Il primo luglio si è aperta la follia estiva del calciomercato. Saranno due mesi di notizie spulciate su giornali unti di crema solare, di giocatori che cambieranno squadra sette volte in un giorno solo. Fino al 31 agosto proveremo a commentare le trattative più interessanti quotidianamente, su articoli che aggiorneremo in diretta anche più volte al giorno: qui il primo volume. Quindi in spiaggia non scordatevi il tablet.
Cosa ci siamo persi in settimana
[Domenica, 24 mattina]
Come ogni domenica, anche oggi pubblichiamo una lista delle trattative che non abbiamo avuto il tempo di trattare in settimana. Incredibilmente non ci sono giocatori accostati alla Juve. Buona lettura e buona domenica!
Lacazette è tornato di moda
Il giocatore più simile a Kanye West al mondo è tornato finalmente di moda. L’anno scorso il nome di Lacazette, che aveva segnato la bellezza di 31 gol in stagione, era sulla bocca di tutti. Adesso lo è di nuovo su quelle di Arsenal e Napoli, che è in cerca disperatamente di un nuovo Higuain.
Il Nuovo Higuain™
A proposito di nuovo Higuain: su chi ricadrà la scelta del Napoli per sostituirlo? Oltre a Lacazette, i due nomi in ballo sono quelli di Bacca e Icardi. Che il grande romanzo popolare del calciomercato abbia (finalmente) inizio.
Valdifiori ricomincia dal Torino?
Il tempo cambia tutto, si dice. È così per Valdifiori che, arrivato l’anno scorso a Napoli da regista titolare, oggi è in cerca di nuovi lidi per ricominciare. Uno di questi potrebbe essere il nuovo Torino di Mihajlovic. Un bel salto tattico per lui e un nuovo salto nell’hype per i tifosi granata.
Roma: cercasi portiere esperto disperatamente
Ennesimo anno di rifondazione difensiva per la Roma, quest’anno addirittura dal ruolo primario, quello del portiere. Al momento l’unico portiere credibile in rosa è Alisson, che però ha appena 23 anni e non è mai stato provato in Europa. Il vecchio saggio da affiancargli dovrebbe essere uno tra Diego Lopez, caduto in disgrazia al Milan, e Szczesny.
Pazza Cagliari amala
Nel frattempo continua il progetto del Cagliari di mettere insieme la squadra più vintage d’Europa. Dopo gli acquisti di Bruno Alves e Padoin, ecco le trattative surreali con Isla, Adebayor e Muntari.
Witsel e l’Italia: le rette parallele non si incontrano mai
Riuscirà Witsel a giocare in una squadra italiana un giorno? Probabilmente non lo sapremo mai. Intanto, dopo essere stato accostato a tutte le squadre di Serie A e metà di quelle di Serie B, Witsel si sta accasando all’Everton.
Allen torna a casa
È il calciomercato dei grandi ritorni, l’abbiamo detto. Tra questi c’è quello di Joe Allen, che potrebbe tornare nella squadra dove il suo paragone con Xavi è nato, lo Swanselona.
Addio coolness della Premier League
Il giocatore più cool della Premier League, Bafetimbi Gomis, è in procinto di tornare in Francia, al Marsiglia. Non ci sono Guardiola o Ibrahimovic che tengano, senza Gomis la Premier League non vale la metà di quanto valeva prima.
I 5 trasferimenti meno interessanti della settimana
di Emanuele Atturo
[Sabato, 23 pomeriggio]
Ole ole, ole Olhão
Olhão è un posto stupendo, incastonato nel profondo meridione della penisola portoghese, direttamente affacciato sull’Atlantico. Un posto dove quando le barche tornano a riva dopo una giornata di pesca, è bello mettersi a guardare il tramonto sull’Oceano, mangiando alici marinate e accompagnandole a un bicchiere di porto. Deve essere per la sua struggente, malinconica bellezza che Igor Campedelli nel 2013 è voluto entrare nella dirigenza della squadra locale, l’Olhaense.
Ora la squadra è una piccola oasi di italiani. Allenata da Cristiano Bacci, nella sua rosa ci sono anche Galassi, Gerevini e Ricci. A loro si è da poco aggiunto Alex Redolfi, acquistato dalla dalla Pro Vercelli.
Chi sono tutti loro? Non ne ho la più pallida idea.
Il Mistero di Antonio Donnarumma all’Asteras Tripoli
Durante il rinascimento l’Arcadia, una regione greca nel Peloponneso, si è trasformata in un topos letterario: un luogo idilliaco, lontano e felice, dove fumare, bere e avere sesso libero a piacimento. Nell’Arcadia non serve lavorare per vivere perché la terra già provvede a dare gli uomini i mezzi per sostenersi. Tripoli è la città capitale dell’Arcadia, oltre che del Peloponneso, una città ovviamente magica. La sua squadra di calcio è l’Asteras Tripoli che ha appena ufficializzato l’acquisto di Antonio Donnarumma, portiere fratello maggiore del più famoso Gigio Donnarumma.
L’Asteras Tripoli è una squadra da mezza classifica e il suo logo è misteriosamente simile a quello del talismano indossato dal leone che regnava sull’isola di Nabumbo, nel film animato Pomi d’ottone e manici di scopa.
Donnarumma è andato lì per non lavorare e campare di rendita in un paradiso idilliaco? Vuole solo ritirarsi lontano dalle pressioni di cui sarà circondato in quanto fratello del golden boy del calcio italiano? Oppure esiste una segreta connessione tra Donnarumma, l’Asteras Tripoli e un certo talismano perso in un’isola fantastica dove è possibile arrivare solo strofinando un pomo magico?
Rennella a Venice Beach
Perso negli highlights di partite di Serie A di poca importanza, di stagioni né troppo recenti né troppo vecchie, nel limbo della nostra memoria, è possibile ritrovare un gol di Vincenzo Rennella con la maglia del Cesena.
Questo 2 a 2 contro il Palermo, che a quanto pare condannò quasi definitivamente il Cesena alla retrocessione, ha visto l’unico gol di Rennella in Italia. Dopo quella disastrosa esperienza l’attaccante italo-francese si è riciclato in Spagna con discreti risultati, al punto di guadagnarsi ora una chiamata dal Miami FC allenato da Sandro Nesta. In Florida troverà giocatori che è difficile immaginare nel contesto di Venice Beach: Dario Cvitanich, Francelino Matuzalem e Wilson Palacios.
Piscitella al Catania
Nel 2011 Giammario Piscitella ha 18 anni e gioca nella Roma. Luis Enrique lo lancia titolare contro il Catania e a fine partita motiverà: “Ho scelto Piscitella perché si fa tutto il campo e sa saltare l’uomo”. Nel corso degli anni è spesso stato usato come simbolo vuoto del punto più basso da cui è partita la carriera di Luis Enrique: “Da Piscitella a Messi” è il titolo di questo pezzo. Dopo cinque anni, con in mezzo una positività all’antidoping giustificata con un raffreddore, Piscitella è ancora un giocatore della Roma e da questa settimana è in prestito proprio al Catania, la squadra contro cui aveva esordito. Evvai!
Ciao Simy!
Il Crotone ha trovato il sostituto di Budimir, si chiama Simeon Tochukwu Nwanko ma tutti lo chiamano Simy. È nigeriano e nell’ultima stagione ha vinto la classifica cannonieri in Serie B portoghese con il Gil Vicente. Vi sento poco fomentati. Eccovi un suo gol allora, osservate la rapacità in area per favore.
wow.
Come funzionano le regole sulle rose
[Sabato, 23 pomeriggio]
Partiamo dalla regola. Dalla stagione 2015/2016 la FIGC ha previsto che le squadre del massimo campionato italiano entro la mezzanotte del giorno successivo alla chiusura del calciomercato debbano presentare le liste delle proprie rose. Queste liste devono essere composte da massimo 25 nomi, esclusi gli Under 21 (cioè quei giocatori che “alla data del 31 dicembre della stagione sportiva precedente non abbiano già compiuto il 21° anno di età”), che invece possono essere aggiunti senza limite.
Ci sono però dei paletti. Di questi 25 giocatori, infatti, quattro devono essere formati in Italia, cioè devono essere stati tesserati di una società italiana per almeno tre stagioni anche non continuative tra i 15 e i 21 anni d’età, e altri quattro devono essere formati dal club, cioè devono essere stati tesserati del club in cui militano in quel momento per almeno tre stagioni anche non continuative tra i 15 e i 21 anni d’età. Questo, è bene sottolinearlo, al di là della loro età o nazionalità.
Questa regola si sovrappone a quella sugli extracomunitari già esistente, che prevede che le società di Serie A con più di due extracomunitari già in rosa possano acquistare dall’estero un massimo di altri due giocatori extracomunitari: uno in sostituzione di un altro ceduto all’estero; l’altro con almeno due convocazioni in nazionale maggiore nella stagione precedente (o almeno cinque in totale). Le società che invece hanno meno di due extracomunitari in rosa possono acquistare liberamente extracomunitari dall’estero fino ad un massimo di tre in rosa. Gli extracomunitari di squadre italiane sono invece acquistabili liberamente.
Il discorso, però, si complica quando parliamo degli effetti di queste regole. Da una parte perché, come detto, le squadre hanno tempo fino alla mezzanotte del primo settembre per presentare le liste. Dall’altra perché non sappiamo ancora quante e quali deroghe verranno applicate quest’anno. L’anno scorso, ad esempio, era previsto in via eccezionale che i quattro giocatori formati dal club potessero essere sostituiti da altrettanti formati in Italia.
Andiamo comunque a vedere il caso della Roma, che è quello citato nel commento. Per adesso i giallorossi hanno tre giocatori formati nel club (Totti, De Rossi, Florenzi) e due formati in Italia (Nainggolan, El Shaarawy). Nelle due liste possono essere però inseriti una serie di giovani attualmente in rosa ma dal futuro ancora incerto come Ricci, Seck, Sadiq e Nura. Nel caso in cui dovessero rimanere tutti, la Roma risolverebbe il suo problema con le liste (Ricci andrebbe a colmare l’ultimo slot per i giocatori formati nel club; mentre due tra Seck, Sadiq e Nura andrebbero a colmare gli slot vacanti per quelli formati in Italia).
Ma la strada da qui al primo settembre è ancora decisamente lunga.
Come fa il Manchester United a spendere tutti questi soldi?
di Marco De Santis
[Sabato, 23 mattina]
Anche quest’anno, così come nella passata stagione, ci si chiede come è possibile che il Manchester United possa spendere così tanti soldi sul mercato. Gran parte delle risposte a questa domanda si possono trovare in un articolo che approfondiva i conti economici dello United pubblicato lo scorso anno su L’Ultimo Uomo e consultabile qui. In breve: altissimi ricavi da marketing, conti in ordine negli ultimi anni chiusi sempre con un importante attivo di bilancio fatta eccezione la stagione 2014/15 nella quale è stato registrato un passivo di appena un milione di sterline, solidità economica totale e nessun rischio di sforamento del Fair Play Finanziario.
A questi fattori vanno aggiunti la pioggia di soldi che ha arricchito tutta la Premier League e che garantisce a tutte le squadre più fondi rispetto a 12 mesi fa (quando lo United già ne aveva in abbondanza), l’abbassamento del monte ingaggi realizzato nella scorsa stagione con la cessione di Di Maria, Van Persie e Falcao a fronte di acquisti di giocatori costosi ma con stipendi meno importanti e infine la considerazione che una volta conclusa la campagna acquisti è molto probabile che i Red Devils realizzeranno alcune cessioni di giocatori in esubero che permetteranno di realizzare plusvalenze necessarie a diminuire il disavanzo anche di questa sessione di mercato facendolo tornare a livelli più che sostenibili per il club.
Esce Higuain, entra Bacca?
[Sabato, 23 mattina]
Secondo il Corriere dello Sport, il Napoli potrebbe coprire l'eventuale partenza di Higuain con l'arrivo di Carlos Bacca dal Milan. Abbiamo in esclusiva la reazione di Sarri alla notizia.
Alex Manninger al Liverpool!
[Venerdì, 22 pomeriggio]
Quel Manninger?
Sì.
Ma quanti anni ha?
39.
Ma gioca ancora?
Sì.
Ma dove è stato negli ultimi 5 anni?!
Sulla panchina dell’Augusta.
E perché il Liverpool lo ha preso?
Misteri del calciomercato.
Se la Juve vende Pogba, chi al suo posto?
di Fabio Barcellona
[Venerdì, 22 pomeriggio]
Se davvero la Juventus vendesse Pogba è molto probabile che Marotta e Paratici acquistino un altro centrocampista. Principalmente perché non si può trascurare il fatto che Marchisio sarà indisponibile almeno fino a metà autunno e che Khedira ha mostrato la scorsa stagione di avere un numero limitato di partite nelle gambe. Il primo quesito a cui rispondere riguarda la tipologia di giocatore che la Juve intenderebbe acquistare: un giocatore in grado di sostituire il sicuro assente Marchisio e quindi in grado di giocare davanti la difesa, o, adattando i giocatori già in rosa (Pjanic, Lemina, Hernanes) a quel ruolo, una mezzala pura? Considerando ciò di cui si priverebbe la Juventus cedendo Pogba sarebbe probabilmente necessario acquistare un calciatore dotato di capacità di incidere nell’ultimo terzo di campo e al contempo in grado di coprire ampi spazi di gioco in entrambe le fasi. Senza entrare nel merito della fattibilità delle trattative e limitandoci ai nomi che sono o sono stati associati a nuovi acquisti nel centrocampo della Juve, i giocatori che potrebbero ben adattarsi all’impianto di gioco bianconero e alle caratteristiche del centrocampisti già in rosa sono Ivan Rakitic, Marek Hamsik e Marcelo Brozovic.
Tutti e tre sono in grado di interpretare il ruolo in tutta la lunghezza ed ampiezza del terreno di gioco e sono capaci di essere estremamente pericolosi nei pressi dell’area avversaria. In presenza di un centrocampista come Pjanic, che deve e vuole toccare parecchi palloni e fluidificare la manovra e che ha un gioco prevalentemente interno, Rakitic, Hamsik e Brozovic coprirebbero la necessità di avere nel reparto un giocatore capace di giocare “off the ball”, senza il bisogno di avere un contatto continuo con la palla, e di occupare anche zone esterne del campo. Immaginando anche uno schieramento 4-3-1-2, con Pjanic come trequartista che si abbassa a giocare il pallone, proprio le capacità di giocare senza palla e di allargarsi risulterebbero particolarmente preziose.
Perché il Barça ha preso André Gomes
di Emiliano Battazzi
[Venerdì, 22 pomeriggio]
L’idea del Barça in questa sessione di mercato è chiaramente quella di prepararsi alla transizione, con Denis Suarez, Umtiti, Digne e appunto Gomes (un classe ‘94 e tre nati nel ‘93). Gomes aggiunge diverse qualità alla rosa del Barcellona: molti centimetri e muscoli in più (1.88 metri per 83 kg), maggiori opzioni sulla trequarti e un cambio pronto sia per Iniesta che per Rakitic. L’eleganza di André Gomes non te l’aspetti in un giocatore così potente: la capacità di controllare il pallone nello stretto, la possibilità di tagliare il centrocampo sia palla al piede che con un filtrante, e il senso di dominio di palla e corpo, in uno stesso gesto tecnico.
Nelle due stagioni al Valencia è stato utilizzato spesso da mezzala sinistra in un 4-3-3, per poter ricevere tra le linee, accentrarsi e avere la porta davanti sul piede favorito (il destro); ma anche da mezzala destra, da trequartista dietro un’unica punta, e persino da centrale di centrocampo. André Gomes ha in nuce tutto quello che serve per essere una grandissima mezzala, ma non l’ha ancora sviluppato: deve incidere di più nella partita, con continuità, e magari segnare anche qualche gol in più. Il disastroso Valencia della passata stagione non l’ha aiutato a crescere. Nel Barça potrà sfruttare le sue qualità, e gestire il movimento ad abbassarsi di Messi per attaccare la profondità o quello di Neymar ad allargarsi per farsi trovare in zona centrale. Il Barça ha voluto acquistare il futuro: sempre un rischio, sempre una speranza, in ogni caso una visione.
Dove giocherà Banega?
di Francesco Lisanti
[Venerdì, 22 mattina]
Nella prima conferenza stampa stagionale, Mancini ha parlato di Banega come di «una seconda punta», definendolo poi «un giocatore anarchico», uno a cui piace molto abbassarsi per ricevere la palla. Per questo possiamo aspettarci di vederlo trequartista vicino ad Icardi nel 4-2-3-1, ruolo in cui durante le prime amichevoli si sono alternati Jovetic e Palacio, oppure vertice alto del rombo nel 4-3-1-2. In questo caso avrebbe molte più responsabilità in fase di impostazione, dal momento che negli schemi di Mancini anche il rombo tende ad assumere la struttura del 4-4-2, con gli interni molto larghi e i due vertici che si allineano.
A qualunque altezza si ritroverà a giocare, Banega avrà una priorità assoluta: facilitare la circolazione di palla dell’Inter per vie centrali, un problema costante durante l’ultima stagione, sia a causa della povertà tecnica che dell’inefficace struttura posizionale. Quell’anarchia che ha notato Mancini suona più come un augurio, che la fantasia del genio trascini l’Inter oltre i suoi evidenti limiti, al netto di tutti i dazi da pagare altrove (Icardi solo in pressing anche quest’anno, sigh).
Che attaccante di riserva per il Barça?
[Venerdì, 22 mattina]
Ieri Luis Enrique ha parlato alla stampa dichiarando che il Barcellona sta cerando un attaccante veloce e abile in area come riserva per la MSN.
Ecco la lista più o meno verosimile dei candidati per il posto con percentuale di coerenza:
- Luciano Vietto: non integratissimo nel sistema del Cholo è dato come possibile esule da Madrid. Ha le caratteristiche richieste da Lucho, accelererebbe ancora di più la trasformazione del Barcellona di questi ultimi anni in squadra dall'attacco verticale. Percentuale di coerenza del trasferimento: 80%.
- Kevin Gameiro: Sarebbe il preferito di Luis Enrique, rispecchia perfettamente il profilo tracciato da Luis Enrique. Problemino: il Siviglia chiede una quarantina di milioni. Percentuale di coerenza del trasferimento: 70%.
- Chicharito Hernadez: Nessuno meglio di lui in Europa tra i cecchini d'area di rigore da far entrare dalla panchina. Titolare al Bayer Leverkusen, ma insomma ci si può sempre mettere d'accordo per una cifra ragionevole. Percentuale di coerenza del trasferimento: 50%.
- Paco Alcacer: Una sintesi tra Vietto e Chicarito. Solo che difficilmente il Valencia se ne priverà dopo aver ceduto anche André Gomes. Percentuale di coerenza del trasferimento: 40%.
- Edin Dzeko: Percentuale di coerenza del trasferimento: LOL.
L'hype per Halilovic si trasferisce in Germania
[Giovedì, 21 pomeriggio]
Alen Halilovic, giovane ala destra croata ex Barcellona, è stato ufficializzato oggi dall'Amburgo. Su di lui aveva scritto un bel ritratto Daniele Morrone, di cui citiamo un sintetico estratto: «Guardare una partita di Halilovic ha molto a che fare con il guardare un quadro di Battistello Caracciolo, uno dei principali “Caravaggeschi”. I caravaggeschi sono quei pittori che furono tanto influenzati dal Caravaggio da seguirne in maniera totale lo stile, fino quasi a sembrarne una copia a un occhio distratto. Un quadro del Battistello non ha il genio e l’impareggiabile tecnica del Caravaggio, però ne ripercorre lo stile in modo da ricordarlo immediatamente. Halilovic non sarà mai Messi, e non esiste una persona che possa ragionevolmente pensare di farne un paragone, per impatto o per livello di gioco atteso. Provando però a cambiare prospettiva, e a pensare a Messi come a una scuola pittorica, allora Halilovic sarebbe il primo dei “Messisti”».
Wijnaldum da Klopp per un Liverpool camaleontico
di Flavio Fusi
[Giovedì, 21 pomeriggio]
Con l’acquisto di Georginio Wijnaldum, Klopp continua l’assemblaggio di un Liverpool fatto di giocatori duttili che gli possano consentire di cambiare sistema di gioco di partita in partita o anche all’interno della stessa gara, senza perdere eccessivamente in equilibrio. Wijnaldum può infatti giocare sia in un centrocampo a tre che in un uno a due, e così come Sadio Mané, può disimpegnarsi nei tre ruoli dietro la punta, preferibilmente da trequartista centrale.
“Gini” è un giocatore dotato tecnicamente, con una grande velocità di base e un ottimo dribbling che può rivelarsi molto utile nel rompere le linee di pressione avversarie, specie quando parte più lontano dalla porta. Ha ottime doti anche senza palla, come confermano gli 11 gol segnati la scorsa stagione (4 contro il Norwich) che si vanno ad aggiungere ai 54 nelle cinque stagioni precedenti. 30 milioni di euro non sono una cifra da poco, ma l’acquisto è di quelli mirati: Klopp avrà un centrocampista dinamico e versatile in grado di garantire diversi gol.
L'Arsenal vuole Icardi, ma Icardi vuole l'Arsenal?
di Daniele V. Morrone
[Giovedì, 21 mattina]
L’Arsenal vuole una punta e dopo aver incassato i rifiuti prima di Jamie Vardy e poi di Henrikh Mkhitaryan (che sarebbe stato schierato appunto come punta), la ricerca continua. Pensando ai due giocatori a cui è già stata fatta l’offerta sembra esserci in Wenger l’intenzione di continuare con la sua politica di comprare e schierare non giocatori top, ma ottimi se schierati per compiti precisi. L'allenatore francese ha quindi abbracciato la via della specializzazione e nel caso della punta vorrebbe prendere un profilo diverso e complementare rispetto a Giroud, più che un suo upgrade definitivo come potrebbero essere Higuain, Cavani, Benzema o Pierre-Emerick Aubameyang (giocatori considerati troppo costosi).
A Wenger sembra interessare più il profilo tecnico da poter prendere ad un prezzo ritenuto giusto che il giocatore in sé: vuole un finalizzatore d’area di rigore in grado di muoversi nello spazio e sfruttare con efficienza i passaggi filtranti di Özil e i lanci di Xhaka, da far giocare magari in coppia con Giroud in determinate partite. Un profilo che non a caso si sposerebbe con Icardi, che delle poche cose che sa fare benissimo ci sono proprio quelle richieste da Wenger. Peccato però che Icardi non vuole l’Arsenal ma solo un nuovo contratto più ricco. Non bisogna dimenticarsi, poi, che l’Inter non vuole privarsi dell’argentino a buon mercato. È disposto Wenger, pur di assecondare la sua nuova politica, a scendere a patti con il diavoletto sulla sua spalla sinistra e rompere il salvadanaio per la seconda volta in un mese?
Chi è Hernan Toledo
di Giulio Di Cienzo
[Giovedì, 21 mattina]
Pantaleo Corvino ha voluto da subito caratterizzare la sua seconda esperienza da dirigente della Fiorentina col suo marchio di fabbrica: l’attenzione al mercato dei giovani. Dal Velez Sarsfield, indubbiamente a sorpresa, è arrivato infatti Hernan Dario Toledo, esterno offensivo classe 1996.
Il santafesino può essere considerato una scommessa. Toledo non è tra i giovani più pubblicizzati del paese, per due motivi: il Velez dopo l’era Gareca è entrato in un lungo tunnel di risultati mediocri, che non favoriscono né la visibilità né lo sviluppo di alcun giocatore; Toledo si è affacciato da poco al calcio dei grandi (non arriva a 20 presenze) e ha segnato un solo gol, pur di pregevolissima fattura. Insomma, non è uno che riempie gli highlights.
Toledo è un esterno offensivo che gioca a sinistra a piede invertito, largo sulla linea laterale, zona dove aspetta il pallone e si prepara a scatenare le sue qualità in uno contro uno. Pur avendo uno stile di gioco orientato alla ricerca del dribbling non è eccessivamente innamorato del pallone, a patto che abbia vicino opzioni di gioco riconoscibili.
Dotato di un’accelerazione bruciante, specie per un giocatore non proprio brevilineo (180cm), quando punta l’avversario è imprevedibile e può decidere di andare sia a destra che a sinistra. Chiariamo: Toledo se può fa tutto col piede destro, ma sa andare sul fondo per mettere palloni morbidi anche col piede debole. L’argentino sfrutta la sua velocità anche per attaccare la profondità con tagli improvvisi, quasi sempre orientati a cercare la linea di fondocampo.
Il più grosso limite di Toledo nell’ottica moderna del calcio è la fase difensiva, ed è su questo che dovrà lavorare per ambientarsi nel calcio italiano: in non possesso è pigro e tende a stazionare abbastanza alto, anche dietro al terzino di riferimento, rientrando il meno possibile, pronto a sfruttare un’eventuale ripartenza puntando i difensori. Sousa insomma non potrà sfruttarlo alla Bernardeschi come esterno a tutta fascia, almeno non prima di una certa rieducazione tattica. La sua collocazione naturale è esterno sinistro in un attacco a tre e potrebbe rivelarsi un’opzione importante anche a partita in corso.
Il calciomercato dell'eterno ritorno
[Giovedì, 21 mattina]
Se i grandi ritorni vi emozionano, questo mercato estivo fa decisamente per voi. Dopo gli approcci del Manchester United per Pogba, che Alex Ferguson si fece soffiare da sotto il naso quando il francese era nelle giovanili dei "Red Devils", e quelli del Chelsea per Lukaku, che venne ceduto dai "Blues" all'Everton nell'estate del 2013, adesso è il turno di Cuadrado, che a quanto pare Montella vorrebbe allenare di nuovo al Milan dopo l'esperienza alla Fiorentina. Chi lascia la via vecchia per la nuova, sa cosa lascia ma non sa cosa trova.
L'impero di Mendes fa i suoi primi colpi
[Mercoledì, 20 pomeriggio]
È da domenica che ci aspettavamo una mossa simile: il Middlesbrough, recentemente passato nel feudo di Jorge Mendes, ha ufficializzato oggi Alvaro Negredo, ormai caduto in disgrazia al Valencia, che è un altro vertice del quadrilatero d'oro del super-agente portoghese (oltre al Middlesbrough e il Valencia, anche Monaco e Benfica). Si salvi chi può.
Ma come, lo United prende Pogba per fargli fare il mediano?
di Daniele Manusia
[Mercoledì, 20 pomeriggio]
È una domanda interessante anzitutto perché si ricollega in parte all’Europeo di Pogba. Secondo me il giudizio comune è influenzato in maniera troppo forte dall’insuccesso di squadra francese, Pogba ha giocato bene la semifinale e meno bene la finale, ma non in maniera così sensibile come è stato detto e soprattutto non per ragioni dipendenti dalle sue capacità. Inutile tornare su quelle poche partite per mettere in discussione un giudizio che sia io che voi ci siamo formati, anche se magari non è lo stesso, ma vorrei sottolineare che quello che in molti gli rinfacciano, e cioè di essersi fermato al “compitino”, era una richiesta precisa di Dechamps per ovviare a una difficoltà cronica della Francia nel cominciare l’azione. E quando non c’era Pogba a svolgere quella funzione (ma Kanté e Matuidi) la Francia ha giocato in maniera notevolmente peggiore.
Detto questo, uno stesso ruolo si può interpretare in modo diverso a seconda delle richieste dell’allenatore e, ovviamente, del contesto di gara. Con Mourinho anche in quello stessa posizione di campo potrebbe giocare in un modo che gli permetta di esprimere maggiormente le sue possibilità, alternando la sua utilità in fase di costruzione bassa a quegli strappi palla al piede che sono forse la parte più vistosa del suo talento. Ormai conosciamo da tempo le sue potenzialità tecniche, atletiche e mentali, così come i suoi difetti. Abbiamo appurato che non è un trequartista (pur avendone le qualità, e avendo fatto 12 assist la scorsa stagione) così come non è una mezzala di inserimento né un classico mediano pur avendo una qualità indiscutibile nel primo possesso e statistiche difensive di tutto rispetto (2.3 contrasti vinti e 1.4 anticipi riusciti ogni 90 minuti, più contrasti di De Rossi e Medel, per dire), comunque lontane da quelle di eventuali sparring partner nel campionato inglese tipo Kanté (5.2 e 4.6), o Fernandinho (3.5 e 1.8).
Quindi è normale avere dei dubbi sul suo ruolo o sul suo valore, ma probabilmente portarlo nel cuore del gioco di squadra è il modo migliore per aumentare la sua influenza in maniera costante. Indipendentemente dal ruolo, è vero che per ora Pogba è un giocatore che difficilmente cambia una squadra o il contesto di una partita, che è un lusso per grandi squadre (come era la Juve nel contesto italiano e la Francia in quello dell’Europeo). Per questo sarebbe interessante vedere un giocatore con quella qualità e quella visione in un contesto più intenso e verticale, costretto a trovare quella continuità e quella precisione che ancora gli mancano. Non è detto che il passaggio riesca, ovviamente.
So che è difficile, ma la verità è che su Pogba andrebbe sospeso il giudizio. Riempite il freezer di gelati e godetevi lo spettacolo.
Immobile riparte dalla Lazio?
[Mercoledì, 20 mattina]
Dopo sei mesi al Torino con più ombre che luci, Ciro Immobile sta cercando una squadra per rilanciarsi di nuovo, una squadra che secondo le ultime voci di mercato potrebbe chiamarsi Lazio.
È ancora difficile giudicare il possibile impatto che un acquisto simile potrebbe avere sulla squadra biancoceleste perché non è ancora chiaro qual è veramente il gioco di Simone Inzaghi. Sicuramente Immobile è un giocatore molto diverso da Filip Djordjevic, l'unica prima punta per ora a disposizione del club. Immobile è infatti un attaccante molto dinamico, con una grande progressione col pallone, che si esalta negli spazi aperti; quasi l'opposto di Djordjevic che invece è un centravanti molto più tradizionale e statico, decisamente fisico e forte nei duelli aerei.
Forse i due potrebbero addirittura convivere in un sistema di gioco a due punte, ma dai primi allenamenti sembra che il modulo preferito dall'allenatore della Lazio sia il 4-3-3. A Formello c'è ancora molta confusione.
Che tipo di giocatore è Filip Djuricic
[Mercoledì, 20 mattina]
Oggi Filip Djuricic, trequartista di proprietà del Benfica, farà le visite mediche a Roma per la Sampdoria e poi diventerà ufficialmente un giocatore blucerchiato. Di Djuricic aveva parlato Daniele Morrone in un pezzo sui migliori talenti dell'Europeo Under21 dello scorso anno, di cui citiamo un breve passaggio: "Spesso in campo sembra passare il tempo concentrato nel trovare la giocata di lusso, convinto di aiutare così la squadra. Protegge il pallone in modo perfetto, ma poi vuole un filtrante che compagni meno bravi a leggere lo spazio non capiscono. Rimane tecnicamente pulitissimo, ma gioca da solo, nonostante la voglia essere un giocatore associativo".
L'Inter può permettersi Candreva?
di Marco De Santis
[Martedì, 19 pomeriggio]
Il mercato dell’Inter anche quest’anno è fortemente influenzato dalle richieste dell’UEFA in relazione agli accordi relativi al Fair Play Finanziario. Per questo la dirigenza sta valutando molto attentamente su quali giocatori indirizzarsi e a che prezzo, soprattutto finché non riuscirà a concludere una o due cessioni in grado di garantire alla società sia buone plusvalenze (per centrare gli impegni di bilancio) sia un rientro in relazione al saldo acquisti-cessioni relativo al costo dei cartellini (che per i nerazzurri deve essere vicino al pareggio su richiesta della UEFA). Attualmente l’Inter ha un saldo negativo di circa 17 milioni ed è quindi normale che la società non voglia spenderne più di altri 18-20 per Candreva in questa prima fase di mercato, in attesa di capire chi poter vendere. L’offerta per il laziale potrebbe essere alzata a seguito di una cessione particolarmente remunerativa per le casse societarie, altrimenti la guerra di nervi con Lotito (che chiede circa 25 milioni) è destinata durare ancora a lungo.
Pogba e gli altri: come procede il mercato del Manchester United
di Emiliano Battazzi
[Martedì, 19 pomeriggio]
Qual è il quarto acquisto chiesto da Mourinho? Al momento è questo il fantasma che si aggira per l'Europa, tra tifosi inquieti e direttori sportivi sospettosi. Nella sua prima conferenza stampa, Mou aveva esposto molto chiaramente il programma del mercato: prima 4 acquisti fondamentali, le priorità; poi aspettare e valutare qualche possibile colpo ornamentale.
Tre sono già arrivati: il difensore centrale Bailly, ex Villareal, che ha giocato più minuti di tutti nella prima amichevole contro il Wigan per inserirsi al meglio (non sa una parola di inglese, tra l'altro); l'uomo dietro la punta nel 4-2-3-1, cioè Mkhitaryan, uno dei centrocampisti con i migliori tempi di inserimento al mondo; e poi il centravanti, Ibra, che per ora ha esordito solo a colpi di aforismi.
Il quarto, evidentemente, deve essere un centrocampista, un reparto numericamente ingolfato per due sole posizioni, e che vedrà quindi un notevole turnover: ad andarsene potrebbe essere Fellaini. Nella prima amichevole Mou ha schierato Herrera e Carrick, ma erano gli unici a disposizione.
Insomma, il fantasma è davvero Pogba? D'altra parte, sarebbe una tipica mossa à-la-Mourinho, che riportando Pogba a Manchester potrebbe affermare la sua autorità calcistica, intaccando contemporaneamente quella del grande vecchio, Sir Alex Ferguson, che si fece scappare a parametro zero quello che all'epoca era solo un grande talento. Mou infatti non vuole personaggi influenti al di sopra di sé, nemmeno idealmente. A Madrid, ad esempio, fece fuori un monumento come Valdano.
In alternativa si parla di Joe Allen, che non è proprio la stessa cosa ma viene da un grande Europeo in cui ha saputo gestire il registro verticale del Galles. Sarebbe il primo giocatore a passare dal Liverpool e Manchester United dal 1962: persino Roma e Lazio si odiano di meno.
Dopo il Quarto Acquisto™ ci sarà spazio per operazioni "minori", come il terzino destro Fabinho dal Monaco (gestito non a caso da Jorge Mendes). In uscita, invece, Mata sembra in esubero, visto il rapporto non proprio idilliaco con Mourinho sin dai tempi del Chelsea (il Manchester United, tra l'altro, non avrà nemmeno bisogno di un trequartista così associativo).
Fino al 31 agosto, in ogni caso, con Mou in giro a fare shopping non si può stare tranquilli.
Lapadula sarà l'attaccante titolare del Milan?
di Diego Privitera
[Martedì, 19 mattina]
Non è un mistero che il Milan negli ultimi giorni stia provando a vendere Bacca, con l'attaccante colombiano conteso tra West Ham e Atlético Madrid. Se si dovesse trovare un accordo, Lapadula rimarrebbe l’unico attaccante centrale in rosa insieme a Luiz Adriano. Le piste di mercato rossonere, inoltre, non portano al momento a calciatori di primo livello: Pavoletti e Lasagna sono i nomi che girano ultimamente a Milanello. L’ipotesi di un Lapadula titolare al centro dell'attacco del Milan si fa quindi ogni giorno più concreta.
In realtà molto dipenderà anche dallo schema che utilizzerà Montella. In caso di 4-3-3, Lapadula potrebbe essere schierato anche da punta esterna, ma è un ruolo in cui è sempre stato limitato, tanto che è esploso, segnando 30 gol in una stagione, proprio da quando è stato spostato al centro dell’attacco. Ma non è detto che Montella non scelga il 3-5-2, modulo che ha già usato molto in passato, soprattutto alla Fiorentina. In quell’esperienza il tecnico ha schierato spesso Jovetic e Ljajic, cioè due attaccanti con una buona predisposizione associativa più che due centravanti veri e propri.
Rispetto a Bacca, Lapadula ama meno attaccare direttamente la profondità, preferendo spesso venire incontro a scambiare con i trequartisti, dimostrando un istinto associativo superiore a quello del colombiano. Ed è proprio per questo, più che per le sue doti di finalizzatore, che Lapadula è un profilo ottimo per le idee di Montella.
Questo non esclude ovviamente che il Milan, sempre in mezzo tra l'esigenza mediatica di rispettare le manie di grandeur del suo presidente e le sue reali capacità finanziarie, non reinvesta parte della somma guadagnata con Bacca su un altro attaccante.
Che fine ha fatto Massimo Donati?!
[Martedì, 19 mattina]
Ha firmato ieri il contratto di un anno per gli Hamilton Accies, una squadra che punterà a salvarsi nella Scottish Premier League. Donati nel 2016 ha 35 anni e ha passato le ultime due stagioni in Serie B, al Bari, dove nell'ultimo anno ha raccolto appena 11 presenze. In Scozia era diventato un idolo quasi 10 anni fa, quando giocava nel Celtic e si era guadagnato un coro tutto suo che faceva "Massimo, Massimo, Massimo Donati, Ooooh ooooh, Massimo Donati".
C'è stato un momento della vita in cui Massimo Donati era l'ennesima promessa del vivaio dell'Atalanta, giocava in under-21 e lo consideravamo il nostro Steven Gerrard. Ell'epoca Massimo Donati faceva gol così.
Ti seguiremo Massimo.
I nuovi terzini dell’Inter
di Francesco Lisanti
[Martedì, 19 mattina]
In amichevole contro il CSKA Sofia, Mancini ha subito schierato titolare la nuova coppia di terzini dell’Inter: Erkin a sinistra, Ansaldi a destra. L’impressionante numero di terzini transitati dall’Inter negli ultimi anni, spesso senza lasciare la minima traccia (ve lo ricordate Montoya?), imporrebbe mille puntini di sospensione, ma i pochi minuti che i due hanno giocato insieme lasciano ben sperare.
Ansaldi è risultato il migliore in campo in tutte e due le amichevoli giocate a Brunico, favorito dai ritmi bassi che hanno creato le condizioni ideali per un giocatore così elegante, dotato di un’intelligenza calcistica sopra la media (non è un caso che come lui abbia brillato solo Rodrigo Palacio).
Erkin si è visto solo per mezz’ora, dimostrando una tecnica con entrambi i piedi sconosciuta a quella fascia da oltre un lustro (e in allenamento ha fatto questo), anche se rimangono diverse riserve sulla sua attitudine difensiva, per ora giustificabili con la precaria forma fisica.
Con D’Ambrosio e Nagatomo a completare le rotazioni e a fornire la dose necessaria di energia e sacrificio difensivo, l’Inter ha probabilmente trovato il suo assetto definitivo dopo anni di esperimenti. Adesso ad Ausilio non rimane che provare a liberarsi dei contratti di Dodô e Santon.
Marlos Moreno sky blue
di Fabrizio Gabrielli
[Lunedì, 18 pomeriggio]
Gli ultimi due account Twitter che Marlos Moreno ha scelto di seguire sono del Manchester City: l’originale e la sua versione hispanohablante. Prima, in ordine cronologico, ci sono vecchie glorie del calcio cafetero, aggregatori di umorismo quotidiano e colleghi incontrati per forza o per caso sul campo.
Sull’impatto che il ventenne attaccante dell’Atlético Nacional avrà sul calcio europeo è lecito porsi i dubbi amletici che da sempre accompagnano chi attraversa l’Oceano con il passaporto così povero di visti. Tra questa e la prossima settimana si giocherà la possibilità di salire sul trono continentale riportando una squadra colombiana, dodici anni dopo l’Once Caldas, alla vittoria della Libertadores, di certo lo farà da protagonista annunciato, ma anche - secondo le ultime indiscrezioni - già con un’altra maglia sotto quella della Verdolaga, nella fattispecie la sky blue dei Citizens.
Le dinamiche con le quali i giovani prospetti latinoamericani giungono in Europa sono molto cambiate negli ultimi lustri: dal Talento Sensazionale™, sublimazione dell’art pour l’art, si è passati sempre di più a una scelta di giocatori maggiormente accorta, atleti in possesso di caratteristiche funzionali al gioco dei tecnici che li scelgono. L’abilità con cui salta l’uomo in velocità, puntandolo come un TGV partito da Marsiglia con un quarto d’ora di ritardo che vuole arrivare puntuale a Parigi, non solo sulla fascia ma anche in zona centrale, vieppiù con una tecnica individuale delle più sopraffine, lo posiziona di diritto nella barra dei Preferiti di Guardiola: Pep lo terrà là come una pagina che vai a visitare di tanto in tanto, mentre Marlos affonderà come una lama nel burro nelle difese di vai-a-capire-dove in Europa con la maglia di qualche squadra minore.
Ammesso che il Deportivo La Coruña, o la Fiorentina, possano essere considerate squadre minori.
Che tipo di giocatore è Corentin Tolisso
[Lunedì, 18 pomeriggio]
Corentin Tolisso è uno dei tanti prodotti del leggendario vivaio del Lione, il Tola Vologe. Il centrocampista francese è un giocatore estremamente versatile e di grande intelligenza tattica, potendo ricoprire ruoli molto diversi senza perdere eccessivamente in rendimento. Al Lione, nel 4-3-1-2 prima di Remi Garde e poi di Fournier, ha ricoperto praticamente tutte le posizioni del triangolo di sinistra: terzino, mezzala e anche regista.
Tolisso, però, rimane un giocatore meccanico e non particolarmente fantasioso, senza avere nemmeno caratteristiche fisiche che riescano a farlo emergere dalla media. A Napoli, al netto di operazioni in uscita che ancora non conosciamo, ricoprirebbe il ruolo del jolly di riserva, del tappabuchi.
Un po’ poco viste le esosissime richieste del presidente del Lione Aulas, che a quanto pare avrebbe chiesto al Napoli una cifra intorno ai 25 milioni di euro.
Cigarini verso la Samp. E Paredes?
di Flavio Fusi
[Lunedì, 18 mattina]
La scorsa stagione Marco Giampaolo ha impiegato 12 giornate per trovare il regista ideale del suo Empoli, trovandolo alla fine in Leandro Paredes. Non sorprende dunque che la priorità del mercato della Sampdoria sia proprio quella di portare l’argentino di proprietà della Roma in blucerchiato, specie dopo la partenza di Fernando. Il problema è che non è ancora chiaro quanto la Roma sia disposta a cedere Paredes. Spalletti vuole testarlo in ritiro e i tempi inesorabilmente si allungheranno.
La Sampdoria ha quindi deciso di tutelarsi con Cigarini, trovando subito l’accordo con il giocatore. Anche in questa trattativa si è però messo di mezzo un allenatore, Gian Piero Gasperini, che dopo aver posto il veto alla cessione in un primo momento (Cigarini non pare adatto al 3-4-3 del Gasp, ma poteva ritagliarsi un ruolo importante nell’eventuale 3-5-2), sembra essersi convinto a lasciare partire il centrocampista cresciuto nel vivaio del Parma.
Viene da chiedersi, quindi, se l’arrivo di Cigarini precluda necessariamente quello di Paredes perché, almeno in teoria, i due potrebbero coesistere: la scorsa stagione, nel 4-1-4-1 dell’Atalanta, Cigarini ha fatto la mezzala, con De Roon davanti alla difesa. L’olandese ha però caratteristiche diverse da quelle di Paredes, e Giampaolo ad Empoli ha impiegato interni di centrocampo alquanto dinamici (Zielinski, Croce, Buchel). Nel ruolo di mezzala, insomma, Soriano e Carbonero partirebbero probabilmente davanti a Cigarini nelle gerarchie.
Se la Samp prendesse entrambi, quindi, Cigarini dovrebbe probabilmente calarsi nel ruolo di riserva di lusso, altrimenti sarà lui a guidare il centrocampo blucerchiato.
Le dieci trattative che la Juventus sta portando avanti (secondo noi)
[Lunedì, 18 mattina]
1. Higuain (se non dovesse arrivare, sicuramente Aubameyang)
2. Pjaca
3. Matic (o un altro titolare del Chelsea)
4. Godin
5. Xabi Alonso
6. Modric
7. Özil (in alternativa Fabregas)
8. Trapp (per fare il secondo fino al ritiro di Buffon)
9. Mascherano
10. Pastore (o un altro scontento del PSG, probabilmente Cavani)
Come cambia il Torino con Ljajic e Iago Falque
di Francesco Lisanti
[Sabato, 16 pomeriggio]
Dopo cinque anni di rigido 3-5-2, il Torino si appresta a passare al 4-3-3 (il modulo annunciato per questa stagione) attraverso l'acquisto di due ali pure come Ljajic e Iago Falque. Mihajlovic non è un integralista tattico, si adatta alle caratteristiche dei propri giocatori e soprattutto a quelle degli avversari. Per questo motivo si è provvisto di due giocatori complementari: lo spagnolo è un sinistro, e soprattutto è più disciplinato e intelligente senza palla; il serbo invece è un destro, e anche se è meno propenso al sacrificio è sicuramente più imprevedibile col pallone tra i piedi.
Entrambi, però, arrivano a Torino con qualcosa da dimostrare. Iago Falque deve recuperare quella centralità tecnica che ha perso a Roma dopo il passaggio di consegne tra Rudi Garcia e Spalletti. Ljajic, invece, deve dimostrare di saper gestire le sue lune, perché all’Inter ha dimostrato di poter fare la differenza, ben più di Jovetic, ma sembra non avere ancora né la solidità mentale né la continuità di rendimento.
Negli ultimi anni, il Torino ha sempre accolto ben volentieri giocatori in cerca di riscatto, e con questi due acquisti il passaggio da Ventura a Mihajlovic inizia ad assumere un discreto fascino.
Mahrez se ne va?
[Sabato, 16 pomeriggio]
Secondo le ultime chissà-quanto-affidabili indiscrezioni, Riyad Mahrez avrebbe rifiutato il rinnovo del contratto propostogli dal Leicester. Una notizia che ovviamente ha generato un tornado di prospettive di mercato poco credibili. A proposito di ipotesi poco credibili, qui sotto trovate le cinque squadre a cui Mahrez farebbe comodo:
1. Manchester City
Perché a Guardiola manca il dribbling a rientrare di Robben
2. Manchester United
Perché Mourinho vuole rovinare i piani di Guardiola in qualunque modo
3. Barcellona
Perché dopo aver vinto la Premier League col Leicester, la nuova sfida impossibile di Mahrez è togliere il posto a Messi
4. Arsenal
Per non interrompere la sempreverde tradizione di francesi allenati da Wenger
5. Juventus
Perché Marotta vuole comprare tutti i giocatori disponibili sul mercato
Götze al Borussia Dortmund: il ritorno del figliol prodigo
[Sabato, 16 mattina]
Nel frattempo la Bild riporta che Mario Götze, dopo l'ultima disastrosa stagione al Bayern Monaco, starebbe per fare ritorno a casa.
Tre anni fa Götze aveva chiesto la sua parte d'eredità a Klopp mentre era ancora in vita e se n'era andato a Monaco a sperperarla, nel disperato tentativo di attirare le attenzioni di Guardiola. Oggi ritornerebbe a Dortmund da mandriano di porci e, se ciò non bastasse, il padre è anche cambiato. Nonostante ciò, siamo sicuri che al BVB stiano già uccidendo il vitello più grasso.