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Eccitante come un tiro di Paulo Dybala
11 nov 2021
L'argentino ha un modo di calciare tutto suo.
(articolo)
12 min
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Se i tiri di Paulo Dybala fossero un programma di MTV, prima dell’inizio apparirebbe su sfondo nero la scritta in bianco Don’t try this at home - non provatelo a casa. Quando calcia l’argentino assume una posa strana, più pongo che uomo. Spinge l’anca destra molto all'esterno, abbassa il busto verso sinistra, lascia pattinare il piede d’appoggio, mentre quello con cui calcia si muove come una frusta prima di irrigidirsi all'improvviso dopo l'impatto, la punta sinistra sempre alzata. Il tutto alla ricerca di un equilibrio che non esiste in natura ma solo nei tiri di Paulo Dybala.

Eppure, nonostante sia un modo di calciare non convenzionale, platealmente sbagliato da un punto di vista teorico, veder calciare Dybala è soddisfacente. I suoi tiri escono veloci dal piede, sempre puliti. Sia che scelga di calciare a giro sul secondo o di stringere il tiro sul primo, una soluzione che di solito esegue abbassando ancora di più il busto, riesce a calciare forte, con molto effetto. L’assenza di un equilibrio canonico e delle gambe forti gli permettono di cavare un tiro decente quasi da ogni situazione: uno dei gol più incredibili segnati in maglia bianconera - contro la Lazio a tempo scaduto - è arrivato con Dybala praticamente seduto a terra e Parolo sdraiato sulla sua schiena. Da quella posizione ha tirato all’incrocio opposto.

Daniele Badolato - Juventus FC/Juventus FC via Getty Images

Anche in un movimento così privo di grazia, Dybala è bello da vedere. So che è un aggettivo che può suonare banale, ma credo si adatti bene a lui, uno di quei calciatori che sta bene nella contemporaneità, che ricalca questa estetica dominante di oggi, un'estetica da Instagram (non a caso è uno dei calciatori con più follower al mondo). Dybala ha una bellezza efebica, profondi occhi verdi, un corpo glabro e dei muscoli tesi, quasi lucidi, il giusto numero di tatuaggi. Con un paio di cani particolarmente belli anche loro e una fidanzata famosa e altrettanto bella, la sua vita è la copertina curata di un disco pop. Ma possiamo dire lo stesso del suo calcio?

Se è evidente che veder giocare Dybala può essere un'esperienza piacevole - anche nelle partite peggiori c’è sempre almeno un momento in cui ti stupisce - lo è in maniera canonica? Non mi sembra. Il calcio di Dybala vive su un piano tutto suo: non è fluido come quello dei trequartisti iper eleganti, ma neanche strappato e cinetico come quello degli esterni di oggi. Il riferimento più vicino è sicuramente Messi - non un riferimento di talento, ma di movenze - tuttavia se l’argentino (quello più forte) vive un’eterna luna di miele col pallone, Dybala è sincopato, usa appoggi e leve controintuitive, sembra sempre sul punto di perdere il controllo o forzare una giocata. Ogni pallone che tocca sembra uno sforzo disumano che gli riesce facilissimo.

Nell’ultima partita contro la Fiorentina, al 60’ circa, Dybala ha recuperato una palla sull’esterno spalle alla porta; con un palleggio si è girato di scatto, poi con la punta ha anticipato il recupero del primo avversario allungando il pallone per Morata continuando la sua corsa per chiedere il triangolo. Quando il pallone gli è tornato tra i piedi, male, ha saltato un altro avversario con uno scavetto fatto con l’esterno collo del piede sinistro, un tocco che è sembrato casuale e bellissimo al tempo stesso. Poi, visto che il pallone gli è rimasto appena un filo indietro, ha dovuto recuperarne il controllo con un altro piccolo pallonetto, questa volta a tornare indietro, seguito subito da un altro tocco sotto, prima di subire fallo. Nel frattempo ha usato il corpo e le braccia in modo frenetico per difendere palla.

In tutta questa azione, fatta quasi solo di tocchi con il sinistro, Dybala è sembrato sempre sull’orlo di cedere al caos, riuscendo però a mantenere il controllo. È un po’ così anche nei suoi tiri. Prendiamo il rigore segnato contro l’Inter: Dybala va sul dischetto e con l’interno sinistro spiazza Handanovic alla sua destra, non incrociando il tiro cioè. Il pallone esce dal suo piede come un sasso da una fionda, non è particolarmente angolato, ma schizza in porta in un attimo. In diretta sembra tutto normale, un’operazione - quella di calciare un rigore - che abbiamo visto fare a centinaia di calciatori centinaia di volte in maniera sempre piuttosto simile. Ma è davvero simile?

La postura che adotta Dybala prima di calciare è molto diversa da quella composta di Messi che calcia un rigore, o - potete cercare - da Lewandowski, Cristiano Ronaldo, o anche Criscito, per nominare un mancino che batte i rigori senza essere uno dei primi 4 o 5 calciatori al mondo. È un modo di calciare non ortodosso e viene da chiedersi come Dybala riesca a stare in piedi dopo il tiro, con il piede sinistro alzato e il destro che pattina.

Quando calcia da fermo è più facile notare le contraddizioni della sua coordinazione. È evidente per esempio nei suoi calci di punizione, una specialità in cui è tra i migliori al mondo. Su YouTube è pieno di tutorial che provano a insegnarti a giocare o calciare come Dybala; questi video si concentrano su quello che si può riprodurre del suo gioco, più o meno, ovvero il modo in cui impatta il pallone col piede sinistro - di mezzo collo sinistro, diciamo. Ma è il corpo di Dybala a fare davvero il tiro di Dybala, il modo estremo in cui lo piega. La forza sembra arrivare più dalle anche che dal piede.

Giorgio Perottino - Juventus FC/Juventus FC via Getty Images

Se nei calci da fermo Dybala può esasperare la sua postura avendo tempo e spazio, quando è coinvolto in un’azione dinamica è necessario un frenetico lavoro di piccole compensazioni, come in questo gol al Bayern Monaco. Dybala riceve un passaggio filtrante di Mandzukic dal centro verso sinistra e si trova a tu per tu con Neuer. Dopo il primo controllo per portarsi avanti il pallone calcia forte e rasoterra sul primo palo, niente di particolarmente elaborato. L’argentino però prima di colpire contrae il corpo, abbassa la testa, chiude il busto, usa le braccia per tenersi in equilibrio. In pochi decimi di secondo riesce a trovare una coordinazione tutta sua, come i gatti che riescono sempre a girarsi sulle zampe anche quando cadono di schiena.

Le due foto qui sopra in parte ci vengono incontro: nella prima - scattata quasi frontale appena dopo il tiro - si vede la postura che ho descritto prima, quasi una V orizzontale, ma con qualche dettaglio in più. Guardate le braccia per esempio, non vi sembrano poco armoniche? Forse la peculiarità del calcio di Dybala si vede ancora meglio nella seconda - scattata qualche decimo di secondo dopo la prima, però da dietro: il corpo di Dybala è inclinato di 45 gradi rispetto al terreno, come se stesse per cadere. C’è sempre una precarietà nei suoi tiri, in totale contrasto con il tiro stesso che poi è sempre molto solido. Se avete presente lo short track, quella disciplina del pattinaggio in cui si gareggia in velocità, Dybala in alcuni momenti sembra davvero stia facendo una gara di short track.

È difficile dire quale percorso abbia portato Dybala a calciare così. In parte sembra essere istinto, certamente lo aiuta un baricentro basso e un’impressionante forza nelle gambe: fosse più alto e magro si spezzerebbe solo nel provarci. Calciava così già in Argentina, quando in una stagione all'Instituto ha segnato 17 gol ancora prima di diventare maggiorenne. Uno dei gol con cui Dybala si è presentato al mondo, in un Milan-Palermo 0-2, racconta perfettamente l'unicità del modo di calciare dell'argentino. Arrivando verso la porta di Diego Lopez dopo aver resistito a un contrasto con Zapata, ha il pallone sul mancino con un angolo di tiro, da sinistra, molto stretto; il suo tiro è quasi di taglio, abbassando molto il sedere e dando un colpo con l'anca, come si faceva una volta con i flipper. Il pallone si infila all'angolo lontano dopo aver superato il portiere e piegato leggermente verso l'esterno.

Non è cambiato molto nel modo in cui calcia, o gioca, da allora. Oggi sicuramente conosce meglio il suo corpo, ha una consapevolezza eccellente di come muoversi nello spazio e questo gli permette anche di calciare al volo o di controbalzo in maniera meravigliosa, come nel gol segnato allo Zenit recentemente, usando parti del suo sinistro che in pochi userebbero per calciare.

Qui si vede come anche quando deve colpire al volo cerchi una coordinazione tutta sua, inclinandosi fino a terra quando sarebbe stato più naturale un normale tiro al volo.

La sensibilità di tutte le parti del suo piede sinistro è innegabile - il tacco, la punta, la suola, parti che noi non sappiamo neanche di avere. Non è particolarmente creativo quando si tratta di usarlo per l’ultimo passaggio - anzi questa è forse la critica maggiore che gli si può fare - ma lo è molto quando si mette in proprio, sia nel difendere il pallone - in quello sì è molto creativo - o nell'arrivare a tirare in porta (per esempio usa spesso la suola del sinistro per preparare la conclusione, come in questo gol al Lecce).

A vedere i primi 100 gol di Dybala con la maglia della Juventus - li trovate qui, un’esperienza da fare se volete davvero provare a calciare come l’argentino (anche se, ripeto, ve lo sconsiglio) - si nota che i gol facili sono pochissimi. Anche questo mi pare, il fatto che i suoi gol debbano essere sempre almeno un po’ belli o sorprendenti, ci dice qualcosa del modo in cui Dybala abbia scelto di sfruttare il suo talento. Ce ne sono alcuni incontrovertibilmente belli, come quello all’Udinese in Coppa Italia, o un altro alla Lazio la prima stagione in bianconero o quello più recente, nell’ultima partita prima dello stop per la pandemia, contro l’Inter; ma ce ne sono altri belli in modo meno evidente, come uno al Cagliari con il corpo che sembra andare da una parte e il pallone dall’altra, o questo segnato al Chievo dove dopo aver portato a spasso la difesa riesce a chiudere il tiro con il mancino sul primo palo, ma anche quello all’Udinese in questa stagione, con un colpo di punta esterna in anticipo.

Si discute di molte cose intorno a Dybala, dalla sua posizione in campo al suo ruolo nella Juventus alla sua vita privata, e si discute anche di quanto segna o dovrebbe segnare. L’anno in cui è esploso a Palermo aveva segnato 13 gol, giocando da prima punta davanti a Vazquez, ma dando l’idea che potessero essere molto di più in futuro. Alla Juventus la sua produzione offensiva è stata molto ondivaga, passando dai 23 gol della prima stagione ai 5 dell’ultima. In mezzo ci sono stati cambi ruolo, panchine e molti infortuni, ma anche - e qui sto facendo l’osservatore empirico - tanti quasi gol. Il modo di calciare di Dybala è così unico e irriproducibile da avere un margine di errore molto basso, o almeno così mi sembra. Tante volte poi, i tiri di Dybala danno l'illusione del gol, forse perché appunto escono così bene dal suo piede da far credere che possano solo finire in rete.

Solo in questa stagione si possono citare la traversa presa contro il Verona, con un tiro a giro troppo preciso, un’occasione dove se avesse colpito il pallone più sporco o se avesse pensato alla porta più che all’esecuzione forse avrebbe fatto gol (ma con il Verona ci sono almeno altri due tiri a giro in cui Dybala va vicinissimo al gol, in uno sfiora il palo, nell’altro fa un grande intervento Montipò); il palo contro il Sassuolo, con l’argentino che stringe da sinistra verso il centro e poi come colto da un lampo lascia partire un sinistro che quasi spezza il legno alla sinistra di Consigli. Contro Spezia e Milan sono stati Zoet e Maignan a fermare i suoi tiri con due belle parate; nei minuti di recupero della partita contro l’Udinese la gioia di Dybala si era stampata contro la mano tesa di Silvestri, che aveva tolto il suo tiro a giro dall’angolo della porta. È possibile trasformare questi quasi gol in gol? Cioè quanto può essere più efficiente Dybala quando tira?

Le statistiche da questo punto di vista sono un po’ ambigue. Dybala fa parte del 4% degli attaccanti che tira da più lontano (20.50 metri di distanza in media, dati Statsbomb), eppure l’efficienza della sua mappa di tiro non è così tremenda (in questa stagione produce 0,08 xG per tiro - statistica di Alfredo Giacobbe - contro una media di 0,1 xG, ma in carriera è in linea con questo dato). Anche il rapporto tra gol fatti rispetto a quelli attesi non è così distante dalla media, anche se è in calando dopo i primi anni in positivo. In questa stagione è di 0.77, ma con un campione ancora piuttosto piccolo, comunque meglio dello 0.67 della scorsa stagione, la peggiore per Dybala sotto tutti i punti di vista. Questi dati sono necessariamente influenzati dalla posizione di campo in cui gioca - dalla porzione di campo in cui gioca forse sarebbe più corretto dire, visto che Dybala può essere il centravanti che attacca la porta o l’esterno che parte da lontano - ma è difficile accettare l'argentino come uno che sta “nella media”. Sono proprio i suoi gol, la qualità del suo tiro, per quanto strano, a farci credere che sia assolutamente superiore alla media in ogni cosa.

Il calcio è un’operazione ambigua di per sé, perché c’è una continua tensione tra efficienza ed estetica. Essendo intrattenimento non può prescindere dalla seconda, ma avendo come obiettivo la vittoria non può scordare la prima. Come si pone Dybala in questa scala? È il dibattito del “più divertente che utile”, che proprio in casa Juventus ha un peso maggiore, visto che furono le parole - da volpe con l’uva c’è da dire - di Agnelli dopo la cessione di Zidane.

Tra tutte le strane foto di Dybala che tira che ho trovato, questa è la più strana.

I tiri di Dybala sono più divertenti che utili? A vedere le sue conclusioni in allenamento sembra quasi che al contrario non possa sbagliare mai. Giovanni Garofani - portiere dell'U23 che spesso si allena con la prima squadra - in un'intervista (dell'anno scorso) ha detto che i tiri di Dybala sono i più difficili da parare, anche più di quelli di Ronaldo: «Dybala è impressionante per l’angolo che riesce a trovare al momento del calcio». In campo si vede come abbia molta fiducia nel suo tiro, come cerchi lo spazio per provarlo nella maniera in cui vuole lui, quindi con parabole che cerchino gli angoli perfetti più che con tiri solo forti o strozzati, tiri cioè che cerchino l'efficienza. Se invece aggiustasse la postura, tirasse meno da lontano, più di collo che con l'interno, se - insomma - cercasse di smarrire il senso estetico dei suoi tiri, riuscirebbe a fare più gol? Dopotutto tirare in porta è un’operazione più scientifica che artistica, e sono diversi gli attaccanti che hanno imparato a essere efficienti dopo una certa età. Eppure la componente istintiva e atipica è quella che rende il calcio di Dybala tanto affascinante. Con Dybala spesso il discorso è stato sul come "renderlo meno libero", tuttavia, forse, bisognerebbe iniziare a fare il contrario, come per i suoi tiri, magari, otterremo ogni tanto in cambio qualcosa di magnifico.

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