Conosci la tua squadra d’Europa League: Omonia Nicosia
Al termine della Seconda guerra Mondiale a Cipro infuria la guerra civile. Lo stato è spaccato in due fazioni: da una parte i guerriglieri comunisti appoggiati dai partigiani jugoslavi; dall’altra i monarchici finanziati dai soldi inglesi. Lo sport seguiva queste divisioni e nel 1948 la SEGAS, l’associazione che regolava le attività sportive in greco, rilasciò un comunicato in cui chiese ai club di condannare i comunisti e rilasciare dichiarazioni che spingessero lo spirito patriottico. Alcune società sportive rifiutarono l’ammutinamento. A Nicosia la squadra di calcio dell’Apoel firmò serenamente la dichiarazione, ma alcuni dei suoi giocatori dai solidi principi comunisti si rifiutarono. Insieme ad altri fondarono, nel 1948, un nuovo club, l’Omonia Nicosia: cioè la concordia di Nicosia. I colori sociali erano gli stessi dell’AKEL, il partito comunista dell’isola.
Fra le squadre di calcio con un trifoglio nello stemma, l’Omonia Nicosia non è la più prestigiosa, ma è quanto meno seconda dietro il Panathinaikos, se escludiamo la Nazionale irlandese. Ma perché una squadra cipriota dovrebbe mettere sul proprio stemma un noto simbolo di cultura celtica? Non è chiaro, davvero, ho provato a capirlo ma non si capisce.
Così come il comunismo europeo, l’Omonia ha vissuto il suo periodo di gloria negli anni ‘70, quando ha vinto 7 titoli nazionali consecutivi; il suo periodo più cupo dopo una crisi finanziaria nel 2012, culminata con un cambio di proprietà del 2018. Oggi i tifosi rimpiangono il passato, vedono il loro club attento solo al potere dei soldi. L’Omonia Nicosia è considerata la squadra della working class di Cipro.
Non vince il campionato da più di dieci anni, ora è quinta nel campionato cipriota. In Europa League ha guadagnato un solo punto.
Julis, the beast (primo giocatore a segnare una tripletta al Celtic Park dal 1983)
Questo è il momento in cui questa rubrica deve omaggiare Lukas Julis, un uomo che ha segnato 5 gol in 2 partite contro il Celtic e con tutti questi gol rischia di provocare l’esonero di Neil Lennon. Quindi niente, dobbiamo scriverne. Ma cosa scrivere di Luka Julis? Non si sa praticamente niente di lui.
Possiamo dirvi che è nato a Chrudim, considerata l’"Atene della Boemia dell’est", ma cosa vi direbbe di lui questo? Sarebbe l’ennesimo aneddoto buttato lì di questa rubrica.
Possiamo dirvi anche che è alto un metro e 87. È anche uno di quei centravanti che “nonostante la stazza è piuttosto veloce e tecnico»? Sì, proprio così. Ma quanto e tecnico e quanto è veloce? Non molto, diciamo abbastanza da non sembrare un Fiorino parcheggiato in mezzo ai difensori avversari. Ha fatto tutte le trafile delle nazionali giovanili ceche, ma sembrava essersi perso. Lo Sparta lo ha dato due volte in prestito e la seconda, al Sigma Olomouc, è stata quella buona: 8 gol in 12 partite. Quest’anno la sua vena realizzativa si è aperta e i gol sgorgano.
È un tipo strano, intravede una relazione tra l’assenza di pubblico e i suoi gol: «Mi piace molto questa cosa che non ci siano i tifosi allo stadio». Magari poteva tenerselo per sé.
È tutto brutto e sgraziato, nei suoi tiri non colpisce mai la palla in modo pulito. Ogni suo gol sembra arrivato per caso, ogni passaggio leggermente più difficile sembra costargli una grande fatica. Sembra scarso, eppure segna, quindi ha tutte le carte in regola per diventare il vostro prossimo attaccante preferito di questa competizione chiamata Europa League, notoriamente fondata sulla schadenfreude.
Black Friday Europa League
Il venerdì dopo l’Europa League è il giorno in cui si riflette sull’Europa League, ma questo venerdì, nello specifico, è il venerdì in cui si comprano cose a prezzi scontati. Ecco quindi alcuni orpelli da comprare in sconto per rendere anche questo giorno degno di essere vissuto.
2 tazzine che omaggiano la finale di Europa League del 2020 a Colonia
Da 14,95€ a 9,72€, scontate del 35%. Se ogni mattina volete bere il vostro caffè ricordando di quando il Siviglia ha vinto l’Europa League, tanto per cambiare. Non per i tifosi dell’Inter (o per, se volete fare un regalo goliardico/stronzo). In qualche modo è un gronchi rosa, perché la finale non doveva essere giocata a Colonia.
Il cronografo dell’Europa League
Scontato del 20%, da 249,95€, se in fase di pagamento aggiungete il codice sconto CHAMPIONSWEEK. Con questo orologio potete contare 45 minuti con assoluta precisione. C’è lo spazio anche per i minuti di recupero. Must have.
Memoria USB da 16GB del Granada
Da 16€ a solo 5€, un’offerta imperdibile per salvare su un dispositivo fisico tutti i migliori momenti dell’Europa League.
Gli scarpini Europa League di Jay-Jay Okocha
Sempre il codice sconto del 20% torna utile. Qui potete mettere le mani su degli scarpini firmati da Jay-Jay Okocha. Non si capisce se li ha indossati e cosa c'entrano con l’Europa League (si è ritirato prima che diventasse tale). Però arrivano col certificato dell’Europa League e, insomma, tanto basta.
Cappellino invernale del Ludogorets
In un posto in cui fa spesso freddo, sapranno fare bene i capelli di lana. Lo trovate nell’outlet, costa 24 soldi bulgari, ed è verde con un’aquila al centro. Che volete di meglio?
La maglia di ieri dell'Hoffenheim
Bella, fucsia, sparata. Sullo store ufficiale dell'Hoffenheim c’è il bluefriday, ovvero sconti del 25% su molte cose. Non è chiaro come funziona, ma forse conoscete il tedesco meglio di me.
Gol più Europa League: Harry Winks
https://twitter.com/MilanInter241/status/1332076864618303491
Virilità: 4
Assurdità: 8
Anti-epicità: 8
Paura della morte: 9
«È troppo onesto. Al suo posto sarei stato zitto e avrei vinto il Puskas Awards», ovviamente Mourinho doveva fare il Mourinho e rimbrottare, seppur con quella sua faccia tra l’ironico e il serio, Harry Winks che dopo la partita aveva ammesso ai microfoni che in realtà voleva servire il taglio di Bale in diagonale e non invece segnare un gol alla Maradona nel giorno in cui si celebra Maradona.
Avrebbe potuto tacere, perché dopotutto sostenere che un calciatore professionista possa sbagliare in maniera così evidente un passaggio è quasi impossibile. Winks infatti non fa uno di quei gol a mezzo tra un cross e un tiro, due situazioni che possono essere confuse in determinate circostanze, ma fa uno di quei gol che possono essere letti solo come momenti di genialità, momenti in cui tu unico vedi quello che nessuno può vedere, uno spazio tra il portiere e la porta, una possibilità di segnare il più incredibile dei gol. Winks ha rinunciato a prendersi questo merito, perché? Per non vivere con il fardello? Forse, o forse perché Winks lo sa, l’Europa League è onesta. È un bicchiere di whiskey con gli amici prima della chiusura, una sigaretta dopo un brutto quarto d’ora, una tedesca al parco dopo che ha piovuto. E allora l'ammissione di non aver voluto trasforma un gol mondiale in un gol Europa League.
Giocatore più Europa League: Stefano Beltrame
Quanto ci abbiamo creduto: 6
Quanto è stato realmente forte: 4
Quanto è caduto in disgrazia: 8
Quanto sembra depresso: 8
C’è sempre un livello di attesa nascosto per i giovani della Primavera, soprattutto se giocano con la Juventus, hanno una faccia da calciatori e esordiscono in prima squadra sostituendo un altro prodotto delle giovanili, nel caso di Stefano Beltrame, Claudio Marchisio. Con la Primavera Beltrame ha fatto tutto giusto: gol in finale, vinta, del Torneo di Viareggio, gol nella sfida in casa, quella a Villar Perosa.
Tra i grandi il salto lo fa con il Bari, in B, ma poi dice «Non ero pronto per la B [...] sei preparato mentalmente, ti fai male». La Juventus lo cede in compartecipazione alla Sampdoria. Compra una pagina di un quotidiano di Biella per scrivere una dedica romantica alla ex fidanzata e riconquistarla. Va al Modena, torna alla Juventus, va alla Pro Vercelli, al Pordenone, insomma: viene il dubbio che non sarà il nuovo Marchisio. Poi nell’estate del 2016 inizia il suo Erasmus: la Juventus lo cede in prestito Den Bosch, seconda divisione olandese. Beltrame si trova bene. Dopo un passaggio a (ai, alle?) Go Ahead Eagles torna al Den Bosch e in una stagione segna 14 gol con la maglia numero 10. È il segnale.
La Juventus lo riprende per la sua U23, magari può essere il Marchisio della Serie C. Poi l’illuminazione, di quelle che ti fanno finire in questa rubrica: dal nulla nel gennaio del 2020 Stefano Beltrame diventa un nuovo giocatore del CSKA Sofia, la Juventus di Bulgaria, come si dice in questi casi. È questo il momento in cui gli si aprono le porte dell’Europa League. Quest’anno Beltrame è uno dei numeri 10 della competizione, l’unico italiano. È una cosa di cui vantarsi? Su queste pagine, sì.
Chi sa solo di Europa League, non sa niente di Europa League
Dice che l’Europa League non è la Coppa UEFA. Lo abbiamo detto anche noi. Eppure non si può negare un collegamento eterno tra i due, una evoluzione dell’altra, sorelle, amiche. Lo dice la storia: nel 1988/89 il Napoli di Maradona per alzarla aveva dovuto superare, nell’ordine, PAOK, Lokomotive Lipsia, Bordeaux, Juventus, Bayern Monaco e Stoccarda. Insomma, se seguite questa rubrica, potete leggervi un pattern.
Maradona giocava il calcio eterno e immortale, quello che non si vede spesso il giovedì sera qui. Però Maradona era tutto il calcio, anche quello del giovedì sera, anche l’ironia con cui lo trattiamo. Quella Coppa UEFA fu incredibile, così incredibile che il momento più bello è Maradona che palleggia durante il riscaldamento della semifinale di ritorno con il Bayern Monaco, uno dei momenti di calcio più belli mai giocati.
Insomma, può un quiz sull’Europa League omaggiare Maradona? Vediamo un po’.
1) Cosa vinse Maradona il giorno prima di Tolosa-Napoli (17/09/1986), sua prima partita in Coppa UEFA?
a) Il premio atleta d'oro Diadora
b) Il premio di miglior giocatore argentino dell’anno
c) Il Pallone d’Oro
2) Prima della partita con il PAOK venne multato dalla Lega Calcio per 5 milioni, qual era il motivo?
a) Aveva bestemmiato in campo durante Napoli-Lazio
b) Non si era presentato ai microfoni dopo la partita tra Fiorentina e Napoli
c) Aveva definito l’arbitro di Bari-Napoli “il dodicesimo uomo in campo per il Bari”
3) Nel ritorno contro il Lokomitive Lipsia torna in campo in Europa il compagno di reparto Carnevale, dopo 14 mesi di squalifica. Cosa aveva fatto?
a) Aveva dato una gomitata a Massimo Mauro della Juventus
b) Aveva dato un pugno a Romario del PSV
c) Aveva dato un calcio a Buyo del Real Madrid
4) Maradona ha giocato contro il Bordeaux con un infortunio, quale?
a) Sublussazione spalla
b) Lacerazione e contusione al polpaccio
c) Contrattura al quadricipite
5) Chi ha colpito Maradona con un pugno in faccia tra la sfida di andata e quella di ritorno dei quarti?
a) Pasquale Bruno
b) Gian Piero Gasperini
c) Walter Zenga
6) Per cosa Suor Eadburga, tifosa del Bayern Monaco, ce l’ha con Maradona?
a) Si fa troppe volte il segno della croce
b) è comunista
c) ha parlato male del Papa
7) Quanti assist ha fatto Maradona tra semifinali e finali contro Bayern Monaco e Stoccarda?
a) 7
b) 4
c) 5
Risposte: 1: a - 2: c - 3: c - 4:b - 5:b - 6:a - 7:a
Organizza la tua trasferta online: Beer Sheva
Be'er Sheva, in italiano Bersabea, non è un centro storico unico come Gerusalemme né vitale e alla moda come Tel Aviv, tuttavia stiamo parlando di una trasferta online, quindi vale la pena interessarsi anche a questa città il cui nome significa letteralmente “pozzo dei sette”. Bersabea è il cuore del Negev, una regione semidesertica a sud di Israele, o meglio che gli israeliani hanno invaso nel 1948. Oggi qui ha sede una delle più importanti università del Paese, l'Università Ben-Gurion.
Un monumento: Il pozzo di Abramo
Un pozzo nel deserto, ma questo si dice sia stato fatto costruire 3800 anni fa da Abramo e sempre qui è stato firmato un trattato di pace tra Abramo e il re filisteo Abimelech. All'epoca il pozzo fungeva da luogo di incontro: si facevano affari, si cercava moglie, si discuteva. Per Abramo, questo era il luogo perfetto in cui poteva parlare della fede in un solo Dio. Abramo è infatti considerato il padre delle religioni monoteiste. Accanto al pozzo piantò anche un albero di tamerici, che, si dice, rende l’acqua più dolce.
Un souvenir: il francobollo per l’esposizione nazionale di francobolli di Be’er Sheva del 1990
Costa 4 dollari e 75, più o meno altri e tanti per la spedizione. In mano avrete un francobollo che celebra un’esposizione di francobolli. Sopra ci sono schizzi del pozzo di Abramo, della casa "Yad Lebanim" dove si è tenuta l’esposizione, il municipio di Be'er Sheva, il Monumento alla Brigata Negev , l'ospedale Soroka, il Conservatorio, una sinagoga e il Museo di Be'er Sheva, insomma un tour in un francobollo.
Un piatto da fare a casa: Gefilte fish
Il געפֿילטע פֿיש è un piatto tipico della cucina ebraica ashkenazita, ovvero quella comunità che nel medioevo si è stanziata nella valle del Reno. Per realizzarlo dovete prendere del pesce che di solito non mangereste, tipo carpa o luccio, della farina di pane azzimo (buona fortuna), uova, zucchero, del brodo con cipolle, carote, sedano, i resti del pesce. Poi si tratta di fare delle polpette, se davvero vi interessa c’è il video sopra.
Un mezzo di trasporto: il bus
Undici minuti di autobus che passano lungo Ben Gurion Boulevard. A un certo punto qualcuno dovrà chiedersi perché ci sono questi video su YouTube.
Cose che accadono solo in Europa League
Bentornati alla prima metametarubrica, ma anche metametametarubrica perché che ce frega. Insomma in Europa League accadono così tante cose che alcune le mettiamo qui, come a dire: guardate che spettacolo questa Europa League che non ci bastano 30mila battute per raccontarla tutta.
Il portiere del Braga fa il granchio
Ve lo ricordate il personaggio del granchio di Futurama quando fa davvero il granchio? Ecco, questo ieri è successo in una partita di Europa League al portiere del Braga.
Un portiere, un altro portiere
L’attacco è irresistibile: il portiere del Molde ha un raptus improvviso e parte così convinto da uscire fuori dall’area di rigore per rinviare lunghissimo.
Momenti rocamboleschi Europa League
Cose che accadono qui.
Favorit - Zorya Luhansk
Semplicemente un sito di scommesse: essere tifosi dello Zorya vi dà diritto a un bonus. Il logo è una corona molto stilizzata che ti fa pensare al re delle scommesse. Tempo fa il brand aveva inserito il disegno delle maglie dello Zorya nelle pubblicità che coprivano le vetrine di Kiev: tutte vandalizzate dai tifosi della Dinamo. Non una grande idea.
Sheriff Sinyan ma che hai fatto?
Sheriff Sinyan ha un nome altisonante e un errore più altisonante sulle spalle. Poteva segnare all’Arsenal, che comunque, è già qualcosa da raccontare ai nipoti. Invece ha colpito il pallone così male da colpire il portiere, che era nell’unico punto della porta che non era facile centrare. Come se non bastasse, la sua corsa è finita contro il palo, nel modo in cui lo farebbe se non fosse la realtà, ma un cartone di Hanna e Barbera.
Adidas e Qarabag
“Dobbiamo uccidere tutti gli armeni: bambini, donne e anziani. Dobbiamo ucciderli senza fare distinzione. Nessun rimpianto. Nessuna compassione. Se non uccidiamo, uccideranno noi ei nostri figli. Qualunque cosa accada, lo fanno da 120 anni. È necessario ripristinare il “Difai”, anche creare una squadra di assassini” queste sono le parole scritte su Facebook da Nurlan Ibrahimov, che per lavoro farebbe il capo ufficio stampa del Qarabag e che gli sono costate la squalifica a vita da parte della UEFA. Le sue parole hanno portato a una reazione anche da parte di Adidas, che ha deciso di tagliare tutti i ponti con la squadra azera. Ieri il Qarabag era in campo con la classica maglia nera con le tre strisce, quindi è probabile che questo accadrà dalla prossima stagione. Se avete amato questo completo classico e senza tempo e non avete problemi con i capo ufficio stampa che incitano all’omicidio (comunque non scende in campo) è arrivato il momento di acquistarlo.
Il miglior dribbling di ieri sera
Youcef Atal per qualche ragione continua a giocare al Nizza. Forse perché per qualcuno la sproporzione tra le sue qualità offensive e difensive è inaccettabile. Il fatto è che però quando Atal attacco è uno degli esterni più spettacolari da veder giocare. In quest’azione riceve un cambio di gioco in diagonale: lo stoppa col collo del piede in volo, cercando di rimanere rigido in acrobazia. La palla si alza, un difensore gli va addosso e, mentre la palla è ancora in aria, lui lo evita facendogli un drible de vaca con la testa. Un livello di improvvisazione che pochi giocatori riescono a mettere in campo.
È scesa la nebbia
Ieri alle 21 una fitta nebbia è scesa sul leggendario Stadio dell’Esercito bulgaro di Sofia. Nebbia sugli spalti vuoti, sul prato d’erba sintetica e in mezzo a calciatori che si sono trovati a giocare come tra le nuvole. I nostri sogni si perdono nelle brume dell’Europa League, tra un gol di Kayode e uno di Olayinka. Per celebrare l’arrivo della nebbia, sempre atteso, eccovi la malinconica poesia di Giovanni Pascoli.
Nascondi le cose lontane,
tu nebbia impalpabile e scialba,
tu fumo che ancora rampolli,
su l'alba,
da' lampi notturni e da' crolli
d'aeree frane!
Malgrado l’ingresso di un pallone rosso nel secondo tempo, per noi era impossibile intravedere qualcosa.
Un’immagine suggestiva dei movimenti lungolinea del guardalinee, che per seguire il gioco faceva qualche passo all’interno del campo.
La partita per quello che sappiamo è finita 0-1 per lo Young Boys, ma voci non verificate raccontano di questi episodi:
- Nel secondo tempo il pubblico è riuscito a entrare all’interno dello stadio dell’esercito bulgaro, senza che nessuno se ne accorgesse. Si parla di diecimila persone presente, tutte rimaste in perfetto silenzio per non farsi scoprire. Nessuno di loro è riuscito a vedere qualcosa della partita.
- Il centrocampista Yomov, entrato a un quarto d’ora dalla fine, sarebbe riuscito a siglare il gol del pareggio a una manciata di minuti dalla fine grazie a un tiro dalla distanza. Questo secondo le testimonianza di Stefano Beltrame, che avrebbe visto il pallone entrare in rete e il portiere dello Young Boys estrarlo dalla porta e riprendere con una rimessa dal fondo come se niente fosse.
- Secondo il polemico allenatore del CSKA lo Young Boys a un certo aveva in campo, schierati, 14 giocatori.
- Sul twitter calcio Bulgaria circola anche la leggenda che il portiere del CSKA, in polemica con la decisione dell’arbitro di lasciar giocare la gara, avrebbe chiamato suo cugino di 13 anni in porta al suo posto.
Il fallo di Orsato sul giocatore del Braga
https://twitter.com/renatobalestra_/status/1332031570421706753?s=20
Questo dell’arbitro Daniele Orsato è:
- un regolarissimo blocco cestistico;
- un fallo di ostruzione voluto sul giocatore del Braga perché SI ERA VENDUTO LA PARTITA;
- un momento di labirintite incomprensibile visto che, comunque, la traiettoria era piuttosto prevedibile e lineare.
Il capitano del Molde
Vi sarete accorti di Magnus Wolff Eikrem, e se non ve ne siete accorti è quella persona che non sembra avere il naso.
Dovreste però sapere che, oltre a essere il capitano del Molde, è una persona dalla carriera interessante. Nato a Molde e cresciuto nelle giovanili del Molde, a 16 anni si trasferisce al Manchester United, convinto da Ole Gunnar Solskjaer. Era un pupillo anche di Alex Ferguson che dopo tre anni splendidi nelle giovanili gli ha rinnovato il contratto. Eikrem, peraltro, soffre di diabete mellito; suo padre, Knut Hallvard, è un ex calciatore e leggenda del Molde.
Magnus esordisce con lo United sostituendo Giggs, ma è solo un’amichevole. Non giocherà mai con i Red Devils in una partita ufficiale. Nel 2011 torna al Molde con in panchina Solskjaer. Dopo aver fallito anche all’Heerenveen sarà sempre Solskjaer a richiamarlo al Cardiff nel 2014. Userà parole dolcissime per lui: «Lo dovetti vendere mentre era il miglior giocatore della squadra e ora sono felice. È un playmaker, un quarterback, se preferite. Un giocatore che alza la testa e sa vedere un passaggio».
Oggi ha 30 anni ed è tornato a giocare al Molde per la seconda volta. Un racconto che non vi cambierà la vita ma che magari volevate conoscere per mettere una storia dietro al suo naso.
Il bello e il brutto di Sandro Tonali
In Europa League stiamo osservando Sandro Tonali entrare pian piano nel gioco del Milan di Pioli. E in queste partite sta confermando i suoi limiti e i suoi punti di forza. La partita di ieri li ha illustrati in modo quasi didascalico.
All’inizio del secondo tempo, per esempio, ha trovato Rebic oltre la linea difensiva con un filtrante di piatto che scorreva con una palla da biliardo. È la palla che, di fatto, ha generato il gol, perché ha bucato così bene la difesa alta del Lille da permettere a Rebic un assist facile e a Castillejo un tap-in facile.
Nella gestione del pallone, però, è stato spesso impreciso, più nelle scelte che nelle esecuzioni tecniche. Riesce a smarcarsi in maniera spesso impacciata, i compagni lo trovano con difficoltà. Ha giocato quasi la metà dei palloni di Bennacer e con l’8% in meno di precisione. È vero che Tonali ha un gioco più verticale e rischioso, ma a volte le sue sono semplicemente scelte sbagliate o sciatte.
Queste partite di Europa League quindi ci ricordano al contempo i motivi per cui il Milan lo ha comprato, e quelli per cui non può ancora giocare titolare.
La difesa della Roma ieri
Alleghiamo solo screenshot da tramandare ai posteri, perché magari qualcuno si dimenticherà di questo evento storico.
Il secondo gol del Braga ieri sera
In ogni edizione dell’Europa League c’è almeno una squadra che gioca un calcio delizioso e che non avevate mai sentito nominare. Spesso è una squadra portoghese, e spesso è proprio il Braga, una società con una solida tradizione di calcio-spettacolo in Europa League.
Guardate il secondo gol di ieri: l’uno-due tra Paulinho e Al-Mulrati è quello che accelera l’azione sulla trequarti del Leicester, ma poi è bellissimo il movimento di Ricardo Horta sulla linea del fuorigioco. Ma è ancora più incredibile il dribbling di Horta sul portiere, e poi il passaggio a Paulinho dopo averlo visto con la coda dell’occhio.
Tre versi di Side Baby dedicati a tre giocatori dell’Europa League
Harry Winks
Spengo il blunt dentro al posacenere
Un giorno sarò solo cenere
Scott Brown
Qualcuno per favore mi passi il ferro
Voglio sentire soltanto il silenzio
David Luiz
Mi odi mi vuoi morto e non ti vedo nemmeno (no)
Sto fumando erba, sto alla stessa altezza di uranio
Con chi ce l’aveva Peter Olayinka?
Ieri lo Slavia Praga ha battuto 3-1 il Nizza. Il secondo l’ha segnato Peter Olayinka, vecchia conoscenza dell’Europa League. Dopo il gol si è scatenato: ha sbracciato come un pazzo, si è tuffato in scivolata sulle ginocchia, rimanendo incagliato sulla terra, è rotolato, si è rialzato, ha calciato la bandierina. Ha fatto la faccia incazzata di chi è incazzato. La telecamera lo ha perso qualche secondo, quando è tornata su di lui parlava da solo e poi ha mandato a quel paese qualcuno. Ma con chi ce l’aveva Olayinka?
Con Mattia Feltri
Per la storia dell’articolo cassato a Laura Boldrini per le frasi del padre.
Con Yoko Ono
La ritiene responsabile della divisione dei Beatles, il suo gruppo preferito.
Con Tony Blair
Per la sua idea di Terza via che ha rovinato i partiti di sinistra in questo secolo.
Con Christopher Nolan
Era uno dei suoi registi preferiti, ma ha visto Tenet e l’ha trovato davvero troppo pretenzioso.
La trasformazione di Nathan Oduwa
Nathan Oduwa entra nelle giovanili del Tottenham a 11 anni. Cresce come uno di quei talenti da giocate abbaglianti, da video YouTube con le migliori giocate in partite giocate nelle campagne inglese. A 19 va in prestito al Luton, a 20 ai Glasgow di Rangers. Il suo trick è il rainbows flick, quello che noi chiamiamo bicicletta o lambretta. Lo fece il giorno del suo esordio in Scozia e, diciamo, non si fece degli amici. Quel giorno portava dei capelli più lunghi sopra la testa, disordinati.
Per un mese poi ha giocato con il Colchester, poi sei mesi al Peterborough. Nel febbraio del 2017 lascia il Tottenham per firmare con l’Olimpija Ljubljana un contratto di tre anni. Con la squadra slovena gioca 22 partite, segna 2 gol e porta i capelli rasati ai lati e dei mini dread in testa. Anche se poi diventano treccine, di quelle attaccate al cuoio capelluto.
In estate rescinde il contratto e va a giocare per i danesi del Vejle Boldklub. il 28 settembre firma un contratto di 3 anni. Gioca due partite poi, il 17 dicembre, rescinde pure qui. Il giorno della presentazione aveva un po’ di barba e le treccine.
Dopo è la volta dell’Hapoel Hadera, squadra che milita nel massimo campionato israeliano. Ci arriva in prova: al primo allenamento segna un gol in amichevole. Il 30 gennaio 2019 viene aggregato alla squadra. Qui resta un anno, gioca 16 partite e segna un gol. I suoi capelli iniziano ad allungarsi: non sono propriamente dreadlocks, ma quasi, la barba è curata, quasi un pizzetto.
Per un po’ scompare, almeno agli occhi del calcio della periferia d’Europa, il suo calcio. Ricompare il 10 marzo 2020 per diventare un nuovo giocatore del Dundalk Fc, in Irlanda. La sua barba è più lunga, ma sempre curata. I capelli rasati e sfumati alla nuca diventano dreadlocks ben tenuti sulla testa. Poi c’è stato il lockdown, la riflessione, il tempo per se stessi.
Oggi Oduwa ha una barba fiera e scompigliata e i dreadlocks lunghi tenuti in quella maniera cool che riesce solo a chi ha quei dreadlocks. Si muove per il campo sinuoso, porta i pantaloncini leggermente arrotolati sulle cosce, ha uno stile di gioco unico e particolare. È lento ma tecnico, prova sempre la giocata. Ieri su rigore poteva dimezzare lo svantaggio della sua squadra. Si è presentato sul dischetto sicuro, la rincorsa strisciante come quella di un serpente, ma quando è arrivato il momento di calciare, la palla è uscita fuori di almeno un metro.