Tradizionalmente, il break internazionale di ottobre è un momento ideale per le squadre riorganizzarsi in vista dei futuri impegni (l’Udinese lo ha fatto radicalmente, cambiando allenatore). Per noi è una buona occasione per analizzare quanto è accaduto in Serie A fin qui con l’aiuto del nostro modello di Expected Goals, tenendo presente, ovviamente, che tutte le conclusioni che verranno tratte di seguito valgono relativamente, perché 69 partite giocate su un totale di 380 rappresentano comunque un campione poco significativo, anche al di là delle considerazioni sulle difficoltà poste alle singole squadre dal proprio calendario.
Tanto più grande è il numero delle osservazioni, tanto più realistiche sono le medie dei valori osservati – vi prego di passarmi l’enunciato della Legge dei Grandi Numeri in versione semplificata – e tra un paio di mesi i rapporti di forza del campionato saranno più chiari.
Intanto, però, possiamo provare a capire se ci sono squadre che stanno andando oltre le aspettative, o che al contrario stanno viaggiando al di sotto dei propri reali mezzi, per quanto prodotto nelle partite giocate fin qui. Si tratta di interpretare i segnali poco udibili che però possono dirci quali squadre manterranno il ritmo attuale fino alla fine, e quali gioco forza cambieranno passo. Nel calcio, come nella vita, i fatti esistono anche per contraddire le previsioni. E meno male, altrimenti sai che noia.
La differenza reti (in verde) e la differenza tra Expected Goals fatti e subiti (in nero) di tutte le squadre, ordinate secondo l’attuale classifica di Serie A.
Chi sta ottenendo più del previsto?
Gli Expected Goals sono la statistica più avanzata disponibile nel calcio e nessun’altra metrica funziona meglio nell’individuare le distanze tra le squadre all’alba di una nuova stagione. Guardando la classifica del campionato, ad esempio, ci si potrebbe sorprendere del piazzamento del Chievo, ma in realtà la prestazione dei veronesi è in linea con le attese. Anzi, Maran e i suoi hanno qualcosa da recriminare dal punto di vista difensivo, dove hanno subito 1,6 gol ogni 90 minuti, più di quanto le occasioni che hanno concesso avrebbero prodotto in media.
Lazio e Torino, invece, sono le uniche squadre in tutta la Serie A con una prestazione sopra la media sia in attacco che in difesa. La Lazio è la squadra che ha segnato più gol dalla danger zone (1,6 gol ogni 90 minuti), con una percentuale di trasformazione del 31%. In pratica è come se 1 tiro su 3 scagliato dalla zona centrale della area di rigore finisse in rete. Una prestazione anomala, destinata a calare, visto che storicamente le migliori squadre della Serie A si assestano su una percentuale del 22-24% a fine campionato.
E Il Torino ha una prestazione simile a quella dei biancocelesti di Inzaghi: 1,3 gol ottenuti dalla danger zone e una percentuale di conversione da quella zona del 27%.
I numeri contraddittori di Torino e Lazio, contemporaneamente tra le 10 migliori squadre per penetrazione in area (a sinistra) e le 10 peggiori per volume di gioco nell’ultimo terzo di campo (a destra ci sono le peggiori 10 del campionato, ordinate dall'ultima all'undicesima in classifica per questa statistica, l'Empoli).
Torino e Lazio sono due delle migliori squadre del campionato se consideriamo il numero di passaggi messi a segno nell’area di rigore avversaria, ma la loro capacità di penetrazione non è sostenuta dal gioco, perché le due squadre non sono in grado di portare palla nella trequarti offensiva con la stessa efficacia. Il che sembra indicare che siano entrati facilmente in area di rigore, e che questo numero sia destinato a calare, piuttosto che quello dei passaggi nella trequarti ad aumentare.
Se dovessi azzardare un’ipotesi, questa discrepanza potrebbe essere un effetto del calendario: nelle prime 7 giornate, Lazio e Torino hanno incontrato rispettivamente 4 e 5 volte una delle 10 squadre che concedono più facilmente l’ingresso nella propria area di rigore.
Inoltre, le difese di Torino e Lazio stanno anche concedendo molte occasioni ad alto potenziale. Entrambe le squadre subiscono 1,6 tiri a partita con un valore più alto di 0,3 xG, cioè tre volte superiore al valore medio di tutti i tiri del campionato italiano. Solo Udinese (2,6 tiri a partita) e Empoli (2,1 tiri a partita) fanno peggio di loro. A fare la differenza per Lazio e Torino è stata la percentuale di conversione dei loro avversari, bassa, che di conseguenza ha portato a un numero di gol incassati inferiore alle attese. Ma la loro fortuna potrebbe finire presto.
Chi sta raccogliendo meno di quanto dovrebbe?
Se si dovessero confermare i numeri attuali anche per le prossime giornate di campionato, Pescara e Atalanta finiranno probabilmente per scalare la classifica di qualche posizione. I ragazzi di Oddo vantano crediti soprattutto per la qualità del loro attacco, ma il rapporto gol/tiri racconta di una conversione innaturalmente fallace (6%).
Guardando ai singoli, gli attaccanti del Pescara non brillano per efficienza, intesa come rapporto tra gol fatti e xG prodotti (i 10 migliori attaccanti della Serie A attualmente hanno tutti un valore d’efficienza superiore a 2). Al di là delle giuste considerazioni tattiche, Manaj rappresenta una scelta migliore di Caprari nel ruolo di numero 9: l’albanese è più preciso del compagno (il 58% dei suoi tiri finiscono nello specchio, rispetto al 20% dell’italiano) e si procura tiri in situazioni più redditizie (ogni suo tiro pesa mediamente 0,26 xG contro gli 0,07 di Caprari).
L’Atalanta di Gasperini ha subito quasi 5 reti più della media statistica (in tutte queste considerazioni i rigori sono esclusi). I bergamaschi sono al decimo posto per numero di passaggi concessi nella propria trequarti, fanno meglio di Sassuolo e Milan, e sono addirittura la squadra che concede meno passaggi in area di rigore (4,3 a partita), al pari del Napoli e meglio della Juventus (4,4).
E se c’è da aspettarsi che l’Atalanta subisca meno gol in futuro, si può anche prevedere che il numero dei passaggi concessi nella propria area di rigore sia destinato a salire, nonostante ciò va apprezzato il lavoro difensivo dei bergamaschi, a dispetto dei 9 gol subiti in 7 gare. Una conferma arriva anche dal numero di tiri ad alto potenziale concessi: sono 0,9 a partita, peggio solo di Juventus (che nelle prime 7 giornate non ha concesso alcun tiro superiore a 0,3 xG), Chievo (0,4 tiri/p90) e Milan (0,7 tiri/p90).
Gli strani casi di Roma e Fiorentina
I numeri assoluti degli Expected Goals fatti e subiti, per i quali le squadre sono state ordinate qui sopra, danno una figura d’insieme finalmente più chiara sul campionato. Il delta nell’ultima colonna è calcolato come differenza delle differenze reti (gol reali fatti e subiti da un lato e xG fatti e subiti dall’altro) e da un’idea di quanto una squadra è lontana dalla prestazione attesa. La Juventus è forse il miglior ensemble del campionato, è nelle prime posizioni sia per xG fatti che per quelli subiti, nonostante il calendario inizialmente proibitivo, ed ha ancora margini di crescita. Sul Napoli c’è un grosso punto interrogativo per via dei troppi gol segnati rispetto agli xG prodotti; mentre si comprende meglio la decisione dei Pozzo su Iachini, con l’Udinese in risalita per quanto riguarda gli xG prodotti nelle ultime giornate, ma assolutamente in difficoltà nella fase difensiva.
Qualcuno si sarà chiesto perché non ho citato la Roma o la Fiorentina tra le squadre che stanno performando al di sotto delle loro possibilità, in relazione alle aspettative di inizio anno e alle rispettive posizioni occupate oggi in classifica. Non l’ho fatto semplicemente perché non è vero: le due squadre, per motivi differenti, meritano l’attuale posizione.
La Roma ha prodotto una mole di gioco offensivo impressionante: è la migliore squadra per numero di passaggi nell’area di rigore avversaria (12,4 a partita), la migliore per numero di tiri dalla danger zone (8,1 a partita), la migliore per numero di occasioni pericolose prodotte (3,6 tiri da 0,3 xG in sù a partita), la migliore nei 4 maggiori campionati europei per numero assoluto di xG (il Manchester City è a 12,7 xG, il Barcellona ha 15,1 xG, il Bayern Monaco è a 13,4 xG).
La Roma è deficitaria nella trasformazione delle occasioni in gol: dalla zona centrale dell’area, i giallorossi convertono appena il 14% dei tiri. Senza dimenticare che la Roma ha in Dzeko l’attaccante con la peggiore efficienza del campionato tra tutti quelli che hanno segnato almeno un gol. E non c’è ragione per pensare che questi numeri debbano cambiare, evidentemente ci stanno dicendo qualcosa della qualità delle occasioni create della Roma e della sua capacità di finalizzarle.
Una cattiva fase difensiva completa il quadro: la Roma ha subito 8 gol e 8,1 xG in 7 partite ed è la squadra che concede più facilmente l’ingresso in area agli avversari di tutta la Serie A, con 9,1 passaggi nei sedici metri ogni 90 minuti.
Rigori esclusi, la Fiorentina ha segnato 5 reti (a fronte di 4,4 xG a favore) e ha subito 6 gol (mentre avrebbe dovuto subirne circa 7). Quindi, in realtà, i viola stanno viaggiando appena al di sopra delle attese in questo momento. La prestazione offensiva della squadra di Paulo Sousa è preoccupante: seppur supportata dal gioco (95,7 passaggi a partita giocati nell’ultimo terzo di campo è una performance simile a quella della Juventus), la Fiorentina non riesce a penetrare in area di rigore con continuità (4,7 passaggi ogni 90 minuti, solo il Palermo fa peggio in A).
Alla Fiorentina in attacco sta mancando per volume e per qualità: solo Empoli e Cagliari tirano meno e i viola sono i peggiori nella creazione di occasioni di valore (1 tiro con xG maggiore di 0,3 addirittura ogni 180 minuti). Se Paulo Sousa non riuscirà a trovare un rimedio, la Fiorentina sarà condannata ad un campionato lontano dalle posizioni di vertice.