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L'Europeo dei nomi
13 lug 2021
Chi ha il nome migliore della competizione?
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Qualificate le squadre, formati i gironi, scelte le rose, chi ha il nome più bello dell’Europeo?

La competizione è risultata più dura del previsto: 24 squadre, 26 giocatori per squadra (tranne la Spagna), un totale di 624 nomi a sfidarsi a colpi di dittonghi, dieresi e patronimici. Non è semplice decretare Il Campione d’Europa dei nomi dell’Europeo 2020 all’interno di un torneo il cui nome non è per nulla chiaro (la denominazione ufficiale è Europa 2020, tutti lo chiamiamo Euro 2020, l’anno, però, è il 2021).

Il campione mondiale in carica, Trent Alexander-Arnold, ha dovuto alzare bandiera bianca a pochi giorni dall’inizio del torneo a causa di un infortunio alla coscia. So che può sembrarvi strano saltare un torneo in cui si compete con il passaporto a causa di un muscolo, ma queste sono le regole. Le altre sono le stesse dell’Europeo, per cui: 6 gironi, 2 qualificati diretti agli ottavi, i quattro migliori terzi nomi vengono ripescati. Di ogni squadra verrà scelto un nome “campione” che sfiderà gli altri, in una specie di Orazi versus Curiazi dei nomi.

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Prima di iniziare, una citazione per alcuni nomi meritevoli che non ce l’hanno fatta:

Rhys Norrington-Davies, Patrik Schick, Çağlar Söyüncü, Emil Forsberg, Steven Zuber, Andreas Cornelius, Youri Tielemans, Aleksandr Golovin, Anatoliy Trubin, Xaver Schlager, Jude Bellingham.

GIRONE A

Italia: Federico Bernardeschi; Galles: Kieffer Roberto Francisco Moore; Svizzera: Granit Xhaka; Turchia: Burak Yılmaz.

In una classifica di nomi e cognomi, come si mette un nome e cognome davanti a un altro? Facile: un nome che starebbe bene a un attore che interpreta James Bond in un film dal titolo La spia che arriva da Swansea arriva sempre prima di uno che nel Rinascimento avrebbe potuto tranquillamente essere un pittore minore, per cui Kieffer Moore (o Kieffer Roberto Francisco Moore se amate essere precisi) vince su Federico Bernardeschi, che però arriva davanti a Granit Xhaka, obiettivamente un bel nome ma troppo vicino alla parola granita per essere preso sul serio. Ribaltando l’andamento del girone calcistico è però Burak Yılmaz a vincere il primo posto: c’è solo una cosa migliore di un attore che interpreta James Bond: il nome perfetto per un cattivo di James Bond (altri nomi da cattivo che meritano: Matteo Pessina, Yuri Zhirkov e Ivan Trichkovski).

Classifica: 1. Burak Yılmaz - 2. Kieffer Moore - 3. Federico Bernardeschi - 4. Granit Xhaka.


GIRONE B

Belgio: Thomas Vermaelen; Danimarca: Pierre-Emile Højbjerg; Finlandia: Lukas Hradecky; Russia: Andrei Andreevič Mostovoj.

Pittori minori del Rinascimento italiano nì, mentre pittori fiamminghi sì: Thomas Vermaelen supera di slancio uno dei favoriti della competizione, Pierre-Emile Højbjerg, nome da capitano di fregata, da persona che sta davvero bene con un berretto in testa, ma che deve accontentarsi del terzo posto. Al quarto scivola, senza particolari sussulti, Lukas Hradecky,nome poco finlandese che ricorda vagamente quello del generale austriaco Josef Radetzky, ma non abbastanza da essere preso in considerazione (altri nomi che somigliano al generale: Marjan Radeski, Karol Swiderski e Leon Goretzka). Primo a punteggio pieno Andrei Andreevič Mostovoj: quanti nomi riescono a unire la tradizione dei giocatori di culto sovietici (Aleksandr Mostovoj) e tradizione letteraria russa da personaggio di Fëdor Dostoevskij?

Classifica: 1. Andrei Andreevič Mostovoj - 2. Thomas Vermaelen - 3. Pierre-Emile Højbjerg - 4. Lukas Hradecky.


GIRONE C

Olanda: Quincy Promes; Austria: Martin Hinteregger; Ucraina: Mykola Volodymyrovič Šaparenko;Macedonia del Nord: Darko Velkovski.

Probabilmente a questo punto avete già capito che non c’è nessun procedimento scientifico per scegliere chi passa e chi no, ma, insomma, è quello che succede anche con il calcio no? Magari sei più forte, però poi in campo conta l’atteggiamento, l’alchimia, la proposta. Anche per i nomi possiamo affidarci alla statistica: Mykola Volodymyrovič Šaparenko, ad esempio, sarebbe in alto a destra in tutti quei diagrammi cartesiani che provano a riprodurre il gioco in due dimensioni.

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Detto questo, mi trovo costretto a eliminare il mio nome (non cognome) preferito, ovvero Darko Velkovski. Come si dice in questi casi: se avessi un figlio lo chiamerei Darko. Purtroppo il cognome rimane un po’ troppo “normale” e sappiamo che per i calciatori è la parte più importante del loro brand. Dietro Šaparenko la volata per il secondo posto è un po’ una sfida tra due modi di vedere il mondo: meglio la rigida inflessibilità ontologica Martin Hinteregger o la setosa morbidezza del nome Quincy Promes? Io vado con il primo, dopotutto questo è il mio Europeo (vi invito a fare il vostro con gli amici, o, ancora meglio, con l* vostr* compagn* di vita in previsione di future nascite) (o animali da compagnia).

Classifica: 1. Mykola Volodymyrovič Šaparenko - 2. Martin Hinteregger - 3. Quincy Promes - 4. Darko Velkovski.


GIRONE D

Inghilterra: Harry Kane; Croazia: Ante Budimir; Repubblica Ceca: Lukas Masopust; Scozia: John McGinn.

I nomi che somigliano a politiche messe in atto dall’Unione Sovietica, un grosso sì. Quindi Lukas Masopust primo nel girone (dello stesso tipo bene anche Gergo Lovrencsics e Kurt Zouma). Alle sue spalle si piazza Harry Kane. Per i giocatori più forti è difficile valutarne il nome (perché quando troppo ripetuto si svuota di senso), tuttavia quando il tuo nome somiglia alla parola uragano: beato te. Al contrario non vanno bene i nomi che ricordano il bel tempo, quindi bocciati Jordi Alba, Niklas Sule o Alex Meret.

Terzo posto per John McGinn, perché comunque uno scozzese il cui cognome inizia per Mc richiama tutto un immaginario da pischelli bianchi fatto di kilt, gambe pelose e Lagavulin invecchiato 16 anni. Ultimo Ante Budimir, il più classico dei “bello, ma non ci vivrei”.

Classifica: 1. Lukas Masopust - 2. Harry Kane - 3. John McGinn - 4. Ante Budimir.


GIRONE E

Svezia: Kristoffer Nordfeldt; Spagna: Aymeric Laporte; Slovacchia: Tomas Hubocan; Polonia: Grzegorz Krychowiak.

Ammetto di aver trovato più di una difficoltà con la Svezia, tutti nomi belli ma nessuno bellissimo. Alla fine ho pensato che avere la parola “Nord” nel cognome è comunque una roba: Kristoffer Nordfeldt, secondo posto. Di solito i nomi che rimandano alla geografia o comunque a fenomeni naturali vanno bene (esempi: Jonas Wind, Ruben Neves o Mason Mount). Non vanno bene, invece, nomi che somigliano a cibi, cose o oggetti tipo: Timothy Castagne, Emre Can, Joao Cancelo o Federico Chiesa.

Ma andiamo avanti: al liceo avevo una compagna che di cognome faceva La Porta e nessuno pensava fosse particolarmente bello, quindi Aymeric Laporte (che poi sarebbe Aymeric Jean Louis Gerard Alphonse Laporte) arriva ultimo, nonostante una bella vibrazione basca. Al primo posto ci va dritto Grzegorz Krychowiak, solitamente i nomi per cui bisogna fare uno spelling acrobatico non sono mai un granché, ma questo è perfetto: chi non vorrebbe chiamarsi così? Terzo posto per Tomas Hubocan. Non so perché, questo nome mi ispira (cioè, lo so, ma preferisco tenerlo per me).

Classifica: 1. Grzegorz Krychowiak - 2. Kristoffer Nordfeldt - 3. Tomas Hubocan - 4. Aymeric Laporte.


GIRONE F

Francia: Benjamin Pavard;Germania: Kai Havertz; Portogallo: Raphael Guerreiro; Ungheria: Roland Sallai.

Girone di ferro, ma lo sapevamo. Meglio la patina di fumo di Gitanes di Benjamin Pavard o la sfumatura da Legione straniera di Raphael Guerreiro? Fareste passare la freschezza da influencer ecologista del nome Kai Havertz o l’eleganza senza tempo del partigiano Roland Sallai? Ammesso che ho una passione per le sigarette francesi e per i partigiani, sotto trovate la classifica.

Classifica: 1. Roland Sallai - 2. Benjamin Pavard - 3. Raphael Guerreiro - 4. Kai Havertz.


Migliori terze

A) Federico Bernardeschi; B) Pierre-Emile Højbjerg;C) Quincy Promes; D) John McGinn; E) Tomas Hubocan; F) Raphael Guerreiro.

Ne passano quattro, quindi: avanti sicuramente Pierre-Emile Højbjerg, il terzo classificato che nessuno vorrebbe incontrare. Passano agli ottavi pure Raphael Guerreiro, anche solo per la somiglianza con “guerrero” (nomi violenti, ok. Esempi: Endre Botka, Eden Hazard e Leonardo Spinazzola)e Quincy Promes, perché comunque è palesemente un nome d’arte e i nomi d’arte hanno sempre fascino.

Ora la parte difficile: mi dispiace Federico, probabilmente all’estero invidiano il tuo nome come invidiano il nostro Rinascimento, ma qui sei troppo “normale” (che poi, che ci importa, noi abbiamo vinto l'altro Europeo). A essere eliminato è anche, con più dispiacere, Tomas Hubocan. Il motivo è che non sono sicuro del perché mi ispira questo nome (forse perché sembra una mossa di Street Fighter o forse per altro). L’ultimo a passare, per il rotto della cuffia, è quindi John McGinn.


Ottavi

Andrei Andreevič Mostovoj - Raphael Guerreiro

Bell'ottavo. Allargando lo sguardo è l’eterna sfida tra la calda anima latina che mischia il suo sangue e l’algida raffinatezza dell’est. Meglio il mondo liquido di Dalì o quello geometrico di Malevič? Personalmente non ho dubbi.

Vincitore: Andrei Andreevič Mostovoj.

Burak Yılmaz - Martin Hinteregger

Preferite ballare sotto cassa fino al mattino o discutere di massimi sistemi aspettando l’alba in terrazzo? Bere raki in un bar lungo la statale o birra artigianale in un locale che finisce per -ificio? Retrospettiva su Michael Haneke o maratona Fast and Furious?

Non che c’entri nulla con questa sfida, le persone non sono il loro nome, ma vorrei sapere di più su di voi.

Vincitore: Burak Yılmaz (avete capito dai).

Roland Sallai - Pierre-Emile Højbjerg

Anche detto l’ottavo con la divisa, Pierre-Emile Højbjerg e Roland Sallai sono nomi affascinanti, da asso dell’aviazione o eroe della marina. Ecco alcune delle imprese che potrebbero aver compiuto:

Pierre-Emile Hojbjerg

  • Piantato la bandiera danese al Polo Nord,

  • Sabotato un cantiere navale nazista a Copenaghen,

  • Aiutato Tintin.

Roland Sallai

  • Attentato fallito a Ferenc Szálasi,

  • Scoperto una lucertola che vive solo vicino al lago Balaton e che porta il suo nome,

  • Sabotato Tintin.

Vincitore: Pierre-Emile Højbjerg.

Harry Kane - Kristoffer Nordfeldt

La durezza geografica di Kristoffer Nordfeldt non può nulla contro l’affidabilità wasp da wrestler buono di Harry Kane.

Vincitore: Harry Kane.

Grzegorz Krychowiak - Quincy Promes

C’è qualcosa di perdutamente affascinante nella nobiltà decaduta polacca, qualcosa che arriva fino ai tempi napoleonici. Non si dovrebbe mai mettere a confronto il nome e il calciatore, ma il Grzegorz Krychowiak centrocampista di culto della Polonia è la perfetta rappresentazione del Grzegorz Krychowiak ideale. Antico e moderno al tempo stesso, il suo eterno girovagare per l’Europa è quello di un principe in esilio: Bordeaux, Siviglia, Parigi, West Bromwich, ora Mosca. Per competere Quincy Promes avrebbe dovuto affiancare alla sua carriera da ala dribblomane una da produttore musicale.

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Vincitore: Grzegorz Krychowiak.

Lukas Masopust - Benjamin Pavard

Cosa fare davanti a due nomi oggettivamente belli? Mandarli ai rigori? No, meglio. Possiamo fare un controllo pratico sull’antipatia o simpatia dei nomi Lukas e Benjamin (non è un metodo scientifico, non provatelo a casa).

Benjamin Malaussène: simpatico

György Lukács: simpatico

Benjamin Franklin: antipatico

Lucasfilm: simpatico

Benji di Holly e Benji: antipatico

Lucas Moura: simpatico

Benji di Benji e Fede: simpatico

Luca (film): antipatico

Vincitore: Lukas Masopust.

Mykola Volodymyrovič Šaparenko - John McGinn

Dai su, guardate questa foto.

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Vincitore: Mykola Volodymyrovič Šaparenko.

Kieffer Roberto Francisco Moore - Thomas Vermaelen

Il problema di Kieffer Roberto Francisco Moore è che sarebbe stato molto meglio Roberto Francisco Kieffer-Moore, così uno poteva chiamarlo Roberto Kieffer-Moore oppure Francisco Kieffer-Moore e questo sì che sarebbe stato un nome incredibile. Al contrario invece Thomas Vermaelen non presenta nessun problema di costruzione, è perfetto così com’è.

Vincitore: Thomas Vermaelen.


Quarti

Andrei Andreevič Mostovoj - Burak Yılmaz

Arrivati ai quarti, oltre al talento, c’è bisogno di qualcosa in più. Per Andrei Andreevič Mostovoj è, proprio numericamente, il patronimico Andreevič, che sta a indicare che è figlio di Andrei o una cosa del genere. È una forma brutta di patriarcato? Probabilmente, però è una bella forma di nome. Il qualcosa in più di Burak Yılmaz è che la i non è una i, ma una ı (se non ve ne siete accorti, non c’è il puntino). È la vocale posteriore chiusa non arrotondata [ɯ], in pratica una i posteriore. Cosa vuol dire questo? Non ne ho idea (nonostante abbia studiato con Albano Leoni).

Vincitore: Andrei Andreevič Mostovoj.

Pierre-Emile Højbjerg- Harry Kane

Compagni di squadra nel club, avversari nel grande Europeo dei nomi. Una sfida concettuale, su cosa vogliamo da un nome. Meglio un nome corto, d’impatto e indimenticabile (diciamo che Harry Kane vincerebbe a mani basse il premio Max Power di questo Europeo. Altri pretendenti: Tim Sparv, Luuk de Jong, Axel Witsel) oppure un nome lungo, affascinante e romantico? Pierre-Emile Højbjerg si inserisce nella grande stirpe dei Caio Giulio Cesare, dei Manfred von Richthofen, dei Francis Scott Fitzgerald. Persone che bevono whiskey come se fosse acqua e indossano maglioni bellissimi. Mi dispiace per le persone con nomi corti, ma vincono i secondi.

Vincitore: Pierre-Emile Højbjerg.

Grzegorz Krychowiak - Lukas Masopust

La grande sfida mitteleuropea, Slovacchia contro Polonia, z affettate contro s sibiline. Se c’è una sfida che deve finire ai rigori, è questa. Come funzionano i rigori con i nomi? Non lo so, proviamo e vediamo che succede.

Nome: segna la Polonia, sbaglia la Slovacchia;

Cognome: segnano entrambe;

Possibilità di passare per un premio nobel: sbaglia la Polonia, segna la Slovacchia;

Possibilità di essere imparentato con Krzysztof Kieślowski: segna la Polonia; sbaglia la Slovacchia.

Somiglianza a una marca di vodka molto buona: segna la Polonia; non tira la Slovacchia.

Vincitore: Grzegorz Krychowiak.

Mykola Volodymyrovič Šaparenko - Thomas Vermaelen

Visto che ho già usato il patronimico prima e che Šaparenko e Vermaelen sono entrambi cognomi meravigliosi, concentriamoci sul nome. Mykola è la variante ucraina di Nicola, che significa “vittoria del popolo”. Thomas deriva dal termine aramaico Ta'oma' che vuol dire “gemello”. Se non vi basta, dovreste sapere che esiste un trenino chiamato Il trenino Thomas. Non è un vero treno (che sarebbe stato bello), ma un cartone con una forma antropomorfa di treno. I Mykola non sono molti, però c’è questo Mykola Mikhnovsky. Era un nazionalista ucraino, ma vabbè quante persone che conoscono in maniera approfondita la storia dell’Ucraina? L’importante è che aveva dei baffi pazzeschi e una foto da tenere nel portafogli quando vi chiedono del vostro nome.

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Vincitore: Mykola Volodymyrovič Šaparenko.


Semifinali

Andrei Andreevič Mostovoj - Pierre-Emile Højbjerg

Come si dice spesso nei tornei dei nomi: finale anticipata. Se nel girone avevo fatto vincere agilmente Andrei Andreevič Mostovoj, in semifinale bisogna considerare anche i più piccoli dettagli. Pierre-Emile Højbjerg, ad esempio, ha l’aptang, ovvero il fono ø, che, comunque, è sicuramente una cosa che ti puoi giocare quando ti presenti a una persona («Højbjerg, con la linea diagonale nella o»); Andrei Andreevič Mostovoj invece ha la doppia («Andreevič con due ee»). Come scegliere allora? Andiamo a vedere quale nome starebbe meglio a vari animali da compagnia.

Gatto: Andrei Andreevič Mostovoj

Cane: Pierre-Emile Højbjerg

Coniglio: Pierre-Emile Højbjerg

Cavallo: Andrei Andreevič Mostovoj

Alpaca: Pierre-Emile Højbjerg

Iguana: Andrei Andreevič Mostovoj

Pappagallo: Pierre-Emile Højbjerg

Vincitore: Pierre-Emile Højbjerg.

Grzegorz Krychowiak - Mykola Volodymyrovič Šaparenko

Forse mi sono lasciato trasportare dalla mia passione per le icone, i patriarchi ortodossi, le serate passate a bere vodka e mangiare cetrioli in salamoia. Ho portato Russia e Polonia fino alla semifinale e, ora che ci penso, il motivo è uno: nella seconda stagione di The Wire i protagonisti sono di origine polacca, mentre ne Il Cacciatore sono ucraini. È meglio un Grzegorz Krychowiak che fa piccoli contrabbandi nel porto di Baltimora o Mykola Volodymyrovič Šaparenko a lavorare nel bar di John?

Quanto ci starebbe bene Šaparenko in una delle scene più belle della storia del cinema?

Vincitore: Mykola Volodymyrovič Šaparenko.


Finale

Pierre-Emile Højbjerg - Mykola Volodymyrovič Šaparenko

Arrivati alla finale si dovrebbe andare a vedere come si comporta il nome nella vita reale, ovvero i social network. Su Facebook ci sono due Pierre-Emile Højbjerg credibili. Il primo è uno di quei danesi che vestono sempre una camicia Ralph Lauren perfettamente stirata e sembrano appena usciti dal parrucchiere in ogni giornata della loro vita. L’altro è un ragazzo che vive in Indonesia, gioca a calcio indossando la maglia numero 70 o la 7 e potrebbe chiamarsi in un altro nome. Ampliando abbiamo un Emile Hojbe, un Ernst Højberg Jeppesen (più bello di tutti) e un Højbjerg Badminton Klub.

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Di Mykola Volodymyrovič Šaparenko non ne ho trovati (se non un paio palesemente falsi). Ho trovato un Nikolai Shaparenko su Twitter. In uno degli ultimi tweet raccontava come si potevano trovare le risposte a tutte le domande nei libri dei filosofi greci. Su Linkedin invece ho trovato un Nikolay Shaparenko. Vive a San Pietroburgo ed è un ingegnere di supporto tecnico per SCHUNK, una multinazionale. Credo sia specializzato nella pneumatica e competenze certificate in software specifici tipo CAD 3D. Ha esperienza con impianti elettrici fino a 1000 volt. Ho trovato anche un Mykola Shynkarenko (un anziano con una bella foto con un cappello tipo Fedora rosso), un Mykola Shafarenko, un Maxim Shaparenko che cerca lavoro.

Non sapendo come scegliere, ho ristretto ai calciatori. Di Højbjerg c’è un Jeppe, un Rasmus e un Victor, curiosamente tutti e tre portieri. C’è anche un Gustav, difensore centrale di 17 anni e magari chissà, un giorno sarà lui a competere per l’Europeo dei nomi. Di Shaparenko invece c’è solo Mykola. L’unicità è un carattere importante per un nome, soprattutto nel calcio. A volerci affidare alla casistica (sempre in modo zero scientifico) è più probabile diventare un calciatore se meno persone si chiamano come te. Quindi, anche per questo, il Campione d’Europa dei nomi dell’Europeo 2020 è Mykola Volodymyrovič Šaparenko.


Premi bonus

Miglior nome che è anche una negazione

Loic Nego

Neco Williams

Kevin Nisbet

N’Golo Kanté

Miglior Silva

Silvan Widmer

Bernardo Silva

Rafa Silva

Andre Silva

Rui Silva

Miglior nome quasi uguale a un altro nome

Martin Koscelnik

Josko Gvardiol

Marco Bizot

Miglior nome, peggior cognome

Anssi Jaakkola

Breel Embolo

Jens-Lys Cajuste

Peggior nome, miglior cognome

Rifat Zhemaletdinov

Sasa Kalajdzic

Miglior nome per una spezia

Pepe

Enis Bardhi

David Zima

Miglior nome che sembra un verbo

Josip Brekalo

Miglior nome che non è il tuo vero nome dai

Lassi Lappalainen

Premio meme con i due Spiderman

Andreas Christensen e Anders Christiansen

Miglior nome siamo proprio sicuri eh?

Loris Benito

Miglior nome pronome

Ché Adams


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