La Juventus ha vinto tutte le dieci partite ufficiali finora giocate, otto di campionato e due di Champions League. Risultati notevoli anche se non del tutto inaspettati. A sorprendere, semmai, è stato il modo con cui questi sono arrivati: era difficile immaginare che a questo punto i bianconeri potessero essere secondi solo al Manchester City di Guardiola per tiri in porta a partita (21, contro i 21.8 dei Citizens) e per xG (2.46 per la Juventus, 2.66 per il Manchester City) nei 5 migliori campionati europei. I tiri a partita sono, mediamente, quasi 7 in più dell’anno scorso e gli xG per partita addirittura uno in più.
Un rendimento offensivo che ha permesso alla Juve di segnare almeno due gol in ogni partita giocata e che rappresenta un punto di rottura con la squadra della scorsa stagione, focalizzata principalmente sulla fase di non possesso. La grossa produzione offensiva non è figlia solo dell’ “effetto Ronaldo” – 7.6 tiri per partita, nessuno nei migliori campionati d’Europa ha tirato così tanto -, ma da una fase di possesso palla brillante e scorrevole, che ha migliorato la quantità e la qualità dei passaggi rispetto al 2017/18.
Lo scorso anno la Juventus di Allegri ha mostrato una certa difficoltà a resistere al pressing avversario e, più in generale, a far circolare il pallone. I giocatori non erano scaglionati in campo in maniera ideale e i bianconeri faticavano a generare linee di passaggio.
Le prime dieci partite della Juventus 2018/19 hanno invece messo in mostra una circolazione del pallone spigliata, precisa ed estremamente tecnica, capace di muovere le difese avversarie e generare con frequenza tiri verso la porta avversaria. Il contributo dei nuovi acquisti - Bonucci, Cancelo ed Emre Can - nella costruzione della fase di possesso della squadra è determinante e ha consentito a Massimiliano Allegri di avere nuovi ingredienti tecnici da inserire nella miscela della sua costruzione tattica.
La fase di possesso della Juventus contro l’Udinese. La fascia destra
Un esempio del contributo della qualità dei nuovi acquisti si è avuto nella partita di Udine, in cui la Juventus ha dominato i padroni di casa vincendo agevolmente per 2-0. I bianconeri hanno tenuto il pallone per il 60% del tempo, con il 90% di precisione nei passaggi e hanno tirato in porta 21 volte, di cui 18 su azione.
2.5 xG e 21 tiri per la Juventus contro l’Udinese.
Contro il 4-4-1-1 predisposto in fase di non possesso da Velasquez, che alzava Mandragora alle spalle di Lasagna per contrastare Miralem Pjanic, lo schieramento della Juventus, che formalmente schierava una linea di 4 difensori e tre centrocampisti di ruolo, mutava in maniera fluida, disegnando una sorta di 3-1-4-2. Pjanic era schierato metteva vertice alto di un rombo arretrato mentre i due esterni rimanevano larghissimi a occupare l’ampiezza del campo.
Sul lato sinistro le posizioni erano più definite: Chiellini occupava il vertice sinistro del rombo arretrato, Alex Sandro l’ampiezza e Matuidi il corridoio interno, pronto a inserirsi negli spazi profondi lasciati liberi dai movimenti di Cristiano Ronaldo.
Il triangolo di sinistra costituito da Chiellini, Alex Sandro e Matuidi che internamente occupa lo spazio lasciato libero da CR7 che si muove andando incontro al pallone.
A destra sono stati rispettati gli stessi principi di occupazione dello spazio, con un triangolo i cui vertici erano dislocati ad altezza diversa. Uno di questi era posizionato sulla linea laterale per garantire ampiezza. I tre giocatori impegnati nella formazione di questi triangoli mobili erano Cancelo, Bentancur e Dybala. A differenza che nel lato sinistro del campo, però, a destra i giocatori potevano indifferentemente giocare in ognuno dei tre vertici del triangolo, muovendosi con fluidità e giocando bene in ognuna delle tre posizioni grazie alla tecnica a disposizione.
Una prima opzione era quella che vedeva Cancelo stringere la propria posizione in fase di possesso palla al fianco destro di Bonucci, occupando il vertice destro del rombo arretrato. L’ampiezza era presa dalla mezzala Bentancur e Dybala occupava invece il corridoio interno.
Il rombo arretrato di costruzione della Juventus e il triangolo di destra con Cancelo vertice basso, Bentancur largo e Dybala interno.
Dybala poteva occupare anche l’ampiezza del campo, ricevendo con le spalle alla linea laterale e tutto il campo da esplorare col suo piede sinistro, con Bentancur a giocare nel corridoio interno. La posizione più arretrata del triangolo di destra poteva invece essere presa da Rodrigo Bentancur, con Cancelo largo a destra e Dybala nell’half-space.
Il 3-1-4-2 in fase di possesso palla della Juventus, con Matuidi che si inserisce nello spazio profondo liberato da Ronaldo. Bentancur gioca al fianco di Bonucci, Cancelo si mette coi piedi sulla linea laterale.
L’estrema fluidità delle posizioni portava talvolta Dybala, nella metà campo avversaria, ad occupare il vertice basso del triangolo, con Cancelo e Bentancur liberi, alternativamente, di dare ampiezza alla squadra.
Nell’ultimo terzo di campo Dybala occupa il vertice arretrato del triangolo di destra.
I principi della fase offensiva
La continua formazione di triangoli mobili, con assoluta libertà di posizione, aveva l’obiettivo di creare il maggior numero possibile di linee di passaggio, occupando altezze e corridoi diversi in campo. Il costante presidio dell’ampiezza ha garantito inoltre la possibilità di dilatare le linee difensive avversarie o, in alternativa, la possibilità di trovare sempre un uomo libero sull’esterno. La tecnica e le capacità di lettura dei giocatori della fascia destra della Juventus hanno fatto il resto, consentendo loro di variare di continuo la propria posizione, seguendo il proprio istinto tattico e regalando imprevedibilità alla manovra. La Juve ha sviluppato il 41% dei propri attacchi sul proprio lato destro.
Nel lato destro della pass-map della Juventus Cancelo e Bentancur occupano quasi la stessa posizione media.
Nella fase di possesso palla della Juventus si sono fusi concetti tattici - come il passaggio dal 4-3-3 difensivo a un rombo arretrato in fase di costruzione e la creazione continua di triangoli e rombi lungo il campo – e virtù tecniche che hanno permesso di muovere velocemente la palla. Allegri cuce il suo gioco attorno alle caratteristiche dei giocatori, e per questo la fascia sinistra ha giocato un calcio più rigido mentre questa destra uno più fluido, appoggiandosi alla versatilità di Dybala, Bentancur e Cancelo. Il centrocampista uruguaiano ha mostrato la sua capacità di muovere il pallone, occupando il vertice arretrato del triangolo, di giocare in ampiezza e di inserirsi internamente, come in occasione del gol del vantaggio bianconero.
È stato però soprattutto Cancelo a definire le caratteristiche della circolazione del pallone e a permettere ad Allegri di muovere in maniera fluida tutte le pedine. Semplificando, il portoghese giocava da centrale di destra, terzino, ala e mezzala destra, come in occasione della traversa colta al minuto 85, quando è entrato dentro al campo per occupare il corridoio interno.
Cancelo occupa il corridoio interno, Bernandeschi rimane dietro a sostegno.
L’influenza di Cancelo nella fase di possesso della Juventus è certificata dai numeri. A Udine il portoghese è stato il giocatore che ha toccato più volte il pallone (104), e ha messo a segno 1 assist, ben 5 key pass e 2 tiri in porta. I suoi continui movimenti hanno redisegnato costantemente la struttura posizionale della squadra, regalando sempre nuove linee di passaggio e imprevedibilità tecnica.
Il contributo di Cancelo, assieme a quello degli altri acquisti estivi della Juventus, permette ad Allegri di giocare un calcio offensivo più brillante, non solo grazie alla tecnica dei nuovi giocatori arrivati, ma anche a una disposizione in campo più funzionale alla circolazione rapida ed efficace del pallone. La tecnica di Cancelo, Bonucci, Can e Ronaldo, intesa anche come capacità di leggere la puntuale situazione tattica e interpretarla al meglio, permettono al tecnico bianconero uno spettro più ampio di soluzioni strategiche. Nelle prime 10 partite abbiamo visto un netto miglioramento della fase offensiva della Juventus e forse la rappresentazione più precisa delle convinzioni di di Massimiliano Allegri, secondo cui tecnica e tattica si fondono influenzandosi a vicenda, dando alla squadra la migliore versione possibile.