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Sergio Scariolo l’ha fatto di nuovo
19 set 2022
Un EuroBasket magnifico si conclude con un'altra vittoria della Spagna.
(articolo)
12 min
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Katowice, Kaunas, Londra, Lille, Rio de Janeiro, Istanbul, Pechino e ora Berlino. Otto città, otto paesi diversi, otto medaglie per una carriera leggendaria. Da quando siede sulla panchina della nazionale spagnola, Sergio Scariolo non è andato a medaglia in due sole occasioni: il Mondiale 2010 e l’Olimpiade 2020, competizioni in cui si è fermato in entrambi i casi ai quarti di finale.

Dalla Polonia alla Germania la distanza è breve geograficamente ma ampia se parliamo di anni: l’oro del 2009 - il primo continentale per la Spagna già campionessa del mondo e finalista olimpica a Pechino - era un traguardo atteso per una generazione a cui mancava solo l’alloro europeo per affermarsi. Quello del 2022, invece, è un autentico capolavoro che supera, per imprevedibilità, anche il trionfo mondiale di tre anni fa.

Non era maniavantismo, alla vigilia del torneo, l’invitare tutti a non aspettarsi l’ennesimo risultato eccezionale di un ciclo irripetibile. A sette esordienti a livello di competizioni FIBA e due soli reduci (capitan Rudy Fernández e Willy Hernangómez, nominato MVP del torneo) dell’ultimo oro di Lille 2015, si univa un parterre di concorrenti che vedeva altre come maggiormente indicate a competere per conquistare il trofeo vinto nel 2017 dalla Slovenia.

La quarta meraviglia spagnola

Invece, sul trono europeo, ci torna la Spagna per la quarta volta in 13 anni. Nel corso delle tre settimane trascorse tra Tbilisi e Berlino la squadra di Scariolo è stata capace di riscrivere più volte i suoi stessi record e di completare un’estate perfetta per l’intero movimento cestistico nazionale, sempre almeno finalista in tutte le competizioni giovanili disputate, sia al maschile che al femminile.

Il girone georgiano non era stato privo di momenti deludenti, con la brutta sconfitta contro il Belgio che è probabilmente servita - con il senno di poi - come scossone necessario a smuovere la squadra. La sconfitta inattesa nel girone era già stata vista anche negli altri trionfi europei della squadra di Scariolo: basti pensare, ad esempio, ai ko contro Serbia e Italia nel girone (sempre di Berlino) dell’Europeo 2015, l’ultimo vinto. In nessuno dei titoli continentali vinti prima di quest’estate la Spagna ha fatto percorso netto, lasciando spesso una o due partite nelle fasi a gironi prima di rivelarsi inarrestabile nei momenti decisivi.

A cominciare dall’ottavo di finale contro la Lituania, da quella rimonta da -11 nel secondo tempo propiziata anche da una difesa box-and-one capace di imbrigliare il play lituano Jokubaitis e in generale una squadra che aveva reagito bene ai problemi di falli di Valanciunas. Rimonta dopo passivo in doppia cifra (-15 in questo caso) vissuta anche contro la Finlandia dello strabiliante Lauri Markkanen, con un terzo quarto da mostrare nelle scuole basket. Non c’è due senza tre, e anche in semifinale - contro i padroni di casa della Germania - la squadra di Scariolo è stata in grado di rimontare da un -10 a 1’16” dalla fine del terzo quarto, riproponendo (stavolta su Schröder) anche in questo caso l’arma tattica difensiva della box and one per mandare fuori giri il neo-vecchio playmaker dei Los Angeles Lakers.

In finale invece il copione è stato decisamente diverso: fuggita nel punteggio in avvio grazie alla raffica di triple di Juancho Hernangómez, la Spagna è stata lucida nel respingere il tentativo di rimonta francese - sino al -3 nel terzo quarto - vincendo la partita con le sue armi. Ritmo alto, difesa e attacco corale finalizzato alla ricerca del miglior tiro possibile: la squadra di Scariolo ha chiuso il torneo con un rapporto assist/palle perse di 2.4, dato inferiore alla sola Italia (2.5).

In finale è andato in scena il trailer di Hustle 2.

Oltre al lavoro splendido del coach italiano, definito “il padre di questi ragazzi” da Jorge Garbajosa, sono in tanti a prendersi la copertina del successo spagnolo. Willy Hernangómez è stato nominato MVP più per la costanza di rendimento (17.9 punti e 6 rimbalzi di media nelle 9 partite giocate) dimostrata nel corso di un torneo eccellente, ma è indubbio che le giocate decisive nelle partite chiave le abbia prodotte Lorenzo Brown. Dopo il discutibile processo di naturalizzazione, il giocatore del Maccabi Tel Aviv ha dimostrato sul campo tutte le sue qualità, crescendo nel corso del torneo e risultando decisivo in tutte e quattro le partite a eliminazione diretta.

Brown si è preso la squadra sulle spalle soprattutto come creatore di gioco per sé e per i compagni, diventando il primo giocatore dal 1995 a firmare una doppia-doppia per punti e assist in una finale di EuroBasket e dimostrandosi leader tecnico in un modo tutt’altro che banale. Dietro di lui ha avuto un ruolo importante anche Alberto Díaz, l’ultima aggiunta dopo l’infortunio di Sergio Llull e decisivo sui due lati del campo in diverse occasioni (su tutte la partita contro la Germania).

Ottimo anche l’apporto di Usman Garuba, segnalatosi soprattutto nella lettura delle situazioni legate a scarichi per tiri dall’arco: i suoi 7 assist contro la Germania sono risultati decisivi. In mezzo al contributo dei vari Lopez-Arostegui, Pradilla, Brizuela, Parra, Saiz e di Jaime Fernandez, impossibile non citare anche Rudy Fernandez, diventato l’unico giocatore spagnolo a vincere tutte e quattro le medaglie d’oro europee della storia della nazionale. L’eterno capitano, pronto anche a rimettersi in carreggiata con il Real Madrid, è risultato decisivo nella partita contro la Finlandia e in generale è stato di valore incalcolabile per leadership e gestione del gruppo.

Ancora una volta, a un passo dal trono

Come nel 2011, nel 2015 (seppur in semifinale) e anche nel 2022, la corsa al sogno europeo della Francia si interrompe contro la Spagna, in una rivalità particolarmente indigesta per la squadra di Collet: i transalpini hanno vinto soltanto 4 dei 22 precedenti a EuroBasket contro le furie rosse. L’argento europeo segue quello olimpico della scorsa estate oltre al bronzo del Mondiale 2019, riscattando pure il deludente Europeo 2017 chiuso con un’eliminazione agli ottavi di finale.

Bicchiere mezzo pieno, quindi, per una squadra arrivata in finale sudando oltre le proverbiali sette camicie. Protagonista di un girone di alti e bassi a Colonia, di fatto deciso dalle vittorie sofferte contro Lituania e Ungheria, la Francia è poi “sopravvissuta” tra ottavi e quarti contro Turchia e Italia, riacciuffando in entrambe le occasioni partite che sembravano già perse (in entrambi i casi le avversarie hanno avuto due liberi sul +2 a pochi secondi dalla fine, con un complessivo 0/4 di Osman e Fontecchio). La dominante semifinale contro la Polonia sembrava aver spalancato le porte del paradiso per Gobert e compagni, poi tornati sulla Terra nel corso della finale.

Proprio il nuovo centro dei Minnesota Timberwolves - meritatamente inserito nel quintetto ideale della competizione (Dennis Schröder e Giannis Antetokounmpo gli altri due insieme a Hernangomez e Brown) - è stato protagonista di un EuroBasket eccellente, riuscendo anche ad essere fattore incisivo in attacco oltre al solito apporto difensivo. Dietro di lui i maggiori elogi vanno per Guerschon Yabusele, che ha portato anche in nazionale le qualità già ammirate al Real Madrid, e per Terry Tarpey, tenace e atletico 3&D che ha cambiato diversi momenti importanti delle partite che hanno portato la squadra di Collet a giocarsi l’oro.

Giudizio positivo ma con riserva per Thomas Heurtel, decisivo nella sfida contro l’Italia ma un po’ intermittente nelle altre occasioni. Proprio la cabina di regia appare come un limite di una squadra che, nel prossimo futuro, potrebbe puntare al bersaglio grosso in tutte le competizioni. L’Olimpiade in casa è pensiero indubbiamente goloso, ma pure il Mondiale del prossimo anno - con i recuperi dei tanti assenti in questo Europeo e con Joel Embiid che ha preso il passaporto francese - potrebbe vedere grande protagonista una squadra comunque reduce da due bronzi iridati consecutivi.

Dal bronzo tedesco a chi è contento o deluso

Dal terzo gradino del podio riparte la Germania, tornata a medaglia in un torneo internazionale per la prima volta dal 2005, anno in cui soltanto la Grecia impedì a Nowitzki e compagni di ripetere le gesta dell’Europeo 1993. Una competizione iniziata con il commosso ritiro della maglia numero 14 della leggenda dei Dallas Mavericks è poi proseguita sulle ali dell’entusiasmo, per una squadra grande protagonista nel girone e capace poi di impartire una lezione durissima alla Grecia di Giannis Antetokounmpo, unica squadra imbattuta tra quelle giunte ai quarti di finale.

Le eccellenti prestazioni a EuroBasket 2022 sono valse a Dennis Schröder il ritorno ai Lakers con un contratto annuale, ma l’europeo appena andato in archivio ha visto la consacrazione a livello FIBA anche di un Franz Wagner il cui futuro è indubbiamente roseo. La Germania vista tra Colonia e Berlino è una squadra più forte e profonda rispetto a quella capace di centrare - a sorpresa - la qualificazione olimpica la scorsa estate, e la possibilità di migliorare ulteriormente con l’inserimento di alcuni assenti importanti (e la crescita di giocatori già inseriti) rende la squadra di Herbert una da tenere d’occhio nelle prossime competizioni internazionali.

Oltre ai padroni di casa tra le facce felici di EuroBasket 2022 c’è senza dubbio la Polonia, protagonista di un torneo esaltante e anomalo valso comunque la prima semifinale continentale dal 1971. Momenti altissimi, come l’incredibile upset sulla Slovenia ai quarti di finale, ma anche bassissimi: nelle tre sconfitte nel torneo (Finlandia, Serbia e Francia) i polacchi hanno subito uno scarto complessivo di -98. Anche qui, comunque, siamo in presenza di una squadra con margini di miglioramento che adesso - vista l’eliminazione dalla corsa al Mondiale 2023 - rivolgerà tutte le sue attenzioni all’Europeo 2025, che ospiterà insieme a Finlandia, Cipro e Lettonia (teatro anche della fase finale).

L’analisi di FIBA di uno degli upset più incredibili degli ultimi 20 anni di EuroBasket, arricchito dalla storica tripla doppia di Mateusz Ponitka.

Sorrisi e soddisfazione massima, con un pizzico di rammarico, anche per la Finlandia, che con questo torneo ha salutato due membri storici della generazione precedente come Petteri Koponen e Shawn Huff. Dietro un Lauri Markkanen che, in caso di semifinale, avrebbe avuto certamente un posto nel quintetto ideale del torneo, sono diversi i giocatori che hanno fornito un contributo importante agli ordini del coach emergente Lassi Tuovi. Contrariamente alla Polonia, la Finlandia sarà protagonista - matematicamente - al prossimo Mondiale, potendo quindi contare anche sulla vetrina iridata per proseguire la sua scalata ai vertici europei prima di ospitare un girone di EuroBasket quando saranno passati otto anni dall’esaltante settimana vissuta nel 2017.

Amaro in bocca è invece quello che contraddistingue Grecia e Slovenia. I primi sono stati anche sfortunati nel tabellone, dovendo incrociare già ai quarti una big del torneo come la Germania dopo aver fatto percorso netto sino a quel punto. In quell’occasione la squadra di Itoudis ha ceduto di schianto nel terzo quarto, dopo un primo tempo ad altissimo punteggio (57-61), con l’attacco tedesco entrato in ritmo incontenibile e, soprattutto, il muro difensivo su Giannis Antetokounmpo che ha funzionato meglio e più costantemente di quanto visto già nell’ottavo di finale contro la Repubblica Ceca.

Grande, invece, la delusione della Slovenia, pure non apparsa invincibile tra girone e ottavo di finale contro il Belgio, specie ripensando alla macchina da guerra ammirata a EuroBasket 2017. L’orribile primo tempo contro la Polonia era stato compensato da un clamoroso terzo periodo da 24-6, ma nei momenti decisivi del quarto di finale Luka Doncic e compagni hanno pagato anche l’extra sforzo per rimettersi in partita, dovendosi arrendere a una Polonia apparsa più lucida e cinica nei momenti decisivi.

In un europeo di partite incredibili e piene di colpi di scena, questa sfida forse spicca solitaria al comando.

Da dove riparte l’Italia

2013, 2015, 2017, 2022. Soltanto due sono state le squadre a raggiungere, in tutte e quattro le edizioni sopracitate di EuroBasket, i quarti di finale. Da un lato la Spagna, dall’altro l’Italia. Un risultato non banale in un’era di grande splendore per le nazionali europee, un traguardo che lascia sicuramente qualche rammarico. Gli azzurri sono andati più vicini alla semifinale (tra l’altro contro la battibile Polonia) rispetto al 2015 o al 2013, ma ancora una volta è mancato il passo decisivo.

Dopo aver più che compensato, con l’impresa contro la Serbia, i 20 minuti negativi del girone di Milano contro l’Ucraina, l’Italia ha giocato contro la Francia un quarto di finale da squadra forte, matura, capace di segnare nel solo terzo quarto tutti i 31 punti realizzati nel primo tempo. In quello che passerà alla memoria dei tifosi azzurri come il finale dei liberi sbagliati da Fontecchio, l’Italia ha pagato un mix di variabili – scarsa lucidità nei momenti decisivi, accoppiamenti sfavorevoli in difesa, letture arbitrali rivedibili – che sono costate la partita contro una squadra più forte, ma anche più “brutta” da vedere, e la possibilità di giocarsi la prima medaglia in un torneo dal 2003.

Questa, però, è una nazionale che autorizza all’ottimismo, sperando che il momento per un ritorno sul podio possa essere davvero vicino. Se da un lato Simone Fontecchio e Nicolò Melli si sono confermati come punti di riferimento della squadra e giocatori di alto livello europeo, EuroBasket 2022 ha portato anche indicazioni positive in merito ad altri giocatori come Marco Spissu e Achille Polonara, confermando pure la coralità di una squadra piacevole da vedere e capace di andare oltre i propri limiti nella metà campo difensiva.

A questo gruppo nella prossima estate potrebbero aggiungersi due giovani di grande talento come Gabriele Procida e Matteo Spagnolo, attesi entrambi dalla prima stagione di coppe europee (Eurolega con l’Alba Berlino il primo, Eurocup con Trento il secondo) e da un confronto continuo con squadre di altri campionati che potrà soltanto fare bene alla crescita di entrambi. Sarà impegnato in Europa, con Badalona (in prestito da Milano) anche Leonardo Okeke, in assoluto la speranza numero uno azzurra per quanto riguarda il reparto lunghi. Non mancheranno, inoltre, le proposte da parte di un campionato italiano che presenterà un nutrito numero di squadre di buon livello, con alcune che cercheranno di dire la loro anche in Europa, per poi arrivare finalmente a Paolo Banchero.

La prima scelta assoluta dell’ultimo Draft NBA ha seguito l’esperienza azzurra a EuroBasket, come confermato da Riccardo Fois, e la capacità di emozionare da parte della squadra di Pozzecco potrà anche aver ulteriormente destato l’interesse del giocatore dei Magic, il cui fit con questa squadra appare a prima vista eccellente e in grado di esaltare al meglio le reciproche caratteristiche. L’Italbasket tornerà in campo a novembre - tra l’altro contro la Spagna - per la volata finale delle qualificazioni al Mondiale 2023, con più di un piede già saldo sull’accesso alla competizione iridata. E l’obiettivo, a biglietto staccato per Filippine-Giappone-Indonesia, rimane quello di continuare a emozionare ed emozionarsi, consapevole una volta di più che nessun traguardo è davvero precluso.

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