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Il bello dell’Europa League 2021 vol. 2
30 ott 2020
Il meglio della seconda giornata della fase a gironi.
(articolo)
20 min
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Conosci la tua squadra d’Europa League: Maccabi Tel Aviv

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Per vent’anni il Maccabi Tel Aviv è stato considerato il più forte club d’Israele senza mai giocare in competizioni ufficiali. Indossava divise a grosse righe, gialle e nere, e giocava contro rappresentative dell’esercito britannico dalle divise rosse. Ha dovuto attendere il 1928, il riconoscimento da parte della FIFA dell’esistenza di un calcio israeliano, per giocare la sua prima competizione ufficiale. Nella seconda finale della Coppa di Palestina, nel 1929, ha sconfitto il Maccabi Hashmonai Gerusalemme per 4-0. Fra i marcatori la leggenda Willy Berger, che l’anno prima aveva vinto la coppa con l’Hapoel. L’anno dopo il Maccabi vince ancora, contro il 38° reggimento britannico - considerato “Il Real Madrid dei reggimenti britannici” - e inizia la sua dinastia, quella della squadra più vincente di Israele. 24 campionati, 23 coppe nazionali, nessuna retrocessione.

Maccabi indica l’appartenenza ai Maccabei, la famiglia ebraica che guidò la ribellione contro Antioco IV, governando poi sulla Giudea attraverso il regno degli Asmonei. Da quel momento Maccabi è divenuto sinonimo di vittoria, di successo. Il club è stato fondato tra i vicoli umidi di Jaffa, la parte più sud, quella più antica, di Tel Aviv. Gli Egizi la chiamavano Cassiopeia. Vicino al porto c’è una grande roccia: si dice sia la roccia dove Andromeda è stata salvata da Perseo.

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La stessa roccia rappresentata da Gustav Doré in questo dipinto.

I cicli gloriosi del Maccabi Tel Aviv non finiscono mai, e negli anni ‘90 hanno coinciso con la presenza della leggenda Avi Nimni, miglior marcatore della storia del club nonostante abbia giocato la maggior parte della carriera centrocampista. Nei suoi ultimi anni è stato spostato in avanti perché i suoi compagni non riuscivano a segnare. Ha realizzato 22 reti in 32 presenze. La sua pagina Wikipedia dice che nella stagione 2006/07 aveva deciso di ritirarsi, ma che al contempo aveva notato che non c’era abbastanza cattiveria e onore nel derby contro l’Hapoel, quindi ha deciso di giocare un altro anno. Alla fine della scorsa stagione il Maccabi ha vinto un altro campionato Nazionale, con una rosa composta quasi interamente da giocatori israeliani. Un’eccezione è Nick Blackman, uno dei più forti calciatori della storia delle Barbados. Sua nonna da parte materna era un’ebrea polacca sopravvissuta all’Olocausto.

Ieri il Maccabi ha battuto il Sivasspor in rimonta 2-1. Hanno segnato Dan Biton e Dor Peretz. È a punteggio pieno nel girone.


Michael Liedl è uguale a...

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Al terzo minuto di Feyenoord-Wolfsberger ho avuto una classica epifania da Europa League. Secondo il noto critico letterario Giacomo Debenedetti per “epifania” «s’intende indicare quel processo di riconoscimento attraverso il quale o al termine del quale le cose “esplodono verso”, si rivelano, raggiungono, come scrive Debenedetti, “un potere manifestato”». Nella fattispecie ho capito che Michael Liedl è uguale a Fabio Quagliarella. Per favorire la somiglianza ho aggiunto della barbetta da forza dell’ordine a Liedl, come potete vedere in foto (ripeto: non è la vera barba di Liedl ma dei trattini aggiunti con photoshop, nel caso non fosse chiaro).

Ora, che cosa ci dice questa somiglianza? Probabilmente niente, tranne per il fatto che al mondo le cose rivelano tra loro segrete corrispondenze che forse suggeriscono un piano ulteriore che non ci è dato conoscere ma che, in certe sere di Europa League, si può forse indovinare.


5 giocate deliziose di Diego Falcinelli

Diego Falcinelli gioca nella Stella Rossa, e questa è una che ancora fatichiamo ad accettare. Lo hanno presentato con la solita cazzo di maschera della Casa del Papel, con la solita Bella Ciao, che ormai ha soppiantato “Volare” come colonna sonora dell’italiano all’estero. E come sta giocando Falcinelli in Serbia? Eccovi cinque giocate dalla partita di ieri, dalla più alla meno significativa.

Gol di testa

Ed eccovi un gol di testa, sul primo palo, facendo battere la palla per terra. Falcinelli perfettamente a suo agio in Europa League: quinto gol stagionale.

Sponda di Petto

Falcinelli centravanti di manovra, raffinato e col gusto del bello. Non ve lo ricordate così, vero? Eppure in Serbia “Dieghito” ci sta mostrando anche questo lato di sé. Guardate che bella questa sponda di petto, che poi si va a riprendere con uno scatto in profondità che arriva solo un tantino tardi su una palla un tantino lunga.

Una protezione palla e un passaggio, normali

Le partite dei giocatori si riempiono anche di giocate normali, figuriamoci le partite di Falcinelli. Ma che avete contro le giocate normali? Eccovene una normalissima, una leggera protezione palla e un passaggio di piatto di tre metri. Significativa? No. Ma fatevela bastare.

Un colpo di tacco non riuscito

Questo è: un tentativo di sponda di tacco non riuscita. Quindi Falcinelli è scarso? Non direi, questa era una sponda complessa. Questa è Europa League.

Una palla persa

Che dire di questa giocata di Falcinelli. Non tocca neanche il pallone, credo, quindi è difficile definirla una giocata di Falcinelli. Si mette sul filo del fuorigioco, con la postura per scattare, ma la palla gli arriva addosso e viene anticipato. Ok, tutto qui.


Nico Gaitan, ovvero Tom Cruise

Nico Gaitan guida una moto all’estremo nord del Portogallo, provincia di Braga. Casco nero abbassato, veloce, duro. Arriva a una pista aerea, si toglie il casco, la tuta da motociclista e da un armadietto tira fuori la sua tuta da pilota. Sopra le toppe delle sue due patrie: l’Argentina e il Portogallo.

È il video di presentazione che lo Sporting Braga ha riservato al suo nuovo acquisto Nico Gaitan, che è un grande appassionato di Top Gun e Tom Cruise in generale. Ieri ha segnato grazie a un tiro di una violenza mostruosa.


Com’è Mourinho quando è arrabbiato?

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Bad perfomances deserve bad results. Hope everyone in this bus is as upset as I am. Tomorow 11 AM training.

Un post condiviso da Jose Mourinho (@josemourinho) in data: 29 Ott 2020 alle ore 1:29 PDT

Su Instagram Mourinho ha scritto che spera che tutti sul bus siano arrabbiati quanto lui. Mourinho arrabbiato fissa il vuoto con una mano nell’altra. Stop.


5 punizioni corporali che Mourinho potrebbe aver inflitto a Ben Davies

Ieri Ben Davies ha perso un brutto pallone che ha portato al gol dell’Anversa, rivelatosi decisivo per la sconfitta del Tottenham. Ora, Mourinho come potrebbe aver preso questo lieve calo di concentrazione fatale del suo difensore?

1. Caning, o bastonatura, è una pratica sottovalutata. È importanza che la canna sia fatta di rattan, e che sia più sottile di un normale bastone da passeggio. Ovviamente la punizione varia molto a seconda dell’intensità e del numero di colpi. Fate voi.

2. Scorticamento: si tratta, lo avete capito, di togliere dei pezzi di pelle a un’altra persona. Nel caso di Davies dovrebbe essersi preoccupato di aver tolto dei pezzi poco visibili su un campo dal calcio. Speriamo di no comunque.

3. Bollitura. Decisamente no dai.

4. Belting, o anche la cara vecchia cintura patriarcale buona per ogni stagione e ogni difensore peccaminoso.

5. Gatto a nove code, con un sottotesto sessuale che forse non vorremmo conoscere.


Ad Halloween vestitevi come Kayode

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Cioè mezzo da Black Panther.


Diogo Dalot è un’altra buona cosa per il Milan

Diogo Dalot è arrivato al Milan all’ultimo momento utile per coprire uno dei pochi buchi rimasti senza un padrone assoluto nello scacchiere di Pioli, ovvero quello di terzino destro, anche se nelle ultime settimane Calabria ha alzato il livello delle sue prestazioni. Di lui si parla molto bene da anni, da quando faceva faville nella magica classe ‘99 del Portogallo e per il Milan non è stato facile convincere il Manchester United a cederlo anche solo in prestito. Ieri contro lo Sparta Praga è stato schierato a sinistra al posto di Theo Hernandez e - anche se lui dice che preferisce giocare a destra - ha giocato una grande partita.

Dalot è un terzino moderno, in continuità con la nuova generazione di terzini portoghesi, fa della tecnica e della spinta le sue qualità migliori, due caratteristiche che si sposano benissimo con il Milan attuale. Nel calcio verticale di Pioli i terzini devono attaccare lo spazio davanti a loro e soprattutto essere in grado di essere determinanti negli ultimi 20 metri di campo. Dalot in questo è una garanzia, come si è visto nel gol, ma soprattutto nell’assist a Leao (in entrambe le occasioni meriterebbe un capitolo a parte il lancio di Bennacer, ma del centrocampista abbiamo già parlato la scorsa settimana).

Il Milan non ha paura di lasciare i due centrali soli nella propria metà campo, portando ben 7 giocatori oltre la linea della palla. Lo Sparta Praga deve per forza di cose difendere il centro, dando a Dalot una linea di corsa che Bennacer serve straordinariamente. A questo punto, giocando a piede invertito, il portoghese dovrebbe arrivare sul fondo e rientrare sul piede forte o, comunque, tornare indietro. Dalot invece anticipa il recupero dell’avversario colpendo il pallone con l’esterno destro per metterlo al centro dove sta arrivando Leo. Un passaggio che richiede una sensibilità nel piede incredibile e che Dalot esegue come se lo stesse disegnando con una penna su un foglio.

In questo momento il Milan è una delle migliori squadre d’Europa per rendimento, dove anche le seconde linee, quando chiamate in causa, giocano a un livello altissimo. La stagione di Dalot è appena iniziata, ma per i rossoneri avere un terzino così da schierare a destra o sinistra è una grande notizia.


Ma Burak Yilmaz gioca al Lille?

A quanto pare non è più andato alla Lazio e a 35 anni ha deciso di fare la sua seconda esperienza fuori dalla Turchia, dopo la Cina, al Lille, che lo ha comprato per rimpiazzare Victor Osimhen. In Francia Yilmaz sta continuando a fare le sue cose di sempre, già 4 gol in Ligue 1.


Pablo Alcacer potrebbe aver scoperto il cheat code dell’Europa League

Pablo Alcacer ha segnato 4 gol nelle prime 2 partite di Europa League, una statistica buona ma insomma non così eccezionale, considerando che non è neanche l’unico ad averlo fatto. Pablo Alcacer, però, lo ha fatto in 36 minuti totali sul campo, a media di un gol ogni 9 minuti. Inutile dire che, se continuasse così, dovremmo chiudere baracca e burattini oppure impedire a Pablo Alcacer di far parte dei nostri, come i Tagliapietre fecero con Homer Simpson. Vediamo comunque un po’ come potrebbe andare questo futuro distopico:

  • Pablo Alcacer gioca titolare giovedì contro il Maccabi Tel Aviv. Segna 10 gol. Sui giornali non si parla d’altro, ma sotto sotto la gente pensa sia colpa della pochezza dell’avversario e, in generale, della follia della competizione.

  • Qualche settimana dopo il Villarreal gioca di nuovo contro il Maccabi Tel Aviv. Prima della partita i giocatori dicono che questa volta non prenderanno 10 gol da nessuno, figurati. In campo dopo 18 minuti Alcacer ha segnato già due gol. Gli avversari iniziano a picchiarlo per non farlo segnare. A fine primo tempo, con 5 gol segnati, l’allenatore è costretto a sostituirlo per non creare un caso.

  • Dopo la partita Alcacer viene considerata “persona non grata” da Israele, diventa subito l’idolo dei paesi arabi. Lui per smarcarsi da questa politicizzazione delle sue reti, il giovedì successivo segna 10 volte anche al Sivasspor diventando il miglior marcatore ogni epoca dell’Europa League. In aeroporto viene arrestato con l’accusa di truffa.

  • Un'equipe medica inviata dalla UEFA lo visita in un carcere di Istanbul, ma non trova niente di irregolare. Alcacer viene rilasciato, davanti ai microfoni racconta che le prigioni turche non sono poi così male come si dice.

  • La settimana successiva segna 6 gol contro il Qarabag prima di essere sostituito per evitare problemi con l'Azerbaijan, che insomma da quelle parti è un brutto momento. Finisce i gironi con 42 gol segnati. Aritz Aduriz torna a giocare a calcio inventando una formula “a gettone”, per ogni squadra dell’Europa League avesse bisogno dei suoi gol.

  • A gennaio Alcacer viene comprato dal Real Madrid, che è sceso in Europa League, per 223 milioni di euro. Continua a segnare 10 gol a partita nei sedicesimi, ottavi, quarti, semifinale e finale. Per il Real Madrid segna 90 gol in Europa League e 0 in campionato, batte comunque il record di Cristiano Ronaldo che costringe la UEFA a etichettare l’Europa League come una “competizione inferiore”.

  • Dopo aver scritto con la morte del cuore della vittoria del Real per 10-2 in finale sul miracolo Lech Poznan (doppietta di Aduriz), questa rubrica viene chiusa per sempre.




Questa ve la lasciamo qui e ve la vedete voi

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Come farvi la barba à la Belfodil

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Nasce una nuova rubrica in collaborazione con tutti i barber shop che hanno nel loro nome le parole “machete”, “crew” e “gentleman”. Di quando in quando vi diremo come fare per essere uguali, almeno tricologicamente parlando, ai vostri idoli calcistici. Iniziamo con Ishak Belfodil dell'Hoffenheim.

  • Fatevi crescere per una settimana un pizzetto come quello di Gennaro Sardo del Chievo Verona.

  • Dopo quattro giorni, iniziate a farvi crescere anche la barba, ma ogni giorno radetevi la parte inferiore del mento e il collo come se dovesse farvi la testa di Cristiano Lupatelli del Chievo Verona.

  • Aspettate un po’.

Fatto.


Giocatore più Europa League: Gareth Bale

Quanto ci abbiamo creduto: 10

Quanto è stato realmente forte: 10

Quanto è caduto in disgrazia: 9

Quanto sembra depresso: 0

Chi l’avrebbe mai detto, quando alcuni giocatori hanno iniziato a diventare “giocatori Europa League”, che un giorno qui avremmo ospitato Gareth Bale? Il gallese doveva essere l’alternativa a Messi e Ronaldo, il loro superamento in un certo senso, ieri invece era ad Anversa a perdere una partita di Europa League senza fare nulla.

https://twitter.com/WengerDein/status/1321894593911246849

Certo, Bale ha vinto diverse Champions League, segnando in due finali, una volta addirittura in rovesciata, pensare che sia caduto in disgrazia è ridicolo, antistorico. Bale potrebbe decidere di segnare in tutte le partite giocate da domani, ma insomma, non siamo qui per parlare del futuro. A oggi però Bale sembra trovarsi a suo agio in Europa League, l’unica competizione più simile a un campo da golf in inverno nel centro della Scozia che non al calcio. Una competizione che non ti richiede di competere con i migliori giocatori al mondo, almeno fino alle fasi finali. Se nei giorni al Real non ci appariva come depresso, ma piuttosto genuinamente disinteressato, ora con la maglia del Tottenham sembra solo triste. E che c’è di più Europa League di un campione triste?


Cosa fare ad Anversa quando finalmente potremo tornare a veder giocare il magico Royal Antwerp FC

Il Royal Antwerp FC mancava dalle Coppe Che Contano da 24 anni. Schiera Dieumerci Mbokani, cioè uno dei tre nomi più belli dell’EL; Cristian Benavente, peruviano di talento che però dopo essere cresciuto nel Real Madrid ha pensato fosse una buona idea trasferirsi in Egitto in una squadra che si chiama FC Pyramids; è riuscita a portare in Europa Alireza Beiranvand, il portiere iraniano con la faccia da allevatore di montoni che conosce mille poesie in farsi (l’allevatore, non Alireza). Ce n’è a sufficienza per farne squadra di culto.

Anversa è conosciuta per i merletti, per la cioccolata, per i diamanti ma soprattutto per la birra. Il Royal Antwerp è la squadra per cui farò il tifo in questa EL, non solo perché ricordo a memoria almeno sei undicesimi della squadra che si giocò la Coppa delle Coppe contro il Parma nel 93 o perché per qualche mese della mia vita è stata la mia città, ma anche perché sono un grande fan di cioccolata, diamanti, merletti ma soprattutto birra. Perciò mi sembra corretto darvi qualche dritta sulle migliori brasserie (o brouwerij, se volete fare i fighi in neerlandse) della città. Lo sappiamo tutti che finirà che potremo tornare a viaggiare: mica vorrete farvi trovare impreparati per la trasferta della semifinale?

1) De Koninck Brouwerij - Mechelsesteenweg 291

La De Koninck è la birra simbolo della città. Viene servita in un classico bicchiere da Belgian Ale che però qua si chiama bolleke e decora praticamente qualsiasi cosa, dagli abat-jour ai lampadari, e sull’etichetta ha il simbolo di una mano. Si trova più o meno in centro, che è un plus.

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Fun fact #1: il nome di Anversa, Antwerpen, si pensa derivi dall’unione delle parole “mano” e “gettata”. Secondo il folclore fiammingo Silvio Brabone, un soldato romano, uccise il gigante Druon Antigoon che chiedeva tributi a chiunque si avvicinasse alla città, gli tagliò una mano - quella che chiedeva oboli - e la gettò nella Schelda, liberando per sempre i cittadini dalla piaga di questo orco questuante.

Da visitare indossando la maglia da trasferta, tutta bianca.

2) Abbazia di Westmalle - Antwerpsesteenweg 496

Nei dintorni di ogni città fiamminga c’è un’abbazia, e all’interno di ognuna di queste abbazie è probabile troviate birrifici di altissima qualità. A Westamalle (un quarticello d’ora di macchina fuori città, sulla via per lo stadio) producono una delle dodici birre autorizzate a sfoggiare il logo di autentico prodotto trappista.

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Ricordatevi di servirla in un bolleke (ma non potete chiamarlo bolleke, eh).

Tutte ad alta fermentazione, provate la Extra che potete bere solo là ma portatevi via almeno una Dubbel e una Tripel (anzi due, e scrivete che vi do l’indirizzo a cui inviare).

Da visitare indossando l’elegante versione vintage a strisce degli anni 70.

Fun fact #2: la produzione di birra nelle abbazie trappiste risale al 1500, cioè ai tempi in cui il Belgio era sotto la dominazione spagnola. Ancora oggi i cittadini di Anversa, la città che ospitava le élites, vengono chiamati “Senioren”, un’allusione al revanchismo borbonico. Possibile che nessuno abbia ancora proposto un gemellaggio con Napoli?

3) t’Pakhuis - Vlaamsekai 76

A metà strada tra il Museo cittadino e il Museo della Foto, zona hipster, una specie di Brooklyn Heights o Isola, se volete, ma più fiamminga, quella in cui si trova il t’Pakhuis è un’area in cui ci si aspetterebbe di trovare una brouwerij proprio fatta come il t’Pakhuis, coi tini di fermentazione a vista e i muri in mattoncini.

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Benvenute le camicie di flanella a quadri e gli occhiali tondi. Ok maglie nostalgiche tipo quella della finale di Coppa delle Coppe del '93 persa con il Parma.

Fun fact #3: il numero 1 che campeggia nello stemma è il numero di matricola con cui il Royal Antwerp FC è registrato presso la KBVB, la Federazione nazionale, che è stata fondata 15 anni dopo il club.


Gol più Europa League: Edward Nketiah

Virilità: 4

Assurdità: 7

Anti-epicità: 8

Paura della morte: 10

Quando una squadra debole affronta una ricca, o meglio quando una squadra povera affronta una ricca, o - ancora meglio - quando una squadra irlandese affronta una squadra inglese il segreto è arrivare sullo 0-0 alla fine del primo tempo. Reggere la pressione fino al ritorno negli spogliatoi ha un valore universale: ti bevi il tuo tè caldo, riorganizzi le idee, tiri il fiato e sei pronto per altri 45 minuti di barricate, nella speranza, se non di prendere un punto, almeno di uscire a testa alta.

È quello che deve aver pensato anche Gary Rogers, 39enne portiere del Dundalk, l’unico più vecchio di Ibra in questa Europa League, quando al minuto 41:10 si è avventato con il pugno su un calcio d’angolo non particolarmente pericoloso. “Ora la mando lontano” deve aver detto la sua testa. Ma questa è l’Europa League la competizione in cui baratro e gloria sono rette che si incontrano, dove non sei tu, ma è il grande spirito del tempo a muovere i fili. Il pallone sbuccia viscido sul pugno di Rogers - uno che sembra una persona con cui vorresti essere amico - colpisce la spalla di Cleary, che si gira come “avesse paura della morte”, per carambolare in uno spazio vuoto dove il primo ad arrivare è ovviamente il nemico, sotto forma del 21enne Edward Nketiah, che non può che fare gol.

Il Dundalk prenderà altri due gol nel giro di 4 minuti a cavallo dei due tempi, per tornare a casa con un onesto 3-0, ma nessuno sa cosa sarebbe accaduto se il pugno di Gary Rogers avesse dato al Dundalk la forza di arrivare negli spogliatoi in pareggio. Un mistero che rimarrà nel cuore del portiere, un mistero che non risolveremo mai.


Chi sa solo di Europa League, non sa niente di Europa League

Sono ormai quattro anni che scrivo questi quiz per ogni turno di Europa League senza sapere se davvero qualcuno si prende la briga di farli. A questo punto, mi pare, Chi sa solo di Europa League, non sa niente di Europa League è diventato davvero una cosa simile all’Europa League: esiste, ma nessuno ne conosce l’utilità. Comunque, finito il momento cringe, oggi il quiz parlerà di cringe. E cosa c’è di più cringe dei portieri dell’Europa League? Il ruolo più strapazzato nella competizione più strapazzata.

Giochiamo quindi a gol o parata. Ovvero: guardando un portiere di un'edizione a caso dell’Europa League sapreste dire con certezza se quella palla l’ha presa riscattando la sua condizione di impallinato o non l’ha presa?

Matheus in Besiktas-Braga (Europa League 2019/20)

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Artur in Chelsea-Benfica (Europa League 2012/13)

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Stankovic in Eintracht Francoforte - Salisburgo (Europa League 2019/20)

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Akinfeev in Ludogorets-CSKA Mosca (Europa League 19/20)

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Sommer in Fiorentina - Borussia Monchengladbach (Europa League 16/17)

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Nenad Erić in Sporting - Astana (Europa League 17/18)

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Proto in Anderlecht - AEK (Europa League 2011/12)

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Risposte: 1 Presa!, 2 Presa! 3 GOL! 4 Presa! 5 GOL! 6 GOL! 7 Presa!


Il classico gol da dietro centrocampo dell’Europa League

A quanto pare le nuove rubriche di questa rubrica non finiscono mai: i gol da dietro centrocampo sono ufficialmente una cosa dell’Europa League. Dopo Kemar Roofe, l’asticella si è spostata indietro ancora di un paio di metri, arrivando ai 56 dalla porta (record almeno per questa settimana) da dove Jordi Gómez ha calciato verso la porta del PSV con successo. Teoricamente gol da così lontano possono essere segnati in tutte le partite di tutte le competizioni, ma ci sono alcuni elementi che rendono questo gol così speciale da poter essere segnato solo qui:

  • il pallone gli viene passato candidamente da un giocatore del PSV;

  • quando calcia il pallone è ancora in movimento, in una competizione con il VAR probabilmente sarebbe stato annullato;

  • Jordi Gomez si avvicina alla palla quatto quatto come se dovesse colpire il pallone di nascosto;

C’è un uomo dietro la porta che capisce prima di tutti cosa sarebbe successo, ma l’unica sua reazione è alzare leggermente le braccia come se fosse una cosa normale.


Cose che accadono solo in Europa League

Bentornati alla prima metarubrica che vi ha fatto scoprire l’esistenza della parola metarubricyte. Ma ora vediamo un po’ di cose successe in Europa League.

23 minuti di niente

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Per 23 minuti in 11 delle 12 partite delle 21, non sono stati segnati gol. Messi tutti insieme fanno 255 minuti di Europa League senza neanche un gol assurdo o una quaglia o un gol di Dabbur. Pazzesco.

11 rigori in 12 partite

Nelle partite delle 18:55 invece sono stati assegnati 11 rigori su un totale di 12 partite, sembra quasi che i blocchi di partite dell’Europa League vivano in simbiosi tra loro.

Un calcio d’angolo di Pepe

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Una ventina di minuti dopo segnerà un gol bellissimo con l’altro piede, quello debole.

Quando Mario Rui ha toccato il pallone due volte

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Un giorno ci chiederemo dove eravamo quando Mario Rui è scivolato calciando una punizione negli ultimi minuti della partita contro la Real Sociedad facendo finire il pallone sulla testa di Osimhen che l’ha girato in porta ma il gol è stato annullato perché Mario Rui aveva toccato il pallone due volte e non per un fuorigioco inesistente come si era pensato all’inizio visto che un giocatore della Real Sociedad era corso sul palo del portiere per paura che Mario Rui la tirasse perfetta all'incrocio.


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