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Daniele V. Morrone

Cosa porta Douglas Luiz alla Juventus

Un colpo di mercato intelligente.

A inizio primavera le voci di mercato che riguardavano Douglas Luiz e la Serie A sembravano un po’ campate per aria. Era un giocatore che semplicemente costava troppo, forse persino per una grande squadra di Premier League, figuriamoci per una italiana. Con la necessità di fare cessioni entro il 30 giugno per via delle restrizioni imposte dal Financial Fair Play, però, Monchi ha ceduto all’idea di vendere ora il pezzo pregiato, dopo aver rifiutato le proposte che l’agente Kia Joorobchian gli aveva messo sul tavolo nelle ultime due sessioni di mercato. Dopo essere stato cercato insistentemente dall’Arsenal, Douglas Luiz sembra effettivamente destinato a lasciare l’Aston Villa questa estate e, se i rumor di mercato dovessero essere confermati, a raggiungere la Juventus.

 

Non potendo far fronte alla richiesta economica originaria di circa 70 milioni di euro, quello che ha fatto la differenza nella proposta del club bianconero è stato l’inserimento nella trattativa di due giocatori: Wenston McKennie (valutato dalle due squadre sui 25 milioni) e Samuel Iling Junior (valutato tra i 17 e i 20 milioni). Due elementi che effettivamente hanno le caratteristiche per tornare utili a Emery la prossima stagione, con Iling Junior che potrebbe anche ripagare l’investimento se dovesse crescere ancora in una vetrina importante come la Premier League. La differenza tra la somma della valutazione di questi due giocatori e i 65-70 milioni immaginati dall’Aston Villa li coprirà la Juventus.

 

Per Douglas Luiz l’accordo sul contratto è sui 5 milioni a stagione, una stipendio che in Serie A significa essere valutato come un giocatore di primo livello. D’altra parte, questa è anche l’aspettativa della Juventus: quella di aver preso un giocatore non solo superiore a McKennie, ma anche uno che arriva per fare il titolare inamovibile in una squadra che lotta per lo scudetto.

 

Da dove viene Douglas Luiz

Nato a Rio de Janeiro e cresciuto nel floridissimo vivaio del Vasco da Gama, entra a far parte poco più che maggiorenne della galassia del City Football Group, che lo gira subito in prestito biennale al Girona. Douglas Luiz gioca ma in Spagna non riesce a fare i miglioramenti necessari per diventare un’opzione reale per Guardiola (il Girona infatti è gestito da suo fratello e, com’è noto, al centro del progetto City Football Group c’è proprio il Manchester City). Nell’estate del 2019, quindi, Douglas Luiz viene ceduto all’Aston Villa per 17 milioni: non male comunque per un giocatore che allora aveva 21 anni ed era alla sua prima esperienza in Europa.

 

Fin dalla prima stagione a Birmingham, Douglas Luiz si impone come titolare e diventa protagonista della crescita repentina che la squadra ha vissuto nell’arco di un lustro: dal diciassettesimo posto della sua prima stagione con Dean Smith in panchina, alla Champions League con Unai Emery. Oggi Douglas Luiz ha 26 anni ed è uno dei giocatori cardine di una squadra rivelazione della Premier League.

 

Nel mentre è entrato anche nel giro della Nazionale brasiliana. Ha fatto parte della “Seleçao” a livello giovanile e olimpico (ha vinto l’oro alle Olimpiadi di Tokyo 2020), per poi esordire in Nazionale maggiore nel 2019. Con la maglia del Brasile gioca la Copa América 2021, ma non il Mondiale 2022, pur avendo preso parte alle qualificazioni. Dopo il Mondiale in Qatar, però, Douglas Luiz è tornato in squadra, ormai considerato uno dei migliori centrocampisti brasiliani in circolazione. Per dire, ha giocato titolare nelle due amichevoli di prestigio giocate lo scorso marzo contro l’Inghilterra e contro la Spagna, ed è stato convocato per la Copa América che inizierà nei prossimi giorni.

 

Come gioca

Douglas Luiz fa parte di quella tradizione di centrocampisti brasiliani molto completi, che abbinano la tecnica ad un alto tasso di atletismo. Per queste caratteristiche potrebbe giocare quasi in ogni zona del centrocampo. Grazie al fisico compatto ed esplosivo, dal baricentro basso, negli spazi ristretti il suo dribbling è di livello, sia in termini di controllo puro del pallone che di movimento del corpo (giro del bacino e cambi di direzione). La sua capacità di sfuggire anche in conduzione verticale lo rende un centrocampista difficile da leggere, che può uscire dalla pressione avversaria in vari modi. Raddoppiarlo, in questo senso, non ti dà la sicurezza di rubargli il pallone.

 

Fino all’arrivo di Unai Emery all’Aston Villa, Douglas Luiz giocava come centrocampista centrale più statico davanti alla difesa, un modo per sfruttare la sua capacità di distribuzione del pallone. Ma il tecnico basco ha capito subito che quel ruolo ne limitava le potenzialità, soprattutto per quanto riguardo il suo dinamismo in campo. Certo, era importante avere un giocatore pulito tecnicamente davanti alla difesa, ma era ancora meglio far sì che la sua qualità nella distribuzione potesse arrivare anche più in alto sul campo. Un compito che assecondava la natura dinamica di Douglas Luiz, un centrocampista a cui è sempre meglio lasciare un buon grado di libertà. Lo si vede per esempio nel suo ottimo tempismo negli inserimenti in area: «È un giocatore che ha sempre avuto un buon istinto nell’inserirsi in area», ha detto Emery a Sky Sport: «È per questo che riesce anche a segnare».

 


A proposito di gol: ecco un esempio.

 

Il suo sviluppo come calciatore in Inghilterra si può proprio rintracciare nell’impatto numerico che ha avuto sulla trequarti avversaria con Unai Emery. Nelle due stagioni in Liga, Douglas Luiz non aveva segnato neanche un gol. Nelle prime tre stagioni all’Aston Villa, prima dell’arrivo dell’allenatore basco, aveva segnato complessivamente 5 gol e 8 assist. Nelle due stagioni con Unai Emery ha segnato 17 gol e servito 16 assist. In particolare, quella appena conclusa è stata la sua miglior stagione: 10 gol (9 in Premier League e 1 in Conference League) e 10 assist (5 in Premier League, 4 in Conference League e 1 in FA Cup). Durante l’anno ha battuti gli angoli e le punizioni nell’Aston Villa, sia a destra che a sinistra, ed era tra i rigoristi della squadra (e infatti 4 dei suoi gol in questa stagione sono arrivati dal dischetto). Volendo andare ancora più in profondità nei dati: nel 2023/24 Douglas Luiz ha creato 0.28 tra Expected Goals (senza i rigori) e Expected Assist per 90 minuti; nella sua ultima stagione prima che arrivasse Emery la cifra era poco più della metà (0.15). 

 

Il suo periodo migliore lo ha vissuto a febbraio, quando ha messo in fila una serie di grandi prestazioni, con tanto di gol contro il Manchester United e doppietta contro il Nottingham Forest. Partite in cui si è visto come possa far male con gli inserimenti dalla seconda linea quando la sua squadra attacca con molti uomini. «La cosa più importante, tatticamente, è permettergli di giocare con libertà», ha detto Emery. Douglas Luiz è un centrocampista che dà il meglio quando può fare più cose all’interno della partita, quando può muoversi per il campo e magari tirare fuori la creatività col pallone che si porta dietro dagli anni nel Vasco da Gama.

 

 

Emery lo preferisce nella parte sinistra del suo centrocampo, forse anche per sfruttare la sua capacità nei cambi di gioco, che sono uno dei punti forti del repertorio (con 5 passaggi lunghi completati per 90 minuti è nel 91esimo percentile della Premier League questa stagione).

 

Douglas Luiz però non ha paura di utilizzare entrambi i piedi, anche per calciare. E nel calciare ci prova proprio gusto: quel tipo di centrocampista che se riceve palla sui 30 metri e ha un po’ di spazio inizia a pensare a segnare. Certo, la sua tecnica di tiro non è perfetta, ma almeno un gol dalla distanza l’ha segnato: contro il West Ham, in una delle sue migliori prestazioni stagionali. Dalla sua voglia di incidere su partite in bilico si vede anche il suo grande temperamento, che lo rende un giocatore pesante dentro al campo.

 

 

I limiti in fase difensiva

Se in fase offensiva Douglas Luiz è già un centrocampista di primo livello, in termini difensivi invece il discorso è diverso. Da questo punto di vista la sua stagione ha avuto più ombre che luci, mettendo in mostra soprattutto il suo gioco con il pallone, o i tagli quando l’Aston Villa era in possesso. Douglas Luiz oggi non eccelle per numero di contrasti riusciti, intercetti e in generale duelli difensivi vinti: con 5.53 palloni recuperati per 90 minuti è nella media del ruolo in Premier League (55esimo percentile per la precisione).

 

Difensivamente il brasiliano legge bene le traiettorie ma non sempre dosa nella maniera giusta il contatto col pallone, sporcando i passaggi avversari senza recuperare il possesso. Un giocatore che non sembra sempre interessato al lato difensivo delle partite, che ha intensità più che altro in riaggressione. Un centrocampista poco reattivo nelle letture quando deve attivarsi in caso di transizione difensiva. Da vertice basso questi suoi limiti possono diventare un problema, soprattutto in un campionato così attento a sfruttare l’errore avversario come la Serie A.

 

I limiti di Douglas Luiz devono essere assorbiti da una struttura tattica, o almeno da un giocatore accanto che gli dia copertura. Il rischio è di vederlo girare a vuoto, messo in mezzo dalla manovra avversaria. Non è un caso, in questo senso, che Emery non l’abbia mai lasciato solo e gli abbia sempre affiancato un altro centrocampista, almeno altrettanto atletico.

 

Il radar di Douglas Luiz, fornito da StatsBomb.

 

Nella Juventus

Nella Juventus, Thiago Motta potrebbe fare lo stesso, schierandolo come mezzala di un centrocampo a tre o in una coppia di mediani. E al di là dei moduli, va detto che è più facile mascherare delle lacune difensive in una squadra che ambisce a dominare il possesso, come immaginiamo possa essere la Juventus la prossima stagione. In ogni caso, per esaltare il suo talento c’è bisogno di coinvolgerlo continuamente con il pallone, e possibilmente difendere in avanti, senza alcuna passività. È in queste condizioni che il suo dinamismo diventa un punto di forza anche senza palla.

 

È con il pallone, però, che Douglas Luiz può tornare utile ad un allenatore come Thiago Motta. Al Bologna, l’abbiamo visto, l’allenatore di origini brasiliane ha prediletto mezzali dinamiche senza palla e atleticamente dominanti, con l’idea di vincere i duelli individuali e inserirsi in area dalla seconda linea. Un profilo di centrocampista che aderisce perfettamente alle caratteristiche di Douglas Luiz.

 

Da questo punto di vista il centrocampista brasiliano è un giocatore con caratteristiche inedite per la rosa della Juventus. Douglas Luiz è più abile col pallone sia di Rabiot che McKennie, ed è più attrezzato atleticamente di Fagioli o Miretti. Con tutti questi giocatori, quindi, sembra incastrarsi bene. Nel caso in cui dovesse arrivare anche Koopmeiners, poi, la Juventus avrebbe una coppia di mezzali di altissimo livello e perfettamente compatibile con quanto chiede Motta.

 

L’acquisto di Douglas Luiz sarebbe un grande colpo per la squadra, una mossa scaltra di Giuntoli per approfittare del momento dell’Aston Villa. Un arrivo che, in primo luogo, andrebbe a coprire numericamente la possibile partenza di Rabiot. Un grande investimento, insomma, ma anche l’occasione per inserire un giocatore che ambisce a salire ulteriormente di livello. Con le dovute differenze, è un’operazione che assomiglia a quella che portò a Torino Arturo Vidal nella prima Juventus di Conte. Certo, Douglas Luiz oggi non è al livello dell’Arturo Vidal che ricordiamo, quello dominante già da qualche anno in Germania prima di arrivare in Italia, ma chissà che magari non possa avere la stessa influenza su questa Juventus. Di certo rimarrà uno degli acquisti più interessanti di questa sessione di calciomercato.

 

 

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Daniele V. Morrone, nato a Roma nel 1987, per l'Ultimo Uomo scrive di calcio e basket. Cruyffista e socio del Barcellona, guarda forse troppe partite dell'Arsenal.