a) I banchi di nebbia cancellano il pubblico dallo stadio, scendono attorno ai giocatori e sembrano trasportarli in un universo parallelo in cui la fisica, per come la conosciamo, non esiste più. La forza gravitazionale funziona in modo diverso e la realtà è strutturata attorno ad atolli di terra verde dove 22 giocatori, indistinguibili fra loro, si sfidano a chi riesce a giocare meglio a calcio a bassissime condizioni di visibilità.
b) La prima condizione, quella davvero ineludibile, per giocare a calcio è che la palla si veda. Nelle partite con la nebbia cade anche questa condizione elementare.
c) Dato il punto ‘b’ le partite con la nebbia spesso contengono una loro questione filosofica interna: “fin dove è possibile giocare a calcio anche senza visibilità ottimale”, “quand’è che la partita può essere giocata solo da persone cieche ma sensitive come la ragazza di The OA?”. Questo genera lunghi momenti di incertezza nelle partite con la nebbia, dove l’arbitro può lasciar giocare cercando di capire qual è il momento in cui diventa troppo. In questo limbo di incertezza i giocatori spesso danno vita a comportamenti indecifrabili.
d) In molti miti antichi la nebbia rappresenta il caos indistinto da cui origina la vita, qualcosa che ha a che fare con un regno pre-materico. Quale migliore metafora per l’Europa League?
a) La corsetta di Bonera verso la porta
b) Il tocchetto di piatto
c) La scivolata per terra da stuntman