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Il bello dell'Europa League 2019 vol. 11
12 apr 2019
I migliori momenti dell'andata dei quarti della nostra coppa preferita.
(di)
(articolo)
20 min
(copertina)
Foto di Octavio Passos / Stringer
(copertina) Foto di Octavio Passos / Stringer
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È stata la notte di Joao Felix

Joao Felix è un diciannovenne che dimostra forse sedici anni. Anche per questo vederlo dominare un quarto di Europa League è sembrato semplicemente assurdo.

Felix è entrato in tutte e 4 le reti della sua squadra, con 3 gol e un assist, ma non solo: anche l’azione che ha portato al rigore e all’espulsione di N'Dicka è ispirata da un suo passaggio delizioso, che forse ne racconta meglio il talento dei gol.

Il primo gol è arrivato su rigore, un bel destro incrociato contro Trapp, che è uno specialista ma che non è risuscito a respingere il tiro pur intuendo la direzione. Il secondo, il più bello, è arrivato grazie a un destro da fuori area secco e violento sul primo palo. Una realizzazione che racconta di come il portoghese sia sì un giocatore creativo e fantasioso, ma senza perdere un certo pragmatismo in zona gol, grazie a una capacità di calcio veramente interessante. Il terzo gol è arrivato ancora di destro, con un piatto semplice dopo un bell’inserimento.

Dopo il terzo gol, Felix si è portato le mani al volto, incredulo. Grazie ai suoi tre gol è diventato il secondo giocatore a segnare una tripletta in Europa League prima di compiere vent’anni (insieme a Marko Pjaca), il più giovane a farlo. Il suo nome è nelle liste dei migliori talenti già da qualche anno, è forse il volto più luminoso della fantastica classe ‘99 del Portogallo.

In questo 2019 sta facendo letteralmente le fiamme: in campionato ha segnato 8 gol nelle ultime 13 partite, aggiungendoci 4 assist. In stagione è arrivato a 14 gol e 5 assist, praticamente viene coinvolto in un gol ogni 107’. Ieri erano presenti osservatori da 20 squadre per osservare lui e Jovic, due dei talenti più luminosi di questa Europa League


Cose a cui somiglia il filtrante di Joao Felix

Tre gol, ma la giocata più bella è stata sicuramente questo passaggio, delicato come una carezza, preciso come la foto di un buco nero. Ecco alcune cose che ci ha ricordato.

  • Natalie Portman in Closer

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  • Una canzone di Sufjan Stevens

  • Questo haiku di Basho

Sotto l’albero tutto si copre

di petali di ciliegio,

pure la zuppa e il pesce sottoaceto

  • Un assist di Rui Costa

  • Una coperta di ciniglia




Joao Felix esulta facendo un cuore, il segno del VAR o il buco nero?

Non lo so, ditecelo voi.


Non dico che dovremmo fargli vincere l’Europa League, ma almeno un sorriso vogliamo ridarglielo, a Santi Cazorla?

Diciamocelo subito chiaro e forte, prendiamo una posizione netta come Simone a Torre Maura: se c’è qualcuno che proprio non se lo merita, lo stillicidio emozionale che sta vivendo in quest’ultima settimana, quel qualcuno è Santi Cazorla, e a noi nun ce sta bene che no.

Guardatelo dopo il gol del momentaneo pareggio nel derby della Comunidad Valenciana di ieri sera, che però poi il Submarino Amarillo ha perso malamente in casa, pregiudicando il passaggio in semifinale: gli occhi chiusi mentre i compagni lo abbracciano, la testa bassa, il pugno alzato verso i suoi tifosi con l’entusiasmo del penitente prima di salire al patibolo.

https://twitter.com/EuropaLeague/status/1116436689461882880

Che mondo crudele è il mondo in cui Santi Cazorla non può più sorridere? Non vi si sfilaccia il cuore pure a voi?

E dire che non è passata che una settimana dalla partita che ce lo aveva rimesso al centro delle nostre mappe sentimentali: nel 4-4 contro il Barcellona era stato praticamente perfetto, la performance ideale nel contesto ideale per urlare al mondo la legittimità della sua celebrazione, dopo tutto il calvario che gli era toccato portarsi tatuato sulla pelle. Novanta per cento di passaggi riusciti, otto passaggi chiave, un assist roboante: a questo povero cristo avevano detto che chissà, forse non sarebbe manco più potuto tornare a giocare in giardino coi figli, e invece guarda un po’.

Poi però non sei solo ai quarti di Europa League, ma anche impantanato nelle melme acquitrinose della zona retrocessione de La Liga: giochi contro il Betis e a tempo scaduto ti danno un rigore, te ne assumi tutta la responsabilità, lo tiri, lo sbagli, e ti tocca diventare virale sui social mentre ti sorreggi la faccia, e piangi scrollando le instagram stories di gente che ti vuole bene e te lo sta già facendo capire, che non te lo meriti, e neppure noi, di vederti così in lacrime. Quando l’indomani mattina scrivi che mancano sette finali, le due partite con il Valencia di Europa League ti dimentichi di contarle, o forse fai un po’ lo gnorri.

Noi ci auguriamo che tu ne possa giocare undici, di finali, invece, Santi. E magari che ne possa vincere pure qualcuna.

Il nostro regno per un tuo sorriso, come diceva quello.


*Confused Kral*, Vol. II.

Per farsi un’idea del tipo di partita che Eden Hazard ha giocato contro lo Slavia, a Praga, con quel tipo di fomento che solo giocare in uno stadio in cui una tribuna è interamente coperta da gigantografie d’epoca di calciatori mitteleuropei che imbracciano palloni di cuoio pesante ti sa dare, basta concentrarsi su questa statistica spicciola: nella prima mezz’ora aveva già collezionato sei dribbling sugli avversari, e cinque volte su sei, dopo il dribbling, era stato messo giù. Classico.

Non fa eccezione questa serpentina con cui cristallizza in statue di sale due centrocampisti dello Slavia, colpevoli di girarsi a guardarlo come la moglie di Lot ha fatto con Sodoma.

https://twitter.com/EuropaLeague/status/1116463519116009473

Lo avrete riconosciuto: uno di loro, quello che si becca la parte peggiore della busta, è il nostro amico Alex Král aka il David Luiz di Košice aka Telespalla Král aka Králderrama, e questi sono tre pensieri che plausibilmente gli sono balenati per la testa mentre Hazard gli faceva passare il pallone tra le gambe (e i ricciolini):

  • è un sacco di tempo che mamma non mi prepara i bryndzové halušky*

  • appena finisce la partita voglio approfondire questo discorso delle foto ai buchi neri

(* è risaputo che subire una busta solletica madelaines gastronomiche, in Slovacchia come in ogni altra parte del mondo)


Quindi, insomma, alla fine...

https://twitter.com/SC_ESPN/status/1116524015676481536


Dirigenti del Valencia che somigliano a boss dei film di Jackie Chan

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Dal maggio del 2014 l’azionista di maggioranza del Valencia è Peter Lim, imprenditore di Singapore, considerato tra le persone più ricche del pianeta. Ieri Lim era allo stadio ed è stato inquadrato poco dopo il gol del vantaggio della sua squadra insieme a due amici/colleghi/scagnozzi. Ecco dove forse li avete già visti:

  • Indiana jones e il derby della comunità Valenciana maledetto

  • Da Singapore con furore e Guedes

  • Il cacciatore di Parejo

  • Grosso guaio a Kondogbia




Viaggiare per l’Europa è un modo per imparare

L’Arsenal ha avviato un'indagine dopo che su Snapchat è stato pubblicato un video, girato durante la partita, in cui si sente un tifoso riferirsi a Koulibaly con un epiteto razzista (la parola appare anche scritta nel video).

«Condanniamo fermamente questo tipo di linguaggio razzista e abbiamo avviato un'indagine per identificare il colpevole», ha detto l'Arsenal in una dichiarazione. «Operiamo con un approccio di tolleranza zero e chiunque si comporti in questo modo non è il benvenuto e sarà escluso dalle partite».


Tre cose che dovreste sapere di Ljubomir Fejsa

Se fossimo in Ljubomir Fejsa, la prima cosa che avremmo fatto stamattina appena svegli sarebbe stata chiamare Interflora e far recapitare a casa di João Félix un mazzo di rose encarnaos. La prova sbalorditiva del giovane benfiquista, infatti, ha fatto sì che il nitore del talento spazzasse via il velo di tenebra che l’errore di Ljubomir rischiava di far calare sulla partita con l’Eintracht, quando a cinque minuti dalla fine del primo tempo ha perso un pallone sanguinoso sulla trequarti permettendo ai tedeschi di innescare una transizione micidiale che ha portato al gol del momentaneo pareggio Luka Jovic.

Fejsa è uno dei veterani del Benfica, visto che è a Lisbona da sei stagioni, che è già di per sé qualcosa per cui appuntarsi una medaglia al petto: in una squadra costantemente sottoposta a processi di ringiovanimento, Fejsa rappresenta il salice al centro del bosco, metafora di saggezza e affidabilità.

Lo shitstorm che ha seguito il suo errore di ieri, infarcito di considerazioni anche un po’ malinconiche su quanto non sia più il Ljubomir Fejsa di una volta, ci sembra però un tantino eccessivo soprattutto in considerazione di tre fatti che lo riguardano, e che ve lo faranno rivalutare:

  • detiene un record bellissimo: per nove anni consecutivi (dal 2008 al 2017) la squadra per cui giocava ha vinto il suo campionato.

  • ha un profilo Instagram in coabitazione con la moglie, una pratica che a partire dal 2021 dovrebbe essere dichiarata illegale, retto però, in cambio, da regole molto democratiche: i post li segue lui, le stories la moglie (e sono quasi tutte stories dei figli, tra le quali una recente e molto inquietante del figlio travestito da poliziotto)




Chi sa solo di Europa League non sa niente di Europa League

Tra meno di una settimana avrà inizio l’ultima stagione di Game of Thrones, l’unica serie TV più simile alla Champions League che alla realtà stessa. Per non è ovviamente e il nemico, e sapete come si dice: “Se conosci il nemico e te stesso”.

Per questo motivo il quiz di questa settimana vi metterà di fronte alla sfida più importante di tutte: nel pieno della battaglia, sapresti distinguere il tuo amico dal tuo nemico?

Giochiamo a: Giocatore di Europa League dell’edizione 2018/19 o personaggio di Game of Thrones?

Podrick Payne

Róbert Mak

Nicolas De Preville

Bowen Marsh

Illyrio Mopatis

Chambos Kyriakou

Jojen Reed

Ilyn Payne

Jaromír Zmrhal

Jetro Willems

Risposte:

1) Personaggio di Game of Thrones: è lo scudiero di Tyrion Lannister e appartiene a un ramo cadetto di Casa Payne.

2) Giocatore di Europa League: attaccante cecoslovacco dello Zenit San Pietroburgo

3) Giocatore di Europa League: attaccante francese del Bordeaux.

4) Personaggio di Game of Thrones: è il Primo Attendente dei Guardiani della Notte. È un uomo tondo e rosso come un melograno.

5) Personaggio di Game of Thrones: È un ricco e potente magistro della città libera di Pentos divenuto ricco grazie al commercio di gemme, pietre preziose, ossa di drago ed altre cose meno nobili.

6) Giocatore di Europa League: è un calciatore cipriota, centrocampista dell'Apollōn Limassol

7) Personaggio di Game of Thrones: Jojen ha il dono della visione dell’oltre, i suoi sogni sono profetici.

8) Personaggio di Game of Thrones: è un cavaliere della Casa Payne. Gli è stata tagliata la lingua con delle pinze roventi.

9) Giocatore di Europa League: è un calciatore ceco, centrocampista dello Slavia Praga.

10) Giocatore di Europa League: è un calciatore olandese, difensore dell'Eintracht Frankfurt.


Possibilità di passaggio del turno dopo l’andata dei sedicesimi

Torna l’unica rubrica piena di percentuali che ancora non è finita nel Def, anche se aspettiamo una chiamata dal paese, tanto lo sappiamo che l’unico modo per svoltare sono le scommesse sull’Europa League e non la flat tax progressiva. Dai quarti in poi l’algoritmo va avanti per inerzia: le previsioni sono sempre più precise, il margine di errore praticamente inesistente.

Arsenal 75% - Napoli 25% (andata 2-0)

Che l’Arsenal potesse essere un avversario ostico per il Napoli, era nell’ordine delle cose. Tuttavia una prova così autoritaria era difficile da immaginare, anche ricordando le prestazioni fuori casa in Champions degli uomini di Ancelotti a Liverpool e soprattutto Parigi.

Tuttavia bisogna ricordare come il record fuori casa degli inglesi sia piuttosto tragico (al momento ha vinto solo 2 delle ultime 12 partite giocate lontano da Londra, è l’unica squadra di Premier ad aver subito gol in tutte le trasferte e quella con il differenziale peggiore tra media punti in casa e fuori). Inoltre l’algoritmo ricorda bene che le notti europee al San Paolo caricano sempre la squadra e che hanno regalato diverse soddisfazioni, anche contro squadre più blasonate.

https://twitter.com/BeardedGenius/status/1116279419574923264

Su cosa scommettere: De Laurentiis che ripete questa curiosa frase di Putin:Just a small island no-one pays any attention to(riferendosi all’Inghilterra).

Su cosa non scommettere: Una brutta partita.

Slavia Praga 10% - Chelsea 90% (0-1 andata)

Siamo, più che probabilmente, arrivati all’ultimo atto dello Slavia Praga in Europa League. Purtroppo non è bastata una partita gagliarda e generosa agli uomini guidati dall’ex Stoch per avere la meglio sulla perfida albione, qui rappresentata da Barkley, l’unico inglese in campo.

Certo, alla luce delle grandi prestazioni fuori casa dello Slavia, capace di vincere con tre gol di scarto contro il Genk e bloccare sul pareggio gli eterni campioni del Siviglia, ci sentiamo obbligati a lasciare allo Slavia Praga almeno il 10% di possibilità di passaggio del turno. Certo, l’algoritmo potrebbe essersi fatto influenzare dalla voglia di continuare a vedere Traore, Kral e Olayinka, quindi valutate bene.

Su cosa scommettere: Il cuore dello Slavia.

Su cosa non scommettere: Il resto dello Slavia.

Benfica 65% - Eintracht Francoforte 35% (andata 4-2)

Insomma, guarda cosa può fare un colpo di testa di tale Paciencia, neanche un vero colpo di testa, una palla colpita a palombella, sporca, lenta. Il secondo - insperato - gol dell’Eintracht ha reso la grande partita di Joao Felix un filo agrodolce.

Ai tedeschi infatti basterà vincere con 2 gol di scarto per passare il turno, a meno di non voler arrivare al 5-3 o al 6-4. Considerando che hanno il miglior attacco della competizione e Jovic fa almeno un gol a partita, non sembra un’impresa così disperata.

Su cosa scommettere: Gol di Jovic.

Su cosa non scommettere: Gol di Jovetic.

Villarreal 3% - Valencia 97% (andata 1-3)

Spagnola vs spagnola, ne sentivamo davvero il bisogno? Quantomeno hanno rispettato le gerarchie della Liga, dove il Valencia è 6° e il Villarreal 18°.

L’unico consiglio che ci sentiamo di darvi è di non scommettere su questa partita.


Gol più Europa League: il tiro di Daniel Wass

Virilità: 10

Assurdità: 8

Anti-epicità: 2

Paura della morte: 0

Un gol Europa League non deve essere bello, ma neanche necessariamente brutto. Non deve essere importante, ma neanche forzatamente a caso. Può essere causato da comportamenti scellerati della difesa, ma non essere segnato da un giocatore troppo forte (vedi i gol di Joao Felix e Jovic di ieri). Un gol Europa League deve grondare Europa League nel senso più intrinseco del termine, sia nella sua fattura che nel suo autore.

Daniel Wass è nato alla fine di maggio del 1989 a Gladsaxe, un comune danese nella regione dell’Hovedstaden, vicino alla capitale Copenaghen. Se la vostra idea di Danimarca comprende parecchio legno, verde e acqua, dovreste sapere che l’unica cosa per cui è famosa Gladsaxe è l’Høje Gladsaxe, un progetto abitativo che sembra un Corviale riuscito meglio (per chi non è di Roma o architetto, potete cercare su Google).

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Non sappiamo se la sua infanzia sia stata felice o complicata, dalla faccia sembra una persona estremamente serena. Tutto quello che sappiamo è che Wass si è fatto strada nel calcio per la sua duttilità. Oggi nel 4-4-2 di Marcelino è un terzino destro, se serve, un esterno destro, all'occorrenza, un centrocampista centrale, quando ce ne è bisogno, come ieri per esempio.

La duttilità da una parte è un valore, dall’altra un limite: Wass sembra saper far tutto bene e quasi niente bene, almeno fino a ieri sera. Sul cross teso di Gaya, Wass arriva come un lampo e impatta il pallone con la noncuranza di chi non ha paura di mandarlo in tribuna. E non aver paura è il segreto di questi tiri (forse dell’Europa League?) che diventano schegge impazzite, più simili a missili a giro che a tiri. Un gol che manda il Valencia in semifinale, ma soprattutto Wass nell’olimpo dei giocatori Europa League.


Un altro Jardel nelle vostre vite

Se pensavate che la quota Jardel della vostra vita fosse stata occupata tutta da Mário Jardel Almeida Ribeiro, quello famoso, incredibilmente prolifico tra Porto, Galatasaray e Sporting Lisbona (meno nella triste parentesi all’Ancona) o al massimo che lo spazietto rimasto libero se lo fosse preso Gardel, Carlos, quello del tango, anche con la g al posto della j, beh vi sbagliavate.

Invece dovete creare ancora un briciolo di spazio per Jardel Nivaldo Vieira, anche lui noto come Jardel, difensore e capitano del Benfica. Non che sia un calciatore particolarmente giovane (al contrario, ha 33 anni), ne particolarmente sconosciuto (ha oltre 100 presenze con il Benfica), tanto meno forte, anzi.

Ieri Jardel è stato tra i peggiori del Benfica, il suo fisico (192 centimetri, 85 chili) è sembrato antico e inadatto a confronto con la freschezza e la ferocia di Rebic e Jovic. Sul primo gol si gira dalla parte sbagliata mentre Jovic colpisce indisturbato, sul secondo non si stacca da terra mentre Paciencia colpisce il pallone di testa.

Insomma non c’è niente di davvero interessante in Jardel, se non avere come omonimo un giocatore che ha - letteralmente - segnato più gol che partite giocate nel campionato portoghese, proprio con le due più importanti rivali del Benfica: Porto e Sporting Lisbona (130 gol in 125 presenze con il Porto, 53 in 49 con lo Sporting).


5 posti in cui potrebbe andare a pescare il pescatore Bacca

Insomma il Villarreal è la squadra più fuori da questa Europa League e i giocatori dovranno iniziare a pensare ad un passatempo per svoltare i prossimi giovedì delle loro vite.

Tra i giocatori del Villarreal c’è anche Carlos Bacca che, forse lo sapete, ha un passato da pescatore. Se una volta era un lavoro, oggi potrebbe essere un hobby: ecco 5 posti dove potrebbe pescare nei dintorni di Villarreal.

Il fiume Mijares

Fiume non molto lungo, 156 chilometri, ma sfruttato sia dall’agricoltura del luogo sia per creare elettricità, grazie a varie centrali idroelettriche. Da qui si creano laghi e dighe perfette per chi ama la pesca. Inoltre ha la comodità di essere molto vicino casa.

Il delta dell’Ebro

Distante 140 chilometri da casa di Bacca, è considerato il paradiso per i pescatori spagnoli, come forse avete intuito dal video qui sopra. Vale il viaggio.

Benicarló-Peñíscola

Pesca di mare, perfetta per la stagione primaverile/estiva. Qui può affittare una barca e dedicarsi alla sua attività preferita.

L’Albufera de Valencia

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L'Albufera di Valencia è una laguna poco profonda (media di circa un metro) situata a una quindicina di km dal centro di Valencia. Possiede un grande interesse eco-ambientale, ma è anche un famoso luogo di pesca.

Qui può pescare al tramonto, da solo o col migliore amico, e riflettere sulla vita e la sua incredibile bellezza.

Lo stadio Mapei

https://twitter.com/sagitto78/status/1115619808438095873

Ok, in questo caso dovrebbe farsi comprare prima dal Sassuolo o dalla Reggiana, ma sarebbe bello vederlo esultare pescando.


L’omaggio di Torreira all’amico scomparso

https://twitter.com/Lucaucce/status/1116425697948512257

Dopo aver segnato il gol del 2-0, anche se poi è risultato essere autogol di Koulibaly, Torreira si è fatto consegnare una maglia bianca su cui era una stampata una foto in cui si scorgeva una maglia della Sampdoria, la sua maglia della Sampdoria.

Alcuni hanno pensato fosse un omaggio alla Sampdoria, ma la realtà è un’altra: Torreira ha dedicato il gol a un suo caro amico, recentemente scomparso in un incidente. La foto infatti mostra il calciatore abbracciato all’amico, mentre tengono in mano la sua maglia ai tempi della Sampdoria, con sotto la scritta “Te amos a extrañar Rafita”, ovvero “ci mancherai Rafita”.


Il giocatore più Europa League: Neto

Quanto ci abbiamo creduto: 8

Quanto è stato realmente forte: 7

Quanto è caduto in disgrazia: 7

Quanto sembra depresso: 8

Il 21 dicembre del 2014, parlando con i giornalisti, Della Valle dice che Neto «è sfuggente, non la vedo così bene. Spero di sbagliarmi, sarebbe la più grande delusione dopo averci messo la faccia contro un popolo. Conosco il ragazzo e si vede che qualcosa non va».

Effettivamente qualcosa non andava: a gennaio il portiere decise di non rinnovare il suo contratto con la Fiorentina, per cercare fortuna altrove. In quel momento Neto era considerato uno dei giovani portieri più interessanti della serie A e diverse squadre si erano fatte avanti per averlo a parametro zero, tra cui Roma, ma anche Liverpool e altre squadre inglesi.

Neto decide però di firmare per la Juventus, una scelta piuttosto incredibile, considerando la presenza del totem Buffon, in quel momento splendido trentasettenne. Non è chiaro se abbia deciso di scegliere la Juventus perché convinto di “giocarsi le proprie chances” o per qualche promessa di maglia da titolare, fatto sta che le cose vanno malissimo da subito.

Già in estate si sente costretto ad affermare «Io riserva di Buffon? Non mi preoccupo», le presenze - poi - latitano: alla fine del primo anno sono appena 8. Neto viene considerato uno dei migliori secondi portieri del mondo, ma a 25 anni non gli basta. La seconda stagione le presenze diventano 14, sempre troppo poche: Neto chiede di essere ceduto e in estate approda al Valencia.

Il resto sono dichiarazioni contro la Juventus, che si è presa due anni del suo prime, «In bianconero non sono stato bene», «Alla Juventus non era possibile la concorrenza e quindi non ero contento», e una titolarità mai messa in dubbio nel Valencia. Oggi è molto vicino alle semifinali di Europa League e - immaginiamo - gli vada bene così.


Ranking degli errori sotto porta in Arsenal - Napoli

Ieri l’Arsenal ha dominato il contesto tattico della partita, approfittando di un Napoli in difficoltà al centro del campo. È stata una partita a tratti spettacolare, ma anche piena di errori: quelli individuali di Fabian Ruiz e Mario Rui che hanno portato ai due gol dell’Arsenal, ma anche quelli offensivi. Abbiamo scelto i tre peggiori:

3° il gol sbagliato da Insigne

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Nel primo tempo il Napoli non è riuscito a fare praticamente nulla, schiacciato dall’intensità dell’Arsenal. Tuttavia quando mancava un minuto alla fine dei primi 45’, un preciso lancio di Allan ha scavalcato la linea difensiva dell’Arsenal e permesso a Callejon di ricevere in area di rigore, alzare la testa e servire a rimorchio Insigne.

Con tutta la difesa dell’Arsenal impegnata a coprire il lato sinistro della porta, ad Insigne sarebbe bastata un po’ di freddezza, un piatto basso e preciso sul palo lontano. Il giocatore del Napoli invece ha colpito pieno di mezzo collo, spedendo il pallone ai tifosi e affossando le speranze di passaggio del turno della sua squadra.

2° il gol sbagliato da Ramsey

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Un’azione sinistramente simile a quella qui sopra, una fine possibilmente ancor peggiore. Se Insigne si trovava a impattare un pallone più veloce e a rimbalzella, Ramsey si trova a colpire un pallone lento, senza nessun tipo di pressione.

Anzi Ramsey avrebbe potuto anche stoppare il pallone, guardare gli avversari e beffarli in qualche modo, invece tutto quello che riesce a fare è calciare in maniera sciatta e mandare il pallone sopra la traversa.

1° il gol sbagliato da Zielinski

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Sbagliare i passi, nello sport, è un errore grave. Zielinski, forse sorpreso, arriva scomposto sul cross di Insigne e invece di aspettarlo per chiudere con il piatto sinistro, decide di anticipare e colpire il pallone con l’esterno destro.

Purtroppo è la scelta sbagliata: l’impatto arriva con un decimo di secondo di ritardo e Zielinski colpisce il pallone con la punta dello scarpino facendola alzare troppo.


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