Se il calcio è “la cosa più importante delle cose non importanti”, il fantacalcio è la cosa più importanti delle cose di calcio non importanti. Si gioca al fantacalcio per tanti motivi (i premi, la gloria, dare un senso ai Sassuolo-Udinese di fine stagione) ma la ragione principale è anche quella più illusoria: la possibilità di darsi un tono. Siamo in un paese di santi, poeti e allenatori, ma a parte pochi eletti – circa un centinaio, tra Serie A, B e C – la nostra vis tecnica si riduce all’astrazione. Quando accettiamo di “giocare” al fantacalcio – che non è propriamente un gioco, almeno per il significato che gli diamo – stiamo accettando di sottoporre a un giudizio il nostro senso il calcio, e in misura più ampia noi stessi.
Nella vita, si sa, verba volant, e si può sempre scrollare le spalle ai propri abbagli, sperando finiscano velocemente nel dimenticatoio; ma le rose del fantacalcio restano, e ogni settimana ci rimettono di fronte ai nostri errori. Per questo motivo, la scelta di un giocatore non può essere solo un fatto solo razionale, ma di fede. Ognuno ha il suo Dio: c’è chi lo cerca nei grandi nomi e chi nei giocatori della sua squadra, c’è chi si affida ai numeri e chi ai propri feticci. Ogni scelta è una piccola scommessa, ma le vittorie più belle sono quelle più complicate. Del resto, chi cerca perle deve tuffarsi nel profondo: solo le pagliuzze galleggiano sulla superficie.
Tra cinque anni, probabilmente, i fantallenatori non si vanteranno di Ronaldo – un fenomeno simile a una cometa di Halley, eccezionale ma prevedibile – però ricorderanno con orgoglio i 16 gol di Caputo, i bonus di Lazzari e la rassicurante continuità di Magnanelli, passato da perfetto sconosciuto a must have dei più affezionati fantacalcisti. I giocatori per vincere sono quasi sempre gli stessi, ma ci sono tutti quelli che servono a dare un senso al vostro ruolo di fantallenatore.
Tutto questo per convincervi, ancora una volta, a rivolgere il vostro sguardo verso quell’enorme esercito di giocatori provenienti dalla Serie B. Forse vi aiuteranno a vincere, forse no; di certo aggiungeranno pepe al vostro fantacalcio, dandovi la possibilità di giustificarvi col rischio della scommessa, o gongolare dicendo “l’ho scoperto io”.
N.B. Dalla lista sono stati esclusi i giocatori che hanno oltre 20 presenze in Serie A (quindi niente Pazzini, Brugman, Rispoli, Martella o Verre).
Alfredo Donnarumma
Un motivo per prenderlo: Nelle ultime due stagioni in B ha avuto numeri clamorosi: 70 presenze, 46 gol e 12 assist
Un motivo per non prenderlo: Mario Balotelli
Fantallenatore tipo: Il tifoso del Milan che si è stufato di tifare per i Donnarumma sbagliati
Lo scorso anno avete creduto in Caputo – un attaccante ormai ultratrentenne, praticamente digiuno dalla Serie A – e siete stati premiati con 16 gol, più di Immobile, Belotti, Icardi, Insigne, Dzeko e Mandžukić. Questa è la volta del suo ex compagno di avventure, Alfredo Donnarumma, che dopo lo scippo della scorsa stagione – quando gli è stato preferito La Gumina, acquistato per 9 milioni – si è finalmente guadagnato la sua chance in massima serie. Lo scorso anno ha giocato 32 partite su 38, mettendo insieme 25 gol e 7 assist: con lui il Brescia partiva sempre 1 a 0. Quest’anno proverà a ripetere la magia, per assicurare il futuro suo e della squadra in un campionato di vertice.
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L’arrivo di Balotelli ha aumentato la concorrenza, ma i due possono tranquillamente coesistere. Nella sua carriera Donnarumma si è dimostrato uno specialista di coppie offensive: ha giocato (e segnato) a Teramo con Lapadula, a Salerno con Coda, ad Empoli con Caputo e a Brescia con Torregrossa. In ogni caso vale la pena tentare: l’attaccante di Torre Annunziata arriva in Serie A con una voglia matta, e non sarà semplice togliergli il posto. Visto com’è andata all’Empoli – retrocessa dopo averlo sostituito con La Gumina – vi conviene salire sul carro del vincitore.
Sandro Tonali
Un motivo per prenderlo: È il cosplayer di Pirlo.
Un motivo per non prenderlo: Costerà molto, e non è detto che porterà tanti bonus.
Fantallenatore tipo: Quello che lo acquista a Football Manager da quando aveva 17 anni, e ora vuole portare la relazione al livello successivo.
Nell’introduzione a questo pezzo ho parlato di “scommesse” e “sorprese”, ma quando si parla di Tonali questi termini suonano stonati. Il gioiellino del Brescia è considerato da tutti un predestinato, e nel corso della sua carriera – già ai tempi dell’esordio in prima squadra, a 17 anni – ha dovuto fare i conti con la definizione di “nuovo Pirlo”. Con il “Maestro” Tonali condivide i primi passi della carriera – stesso ruolo, stessa squadra – e una vaga somiglianza fisica, accentuata dalle sue movenze, sempre un po’ ciondolanti. A livello tecnico Tonali si è dimostrato un ottimo interprete di una delle signature move di Pirlo, i lanci e i cambi di gioco a palla scoperta.
Tonali ha alle spalle una stagione e mezza da titolare, ma è già adesso un giocatore abbastanza definito, nonostante la giovane età. I parallelismi con Pirlo sono suggestivi, ma impropri: lo stesso Tonali ha più volte rifiutato l’accostamento, aggiungendo di rivedersi di più in Gattuso, mentre Corini l’ha paragonato a De Rossi. In questa girandola di nomi c’è tutta l’eccentricità di Tonali, un giocatore dalle ottime qualità tecniche, ma senza la sensibilità del trequartista, che però si esalta nel recupero della palla.
La sua crescita nell’ultimo anno a Brescia – una squadra molto verticale, che cerca di aggredire l’avversario difendendo in avanti – ha permesso a Tonali di migliorare l’apporto in fase di non possesso e transizione, spingendolo a prendersi più responsabilità in zone avanzate di campo. Lo scorso anno ha messo a referto 3 gol e 7 assist: non tanto, se si pensa al nuovo Pirlo; ottimi numeri se si pensa a un mediano che non ha ancora compiuto 20 anni.
Gabriele Moncini
Un motivo per prenderlo: Può essere il nuovo Petagna.
Un motivo per non prenderlo: Può essere il nuovo Paloschi.
Fantallenatore tipo: Quello che ama gli attaccanti fisici e bravi nel gioco aereo, ma è stato deluso troppe volte da Belotti.
Moncini ha soltanto 23 anni, ma ha già vissuto un paio di vite calcistiche. Dopo essere stato scartato dalle giovanili della Juventus (un periodo molto difficile), l’attaccante è passato al Cesena, dove ha fatto il suo esordio in Serie B, ma al termine della sua prima stagione da titolare si è trovato senza squadra a causa del fallimento dei romagnoli. Da qui il passaggio alla SPAL, dove però non ha mai giocato, e il successivo prestito al Cittadella, dove ha segnato 15 in 22 presenze, accompagnando la squadra a un passo dalla promozione ai playoff.
Adesso Moncini è tornato in Serie A e deve dimostrare di poterci restare: dalla sua ha ottima struttura fisica, grande tempismo e buona tecnica, con un istinto naturale per i movimenti in profondità, e un intuito da bracconiere in area di rigore. La SPAL per ora non gli sta dando grande fiducia, schierando Di Francesco seconda punta, ma il campionato è lungo, non si sa mai.
Marco Mancosu
Un motivo per prenderlo: È stato il protagonista della doppia promozione del Lecce.
Un motivo per non prenderlo: Potrebbe finire indietro nelle gerarchie.
Fantallenatore tipo: Chiunque ami il Salento e i trequartisti.
Quando c’è da controllare uno spiovente a centrocampo Mancosu è uno dei migliori giocatori in Europa
Anche prima degli arrivi di Babacar e Imbula il Lecce era già una squadra zeppa di giocatori affascinanti, molti dei quali potrebbero svoltarvi il fantacalcio. Potreste puntare sull’eleganza di Petriccione, affidarvi all’argento vivo di Falco o sperare nella conferma di La Mantia, bomber della scorsa stagione con 17 gol. Ma se siete romantici non potete che affidarvi a Marco Mancosu, cagliaritano di nascita e salentino d’adozione, capitano e leader tecnico della squadra, protagonista della doppia promozione giallorossa.
Mancosu è arrivato al Lecce nel 2016, dopo una lunga gavetta in alcune tra le piazze più calde della Serie C. Un giocatore “di categoria” assoldato come si fa con un killer stagionato, nel tentativo di garantire risultati a una squadra che sembrava essersi abbonata a secondi e terzi posti. La missione è riuscita al secondo tentativo, grazie all’arrivo di Liverani, che ha deciso di confermarlo anche in Serie B: Mancosu l’ha ripagato con la migliore stagione della sua carriera, chiusa con 13 gol e 6 assist. Ora ha un’altra occasione in Serie A, 11 anni dopo il suo esordio col Cagliari: potrà giocare trequartista, falso nove o mezzala, è nella lista dei centrocampisti e vale sicuramente la scommessa.
Dimitri Bisoli
Un motivo per prenderlo: È il figlio di Pierpaolo Bisoli.
Un motivo per non prenderlo: È il figlio di Pierpaolo Bisoli.
Fantallenatore tipo: Quello che sa a memoria tutto il testo di “Una vita da mediano”.
Pochi giorni fa, dopo l’ottimo esordio del figlio in Serie A, Pierpaolo Bisoli ha voluto ringraziare pubblicamente Cellino, suo presidente ai tempi di Cagliari, dove Dimitri è nato e ha mosso i primi passi da calciatore. «I meriti sono loro: di Cellino, che capisce di calcio per davvero, e naturalmente di Dimitri, che ha avuto la forza di crederci sempre, anche quando in pochi erano disposti a dargli fiducia». Tre estati fa Dimitri Bisoli era ancora alla Fidelis Andria, in Serie C, prima che Cellino decidesse di offrigli un’occasione.
Il centrocampista è arrivato con l’etichetta del figlio d’arte, ma ci ha messo poco a convincere tutti: è diventato subito titolare, e non ha più mollato il posto. Negli ultimi tre anni è stato uno dei punti fermi della squadra bresciana, e nella scorsa stagione – grazie alla guida di Corini – ha completato la sua maturazione, trasformandosi in una mezzala capace di unire quantità e qualità.
Forza, intuito, dinamismo e un gusto per i gol importanti. La scorsa stagione ha messo a referto 6 gol e 6 assist, e quest’anno ha già dimostrato di essere caldo: un assist per Donnarumma, in fuorigioco, e un gol di testa, in fuorigioco. Non avrà sempre tutta questa sfortuna.
Riccardo Sottil
Un motivo per prenderlo: Potrebbe diventare forte.
Un motivo per non prenderlo: Dopo la partita col Napoli rischia di costar caro.
Fantallenatore tipo: Quello che all’asta ha già preso la sua riserva: Franck Ribéry.
Le prime giornate di campionato sono piene di abbagli: ci troviamo di fronte squadre ancora non rodate e spesso incomplete, infarcite di giocatori che in quel momento sembrano indispensabili, e poi finiscono nel dimenticatoio. Ad agosto ci sembra tutto scintillante: i confermati ci danno un senso di riscatto o continuità, gli esordienti regalano grandi promesse, i nuovi acquisti hanno un’aura quasi invincibile. In questo senso vale ricordare la massima di Dickens, che diceva: «Non c'è un mese in tutto l'anno in cui la natura si adorni di più bella veste come nel mese di Agosto».
Non bisognerebbe fidarsi, ma come si fa a non restare turbati dallo splendido esordio di Sottil in Serie A? A vent’anni, con una manciata di presenze tra i professionisti alle spalle, l’esterno della Fiorentina ha messo a ferro e fuoco la fascia destra: nei suoi primi 78 minuti da titolare ha fatto due dribbling su tre, un passaggio chiave e due tiri in porta, costringendo gli avversari al fallo sei volte. Numeri poco interessanti, per i fantallentori, ma se ha fatto questo alla prima contro il Napoli pensate cosa potrà fare tra un paio di mesi contro Udinese, Parma e Verona. Certo, l’arrivo di Rachid Ghezzal non lo faciliterà.
Gaetano Castrovilli
Un motivo per prenderlo: Da piccolo voleva fare il ballerino, è cresciuto diventando un elegantissimo centrocampista.
Un motivo per non prenderlo: C’è abbastanza concorrenza.
Fantallenatore tipo: I fan di “Billy Elliot”, anche se il protagonista assomiglia molto più a De Roon che a Castrovilli.
Castrovilli ha 22 anni, un gran destro e l’abitudine di bruciare le tappe. Ha iniziato a giocare a calcio solo a 9 anni, ma tre mesi dopo era già stato acquistato dal Bari, dove è cresciuto e ha fatto il suo esordio in Serie B. Dopo un grandissimo Viareggio è stato acquistato dalla Fiorentina, che dopo 6 mesi in Primavera si è accorta dello spreco e l’ha rimandato in Serie B. Dopo due ottime stagioni con la Cremonese è tornato alla base, si è preso la numero 8 e punta a un campionato da protagonista.
“Castro” non ha molti muscoli, ma compensa con una buona rapidità e un ottimo tempismo; nelle due stagioni a Cremona ha migliorato la sua incisività in fase difensiva e nelle seconde palle, dimostrando di poter reggere i ritmi a la fisicità di un campionato duro come la Serie B.
Nella sua giovane carriera ha già giocato in quasi tutti i ruoli del centrocampo, disimpegnandosi come esterno nel tridente e laterale nel centrocampo a quattro, mezzala e trequartista. Il suo destro gli permette di incidere in ogni posizione di campo, e può essere pericoloso anche a difesa schierata, grazie alla sua rapidità e la capacità nei dribbling. Finora Montella l’ha utilizzato come mezzala sinistra, una posizione da cui può rientrare e cercare l’assist o il tiro. Non è un grande produttore di bonus (lo scorso anno ha messo insieme solo 4 gol e 4 assist), ma quest’anno sembra essere partito bene: un assist alla prima per Boateng, e una media di 1.5 tiri, 2.5 passaggi chiave e 5 dribbling a partita.
Mattia Zaccagni
Un motivo per prenderlo: Il suo nome fa subito pensare alla zaccagnata, che significa “coltellata”, ma può anche indicare una bomba sparata dal limite dell’area di rigore.
Un motivo per non prenderlo: Gioca nel Verona, squadra esperta di promozioni/retrocessioni.
Fantallenatore tipo: Quello che si presenta al calcetto con il gel sui capelli e i calzettoni tirati fin sopra al ginocchio.
La stagione del Verona è stata lunga e complicata, ma se bisogna trovare un momento chiave basta tornare allo scorso giugno. Alla vigilia del ritorno della finale playoff il Verona era con un piede e mezzo fuori dalla Serie A: aveva bisogno di una vittoria con due gol di scarto, ma a metà primo tempo era ancora ferma sullo 0 a 0. Al 26’ Zaccagni prende palla a metà campo, evita Siega e cambia il gioco per Faraoni; mentre il terzino controlla, taglia verso il centro e scambia con Di Carmine, Zaccagni – come guidato da un sesto senso – corre a lunghe falcate verso l’area di rigore, taglia alle spalle della difesa e sul filo del fuorigioco riceve la palla che trasformerà nell’1 a 0. Il gol cambia la partita, e con essa tutta la stagione degli scaligeri, che alla fine vincono 3 a 0, assicurandosi un posto in Serie A.
La promozione è stata un piccolo derby, per Zaccagni, che nel Verona è cresciuto e ha mosso i primi passi nel professionismo, ma ha avuto la sua prima esperienza “da grande” nel Cittadella, dove è andato in prestito sei mesi contribuendo alla storica promozione in Serie B. Mattia è arrivato in Serie A più tardi del previsto, ma ha tutto per farvi innamorare: grandi capacità balistiche, qualità nel gioco lungo, un dribbling lesto e secco, una grandissima progressione. Lo scorso anno – da mezzala, alla prima stagione giocata con continuità in Serie B – ha messo insieme 4 gol e 4 assist; quest’anno giocherà più avanzato, sulla trequarti, dove promette bonus ed emozioni in un Verona altrimenti troppo grigio.