Il primo luglio si è aperta la follia estiva del calciomercato. Saranno due mesi di notizie spulciate su giornali unti di crema solare, di giocatori che cambieranno squadra sette volte in un giorno solo. Fino al 31 agosto proveremo a commentare le trattative più interessanti quotidianamente, su articoli che aggiorneremo in diretta anche più volte al giorno: qui il primo volume, qui il secondo. Quindi in spiaggia non scordatevi il tablet.
Cosa ci siamo persi in settimana
[Domenica 31, mattina]
Come ogni domenica, ecco a voi la lista delle principali trattative che non abbiamo avuto tempo di trattare durante la settimana. Così potete leggerci anche quando vi spalmano la crema sulle spalle. Buona domenica!
Game of Trigoria S01E01
La prima stagione di Game of Thrones ambientata a Trigoria è partita alla grande. Subito dopo la morte (rottura del legamento crociato) di Mario Rui è iniziata a circolare la voce di un clamoroso ritorno di Dodò “Ditocorto” Pires in giallorosso. Tutti gli uomini devono morire.
Certi amori non finiscono - Miguel Veloso version
Dopo i due anni passati a Genova tra il 2010 e il 2012, Miguel Veloso, centrocampista portoghese, ormai quasi ex Dinamo Kiev, starebbe per far ritorno nel club di Preziosi. Perché certi amori non finiscono, eccetera eccetera.
Stones al City... e Bonucci?
Sembra stia per concludersi la Telenovela™ di mercato legata a Stones, che starebbe per firmare per il City. Si chiude, quindi, l’inquietante (almeno per i tifosi della Juve) prospettiva di Bonucci nella squadra di Guardiola, dopo aver perso Pogba per l’altra sponda di Manchester.
Anche Zenga in Inghilterra
Il Made in Italy quest’anno in Inghilterra va fortissimo. Dopo Conte, Mazzarri, Guidolin e Ranieri in Premier League, adesso anche la Football League Championship (la Serie B inglese) inizia a diventare permeabile agli allenatori italiani. Il Wolverhampton ha assunto Walter Zenga, probabilmente conquistata dalle sue telecronache.
L'estate di Borriello
Continua la carriera balneare di Marco Borriello. La metafora sta per trasformarsi in realtà: il trasferimento al Cagliari è quasi completato.
Premier League+Wenger=tradizioni
La Premier League vuol dire tradizione, figuriamoci con un allenatore come Wenger. Sembra infatti che l’Arsenal voglia sostituire Mertesacker, centrale tedesco con la barba infortunatosi gravemente nei giorni scorsi, con Mustafi, altro centrale tedesco con la barba.
L'hype per il Siviglia continua a crescere
Ben Yedder è un giocatore di futsal prestato al calcio (lo switch è avvenuto solo intorno al 2010) e ieri è stato acquistato dal Siviglia. Perché a Sampaoli non bastavano i tricks di Vazquez, Correa e Kranevitter.
Enzo Zidane al Middlesbrough?!
Nel frattempo si allunga la lista di nomi assurdi accostati al Middlesbrough, nuovo feudo del super-agente portoghese Jorge Mendes. Oggi è la volta di Enzo Zidane, figlio di Zizou e portatore onorario del nome di Enzo Francescoli.
Sampaoli, che è appena arrivato al Siviglia, va ad allenare l'Argentina?!
di Fabrizio Gabrielli
[Sabato 30, pomeriggio]
Delle due l'una: o Jorge Sampaoli è un bravo attore (bisognerebbe chiedere a ADL) oppure in Argentina hanno deciso di elevare la suspension of disbelief a terzo sport nazionale.
La Comision Normalizadora dell'AFA, quattro giorni fa, ha promesso che nel giro di una settimana avrebbe annunciato il nuovo DT della Albiceleste. Incassato il niet di Bielsa ha deciso di virare, cadendo nel trappolone delle fallacie classiche, su Sampaoli.
Ma non aveva già firmato per il Siviglia? Non stava costruendo la sua personalissima Fantasilandia?
In effetti sì.
Però allenare la Albiceleste è un richiamo al quale è complicato resistere, per quanto pubblicamente Sampaoli abbia dichiarato, malinconico e realista come un tango di Gardel, che "peccato, l'offerta è arrivata troppo tardi".
In realtà, a differenza di quanto si dice, Sampaoli non ha alcuna clausola di rescissione attiva (subentrerà nel 2017): soltanto, guadagnerà 6 milioni di euro l'anno.
Una cifra che l'AFA non riuscirebbe mai a raggiungere, se non con il patrocinio dell'Adidas e la volontà di Sampaoli di ridursi l'ingaggio.
I dirigenti AFA sono già in viaggio per Siviglia: in valigia hanno quel libro di Dante Panzeri in cui c'è la famosa frase "il calcio è la dinamica dell'impensabile", un chilo e mezzo di tigna e qualche dollaro da scialare prima che diventi inevitabile nominare Carlos Bianchi nuovo DT.
Madre mia.
Dove va Balotelli?
[Sabato 30, mattina]
Nel frattempo quel romanzo che è la carriera calcistica di Mario Balotelli starebbe per arricchirsi di un nuovo, entusiasmante, capitolo. Le squadre accostate al centravanti del Liverpool sono Besiktas, Ajax e Bologna. In tutti e tre i casi non vediamo l'ora di leggerlo.
Vietto potrebbe essere l’attaccante perfetto per il Siviglia di Sampaoli
Di Daniele V. Morrone
[Venerdì 29, pomeriggio]
È ancora prestissimo per capire quale sarà la versione definitiva del laboratorio tattico aperto da Sampaoli a Siviglia. Dalle prime amichevoli però sembra chiaro che la squadra giocherà con un baricentro molto alto, dato da un mix di linea difensiva avanzata e pressione alta, e un’unica punta, che seguendo l’idea di Sampaoli dovrebbe essere possibilmente associativa, ma che sappia anche muoversi senza palla sia tra le linee che in profondità. Non è un caso quindi che Monchi abbia pensato per quel ruolo al nome di Luciano Vietto.
L’argentino ha infatti queste caratteristiche nel proprio DNA e ha giocato questo tipo di calcio persino nella brutta stagione passata all’Atlético. Un anno iniziato con tante aspettative e terminato con la panchina ai danni di Fernando Torres. Vietto ha infatti giocato solo una partita da aprile in poi, portando l’Atlético a bocciarlo per questa stagione: l’ossessione di tornare in finale di Champions League è tale da non permettere di aspettare nessuno. Ma Vietto ha comunque tutto per esplodere. Per farlo ha scelto il Siviglia, dove ha un posto da titolare assicurato, rifiutando anche una squadra a cui di solito non si dice di no come il Barcellona, che su di lui aveva puntato fortissimo come riserva della MSN.
Vietto ha capito che non può permettersi un’altra stagione negativa. Al Siviglia il compito di fargli ritrovare fiducia in area di rigore, per trasformare in gol tutto ciò che la schiera infinita di giocatori di talento alle sue spalle creerà.
Bobo Vieri torna a giocare. Tutto normale.
[Venerdì 29, pomeriggio]
Da Formentera, Spagna, stazione aliena dove risiede il naufrago Christian Vieri, alias 'Bobo', arrivano oggi grandi notizie. Il centravanti, che oggi ha 43 anni e che ha passato gli ultimi anni a:
- partecipare a giochi aperitivo
- vincere gare di chupiti
- scattarsi selfie
- diventare idolo e feticcio del sessimo più bieco e insopportabile
- dissociarsi in ogni modo dal mondo del calcio e dell'agonismo in generale
Ha dichiarato che tornerà a giocare a calcio, in Cina, ancora non è chiaro dove. La sua decisione è figlia della sua implacabile voglia di tornare su un prato verde a spaccare le porte, oppure di volgari $$$?
Il suo ultimo gol tra i professionisti risale 7 anni fa.
Come si inserirebbe Matuidi nel centrocampo della Juve?
di Flavio Fusi
[Venerdì, 29 pomeriggio]
Nel PSG Matuidi gioca esattamente nella stessa posizione di Pogba, cioè da mezzala sinistra, ma alla Juventus offrirebbe un contributo decisamente differente da quello del quasi ex-numero 10 bianconero. Pur essendo migliorato stagione dopo stagione, l’ex giocatore del Saint-Etienne non ha neanche lontanamente i mezzi tecnici del connazionale, ed ha costruito la sua carriera sulla cultura del lavoro ed un incredibile dinamismo. Il moto perpetuo e l'ottima intelligenza tattica fanno sì che riesca a fornire continuamente un punto di appoggio per i compagni in possesso. Nonostante ciò, Matuidi non è in grado di mettere in campo le abilità di playmaking diagonale di Pogba, anche perché è mancino e i suoi movimenti con o senza palla sono verticali o verso sinistra. Inoltre, pur avendo segnato sempre almeno 5 reti dal 2012/2013, il contributo offensivo di Matuidi è nettamente inferiore a quello di Pogba, considerati i suoi 0,7 tiri per 90, cioè meno di un quinto dei 3,7 del francese della Juve.
Matuidi sa però essere fondamentale in fase difensiva, visto che il suo atletismo gli permette di pressare anche più avversari nella stessa azione, spesso recuperando il pallone, per poi lanciarsi palla al piede in transizione. Il centrocampista del PSG è probabilmente uno dei migliori “ruba-palloni” del calcio europeo, in grado la scorsa stagione di vincere 3,2 contrasti e intercettare 2,0 palloni ogni 90 minuti in una squadra che in campionato ha fatto registrare quasi il 65% di possesso palla medio.
In sostanza, la Juventus non potrebbe sostituire Pogba con Matuidi, ma il francese potrebbe comunque integrarsi bene in un centrocampo con Pjanić e Marchisio (quando tornerà disponibile). Ultimo, ma non meno importante, Matuidi ha già 29 anni e il suo stile di gioco dipende in maniera decisiva dai suoi mezzi fisici ed atletici, che probabilmente subiranno un naturale declino nelle stagioni a venire. Un’eventuale acquisto di Matuidi rientrerebbe quindi nell’ottica di breve periodo per cui la Juventus giocherà tutte le sue carte sulla Champions League, già a partire dalla prossima stagione.
Dzeko al Barcellona?!
[Venerdì, 29 mattina]
Secondo il quotidiano spagnolo Sport, il Barcellona avrebbe inserito il nome di Dzeko in una lista di possibili obiettivi per il posto di quarto attaccante in rosa. Ma è possibile?
Dai facciamo i seri.
Robson-Kanu iberico
[Venerdì, 29 mattina]
Nel frattempo inizia a circolare la voce che Siviglia e Atletico Madrid sarebbero interessate ad ingaggiare Hal Robson-Kanu, attualmente svincolato dal Reading. Un'indiscrezione che, se fosse confermata, si trasformerebbe in una delle trattative più belle della storia del calciomercato. La Cruyff-turn dell'Europeo sta iniziando a produrre i suoi effetti.
Ecco Thauvin
di Daniele Manusia
[Venerdì, 29 mattina]
Fino a qualche tempo Floriant Thauvin poteva essere definito uno dei migliori talenti di Ligue 1 ma negli ultimi anni ha deluso anche i più pazienti tra i suoi fan (sto parlando di me). Su France Football viene riportato in forma anonima il parere di un conoscitore del caso Thauvin: “Sinceramente la sua carriera è finita. È solo un valore di mercato”.
Alla fine della stagione 2012/2013 è stato votato come Miglior Giovane, ma non gli viene perdonato che alla fine di quella stagione ha forzato la mano al Lille per farsi cedere al Marsiglia (è considerato uno di quei giocatori consigliati male dalle persone che li frequentano). Dopo due stagioni (l’ultima con Bielsa), per qualcuno comunque al di sotto delle aspettative, è andato al Newcastle, che gli ha concesso 12 presenze prima di rigirarlo in prestito all’Olympique. Ora si parla di un ritorno definitivo a Marsiglia, o di Lazio (forse come strascico della questione Bielsa) per ritrovare continuità e alzare ulteriormente il suo livello di gioco.
A 23 anni sembra ormai chiaro che Thauvin non è il “nuovo Zidane” (come non lo erano gli altri 999 “nuovi Zidane” annunciati dalla stampa francese) né uno di quei giocatori che da soli cambiano una squadra. Il che non significa che sia un giocatore mediocre, anzi.
Thauvin ha uno dei migliori piedi sinistri in circolazione, con una conduzione del pallone palla al piede che hanno in pochi (ma neanche pochissimi, per dire quella di Ousmane Dembelé è più impressionante, più precisa e più potente). Bielsa ne ha esaltato la verticalità con e senza palla, facendolo partire dalla trequarti di destra per poi tagliare in area in diagonale o rientrare di sinistro e tirare da fuori: Thauvin calcia bene - calcia anche le punizioni dal limite con un effetto a rientrare classico e poca potenza - e non troppo spesso (1.6 tiri ogni 90 minuti), ma a volte dai piedi gli escono dei tiracci.
Ha una tendenza naturale a dribblare sbilanciando l’avversario, anche perché ha il vantaggio di poter saltare l’uomo su entrambi i lati: non ha la stessa tecnica del piede sinistro in quello destro, ma lo usa senza problemi. L’anno scorso, sia in Ligue 1 che in Premier League, ha sbagliato più dribbling di quanti gliene sono riusciti (rispettivamente: 32-26 e 20-11), ma non è un dribblomane velleitario.
Nel talento di Thauvin c’è un pizzico, ma proprio un pizzico, del talento degli attaccanti veri, che lo rende pericoloso anche vicino alla porta. Ha giocato per lo più a destra, ma può giocare anche al centro visto che sa proteggere il pallone sia per giocare di prima che per fare da collegamento con il centrocampo (ovviamente se si gira lo fa sul sinistro).
Nel bene e nel male non stiamo parlando di un giocatore solitario come Ben Arfa: non ha la sua indipendenza palla al piede ma può giocare un numero di palloni più alto e fare da riferimento fisso a trequarti. Il suo sviluppo fisico e tecnico si è fermato, non avrà mai le corse di Candreva e solo nei giorni migliori ha il suo stesso potere di piegare la trequarti di campo alla sua volontà, ma è anche un giocatore dal ventaglio tecnico più ampio, con più velocità a disposizione e un gioco associativo di base su cui poter costruire anche una possibile centralità tattica. Certo, prenderlo sperando che ogni partita salti l’uomo e segni, o salti l’uomo e faccia segnare, rischia di essere il presupposto sbagliato.
Al Milan serve davvero Zaza?
di Federico Aqué
[Giovedì, 28 mattina]
Zaza al Milan potrebbe essere un affare che fa felice tutti quanti: il giocatore si ritroverebbe in un contesto meno competitivo rispetto a quello che lo aspetta alla Juve; il Milan avrebbe in rosa uno dei migliori attaccanti italiani; la Juve attutirebbe parte dell’esborso per Higuaín.
Zaza potrebbe giocare sia da centravanti nel 4-3-3 che Montella ha scelto per le prime amichevoli, sia in coppia con un altro attaccante, e darebbe all’attacco del Milan una dimensione a oggi sconosciuta in termini di fisicità e intensità del pressing. Per i compagni sarebbe un riferimento più di Bacca e Niang, e si porrebbe a metà strada tra i due in quanto a prolificità: meno finalizzatore di Bacca, ma più di Niang.
Montella potrebbe contare su una prima punta più affidabile di Niang e Lapadula, abituato alla competizione d’alto livello grazie alle esperienze nella Juve e in Nazionale, e nel pieno degli anni migliori per la carriera di un calciatore. Eppure reinvestire su Zaza tutto o quasi il ricavato dalla cessione di Bacca sarebbe comunque un grande rischio, dato che il Milan dovrà anche per questo mercato finanziarsi quasi esclusivamente con le uscite. Il bianconero rinforzerebbe la squadra più di quanto farebbe un grande colpo a centrocampo o in difesa?
Sostituire Paredes con Diawara ha senso?
di Flavio Fusi
[Giovedì, 28 mattina]
Diawara o Paredes, Paredes o Diawara? Finora è questo il dilemma dell’estate della Roma, che deve scegliere uno dei due giovani registi per sostituire Keita, svincolatosi il 30 giugno. Leandro Paredes sarebbe sicuramente la soluzione più “semplice”, visto che l’ex giocatore del Boca è già di proprietà dei giallorossi e in ritiro con il resto della squadra, dove Spalletti lo sta testando per capire se effettivamente è il caso di andare a fare un investimento su Amadou Diawara, il centrocampista rifugiatosi in Guinea per costringere il Bologna a cederlo. Oltre alle considerazioni economico-finanziarie, che finora hanno necessariamente determinato il mercato della Roma, non è da trascurare l’aspetto tecnico dell’operazione.
I dubbi di Spalletti su Paredes riguardano probabilmente il suo stile di gioco, la sua volontà di controllare il ritmo dell’azione in prima persona, giocando in modo molto verticale e per questo a volte anche rischioso. Insomma per quanto sia bello e a volte addirittura stupefacente a vedersi, Spalletti sembrerebbe più orientato verso un tipo di giocatore meno appariscente in quel ruolo e Diawara potrebbe rappresentare questo profilo. Anche al guineano piace giocare in verticale, ma lo fa con meno frequenza rispetto all’argentino e si prende anche meno rischi, giocando spesso a due tocchi con stop e scarico corto. L’altra considerazione che Spalletti probabilmente ha fatto è la questione che riguarda la fase difensiva, posto che nessuno dei due la scorsa stagione ha giocato a centrocampo in coppia ed entrambi sarebbero più adatti ad un 4-3-3. Fino a poco tempo fa Paredes era una trequartista ed è stato Giampaolo a reinventarlo davanti alla difesa alla fine del 2015 ed è quindi normale che gli manchi ancora la necessaria dimensione tattico-atletica per interpretare al meglio il ruolo in tutte le fasi di gioco. Questo non vuol dire che Paredes non recuperi mai la palla, anzi 3 contrasti vinti su 5,2 tentati e 1,5 intercetti per 90 dimostrano il contrario, però è indubbio che gli manca l’intensità di Diawara, giocatore maggiormente votato alla fase difensiva e vera e propria macchina da pressing (2,5 contrasti vinti su 3,6 tentati e 3 intercetti per 90).
Si è parlato addirittura di un presunto interesse della Juventus per l’argentino e le indicazioni sulla vicenda sembrano contrastanti, tanto che proprio ieri Spalletti ha detto che “[Paredes] assomiglia molto a Pizarro nel modo in cui fa girare la palla alla squadra. Lui è preciso per il ruolo di play basso e noi abbiamo bisogno di uno così". Allo stesso tempo, però, il Resto del Carlino scrive di un trattativa per Diawara a cui mancherebbe solo il sì del giocatore. Magari al 31 agosto, la scelta di Spalletti sarà stata quella di non scegliere, garantendosi in rosa la presenza di entrambi.
Théréau all'OM, fantacalcisti in lutto
[Giovedì, 28 mattina]
Nel frattempo Cyril Théréau sembra in procinto di tornare in Francia, all'Olympique Marsiglia per la precisione. È un duro colpo per tutti i fantacalcisti italiani, che facevano affidamento su di lui per quella decina di gol stagionali assicurabili ad un prezzo più che ragionevole.
La Juventus può permettersi Verratti?
di Marco De Santis
[Giovedì, 28 mattina]
In caso di cessione di Pogba, l’enorme plusvalenza generata darebbe alla Juventus un’ampia disponibilità economica da investire principalmente sull’acquisto di un nuovo centrocampista. In linea puramente teorica, dal punto di vista economico non sarebbe impossibile provare a riportare in Italia Verratti, se il PSG chiedesse una cifra compresa fra i 40 e i 50 milioni.
Nonostante ciò, rimane comunque uno scenario quasi irrealizzabile. I fattori che rendono l’operazione al momento molto improbabile sono la volontà dei campioni di Francia di non privarsi del giocatore e i rapporti molto deteriorati fra i due club dopo l’acquisto a parametro zero di Coman da parte della Juventus due stagioni fa.
Pato al Villareal?!
[Mercoledì, 27 mattina]
Nel frattempo Alexandre Pato è diventato un giocatore del Villareal, dopo sei mesi di panchina al Chelsea. Indiscrezioni parlano di un Paolo Sorrentino molto interessato a scritturarlo per il suo prossimo film, un biopic sulla sua vita tra 40 anni.
Che tipo di giocatore è Arkadiusz Milik
[Mercoledì, 27 mattina]
Arkadiusz Milik, centravanti polacco dell'Ajax, potrebbe essere uno degli attaccanti scelti da De Laurentiis per colmare il vuoto lasciato da Higuain. Su Milik aveva scritto un ritratto molto approfondito Emanuele Atturo, di cui citiamo un sintetico estratto: "Se il talento di Milik è il risultato, più che di un dono naturale, di una razionalizzazione delle proprie risorse, fisiche e tecniche, questo non significa che non riesca, in alcune situazioni, ad avere un’efficacia sopra la media. Uno dei pregi migliori di Milik è l’istinto nella ricerca del movimento in area di rigore. Sia in situazioni di transizione, che di attacco posizionale, Milik riesce ad attaccare l’area con i tempi giusti. Capisce bene quando allargarsi sul secondo palo e quando tagliare sul primo palo, e la sua forza fisica in area di rigore è difficile da gestire per le difese. Quando arriva da lontano, sia su un cross basso che alto, Milik esprime una potenza rarefatta da vero centravanti".
Balotelli potrebbe tornare utile?
di Marco d'Ottavi
[Mercoledì, 27 mattina]
No, dai. Mario Balotelli non ha raggiunto la maturità per farsi plasmare da Sarri o da Spalletti, come non l'aveva raggiunta ai tempi di Prandelli. Da quando si è riaperto il calciomercato è stato accostato a praticamente tutte le squadre della serie A che necessitano di una punta: dal Crotone alla Lazio, dal Napoli al Bologna. La verità è che – ad oggi - Mario è la perfetta esca per le società che hanno bisogno di un attaccante, ma non sanno chi comprare. La strategia di solito è questa:
- Fai trapelare la notizia che ti interessa Balotelli come attaccante di riserva.
- i tifosi protestano perché veramente non è che proprio tutti credono in lui. Vai a Napoli a spiegargli il cambio Higuain/Gabbiadini+Balotelli per esempio.
- Prendi in prestito gratuito un attaccante che ha visto giorni migliori.
- I tifosi pensano comunque meglio di Balotelli.
Chi è e da che stagione viene Thomas Vermaelen
di Daniele V. Morrone
[Martedì, 26 pomeriggio]
Vermaelen è un centrale di difesa con un’ottima tecnica nel passaggio corto e lungo, sicuro con il pallone tra i piedi pur non avendo un controllo di palla di primissimo livello. La scuola Ajax si vede nella bravura nel distribuire il pallone anche sotto pressione. Decisamente fisico nel suo approccio alla marcatura e abituato a cercare l’anticipo, è ottimo nei contrasti aerei sia per elevazione che per tecnica nel colpo di testa. A causa dei tanti infortuni, però, ha perso quell'accellerazione che lo contraddistingueva in precedenza. Non che sia un centrale lento, ma ora non può più uscire dalla linea per cercare l’anticipo con la sicurezza straripante di prima.
Pagato quasi 20 milioni per essere la prima riserva di Piqué e Mascherano, Vermaelen è risultato uno dei più grandi flop del mercato recente del Barça. Arrivato da infortunato con la prospettiva di saltare i primi due mesi di Liga, ha poi saltato per una ricaduta altri cinque, finendo per tornare disponibile solo per il debutto all’ultima giornata di campionato. Non è riuscito a migliorare le cose nella seconda stagione dato che dopo sole tre partite di campionato giocate da titolare per sostituire l’infortunato Piqué, si è infortunato un’altra volta. Tornato dopo un mese d'assenza, ha svolto il suo ruolo di riserva fino ad aprile, quando un altro infortunio ha posto fine alla sua stagione anticipatamente. In tutte le competizioni alla fine ha giocato 21 partite in due anni col Barcellona. L’ultima stagione senza infortuni è addirittura la 2012/13, sembra quindi difficile immaginare un percorso privo di stop per il finale della sua carriera ora che ha toccato i 30 anni. In qualunque squadra vada, la fragilità fisica sembra una sua caratteristica.
5 allenatori che potrebbero sostituire Mancini, forse
[Martedì, 26 pomeriggio]
I rapporti tra Mancini e l'Inter non sono mai stati così tesi e in questi giorni si parla addirittura di un possibile addio. Ecco cinque alternative più o meno plausibili in caso di partenza dell'allenatore di Jesi.
1. Leonardo, per far perdere definitivamente senso al derby di Milano
2. Bielsa, per vedere come sono fatte le sagome tedesche per la barriera
3. Villas Boas, per illudersi di aver trovato il nuovo Mourinho
4. Prandelli, per un'Inter etica
5. Rudi Garcia, per un'Inter fomentata
Pizarro torna in Italia per una Serie A nostalgica
[Martedì, 26 mattina]
Nel frattempo David Pizarro potrebbe clamorosamente tornare in Italia, al Pescara per la precisione. Una Serie A sempre più vintage che ci riempie il cuore di nostalgia e rimpianto per le cose perdute.
Dove va Caceres?
di Flavio Fusi
[Martedì, 26 mattina]
Intercettato vicino Como, Caceres ha confermato che la prossima stagione non giocherà con la maglia della Roma. Si riapre dunque la corsa all'ex difensore della Juventus, con Milan, Fiorentina e Inter come probabili destinazioni.
Le richieste dell'uruguaiano sono infatti alla portata dei rossoneri specie se non dovesse arrivare Musacchio. Caceres sarebbe però appetito anche sull'altra sponda di Milano, che si troverebbe nella necessità di coprire il buco lasciato da Ranocchia nel caso in cui venisse ceduto al Sassuolo.
La possibilità di essere schierato anche da terzino è un bonus non indifferente, così come il fatto di essere abituato a giocare in una difesa a tre, che unito alla buona tecnica individuale, lo rende perfetto anche per la difesa fluida della Fiorentina di Sousa.
Insomma il futuro di Caceres è ancora un'incognita, ma molto probabilmente lo vedremo calcare i campi di Serie A anche nella prossima stagione.
L'impatto di Gameiro sull'Atletico Madrid
di Daniele V. Morrone
[Lunedì, 25 pomeriggio]
Il sogno di Simeone sarebbe quello di riportare Diego Costa a Madrid, così da avere insieme a Griezmann un attacco che sposi le due versioni del suo Atlético. Conte però non ha nessuna intenzione di privarsi dello spagnolo e questo ha spinto l’Atlético a virare in modo deciso per la seconda migliore opzione: avere una punta veloce e verticale, dalle capacità realizzative maggiori dell'ultimo Torres visto al Calderon. Kevin Gameiro risponde a questo profilo: è nel picco della sua carriera, viene da una stagione in cui ha sfiorato i 30 gol tra Liga e Europa League, competizione vinta anche grazie ai suoi 8 gol (di cui 5 tra quarti, semifinale e finale).
Gameiro può trovarsi bene sia in transizione sia in fase di attacco posizionale. Con Unai Emery, tra l'altro, è già stato abituato ad alternare le fasi di pressing a quelle di ripiegamento, cosa che faciliterebbe ulteriormente l’inserimento nel sistema di Simeone.
Ma Gameiro servirebbe soprattutto a colmare la grande lacuna della dipendenza da Griezmann per la creazione di occasioni da gol. E l'Atlético è già arrivato in finale di Champions League con il solo attaccante francese in squadra a superare la soglia dei due tiri a partita.
Kolo Touré è passato al Celtic e non è più nella pelle
[Lunedì, 25 pomeriggio]
Nel frattempo Kolo Touré, il giocatore africano con più presenze in Premier League nella storia del calcio, si è ricongiunto con Brendan Rodgers al Celtic di Glasgow. Il suo entusiasmo è difficilmente contenibile.
Perché il Milan ha deciso di puntare su Arbeloa?
di Federico Aqué
[Lunedì, 25 pomeriggio]
Fare mercato senza budget è difficilissimo, ma la scelta del Milan di andare su Álvaro Arbeloa ha comunque motivazioni oscure. Vincenzo Montella può già contare su 5 terzini (Abate, Antonelli, De Sciglio, Calabria e Vangioni), ma è a corto di difensori centrali affidabili. Perché allora puntare su Arbeloa? Per coprire l'eventuale cessione di uno o più terzini (oltre a De Sciglio, anche Calabria potrebbe andare via) o per adattare lo spagnolo a difensore centrale?
Tralasciando età e condizioni fisiche (l’anno scorso Arbeloa ha giocato in tutto 9 partite con il Real Madrid), entrambi gli scenari destano più di una perplessità: il ruolo di terzino non rappresenta, ad oggi, una priorità tecnica per il Milan; mentre in mezzo alla difesa Montella avrebbe bisogno di un centrale affidabile e non di un terzino adattato.
23 cose che può fare il Napoli con i soldi di Higuain
di Emanuele Atturo
[Lunedì, 25 mattina]
Pareggiare il pacchetto di offerte del City per Stones e Sanè, per pura vanità (e sperare che nessuno accetti).
Comprare 500 Lamborghini Huracan a tutti i suoi giocatori per farli sentire parte di un gruppo speciale (e molto coatto), cementandoli per una stagione Napoli vs Tutti.
Comprare 500 Lamborghini Huracan e regalarle invece al gruppo di tifo organizzato MASTIFF. Tutti loro scorteranno il pullman del Napoli durante le trasferte trasformandole in assalti folli alla Mad Max.
Offrire al Bayern 70 milioni per Lewandowski e offrire a lui un contratto da 12 milioni per due anni.
Provare a fare la stessa offerta al Borussia Dortmund per Aubameyang.
Comprare Bonucci.
Se la Juve rifiuta, prendere Varane e Mascherano.
Comprare l'intero Torino o l'intero Sassuolo e schierarli nelle partite più morbide di Serie A per fare turnover feroce e arrivati rilassati alle partite di Champions.
Comprare Nainggolan, Strootman e Manolas dalla Roma, eliminando così un concorrente diretto con la stessa logica oligarchica che la Juve ha usato sul Napoli.
Comprare 13mila Twizy per gli abbonati del Napoli e farli diventare la tifoseria più ecologica d’Europa.
Comprare tutti gli scout del Borussia Dortmund.
Acquistare 31.666.666,6 pizze fritte di De’ Figliole, a Forcella, e scoprire se ci si può ricoprire l’intera superficie di Napoli.
Comprare Zaza e usarlo come cameriere, perché usarlo come attaccante sarebbe umiliante.
Comprare Icardi, Perisic, Miranda, Handanovic, Bacca e Romagnoli e togliere definitivamente Milano dalla mappa del calcio italiano.
Regalare i 95 milioni direttamente ai cittadini napoletani, nel gesto più populista della storia d’Italia.
Offrire tutti e 95 i milioni per prendere Douglas Costa e Alexis Sanchez, gettando le premesse per le transizioni più veloci del mondo.
Mettere i biglietti a 3 euro per tutta la stagione e trasformare il San Paolo nell’inferno in terra.
Comprare il Kun Agüero e dargli la 10 di Maradona.
Investirli tutti nella ricerca robotica per dare vita al calciatore perfetto. Giocherà centravanti, avrà la faccia di Higuain ma si chiamerà Maradona II.
Rifare tutte le strutture di allenamento di Castelvolturno e farne un centro all’avanguardia in Europa, l’unico in grado di competere con le strutture del Ghuangzou in Cina.
Comprare 3 milioni di "moschelle" a grandezza naturale, una per ogni abitante della città. Tutte verranno messe a Napoli II, una nuova Napoli presepe che De Laurentiis farà sorgere accanto a Napoli I.
Ricomprare Cavani.
Salvare l’Azzurro Napoli Basket dal fallimento e farne una squadra in grado di lottare prima per la promozione e poi per il titolo in campionato, distruggendo finalmente l'egemonia del maledetto Avellino.
Sostituire Higuain con Icardi è possibile?
[Lunedì, 25 mattina]
E quindi il sostituto di Higuain al Napoli potrebbe essere Mauro Icardi. Una sostituzione che per certi versi sembrerebbe naturale: in termini di gol segnati Icardi è il migliore attaccante delle ultime tre stagioni di Serie A dopo Higuain e Toni; ma che in realtà è molto più complessa di quanto non sembri, e non solo per quanto riguarda quella capacità quasi magica di Higuain di puntare intere difese schierate e creare pericoli praticamente da solo (su questo argomento, a proposito, c’è un intero e lungo pezzo di Daniele Manusia), quella capacità che hanno davvero in pochi attaccanti di cominciare e concludere l'azione.
Higuain è un attaccante più ricco di Icardi anche sotto un profilo tattico, capace non solo di andare in profondità per prendere alle spalle la difesa avversaria ma anche di venire incontro per associarsi con i centrocampisti e creare superiorità tra le linee avversarie con una qualità che Icardi al momento non garantisce. Higuain è un accentratore, una calamita per la palla anche lontano dalla porta avversaria, e Sarri perderebbe una delle pedine fondamentali per creare triangoli nella trequarti avversaria, fondamentale per gli attacchi di posizione.
Resta da capire una cosa: che ne pensa Sarri?
L’anno scorso Sarri decise di abbandonare il rombo di centrocampo passando al 4-3-3 anche per liberare spazio a Higuain, che poteva ricoprire praticamente da solo due ruoli diversi, e non è escluso che con l’arrivo di Icardi il tecnico decida di tornare al 4-3-1-2 di Empoli, magari affiancando Gabbiadini all’attaccante argentino per ricreare quei movimenti coordinati a cui lo scorso anno ha dovuto rinuciare, in favore delle soluzioni personali di uno dei migliori attaccanti al mondo. Perdere Higuain non significa solo perdere 30 gol a stagione, ma se c'è un tipo di allenatore che potrebbe colmare un vuoto così grande con il gioco collettivo, è proprio il tipo di allenatore che è Sarri.
Come funzionano le regole sulle rose
[Sabato, 23 pomeriggio]
Partiamo dalla regola. Dalla stagione 2015/2016 la FIGC ha previsto che le squadre del massimo campionato italiano entro la mezzanotte del giorno successivo alla chiusura del calciomercato debbano presentare le liste delle proprie rose. Queste liste devono essere composte da massimo 25 nomi, esclusi gli Under 21 (cioè quei giocatori che “alla data del 31 dicembre della stagione sportiva precedente non abbiano già compiuto il 21° anno di età”), che invece possono essere aggiunti senza limite.
Ci sono però dei paletti. Di questi 25 giocatori, infatti, quattro devono essere formati in Italia, cioè devono essere stati tesserati di una società italiana per almeno tre stagioni anche non continuative tra i 15 e i 21 anni d’età, e altri quattro devono essere formati dal club, cioè devono essere stati tesserati del club in cui militano in quel momento per almeno tre stagioni anche non continuative tra i 15 e i 21 anni d’età. Questo, è bene sottolinearlo, al di là della loro età o nazionalità.
Questa regola si sovrappone a quella sugli extracomunitari già esistente, che prevede che le società di Serie A con più di due extracomunitari già in rosa possano acquistare dall’estero un massimo di altri due giocatori extracomunitari: uno in sostituzione di un altro ceduto all’estero; l’altro con almeno due convocazioni in nazionale maggiore nella stagione precedente (o almeno cinque in totale). Le società che invece hanno meno di due extracomunitari in rosa possono acquistare liberamente extracomunitari dall’estero fino ad un massimo di tre in rosa. Gli extracomunitari di squadre italiane sono invece acquistabili liberamente.
Il discorso, però, si complica quando parliamo degli effetti di queste regole. Da una parte perché, come detto, le squadre hanno tempo fino alla mezzanotte del primo settembre per presentare le liste. Dall’altra perché non sappiamo ancora quante e quali deroghe verranno applicate quest’anno. L’anno scorso, ad esempio, era previsto in via eccezionale che i quattro giocatori formati dal club potessero essere sostituiti da altrettanti formati in Italia.
Andiamo comunque a vedere il caso della Roma, che è quello citato nel commento. Per adesso i giallorossi hanno tre giocatori formati nel club (Totti, De Rossi, Florenzi) e due formati in Italia (Nainggolan, El Shaarawy). Nelle due liste possono essere però inseriti una serie di giovani attualmente in rosa ma dal futuro ancora incerto come Ricci, Seck, Sadiq e Nura. Nel caso in cui dovessero rimanere tutti, la Roma risolverebbe il suo problema con le liste (Ricci andrebbe a colmare l’ultimo slot per i giocatori formati nel club; mentre due tra Seck, Sadiq e Nura andrebbero a colmare gli slot vacanti per quelli formati in Italia).
Ma la strada da qui al primo settembre è ancora decisamente lunga.
Come fa il Manchester United a spendere tutti questi soldi?
di Marco De Santis
[Sabato, 23 mattina]
Anche quest’anno, così come nella passata stagione, ci si chiede come è possibile che il Manchester United possa spendere così tanti soldi sul mercato. Gran parte delle risposte a questa domanda si possono trovare in un articolo che approfondiva i conti economici dello United pubblicato lo scorso anno su L’Ultimo Uomo e consultabile qui. In breve: altissimi ricavi da marketing, conti in ordine negli ultimi anni chiusi sempre con un importante attivo di bilancio fatta eccezione la stagione 2014/15 nella quale è stato registrato un passivo di appena un milione di sterline, solidità economica totale e nessun rischio di sforamento del Fair Play Finanziario.
A questi fattori vanno aggiunti la pioggia di soldi che ha arricchito tutta la Premier League e che garantisce a tutte le squadre più fondi rispetto a 12 mesi fa (quando lo United già ne aveva in abbondanza), l’abbassamento del monte ingaggi realizzato nella scorsa stagione con la cessione di Di Maria, Van Persie e Falcao a fronte di acquisti di giocatori costosi ma con stipendi meno importanti e infine la considerazione che una volta conclusa la campagna acquisti è molto probabile che i Red Devils realizzeranno alcune cessioni di giocatori in esubero che permetteranno di realizzare plusvalenze necessarie a diminuire il disavanzo anche di questa sessione di mercato facendolo tornare a livelli più che sostenibili per il club.
Esce Higuain, entra Bacca?
[Sabato, 23 mattina]
Secondo il Corriere dello Sport, il Napoli potrebbe coprire l'eventuale partenza di Higuain con l'arrivo di Carlos Bacca dal Milan. Abbiamo in esclusiva la reazione di Sarri alla notizia.