il Lecce è impegnato in una lotta molto dura per non retrocedere e nel caso dovesse farcela raggiungerebbe un traguardo che sarebbe storico per i salentini, vale a dire quello della terza salvezza consecutiva nella massima serie. Storico, perché mai centrato in precedenza.
Quando però il Manchester United è salito fino a 30 millioni di euro (più altri 7,5 di bonus), l’offerta è diventata troppo ghiotta per poter essere rifiutata. E così il Lecce ha assecondato la volontà del giocatore (che voleva cogliere immediatamente l’occasione che gli si è presentata davanti) mettendo a segno la cessione più grande nella storia del club - superando il precedente record della cessione di Morten Hjulmand allo Sporting Lisbona per 19,5 milioni di euro più 1,5 di bonus.
Per gli amanti della contabilità questa cessione significa anche una forte plusvalenza, dato che Dorgu era arrivato in Salento nel 2022 per soli 220mila euro. Uno degli affari più corviniani degli ultimi anni.
CHE GIOCATORE È DIVENTATO IN QUESTI ANNI
Inizialmente inserito nel giro della Primavera, Dorgu si era subito dimostrato un giocatore fuori livello per la categoria, contribuendo alla conquista dello scudetto da parte dei giovani giallorossi nel 2023, giocando da laterale sinistro in una difesa a quattro.
L’esterno danese è sembrato non accusare il salto di livello tecnico, fisico e tattico quando è passato in prima squadra, ulteriore conferma di un talento atletico fuori dal comune, che lo ha reso un elemento imprescindibile anche per la prima squadra quando si trattava di attaccare in campo aperto, con e senza palla.
La carriera di Dorgu ha avuto una scossa dopo l’esonero di Roberto D’Aversa, che lo faceva giocare esterno basso in sostituzione di Antonino Gallo. L’avvento di Luca Gotti ha infatti significato un avanzamento sul campo che ha subito portato buoni frutti, come ad esempio il gol realizzato nel recupero contro la Fiorentina al Via del Mare, che portò al Lecce tre punti pesanti in classifica.
La prima stagione di Dorgu in Serie A è stata talmente positiva che si pensava potesse cambiare squadra già la scorsa estate. Le offerte probabilmente non sono mancate e anche dopo la chiusura del mercato se n’è continuato a parlare. Il breve colloquio avuto con Antonio Conte al termine della sfida fra Lecce e Napoli, alla fine di ottobre, sembrava per esempio preannunciare un cambio di costa già a gennaio.
Il Lecce, però, è sembrato irremovibile sulle sue posizioni, almeno inizialmente, forse anche consapevole del fatto che questo avrebbe alzato il prezzo. Dorgu in ogni caso è diventato un punto di riferimento tecnico, inamovibile in campo al di là della posizione.
Nel tentativo di salvarsi dall’esonero, alla fine arrivato dopo il deludente pareggio interno agguantato in extremis contro l’Empoli ai primi di novembre, Luca Gotti lo prova praticamente in qualsiasi ruolo. Da attaccante destro del tridente offensivo, ma anche da ala sinistra; poi terzino a sinistra e a destra e persino, in una occasione (a Bologna), da mezzala destra.
Un utilizzo confuso che forse non ne ha chiarito del tutto le qualità, a parte il grande spessore fisico.
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A Bologna Dorgu viene impiegato da mezzala. Non proprio la posizione più adatta fra le tante dove è stato visto giocare il danese.
Difficile capire se si tratti di vera e propria duttilità, o se l’utilizzo di Dorgu fosse solo emergenziale. Con l’arrivo a Lecce di Marco Giampaolo le cose non sono cambiate granché. A causa delle varie assenze che falcidiano l’organico giallorosso, infatti, Dorgu ha continuato ad essere utilizzato in vari ruoli.
UNA PICCOLA SICUREZZA: MEGLIO A SINISTRA
Anche per questo, con un utilizzo così scostante, è complicato fare valutazioni definitive, ma va detto che Dorgu sembra aver dato il meglio soprattutto a sinistra, al di là dell’altezza sul campo dove veniva posizionato.
Dorgu è mancino e correndo lungo linea può crossare con agilità, ma sa anche tagliare centralmente conducendo col destro. Un elemento di imprevedibilità non di poco conto per il diretto marcatore, che però Dorgu fa ancora molto fatica a sfruttare visto che gli riescono appena 0.41 dribbling per 90 minuti (solo il 31% di quelli che tenta; dati StatsBomb). Riuscirà a migliorare da questo punto di vista, in un campionato in cui la sua supremazia fisica sarà più difficile da imporre?
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Il gol di un anno fa contro il Sassuolo, con Dorgu che taglia da sinistra al centro.
Forse Amorim per questa ragione proverà a utilizzarlo sul lato opposto del campo, dove può condurre verso il centro con il piede forte; e più probabilmente da terzino, dove la rosa dello United è molto più corta. In ogni caso, Dorgu dovrà lavorare per salire al livello di intensita richiesto dalla Premier League: un suo piccolo difetto da limare consiste in quella frazione di secondo che impiega, quando in possesso sul lato destro del campo, per posizionare pallone e corpo nella direzione più utile per far proseguire l’azione.
Forse, soprattutto inizialmente, Dorgu dovrà puntare sulla propria attitudine difensiva. D’altra parte, anche quando veniva schierato da ala, il danese finiva per abbassarsi sulla linea arretrata del Lecce per costituire una difesa a cinque. Una tendenza che si vede riflessa anche nel numero di tackle e intercetti effettuati (complessivamente 3.21 per 90 minuti, un dato piuttosto alto per un giocatore schierato spesso in zone offensive del campo). Stiamo dunque parlando di un calciatore che non ha difficoltà a sacrificarsi per la squadra e che non si risparmia quando si tratta di inseguire l’avversario diretto.
Anche da questo punto di vista, comunque, ci sarà da lavorare. Per esempio la gestione degli uno contro uno o la difesa del palo sui cross che arrivano dalla parte opposta, lasciano ancora a desiderare.
Su Internet già impazzando video di analisti e fan inglesi che cercano di indovinare come Dorgu verrà impiegato da Amorim. Il tecnico portoghese è passato a un 3-4-2-1 che teoricamente dovrebbe aiutarlo a inserirsi, tanto più perché prevede che i quinti siano schierati a piede invertito.
In questo senso, Dorgu dovrebbe essere l’alternativa a Noussair Mazraoui sulla corsia destra, andando a compensare la presenza di un giocatore più difensivo sulla fascia opposta come Dalot.
Come detto, tuttavia, Dorgu piò essere impiegato anche a sinistra, ed è quindi possibile che serva ad allungare la rosa, adattandosi a seconda dei bisogni che si presenteranno. Partendo da sinistra Dorgu avrebbe la possibilità di attaccare in avanti la corsia ma anche di tagliare centralmente, per associarsi tecnicamente con Bruno Fernandes. E da quel punto in poi, sarà da scoprire la sua effettiva dimensione offensiva in un campionato che lascia molti spazi, specie nei secondi tempi.
Vedremo come andrà a finire, di certo per Dorgu non sarà semplice nel campionato più competitivo al mondo e in un contesto come quello del Manchester United, che ha già mangiato vivi molti dei migliori talenti d’Europa (Zirkzee, se ci sei batti un colpo) e che adesso si trova in una situazione drammatica dopo l’ennesima sconfitta in campionato contro il Crystal Palace.
Alla fine parliamo di un giocatore che ha ancora vent’anni e che, nel mezzo dell’emergenza perenne che viveva il Lecce, sembrava avesse ancora bisogno di maturare molto per arrivare a certi livelli. Purtroppo o per fortuna, però, era un’occasione irripetibile.
Dorgu ha compiuto il sogno di poter giocare in uno degli stadi più affascinanti e blasonati d’Europa mentre il Lecce ha incassato risorse preziose per una società piccola e in lotta per sopravvivere ai massimi livelli del calcio italiano. La società giallorossa, tra l’altro, si è già tutelata con l’arrivo di Jocelyn N’Dri. Un altro nome che adesso non vi dice niente ma che tra qualche anno, magari, Corvino rivenderà per un’altra manciata di milioni di euro.