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Febbre da Calciomercato vol. 1
14 lug 2016
Commento live delle trattative più interessanti dell'estate.
(articolo)
39 min
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Il primo luglio si è aperta la follia estiva del calciomercato. Saranno due mesi di notizie spulciate su giornali unti di crema solare, di giocatori che cambieranno squadra sette volte in un giorno solo. Fino al 31 agosto proveremo a commentare le trattative più interessanti quotidianamente, su questo articolo che aggiorneremo in diretta anche più volte al giorno. Quindi in spiaggia non scordatevi il tablet.

Cosa ci siamo persi in settimana

[Domenica, 17 mattina]

Per non farvi sentire soli nemmeno nei giorni di riposo, ogni domenica faremo una sintetica lista delle trattative (concluse o da concludere) di cui non siamo riusciti a parlarvi in settimana. Qui sotto trovate la prima: buona lettura e buona domenica!

Santon per far sognare Nap... no, niente

Nel mezzo della tempesta mediatica che è il possibile trasferimento di Higuain alla Juventus, il Napoli sembra si stia avviando alla chiusura per acquistare Davide Santon. L'ennesima prova che per le avversarie della Vecchia Signora questo è il calciomercato più anti-erotico di sempre.

Enner Valencia alla Lazio?

Enner Valencia era uno degli uomini richiesti da Bielsa. L'allenatore argentino non arriverà più mentre forse l'attaccante ecuadoriano sbarcherà a Formello lo stesso. In caso sarà interessante vedere come lavorerà con Inzaghi.

Gentiletti in rossoblu

Dopo due stagioni alla Lazio in chiaroscuro, Santiago Gentiletti passa al Genoa. Pur essendo molto macchinoso nella copertura della profondità, Gentiletti è uno dei migliori in Serie A nella costruzione dell'azione dal basso. Juric sarà contento.

Gollini all’Aston Villa

Eh?!

Höjbjerg ricomincia da Southampton

Dopo l'intensa ma poco fortunata esperienza con Guardiola al Bayern, il non-ancora-sbocciato talento danese ricomincia dalla Premier, ricomincia dal Southampton. Non perderti per strada Pierre-Emile!

Sané da Guardiola

È tutta la settimana che si rincorrono le voci di un approdo di Leroy Sané al Manchester City. In attesa dell'ufficialità potete leggervi questo meraviglioso articolo di Fabrizio Gabrielli su di lui.

BVB: dopo Götze anche Schürrle

Siamo talmente focalizzati su quanto il Bayern Monaco cannibalizzi ogni estate il resto del campionato tedesco che non ci siamo accorti di cosa sta facendo il Borussia Dortmund. Dopo aver acquistato praticamente tutti i giovani più promettenti del panorama europeo (Emre Mor, Dembelé, Guerreiro, Bartra) adesso sembra che stiano arrivando anche due nomi affermati: Götze (di cui abbiamo parlato poco più sotto) e Schürrle. E se Tuchel facesse uno scherzetto a Ancelotti?

Jordon Ibe lontano da Liverpool

Doveva essere l'ultimo predestinato del Liverpool, il nuovo Sterling, e invece Jordon Ibe se ne va al Bournemouth a farsi le ossa.

Skrtel fa crollare le difese turche

Circa 24 ore dopo l'ufficializzazione di Martin Skrtel al Fenerbahce, dopo otto stagioni di Liverpool, in Turchia c'è stato un colpo di stato. Non il migliore dei presagi per il Fenerbahce, che è anche la squadra del cuore del presidente Erdogan.

Un altro attaccante francese per Wenger?

In questi ultimi giorni il nome Alexandre Lacazette è stato accostato molto insistentemente all'Arsenal. Stiamo verificando le nostre fonti per capire se la trattativa è reale o è ipotizzata solo perché Lacazette è francese.

Le mani di Mendes sul Boro

Il Middlesbrough è il nuovo feudo del super-agente Jorge Mendes. Se sentite dei rumor assurdi che collegano le quattro squadre del procuratore portoghese (Valencia, Benfica e Monaco, oltre al Boro) questa è la motivazione. Per adesso, alla squadra inglese sono stati accostati Falcao, Barragan e Negredo.

Come cambia il Torino con Ljajic e Iago Falque

di Francesco Lisanti

[Sabato, 16 pomeriggio]

Dopo cinque anni di rigido 3-5-2, il Torino si appresta a passare al 4-3-3 (il modulo annunciato per questa stagione) attraverso l'acquisto di due ali pure come Ljajic e Iago Falque. Mihajlovic non è un integralista tattico, si adatta alle caratteristiche dei propri giocatori e soprattutto a quelle degli avversari. Per questo motivo si è provvisto di due giocatori complementari: lo spagnolo è un sinistro, e soprattutto è più disciplinato e intelligente senza palla; il serbo invece è un destro, e anche se è meno propenso al sacrificio è sicuramente più imprevedibile col pallone tra i piedi.

Entrambi, però, arrivano a Torino con qualcosa da dimostrare. Iago Falque deve recuperare quella centralità tecnica che ha perso a Roma dopo il passaggio di consegne tra Rudi Garcia e Spalletti. Ljajic, invece, deve dimostrare di saper gestire le sue lune, perché all’Inter ha dimostrato di poter fare la differenza, ben più di Jovetic, ma sembra non avere ancora né la solidità mentale né la continuità di rendimento.

Negli ultimi anni, il Torino ha sempre accolto ben volentieri giocatori in cerca di riscatto, e con questi due acquisti il passaggio da Ventura a Mihajlovic inizia ad assumere un discreto fascino.

Mahrez se ne va?

[Sabato, 16 pomeriggio]

Secondo le ultime chissà-quanto-affidabili indiscrezioni, Riyad Mahrez avrebbe rifiutato il rinnovo del contratto propostogli dal Leicester. Una notizia che ovviamente ha generato un tornado di prospettive di mercato poco credibili. A proposito di ipotesi poco credibili, qui sotto trovate le cinque squadre a cui Mahrez farebbe comodo:

1. Manchester City

Perché a Guardiola manca il dribbling a rientrare di Robben

2. Manchester United

Perché Mourinho vuole rovinare i piani di Guardiola in qualunque modo

3. Barcellona

Perché dopo aver vinto la Premier League col Leicester, la nuova sfida impossibile di Mahrez è togliere il posto a Messi

4. Arsenal

Per non interrompere la sempreverde tradizione di francesi allenati da Wenger

5. Juventus

Perché Marotta vuole comprare tutti i giocatori disponibili sul mercato

Götze al Borussia Dortmund: il ritorno del figliol prodigo

[Sabato, 16 mattina]

Nel frattempo la Bild riporta che Mario Götze, dopo l'ultima disastrosa stagione al Bayern Monaco, starebbe per fare ritorno a casa.

Tre anni fa Götze aveva chiesto la sua parte d'eredità a Klopp mentre era ancora in vita e se n'era andato a Monaco a sperperarla, nel disperato tentativo di attirare le attenzioni di Guardiola. Oggi ritornerebbe a Dortmund da mandriano di porci e, se ciò non bastasse, il padre è anche cambiato. Nonostante ciò, siamo sicuri che al BVB stiano già uccidendo il vitello più grasso.

Che tipo di giocatore è Gabigol

di Alfredo Giacobbe

[Sabato, 16 mattina]

Gabriel Barbosa Almeida è un'ala destra mancina, con una grande tecnica e un dribbling fulminante che gli permette di saltare l'uomo praticamente a comando. Ha un tiro potente che usa con parsimonia, nel senso che ama di più piazzare il pallone con precisione. La maglia bianca del Santos e le similitudini tecnico-tattiche hanno creato un link immediato con Neymar, ma in realtà Gabigol non ha la stessa freddezza sotto porta dell'attaccante del Barcellona.

Allo stato attuale, agendo di preferenza sul fronte destro dell'attacco, potrebbe diventare nella Juventus un rincalzo di lusso per Paulo Dybala. Nonostante ciò, la sua adattabilità al ruolo di punta di raccordo è tutta da verificare, perché Gabriel ad oggi non ha mai giocato in uno schieramento a due punte.

Higuain alla Juve ucciderebbe il campionato?

di Daniele Manusia

[Venerdì, 15 pomeriggio]

Per duro che possa essere il colpo per tutti i tifosi non juventini (ma ho letto anche di tifosi juventini con sensi di colpa più che legittimi) sul piano strettamente calcistico credo sia comunque troppo presto per chiudere la Serie A e dedicarsi anima e cuore a Pokemon Go. Certo, la Juventus si rafforza indebolendo una rivale diretta (più di quanto fatto con la Roma, perché Pjanic nell’ultima stagione non era il leader né tecnico né carismatico della Roma e il suo contributo è imparagonabile a quello dato da Higuain alla stagione del Napoli) e sarebbe un rinforzo incommensurabile anche solo se Higuain non giocasse nel Napoli.

E però, credo sia presto per strapparsi gli occhi e andare in giro per Tebe a lamentarci. È normale partire dal presupposto che Higuain alla Juventus ripeta l’ultima incredibile stagione di Napoli, ma non è detto che sarà così. Anzitutto per questioni fisiche: Higuain ha giocato una stagione lunga senza risparmiarsi, con il miraggio dello Scudetto e della Copa America. In che stato arriverebbe a Torino? Come lo gestirebbe Allegri?

Poi ci sono le motivazioni. Anche se una delle qualità più peculiari della Juventus è la mentalità incredibile che distribuisce uniformemente a tutti i suoi giocatori, anche ai nuovi arrivati, il caso psicologico di Higuain è particolare. Parte delle motivazioni veniva dalla centralità assoluta che aveva nel Napoli: magari ha mostrato dei limiti di leadership, ma non ha schivato le responsabilità in campo e anzi se è riuscito a infrangere i limiti della nostra immaginazione più volte nel giro di pochi mesi, in un certo senso, è perché era quello che tutta Napoli, Sarri compreso, si aspettava da lui.

Nella Juve avrebbe compiti più precisi e limitati, in teoria se giocasse in coppia con Dybala (e se Allegri chiedesse a Dybala le stesse cose che gli chiedeva lo scorso anno) dovrebbe muoversi molto meno incontro al pallone e probabilmente non potrebbe tirare ogni volta che vuole, rischiando magari di frustrarsi e diminuire la propria influenza. E poi Higuain ha visto l’altra faccia della Juventus. Quella che vedono le sue avversarie. E l’ha vissuta fino in fondo, o almeno così è sembrato.

Avendo visto quasi tutte le partite giocate da Higuain, però, devo aggiungere che l’ho visto giocare sempre con la stessa convinzione e le soddisfazioni economiche e sportive che gli potrebbe garantire la Juventus potrebbero colmare il vuoto di motivazioni (per quanto sia brutto da immaginare) persino di un pubblico come quello di Napoli.

Per il campionato italiano resterebbe comunque la consolazione che il miglior giocatore dello scorso anno non si sarebbe trasferito all’estero, e con i soldi guadagnati il Napoli potrebbe rinforzarsi in maniera considerevole. La fortuna è anche quella di avere un allenatore come Sarri, che con il gioco potrebbe riempire il vuoto lasciato da Higuain. Paradossalmente sarebbe una bella prova per Sarri, anche se sono sicuro che preferirebbe continuare ad avere a disposizione Higuain. Come sempre, il punto non è solo quello che fa la Juve, ma anche come lavorano le sue avversarie per ridurre il divario.

Cambio per il Leicester: esce Kanté, entra Mendy

[Venerdì, 15 pomeriggio]

Tra tutti i giocatori accostati dai giornali ad altre squadre, il Leicester sembra si stia apprestando a perdere quello meno appariscente e televisivo, N'Golo Kanté, che forse l'anno prossimo indosserà la maglia del Chelsea. La squadra di Ranieri aveva già presagito la perdita del centrocampista francese e quindi, già ad inizio luglio, ha ufficializzato l'acquisto dal Nizza di Nampalys Mendy.

Mendy è in realtà un giocatore molto diverso da Kanté, compensando la minore dinamicità con una grande qualità nella gestione del possesso. Citando dalla nostra Top XI stagionale sulla Ligue 1: "Questo piccolo centrocampista di origini senegalesi è quello che una volta veniva chiamato metronomo. Primo giocatore in Ligue 1 non del PSG per accuratezza di passaggi (92%), Mendy sa sempre come trovare l’uomo libero (tra i centrocampisti con un accuratezza superiore al 90%, tra l’altro, è il primo per lunghezza media dei passaggi). Un’altra caratteristica che rende Mendy speciale è la progressione in fase di possesso. Il baricentro basso, infatti, gli permette di essere estremamente veloce col pallone tra i piedi, essendo quindi molto difficile da interpretare per gli avversari sia in marcatura stretta che in campo aperto. La velocità, inoltre, gli permette di non perdere mai il tempo nemmeno senza palla, facendosi ritrovare sempre al posto giusto al momento giusto sia in ricezione che in marcatura".

Che tipo di giocatore è Mateo Musacchio

di Daniele V. Morrone

[Venerdì, 15 pomeriggio]

Secondo quanto riporta Marca oggi, il Milan sarebbe talmente deciso ad acquistare Mateo Musacchio dal Villareal da essere disposto a sborsare i 30 milioni richiesti dalla società spagnola.

Fino a qualche anno fa Musacchio era la grande speranza dell'Argentina nel ruolo di centrale difensivo: perfetto nelle letture, preciso nel gestire il pallone, duro negli interventi. Il difensore del Villareal ha avuto una crescita costante dal suo arrivo in Europa (sembrava che persino il Barcellona lo stesse seguendo con attenzione) ma negli ultimi due anni alcuni pesanti infortuni in successione (ha saltato ben 57 partite nelle ultime due stagioni) ne hanno limitato l’ascesa facendolo finire anche fuori dal giro della nazionale.

I problemi fisici hanno limitato di molto il suo impatto fisico (d'altra parte, i suoi 182 centimetri d'altezza non gli permettevano comunque di essere dominante nei duelli aerei) e ora il suo approccio al ruolo è ancora più cerebrale. Un effetto collaterale che però potrebbe aiutare tantissimo un Milan che ha bisogno proprio di un regista difensivo.

La Juventus può permettersi Higuain senza vendere Pogba e Bonucci?

di Marco De Santis

[Venerdì, 15 pomeriggio]

Se la clausola rescissoria è ancora valida e quindi se De Laurentiis non si può opporre (secondo il presidente del Napoli scadeva il 30 giugno, ma secondo il fratello/agente di Higuain non è così: al momento quindi non possiamo esserne certi) teoricamente sì, la Juve può permettersi Gonzalo Higuain anche senza sacrificare i suoi pezzi più pregiati. Ma a patto di vendere alcuni giocatori attualmente in rosa, pescando fra coloro che fino a oggi sembravano incedibili pur non essendo titolari.

Premessa: considerando che difficilmente una banca può fare una fideiussione per una somma come quella di cui si parla, per pagare Higuain in una rata sola servirebbe che la Exor (la società controllante della Juventus) facesse un’apertura di credito grande abbastanza da coprire il costo dell’operazione. I calcoli che seguono si basano comunque sul presupposto che gli eventuali guadagni della Juventus vengano a loro volta raitezzati (come da prassi) e che servano ad avvicinarsi o a coprire la prima ipotetica rata. Per la seconda rata andrebbe tenuto conto invece di possibili cessioni future che adesso stiamo escludendo in linea teorica (Pogba, Dybala) o altri incassi come la possibile vittoria della Champions League. Fattori troppo lontani per essere presi seriamente in conto.

Al momento, ipotizzando anche solo le cessioni di Pereyra (15), Isla (5), Sturaro (15), Rugani (30) e Zaza (30) i bianconeri rientrerebbero degli eventuali 95 milioni spesi per Higuain a livello di costi dei cartellini. Con le plusvalenze di Rugani (27,5 milioni) e Sturaro (11), invece, si coprirebbe il costo a bilancio annuale di Higuain (23,5 milioni di ammortamento + 14 di stipendio lordo annuo) per la stagione 2016/17, rimandando i discorsi sulle coperture future ai prossimi mercati.

Dal canto suo è probabile che il Napoli con i soldi incassati (tutti reinvestibili immediatamente) si fiondi su Icardi, in rotta con l’Inter, o comunque su un attaccante di medio-alto livello in uscita da qualche big europea. Con il resto dell’incasso potrebbe completare il centrocampo riaprendo i discorsi con i giocatori cercati fino a oggi e per il momento non raggiunti.

Parere personale: se davvero si chiudesse, la Juve potrebbe avere come obiettivo quello di vincere la Champions in due anni (prima che smettano Buffon, Barzagli, Chiellini, Marchisio, etc...) a scapito della costruzione della squadra futura dal 2018 in poi. In ogni caso i conti societari sono tali che la ricostruzione dal 2018 possa essere rifatta senza problemi.

La Roma ha fatto bene a vendere Sanabria?

di Flavio Fusi

[Venerdì, 15 pomeriggio]

Con gli undici gol segnati con lo Sporting Gijon, Antonio Sanabria, l’attaccante classe 1996 della Roma, è diventato un vero e proprio uomo mercato. Pochettino lo voleva portare al Tottenham per farne la riserva di Harry Kane, ma alla fine la volontà del giocatore di rimanere nella Liga ha prevalso. Così gli Spurs hanno preso Vincent Janssen, mentre Sanabria si è trasferito al Betis Siviglia.

La Roma incasserà subito 7,5 milioni di euro e riceverà il 50% dell’incasso sulla futura cessione di Sanabria (che Sabatini due anni e mezzo fa aveva pagato 5 milioni di euro), oltre a poter vantare un diritto di riscatto sul giocatore per i prossimi tre anni, la cui entità è ancora imprecisata ma di sicuro crescente. In questo modo i giallorossi si sono garantiti da una parte un probabile introito futuro, dall'altra la possibilità di tornare sui propri passi. Ma perché la Roma si è privata di un ventenne con una media gol da 0,44 gol ogni 90 minuti alla sua prima stagione da titolare?

Prima di tutto perché, come aveva spiegato Marco De Santis, i giallorossi hanno bisogno di autofinanziare il proprio mercato per rientrare nei parametri del Financial Fair Play e con Sanabria faranno una plusvalenza da circa 3,2 milioni (l’ammortamento residuo era di 3,8).

In secondo luogo, perché Sanabria probabilmente non faceva al caso di Spalletti, che da quando è tornato alla Roma ha quasi sempre preferito un attaccante associativo che partecipi al gioco della squadra, al punto che spesso ha preferito utilizzare Perotti da falso nove invece di un centravanti più classico come Dzeko. E Sanabria non assomiglia certo a Perotti: difficilmente si abbassa a ricevere palla e a dialogare con i compagni, preferendo rimanere schiacciato sulla linea di difesa avversaria alla ricerca del momento più adatto per attaccare la profondità.

Siviglia che hipster

di Fabrizio Gabrielli

[Venerdì, 15 mattina]

Jorge Sampaoli deve aver deciso di far eleggere Siviglia Capitale Europea dell’Hype 2016: ogni mossa che pensa (e Monchi realizza) si trasforma in una una scossa tellurica di potenziale immaginifico. Il suo nuovo centrocampo sarà infarcito di così tanta qualità e creatività che l’arrivo - dopo Kranevítter, Joaquín Correa e probabilmente el mudo Vázquez - di Paulo Enrique Ganso rischia di far esplodere il barometro delle aspettative.

Ganso è quel prototipo di giocatore che piace a Sampaoli, capace di dettare i tempi del gioco, o meglio di imprimere un cambio di ritmo con una verticalizzazione vertiginosa o una giocata che crea superiorità numerica. Sia con il Santos che con il São Paulo si è disimpegnato sia da trequartista che sulla fascia sinistra, e deve essere stata questa intercambiabilità ad aver convinto il Siviglia a puntare su di lui anche nell’ottica di una possibile evoluzione da cc davanti alla difesa.

Funzionerà? Per il tipo di calcio che Sampaoli ci ha abituati a vedere, Ganso sembra perfetto: più Valdiviese di Vázquez, resterà solo da vedere in quale gradazione della scala Impatto Col Calcio Europeo riuscirà a posizionarsi: la scala va dal Livello Téo Gutierrez (0) a quello Neymar Jr (10). E se avete dei dubbi sulla tenuta fisica di Ganso, be’, probabilmente Sampaoli ha già in mente un piano anche per quello.

Capoeira e dribbling: Nani è a Valencia

[Venerdì, 15 mattina]

Al suo primo giorno al Mestalla, Nani si è presentato così: tutto normale, no?

Schick alla Samp, Krejcí al Bologna: tornano i cechi

di Francesco Lisanti

[Giovedì, 14 pomeriggio]

Patrik Schick nell'ultima stagione è stato eletto miglior giovane del campionato ceco, giocando in prestito nel Bohemians Praga. È l’ennesimo prodotto del vivaio dello Sparta Praga, mancino naturale, 20 anni appena compiuti, e ovviamente era sul taccuino di Walter Sabatini. Sebbene debba limare alcuni aspetti del suo gioco (tende ad essere un po’ lezioso ad esempio) e migliorarne altri (tanto per cominciare l’uso del piede destro) il mix di forza e rapidità abbinato ai 187 centimetri è potenzialmente letale. Al Bohemians partiva largo, ma è impressionante anche nei tagli senza palla verso la porta: certo dovrà sacrificarsi e imparare molto, ma Giampaolo potrebbe aver trovato il suo Pucciarelli, con una tecnica di tiro decisamente migliore.

Ladislav Krejcí è invece un giocatore più maturo, più definito, pronto per la Serie A. Classe 1992, era già titolare nello Sparta Praga, arrivato ai quarti di Europa League, e nella Nazionale ceca agli Europei. È sinistro, come Mounier, ma può adattarsi a giocare a destra. Batte i calci piazzati, ha facilità di corsa: un acquisto “europeo” a tutti gli effetti. Non è dotato di particolare tecnica individuale, ma al Bologna interesserà attaccare gli spazi che si apriranno, piuttosto che creare superiorità attraverso il dribbling. Il tridente che comporrà con Destro e lo stesso Mounier è decisamente fuori quota per la lotta-salvezza, e Donadoni ha già spuntato una qualificazione per l’Europa con Schelotto, Biabiany e Cassano...

L’oro di Giak

di Emanuele Atturo

[Giovedì, 14 pomeriggio]

L’acquisto di Giaccherini risponde bene alla doppia esigenza di De Laurentiis in questo mercato: dare profondità a una rosa lo scorso anno apparsa troppo corta, razionalizzare le risorse. E non c’è giocatore più razionale di Emanuele Giaccherini, che al Napoli fornirà un’alternativa a Insigne o a Callejon nel ruolo di esterno d’attacco o ad Hamsik nel ruolo di mezzala di possesso (lo ha confermato il suo procuratore del resto).

Tecnicamente Giaccherini rappresenta la perfetta nemesi di Mertens. Se il Belga assicura freschezza e capacità di saltare l’uomo e spezzare le linee in partite bloccate, Giaccherini, con le sue capacità tattiche, tornerà utile soprattutto per consolidare ulteriormente l’equilibrio quando necessario. Rispetto ad Hamsik offre molta meno qualità verticale, mentre rispetto a Insigne cerca molto meno l’ultimo passaggio, ma in entrambi i ruoli garantirebbe le qualità invisibili che lo rendono un profilo raro ai limiti dell’unicità. Pochi giocatori al mondo uniscono infatti dinamismo, tecnica e disciplina tattica come lui, anche nel contesto della Champions League.

Un’altra delle qualità migliori di Giaccherini sta nella capacità di eseguire alla perfezione i compiti che gli assegna l’allenatore. In questo senso, se il prossimo anno il Napoli vorrà essere più fluido di quanto lo è stato nella scorsa stagione, Giaccherini rappresenta un ottimo hardware su cui Sarri potrà programmare il software che preferisce.

Ce la farà il Torino a prendere Ljajic?

[Giovedì 14, pomeriggio]

Il morboso rapporto di amore e odio tra Ljajic e Mihajlovic sembra stia continuando anche durante questo calciomercato, con l'attaccante serbo che ha rifiutato il Torino dopo che sembrava tutto fatto. Secondo TuttoSport, oggi i procuratori dell'attaccante serbo avrebbero richiamato la società granata per riallacciare i rapporti.

I due si sono conosciuti alla Fiorentina per poi rincontrarsi nella nazionale serba dove, diciamo, non si presero benissimo. Ljajic nel maggio del 2012 si rifiutò di cantare l’inno serbo durante un’amichevole con la Spagna e Mihajlovic la prese male al punto di non convocarlo più fino alla fine della sua permanenza in panchina. Chissà se avranno modo di rincontrarsi ancora una volta.

Che tipo di giocatore è Nacho Fernandez

di Daniele V. Morrone

[Giovedì 14, mattina]

Nacho non è alto e non è forte fisicamente, ma è tecnicamente raffinato e abbastanza veloce. Il centrale del Real Madrid preferisce andare in anticipo o in copertura più che tenere la marcatura (dove a volte ha dei passaggi a vuoto) e in possesso ama gestire il pallone, che può controllare sotto pressione e giocare in modo pulito. Può fare sia il centrale destro che quello sinistro e in caso d'emergenza è stato persino dirottato sull'esterno per via della sua ottima tecnica (ha fatto anche il terzino sinistro nonostante sia un destro naturale).

Unico canterano tenuto in considerazione da Mourinho nei suoi due anni, è diventato un pupillo di Ancelotti e quarto centrale sia con Benitez che con Zidane. Persino Del Bosque l’ha convocato in questi due anni riconoscendolo come uno dei migliori centrali spagnoli, pur avendo giocato pochissimo con il Real Madrid. La scorsa stagione, infatti, ha superato appena i 1600 minuti giocati tra Liga, Champions League e Coppa del Re.

Benatia->Juve + Koulibaly->Bayern = periferia dell'impero

[Giovedì 14, mattina]

Oggi Benatia, dopo due stagioni al Bayern Monaco, sosterrà le visite mediche con la Juventus e poco dopo, con ogni probabilità, diventerà un giocatore bianconero. Quasi contemporaneamente la Bild ha lanciato la notizia che Ancelotti vorrebbe Koulibaly al club bavarese. La catena alimentare del calcio internazionale è ormai chiara: noi siamo i pesci piccoli. Qui sotto invece potete vedere cosa sta succedendo tra la Juve e il resto dei club di Serie A.

Bruno Alves a gamba tesa sulla Serie A

di Francesco Lisanti

[Mercoledì 13, pomeriggio]

Con Bruno Alves il Cagliari andrà a completare un pacchetto difensivo già molto ben assortito, almeno per la Serie B. Per la massima serie, però, le retroguardia rossoblu difettava ancora di esperienza ad alti livelli: prima di Alves, infatti, il più anziano era il 26enne Ceppitelli.

Alves sarà dunque un valore aggiunto fuori dal campo ma un’incognita in campo, dal momento che nell’ultima stagione è apparso decisamente fuori condizione, sia con la maglia del Fenerbahce che con quella del Portogallo. Il presidente Giulini, recatosi a Londra per osservarlo in un’amichevole, l’ha visto tentare di decapitare Harry Kane e farsi espellere a metà primo tempo. Un intervento che ha divertito molto l’internet, meno Fernando Santos, che all'Europeo l’ha retrocesso dietro Carvalho e Fonte nelle rotazioni. Gli attaccanti della Serie A si considerino allertati.

Tutti i perché di Digne al Barcellona

[Mercoledì 13, pomeriggio]

Il Barça ha ufficializzato oggi l'acquisto di Lucas Digne, ex terzino sinistro della Roma di proprietà del PSG. Digne con ogni probabilità andrà a fare la riserva a Jordi Alba ma rimane comunque un acquisto poco chiaro da parte della società blaugrana. Il terzino francese ha infatti caratteristiche decisamente diverse rispetto al titolare del Barça: è poco associativo e molto meccanico, non ha un gran dribbling e finisce spesso per accompagnare gli avversari in area quando deve coprire la sua zona di competenza.

Certo, Digne è molto giovane (ha appena 22 anni) e quindi ha ancora grossi margini di miglioramento, ma non si può certo dire che tecnicamente possa sostituire Jordi Alba.

Ciao Alex

[Mercoledì 13, pomeriggio]

Nel frattempo la Serie A perde l'erede di Roberto Carlos: Alex Telles finisce il prestito all'Inter e il Galatasaray lo cede al Porto per una cifra vicina ai 6 milioni e mezzo.

Ciao Alex, i tuoi cross dalla trequarti sinistra saranno per noi un ricordo indelebile di quanto è stato bello il 2015.

De Sanctis al Monaco! De Sanctis al Monaco?

[Mercoledì 13, mattina]

Continua la carriera surreale di Morgan De Sanctis. Dopo aver vinto uno scudetto con la Juve nel 1998 da terzo portiere, una Supercoppa spagnola con il Siviglia nel 2008 da secondo e una Coppa Italia con il Napoli nel 2012 finalmente da primo, il portiere pescarese si accasa al Monaco dopo l'altrettanto surreale esperienza romana. Nonostante tutto, buona fortuna Morgan.

Yaya Touré all'Inter è altamente improbabile

di Marco De Santis

[Mercoledì 13, mattina]

L'ipotesi che Yaya Touré arrivi all’Inter attraverso il Jiangsu (entrambe di proprietà del gruppo imprenditoriale cinese Suning) non sembra uno scenario realizzabile, non fosse altro per il fatto che il mercato cinese chiude fra due giorni e la maggior parte delle fonti di mercato non confermano la trattativa.

In ogni caso è bene ricordare che per le normative del Fair Play Finanziario un’operazione del genere è lecita, ma l’UEFA considererebbe come costi nei conteggi finali sul bilancio dell’Inter sia l’intero stipendio annuale che l’ivoriano percepirebbe al Suning, sia il valore di mercato di un eventuale prestito, verosimilmente calcolato come il prezzo del cartellino diviso gli anni di contratto.

L’operazione, quindi, se da un lato permetterebbe all’Inter di non vincolarsi al giocatore con un accordo pluriennale, dall’altro non porterebbe significativi benefici sul bilancio 2016/17 rispetto a un acquisto diretto.

Che tipo di giocatore è Samuel Umtiti

[Martedì 12, pomeriggio]

Il Barcellona ha ufficializzato oggi l'acquisto di Samuel Umtiti, ex difensore centrale del Lione. Umtiti parte sostanzialmente come terzo centrale al Camp Nou, la prima riserva della coppia Mascherano-Piqué (per caratteristiche tecniche, forse più il sostituto del primo che del secondo).

Avevamo già segnalato Umtiti come uno dei migliori difensori del campionato francese, nella nostra Top XI della Ligue 1. Citandola: "Quando si parla di Umtiti si fa quasi sempre riferimento alla sua forza fisica, ed effettivamente non si può dire che al difensore francese manchi la velocità e la dominanza nei duelli aerei (ne vince 3.05 ogni 90 minuti, ben il 72% di quelli che tenta), ma poche volte invece viene messa in luce la sua eleganza, o almeno la sua pulizia nei movimenti, che lo rendono un difensore molto bello da vedere. Raramente compie gesti tecnici difficili, è vero, ma è anche vero che è ancor più raro vederlo sbagliare, e questo è già tanto calcolando la posizione che occupa (quest’anno ha commesso un errore non decisivo in 30 partite disputate, contro i 6 in 27 partite del suo compagno di reparto, Yanga-Mbiwa). Non bisogna dimenticare, infine, che Umtiti è anche preciso nell’impostazione bassa, essendo il quinto difensore in Ligue 1 per passaggi completati (55,34 ogni 90 minuti, dopo Thiago Silva, Marquinhos, David Luiz e Yanga-Mbiwa)".

Umtiti ha confermato le ottime impressioni all'Europeo, affermandosi come uno dei migliori centrali di difesa del torneo. Oggi si gode giustamente la sua opportunità al Barça.

Perché il Milan sta provando a vendere Bacca?

di Federico Aqué

[Martedì 12, pomeriggio]

Bacca è stato un punto fermo del Milan nell’ultimo campionato (38 presenze, 36 da titolare), confermandosi il finalizzatore micidiale ammirato a Siviglia: pur in una stagione grigia per i rossoneri, l’attaccante colombiano è andato a segno 20 volte in tutto (18 in campionato, 2 in Coppa Italia), convertendo in gol quasi un terzo dei tiri (e la percentuale sfiora il 50% se si tiene conto soltanto dei tiri in porta).

Il colombiano, però, non è né abbastanza dotato tecnicamente, né abbastanza dominante dal punto di vista fisico per influenzare il gioco della propria squadra, il che spiega gran parte delle critiche ricevute nella sua prima stagione in Serie A. Bacca dipende quasi interamente dal contesto e ha bisogno di una squadra che lo metta in condizione di tirare con una certa costanza per rendere al meglio delle proprie possibilità. Non è un caso che il suo periodo migliore in termini di rendimento, con 5 gol in 6 partite, di cui 4 consecutivi, sia coinciso con il periodo migliore del Milan: tra gennaio e febbraio, quando i rossoneri hanno battuto, tra le altre, Fiorentina e Inter e sembravano poter rientrare nella corsa per il terzo posto.

Per questo il suo possibile inserimento in una squadra come il West Ham, che coinvolge molto i propri attaccanti nella costruzione delle proprie azioni, cercandoli soprattutto con lanci lunghi, appare almeno problematico. Bacca non è né Andy Carroll né Diafra Sakho e non può garantire la stessa abilità nei duelli aerei. Slaven Bilic dovrà quindi modificare sensibilmente lo stile di gioco della propria squadra se vorrà mettere Bacca nelle condizioni di incidere da subito.

Quanto al Milan, il solo arrivo di Gianluca Lapadula non basterebbe a colmare una partenza di questo livello: Bacca è un giocatore di valore internazionale, Lapadula a 26 anni deve ancora esordire in Serie A. Pare che il sostituto potrebbe essere uno tra Pavoletti e Dzeko, due giocatori che per motivi diversi rappresentano delle scommesse. Il rischio è che nonostante la buona opportunità economica, la cessione di Bacca impoverisca troppo il reparto avanzato del Milan.

Vincent Janssen al Tottenham! (Quindi niente Icardi?)

[Martedì 12, pomeriggio]

Il Tottenham ha preso Vincent Janssen, ultimo capocannoniere della Eredivisie, e che era finito anche nella nostra Top 11 del campionato, che cito in sintesi: "l’ex attaccante dell’Almere ha segnato 27 goal in 34 gare con la maglia dell’AZ, mostrandosi più preciso degli altri contendenti (si è arrivati a superare il 60% dei tiri nello specchio della porta) e capace di andare in rete indifferentemente sia col destro (10 volte) che col sinistro (15). Ricorda per certi versi Roy Makaay (...)". Questo spegne definitivamente i rumor su un possibile arrivo di Icardi?

E Ocampos al Genoa?

risponde Alfredo Giacobbe

[Martedì 12, mattina]

Ciao Giacomo,

Lucas Ocampos è un talento naturale del dribbling: sul destro o sul sinistro, da fermo o in velocità. Le sue skills sono persino più fenomenali se li rapportiamo alla sua stazza: la leggerezza con la quale sta sulle caviglie è eccezionale per un ragazzo di 187 centimetri di altezza. Ocampos è insomma l’arma perfetta per creare superiorità numerica in fascia.

Per quanto riguarda la sua collocazione nel Genoa: Juric preferisce schierare gli esterni d’attacco a piede invertito ma l'ex River Plate è praticamente ambidestro e potrà quindi essere utilizzato in due posizioni su tre del probabile tridente offensivo.

Ocampos preferisce l’assist alla finalizzazione e lavora al meglio quando ha davanti a sé un riferimento offensivo: se riuscirà a creare con Pavoletti la stessa connessione che a Marsiglia, sotto Bielsa, ha avuto con Gignac, i tifosi del Grifone potranno sognare in grande.

Higuain, Wenger ci prova?

[Martedì 12, mattina]

Secondo Gazzetta l'Arsenal ha offerto 60 milioni più Olivier Giroud per Gonzalo Higuain.

Zielinski al Milan: un regalo per Montella

di Dario Saltari

[Martedì 12, mattina]

Zielinski è stato uno dei vertici del rombo più hipster della Serie A dell’anno scorso a da diversi mesi viene accostato a molte squadre. In questi ultimi giorni il nome che si fa è soprattutto quello del Milan. La società rossonera, come sappiamo, è passata da Mihajlovic a Montella (a parte la parentesi Brocchi), che tatticamente vuol dire passare dal giorno alla notte. E Zielinski è un segnale che va in questo senso.

Il giocatore polacco è infatti una mezzala dalle spiccate doti creative nell’ultimo quarto e una capacità di gestione del possesso decisamente superiore rispetto alle attuali mezzali in dote a Milanello, come Kucka e Bertolacci (l’anno scorso ha effettuato 1,43 passaggi chiave ogni 90 minuti, contro i 1,12 e i 1,04 dei due giocatori del Milan). Zielinski è infatti nato come trequartista ed è stato trasformato in mezzala solo dopo il trasferimento dall'Udinese all’Empoli, grazie al lavoro di Maurizio Sarri.

Zielinski, Bonaventura e Honda potrebbero essere quindi i primi tasselli di un centrocampo più qualitativo con il pallone tra i piedi, cioè qualcosa che si avvicina molto di più al centrocampo ideale di Vincenzo Montella.

Capire Adalberto Peñaranda

di Daniele Morrone

[Lunedì 11, pomeriggio]

L’Udinese ha preso Peñaranda l'anno scorso direttamente in Venezuela, per poi girarlo al Granada, dove è diventato una delle sorprese della passata Liga. Un impatto enorme per un giocatore di 18 anni con un fisico duro come la roccia e una capacità di conduzione del pallone sia in velocità che nello stretto da fare invidia a giocatori 10 centimetri più bassi (Peñaranda è quasi uno e novanta, 186 cm per la precisione). È una punta centrale (può giocare sll'esterno) che con il pallone tra i piedi è imprendibile, sembra aumentare velocità ad ogni tocco di palla. A 19 anni sarà interessantissimo vederlo in campo in Italia.

Chi può permettersi Icardi?

di Marco De Santis

[Lunedì 11, pomeriggio]

Il profilo di un attaccante come Icardi potrebbe interessare molte squadre europee. In Italia un esborso di una cifra fra i 40 e i 50 milioni per un attaccante è attualmente possibile solo per la Juventus (ancor di più in caso di contemporanea cessione di Zaza per 30 milioni), ma lo sarebbe anche per il Napoli se dovesse arrivare l’offerta irrinunciabile per Higuain. In Europa la platea si allarga notevolmente: grazie alla pioggia di soldi caduta sulla Premier League quasi tutte le 20 squadre potrebbero tentare il colpo (estremizzando: per il Manchester United sarebbe un acquisto mediamente costoso, per le neopromosse andrebbe ad erodere l’intero budget per gli acquisti) ma anche le squadre spagnole e tedesche che parteciperanno alla Champions League potrebbero farci un pensierino adattando il resto del loro mercato in entrata e uscita sulla base di un esborso così oneroso. Da non dimenticare anche il PSG e, perché no, l’alternativa cinese, anche se per il momento non sembra che un trasferimento in Asia possa interessare il giocatore né la moglie/procuratore Wanda Nara.

5 squadre a cui farebbe più o meno comodo Maurito Icardi

[Lunedì 11, pomeriggio]

1. Atletico Madrid.

Perché serve un finalizzatore migliore di Fernando Torres

2. Arsenal

Perché Wenger sta disperatamente cercando un attaccante

3. Juventus

Per colmare l'eredità Morata

4. PSG

Perché così Cavani non potrà giocare da punta neanche quest'anno

5. Zenit

Perché non sa come spendere i soldi guadagnati con la vendita di Hulk

Pellè incassa e vola in Cina

di Francesco Lisanti

[Lunedì 11, pomeriggio]

Al di là delle difficoltà della maggior parte dei media italiani nel cogliere la differenza tra netto e lordo, uno stipendio intorno ai sette milioni e mezzo annui per un trentenne rappresenta comunque un’opportunità irresistibile. Quindi no, Pellè non guadagnerà quanto Messi e Ronaldo, ma percepirà circa la metà, che in ogni caso è più di quanto abbia guadagnato complessivamente nei primi otto anni della sua carriera da professionista, ma anche più di quanto guadagna Higuaín, per citare un pari ruolo.

Ha disputato un Europeo grandioso, ha dimostrato grande intelligenza tattica, spirito di sacrificio e capacità di adattamento (per fare un esempio: è passato dalla marcatura a uomo su Busquets al pressing solitario contro Hummels e Boateng nel giro di pochi giorni) e probabilmente in Cina potrà far valere doppiamente la superiorità fisica che ha messo in crisi praticamente chiunque durante il torneo continentale. Buona fortuna Graziano.

UPDATE:Abbiamo fatto approfondito vicenda: occhio a non confondere il netto e il lordo.

Dopo Correa, anche Vazquez da Sampaoli per un futuro à la Valdivia?

di Flavio Fusi

[Lunedì 11, pomeriggio]

Maurizio Zamparini prima e Rino Foschi poi, hanno fatto chiaramente capire che Vazquez lascerà il Palermo durante questa sessione di mercato. Così, per una volta, il "Mudo" ha smentito il suo soprannome e parlando ad una radio argentina si è nettamente sbilanciato sul suo futuro. "Il Siviglia è un club molto importante e sarebbe molto bello andarci", la dichiarazione del trequartista alla trasmissione radiofonica Crack Deportivo.

Al Siviglia era già stato accostato Saponara, a conferma che il neo-allenatore degli andalusi, Jorge Sampaoli, è alla ricerca di un trequartista creativo, un Valdivia della situazione. Vazquez potrebbe calarsi nella parte alla perfezione, poiché oltre ad essere probabilmente il migliore rifinitore del nostro campionato (122 passaggi chiave, di cui 17 assist negli ultimi due campionati) è anche un giocatore dal fisico prestante (186 cm x 80 kg): se il Valdivia visto con il Cile aveva un difetto, questo era proprio la fisicità che lo rendeva vulnerabile nei contrasti. Ciò che non manca al “Mago” è l'aggressività, che unita alla sua intelligenza tattica lo rendeva fondamentale nel pressing del tecnico argentino. Ma Vazquez (2,3 contrasti vinti ogni 90 minuti in questa stagione) non gli è certo da meno, come dimostra indirettamente anche la sua fallosità: con 121 falli, almeno 33 più di chiunque altro, il “Mudo” è stato il giocatore più falloso della Serie A 2015/2016.

Insomma, quello tra Vazquez e Sampaoli sembra un matrimonio potenzialmente perfetto. È vero che gli andalusi hanno appena ufficializzato l’acquisto per 13 milioni di euro Joaquin Correa dalla Sampdoria, cioè un altro trequartista, ma il "Tucu" può giocare anche da interno, oppure partire largo. Inoltre lo stesso Foschi ha fatto capire che le due trattative portate avanti da Monchi erano parallele più che alternative.

João Mário alla corte di Mancini?

Francesco Lisanti

[Lunedì 11, mattina]

A partire dalle news di mercato che filtrano, è difficile capire esattamente il progetto tattico a cui sta lavorando Mancini con il suo staff. João Mário è giovane e ha alle spalle solamente due stagioni di professionismo ad alti livelli, motivo per cui la sua collocazione tattica è ancora in via di definizione, ma sia nello Sporting di Jorge Jesus che nel Portogallo (nell’U21 prima, nella Nazionale maggiore poi) si è disimpegnato da finto esterno e da trequartista di possesso.

A João Mário piace abbassarsi per ricevere, cercare soluzioni di passaggio tra le linee, aggirare le difese attraverso la superiorità numerica piuttosto che lo spunto individuale. In finale con la Francia, in un paio di duelli con Pogba, ha anche mostrato una resistenza fisica superiore alla norma, che gli garantisce un’ottima copertura della palla.

Detto questo, è un profilo diversissimo da Pjaca e ulteriormente diverso da Candreva, per citare altri due profili accostati all’Inter per lo slot di esterno destro (c’entra poco anche con Perišić, che sarebbe il suo corrispettivo sulla fascia sinistra).

Per dimensione tecnica, maturità e “futuribilità” rappresenta esattamente la tipologia di giocatore che l’Inter dovrebbe inseguire, ma i dubbi sulla sua compatibilità tattica potrà scioglierli solo Mancini.

La scelta di Pjaca

[Lunedì 11, mattina]

A quanto pare alla fine Pjaca, dopo essere stato accostato a quasi tutti i club dei cinque principali campionati europei, si accaserà alla Juve. Juve che, ancora non certa del ritorno di Cuadrado, si assicurerebbe così le prestazioni di un altro dribblomane di fascia, il più dribblomane di tutto l'Europeo (8,49 dribbling riusciti ogni 90 minuti; una percentuale di riuscita irreale del 91%).

Lasagna?!

[Lunedì 11, mattina]

Il Milan si allontana da Pjaca ma, a quanto scrive oggi Gazzetta, si avvicina a Kevin Lasagna.

Milik al Napoli sembra svanito, ma a cosa sarebbe servito? Il Napoli cerca una punta?

di Emanuele Atturo

[Lunedì 11, mattina]

Last days of holidays. Una foto pubblicata da Arek Milik (@arekmilik) in data: 2 Lug 2015 alle ore 13:42 PDT

Milik ama l’Italia e ogni anno viene qui in vacanza. Lo scorso anno si era fatto un giro a Roma, e la stampa lo ha accostato alla Roma, quest’anno è andato a Capri e la stampa lo ha accostato al Napoli. Secondo Di Marzio però un colloquio giocatore-Napoli c’è stato davvero, ma in una realtà in cui Higuain rimane al Napoli serve davvero?

Milik è più dinamico di Gabbiadini, fa movimenti più vari, e in questi Europei ha dimostrato di sapersi mettere a disposizione di una prima punta più forte di lui. Offrirebbe a Sarri l’alternativa di un attacco a due punte (4-3-1-2…?). Forse la cifra chiesta dall’Ajax corrisponde più ai parametri della Premier League, che non alla squadra di Serie A con il centravanti più forte del mondo. Avrebbe più senso se ci fosse qualcosa che non sappiamo ancora sulla situazione di Higuain.

Le strategie di De Laurentiis: Pereyra e Witsel

di Dario Saltari

[Lunedì 11, mattina]

L’anno scorso il Napoli è stata la squadra della Serie A che ha impiegato meno giocatori della sua rosa. Una scelta, dettata un po’ dall’estrema fiducia che Sarri nutre nei confronti dei suoi titolari, un po’ dall’assenza di alternative credibili in panchina in alcuni ruoli, che ha finito per sfinire la squadra partenopea nella seconda metà di stagione, sia in campionato che nelle coppe.

Al netto di operazioni in uscita che ancora non conosciamo, quindi, la strategia generale del Napoli sembra essere quella di mettere una toppa a questo problema, cercando alternative di alto livello nei ruoli chiave del 4-3-3 di Sarri. È in questo discorso, quindi, che vanno collocati i nomi di Pereyra e Witsel, teoricamente i doppelgänger di Hamsik e Jorginho.

Al di là delle inevitabili differenze tecniche tra i quattro, tuttavia, se dovessero arrivare davvero questi giocatori, bisognerà valutare più che altro la capacità di Sarri di ruotare gli uomini nei ruoli senza minare l’equilibrio generale della squadra. Una qualità che l’anno scorso è mancata all’allenatore toscano, segnando una differenza profonda nel finale di stagione non solo con la Juve ma anche con la Roma di Spalletti.

Il Bologna cambia Diawara con Nagy

[Lunedì 11, mattina]

Diawara non si è presentato al ritiro del Bologna e ha chiesto la cessione. Il Bologna però ha quasi preso Nagy, mezzala ungherese che ha giocato benissimo gli ultimi europei. Grande visione di gioco verticale e hockey pass. Fisico purtroppo ancora adolescenziale.

Candreva al Napoli? Callejon is not amused

di Dario Saltari

[Lunedì 11, mattina]

Sono diversi anni che si dà per sicura la cessione di Candreva ad una grande squadra. Due anni fa un mio amico con “fonti certe” mi “rivelò” che sarebbe andato al Manchester United. E invece sembra essere questa l’estate del grande passo, e la squadra in questione potrebbe essere il Napoli. Un grande passo che arriverebbe tardi (Candreva è ormai nel suo 29esimo anno d’età) e secondo alcuni fuori tempo massimo.

Ma la cosa che dovrebbe preoccupare più i tifosi napoletani dovrebbe essere in realtà la sua convivenza con Callejon, che tra l’altro ha appena rinnovato il suo contratto con la società di De Laurentiis fino al 2020. I due entrerebbero naturalmente in competizione per il ruolo da titolare da ala destra nel 4-3-3 di Sarri, ma con caratteristiche decisamente diverse, quasi opposte.

Candreva è infatti un accentratore di gioco, tendendo a giocare moltissimo col pallone tra i piedi e pochissimo senza (anche se abbiamo visto un’inversione di tendenza proprio nell’ultimo Europeo con Conte): una volta ricevuta la sfera, l’esterno della Lazio punta l’avversario o per accentrarsi e tirare (tira da fuori area più di 5 volte tanto rispetto a Callejon: 1,97 ogni 90 minuti contro 0,38) oppure per andare sul fondo e crossare (tanto e male: come ha ricordato Daniele Morrone, Candreva è il giocatore che crossa di più nei 5 maggiori campionati europei ma solo un suo assist in questa stagione è arrivato da cross).

L’inversione di tendenza.

L’esterno della Lazio non ha gli inserimenti senza palla in area di Callejon (un’arma che il Napoli usa molto quando Insigne si accentra per crossare) né lo spirito di sacrificio in fase difensiva (la scorsa stagione Callejon ha vinto 1,15 tackle ogni novanta minuti, contro gli 0,21 di Candreva).

Diciamo, quindi, che Candreva a destra sarebbe un’alternativa all’ala spagnola, una variante. Semmai il suo gioco somiglia di più a quello di Insigne dall’altra parte. Non sappiamo cosa ha in mente Sarri, ma sarebbe interessante studiarlo.

Luci e ombre di Juan Jesus alla Roma

di Emiliano Battazzi

[Lunedì 11, mattina]

A che serve Juan Jesus? La Roma ha bisogno di difensori centrali come una carbonara ha bisogno del guanciale: con la partenza di Castan alla Samp, le probabili cessioni di Gyomber e Zukanovic, la Roma si ritroverebbe solo con Manolas e Rüdiger (con il tedesco al rientro da un infortunio ai legamenti crociati), e senza un centrale mancino. E il brasiliano è un difensore decisamente "croccante" (e mancino), appunto: con 1,71 falli per 90 minuti è ben oltre il duro Manolas (1.53) e all'incirca il doppio di Murillo.

Juan Jesus sa fare molte cose ma nessuna davvero bene: ha un buon piede sinistro, ma la percentuale di passaggi riusciti è più bassa dei due centrali della Roma (83% vs 87%). Copre bene la profondità, perché ha una progressione potente, ma comunque peggio degli specialisti Manolas e Rüdiger; è bravo in marcatura diretta, dove può far sentire la sua aggressività, ma tende a perdersi gli inserimenti in area. Però sa giocare anche da terzino sinistro e la Roma ne ha bisogno: Mario Rui sarà il titolare, e dietro di lui ci saranno Emerson Palmieri quando servirà spinta (Spalletti lo ha usato spesso da ala) e appunto Juan Jesus quando bisognerà tenere le posizioni.

Non certo un titolare, quindi, ma un giocatore già pronto per colmare un'evidente lacuna della rosa.

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