Esclusive per gli abbonati
Newsletters
About
UU è una rivista di sport fondata a luglio del 2013, da ottobre 2022 è indipendente e si sostiene grazie agli abbonamenti dei suoi lettori
Segui UltimoUomo
Cookie policy
Preferenze
→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
Menu
Articolo
Dzyuba è il giocatore più antipatico dei Mondiali?
07 lug 2018
18 fatti sull'attaccante della Nazionale russa per deciderlo.
(articolo)
10 min
(copertina)
Foto di Juan Mabromata / Getty Images
(copertina) Foto di Juan Mabromata / Getty Images
Dark mode
(ON)

Artem Dzyuba è grande quanto la sua Russia, e come la Russia è quanto meno controverso. Dopo aver giocato poco più di 100 minuti negli ultimi due anni in nazionale, oggi è il giocatore più carismatico di una squadra che è riuscita a spingersi fino ai quarti di finale anche grazie ai suoi tre gol.

Il suo bel gol all’Egitto.

Ma c’è una caratteristica che lo contraddistingue da tutti gli altri attaccanti presenti in questo mondiale: Dzyuba sembra antipaticissimo. Se per alcuni attaccanti non abbiamo dubbi sull’antipatia (Suarez, Diego Costa, Cristiano Ronaldo) ma accettiamo che ne sia una parte fondamentale della loro forza e di altri ne amiamo la simpatia (Falcao, Mbappé, il "Chicharito" Hernandez), su Dzyuba è difficilissimo farsi un’idea.

Altissimo, sgraziato e ingobbito: l’attaccante russo è l’archetipo del centravanti impostore, quel tipo di attaccante che non dovrebbe occupare una determinata posizione e che invece - in qualche modo - quella posizione la occupa con profitto; anche grazie a delle capacità tecniche ben maggiori di quelle che il suo corpo sproporzionato lascia intendere.

Dzyuba ha un buon controllo del pallone e una discreta visione di gioco. Non è un grandissimo attaccante di quelli sia spietati che associativi, ma neanche uno che sta in campo solo perché alto. Ha segnato dei gol che denotano tecnica e un ottimo controllo del corpo, eppure ogni suo minuto in campo sembra un miracolo.

Il calcio dovrebbe accettare gente con questa faccia? (foto di Francisco Leong / Getty Images)

Dzyuba non cerca minimamente di nascondere questa contraddizione: in campo e fuori fa di tutto per spiazzare. Ogni suo atto è un deliberato attacco allo status quo degli attaccanti aggraziati, più simili a divinità che ad esseri umani normali. Con la faccia inespressiva e gli occhi completamente privi di profondità, tutto quello che fa sembra spalmato da uno strato di antipatia spesso due dita, ma spolverato da un abbondante velo di simpatia.

Ecco 18 fatti su Dzyuba per decidere se è antipatico oppure simpatico.

Ha interpretato un controllore

Quando gli chiesero quale mestiere volesse interpretare per un video promozionale, Artem Dzyuba non ebbe dubbi e decise di fare il controllore.

Ha litigato con Unai Emery

Interrogato da un giornalista dopo la sconfitta casalinga dello Spartak Mosca per 5-1 contro i rivali cittadini della Dinamo, Dzyuba rispose: «Chiedi al nostro trenerishka», un termine non facile da tradurre, ma che vuol dire più o meno "piccolo allenatore", allenatoruncolo. L’allenatore in questione era Unai Emery, che fu licenziato il giorno seguente dopo appena sei mesi dal suo arrivo sulla panchina russa.

Dopo questo episodio, Dzyuba si è guadagnato il soprannome di igrochiska, giocatoruncolo.

Con l’allenatore spagnolo, Dzyuba ha avuto un pessimo rapporto. Più volte lo ha indicato come il peggior tecnico mai avuto e secondo alcune voci di spogliatoio i due sarebbero anche arrivati alle mani. In questo articolo di Eurosport Russia - in russo - Dzuyba viene intervistato dopo la vittoria dell’Europa League da parte del Siviglia di Emery. Il giocatore usa queste parole per descrivere il suo ex allenatore: “Emery è un allenatore forte. Ma come persona …”; “psicologicamente squilibrato”; “non mi pento di quella parola” (riferendosi a trenerishka); “pazzo”.

Quando è stato lasciato fuori dal ritiro invernale dello Zenit San Pietroburgo, ha risposto postando su Instagram una propria foto nascosto nell’armadio e come didascalia la poesia Invictus

Durante la lunga pausa invernale della Premier Liga russa, Dzyuba è stato lasciato fuori dal ritiro dello Zenit San Pietroburgo perché considerato troppo fuori forma. Dzyuba ha negato con forza questa accusa postando una storia sul suo profilo Instagram mentre si allenava in palestra con le frasi “sano come un leone” e “pronto al 100%”.

https://www.instagram.com/p/BeBlAL8lW-D/

Come se non bastasse poco dopo - sempre su Instagram - ha postato un suo selfie piuttosto oscuro corredato dalla poesia Invictus di William Ernest Henley, scritta dal poeta su di un letto d’ospedale dopo che gli avevano amputato una gamba, e conosciuta principalmente per essere stata usata da Nelson Mandela per farsi coraggio durante i suoi anni in prigione.

Ecco i 3 versi della poesia che più stonano rispetto alla situazione tutto sommato normale di Dzyuba:

1° Oltre questo luogo di rabbia e lacrime / Incombe solo l'orrore della fine.

2° Sotto i colpi avversi della sorte / Il mio capo sanguina ma non si china.

3° Nella stretta morsa delle circostanze / Non mi sono tirato indietro né ho gridato.

Ha litigato con Cherchesov

Dzyuba ha saltato la Confederations Cup 2017 ufficialmente per un problema fisico. Ufficiosamente alla base della sua esclusione pare ci fosse invece un violento diverbio avuto proprio con Cherchesov, che lo aveva già allenato allo Spartak quando era solo una giovane promessa. Poco dopo questa esclusione ha fatto molto discutere in Russia una foto finita sui social che ritraeva Dzyuba e Kokorin (escluso anche lui dalla Confederations Cup) intenti a sfottere Cherchesov imitandone con il dito i folti baffi.

Questo episodio sembrava la tomba sulla carriera di Dzyuba in nazionale, vista anche la non più giovanissima età. Complice il rendimento sottotono con lo Zenit nella prima parte della stagione (appena un gol), Dzyuba non è più stato convocato da Cherchesov fino alla compilazione della lista per i Mondiali, quando è ricomparso tra i convocati.

Dzyuba ha approfittato dell’infortunio di Kokorin e della scarsa condizione di Smolov per riprendersi il posto da titolare e riappacificarsi con l’allenatore Cherchesov. La sua esultanza con saluto militare è infatti dedicata proprio a lui.

Su Youtube esiste un video che si chiama "Top 5 persone che odiano Dzyuba"

Odia il Liechtenstein

Artem Dzyuba ha segnato 13 gol in nazionale, di cui 5 (ovvero 5/13) al Liechtenstein, uno stato la cui unica colpa è quella di dover giocare le qualificazioni a Europei e Mondiali come se gli interessasse davvero. Odiare un paese che ha ottenuto il prestigioso titolo di "Primo Paese dell'Energia" è davvero di cattivo gusto (il mini-stato davvero cattivo è il Lussemburgo vi ricordo).

Questa statistica dimostra come Dzyuba sia forte con i deboli e debole con i forti (zero gol contro Brasile, Italia, Germania, Spagna e Lussemburgo).

Ama ridere

«Se una risata ti allunga la vita, sicuramente sono immortale», ha avuto modo di dire Artem Dzyuba, in un intervista corredata da questa foto.

Ama Zlatan Ibrahimovic

«Zlatan vuole la mia maglietta e io voglio la sua» ha dichiarato una volta Artem Dzyuba, stranamente dopo un gol al Liechtenstein. Come tutti gli attaccanti alti ma che si credono tecnici, anche Dzyuba è convinto di essere in qualche modo simile allo svedese.

I due non dividono solo i centimetri, 196, ma anche un certo atteggiamento verso la vita. Se l’antipatia dello svedese può essere chiamata arroganza, ed è accettabile in quanto parte dell’unicità di Zlatan, l’atteggiamento del russo è più difficile da inquadrare. Ama l’antipatia di Ibrahimovic o la sua unicità tecnica?

In questo video Dzyuba segna un gol dopo un plateale tocco di mano, poi alza le braccia e gli occhi al cielo e grida «Zlatan», certificando un rapporto quanto meno morboso nei confronti del re degli attaccanti antipatici.

La sua squadra di calcetto ideale comprende Sergio Ramos, Cristiano Ronaldo, Zlatan Ibrahimovic, Thiago Silva e Hulk

Ovvero 4 stronzi fortissimi e zero portieri.

Ha litigato con Roberto Mancini

Il rapporto fra Dzyuba e Roberto Mancini non è mai stato idilliaco. Dopo tanta panchina con l’allenatore italiano allo Zenit e l’episodio della mancata convocazione in ritiro, il giocatore è stato mandato in prestito all'Arsenal Tula. Quando le due squadre si sono affrontate per la 27esima giornata del campionato russo, Dzyuba ha pagato di tasca propria i 150 mila euro di penale previste dal contratto pur di scendere in campo.

Ora sta a voi decidere se il fatto che Dzyuba abbia segnato il gol del 3 a 3 al minuto 89 e poi sia andato ad esultare davanti alla panchina di Mancini mostrando il nome sulla sua maglietta sia un comportamento da antipatico.

Essendo quello Roberto Mancini, ho dei dubbi.

Ha tradito la moglie

Facendo sesso in macchina con una presentatrice tv russa (la macchina era della presentatrice).

La moglie l’ha comunque perdonato.

Segna molto quando è in prestito

Cresciuto nel vivaio dello Spartak Mosca, Dzyuba ha debuttato in prima squadra appena diciassettenne. Dalla stagione 2006/07 è diventata la prima alternativa a Pavlyuchenko - che era il suo idolo giovanile - riuscendo a mettere insieme 18 spezzoni di partita, ma solo 1 gol. Curiosamente con la squadra nella quale è cresciuto e nella quale ha giocato per sei stagioni, soltanto in un'occasione è riuscito ad andare in doppia cifra in campionato (nella stagione 2011-12 quando ha segnato 11 gol).

Uno dei gol più belli e importanti segnati da Dzyuba con la maglia dello Spartak, in Coppa Uefa contro il Tottenham.

Doppia cifra raggiunta invece sia nelle esperienza in prestito al Tom Tomsk, con 10 gol in 24 presenze, sia in quella al Rostov, con 17 gol in 28 partite. Il vizio di segnare quando in prestito gli è tornato anche allo Zenit: dopo aver segnato appena 2 gol in 24 presenze nella prima parte di questa stagione, con l’Arsenal Tula, Dzyuba ha segnato 6 gol con appena 10 presenze in campionato.

Capello lo riteneva troppo poco serio e per questo non lo ha portato ai Mondiali in Brasile

Vabbè, per Fabio Capello è poco serio anche Mario Monti.

Odia le persone dai capelli rossi, ma forse ama i bambini

Ad una prima lettura di questo video può sembrare che Dzyuba sia un tipo simpatico almeno con i bambini. Ma forse la verità è che odia le persone con i capelli rossi. Un proverbio russo recita: «Non c’è mai stato un santo con i capelli rossi».

Ha litigato con Valery Karpin

Quando era l’allenatore dello Spartak Mosca e non lo faceva trovare. Non ho trovato fonti attendibilissime a riguardo, ma avete dei dubbi?

La competizione in cui ha la miglior media gol è la Champions League

6 gol in 8 partite.

È diventato il leader carismatico della sua nazionale

Sebbene fuori dai piani di Cherchesov da quasi due anni, a Dzyuba è bastato poco per riprendersi la centralità emotiva della "Sbornaya Rossii", una nazionale che fa della compattezza la propria forza.

In un discorso fatto prima del Mondiale ha accusato i giornalisti russi di essere troppo disfattisti: «C’è un clima molto negativo; il torneo non è ancora cominciato e c’è già grande aggressività… Da un mese sgobbiamo per non perdere. Chiedo un po’ di rispetto. I conti li faremo alla fine del torneo». Parole piaciute molto ai suoi compagni e ai tifosi russi, che si sono stretti intorno a Dzyuba e alla squadra.

Dopo la partita con l’Egitto, che ha significato il passaggio del turno, Dzyuba ha caricato a mille l’ambiente: «Credo che il paese intero sia felice. Andiamo, Russia! Abbiamo giocato molto bene. Ognuno di noi ha lottato in ogni zona di campo. Non abbiamo concesso nemmeno un centimetro all’Egitto e abbiamo vinto meritatamente. Siamo belli!».

Prima della partita con la Spagna ha caricato l’ambiente con parole magari banali, ma piene di fuoco sacro: «Ciascuno di noi dovrà dare la vita sul campo. Dovremo fare l’impossibile e mantenere sempre lo spirito di squadra»; «Se daremo tutto e giochiamo al 300% potremo entrare nella storia, non solo dello sport».

Questo video

🔥🔝

A post shared by Artem Dzyuba (@artem.dzyuba) on Jul 6, 2017 at 8:09am PDT

Questa foto

😂😂😂🔝🔝🔝👏🏼 @1kiseleva1 А вообще спасибо большое за фотографии и добрые слова, которые вы присылаете #гэндальфишка #ябелый

A post shared by Artem Dzyuba (@artem.dzyuba) on Feb 9, 2016 at 5:55am PST

Forse ha rubato il portafogli ad un compagno

Nel 2009 è stato mandato in prestito alla squadra siberiana del Tom Tomsk dopo che il compagno di squadra Vladimir Bystrov lo aveva accusato di avergli rubato dei soldi nello spogliatoio. Un’accusa che l'attaccante ha sempre negato con veemenza, ma che in Russia ha fatto parlare molto (in quel momento Dzyuba era una delle promesse più luminose del calcio russo).

Ha insegnato ad Akinfeev come diventare eroe nazionale

In un allenamento prima della partita con la Spagna, Dzyuba è finito per gioco in porta durante i rigori, parandone uno esattamente come avrebbe fatto qualche giorno dopo Akinfeev.

Assomiglia a Mattia Destro

La prova più lampante della sua antipatia.

Quindi, dopo tutte queste informazioni, Artem Dzyuba è simpatico o antipatico?

Attiva modalità lettura
Attiva modalità lettura