Il primo gennaio si è aperta una nuova sessione di mercato. Sarà un mese di rumor impossibili, aspettative mancate e giocatori del Genoa venduti da Preziosi.Fino al 31 gennaio proveremo a commentare le trattative più interessanti quotidianamente, su questo articolo che aggiorneremo in diretta anche più volte al giorno.
I 5 giocatori accostati in maniera più assurda a Pogba durante il calciomercato di gennaio
[Mercoledì 1, pomeriggio]
Dopo Messi e Cristiano Ronaldo, Pogba è probabilmente il calciatore che è stato più utilizzato come metro di paragone in quest'ultima finestra di mercato. Dopo il suo passaggio al Manchester United, però, la situazione è diventata incontrollabile al punto che abbiamo sentito il bisogno di classificare i cinque giocatori accostati in maniera più assurda all'ex centrocampista della Juventus.
5. Roberto Gagliardini, il Pogba bianco
L'ha definito così un'istituzione come Gian Piero Gasperini e quindi noi ci fidiamo.
4. Gerson, il Pogba brasiliano
Anche se lui, con l'usuale umiltà, non l'ha presa benissimo: "L'ho presa come un complimento ma io ho il mio stile".
3. Emmanuel Besea, il Pogba del futuro
Il centrocampista ghanese, passato dal Modena al Frosinone, è considerato il nuovo Pogba ma, "stranamente" si legge in questo pezzo, è andato in scadenza di contratto.
2. Abukar Mohamed, il Pogba finlandese
La definizione completa sarebbe "il Pogba finlandese di origini somale", ed è forse per questo che il ds della Lazio, Igli Tare, se ne è innamorato.
1. Kalvin Lumbombo Kalala, il Pogba di Montemurlo
D'altra parte assomiglia a Pogba ed è appena passato dal Jolly Montemurlo alle giovanili del Carpi (che poi l'ha immediatamente passato al Savona): il soprannome viene quasi naturale. Alla fine, forse, scopriremo che tutti possiamo essere il Pogba di qualcosa.
Adebayor ha trovato una nuova squadra
[Mercoledì 1, mattina]
Nel frattempo Emmanuel Adebayor, l'uomo che a quanto pare è solito fare palestra con un muffin e un caffé in mano, è incredibilmente riuscito a trovare una nuova squadra in cui giocare: il Basaksehir, in Turchia. È un buon giorno per tutti gli amanti dei suoi account social.
Tre acquisti pazzi dell'Empoli che forse dovreste prendere al fantacalcio
di Emanuele Atturo
[Mercoledì 1, mattina]
L’Empoli ha appena venduto il proprio miglior giocatore, Saponara, ai propri cugini di città e ora di fatto non rimane nessuna stella in squadra (se proprio non vogliamo considerare Mchedlidze una stella…). Eppure durante il calciomercato i toscani hanno mosso molto e molti dei loro acquisti sono particolarmente allettanti per l’asta di gennaio del fantacalcio. Ecco la top 3 dei giocatori che potrebbero farvi svoltare nella vostra lega.
Arnel Jakupovic
Un motivo per prenderlo: Ha una bella “pezza” di sinistro.
Un motivo per non prenderlo: Rischia di non vedere il campo.
Jakupovic fa parte della categoria dei giocatori acquistati a gennaio che non abbiamo mai sentito nominare. L’Empoli ha pagato un milione al Middlesbrough per prenderlo prima della sua scadenza di contratto, a giugno. Jakupovic ha 18 anni, giocava nella squadra riserve del “Boro” ed è nel giro delle selezioni giovanili austriache. È un centravanti fisico - 1 metro e 86 - che ama avere il pallone sui piedi, dribblare usando il corpo e tirare bombe di sinistro verso la porta. Praticamente Mchedlidze.
Quindi rischia di fare semplicemente la riserva del georgiano: non la prospettiva più entusiasmante possibile.
Miha Zajc
Un motivo per prenderlo: È così sconosciuto che anche se dovesse andare male, potrete rivendicare il suo acquisto quando esploderà tra qualche anno.
Un motivo per non prenderlo: Non so, state messi così male a centrocampo?
L’acquisto di Miha Zajc, per 800mila euro, è stato commentato così da Martusciello: «Giocatore di grande qualità, può interpretare qualsiasi ruolo del centrocampo. Ha idea di gioco, è coordinato. Però è un innesto nuovo e quindi ha bisogno di tempo per entrare in meccanismi che sono rodati». Una dichiarazione che lascia molta ambiguità sulle possibili presenze dello sloveno, classe ’94, da qui a fine anno.
È altrettanto vero però che l’Empoli è in una situazione tecnica così disastrosa che basterebbe saper giocare minimamente a calcio per guadagnarsi un posto da titolare. È impossibile capire il livello di Zajc, che finora ha giocato nel campionato sloveno - non il più competitivo d’Europa -, ma di sicuro sa toccare bene il pallone. Ha un baricentro basso, è dinamico, abbastanza tecnico, si inserisce in area e calcia bene.
Il suo worst case scenario è Rade Krunic. Il suo best case scenario è Piotr Zielinski. Nessuno nella vostra lega sarà pronto a spenderci un euro e, anche se dovesse andar male, farsi una fama hipster non è mai così male.
Omar El Kaddouri
Un motivo per prenderlo: un trequartista titolare libero a gennaio è pur sempre una buona scommessa (a meno che non siate in una lega talmente perversa che qualcuno aveva già El Kaddouri in rosa).
Un motivo per non prenderlo: È antipatico, i giornalisti lo odiano e hanno ragione.
El Kaddouri a un certo punto sembrava dovesse andare al Trazbonspor ma alla fine l’Empoli è riuscito a chiudere un accordo a titolo definitivo con un contratto fino al 2021. Dovrebbe essere lui il sostituto di Saponara come vertice alto del rombo stretto di centrocampo. Un ruolo che però non ha mai ricoperto in carriera: il marocchino non è abituato a giocare in spazi così stretti e potrebbe faticare nella gestione dei passaggi spalle alla porta. In compenso è piuttosto dinamico e ha un’ottima visione in verticale.
Nel modulo di Martuscello il trequartista ha grosse responsabilità non solo creative, ma anche di finalizzazione. El Kaddouri, specie nei suoi anni a Torino, ha dimostrato di vedere decentemente la porta (8 gol in due anni). Che vi costa?
Che tipo di giocatore è Trent Sainsbury
di Francesco Lisanti
[Martedì 31, pomeriggio]
Il primo giocatore della storia dell’Inter nato in Oceania arriverà dunque dal campionato cinese, precisamente dal Jiangsu Suning, altra squadra del gruppo omonimo, all’interno di un’operazione che ha vari vantaggi: ereditare il minutaggio di Ranocchia, liberare un posto “internazionale” nella squadra cinese della proprietà, e alimentare una curiosità sufficiente da guadagnarne in termini commerciali (o almeno, sicuramente più di quanta ne avrebbe alimentata Ranocchia).
Per provare a capire che tipo di pedina potrà rivelarsi Sainsbury nello scacchiere di Pioli, bisogna tener conto che le sue caratteristiche, così come le sue scelte, sono fortemente dettate dal contesto. Nel campionato cinese, Sainsbury si trova spesso a dover marcare attaccanti poco fisici, o lenti, e questo lo invita a staccarsi spesso dalla linea per cercare l’anticipo di testa, soprattutto se il Jiangsu si dispone con 5 difensori. Va detto che non è particolarmente alto, 184 centimetri, meno di Miranda, molto meno di Ranocchia, ma ha una buona elevazione.
È molto sicuro con la palla tra i piedi, e dimostra letture invidiabili per il ruolo, sempre orientate a tagliare una linea avversaria. Con buona precisione, predilige il gioco corto verso il centro e il gioco lungo verso le linee laterali. Queste qualità invidiabili, che sarebbero realmente utili alla precaria impostazione dal basso dell’Inter, vanno però contestualizzate ad un’intensità molto più bassa, con spazi incredibilmente più ampi da sfruttare.
Lo stesso Murillo, con la maglia della Colombia, dimostra una sicurezza nel playmaking che non gli è propria nel calcio europeo, dove prende puntualmente la decisione più conservativa. E rispetto a Murillo, Sainsbury è molto più lento. Nell’uno contro uno, si tiene sempre a distanza dal marcatore e indietreggia senza tentare l’affondo. Se deve correre all’indietro, prova pigramente a seguire la palla e la linea, permettendo che in quella magica bolla del campionato cinese vengano a galla reperti come questi: Obafemi Martins che gli taglia alle spalle e infila la difesa del Jiangsu.
Non c'è motivo, insomma, per pensare possa imporsi da titolare nel campionato italiano. Sarà interessante, se ne avremo l’occasione, vedere come riuscirà ad adattarsi al salto di categoria: tenterà ancora l’anticipo sistematico ora che dovrà affrontare avversari più grossi e veloci? Riuscirà a migliorare l'impostazione dal basso dell’Inter, pur dovendo sostenere fasi di pressing organizzato?
Lista dei desideri: Lazio
di Tommaso Giagni
[Martedì 31, pomeriggio]
Il calciomercato è quasi finito e la Lazio sembra non voler/poter comprare nessuno. Eppure la squadra continua ad avere bisogno di una punta che faccia rifiatare Immobile e che non sia Djordjevic. Non può essere un nome altisonante, anche perché non c'è bisogno di rompere gli equilibri; né può essere un'operazione costosa, conoscendo Lotito.
Alberto Paloschi sembra il profilo adatto. È già pronto, fisicamente e in rapporto al campionato italiano. Viene da mesi deludenti e ha il carattere per rilanciarsi. Ha appena compiuto 27 anni, non è fiaccato da una lunga carriera. Ha caratteristiche diverse dagli attaccanti a disposizione di Inzaghi: è un uomo d'area che potrebbe giocare anche insieme a Immobile, e comunque offrirebbe soluzioni alternative. Infine, tra Lazio e Atalanta c'è una situazione aperta che può essere d'aiuto: Berisha è in prestito con diritto di riscatto, formula che sembrerebbe sensata anche in questo caso.
P.S. Prima ancora alla Lazio servirebbe un portiere vero, ma immaginare di averlo prima dell'estate è utopia.
Certi amori, con Moyes, non finiscono
[Martedì 31, pomeriggio]
È pratica comune per un allenatore provare a portarsi dietro giocatori che già conosce quando passa ad un’altra squadra. Moyes, però, forse sta esagerando. Con l'acquisto di Bryan Oviedo e Darren Gibson dall'Everton, infatti, l'allenatore scozzese ha fatto una cosa probabilmente senza precedenti. Questa estate si era già andato a riprendere gli unici tre giocatori che era riuscito a valorizzare allo United: Adnan Januzaj, Donald Love e Paddy McNair. Da aggiungere ai suoi ex pupilli dell’Everton: Steven Pienaar, Victor Anichebe e Jolson Lescott. Mettendoci anche l’ex ragazzo prodigio Jack Rodwell, scoperto proprio da Moyes all'Everton e ritrovato in rosa al Sunderland, sono ben nove i giocatori da lui già allenati ora ai Black Cats. Certi amori non finiscono, come si dice.
Top 3 dei gol di Palladino con la maglia del Genoa
[Martedì 31, mattina]
Con Federer-Nadal, la sfida delle sorelle Williams e Palladino al Genoa siamo definitivamente tornati al 2008. Vedendo l'ex attaccante del Crotone fare le visite mediche a Genova non si possono non sentire le campane di Viva la Vida dei Coldplay o rivedere sullo schermo del proprio computer i banner glitter dei profili Myspace. Palladino al Genoa è la conferma che il tempo è circolare, che tutto prima o poi ritorna, che la fine è l'inizio e viceversa. Per questo motivo abbiamo deciso di compilare una top 3 dei suoi gol con la maglietta del Genoa, per far salire l'hype ai tifosi del Genoa.
Facile, contro la Juve
Ok, questo non è un gol difficilissimo: Palladino ha lo specchio della porta aperto e non deve fare altro che aprire il piatto per appoggiare il pallone in rete. Ma lo scatto con cui brucia una scheggia come Marchionni ci fa venire la nostalgia di quando non ci veniva il fiatone salendo le scale.
Di precisione, contro il Parma
Qui Palladino utilizza il suo calcio come una mazza da baseball, colpendo il pallone di collo pieno per metterlo alla sinistra del portiere. Questo gol fissò definitivamente il risultato sul 2-2, dopo le reti di Palacio e la doppietta di Biabiany.
Alla Henry, contro la Fiorentina
Questo è un gol che chi ha giocato a calcio ha sognato almeno una volta di fare. Palladino lo fa con la stessa nonchalance di Henry, ingannando un già appesantito Frey. Chissà che non possa ripeterlo già domenica, contro il Sassuolo.
Per Ocampos adesso arriva il difficile
di Dario Saltari
[Lunedì 30, mattina]
Gennaio non è nemmeno finito del tutto e il Genoa ha già perso praticamente tutti i suoi giocatori migliori. Oggi è il giorno di Ocampos che, dopo Rincon e Pavoletti, ha imboccato la strada che porta ai grandi centri del calcio italiano, in questo caso Milano.
L’esterno argentino, che col trasferimento al Milan chiude per adesso la sua traiettoria di redenzione (stella nascente del River Plate, arrivo in Europa, fallimento in Francia, rinascita a Genova, affermazione a Milano), troverà però a Milanello una concorrenza molto agguerrita: con lui è arrivato Deulofeu, e insieme vanno a completare con Suso e Bonaventura una batteria di ali di primo livello. Se con Juric, Ocampos era il punto fermo, l’uomo preposto ad attivare le vertiginose transizioni verso la porta avversaria, con Montella tutto questo cambierà, sia a livello di gerarchie che a livello di gioco.
Il Milan ha infatti un gioco più cerebrale e meno intenso di quello del Genoa, dove un giocatore intelligente e molto abile senza il pallone come Bonaventura può ricoprire con grande qualità il ruolo di ala sinistra senza avere un’esplosività e una conduzione palla da primo della classe. Il gioco potente ma meccanico di Ocampos (palla sull’esterno destro, taglio esterno-interno, cross o tiro) avrà insomma più difficoltà ad affermarsi al Milan, soprattutto contro quelle squadre che lasceranno l’iniziativa alla squadra di Montella cercando di difendere lo spazio centrale. L’ala argentina non ha un’indole associativa sviluppata come quella di Bonaventura e nelle partite più bloccate è sempre sul punto di incaponirsi in complesse giocate individuali.
Ocampos darà comunque una possibilità in più a Montella nelle partite in cui vorrà sfruttare un gioco lungo di transizioni che ha dimostrato di non disdegnare. Non ha la difesa della palla spalle alla porta di Niang ma rimane comunque uno dei migliori in Serie A quando c’è da risalire metri e metri di campo palla al piede. Per affermarsi davvero, però, sarà costretto a salire di livello arricchendo il suo gioco. O tornerà di nuovo ad essere merce di scambio riaprendo il suo ciclo di redenzione.
Cristante riparte dall'Atalanta
[Giovedì 26, pomeriggio]
Nel frattempo sembra che l'Atalanta abbia ormai chiuso la trattativa con il Benfica per il prestito di Bryan Cristante, che prova così a far ripartire ancora una volta la sua giovane carriera dopo la fallimentare esperienza al Pescara. Sarà interessante vedere un giocatore come Cristante alle prese con l'aggressività asfissiante senza palla della squadra di Gasperini, aspetto che potrebbe farlo crescere più delle esperienze precedenti in Italia e in Portogallo.
Di lui aveva parlato Federico Aquè in un pezzo di qualche tempo fa, di cui citiamo un breve estratto: "Pur essendo alto, il colpo di testa non rientra tra le sue specialità: gli manca un po’ di malizia nell’utilizzare il proprio corpo per tenere a distanza l’avversario e certamente deve migliorare nei tempi di stacco. Nei contrasti è invece già sufficientemente deciso, anche se preferisce giocare d’anticipo piuttosto che cercare lo scontro fisico con l’avversario. [...] Più che un play, Cristante è un quarterback e per questo è il mediano ideale in una squadra che gioca in maniera molto diretta, che punta a colpire soprattutto con rapide transizioni offensive. Non sarà veloce, ma è un acceleratore di gioco, con una qualità difficile da riscontrare in Italia".
Cinque squadre che dovrebbero provare a prendere Giaccherini
[Giovedì 26, mattina]
L’agente di Giaccherini ha dichiarato ieri che chiederà la cessione al Napoli, visto che Sarri “purtroppo non lo vede”, aggiungendo che su di lui ci sarebbe l’interesse di molte squadre. D’altra parte, Giaccherini è un giocatore estremamente duttile, che sa ricoprire con qualità praticamente tutti i ruoli dalla metà campo in su, e per questo motivo potrebbe essere quindi utile a mezza Serie A. Noi abbiamo scelto le cinque squadre che dovrebbero fare di tutto per cercare di strapparlo al Napoli in questi ultimi cinque giorni di mercato.
Sampdoria
A parte il ruolo di regista, che d’altra parte nella Sampdoria è ricoperto egregiamente da Torreira, Giaccherini potrebbe occupare qualunque posizione del rombo di Giampaolo. Il tecnico svizzero avrebbe finalmente una mezzala dinamica senza palla, in grado di allungare le difese avversarie con inserimenti in verticale, capace però anche di saper far avanzare il baricentro della squadra con un possesso a due tocchi. In più, Giaccherini potrebbe eccezionalmente ricoprire anche il ruolo di seconda punta, donando finalmente alla Sampdoria quel tempismo nei movimenti in orizzontale ad aprire le difese avversarie che per adesso manca.
Chievo
Un’altra squadra col rombo, il Chievo, potrebbe puntare su Giaccherini come jolly, in vista anche di una possibile cessione di Castro in estate. Forse il centrocampista del Napoli soffrirebbe l’aggressività e la fisicità della squadra di Maran all’inizio, ma si ritroverebbe come una rana nello stagno nell’indole verticale e dinamica dei “clivensi”.
Lazio
Inzaghi dall’inizio della stagione ha praticamente utilizzato tutti i moduli disponibili: dal 3-5-2 al 4-3-3, dal 4-2-3-1 al 3-4-3. Per una squadra così fluida e attenta ad adattarsi all’avversario, un giocatore come Giaccherini potrebbe ritrovarsi titolare quasi in qualsiasi momento. Giaccherini, infatti, nella Lazio potrebbe fare l’esterno alto nel 4-2-3-1, la mezzala nel 4-3-3 o addirittura l’esterno basso in caso di difesa a tre. Per una squadra dalla panchina non lunghissima e non di altissimo livello sarebbe come acqua nel deserto.
Fiorentina
La Fiorentina è alla ricerca da quest’estate di un uomo che si muova senza palla che possa aggiungersi a Kalinic. Giaccherini sarebbe praticamente il profilo perfetto: dinamico e puntuale senza il pallone ma capace anche di gestire il possesso, il centrocampista del Napoli potrebbe sia ricoprire i due vertici alti del quadrato di centrocampo del 3-4-3 sia uno dei tre posti sulla trequarti del nuovo 4-2-3-1. Senza contare che potrebbe dare a Sousa anche un’alternativa di qualità ai vari Milic, Oliveira e Sanchez sull’esterno basso.
Roma
La Roma è corta di rosa in due reparti: a centrocampo e sugli esterni alti. Giaccherini rappresenterebbe da solo la risposta ad una doppia esigenza. In più, donerebbe a Spalletti quella profondità e applicazione tattica che sta cercando in Defrel con il vantaggio di costare meno della metà del suo prezzo. C’è solo da convincere il Napoli.
Callegari ha un grande talento ma è poco adatto al gioco del Genoa
di Dario Saltari
[Mercoledì 25, pomeriggio]
A quanto pare, il Genoa, in quella cavalcata dell’Apocalisse che è il suo mercato di gennaio, sarebbe molto vicina a chiudere la trattativa per il prestito di Lorenzo Callegari, giovane francese di origini italiane proveniente dalle giovanili del PSG.
Callegari ha brillato quest’estate nella tournée negli Stati Uniti e poi ha giocato questa prima parte di stagione soprattutto nelle riserve e nelle giovanili del club parigino, esordendo in Ligue 1 a fine novembre contro l’Angers (appena tre minuti di gioco). Stiamo parlando di un ragazzo di nemmeno 19 anni che, ovviamente, ha tutta la sua carriera davanti. Ma Callegari ha già caratteristiche molto definite, che ci permettono di intravedere ciò che potrebbe dare al Genoa in quel che rimane di questa stagione.
Callegari è di fatto un regista, un vertice basso di un centrocampo a tre, molto abile a consolidare il possesso della propria squadra associandosi nel breve con centrocampisti e difensori. Ha un baricentro bassissimo che gli permette di mettere il proprio corpo in diagonale sempre a protezione della palla e un destro al velcro che utilizza nel gioco lungo in maniera molto elegante e precisa, per trovare i compagni sugli esterni con cambi di gioco e lanci lunghi. Meno pulito, invece, il suo gioco a terra quando prova a tagliare le linee avversarie in verticale.
La vera incognita di Callegari, tuttavia, è il gioco senza palla. Il giovane centrocampista del PSG ha un’aggressività molto spiccata ma quasi del tutto istintiva, con cui cerca di togliere il pallone all’avversario in qualunque momento, anche quando saggezza consiglierebbe di esitare. Questo lo porta ad essere molto irruento e quindi ad essere spesso saltato. È difficile immaginare un calciatore come lui alle prese con le marcature a uomo a tutto campo di Juric, soprattutto perché la sua irruenza potrebbe rendere il Genoa ancora più esposto alle transizioni avversarie di quanto lo è oggi.
Più in generale, quello di Callegari è un profilo che per adesso cozza con il gioco verticale e ipercinetico dell’allenatore serbo (ma a 19 anni i calciatori sono ancora argilla plasmabile nelle mani dei loro allenatori). Non sappiamo se è una strategia presa in accordo tra Preziosi e Juric, ma il club genovese, se prendiamo anche in considerazione il rumor su Hernanes, sembra ormai intenzionato a dirigere le proprie risorse su profili decisamente diversi da quello rappresentato da Rincon.
Cinque squadre dove Cassano farebbe faville, forse
di Marco d'Ottavi
[Mercoledì 25, pomeriggio]
Antonio Cassano ha rescisso il contratto che lo legava la Sampdoria. Come tutte le migliori storie d’amore la loro è finita molto male e sicuramente troppo tardi, con il giocatore che non scende in campo da maggio 2016. Ora "Fantantonio" può cercare un’altra squadra: a 34 anni non è ancora un calciatore finito ma di certo non può più permettersi di sbagliare scelta. Abbiamo ipotizzato cinque squadre in cui il talento superiore del barese potrebbe rilanciarsi.
RB Lipsia
A Lipsia Cassano potrebbe rappresentare un glitch imprevedibile in una matrice perfetta. Essere usato come piano B quando il piano A, ovvero gioventù + pressing, non funziona. Immaginate Cassano entrare in campo negli ultimi 15 minuti e risolvere con una singola giocata una partita che 75 minuti di movimenti coordinati ed asfissianti non hanno risolto. Sarebbe pure una bella operazione simpatia per la squadra più odiata di Germania: non si può odiare veramente una formazione che schiera Antonio Cassano.
Bari
Se deve essere Serie B, che sia a casa. Tornare dove tutto è cominciato, oltre ad essere un omaggio a chi ama le narrazioni circolari, sarebbe un bel segno di maturità. Dopo aver sprecato il suo talento in giro per l’Italia è arrivato per Cassano il momento di crescere e diventare un leader. Mettere il proprio io in secondo piano, dietro alle necessità del Bari e dei suoi tifosi, aiutandoli nell’unica cosa che conta: tornare in serie A dopo sette anni.
Chelsea
Se non gli fa venir voglia di giocare a pallone con impegno, sudare e lottare fino all’ultimo minuto Antonio Conte, chi può farlo? Nel Chelsea Cassano troverebbe probabilmente poco spazio, ma come detto lo shock traumatico della combo Premier League + Antonio Conte avrebbe sicuramente un valore salvifico su un giocatore a cui mancano le motivazioni. E poi chi non vorrebbe vedere Cassano e Diego Costa in campo nello stesso momento?
Genoa
Cassano mi sembra il tipo di persona vendicativa che può scegliere il proprio futuro con il semplice scopo di dar più fastidio a qualcuno. A Genoa poi troverebbe una squadra in crisi a cui manca proprio il genere di talento che si porta in dote il barese, per cui potrebbe essere anche realmente utile alla squadra di Juric. E a Giovanni Simeone che sembra nato per convertire in gol passaggi di gente come Cassano.
Nazionale Italiana Beach Soccer
Cassano + piedi scalzi + sabbia + nessuno che corre + magie = dove si compra il biglietto?
Chi ci guadagna nello scambio Niang-Ocampos?
di Federico Aquè
[Mercoledì 25, mattina]
M’Baye Niang e Lucas Ocampos sono nati lo stesso anno (1994), hanno segnato lo stesso numero di gol in campionato (3) e occupato lo stesso ruolo (l’esterno sinistro) nei tridenti di Milan e Genoa. Entrambi alla ricerca dell’occasione giusta per dare una svolta non solo alla stagione, ma anche alle proprie carriere, si scambierebbero i rispettivi posti con una certa naturalezza.
Il ritorno di Niang al Genoa, due anni dopo la fondamentale esperienza agli ordini di Gian Piero Gasperini, modificherebbe gli equilibri offensivi della squadra di Ivan Juric. Il francese può occupare tutti i ruoli del tridente, ma anche dare al tecnico croato la possibilità di cambiare sistema e giocare con due punte senza perdere la presenza sulle fasce fondamentale per il suo gioco. I tagli sulle fasce, ad associarsi con gli esterni o a puntare l’avversario diretto, sono infatti un marchio di fabbrica dello stile di gioco di Niang, sperimentato già l’anno scorso nei suoi mesi migliori per rendimento al Milan: quelli in cui ha giocato in coppia con Bacca. Il set di movimenti senza palla del francese, più ampio di quello di Ocampos, potrebbe rendere il Genoa ancora più verticale e togliere a Simeone parte delle responsabilità di finalizzazione della manovra, esattamente ciò di cui avrebbero bisogno i rossoblù.
L’inserimento di Ocampos nel Milan, invece, sarebbe probabilmente meno immediato, per la concorrenza e il necessario tempo di ambientamento in una squadra e in un sistema diverso. Al Genoa l’argentino ha occupato il ruolo di esterno sinistro in maniera piuttosto meccanica, aggiustando la propria posizione in base a quella di Laxalt, ma rimanendo comunque confinato sul centro-sinistra, e utilizzando le sue qualità nell’uno contro uno per creare continuamente superiorità numerica e andare al cross. In un Milan che punta sempre di più a dominare le partite con il pallone, il suo dribbling e la sensibilità con cui gestisce la palla negli spazi stretti, sicuramente maggiore rispetto a quella di Niang, possono tornare molto utili per generare superiorità nella trequarti avversaria.
In questo momento, il contributo di Niang al Genoa sarebbe probabilmente superiore rispetto a quello di Ocampos al Milan, ma a fare la differenza potrebbe essere lo “spirito” con cui sembrano vivere il possibile scambio. L’unico ostacolo sembra infatti la volontà di Niang, che evidentemente vede il ritorno a Genova come un passo indietro. Quale sarà il suo atteggiamento se dovesse tornare davvero a Genova?
Quaison potrebbe essere il trequartista giusto per la Sampdoria
di Dario Saltari
[Martedì 24, pomeriggio]
Con Alvarez in uscita, Praet e Djuricic riadattati a mezzali, e Bruno Fernandes che sembra non aver ancora convinto Giampaolo del tutto, la Sampdoria incredibilmente si ritrova a gennaio ancora con il surreale bisogno di procacciarsi un trequartista, dopo averne acquistati quattro in estate. Il tecnico blucerchiato sembra ancora avere nostalgia di Riccardo Saponara, che fece le sue fortune a Empoli, e nelle ultime ore la sua scelta è ricaduta su Robin Quaison, attualmente nello sciagurato Palermo.
Quaison è un giocatore atipico e per certi versi unico, con caratteristiche quasi del tutto diverse rispetto all’attuale titolare della Sampdoria. Il trequartista del Palermo è discretamente alto ed è molto abile a difendere il pallone spalle alla porta, giocando con il corpo degli avversari per aggirarli e portarsi il pallone in avanti. Il suo è un gioco irregolare, fatto di pause e strappi, che fa della progressione palla al piede uno dei suoi punti forti.
Quaison non ha la vena creativa di Bruno Fernandes (attualmente il confronto dei passaggi chiave è impietoso: 0.63 ogni 90 minuti contro 3.83), anche perché è molto più egoista, e nemmeno il suo dinamismo senza il pallone. Di contro, però, il trequartista svedese ha un dribbling secco molto elegante e difficilmente replicabile (al momento ne fa addirittura 2.44 ogni 90 minuti, contro gli 1.16 di Fernandes). Adesso che ha finalmente trovato la titolarità nella sua squadra, inoltre, Quaison sembra anche aver trovato un’inusuale vena realizzativa, con tre gol realizzati nelle ultime cinque partite di campionato.
Giampaolo non troverà Saponara in Quaison, insomma, ma la sua capacità di saltare l’uomo e di andare palla al piede in verticale potrebbero essere più utili che mai in una squadra che è spesso prevedibile e che fa una fatica incredibile a creare superiorità posizionale.
Sette squadre dove potrebbe rilanciarsi Gabbiadini
di Emanuele Atturo
[Martedì 24, pomeriggio]
Da quando al Napoli è arrivato Leonardo Pavoletti, Gabbiadini è stato ufficialmente messo sul mercato e da quel momento ha iniziato a segnare. Un gol, su rigore, il 22 dicembre contro la Fiorentina; un gol il 7 gennaio alla Sampdoria; un gol in Coppa Italia contro lo Spezia. Il Napoli ne ha ritardato intanto la cessione, come per prolungarne la magia. O, più probabilmente, perché sta ancora aspettando un’offerta che considera all’altezza delle proprie esose richieste: non meno di 18 milioni, a quanto pare.
Una situazione che sta mandando ai pazzi Gabbiadini e il suo agente che vorrebbero velocemente cambiare aria, mentre il Napoli pare stia rifiutando tutte le offerte in serie, che per ora non superano i 14, 15 milioni. Siccome a 25 anni è ancora legittimo considerare Gabbiadini “un patrimonio del nostro calcio”, abbiamo pensato a sette squadre in cui potrebbe rilanciarsi.
Atalanta
Guardate la faccia Gabbiadini e la prima cosa che vi viene in mente è che a quell’uomo manca Bergamo. Gabbiadini è così poco adatto all’attuale gioco dell’Atalanta che Gasperini preferirebbe far giocare un attaccante del 2002 piuttosto che lui. Ma magari a Gabbiadini non interessa neanche di giocare in Serie A, magari si accontenterebbe degli allenamenti a Zingonia, della polenta e osei della mamma e dell’aperitivo con gli amici di una vita.
Borussia Mönchengladbach
Mentre scrivo la squadra di Hecking, che quest’anno ha giocato la Champions League, è quattordicesima in Bundesliga, a 4 punti dalla zona retrocessione. Che bella storia sarebbe se Gabbiadini entrasse subito nei meccanismi del 4-4-2 e trascinasse il Gladbach in zona europea? No, Manolo, lascia perdere.
Stoke City
Quando lo scorso anno Giannelli Imbula si è trasferito allo Stoke City, facendo sfumare trasferimenti verso squadre che sembrano essere di più alto livello, ha dichiarato con semplicità che «Lo Stoke è il futuro». I “Potters” in questo momento galleggiano a metà classifica e hanno Peter Crouch in attacco e Shaqiri sulla trequarti: niente che odori di futuro. Eppure il 4-2-3-1 è oggettivamente il miglior modulo per esaltare le doti di Gabbiadini, che potrebbe prendere il posto, a destra o a sinistra della linea a 3, di un altro resuscitato dallo Stoke: Marko Arnautovic.
Fiorentina
Il posto di punta, nella Fiorentina, è uno solo e quel posto, almeno fino a giugno, è di Nikola Kalinic, che ha rifiutato i milioni cinesi e legittimato la sua posizione di unico centravanti degno dell’amore “viola”. È però possibile che Sousa stia pensando di metterlo sulla trequarti, o addirittura in un attacco a due che aveva sperimentato a un certo punto della stagione per raddoppiare le opzioni in profondità. Certo, non sarebbe la situazione stabile che servirebbe a Gabbiadini ora: che senso avrebbe smettere di fare panchina al Napoli per farla alla Fiorentina?
Southampton
Due i motivi principali:
Se ce l’ha fatta Graziano Pellè perché non dovrebbe farcela Gabbiadini?
Giocare con Dusan Tadic, un giocatore che farebbe segnare anche i ciechi. Trasformarsi nel braccio armato del mancino del serbo, migliorerebbe le prestazioni, ma soprattutto le statistiche, di qualsiasi attaccante.
Villareal
Dove finiscono i calciatori italiani in bilico tra la fascia media e quella alta, di difficile collocazione tattica ma dall’indiscusso talento calcistico? Nel “sottomarino giallo”, dove Escribà sembra poter trovare un senso a tutti loro, e potrebbe mettere anche Gabbiadini e il suo istinto di gioco, sempre sul limite del confusionario, al servizio di due frecce come Pato e Sansone.
Sassuolo
Se i neroverdi si decideranno davvero a vendere Defrel, perché non rimpiazzarlo con un altro centravanti/non centravanti mancino, tecnico e dal gran tiro? Nel 4-3-3 del Sassuolo la punta centrale non deve spendersi in un lavoro eccessivo spalle alla porta, ma piuttosto associarsi con le ali e rifinirne i tagli, oltre ad attaccare l’area. Una posizione ibrida che asseconderebbe il compromesso tecnico Gabbiadini: troppo punta per giocare ala, troppo ala per giocare punta.
Halilovic esce dal tunnel
[Martedì 24, mattina]
Dopo aver passato sei mesi da incubo all'Amburgo, in cui ha giocato appena 164 minuti in tutte le competizioni, Alen Halilovic, promettente ala croata proveniente dalla Cantera del Barcellona, sta per accasarsi al Las Palmas, la nostra squadra feticcio in Liga. Di lui parlava Daniele Morrone, quando ancora militava nello Sporting Gijon, in un pezzo di cui riproponiamo un breve estratto: "La struttura fisica non permette ad Halilovic di giocare più di un tempo a pieno regime. La sua resistenza cala fino a rendere anche le sue giocate imprecise. Per di più, se il croato fa di tutto per sembrare Messi con il pallone, purtroppo lo fa anche senza: come l’argentino si concede ogni tanto un minimo di pressione, ma non riesce a essere mai realmente pericoloso per l’avversario in possesso. A differenza di Messi, che ormai ha una muscolatura in grado di reggere ogni contrasto, Halilovic quando perde brillantezza si allontana dai contrasti. Una botta decisa lo mette fuorigioco per almeno cinque minuti buoni di partita in cui vaga sconsolato per il campo. Il trade off di un giocatore in grado di fare la differenza, anche solo per un tempo, in una squadra priva di talento permette di rinunciare a parte della solidità difensiva? È una domanda che attanaglia da sempre allenatori alle prese con i trequartisti di infinito talento e fragile costituzione".
Hype Isak
di Emanuele Atturo
[Lunedì 23, pomeriggio]
Il Borussia Dortmund non ha nessuna intenzione di cedere il titolo di squadra più hipster d’Europa al Siviglia. E così, mentre la squadra di Sampaoli nel mercato di gennaio ha comprato Stevan Jovetic, il 789esimo trequartista che comporrebbe l’All Star 2010-11, il BVB si è appena assicurato uno dei profili più eccitanti e unici del calcio del futuro.
Alexander Isak non ha ancora compiuto 18 anni ma ha già segnato 10 gol in carriera tra i professionisti, una media di 0.4 a partita con l’AIK Solna. La squadra della città dove è nato da genitori eritrei, i quali, a quanto pare, hanno avuto un’influenza decisiva nel trasferimento in Germania. L’AIK Solna aveva infatti trovato un accordo di massima con il Real Madrid sulla base di 10 milioni di euro, ma alla fine il calciatore, su consiglio dei genitori, ha preferito i gialloneri. Una squadra, dal suo punto di vista, migliore per la propria crescita.
In estate il Borussia Dortmund potrebbe cedere Pierre-Emerick Aubameyang, liberando spazio per Isak. Se volete capire quanto eccitarvi sulle prospettive di questo ragazzo, vi basterà (per ora, prima di scendere negli abissi del suo talento in futuro) questa gif.
È un’azione che sembra legittimare lo sgradevole soprannome “L’Ibra nero”, se escludiamo il fatto che sul proprio metro e 90 Isak distribuisce poco più di 70 chili. La propria leggerezza - che sembra un fatto di struttura fisica - è ciò che per ora ne limiterebbe l’impatto in un campionato come la Bundesliga, ma anche ciò che ne fa risplendere i movimenti in campo. Isak ha un buon istinto per il gol ma soprattutto una visione di gioco e una sensibilità nelle rifiniture inusuale per un centravanti, specie di quella età. A pensare che il prossimo anno giocherà insieme a Ousmane Dembélé, quasi non ci si crede.
Defrel sarebbe più l'alternativa a Salah che a Dzeko
di Dario Saltari
[Lunedì 23, mattina]
È risaputo che la Roma sia alla ricerca di un giocatore offensivo che sappia ricoprire sia il ruolo di prima punta che quello di esterno d’attacco. È risaputo anche che uno dei primi obiettivi della società giallorossa sia Gregoire Defrel. Quello che ancora non possiamo sapere, invece, è se l’attaccante del Sassuolo sia davvero l’uomo giusto per la squadra di Spalletti, al netto delle capacità finanziarie della Roma.
Defrel al momento sta attraversando una delle sue migliori stagioni da quando è in Italia. È di fatto l’attaccante titolare del Sassuolo, e ha già realizzato 10 gol e 5 assist in tutte le competizioni (in Serie A ha realizzati 6 gol e il suo record personale nel campionato italiano è di 9). Ma la Roma non ha certo bisogno di nuove risorse realizzative, visto che ha il secondo migliore attacco del campionato e uno dei capocannonieri della Serie A (in entrambi i casi il primo, se calcoliamo gli Expected Goals della Roma e di Dzeko).
Defrel alla Roma darebbe anche altro. Innanzitutto quei movimenti senza palla in profondità che, dalla partenza di Salah, Spalletti va cercando come l’acqua nel deserto. Per ora c’è il solo Nainggolan sulla trequarti ad allungare le difese e questo è sicuramente un problema per la Roma, che senza l’egiziano fa molto più fatica ad arrivare alle spalle della retroguardia avversaria (ed è di fatto ad un infortunio o una squalifica dal ritrovarsi con una trequarti intasata da giocatori che aspettano il pallone sui piedi).
Ma ridurre Defrel ai soli movimenti senza palla è sicuramente ingeneroso. L’attaccante francese ha anche capacità associative non banali, soprattutto nello stretto, condite da una vena creativa di cui si parla poco. Defrel è infatti il primo del Sassuolo per Expected Assist (3.38), un dato che per intenderci lo avvicina a giocatori come Strootman, Saponara e Mertens. Una qualità che peraltro potrebbe essere amplificata a dismisura dalla mole di gioco offensivo prodotto dalla Roma (Salah, per intenderci, guida questa classifica con 8.78). La somma delle due cose, quindi, lo renderebbe, in attesa del ritorno di Salah, un’alternativa a Bruno Peres sulla destra, non mancando al francese nemmeno una certa propensione al sacrificio e all’intensità in fase di ripiegamento e pressing.
È più difficile, invece, che Defrel possa diventare davvero una valida alternativa a Dzeko. Nonostante l’attaccante francese abbia degli ottimi movimenti in area, forse anche migliori di quelli del bosniaco quando si parla di attaccare con convinzione la porta, manca però quasi del tutto del gioco aereo e spalle alla porta. Defrel vince appena 0.24 duelli aerei ogni 90 minuti (appena il 12% di quelli che tenta; una frazione infinitesimale dei 4.07 vinti ogni 90 minuti da Dzeko) e questo toglierebbe alla Roma una risorsa importante, visto quanto utilizza per risalire il campo l’abilità unica della sua punta bosniaca di fare suoi i palloni volanti difendendoli dall’aggressività dei difensori avversari.
Defrel darebbe quindi una grossa mano alla Roma nel breve periodo, quello dell’assenza di Salah, ma forse finirebbe per ritrovarsi dietro nelle gerarchie una volta tornato l’egiziano. Ma in assenza di altri giocatori con le sue caratteristiche, il francese darebbe comunque maggior respiro ad un rosa che, impegnata su tre fronti nel momento più faticoso della stagione, sembra ancora troppo asfittica.
Cosa ci siamo persi in settimana
[Domenica 22, mattina]
La Fiorentina si prende Sportiello
La Fiorentina ha presentato in settimana Marco Sportiello, uno dei giovani portieri italiani più promettenti in circolazione. Adesso i Viola si uniscono a quel circolo di squadre con il doppio portiere titolare, una situazione interessante ma non facile da gestire. Speriamo non finisca come con Sepe.
Il rumor più surreale di questa sessione, fino ad adesso
È purtroppo finito il sogno di vedere l’Everton acquistare Belfodil per una cifra intorno ai 12 milioni. È un rumor che è girato molto nonostante non avesse alcun senso, probabilmente perché legato al prestito di Deulofeu al Milan. Purtroppo Koeman lo ha escluso qualche giorno fa. Ci dobbiamo accontentare dell’acquisto grigio e realista di Schneiderlin.
Zuparic se ne va
A proposito di situazioni surreali. Zuparic, l’uomo che giocò 90 minuti al San Paolo da titolare arrivando da Pescara in macchina da solo dopo aver mangiato una piadina in autogrill, lascia l’Italia e si accasa al Rijeka, il club croato di proprietà di Gabriele Volpi.
Berahino in biancorosso
Ieri lo Stoke City ha presentato Saido Berahino, acquistato dal West Brom per circa 14 milioni di euro. Di lui parlava Giacomo Detomaso in questo pezzo di presentazione all’Europeo Under 21 del 2015.
Potrebbe tornare Ibarbo
Dopo un lungo peregrinare per l’Europa e per il mondo (Watford, Atletico Nacional, Panathinaikos, dopo la Roma), Victor Ibarbo potrebbe finalmente tornare in Italia. A quanto pare, Palermo e Sampdoria sono sulle sue tracce e noi non potremmo essere più contenti.
Kone al Granada
Un altro idolo redazionale, Panagiotis Kone, invece se ne va dall’Italia, passando dall’Udinese al Granada. Speriamo che almeno in Liga sarà lasciato libero di provare le sue incredibili biciclette volanti.
Lista dei desideri: Inter
di Francesco Lisanti
[Sabato 21, mattina]
Se la coppia di terzini del Benfica, Semedo e Grimaldo, vale complessivamente una cifra tra gli 80 e i 90 milioni, è difficile immaginare come Ausilio possa migliorare la linea difensiva, il reparto che più di tutti necessiterebbe innesti di qualità. La formula dell’acquisto di Roberto Gagliardini ha evidenziato quanto stretto sia in questo momento il raggio di azione del calciomercato nerazzurro: l’Inter ha impegnato subito il capitale risparmiato nel monte ingaggi con le partenze di Jovetic e Felipe Melo, per poi impegnarsi a saldare il resto fra 18 mesi, quando dovrebbe presumibilmente attivarsi il diritto d’opzione sul giocatore.
In cima alla lista dei desideri di Ausilio, quindi, c’è soprattutto la speranza di realizzare una cessione fruttuosa. Questa è una suggestione che diverse testate hanno rilanciato, e che sul piano della logica non fa una piega. Ranocchia e Santon hanno un valore residuo a bilancio di circa 5 milioni: riuscire a cederli per una cifra complessiva realistica, diciamo poco più di 11 milioni (insieme al risparmio lordo dal monte ingaggi, quasi 4 milioni), metterebbe subito 10 milioni sul piatto per provare a migliorare l’annoso problema dei terzini.
I due terzini interisti perdono i rispettivi duelli individuali, la Juventus trova il gol con relativa facilità
Il problema è che in un mercato in cui, come si diceva sopra, i terzini veramente in grado di fare la differenza nelle due fasi valgono tanto, 10 milioni non servono poi a molto. Ausilio potrebbe però ricavarci un altro prestito molto dilazionato, e in quest’ottica potrebbe tornare a citofonare in sede dell’Atalanta, che non ha stretta necessità di incassare subito liquidità, ma ha tutto l’interesse a vendere i suoi gioielli adesso che il loro valore di mercato è alle stelle.
Andrea Conti si è particolarmente messo in luce in questo campionato per il contributo costante in entrambe le fasi. Quest’anno ha giocato poco meno di 1300 minuti da esterno a tutta fascia nel sistema di Gasperini, mentre D’Ambrosio, l’attuale titolare in casa Inter, ne ha giocati quasi 1600. D’Ambrosio tenta un po’ più spesso il dribbling rispetto a Conti, 1.64 p90 contro 1.54, ma va al cross un po’ meno spesso, 2.16 p90 contro 2.24, conservando la stessa precisione, il 13% - bassina per entrambi a dire il vero.
Dalla sua posizione privilegiata di esterno a tutta fascia, Conti manda più spesso di D’Ambrosio i compagni al tiro, 0.62 p90 contro 0.91, è molto più preciso nel centrare lo specchio della porta (il 17% contro il il 42%), ma tenta meno conclusioni, 1.02 p90 contro 0.84. In compenso, D'Ambrosio tenta più contrasti, 4 p90 contro 3.56, e ne vince di più, il 77% contro il 67%, ma realizza meno intercetti, 2.44 p90 contro 2.86.
Un paio di intercetti, specialità della casa: nell’Inter più aggressiva e verticale di Pioli, Conti dovrebbe ambientarsi in fretta, come sembra essersi ambientato Gagliardini
Probabilmente Conti costituirebbe un upgrade minimo rispetto a D’Ambrosio. È sicuramente un giocatore dalle migliori prospettive, già adesso meno incline a commettere errori, ma allo stato attuale non garantisce una soluzione ai problemi di fluidità della circolazione, e nell’uno contro uno non è un difensore migliore di D’Ambrosio. Del resto, con un budget così limitato, ogni possibilità di migliorare la rosa è ben accetta.
Dolberg sarebbe l'ennesimo grande colpo del BVB
[Venerdì 20, pomeriggio]
Continua la lungimirante politica di acquisto di tutti i giovani più interessanti del panorama europeo da parte del Borussia Dortmund. Dopo essersi assicurata quest'estate Dembelé, Emre Mor, Bartra, Rode, Guerreiro e Merino, sembra infatti che il club tedesco sia intenzionato ad acquistare fin da subito anche Kasper Dolberg, attaccante danese dell'Ajax, tra i più promettenti della sua generazione. Di lui parlava Emanuele Atturo in un articolo di non troppo tempo fa, di cui riproponiamo un breve estratto: "Dolberg possiede una calma elegante piuttosto rara nel calcio contemporaneo super elettrico. Non pare dover scomporsi o fare particolari sforzi per risultare decisivo, grazie a un controllo dell’ambiente eccezionale, semplicemente perché ha un talento eccezionale. Fa parte di quella categoria di giocatori che sembrano giocare in abito in un mondo di uomini in calzoncini. Con il suo primo controllo è efficacissimo anche nel gioco di prima spalle alla porta e sembra muoversi sulle punte in mezzo a difensori in zoccoli. Pur arrivando al metro e 87 dà l’impressione di essere meno alto, perché il fisico compatto e il controllo del corpo rendono i suoi movimenti sempre composti. Nonostante si serva quasi esclusivamente del destro, lo usa su tutta la superficie senza perdere di sensibilità. I suoi rari errori di precisione sembrano più dovuti ad alcuni passaggi a vuoto mentali che a limiti tecnici".
Lista dei desideri: Sassuolo
di Dario Saltari
[Venerdì 20, mattina]
Al Sassuolo serve un difensore centrale destro affidabile e potente da affiancare ad Acerbi: Letschert e Antei non danno ancora garanzie adeguate, mentre Cannavaro sembra non reggere più i ritmi della squadra di Di Francesco. Non è un caso che la società di Squinzi abbia provato con insistenza a prendere Ranocchia, un centrale destro con grande esperienza e per di più italiano, una cosa a cui al Sassuolo tengono molto.
Ma Ranocchia, nonostante l’esperienza, replicherebbe alcuni limiti già presenti al centro della retroguardia sassolese: una certa macchinosità e lentezza, una propensione ciclica al calo di concentrazione, difetti che attualmente rendono vulnerabile una squadra così fisica e aggressiva come il Sassuolo. Rimanendo nei pressi di Milano, forse, si potrebbe fare un altro tentativo: Cristian Zapata.
Il difensore colombiano del Milan è finito definitivamente alle spalle di Paletta nelle gerarchie di Montella e potrebbe voler cercare una squadra per dare un nuovo senso alla sua carriera. È vero, non è italiano e ha due anni in più di Ranocchia, ma potrebbe completare perfettamente Acerbi in termini di velocità nella copertura della profondità e aggressività dell’anticipo.
Il tridente più tamarro d'Europa
[Giovedì 19, pomeriggio]
Nel frattempo Memphis Depay è in procinto di passare dal Manchester United al Lione, per una cifra intorno ai 20 milioni di euro. Insieme a Fekir e Lacazette costituiranno il tridente con le sopracciglia più spinzettate d'Europa. Sarà bello vederli in campo mentre non si passano il pallone.
Calleri sarebbe l'attaccante giusto per sostituire Kalinic
di Daniele V. Morrone
[Giovedì 19, pomeriggio]
La stagione della Fiorentina sembra essere segnata: il quinto posto è lontano sette punti, l'Europa League sembra più difficile che mai e Sousa se ne andrà alla fine di quest'anno. In una situazione tale è veramente difficile pensare di andare sul mercato di gennaio per prendere nomi di spessore. Anche considerando l’ipotesi che alla fine arrivi veramente la cessione di Kalinic in Cina e che tutti i soldi vengano reinvestiti per rinforzare la rosa (cosa che non è affatto una certezza in Italia), farlo a gennaio significa finire per essere spennati da chi sa che tu hai soldi che scottano in mano. Per adesso, quindi, meglio puntare a valorizzare i giocatori già in rosa e prendere un sostituto del croato dal mercato delle scommesse (cosa che in fondo era anche Kalinic). Tra i tanti nomi già fatti credo che la soluzione migliore sia quella di portare in Italia l’argentino Jonathan Calleri, ora in panchina al West Ham.
Calleri ha giocato l’ultima volta ad ottobre e Bilic non lo vede nonostante una concorrenza per il ruolo per nulla agguerrita (Andy Carroll e Ashley Fletcher): è probabile, quindi, che accetti di buon grado di forzare la mano per lasciare Londra (e infatti su di lui c'è la concorrenza molto agguerrita del Las Palmas). Ma soprattutto l'attaccante argentino ha le caratteristiche giuste per inserirsi nel gioco della Fiorentina da subito: è un giocatore con una buona tecnica e velocità di base che fa del gioco spalle alla porta e del colpo di testa le sue qualità migliori. Per tecnica, tempismo e fisico sarebbe in grado di non far rimpiangere il croato in nessuno di questi fondamentali. In termini generali, Calleri potrebbe adattarsi subito al gioco della Fiorentina senza togliere molto rispetto a Kalinic, con cui condivide ad esempio anche un’incredibile dedizione in fase di recupero del pallone. L'unica, grande, differenza sta nel fatto che finora Calleri ha dimostrato di preferire la conduzione con il pallone rispetto ai movimenti senza palla. Un differenza certo da non sottovalutare visto quanto dipende la Fiorentina dai movimenti in profondità di Kalinic, ma che credo dipenda più dalle sue radici nel calcio sudamericano che dalla sua natura tecnica.
Lista dei desideri: Juventus
di Marco d'Ottavi
[Giovedì 19, mattina]
La prima parte della stagione ha dimostrato come Allegri non abbia in rosa un giocatore in grado di sostituire Marchisio. Biglia garantirebbe caratteristiche simili all’italiano, esperienza internazionale e familiarità nel ruolo, che ricopre da diverse stagioni alla Lazio, assicurando alla Juventus sempre energie fresche in una zona fondamentale del campo. Inoltre la convivenza tra i due non è impossibile: Marchisio ha già interpretato il ruolo di interno di centrocampo in maniera più che proficua. Biglia potrebbe così alternarsi con Marchisio nel ruolo di regista, ma giocare con lui, alzando il tasso qualitativo di un centrocampo che ha dimostrato qualche lacuna da questo punto di vista. Anche se Marotta ritiene il mercato di gennaio chiuso, uno sforzo per arrivare ad un giocatore importante il cui contratto scadrà tra un anno (e che non sembra intenzionato a rinnovare) potrebbe rivelarsi molto utile alla Juventus. Se Lotito dovesse risultare intrattabile, c’è sempre l’opzione Badelj per continuare nella tradizione di anticipare gli obiettivi della Roma.
Top 5 dei giocatori svincolati, per squadre senza soldi
di Dario Saltari
[Mercoledì 18, pomeriggio]
Nella sessione invernale poche squadre possono spendere davvero per nuovi acquisti. D’altra parte, gennaio è il mese dei saldi: la maggior parte dei club è in cerca dell’offerta definitiva, il prestito gratuito con diritto di riscatto nel 2025. Per questo motivo, abbiamo deciso di venire incontro alle squadre squattrinate in cerca d’affari compilando una lista dei cinque migliori giocatori svincolati al momento.
5- Kevin Constant
Constant non gioca in un club professionistico da quest’estate, quando il Bologna ha deciso di non rinnovare il suo contratto dopo averlo preso sempre da svincolato nella sessione invernale dell’anno scorso. Può fare indifferentemente il terzino e l’esterno alto, e più raramente la mezzala: un possibile jolly per la Fiorentina fluida di Sousa, che a sinistra è ancora orfana di Marcos Alonso. A quanto pare è cercato dall’Huracan, quindi meglio non pensarci troppo.
4- Cristian Ledesma
Il contratto di Ledesma con il Panathinaikos è appena scaduto e molte squadre italiane ci hanno messo gli occhi sopra (a quanto pare Lecce, Crotone e ovviamente Pescara). Siamo sicuri che alla Lazio non serva un nuovo vice Biglia, dopo aver venduto Cataldi al Genoa?
3- Bosko Jankovic
A chi non serve un’ala destra iper-dinamica con un’ottima progressione palla al piede? Bosko Jankovic non ha una squadra da sei mesi e aspetta solo che una squadra di Serie A lo rilanci come sorpresa nella seconda metà di campionato. Magari nel 4-4-2 reattivo dell’Udinese potrebbe persino soffiare il posto a De Paul.
2- Raul Meireles
Immaginatevelo al centro del Ferraris, con la maglia rossoblù del Genoa, accanto a Miguel Veloso. Esiste, al mondo, una coppia di centrali di centrocampo più cool?
1- Didier Drogba
Drogba sembra molto intenzionato a rientrare per l’ennesima volta nel Calcio che Conta™. Ha provato con il Corinthians, che però si è fossilizzato sulla sua carta d’identità, poi ha aperto al Marsiglia, con i tifosi che non l’hanno presa benissimo. In Serie A troverebbe un campionato non troppo fisico e una pletora di squadre pronta ad accoglierlo a braccia aperte. La Roma, in particolare, ha il disperato bisogno di una riserva credibile per Dzeko: vi immaginate l’iconicità delle foto in allenamento con Drogba e Totti?
Vintage Oddo
[Mercoledì 18, pomeriggio]
Nel frattempo continua l'opera di ricostruzione del Dream Team 2008/2009 da parte di Massimo Oddo. Dopo aver trattato Lescott e ad aver preso Aquilani in estate, adesso il Pescara si è anche assicurata le prestazioni di Stendardo, Bovo, Gilardino e non ultimo Sulley Muntari, di ritorno in Italia dopo due anni di purgatorio saudita. Per completarlo, adesso, basta il ritorno in campo di Javier Zanetti, Clarence Seedorf e Mauro German Camoranesi, e l'acquisto di Veron, tornato a giocare in Argentina all'età di 41 anni.
Lista dei desideri: Chievo
di Dario Saltari
[Mercoledì 18, mattina]
Il Chievo si muoverà sul mercato di gennaio solo nella sciagurata ipotesi in cui uno dei pezzi pregiati del centrocampo, Birsa e Castro, dovesse partire per altri lidi: il primo ha ricevuto delle offerte dalla Cina, il secondo a quanto pare è cercato da alcune grandi squadre della Serie A, tra cui la Roma. È possibile, insomma, che uno dei due possa lasciare Verona da qui al 31 gennaio.
Nel caso in cui questo tipo di scenario dovesse avverarsi, il Chievo dovrebbe acquistare un giocatore completo, in grado di fare sia la mezzala di inserimento, che il trequartista creatore (un profilo che comunque la società di Campedelli si è già premurata di prendere in estate acquistando De Guzman). Un vestito che starebbe perfettamente sulle spalle di Saponara, un giocatore però probabilmente inarrivabile per il Chievo, sia per questioni di prezzo che di geopolitica della Serie A: è difficile pensare che l’Empoli si privi del suo giocatore migliore nel pieno della lotta salvezza, per di più a scapito di quella che in teoria è una diretta concorrente.
Un’opzione più accessibile e in linea con le strategie societarie (ha anche 31 anni) potrebbe essere quella rappresentata da Giaccherini, che non ha ovviamente le capacità creative né di Birsa né di Saponara, ma che sarebbe perfettamente integrato come mezzala in un centrocampo dinamico e aggressivo come quello di Maran. La sua applicazione tattica potrebbe colmare (insieme a De Guzman) le lacune lasciate da un addio di Birsa o Castro.
Kolasinac sarebbe qualcosa di più della riserva di Alex Sandro
di Emanuele Atturo
[Martedì 17, pomeriggo]
Non c’erano elementi che lasciassero pensare che Evra avrebbe chiesto la cessione nel mercato di gennaio. Tra la fine della scorsa stagione e la prima parte di questa, il francese è stato però definitivamente scavalcato da Alex Sandro, ma si pensava potesse accettare di fare la panchina in una squadra d’élite, a quello che è attualmente uno dei migliori esterni sinistri al mondo. Invece Evra, a 36 anni, vuole ancora fare il titolare e sta aspettando una chiamata dal Manchester United o, in alternativa, da un’altra squadra di Premier League (si parla di Crystal Palace).
In attesa che si sblocchi la situazione, la Juventus non si sta accontentando di prendere una sicura riserva ma sta provando a prendere Sead Kolasinac, un esterno che sarebbe forse titolare in qualsiasi altra squadra di Serie A.
Kolasinac ha appena 24 anni ma viene accostato a squadre d’alto livello da diverse stagioni. Già a 19 anni era titolare nello Schalke 04, di cui ha seguito la trafila giovanile dal 2011, anno del suo trasferimento dallo Stoccarda. Kolasinac rappresenterebbe innanzitutto un fit tattico perfetto per i bianconeri, visto che è abituato a giocare sia esterno di un centrocampo a 5 che esterno basso di una difesa a 4. La completezza del suo repertorio, tecnico, tattico e atletico, gli consente un’universalità tale che in passato ha giocato anche mediano di un centrocampo e centrale di una difesa a 3 (vederlo usato come ricambio di Chiellini sarebbe sorprendente ma non impossibile). Una duttilità tattica che nel contesto della Juventus, dove Allegri sembra ancora alla ricerca di un assetto definitivo, risulterebbe particolarmente preziosa.
Kolasinac è alto 1 metro e 83 e pesa circa 85 chili: una dimensione atletica che, unita all’agonismo che lo ha reso uno dei beniamini dello Schalke, gli permette di coprire ampie porzioni di campo e lo rende particolarmente adatto a giocare fuori dalla linea difensiva. Questo anche per una generale attitudine offensiva e un’irruenza che lo porta spesso a cercare l’anticipo e l’intervento non sempre con i tempi migliori.
Ecco un’azione rappresentativa. Prima si fa prima saltare in campo aperto ma poi recupera in scivolata con grande temperamento.
Kolasinac usa quasi solo il piede sinistro (col destro fatica anche nelle cose più elementari) ma ha un’ottima conduzione palla al piede: una caratteristica cruciale per la Juventus che spesso si appoggia sugli esterni per risalire il campo. Ma in ogni caso si affida più alla propria esplosività che a dei piedi non proprio raffinati, e produce una quantità di dribbling notevolmente inferiore a quella di Alex Sandro: 1,8 del brasiliano contro gli 0.7 del bosniaco.
La caratteristica più interessante di Kolasinac è la profondità del proprio repertorio di passaggi col piede sinistro. Nonostante un’esplosività appariscente, Kolasinac è lontano dall’idea di esterno meccanico preoccupato solo ad arare la fascia e a mettere cross in mezzo a testa bassa. Quando riceve sa anche orientarsi verso il centro del campo per assecondare una certa vena associativa e non è raro che i compagni di muovano in profondità per poter ricevere una sua verticalizzazione.
Kolasinac nello Schalke spesso agisce come una specie di playmaker esterno e si prende le responsabilità per provare anche soluzioni complesse, forse anche troppo: quest’anno ha completato appena il 71% di passaggi (Alex Sandro l’84%) e tende a sbagliare 3 passaggi lunghi (su 5 provati) e 9 corti ogni 90 minuti. Questo pur realizzando solo 13 passaggi chiave, contro i 36 di Alex Sandro (1 contro 2 ogni 90 minuti).
Una delle azioni che hanno reso Kolasinac idolo incontrastato dei tifosi dello Schalke.
Per caratteristiche Kolasinac si avvicina molto ad Alex Sandro quindi, anche se chiamante non ne rispecchia del tutto la grande qualità. Nel cambio del bosniaco con Evra Allegri perderebbe la possibilità di poter schierare un esterno più conservativo in determinati contesti di gioco; ma al contempo non dovrebbe rinunciare del tutto, in caso di assenza di Alex Sandro, a un esterno in grado di essere influente nella manovra offensiva della squadra. Capace di mettere un’intensità fisica e una qualità tecnica capaci comunque di fare la differenza nel contesto della Serie A.
Lista dei desideri: Genoa
di Federico Aqué
[Martedì 17, mattina]
Non dovrebbe essere difficile intuire le mosse del Genoa dopo le cessioni di Leonardo Pavoletti e Tomás Rincón, due dei giocatori più forti e importanti della rosa, prima ancora che iniziasse ufficialmente il calciomercato. In attacco mancava un centravanti d’esperienza che si potesse alternare con Gio Simeone – e infatti è tornato Pinilla – cui ormai sembra appartenere il ruolo di 9 titolare. A centrocampo è invece necessario un acquisto di alto livello, visto anche l’infortunio rimediato da Miguel Veloso contro il Palermo. I nomi circolati sono molti, nessuno pienamente convincente: forse, al netto della partecipazione alla Coppa d’Africa, il profilo migliore per inserirsi in breve tempo nel sistema di Ivan Juric sarebbe quello di Emmanuel Badu, un giocatore forte fisicamente come Cofie ma più capace tecnicamente del ghanese di gestire il possesso.
5 opzioni per sostituire Diego Costa
di Dario Saltari
[Lunedì 16, pomeriggio]
Proprio mentre al Chelsea tutto sembrava essersi messo al posto giusto per la vittoria della Premier League, Diego Costa ha deciso di prendere in considerazione delle offerte dalla Cina. Secondo alcune indiscrezioni, l’attaccante spagnolo durante una discussione avrebbe addirittura sputato verso Antonio Conte che, con l’abituale diplomazia, avrebbe provato a colpirlo con una sedia. Nel caso in cui questa frattura non dovesse ricomporsi, quindi, per l’allenatore leccese si apre la prospettiva di dover sostituire il suo centravanti: di seguito, se ci legge, potrebbe trovare qualche spunto.
Andrea Belotti
Fattibilità: 10%
Fascino: 50%
Belotti ha una clausola per l’estero da 100 milioni quindi non sembra proprio l’opzione più percorribile per gennaio. Nonostante ciò, l’attaccante del Torino potrebbe non far sentire la mancanza di Diego Costa in alcuni frangenti, come per la forza fisica, in fase di pressing o nei movimenti senza palla. Ovviamente, però, non sarebbe un perfetto sostituto, soprattutto a livello di associatività e per una conduzione palla al piede ancora non ai livelli dello spagnolo. Forse un po’ poco per quella cifra.
Romelu Lukaku
Fattibilità: 15%
Fascino: 75%
L’epica del ritorno a casa si appiccicherebbe bene a Lukaku, che ha già giocato nel Chelsea dal 2011 al 2014. Un giocatore molto diverso da Diego Costa: più abile nel gioco spalle alla porta e nei duelli aerei, ma decisamente più statico sia con che senza il pallone. Con Lukaku, Conte dovrebbe rivedere gran parte dei suoi meccanismi offensivi e l’Everton di certo non è un club che fa sconti. Una scommessa troppo rischiosa per giustificarne il prezzo.
Kevin Gameiro
Fattibilità: 30%
Fascino: 45%
Gameiro sarebbe forse il sostituto tecnico perfetto di Diego Costa: al netto di una forza fisica diversa, il francese rimane comunque il più simile all’attaccante del Chelsea per conduzione palla al piede, movimenti negli spazi e freddezza sotto porta. Anche per Gameiro il club londinese dovrebbe sborsare una cifra considerevole, dato che è arrivato solo l’estate scorsa ed è ormai il titolare fisso dell’Atletico Madrid, ma potrebbe essere l’investimento migliore per non rischiare sbandate a questo punto della stagione.
Fernando Llorente
Fattibilità: 95%
Fascino: 65%
L’opzione più cheap in assoluto è quella legata a Fernando Llorente, che Conte voleva prendere persino prima che scoppiasse il caso Diego Costa. L’attaccante spagnolo era però pensato per essere una riserva e ha caratteristiche quasi opposte rispetto a Costa. Se mettiamo anche che Llorente non è più nel fiore degli anni, investire su di lui potrebbe essere molto più rischioso di quanto non sembri all’apparenza. Nonostante ciò, la capacità rigenerativa di Conte potrebbe riservare delle sorprese inaspettate.
Michy Batshuayi
Fattibilità: 100%
Fascino: 10%
Nonostante un investimento da 33 milioni di sterline quest'estate, Batshuayi quest’anno non è stato praticamente mai preso in considerazione (appena 87 minuti in Premier League). È ancora poco chiaro perché Conte veda così poco l’attaccante belga, che non è partito titolare nemmeno nell’ultima partita contro il Leicester con Diego Costa nemmeno convocato. Batshuayi ha una grande conduzione palla e un’ottima tecnica. Quello che frena Conte nell’azzardarlo dal primo minuto, al di là di questioni comportamentali che non possiamo conoscere, è forse la sua debolezza nei duelli aerei, che renderebbe la via delle palle lunghe quasi impraticabile per il Chelsea. Ma visto la gratuità dell’operazione e le potenzialità del giocatore, forse Batshuayi un tentativo lo meriterebbe.
Lista dei desideri: Palermo
di Fabio Barcellona
[Lunedì 16, mattina]
Storicamente in Serie A la salvezza è maggiormente correlata al numero di gol fatti che a quello di gol subiti. In pratica, avere un attacco in grado di fare gol dà più probabilità di salvarsi di una difesa capace di non subirne. Ad esempio, l'anno scorso, il Palermo si è salvato segnando più gol di altre 5 squadre, pur subendo più reti di ogni altra concorrente escluso il Frosinone. Ecco perché, se si dovesse scegliere un rinforzo per i disastrosi rosanero di questa stagione, che mostrano carenze in ogni reparto, sarebbe opportuno orientarsi su un giocatore offensivo. I limiti tecnici dell’organico suggeriscono l’acquisto di un calciatore capace di creare pericoli per la porta avversaria grazie alle proprie doti. Un giocatore offensivo in grado di fungere da scorciatoia verso la porta avversaria in sostituzione delle faticose manovre d'attacco del Palermo. Probabilmente nelle intenzioni della dirigenza del Palermo questo calciatore sarebbe dovuto essere Alino Diamanti, ma la prima metà di stagione sembra avere detto che l'ex giocatore del Bologna è ormai troppo lontano dai tempi migliori.
Tra i giocatori più citati di questo mercato c’è il giovane dell'Ascoli Riccardo Orsolini, classe 1997, a quanto pare cercato da tantissime squadre, incluse big europee come il Chelsea di Antonio Conte. Di certo il Palermo non potrebbe mai acquistarlo, ma se la Juve, che ha appena acquistato il suo cartellino, decidesse di darlo in prestito per farlo giocare in Serie A, Orsolini potrebbe davvero essere il giocatore ideale per il Palermo. Il diciannovenne attaccante è un mancino veloce e al contempo discretamente resistente, dotato di ottimo dribbling e buone doti realizzative. È solitamente impiegato a destra, dove può rientrare sul sinistro, ma anche dribblare verso il fondo del campo e mettere la palla verso l'area con il piede destro. Ha fantasia e spirito di iniziativa, ed è perfettamente impiegabile come punta di destra nel 3-4-3 di Eugenio Corini. Un tridente composto da Orsolini, Nestorovski e, a sinistra, Quaison, potrebbe dare qualche chance in più di salvezza al Palermo del 2017.
[ESCLUSIVA] Cosa c'è dietro l'affare Deulofeu (UNA GIGANTESCA CATENA DI MERCATO!)
di Emanuele Atturo
[Venerdì 13 pomeriggio]
È di questi giorni la notizia che Gerard Deulofeu, ex ragazzo prodigio della Masia, è nel mirino del Milan. Magari i rossoneri stanno semplicemente provando a scommettere a costi minimi su un giocatore dal potenziale inespresso; ma nel calciomercato - diceva il linguista e semiologo Ferdinand De Saussure - “tout se tient”. E un batter d'ali di una farfalla in Brasile può provocare un tornado in Texas.
Deulofeu al Milan, facilitato dall’arrivo di Schneiderlin all’Everton, renderebbe Niang di troppo. L’attaccante francese potrebbe quindi accasarsi al West Ham, che lo segue ormai da mesi. West Ham che a quel punto potrebbe lasciar partire Feghouli verso la Roma. Il che renderebbe ancora più precaria la situazione di El Shaarawy nella capitale, per questo si dice che il Siviglia sia interessato al “Faraone” come sostituto di Vitolo, da settimane in trattative segrete con il Real Madrid.
Zidane a quel punto si libererebbe di Isco: vecchio pallino della Juventus. Da quanto ci risulta, Marotta ci sta provando già per gennaio, pur nel rispetto del principio: cedere prima di comprare. Allora in caso di acquisto di Isco potrebbe partire Marko Pjaca, che piace alla Fiorentina, disposta a cedere alla Juve un diritto di prelazione su Federico Bernardeschi.
Fiorentina che a quel punto liberebbe Ilicic, molto richiesto in Premier. L’Arsenal ha pronti sul piatto 20 milioni, e così non avrebbe più motivo per trattenere Oxlade-Chamberlain, seguito da vicino da Pep Guardiola, deluso dal rendimento di Nolito. Lo spagnolo potrebbe tornare in Liga, dove lo vuole il Villarreal, che in questo mercato di gennaio deve fronteggiare le richieste dell’Inter per Sansone. Se arrivasse Nolito, il Villarreal cederebbe volentieri all’offerta di 27 milioni del gruppo Suning (sono queste le cifre), e Sansone diventerebbe la punta di diamante di un Inter che Pioli sogna un giorno tutta italiana.
Certo c’è da considerare il fair play finanziario, ma la dirigenza (secondo indiscrezioni certissime) avrebbe pronta la soluzione: Perisic allo United di Josè Mourinho. Solo una volta ufficializzato il croato, lo United cederebbe Martial al PSG per 35 milioni e i parigini ne approfitterebbero per liberare Javier Pastore al Siviglia che, nel frattempo, sta lavorando al ritorno del “Mudo” Vazquez in Italia. Una fonte a noi vicina era a cena da Giannino dietro Galliani, e ha sentito dire che Vazquez potrebbe essere l’ultimo, poetico, acquisto di livello del Presidente Berlusconi, suo storico storico estimatore. Con Vazquez in rosa, i rossoneri potrebbero decidere di lasciar partire Deloufeu: a quanto pare ci sarebbe già il Las Palmas interessato.
Per aiutare il lettore ricapitoliamo la complessa catena di mercato: Schneiderlin —> Everton = Deloufeu —> Milan = Niang —> West Ham = Feghouli —> Roma = El Sharaawy —> Siviglia = Vitolo —> Real Madrid = Isco —> Juventus = Pjaca —> Fiorentina = Ilicic —> Arsenal = Chamberlain —> Manchester City = Nolito —> Villareal = Sansone —> Inter = Perisic —> Manchester United = Martial —> PSG = Pastore —> Siviglia = Vazquez —> Milan = Deloufeu —> Las Palmas.
Wow, che emozione il mercato.
Il mercato della Bundesliga, e soprattutto del Wolfsburg
di Flavio Fusi
[Venerdì 13, mattina]
Come da tradizione, la Bundesliga è ferma per la pausa invernale e non si può certo dire che anche gli uomini mercato dei club tedeschi si stiano dando particolarmente da fare, visto che per ora non si registra un gran numero di operazioni né un gran giro di denaro. Se si esclude il Borussia Monchengladbach che si è assicurato per 7,5 milioni Kolodziejcazk del Siviglia, l’unica squadra che sta movimentando il mercato è il Wolfsburg, anche perché per ora, con il tredicesimo posto, la classifica è decisamente deludente. Venduto il separato in casa Draxler al Paris Saint-Germain per 40 milioni, la dirigenza dei “Lupi” si è letteralmente scatenata sul mercato, portando a casa non uno, ma ben due sostituti virtuali del 23enne nazionale tedesco.
Il primo è Yunus Malli, uno dei talenti più interessanti sfornato dalla Bundesliga negli ultimi anni. Nazionale turco, Malli è particolarmente dotato dal punto di vista tecnico e perfettamente in grado di creare occasioni per sé e per gli altri, come dimostrano i 6 gol e 6 assist già siglati in questa stagione con la maglia del Mainz. Ha inoltre un ottimo dribbling, ma non essendo particolarmente veloce, dà il meglio di sé schierato dietro le punte, piuttosto che sull’esterno.
Sarà probabilmente l’altro acquisto Paul Georges N’Tep a giocare da ala: atletico e rapidissimo, il franco-camerunense predilige giocare a sinistra a piede invertito, in modo da poter convergere verso la porta, anche se questo a volte lo porta a peccare d’egoismo. Ma la squadra allenata da Isamël non si è fermata e attingendo nuovamente al gruzzolo incassato dalla cessione di Draxler, è riuscita a portarsi a casa il 20enne Riechdely Bazoer dell’Ajax, tra i centrocampisti più interessanti del panorama europeo e già tra i Preferiti di Ultimo Uomo e il 18enne Victor Osimhen, prodotto dell’academy nigeriana Ultimate Strikers. Insomma, il Wolfsburg ha venduto un giovane giocatore offensivo a peso d’oro e se ne è assicurata quattro in grado di costituire l’ossatura della squadra dalla cintola in su: una strategia che forse non ribalterà le sorti di una stagione già ampiamente compromessa, ma che potrebbe darà i suoi frutti in un futuro non tanto remoto.
Lista dei desideri: Roma
di Emiliano Battazzi
[Giovedì 12, pomeriggio]
Adelante con juicio: questa sarebbe la visione del mondo che Fabregas porterebbe alla Roma. Alla ricerca del necessario sostituito di Salah, i giallorossi avrebbero bisogno anche di un giocatore diverso, in grado di fermare il gioco, chiamare la cosiddetta pausa, fenomeno calcistico immateriale e inafferrabile, eppure indispensabile. Sabatini aveva pensato a Borja Valero in estate; adesso si parla di Fabregas, che nel Chelsea di Conte però proprio nell’ultimo periodo sembra aver trovato una nuova dimensione, quasi alla Pirlo: 2,8 passaggi chiave per 90 minuti, 5 assist in soli 490 minuti. I suoi limiti fisici però sono evidenti in un campionato intenso come la Premier League, e Conte continua comunque a preferire la coppia Matic-Kantè.
Alla Roma farebbe comodo, forse non tanto come regista ma da mezzala di raccordo: capace di servire sempre il compagno in profondità, ma soprattutto di capire i momenti della partita, e rallentare. Così Nainggolan potrebbe tornare finalmente unchained nella metà campo, senza per forza muoversi da falso trequartista. Perotti avrebbe un nuovo catalizzatore di gioco con cui dialogare (dopo l’addio di Pjanic), De Rossi avrebbe un passaggio intermedio, Spalletti potrebbe finalmente ridurre i giri. Per una squadra che vive di verticalità e non riesce a gestire situazioni di gioco semplici (da Cagliari all'Austria Vienna, la Roma è spesso frenetica, fa e disfà), Fabregas non sarebbe solo un giocatore aggiuntivo, ma un modo di vedere il calcio, e una serie di soluzioni nuove.
Tre possibili soluzioni della questione Payet
di Alfredo Giacobbe
[Giovedì 12, pomeriggio]
“Diventiamo seri. Ho un problema con un giocatore. È Dimitri Payet. Vuole andarsene”. Questa è la dichiarazione con la quale Slaven Bilic ha gettato nel panico i tifosi del West Ham e mandato in estasi quelli delle maggiori squadre europee, alle prese con il calciomercato invernale. I dolori del giovane Dimitri non erano del tutto ignoti: già lo scorso 19 dicembre, Payet aveva ammesso di essere attratto da un futuro lontano da Londra.
Ma che Payet venga ceduto in questa sessione di mercato non è affatto scontato, nonostante la stagione del West Ham sia ormai compromessa: è tredicesimo in Premier League e fuori da ogni altra competizione. Payet spesso trasforma le partite degli Hammers in un “One-man show”, il loro attacco dipende in larga parte dal suo talento. Inoltre sul francese è stato fatto un investimento molto oneroso: dopo i 15 milioni spesi per prelevarlo dal Marsiglia un anno e mezzo fa, il suo contratto è stato rinnovato fino al 2021 e il suo ingaggio è stato ritoccato fino agli attuali 16,1 milioni di euro annui.
Ciò nonostante, le dichiarazioni di Bilic (“Non giocherà ma non sarà ceduto”) e quelle delle persone vicine al chairman Gold (per le quali il West Ham rifiuterebbe anche un’offerta da 57,6 milioni di euro) mirano forse solo a tenere il prezzo di vendita alto. Fatta la tara dei costi del trasferimento, solo pochi e prestigiosi club potrebbero quindi permettersi le prestazioni di Payet.
Soluzione realistica: PSG, Manchester United o Real Madrid
Chi può realisticamente mettere sul piatto la cifra necessaria per togliere Payet al West Ham? Probabilmente tre squadre in tutto, col PSG favorito su Manchester United e Real Madrid per la comunanza con lo sponsor tecnico del giocatore. Ma il PSG ha appena sistemato la fascia sinistra, sborsando 40 milioni di euro per Julian Draxler. Mourinho invece ha dichiarato che lo United sta risparmiando per la Grande Campagna Estiva e in questa sessione avverranno solo cessioni. In un certo senso, l’uscita di Payet è stata persino tardiva. Può essere interessato il Real Madrid? Con Bale seriamente infortunato e CR7 sempre più punta centrale, Payet potrebbe costituire un’alternativa sia nel 4-3-3 che nel 4-4-2. Forse Zidane potrebbe provare a convincere Bilic con una contropartita tecnica. Riuscite a immaginare James Rodriguez in maglia “claret and blue”?
Soluzione esotica: Chinese Super League
Nonostante la chiamata del Partito a calmierare i costi delle operazioni legate al calcio, la Cina è comunque la terra promessa di chi è interessato ai grossi guadagni immediati. Noi che amiamo il calcio perderemmo la possibilità di continuare a seguire un calciatore fantastico, mentre a Payet resterebbe appiccicata l’etichetta del mercenario.
Soluzione romantica: Marsiglia
Dimitri Payet torna lì dove il Loco Bielsa gli ha infuso nuova vita, donandogli il pieno controllo delle sue potenzialità. La nuova proprietà del tycoon americano McCourt ha bisogno di un colpo ad effetto per annunciare le proprie intenzioni bellicose al mondo. Anzi, pare che una prima offerta, ovviamente al ribasso, sia già pervenuta alla società londinese. Payet giustificherebbe la sua ribellione con la scelta di cuore, il Marsiglia avrebbe il suo giocatore-simbolo, il West Ham incasserebbe una cifra considerevole.
5 mestieri che potrebbe fare Zaza qualora non trovasse una squadra
di Marco d'Ottavi
[Giovedì 12, mattina]
Essere senza un posto dove andare, mentre il mercato di gennaio infuria intorno a te, non è mai simpatico. Simone Zaza si trova nella non invidiabile posizione di non conoscere il proprio futuro dopo aver puntato tutto sulla Premier League. Se dovesse fallire nell’intento di trovare una squadra nei prossimi giorni, perché non dedicarsi ad altro? Le sue caratteristiche psico-fisiche lo rendono adatto a tantissimi mestieri che non sono l’attaccante. Ecco cinque lavori che potrebbe fare Simone Zaza con quella voglia che ha addosso di pressare tutti:
5. Quello che ti chiede soldi per qualche buona causa fuori dalle stazioni
Mestiere nobilissimo, per carità, ma è il corrispettivo non calcistico del pressare alla morte i difensori avversari.
4. Consegna pizze
Consegnare le pizze è il classico mestiere di chi deve svoltare qualche euro per nuovi tatuaggi o per fuori sede che non vogliono chiedere troppi soldi ai genitori. Simone Zaza rientra a pieno in queste categorie, in più sarebbe davvero abile nel farlo. Se volete che la vostra pizza arrivi in perfetto orario e ancora calda, fatevela consegnare da Simone Zaza. Se siete fortunati vi apre la porta in scivolata.
3. Quello che scappa col costume imbottito negli addestramenti dei cani
Perfetto soprattutto per quegli addestratori che vogliono che poi sia l’uomo ad inseguire e mordere i cani.
2. Bagnino
Simone Zaza è cresciuto a due passi dallo Jonio, quindi sicuramente sarà un abile nuotatore. Potrebbe sfruttare questo periodo di inattività, diciamo fino a Settembre, tenendosi in forma con il salvataggio. Correre tutte le battigie d’Italia alla ricerca di bagnanti in difficoltà. Farebbe bene al suo morale, salvare una vita è comunque più fico che recuperare un pallone, e farebbe bene anche a noi che non sappiamo nuotare bene.
1. Barman
Zaza c’ha un po’ la faccia da barman da discoteca di provincia. Di quelli fighetti che fanno le smorfie quando gli chiedi un semplice Vodka Lemon. Con la sua energia non avrebbe problemi a lavorare fino alle sei del mattino, anzi sarebbe uno di quei barman matti che ad un certo punto salgono sul bancone e iniziano a ballare.
Il Siviglia aveva veramente bisogno di comprare Jovetic?
risponde Daniele V. Morrone
[Mercoledì 11, pomeriggio]
La risposta a questa domanda è arrivata per bocca di Monchi direttamente il giorno della presentazione di Jovetic: “Ben Yedder e Vietto sono giocatori con caratteristiche distinte, cercavamo un giocatore che potesse essere schierato come punta unica, giocarci insieme e soprattutto che potesse partecipare al gioco della squadra. [Jovetic] è un giocatore tecnicamente ottimo nel controllo di palla e che sa fare gol.”
In sostanza Sampaoli deve aver chiesto un terzo profilo per completare il reparto offensivo così da poter all’occorrenza giocare con due punte. Al momento Vietto e Ben Yedder sono giocatori diversi che si completano a vicenda: Vietto si muove tantissimo fuori dall’area e partecipa al gioco della squadra con appoggi e movimenti perfetti, mentre Ben Yedder è più un giocatore d’impatto grazie alla sua freddezza col pallone sia negli scambi che davanti al portiere. Volendo utilizzarli entrambi allora manca chiaramente un terzo attaccante.
Esattamente come con Nasri in questo caso Monchi doveva avere Jovetic in cima alla lista dei desideri in passato e ha deciso di prenderlo ora che il valore di mercato è al minimo (prestito con riscatto non obbligatorio a 14 milioni), fidandosi del lavoro dello staff tecnico per farlo tornare quello del 2013. Dovesse funzionare il lavoro di Sampaoli allora il Siviglia si ritroverebbe praticamente a prezzo di saldo un giocatore in grado di fare la differenza. Non dovesse funzionare avrebbe comunque una riserva accettabile per 6 mesi.
Abdennour è di un altro livello
di Daniele Manusia
[Mercoledì 11, pomeriggio]
Quante cose cambiano in un anno e mezzo. Nella sessione di mercato estiva del 2015 Abdennour sembrava vicino al Barcellona, invece è finito al Valencia per 30 milioni e oggi - 6 allenatori dopo - si parla di lui per il Torino. Non so da dove nascano questo tipo di voci, ma è chiaro come la stampa italiana sia attenta ad amplificare al minimo segnale che possa confermarle. Trasformando, ad esempio, una dichiarazione normale (parafraso l’estratto in questione dell’intervista di Abdennour a Tuttosport: sto bene a Valencia ma fa piacere si parli del me per il mercato, ho giocato in Germania, Francia e Spagna, non ho giocato in Inghilterra e Italia e sono due campionati che mi piacciono) in una richiesta d’aiuto: “Abdennour chiama il Torino”.
Partendo dal presupposto che Abdennour, nonostante il periodo tragicomico che sta vivendo a Valencia (in cui è stato fatto giocare anche da terzino), in teoria potrebbe ambire a un trasferimento più prestigioso, anche solo in prestito, per puntare poi eventualmente a un trasferimento più conveniente dal punto di vista economico, e che stiamo parlando di un giocatore semplicemente di un altro livello rispetto a quelli attualmente in rosa al Torino, dato che nel calcio tutto è possibile vale la pena ragionarci un momento.
Per chi non lo conosce, Abdennour è un difensore aggressivo in virtù di un atletismo e un’esplosività che compensano una costituzione pesante che, altrimenti, potrebbe diventare un limite, e quando non è in forma si vede. È grosso, veloce e tecnico: nel senso che non perde mai di vista la palla anche quando è tra i piedi dell’attaccante. Per questo a me è sempre piaciuto molto, perché è uno dei pochi difensori che gioca sempre per riconquistare palla. E poi è un maestro dell’antica arte della scivolata.
La situazione ideale per Abdennour è l’incubo di qualsiasi altro difensore: l’uno contro uno in profondità. Anche con giocatori più veloci e rapidi Abdennour riesce a scegliere il tempo giusto per l’intervento, o a prendere contatto per rallentarli e frapporsi con il corpo tra palla e avversario. È un giocatore molto istintivo che dà il meglio nelle situazioni limite, in questo forse si vede anche che non ha una formazione da centrale puro ma che è cresciuto, calcisticamente parlando, giocando in tutti i ruoli difensivi del centro-sinistra (anche se come terzino, oggi come oggi, è improponibile perché negli anni ha aggiunto uno strato di pesantezza che ormai gli impedisce di spingersi molto in avanti e molto lontano dal centro). In generale, però, secondo me si tratta di un giocatore più a suo agio in una difesa a 3 che a 4.
La coppia di difensori centrali del Torino di Mihajlovic deve coprire molto spazio, per questo sono anche molto prudenti e tendono ad indietreggiare. Non mi sembra il contesto migliore per un difensore verticale, di grande corsa, sì, ma quando c’è da recuperare verso la propria porta. Per difendere posizionalmente forse persino un difensore mediocre può essere più utile di lui.
Anche a livello mentale Abdennour è un giocatore intenso (anche se nonostante l’aspetto, come scrivevo un anno e mezzo fa, ha un carattere riflessivo e persino dolce) che non so quanto si troverebbe bene in una squadra di metà classifica con il baricentro spesso piuttosto basso. Se cala la tensione non può ricorrere all’esperienza nel ruolo e rischia di perdersi in un bicchiere d’acqua con o senza palla.
Tecnicamente ha un piede sinistro che gli permette di verticalizzare sempre tra le linee (quando gioca al centro, da terzino o comunque se si trova troppo largo torna quasi sempre indietro) e anche di lanciare in profondità. Anche per questo sembra più adatto a una difesa a 3 con compiti di impostazione. Magari sarebbe stato perfetto per il Torino di Ventura, meno per quello di Mihajlovic.
Insomma, il suo possibile trasferimento a Torino mi farebbe pensare più a un’occasione colta al volo di aggiungere alla rosa un giocatore di valore senza però chiedersi veramente quanto sia adatto (anche se attualmente è impegnato in Coppa d'Africa, con la Tunisia). Nell’eventualità che si concretizzasse davvero non sono così sicuro che riusciremmo a vedere il meglio di Abdennour, anche se, ripeto, la sua superiorità tecnica è tale rispetto ai giocatori che giocano nella sua posizione ora (Castan e Rossettini) che al Torino converrebbe in ogni caso.
Lista dei desideri: Cagliari
di Federico Principi
[Mercoledì 11, mattina]
Pur essendo una squadra che subisce tantissimo (la peggior difesa con 43 gol subiti), che tiene poco palla (terzultima nella statistica del possesso con il 46%) e tende a difendere spesso in avanti, il Cagliari è solamente settimo nella classifica dei palloni intercettati con 15.79 a partita. Ha evidenziato problemi nelle scalate in avanti ad accorciare anche e soprattutto dei difensori centrali. Per questo motivo Rastelli necessiterebbe di un difensore rapido e più abile degli altri nelle letture e negli anticipi, bilanciando magari lo scarso dinamismo di Bruno Alves (comunque molto sicuro nel posizionamento e nei palloni aerei), con Ceppitelli e Salamon che finora non hanno dato adeguate garanzie.
Edoardo Goldaniga, già cercato dalla Sampdoria in estate ma sempre rimasto a Palermo, potrebbe essere il profilo giusto proprio per la sua notevole aggressività negli anticipi. Bruno Alves, data la sua esperienza, potrebbe sicuramente bilanciarlo negli atteggiamenti a volte davvero irruenti e - visto che nelle ultime partite il Cagliari sembra più orientato di prima a difendere basso - Rastelli con Goldaniga potrebbe contemporaneamente disporre di un centrale più aggressivo e un altro, proprio Bruno Alves, molto forte invece nel blocco basso. Dodicesimo miglior difensore per palloni intercettati in questa stagione (3.24 per 90 minuti), lo scorso anno Goldaniga era giunto diciassettesimo in questa classifica con 3.78 per 90 minuti. Numeri nettamente superiori a qualsiasi giocatore del Cagliari, alimentati oltretutto da una squadra (il Palermo) seconda solo all'iper-aggressiva Atalanta di Gasperini nella statistica dei palloni intercettati.
Chi è Adrian Cubas?
di Fabrizio Gabrielli
[Martedì 10, pomeriggio]
Gira una storia, alla Bombonera, secondo la quale al termine di una partita d'allenamento Juan Roman Riquelme abbia chiesto a Carlos Bianchi chi fosse il ragazzino che lo aveva marcato, perché non gli aveva fatto vedere neppure un pallone. Adrian Cubas è un Mascherano in potenza: meglio, un Gago con il corpo - e spesso il mood - di Carlitos Tévez. Nel corso della sua carriera con le giovanili xenéizes, partita con un trasferimento a Baires appena dodicenne e sfociato in una quarantina di presenze in prima squadra, si è guadagnato un soprannome che rende giustizia al sentimento che lo accompagna in campo: leoncito. Ma sarebbe riduttivo considerarne solo le caratteristiche di rottura, perché Cubas ha anche una visione di gioco limpida e intelligente, da vero volante de cinco, e sa interpretare il ruolo di mezzala in maniera olistica e moderna. Che è poi la ragione per cui, nel luna park degli esperimenti di mercato pescaresi, Cubas è forse la scelta meno estemporanea e surreale, più ragionata. Nell'attesa di conquistare la maglia a righe albiceleste, perché insieme a Kranevitter è Cubas l'erede delle chiavi della mediana argentina, o bianconera, chi lo sa, per un semestre ci si può accontentare del biancazzurro dei delfini.
Lista dei desideri: Atalanta
di Fabio Barcellona
[Martedì 10, mattina]
Per provare a mantenere lo stesso elevatissimo rendimento del girone d’andata l’Atalanta ha la necessità di rimpiazzare il partente Gagliardini, destinato all’Inter. In rosa Giampiero Gasperini ha Remo Freuler, titolare del ruolo prima dell’esplosione di Gagliardini. Lo svizzero è un giocatore abbastanza diverso dall’italiano: garantisce più qualità nelle giocate ed è capace di mandare alla conclusione i compagni (2.6 Key pass/90 min contro i 0.9 Key pass di Gagliardini), ma fornisce alla squadra meno fisicità e meno inserimenti profondi. Pur considerando Freuler il nuovo titolare, per Gasperini sarebbe fondamentale, anche numericamente, avere un nuovo centrocampista in rosa.
Un’idea, e una scommessa, probabilmente a costo quasi zero, potrebbe essere quella di rilanciare in nerazzurro la carriera di Andrea Poli. L’arrivo di Montella sulla panchina del Milan ha di fatto confinato il centrocampista in panchina; solo due presenze da titolare e 249 minuti in campo per Poli in questa stagione. La mezzala rossonera è un giocatore di grande dinamismo, abile negli intercetti e nei tackle e dal notevole senso dell’inserimento profondo. Poli potrebbe diventare un buon giocatore di sistema per Gasperini e integrare nel reparto di centrocampo molte delle caratteristiche che la partenza di Gagliardini porterà via. La voglia di rivalsa per la stagione sinora deludente dovrebbe essere un ottimo propellente per le sue prestazioni e, in una squadra di provincia, potrebbe finalmente trovare la dimensione ideale per una carriera che era iniziata con grandi promesse.
Tre ipotesi sul futuro di Evra
di Alfredo Giacobbe
[Martedì 10, mattina]
La seconda avventura italiana di Patrice Evra è giunta al capolinea. Se Allegri ha eluso le domande sul francese, il direttore Marotta ha messo in chiaro che tutte le ipotesi sul futuro di Evra sono attualmente sul tavolo. Data l’onerosità del contratto del buon Patrice, in scadenza tra 6 mesi, la soluzione che la Juventus imboccherà più probabilmente sarà quella della risoluzione consensuale, la stessa esercitata nei confronti di Fernando Llorente due stagioni fa. A prescindere dai risvolti tecnici dell’operazione, il problema resta dove potrebbe accasarsi Patrice Evra.
Ipotesi seria: Valencia o West Ham
Valencia e West Ham sono due società con le quali la Juventus è in contatto per la sistemazione di Simone Zaza, i suoi dirigenti potrebbero trovare il tempo di parlare anche di Evra. In entrambi le piazze, Evra costituirebbe un rimpiazzo di lusso per i titolari Siqueira e Cresswell (in attesa del rientro degli infortunati Gaya e Masuaku). È probabile, però, che il francese preferisca un campionato che conosce bene come la Premier League.
Ipotesi pensionistica: Chinese Super League
Se il Chelsea ha ricavato soldi dalla cessione di Obi Mikel, da subito ai margini del progetto di Conte, perché non potrebbe provarci la Juventus con Evra? I francesi “tirano” poco nell’Estremo Oriente, sicuramente meno dei quotatissimi sudamericani: l’unico transalpino che attualmente milita tra i professionisti cinesi è Gael Kakuta, uno da 9 squadre in 7 anni, provinato (e bocciato) alla Lazio da Edoardo Reja.
Ipotesi social: Manchester United
Perché a Pogba manca la spalla comica per i suoi sketch: Lingard non capisce le sue battute e Martial è allegro come la sala d’attesa di un dentista.
Bereszynski non è il sostituto di Pereira
di Emanuele Atturo
[Lunedì, 9 pomeriggio]
Uno dei primi colpi ufficiali del calciomercato di gennaio è stato anche uno dei meno entusiasmanti. Bartosz Bereszynski è passato dal Legia Varsavia alla Sampdoria per due milioni di euro. Vale la pena specificare che Bereszynski è un terzino destro, ha 24 anni e avrebbe dovuto giocare al posto di Pedro Pereira, in uscita verso il Benfica. “Avrebbe” perché è di poche ore fa la notizia che la Sampdoria, infatuata dopo la bella prova contro il Napoli, sarebbe tentata di tenersi Pereira, e a quel punto Bereszynski dovrebbe giocarsi il posto con il portoghese.
Sarà una bella lotta, perché Pereira e Bereszynski non hanno praticamente niente in comune. Uno è un portoghese belloccio e tecnico di 18 anni; l’altro un polacco così legnoso che riesce a rasentare l’immobilità anche quando prova a ballare. Pereira dribbla danzando sui pattini; Bereszynski salta gli uomini con la tecnica sobria e senza poesia dei terzini.
E infatti Bereszynski ha tutta l’aria di un’operazione realpolitik di una squadra che era partita col volo pindarico di una coppia di terzini Dodò-Pereira e che probabilmente chiuderà il campionato con quella Regini-Bereszynski.
Il polacco è un giocatore di grande fisicità, con un’ottima progressione in spazi ampi e buone letture difensive. Ha qualche problema di mobilità sui primi passi, che lo rende vulnerabile ad ali molto veloci, ma in compenso possiede la principale qualità che si richiede a un terzino della Serie A cui affidare il proprio figlio nelle serate al cinema: le diagonali.
Diagonale: una delle cose preferite dagli italiani.
I tifosi della Samp possono star sicuri che Bereszynski non è un terzino svampito (che non significa “infallibile”), ma dall’altra parte la permanenza di Pereira potrebbe assicurare un’alternativa di maggiore qualità. Se il portoghese dovesse crescere nelle letture e nell’affidabilità - come mostrato nella gara contro il Napoli - a quel punto non è detto che Bereszynski farà il titolare. Soprattutto perché il 4-3-1-2 di Giampaolo ha un’assoluta necessità di ricevere ampiezza dagli esterni bassi, cosa mancata come l’acqua nel girone d’andata.
L’augurio, in generale, è che Bereszynski difenda meglio di come balla.
Lista dei desideri: Milan
di Federico Aqué
[Lunedì, 9 mattina]
Zero budget e condivisione delle scelte tra due proprietà diverse: fare mercato in queste condizioni è come sperare di vincere i 100 metri correndo con gli scarponi. Eppure la stagione disputata dal Milan finora merita di essere sostenuta con rinforzi in grado di alzare il livello di qualità medio della rosa. Le zone in cui intervenire sono diverse, ma dovendo scegliere un ruolo dico il mediano, anche solo per una questione numerica. Al momento, qualsiasi soluzione alternativa a Locatelli sarebbe un adattamento e il Milan avrebbe invece bisogno di un centrocampista affermato e di grande livello, che tolga parte delle pressioni dalle spalle del giovane centrocampista di Lecco. Badelj sarebbe il rinforzo ideale, anche se temo sia destinato a rimanere un’ipotesi e nulla più.
Cosa ci siamo persi in settimana
[Domenica, 8 mattina]
Anche per questa sessione invernale, utilizzeremo la domenica per riepilogare le trattative e i rumor che non abbiamo avuto tempo o voglia di trattare in settimana. Oggi per molti è l’ultimo giorno di ferie, quindi sentitevi liberi di prendere spunto da questo post per fare i brillanti domani davanti alla macchinetta del caffè dell’ufficio. Nel frattempo, buona domenica.
Anche al Chelsea rosicano
“Spero che queste offerte dalla Cina finiscano con Mikel e Oscar”. Conte non ha preso benissimo la cessione di Obi Mikel al Tianjin Teda, dopo che il nigeriano era finito ai margini della rosa per aver partecipato alle Olimpiadi invece che al ritiro del Chelsea. Per l’incolumità dei giocatori del Chelsea speriamo davvero che non arrivino nuove offerte.
Aquilani ricomincia (?) dal Sassuolo
Continua la carriera surreale di Alberto Aquilani, che dopo aver fatto da comparsa allo Sporting Club di Lisbona e al Pescara è passato al Sassuolo. In una sorta di pena del contrappasso abbastanza crudele, Aquilani sarà dietro nelle gerarchie a diversi giovani provenienti dalla Primavera della Roma, come Pellegrini e Mazzitelli. Chissà che questa volta non riesca a giocare di più.
Il rinnovo di Schelotto
Nel frattempo Ezequiel Schelotto, che qualche tempo fa era stato intervistato da Fabrizio Gabrielli, ha rinnovato con lo Sporting Club fino al 2019. Nel nuovo contratto è inclusa anche una clausola da 45 milioni di euro.
Il Leicester continua a stupire
Il Leicester, nonostante le difficoltà in Premier in questa prima metà di stagione, non abbandona la sua strategia di mercato fatta di colpi a sorpresa. Questa settimana è la volta di Onyinye Wilfred Ndidi, polivalente centrocampista nigeriano, utilizzabile anche da centrale di difesa e terzino.
La genialità del SMM del Gladbach
Social Media Manager: lo stai facendo bene (si parla del centrale francese ex Siviglia, Timothée Kolodziejczak, appena passato al Borussia Mönchengladbach).
Peñaranda torna in Liga
Adalberto Peñaranda, il giocatore con il nome più bello della Serie A, è stato mandato in prestito dalla galassia Pozzo al Malaga, dopo aver passato mesi tra Granada, Watford e Udinese. In bocca al lupo.
Tre squadre dove si potrebbe affermare Acerbi
di Flavio Fusi
[Sabato 7, pomeriggio]
Francesco Acerbi si è affermato come uno dei migliori difensori del nostro campionato e non ha fatto mistero del fatto che gli piacerebbe misurarsi nuovamente in una grande squadra. Un profilo come il suo farebbe comodo praticamente a qualsiasi squadra, ma dove potrebbe trasferirsi?
Milan
Per ora non sembra esserci stato nessun interessamento concreto da parte del Milan, ma Acerbi farebbe sicuramente al caso di Montella, visto che il pacchetto di difensori centrali dei rossoneri, fatta eccezione per la coppia Romagnoli-Paletta, non brilla certamente per affidabilità. Il fatto di aver già giocato nel Milan potrebbe facilitare l’inserimento di Acerbi e il suo acquisto collimerebbe con la politica societaria che vede una rosa sempre più italiana, ma è tutta da verificare la volontà del club di investire su un cavallo di ritorno.
Livello fattibilità: 15%
Probabilità d'impiego: 70%
Inter
Si parla di un interesse dei nerazzurri per Acerbi fin dalla scorsa estate e un difensore centrale farebbe sicuramente al caso di Pioli che, con Andreolli che non è mai sceso in campo in questa stagione, può contare solo su Miranda, Murillo e Ranocchia (che tra l’altro potrebbe essere offerto come pedina di scambio, visto che il Sassuolo ha pensato proprio al capitano dell’Inter per coprire un’eventuale partenza del suo difensore). La strada per arrivare ad Acerbi sembra però in salita: come nel caso di Gagliardini, l’Inter non può acquistare a titolo definitivo, né stabilire prestiti con riscatto obbligatorio e sarà difficile strappare al Sassuolo un giocatore valutato tra i 10 e i 15 milioni di euro. Se però Acerbi rimanesse in Emilia fino a fine stagione, il discorso potrebbe riaprirsi in estate, quando il contratto in scadenza 2018 potrebbe forzare la mano al club di Squinzi.
Livello fattibilità: 35%
Probabilità d'impiego: 65%
Leicester
Il club che sembra essersi mosso con più decisione su Acerbi è il Leicester di Claudio Ranieri che, al contrario dell’Inter, non ha problemi con il fair play finanziario. Le Foxes si sono fatte sotto con un’offerta da 10 milioni di euro, che potrebbe far vacillare il Sassuolo. Il Leicester ha indubbiamente bisogno di almeno un difensore centrale, considerando che non ci sono ricambi futuribili alle spalle dei due titolari Morgan ed Huth, tra l’altro entrambi classe 1984. Benalouane non si è mai visto in questa stagione e Wasilewski è ormai vicino alle 36 primavere. Trasferendosi in Inghilterra, Acerbi avrebbe la possibilità di giocare, almeno in questa stagione, anche la Champions League, ma per ora sembra che preferisca rimanere in Serie A.
Livello fattibilità: 70%
Probabilità d'impiego: 75%
Che tipo di giocatore è Deulofeu
di Daniele V. Morrone
[Sabato 7, mattina]
Gerard Deulofeu è un’ala cresciuta nella Masia che avrebbe dovuto fare le fortune del Barcellona avesse mantenuto anche solo in parte le promesse della carriera giovanile, dove dominava i pari età dal punto di vista atletico e tecnico. Sembrava potesse essere la risposta catalana a Cristiano Ronaldo e invece in neanche tre anni è stato scartato da Luis Enrique, Unai Emery e ora Koeman. Il motivo della sua mancata ascesa nonostante il talento naturale risiede in un carattere poco propenso al sacrificio e da una pigrizia mentale che lo porta ad atrofizzare il proprio gioco verso un pattern basico, cioè quello di fare sempre la cosa più semplice o immediata.
Deulofeu è al momento un giocatore veloce con la palla che gioca sulla fascia destra e punta ad arrivare sul fondo per il cross. Per arrivare sul fondo non si fa problemi a puntare e saltare l’avversario diretto. Nelle sue due stagioni in Premier ha tentato 6 dribbling per 90 minuti, di cui in questa stagione gliene riescono appena due. Ma la cosa che forse rappresenta più di tutti Deulofeu è la statistica dei cross: in questa stagione ne segna 7 per 90 minuti, di cui solo uno a buon fine. Certo il buon fine di un cross dipende da molte variabili, spesso non legate al crossatore, ma lo stile di gioco di Deulofeu si presta comunque all’inefficienza: accelera verso la linea di fondo cercando l’uomo da puntare, lo sfida e, se lo salta, crossa immediatamente senza pensarci troppo. Praticamente ritiene il suo lavoro finito una volta che il pallone ha raggiunto l’area di rigore, cosa che significa produzione senza qualità. E pensare che dal punto di vista tecnico avrebbe tutto per calibrare il pallone o scegliere diversi tipi di soluzione, cosa che gli riesce spesso quando invece torna a giocare con l’Under21 spagnola, di cui è capitano e detentore del record di presenze.
Chi prende Deulofeu riceve insomma una serie di pregi e difetti molto marcati, il che non è per forza un male visto che in Serie A potrebbe comunque risultare superiore dal punto di vista atletico e tecnico rispetto a gran parte dei propri avversari diretti (a parte poche eccezioni, come Alex Sandro).
Lista dei desideri: Sampdoria
di Gabriele Anello
[Sabato 7, mattina]
Al netto di eventuali partenze (Torreira e/o Muriel) e di un problema risolto sui terzini destri (parte Pereira, arriva Bereszyński), la Samp ha poco da chiedere al calciomercato invernale. Attacco e centrocampo sono a posto, quindi si pensa alla difesa. Mentre a sinistra si aspetta il rientro di Pavlovic, serve un centrale: Silvestre tentenna sul rinnovo e Skriniar a piede invertito ogni tanto è incerto. Un centrale di piede mancino sarebbe l'ideale, ma non è facile prenderlo a gennaio. La Samp, però, può permettersi un investimento e il nome giusto si trova in due direzioni: a) un affare alla Mustafi, un giocatore giovane e di prospettiva, ma chiuso in un grande club (Mamadou Doucouré is the name); b) un nome italiano, disponibile subito e da far ambientare velocemente.
Federico Barba risponderebbe alla seconda logica. Attualmente è all'Empoli, in prestito dallo Stoccarda, ma Martusciello sembra puntare su Costa e Bellusci come centrali difensivi, tanto che l'ex Roma ha giocato appena cinque partite in Serie A. La Sampdoria potrebbe approfittarne, perché in Germania hanno investito su Barba, ma l'hanno rimandato indietro dopo sei mesi e un paio di infortuni. Classe '93 cresciuto nella Roma, Barba è stato acquistato dall'Empoli nel 2013: Giampaolo l'ha avuto per sei mesi l'anno scorso, diventando titolare dopo la partenza dell'amico Rugani. L'ex allenatore dell'Empoli non avrebbe voluto vederlo partire («Fossi stato in lui non sarei andato via») e l'ha cercato anche quest'estate, perché Barba - piede mancino, buon senso dell'anticipo e pericoloso sulle palle inattive - potrebbe essere la risposta ai dubbi della difesa blucerchiata.
Al Milan serve davvero Keita?
di Francesco Lisanti
[Venerdì 6, mattina]
Keita Balde non sposterebbe gli equilibri nell’attacco milanista, ma impreziosirebbe un pacchetto ben assortito, andando presumibilmente a competere con Niang per la posizione di ala sinistra. Proprio l’eventuale compatibilità tattica tra il senegalese e il francese sarebbe lo scenario più interessante, in caso di reale approdo di Keita a Milano. I due attaccanti hanno entrambi discreti margini di miglioramento (sono rispettivamente del ‘95 e del ‘94), e condividono più caratteristiche di quanto suggerirebbe un primo sguardo: non sono due ali pure, non danno il meglio nelle situazioni di isolamento sulla fascia, sono due crossatori mediocri e tendono troppo spesso a puntare l’avversario a testa bassa. Anche le letture in situazioni aperte, con molte opzioni a disposizione, vanno decisamente raffinate.
Le scelte di tiro, argh.
In compenso, sono due giocatori molto fisici, incontenibili sul piano dell’energia per lunghi tratti di partita, pericolosi nei movimenti senza palla e in fase di finalizzazione (più l'attuale ala della Lazio del francese, a dire la verità: 5 gol su azione per Keita, 2 per Niang). Keita e Niang si sono ritagliati un proprio senso tattico nei rispettivi sistemi di gioco attraverso i tagli esterno-interno, per occupare lo spazio liberato dalla prima punta, che sia essa Immobile, Bacca o Lapadula. Keita arriva al tiro 2,7 volte ogni 90 minuti, addirittura 2 volte all’interno dell’area di rigore, mentre Niang arriva al tiro 2,6 volte ogni 90 minuti, 1,6 volte all’interno dell’area di rigore.
Nello sviluppo dell’azione del Milan, Niang spesso si abbassa spalle alla porta per ricevere direttamente nell’half-space sinistro dal terzo di difesa, solitamente Romagnoli o De Sciglio, e questo è un movimento che Keita potrebbe interpretare benissimo, aggiungendo anche più qualità nel primo tocco, per poi galleggiare nello spazio tra le linee. Keita e Niang sono due giocatori interessanti, con delle qualità evidenti e dei limiti ancora da sgrezzare, che possono esaltarsi se accoppiati a due giocatori che si assumano le responsabilità creative, come Felipe Anderson e Suso. Comprare Keita, oggi, non può ovviamente essere un’operazione sbagliata: ha 21 anni, sta bene fisicamente, segna e fa segnare. L’unico dubbio è che il Milan, dovendo ricostruire la rosa, possa porsi altre priorità, ad esempio a centrocampo.
Conte sta iniziando a ricostruire la Juventus 2013/2014
[Venerdì 6, mattina]
Nel frattempo arriva la notizia che Conte, preso da un afflato di nostalgia, vorrebbe Llorente (attualmente allo Swansea) come riserva di Diego Costa al Chelsea al posto di Batshuay. Adesso ci aspettiamo offerte anche per Giovinco, Isla, Lichsteiner e Storari.
Lista dei desideri: Empoli
di Emiliano Battazzi
[Venerdì 6, mattina]
Nella storia recente dell'Empoli, alla grande qualità del gioco non è seguita una corrispondente quantità di gol: con Sarri 46 (sesto peggior attacco del campionato), con Giampaolo solo 40, nonostante uno splendido Maccarone. Nel modulo polirombico, le punte sono disposte a un sacrificio tattico estremo, per creare spazio agli inserimenti da dietro e allargare la difesa avversaria. Insomma, i gol mancano anche per motivi strutturali, ma in questa prima metà di stagione la secchezza offensiva ha raggiunto livelli da death valley: 8 partite consecutive senza segnare, peggior livello di xG (12,21) e peggior attacco della serie A (10 gol segnati). Ecco perché serve un attaccante speciale come Simone Zaza.
Ipercinetico come deve esserlo un attaccante dell'Empoli, mai fermo nella stessa posizione. Verticale però, sempre in grado di chiamare un passaggio taglialinee, pronto per le sponde spalle alla porta, e senza paura di tirare, mai, da qualunque posizione (nella scorsa stagione, ben 1,76 tiri nello specchio per 90 minuti). A Zaza dopo il disastro londinese serve una squadra con un'idea, un copione, perché è un giocatore che ha bisogno di una missione. A Martusciello non servono tanti gol per salvarsi, giusto quelli di Zaza. Buon matrimonio, anche se sembra impossibile.
Taarabt torna in Italia!
[Giovedì 5, pomeriggio]
Nel frattempo il Genoa starebbe per riportare Taarabt in Italia e noi non potremmo essere più contenti. Di lui parlava Timothy Small in uno dei nostri primi pezzi, di cui citiamo un piccolo estratto: «E quindi, come dice Briatore, (e mai nella mia vita avrei pensato di scrivere queste tre parole in fila) Taarabt è un giocatore che va coccolato. Non è un caso se si trova male con gli allenatori che non lo fanno giocare, e che dica di trovarsi da Dio al Milan, dove ha giocato ogni partita nella quale era schierabile, titolare, dal primo al novantesimo minuto. È così che ci si sente coccolati, amati. L’ego, l’insicurezza, i dubbi rimangono. Taarabt è stato capace di prendere una multa dal QPR perché s’è rifiutato di pesarsi. Sapeva di essere più forte degli altri giocatori, eppure li guardava dalla panchina. È questo, Adel Taarabt. Colpi di classe sopraffina che lasciano intravedere un potenziale immenso, o forse un immenso talento sprecato».
Lista dei desideri: Napoli
di Alfredo Giacobbe
[Giovedì 5, mattina]
Il Napoli ha una sola lacuna rimasta da colmare in rosa: un terzino di levatura internazionale che costituisca un’alternativa ai titolari Hysaj e Ghoulam. Sarri non considera Maggio e Strinic alla loro altezza, il minutaggio risicato racimolato dai due in una stagione e mezza parla chiaro. Serve quindi un giocatore con un'esperienza pregressa nel nostro campionato, capace di occupare il ruolo su entrambe le fasce. Matteo Darmian costituirebbe un profilo ideale, ma Mourinho ha posto il veto sui trasferimenti in uscita. Auspicherei quindi un ritorno di fiamma per Sime Vrsaljko, che alle dipendenze di Diego Simeone ha raccolto appena 450 minuti tra Liga e Champions League.
Jesé è un'opzione valida per sostituire Salah?
risponde Dario Saltari
[Giovedì 5, mattina]
Salah e Jesé sono due giocatori tecnicamente molto diversi e che quindi contribuiscono tatticamente alla propria squadra in maniera molto diversa. Jesé è più ala e meno seconda punta di Salah, se così si può dire, nel senso che tende ad aspettare il pallone sui piedi sull’esterno per poi puntare l’uomo nell’uno contro uno, più che associarsi con la punta per arrivare in porta centralmente.
Non ha l’istinto di profondità senza palla dell’egiziano e quando viene a giocare dentro al campo tende ad associarsi con i compagni o a cercare il passaggio in verticale (una delle poche statistiche che si salvano in questa sua prima deludente parte di Ligue1 è quella relativa ai passaggi chiave: 1,35 ogni novanta minuti) anziché attaccare lo spazio alle spalle della difesa avversaria costringendola ad abbassarsi.
In parole molto povere, Salah preferisce correre senza il pallone mentre Jesé di solito preferisce correre con il pallone (questo è uno dei motivi principali che hanno portato Emery ad abortire l’esperimento Jesé prima punta). Anche fisicamente i due sono diversi: l’esplosività nel lungo dell’egiziano è quasi unica al mondo e non può essere colmata da un giocatore come l’ex Real Madrid, che invece ha un spunto eccezionale solo sui primi passi.
Jesé non è quindi un perfetto sostituto tecnico di Salah e non permetterà alla Roma di tornare ad avere quella varietà di movimenti che con l’egiziano l’ha resa la squadra offensivamente più ricca della Serie A (profondità con Salah, ampiezza con i terzini, gioco tra le linee di Perotti e Dzeko). L’ala spagnola, però, porterebbe a Spalletti altri doni: un migliore controllo sul pallone, una maggiore creatività tra le linee e un buon tiro dalla distanza.
Dieci campioni che potrebbero finire in Cina già a gennaio, forse
[Mercoledì 4, pomeriggio]
10) Francesco Totti
Percentuale di fattibilità: 1%. Perché la comunicazione con i suoi fan cinesi non sembra funzionare alla perfezione.
9) Mauro Icardi
Percentuale di fattibilità: 5%. Perché in Cina la sua autobiografia verrebbe accolta in maniera ancora meno democratica.
8) Pierre-EmerickAubameyang
Percentuale di fattibilità: 7%. Perché Reus non lo seguirebbe, e l’esultanza da Batman non ha alcun senso senza un Robin.
6) Gonzalo Higuain
Percentuale di fattibilità: 10%. Perché quest’estate pare abbia già rifiutato 50 milioni di euro l’anno.
5) Diego Costa
Percentuale di fattibilità: 12%. Perché Conte lo troverebbe e lo ucciderebbe a mani nude.
4) Ever Banega
Percentuale di fattibilità: 35%. Perché ad Appiano Gentile sembra essere cambiata decisamente aria per lui da quando è arrivato Pioli, nonostante il gran gol con la Lazio.
3) Carlos Bacca
Percentuale di fattibilità: 50%. Perché fare panchina guadagnando la metà non vale obiettivamente la pena.
2) Nikola Kalinic
Percentuale di fattibilità: 75%. Perché la Fiorentina è sempre in prima linea nell’inimicarsi Sousa.
1) Wayne Rooney
Percentuale di fattibilità: 80%. Perché una pensione dorata è un’opzione migliore che veder tramontare lentamente la propria carriera in Premier League.
Draxler è l'occasione perfetta per il PSG, e viceversa
di Emiliano Battazzi
[Mercoledì 4, mattina]
La rivoluzione di Emery al PSG è in pieno svolgimento e non è un processo facile, neppure per i giocatori. Nelle sue stesse parole: “Questa squadra non faceva mai un contropiede. Perché no? Quando hai la possibilità, devi farlo! […]. Ma all’inizio quando ne parlavo ai giocatori, pensavano volessi giocare solo in contropiede”. Tra i grandi problemi del PSG c’è anche quello delle mezzepunte: Jesé non si è ambientato e non è stato mai preso in considerazione, Ben Arfa non trova spazio, Pastore si è infortunato e a volte Emery si è ritrovato costretto ad improvvisare Matuidi ala sinistra (non con grandi risultati, a dire la verità). L'allenatore spagnolo vuole dei movimenti precisi dagli esterni d’attacco: “A me piacciono gli esterni che giocano dentro il campo e che guardano alla porta avversaria anche per finalizzare. Gli esterni che crossano ormai sono un po’ in disuso”.
Insomma, oltre a Di Maria e Lucas, il PSG aveva bisogno di una nuova ala d’attacco, capace di giocare dentro al campo, in particolare partendo dalla sinistra, e con caratteristiche di gioco verticale: praticamente il ritratto di Julian Draxler. Emery ha così commentato: “Ci darà verticalità e l’ultimo passaggio”. Nonostante la disastrosa prima parte di stagione del Wolfsburg, il tedesco in effetti ha mantenuto inalterate le sue capacità di gioco: 2,3 passaggi chiave a partita, sesto per numero totale in Bundesliga. La sua capacità di giocare trequartista gli permetterà di trovare molto spazio, e forse il PSG è quel passaggio al grande calcio di cui aveva bisogno: un club con grandissime ambizioni, ma in un campionato meno esigente di altri a livello tattico. Il dilemma su che giocatore sia Draxler si sta per sciogliere: la strada è spianata, adesso tocca a lui.
Tre pezzi che andavano forte quando Gago sembrava forte
[Mercoledì 4, mattina]
Fernando Gago è in scadenza di contratto con il Boca Juniors. Ha 32 anni, dei problemi cronici al tendine d’Achille ed è ai margini del calcio europeo ormai da tre stagioni. Eppure circola la notizia che il Milan sia interessato a lui, che diventa automaticamente la notizia più random di questo inizio di calciomercato invernale.
Se Gago è fuori dai radar da tre anni, è passato ancora più tempo da quando era uno dei giocatori più fichi del calcio mondiale. Per dire, ecco tre canzoni che andavano forte quando Fernando Gago aveva i capelli lunghi ed era l’erede naturale di Fernando Redondo.
Coldplay - Viva la vida
Livello vintage: Chris Martin con i capelli lunghi; le giacche napoleoniche.
James Blunt - 1973
Livello vintage: Jeans larghi e chiodo di pelle.
Rihanna - Umbrella
Livello vintage: “ella, ella, ella”.
Come e perché Iturbe può funzionare a Torino
di Francesco Lisanti
[Martedì 3, pomeriggio]
L’opinione più accreditata su Iturbe è quella di Luciano Spalletti, secondo cui il ragazzo avrebbe «qualità importanti per questo sport», come «la corsa, la forza, il tiro, la disponibilità, che sono “da 10” sicuramente». Purtroppo, «quando i calciatori hanno queste caratteristiche ogni tanto perdono di vista un'altra qualità, che è quella del pensiero, della scelta, del dosare, quando, ora sì, ora no...».
«Se si vede Iturbe allenarsi, uno va in confusione, perché io non ho mai visto un giocatore che ha quell’esplosività lì, quella muscolatura lì», ha sottolineato il tecnico di Certaldo nei momenti più bui, quelli del rientro a Trigoria dopo l’infausto prestito al Bornemouth, due presenze, un paio di triplette tra gli Under-21, e una bocciatura firmata Eddie Howe. Adesso sarà il turno di Mihajlovic, che ha costretto Cairo all’acquisto più oneroso della stagione granata, più di Ljajic, più di Iago Falque, già due esuli dell’attacco romanista (interessante la strategia di riproporre in blocco un assetto offensivo che non stava funzionando altrove, nella speranza che un rinnovato equilibrio tra aspettative e motivazioni faccia il resto).
Quest’anno, Iturbe ha collezionato 400 minuti in Europa League e 38 minuti, frammentati in cinque presenze, in Serie A. Nel 4-3-3 di Mihajlović dovrebbe giocare da ala destra al posto di Iago Falque, per arrivare più facilmente al tiro con il sinistro, oppure da ala sinistra, per non privare completamente la squadra di ampiezza, già compromessa dai movimenti centrifughi di Ljajić. È difficile che, a Torino, Iturbe si riscopra un giocatore più associativo, con soluzioni diverse dal puntare la difesa a testa bassa e calciare fortissimo.
È più facile, però, che trovi gli spazi e la libertà tattica per esaltare il suo gioco, così come era stato in grado di esaltarsi nel Verona di Mandorlini, e che in un ambiente che pone meno pressioni possa concedersi di intestardirsi più spesso senza demoralizzarsi. Il Torino è una squadra un po’ anarchica dalla trequarti in su, che per arrivare in porta prova a sfruttare le catene laterali ma soprattutto l’estro e l’aggressività dei suoi attaccanti, due caselle che Iturbe soddisfa perfettamente. In questo senso, certamente, quello che non funzionava altrove può funzionare a Torino. Sempre che Iturbe impari a usare l’interruttore: ora sì, ora no.
Ciao Stendardo, maestro forense della difesa
[Martedì 3, pomeriggio]
Guglielmo Stendardo passa dall'Atalanta al Pescara, dove Oddo era alla disperata ricerca di qualcuno minimamente adeguato alla categoria. Questo il suo sobrio messaggio d'addio ai tifosi dell'Atalanta:
Kessiè già ci manca
[Martedì 3, pomeriggio]
A quanto pare, il prezzo di Kessiè è già lievitato al punto che le uniche squadre a poterselo permettere sono quelle inglesi. Forse dovremmo abituarci già da oggi a non vederlo più in Serie A e, non so a voi, ma a noi già manca. Abbiamo scelto i suoi migliori cinque recuperi palla fino ad adesso, per rendere il magone insopportabile.
5) Quando ha spostato Rizzo come un piccolo comodino.
4) Quando ha rubato le caramelle a Ricci.
3) Quando ha abbassato il passaggio a livello su Caprari.
2) Quando ha fatto scomparire il pallone dai piedi di Pasalic e Bonaventura.
1) Quando il povero Pavlovic ha provato a difendere il pallone col corpo.
Un terzino per Guardiola
di Daniele V. Morrone
[Martedì 3, pomeriggio]
Nessuna tra le squadre che ambiscono alla Champions League ha un difetto tanto evidente in un ruolo tanto importante come il City con i propri terzini. Sono loro l’anello debole della catena in questi primi mesi di stagione e visto che Sagna, Clichy e Zabaleta sono anche scadenza a giugno (e non sono stati rinnovati) è molto probabile che il City proverà a rinforzarsi fin da subito in quel ruolo. Già in estate il City aveva provato a prendere due dei più promettenti in circolazione (Theo Hernandez dell’Atlético a sinistra e Hector Bellerín dell’Arsenal a destra) senza però riuscirci. A gennaio l’élite del ruolo non si muove, ecco quindi una lista di chi ragionevolmente potrebbe arrivare a salvare Pep.
A destra:
- Elseid Hysaj: il giocatore del Napoli avrebbe bisogno di poco tempo per entrare nel sistema visto il calcio praticato da Sarri e dal punto di vista atletico non patirebbe più di tanto l’impatto con la Premier. Servirebbe un’offerta enorme, però, per convincere il Napoli a privarsene ora.
Percentuale di fattibilità: 30%.
- João Cancelo: l’abbiamo inserito tra i migliori prospetti del ruolo in Europa nella nostra serie Prospettiva terzini, in cui Angelo Ricciardi sottolineava soprattutto il mix di qualità fisiche e tecniche che gli permette una conduzione di palla invidiabile. Le difficoltà sportive del Valencia potrebbero facilitarne l’uscita anche a gennaio, ma la concorrenza del Barcellona in questo caso è fortissima.
Percentuale di fattibilità 60%.
- Hugo Mallo: a 25 anni sta finalmente rispettando le attese di inizio carriera e si è imposto come uno dei migliori nel suo ruolo nella Liga. Ha un approccio scolastico al compito, ma ha la tecnica per adattarsi facilmente ad un volume maggiore di tocchi. Dal punto di vista atletico gioca già ad alti ritmi con il Celta, ma potrebbe necessitare di più tempo rispetto agli altri per adattarsi.
Percentuale di fattibilità: 75%.
- Darijo Srna: tra i migliori terzini d’Europa negli ultimi 10 anni, ha dimostrato agli Europei che nonostante non abbia più velocità di punta, è ancora in grado di giocare ad altissimo livello. Con il contratto in scadenza a giugno non sarebbe un problema la trattativa con lo Shakhtar e potrebbe essere la toppa perfetta.
Percentuale di fattibilità: 99%.
A sinistra:
- Danny Rose: a 26 anni è con Milner il migliore del ruolo in Premier. Certo costerebbe da solo mezzo budget di mercato e difficilmente una rivale per il posto in Champions League se ne priverebbe, ma il giocatore del Tottenham è senza dubbio l’opzione migliore dal punto di vista del livello di gioco, volendo provare a prendere un inglese.
Percentuale di fattibilità: 25%.
- Wendell: il contesto del Leverkusen non aiuterebbe, essendo così specifico e tanto distante dai concetti del gioco di posizione. Il brasiliano, però, nel City potrebbe essere una scheggia impazzita all’interno del sistema, come un fulmine imprendibile in conduzione e utilissimo anche senza il pallone.
Percentuale di fattibilità: 55%.
- Ludwig Augustinsson: il ventiduenne svedese è stato una delle sorprese di questa Champions League con il Copenhagen, per la precisione con cui riesce a crossare e il dominio atletico che è in grado di imporre sulla fascia. Non ha forse le stesse potenzialità degli altri, ma ha un prezzo contenuto e in prospettiva potrebbe comunque risultare una versione migliorata di Kolarov.
Percentuale di fattibilità: 80%.
- Alex Grimaldo: da tempo gli scout del City si fanno vedere alle partite di Grimaldo, di cui Guardiola è un grande estimatore. Anche lui descritto in una puntata di Prospettiva terzini, dal punto di vista del gioco non avrebbe problemi ad entrare da subito nel sistema del City. Forse dal punto di vista atletico potrebbe necessitare di un minimo di adattamento ai ritmi della Premier.
Percentuale di fattibilità: 85%.