Il primo luglio si è aperta la follia estiva del calciomercato. Saranno due mesi di notizie spulciate su giornali unti di crema solare, di giocatori che cambieranno squadra sette volte in un giorno solo. Fino al 31 agosto proveremo a commentare le trattative più interessanti quotidianamente, su articoli che aggiorneremo in diretta anche più volte al giorno: qui il primo volume, qui il secondo, qui il terzo. Quindi in spiaggia non scordatevi il tablet.
Cosa ci siamo persi in settimana
[Domenica 7, mattina]
Come ogni domenica vi proponiamo la lista delle trattative che ci siamo persi in settimana, risparmiandovi la fatica di percorrere il tragitto ombrellone-edicola. Buona lettura e buona domenica!
Kaputska per le Foxes
Bartosz Kaputska, uno dei pochissimi giocatori under-21 ad aver brillato a Euro 2016, ha firmato un contratto di 5 anni con il Leicester che lo ha prelevato dal KS Cracovia battendo, a quanto pare, la concorrenza del Cagliari. Ala rapida e dotata di un ottimo dribbling, utilizzata dal CT polacco Nawalka anche in mezzo al campo, sembra essere l’acquisto ideale per le Foxes di Ranieri, che dimostrano ancora una volta la propria lungimiranza in sede di mercato.
Il “Re Leone” alla corte di Guidolin
Ranieri non è però l’unico manager italiano in Premier League ad avere ufficializzato un colpo importante in settimana. Guidolin, rimasto praticamente senza attaccanti durante l’estate, ha rimpolpato il reparto offensivo dello Swansea con l’acquisto di Fernando Llorente dal Siviglia. L’ex giocatore della Juventus, che l’anno scorso condannò la sua ex squadra all’ottavo contro il Bayern, cercherà di rilanciarsi al Liberty Stadium, dopo una stagione passata più in panchina che in campo.
Soriano + Soriano: il nuovo centrocampo del Villareal
Roberto Soriano è passato per 13,5 milioni dalla Sampdoria al Villareal, dove probabilmente giocherà a centrocampo di fianco al suo omonimo, il capitano del "Submarino Amarillo", Bruno, mandando in pappa il cervello a tutti i commentatori della Liga.
Un Nutella-dipendente al Werder Brema
Nella scorsa stagione, si è parlato di Max Kruse praticamente solo per vicende extra-calcistiche. A marzo, nell’arco della stessa settimana l’ex attaccante del Borussia Mönchengladbachha prima ammesso la sua dipendenza per la Nutella e poi lasciato 75mila euro in vincite al poker sul retro di un taxi berlinese. Joachim Löw lo ha escluso dagli Europei e ora anche il Wolfsburg lo ha scaricato: giocherà per il Werder Brema. Qui sotto un’immagine esclusiva della colazione di Kruse.
Gueye all’Everton
L’Aston Villa è retrocesso, ma Idrissa Gueye, l’unico centrocampista in grado di far registrare medie similari a quelli di Kanté per contrasti vinti (4,1 per 90) ed intercetti (4,0 per 90) durante la scorsa stagione, continuerà a recuperare un pallone dopo l’altro in Premier League con la maglia dei “Toffees”.
La sfortuna di Coke
Per finire, vi spezziamo il cuore con la vicenda di Coke Andujar. L’ultimo capitano del Siviglia ad aver alzato al cielo l’Europa League ha lasciato l’Andalusia dopo 5 anni ed ha firmato per lo Schalke 04. Purtroppo per lui però, nella gara contro il Bologna, la prima amichevole disputata con la sua nuova maglia, si è rotto il crociato e sarà costretto ad un lungo stop. Monchi, il direttore sportivo del Siviglia, ha promesso di dedicare l’eventuale vittoria nella Supercoppa Europea di martedì proprio all’ex capitano. #ánimocoke
Teníamos seguro cada uno de nosotros mil razones y mil dedicatorias pensadas por si ganábamos el próximo martes la Supercopa de Europa, pero seguro que hoy hay una razón y una dedicatoria más en las que todos coincidimos El título del martes va por ti, amigo Te queremos @coke23andujar, tú nos llevaste a Trondheim, tú fuerza nos hará ganarla #unodinoi #ánimocoke #roadtotrondheim Una foto pubblicata da Monchi Rodríguez (@leonsfdo) in data: 5 Ago 2016 alle ore 12:28 PDT
"Taxi" al Torino in un lampo
[sabato 6, pomeriggio]
Quello che ha (ri)portato Tachtsidis dal Genoa al Torino è stato un vero e proprio trasferimento “lampo”: nella giornata di ieri rossoblu e granata hanno trovato un accordo a tempo di record.
Un acquisto in ottica 4-3-3, il nuovo sistema di gioco che Mihajlović sta implementando: l'ex pupillo di Zeman (a cui viene spesso rimproverata la scarsa mobilità) porta geometrie e forza fisica, caratteristiche che mancavano nel centrocampo del Torino.
“Taxi” si trovava già in Piemonte (era in ritiro con il Genoa Bardonecchia), ma ha raggiunto il resto della squadra in Austria, dove in men che non si dica ha firmato il contratto e dopo aver ripreso la sua vecchia maglia numero 77, è subito sceso in campo nell’amichevole odierna contro l’Hull City!
Derby d'Italia per Luiz Gustavo
di Francesco Lisanti
[sabato 6, pomeriggio]
Luiz Gustavo, 29 anni appena compiuti, è finito al centro dell’ennesimo «duello di calciomercato», e nei due angoli siedono ancora una volta Inter e Juventus. Il brasiliano è ormai maturato come uomo d’ordine davanti alla difesa con buone letture difensive. Nell’ultima Bundesliga non ha eccelso in nessuna statistica, se non in quelle percentuali – ad esempio, considerando i giocatori con almeno 1000 minuti giocati, è uno dei migliori nel suo ruolo per rapporto tra contrasti tentati e riusciti.
Di contro è terzultimo in questa classifica per passaggi chiave ogni 90 minuti, e le sue responsabilità creative sono state molto limitate sia nel gioco corto che nel gioco lungo. Abbiamo provato a capire cosa aggiungerebbe Luiz Gustavo alle due squadre più attive sul mercato italiano.
Servirebbe all’Inter?
Secondo Gianluca Di Marzio, i nerazzurri avrebbero già pronti 18 milioni di euro (un’offerta che presumibilmente escluderebbe quella per Gabriel Barbosa, anche se ogni giorno che passa le finanze dell’Inter assumono contorni sempre più misteriosi). A Mancini serve esattamente il vertice basso del 4-1-4-1 che possa coprire le spalle di Banega e Brozović, oppure affiancarsi al croato in una situazione di 4-2-3-1, il modulo in cui Luiz Gustavo ha giocato sia nel Bayern che nel Brasile e poi nel Wolfsburg. Questo investimento non sarebbe ovviamente conciliabile con quello, molto pesante, riservato solamente un anno fa a Kondogbia. Evidentemente in questo momento Mancini preferirebbe scommettere su Luiz Gustavo che sul francese, sebbene il buon senso (finanziario, principalmente) indicherebbe la direzione contraria.
Servirebbe alla Juventus?
Se partisse Pogba e se Marchisio si confermasse in condizioni fisiche molto precarie, allora un centrocampista di caratura internazionale sarebbe indispensabile (considerando anche che sull’affidabilità a lungo termine di Khedira il “se” si può togliere in partenza). Luiz Gustavo è un giocatore poco mobile e inadatto a un gioco reattivo, ma nel fraseggio corto della squadra di Allegri potrebbe inserirsi perfettamente, garantendo protezione al pacchetto difensivo. Sarebbe la prima riserva di Marchisio, e in questo momento solo la Juventus può permettersi un’offerta da 18/20 milioni per una riserva.
Al Napoli serve un altro centrale
di Flavio Fusi
[sabato 6, mattina]
L’acquisto di Tonelli, annunciato già al termine dello scorso campionato, avrebbe dovuto chiudere il mercato del Napoli per quanto riguarda la difesa, in modo consentire a Sarri di lavorare al meglio sui delicati meccanismi della zona durante l’estate.
L’ex centrale dell’Empoli è però stato tormentato da un’infiammazione al ginocchio che fin qui non gli ha mai permesso di allenarsi in gruppo e che rischia di avere tempi di recupero anche considerevoli, vista la delicatezza del problema. Inoltre, Koulibaly, che pur sembra possa rinnovare e di conseguenza rimanere, a gennaio sarà via con il Senegal per la Coppa d’Africa ed il rischio è che, proprio nel momento clou di una stagione che li vedrà impegnati su tre fronti, gli azzurri si ritrovino con gli uomini contati in difesa.
Alla luce di queste complicazioni, il Napoli dovrà probabilmente tornare sul mercato per assicurarsi un quinto centrale difensivo, magari giovane, visto e considerato che il 31enne Albiol andrà in scadenza a giugno 2017. È quindi tornato in auge il nome di Maksimović, difensore che il Napoli ha lungamente corteggiato anche nella finestra invernale, che per caratteristiche fisiche e tecniche sembrerebbe essere il nome giusto per la linea difensiva di Sarri. Come a gennaio però sarà molto difficile convincere il Torino a privarsi del centrale serbo.
Come alternativa è emerso il nome di Victor Lindelöf, difensore del Benfica visto all’opera anche con la Svezia ad Euro 2016. Il profilo è simile a quello di Maksimović: lo svedese è un centrale solido e molto abile a far cominciare l’azione dalla difesa, oltre che duttile, considerato che, proprio come il serbo, può essere schierato anche sull’out di destra (particolare importante, visto che l’unica alternativa ad Hysaj è il 34enne Maggio).
Gli ostacoli sono la concorrenza del Chelsea e la clausola rescissoria da 30 milioni di euro, anche se dopo l’affare Higuaín il Napoli potrebbe valutare un grosso investimento su uno dei difensori più promettenti (classe 1994) del panorama calcistico europeo. Più difficile, secondo Sky, la pista che porta a Kjaer, visto l’ingaggio particolarmente oneroso.
L'Inter non riesce a vendere Santon
[sabato 6, mattina]
Nel frattempo Santon, dopo non aver superato le visite mediche per il trasferimento al Napoli, non è riuscito a superare nemmeno quelle per il trasferimento al West Ham. In esclusiva la reazione della dirigenza dell'Inter, nel disperato bisogno di generare utile per finanziare il mercato, una volta appresa la notizia.
Cerchiamo di capire chi è Gustavo Gomez, il nuovo centrale del Milan
di Emanuele Atturo
[venerdì 5, pomeriggio]
È il 5 agosto e il mercato del Milan non solo non è ancora iniziato, ma non si sa nemmeno chi dovrebbe aprire il portafoglio per farlo iniziare. Eppure, dopo Lapadula, sembra che stia per arrivare un secondo acquisto.
Gustavo Gomez sembra un nuovo giocatore del Milan, anche se nessuno sa chi sia. Ha 23 anni, è paraguaiano, gioca nel Lanus, difensore centrale soprattutto ma ogni tanto anche terzino destro. È alto 1 metro e 86 e ha il fisico compatto tipico di un centrale sudamericano. Questo buon compromesso tra rapidità e forza fisica (alla Roncaglia, per citare un centrale della nostra Serie A), lo rende quel tipo di difensore buono per tutte le stagioni e per linee difensive a 3 o a 4.
È difficile farsi un’idea completa: ho iniziato a studiare Gustavo Gomez ieri e ho visto qualche spezzone di partita. Però, col dubbio di poter venire smentito, sembra avere un buon piede.
E un aggressività interessante nella difesa in avanti.
Le caratteristiche di Gomez, oltre alla sua reattività, sembrano coniugarsi bene con l’idea di Montella di difendere con la difesa molto alta, con molto spazio da difendere alle spalle.
Sinceramente non so per quale giro di mercato il Milan è arrivato a prendere Gustavo Gomez. Non so se per questioni di procuratori (facile) o per una richiesta di Montella (difficile), ed è complicato farsi un’idea del suo livello di gioco guardandolo nel contesto del campionato argentino (sopratutto perché è un difensore). Quindi per ora si può dire che è un buon giocatore, un profilo che al Milan mancava nel roster di centrali quasi tutti grossi, lenti o passivi. Capirci di più, all’interno della nebbia spessa che avvolge il mercato rossonero, è difficile.
Tutte le ali della Lazio
di Francesco Lisanti
[venerdì 5, pomeriggio]
Dopo la cessione di Candreva, le ali a disposizione di Simone Inzaghi per il suo 4-3-3 sono: Felipe Anderson, che dopo essersi rifiutato di andare in ritiro ha ottenuto il permesso di partire per le Olimpiadi, e si unirà praticamente a stagione iniziata, Ricardo Kishna, che sta ancora effettuando lavoro differenziato per recuperare dall’infortunio al ginocchio che lo tiene fuori da marzo, e Keita Baldé, che dopo tweet e dichiarazioni rancorose, di recente non si è aggregato al gruppo in partenza per l’Inghilterra.
In questo contesto così sereno, Igli Tare è comprensibilmente alla ricerca di un nuovo acquisto per completare il pacchetto (e tutelarsi in caso di ulteriori cessioni). Dai nomi accostati pare abbia un budget tra i 5 e i 10 milioni e un profilo tecnico non precisamente definito. Li abbiamo classificati per attrattiva:
1) Adnan Januzaj: perché è chiaro che con Ravel Morrison al suo fianco scatterà la scintilla che riaccenderà le loro carriere. Fra quattro anni saranno venduti per 200 milioni al Manchester United;
2) Alessio Cerci: perché in questo spogliatoio manca davvero solo lui, e perché Immobile lo aspetta da due anni dietro la busta di C’è Posta Per Te;
3) Alejandro Gómez: perché il Papu si sta allenando duramente nella fase difensiva;
4) Milot Rashica: perché Tare l’ha già indicato in assoluto come miglior talento albanese e perché costa poco, quindi piace anche a Lotito;
Il meno conosciuto del lotto. Baricentro basso e le fiamme sui talloni.
Zielinski a Napoli: una risorsa immediatamente spendibile
di Alfredo Giacobbe
[venerdì 5 mattina]
Voglio ringraziare la SSC Napoli per aver creduto in me e avermi dato l'opportunità di far parte di questo gruppo. Arrivo in una città unica al mondo, saluto gli splendidi tifosi del Napoli, con i miei nuovi compagni darò tutto per rendere ancora più grande questo club. Non dimentico la società Empoli Calcio, i suoi tifosi e gli ex compagni che per 2 anni mi hanno permesso di fare esperienza e migliorare tantissimo . Un ringraziamento a Udinese Calcio per aver realizzato il mio sogno di giocare a calcio in Italia.#forzaNapolisempre🙏🏻🔵⚪️🔵 Una foto pubblicata da Piotr Zielinski (@zielu_94) in data: 4 Ago 2016 alle ore 11:28 PDT
Piotr Zielinski era un giovane trequartista tecnico ma discontinuo, quando nell'estate del 2014 passò dall'Udinese all'Empoli in prestito biennale. Prima con Sarri e poi con Giampaolo, in Toscana ha trovato la sua definitiva collocazione nel ruolo di mezzala, dove può far valere la propria forza fisica e l'ottima conduzione di palla.
Per i compiti assunti in campo, pur avendo giocato a destra nel trio di centrocampo empolese, Zielinski è succedaneo di Hamsik più che di Allan: è in grado di offrire soluzioni per la salita del pallone con la sua tecnica; dà ampiezza quando l'ala sul suo lato viene in mezzo al campo. È migliorato negli inserimenti senza palla nell'ultimo anno, mentre può ancora lavorare sulle sue capacità di interdizione. Per l'esperienza accumulata nel campionato italiano è una risorsa immediatamente spendibile, più di Hector Herrera, per fare un esempio.
Mario Lemina via dalla Juventus a un prezzo clamoroso
[venerdì 5, mattina]
Il 31 agosto 2015 Mario Lemina passa alla Juventus in prestito con diritto di riscatto fissato a 10 milioni di euro (diritto esercitato dalla Juve a fine aprile). Neanche un anno dopo Lemina, che nel frattempo ha giocato appena 10 partite, rischia di passare allo Schalke 04 per... 23 milioni di euro.
Cosa c'è stato nel mezzo che ne ha gonfiato così tanto la valutazione?
Questo bellissimo gol segnato all'Atalanta:
Okay, e poi? Altro mistero del calciomercato.
Le prospettive dell'attacco dell'Inter
di Francesco Lisanti
[Giovedì 4, pomeriggio]
Se l’Inter dovesse davvero prendere Gabigol, dovrà necessariamente cedere qualcuno. Per rientrare nei vincoli imposti dal Settlement Agreement con la UEFA, che per questa stagione prevedono il pareggio di bilancio al netto dei costi virtuosi, questo mercato (inclusa la sessione invernale) avrebbe dovuto portare un attivo intorno ai 55 milioni fra plusvalenze, risparmi nel monte ingaggi e risparmi nel monte ammortamenti (come ha spiegato il nostro Marco De Santis). Al momento le uniche cessioni rilevanti registrate sono Laxalt, riscattato dal Genoa per 4 milioni di euro, e Juan Jesus, di cui la Roma ha pagato una prima rata da 2 milioni di euro: non esattamente un tesoretto, insomma.
In caso di acquisto di Gabigol, Ausilio dovrebbe quindi cercare quei soldi altrove (a meno che la nuova proprietà Suning non voglia arrivare alla rottura totale con la UEFA). Ecco allora le prospettive per l’attacco nerazzurro:
1) Parte Icardi: l’Inter si ritrova senza attaccanti centrali, e Mancini dovrà convincere Jovetić a sfruttare il suo gioco spalle alla porta per reinventarsi unica punta, oppure provare un inedito tandem con Éder;
2) Parte Perišić: in questo caso sfuma la coppia con Candreva, ideale per Mancini, tutta dribbling, cross tesi e isolamenti. A sinistra l’unica alternativa sarebbe proprio Gabigol, che ha un mancino fatato ma dovrebbe modificare in maniera consistente il proprio gioco;
3) Partono Jovetić, Éder e Biabiany*: gli unici ricambi nel reparto offensivo sarebbero Gabigol e il sempiterno Palacio, ma dalla trequarti in su l’Inter avrebbe più qualità di Napoli e Roma, e l’Europa League potrebbe permettere di valorizzare i “giovani” eternamente in prestito come Bessa.
*In ogni caso, Biabiany è stato dichiarato incedibile.
Quanto è hipster acquistare Leitner
di Daniele Manusia
[Giovedì 4, pomeriggio]
Per rispondere direttamente alla domanda del nostro lettore: 6,5. Nel senso che Emre Mor è in rampa di lancio, è nuovo di zecca, è appena uscito dalla fabbrica dei sogni calcistici con la vernice perfetta e i cerchi cromati. Leitner è un ’92 e in un certo senso è già un giocatore da recuperare. La Lazio non prenderebbe il Leitner di tre anni fa, quello che dopo due stagioni da giovane di carattere al Dortmund è passato in prestito allo Stoccarda, né il Leitner 2013/14/15 che si poteva ancora definire in crescita.
Leitner non è l’unico della sua generazione in questa situazione (tipo Mario Goetze) e per come funziona il calcio oggi è molto facile finire come pezzi di scambio anche dopo aver giocato i primi anni ad alto livello, perché magari c’è gente più o meno migliore di te (tipo Castro, o Rode), magari eccezionale (Gundogan, Sahin), o addirittura giocatori più giovani in cui identificare il progetto di squadra futuro (Weigl, Mikel Merino, Dembelé, Mor). Sentirsi vecchi a 24 anni è un’esperienza che possono fare solo i calciatori di oggi e non deve essere bello. Diciamo che al Pokemon Leitner mancano poche caramelle per effettuare la prossima evoluzione da ormai un paio d’anni.
Leitner è destro ma sa usare entrambi i piedi, dalla propria area a quella avversaria può coprire tutte le posizioni, restando al centro anche se all’occorrenza può giocare anche in fascia. Per ora è più una mezzala tecnica che altro, che offre l’appoggio al playmaker o direttamente alla difesa, che gioca in verticale e in diagonale con una buona visione, ma non così buona da far pensare a un utilizzo stabile da trequartista. Quando arriva a trequarti di campo gira in tondo come un pesce rosso che sfiora le pareti della boccia di vetro, con la qualità per giocare spalle alla porta e offrire l’ultimo passaggio.
Insomma la Lazio acquisterebbe un usato semi-nuovo, un semi-giovane che può giocare sia da mezzala nel 4-3-3 che alla base del 4-2-3-1, che secondo me porterebbe la qualità dell’ormai ex Onazi ma anche di Cataldi, sia nel controllo del pallone (anche quando pressato, grazie a un discreto dribbling) che nella distribuzione semplice o nell’innesco verticale degli esterni. Non va dato per scontato però il passaggio alla Serie A: Leitner è formato per giocare ad alta intensità e uno dei rischi potrebbe essere quello di perdersi nella traduzione del suo gioco al ritmo italiano. Con spazi chiusi (perché c’è meno pressione) la visione di gioco viene spinta più sui propri limiti e non posso garantire sull’immaginazione di Leitner. Ci sono anche i limiti fisici, che compensa solo in parte con la tecnica e il carattere. Personalmente sarei contento di avere un giocatore del genere in rosa e anzi mi sembrerebbe un’ottimo acquisto per la Lazio, sperando che ci puntino sul lungo periodo.
Szczesny torna a Roma
[Giovedì 4, mattina]
Nel frattempo Wojciech Szczesny, il giocatore più simpatico della scorsa stagione secondo la redazione dell'Ultimo Uomo, è tornato finalmente a Roma, in prestito secco per un altro anno. Abbiamo in esclusiva la reazione dei responsabili della comunicazione del club giallorosso.
Gabriel Jesus tra Robinho e Neymar
di Alfredo Giacobbe
[Giovedì 4, mattina]
Nell'altro emisfero è consuetudine cercare degli accostamenti con i campioni del passato: Gabriel Jesus è stato avvicinato a Robinho per una vaga somiglianza fisica, oltre che a Neymar, per affinità nella posizione in campo. Gabriel Jesus è infatti un esterno d'attacco destrorso, schierato quasi sempre a piede invertito per via del costume tattico consolidatosi negli ultimi anni.
Ciò che è unico in questo ragazzo, invece, è la sua capacità di trasformare occasioni in gol: nel primo anno tra i pro, Gabriel Jesus ha segnato 19 gol in 39 presenze (comprese però le partite giocate nel campionato regionale, nel quale militano anche squadre al limite del dilettantismo). Non è un caso quindi che il giovane brasiliano se la cavi bene anche nel ruolo di prima punta, e in questo è migliore dell'altro Gabriel suo coetaneo, il Barbosa del Santos cercato da Inter e Juventus.
Certo, andrà valutato il suo impatto con una realtà calcisticamente e culturalmente agli antipodi ma, con l'arrivo di Gabriel Jesus, il Manchester City completa una batteria di giovanissimi trequartisti offensivi (il più vecchio è Sterling che è un '94) per andare a comandare le edizioni della Champions League del futuro.
Un altro regalo per Emery
[Mercoledì 3, pomeriggio]
Il PSG è molto vicino ad acquistare Jesé dal Real Madrid per 25 milioni di euro. L'ala spagnola completa la flotta di ali della squadra parigina, attualmente composta da Di Maria, Lucas Moura, Ben Arfa e Ikoné. Chissà come si sente Emery in questo momento, dopo anni di player trading selvaggio a Siviglia.
La Roma sta andando verso la difesa a tre?
di Dario Saltari
[Mercoledì 3, pomeriggio]
Spalletti non ha mai dimostrato di amare particolarmente la difesa a tre: in campionato è stata proposta solo alla prima dell'allenatore di Certaldo, contro il Verona, e anche in questo ritiro lungo tra il Trentino e il Nord America il modulo di riferimento è sempre stato un 4-3-3 fluido in cui una delle due mezzali si alza in fase di pressione fino ad affiancarsi alla punta centrale (modulo utilizzato anche nell’ultima amichevole, contro il Liverpool).
Anche il mercato non sembra dare indicazioni in questo senso. Fazio è stata un’esplicita richiesta di Spalletti nel ruolo di terzo o quarto centrale, e non è detto che uno tra Vermaelen e Nacho alla fine arrivi davvero (Gyomber, invece, con ogni probabilità sarà ceduto). Anche Juan Jesus è stato in realtà preso per il suo piede sinistro educato e per la sua capacità di ricoprire anche il ruolo di terzino sinistro.
Quello che potrebbe cambiare le carte in tavola è però il grave infortunio di Mario Rui, unito alla situazione finanziaria non certo florida della società giallorossa. La Roma, infatti, difficilmente riuscirà ad acquistare un terzino prima dell’inizio dei preliminari e questo apre le porte ad un possibile utilizzo di Juan Jesus sull’out basso di sinistra, almeno per quelle due decisive partite (anche se, è bene ricordarlo, Spalletti sta dimostrando una fiducia inaspettata nei confronti di Emerson Palmieri).
In quel caso è possibile che Spalletti adotti una difesa fluida, su modello della Fiorentina di Sousa (di cui l’allenatore toscano è un grande ammiratore), che può diventare a tre o a quattro a seconda dei movimenti coordinati dei centrali e degli esterni di fascia. In questo scenario Fazio ha la qualità tecnica per fare il vertice basso, Manolas e Juan Jesus hanno i giusti tempi nell’anticipo per fare i due centrali di destra e sinistra, Florenzi ed El Sharaawy la capacità di corsa per fare gli esterni a tutta fascia.
Nonostante ciò, nulla indica che una soluzione di questo tipo venga adottata in modo permanente (come ho detto: sarebbe più la reazione all’emergenza dettata dall’infortunio di Rui) e non è detto che Spalletti anche per i preliminari di Champions League non dia fiducia ad Emerson Palmieri.
5 squadre a cui farebbe comodo Draxler, forse
[Mercoledì 3, mattina]
- Arsenal: come alternativa a Mahrez, perché l’algerino secondo Wenger costa troppo;
- Juventus: per tenerlo in panchina tutto l’anno come punizione per il rifiuto dell’anno scorso;
- Real Madrid: per mandare definitivamente in depressione James Rodriguez;
- PSG: per mandare definitivamente in depressione Pastore;
- Manchester United: per dare a Mourinho la soddisfazione di mettere qualcuno fuori squadra e per fare compagnia a Schweinsteiger nelle riserve dei “Red Devils”.
Por una Cabezas
di Fabrizio Gabrielli
[Mercoledì 3, mattina]
Quando il giorno di San Valentino del ’99 Iván Nine Kaviedes segnò quello che è forse il suo gol italiano più memorabile contro l’Inter al Curi di Perugia, Bryan Cabezas aveva quasi due anni. Diciassette primavere più tardi sta per diventare il secondo calciatore ecuatoriano a sbarcare in Serie A - un lasso di tempo assurdo se si pensa che nel frattempo la Tri si è qualificata a tre mondiali su quattro e sfornato Intercity e baliste finiti perlopiù in Premier League.
Bryan si è messo in mostra con l’Independiente del Valle finalista underdog dell’ultima Libertadores: nella formación de memoria di Repetto, un 4-2-3-1 verticalissimo, da laterale alto sinistro ha fatto le fiamme, ma letteralmente, lasciando solchi di fuoco sulla fascia. Era quello che sfrecciava con la pioggia di scintille a uscirgli dai tacchetti.
Il suo essere rapido-a-livello-turbobolide, plastico, elastico lo rende un po’ simile al Niang che abbiamo visto al Genoa (forse per questo Gasperini lo ha voluto), ma anche a Caniggia (il motivo per cui a Bergamo lo ameranno). Ma quella di Cabezas non è una rapidità fine a se stessa, egotica, dribblaholica, ma funzionale al gioco di squadra: ogni sua discesa sulla fascia si finalizza con un cross, o con un attacco letale sferrato al doppio della velocità degli avversari.
Per diventare il nuovo hijo del viento ha tempo e margine: a 19 anni quella su di lui, al pari di quelle che Gardel faceva sui cavalli e sull’amore nella celebre canzone, è una scommessa di cuore.
Mahrez per il salto di qualità dell'Arsenal
di Daniele V. Morrone
[Mercoledì 3, mattina]
Ufficialmente erano tre gli obiettivi dell’Arsenal in questa sessione estiva di mercato: un centrale da affiancare a Koscielny; un centrocampista centrale con doti di gestione; e una punta. L’arrivo immediato di Xhaka per coprire il centrocampo aveva illuso i tifosi dell'Arsenal che forse sarebbe stato facile chiudere tutti e tre gli obiettivi entro l’inizio della stagione. E invece Wegner sta preparando il terreno per l’ennesima estate frustrante, con dichiarazioni sul fatto che ci sono tanti soldi ma non abbastanza giocatori che fanno la differenza, o che il mercato è una partita a poker e c’è tempo fino a fine agosto. L’idea di Wenger è quella che l’Arsenal necessita solo di giocatori in grado di alzare il livello dell’11 titolare ma che questi non possono arrivare alle cifre con cui vengono scambiati i top player attuali, cifre che lui ritiene assurde. Questo complica non poco il mercato, ma rende anche verosimile l’opzione Mahrez come acquisto copertina dell’anno, nonostante non sia né una punta né un centrale di difesa.
Il motivo è che Mahrez è stato il miglior giocatore della scorsa Premier, un pozzo senza fondo di produzione offensiva: 17 gol e 11 assist, 131 dribbling riusciti (il migliore della scorsa Premier), 68 occasioni create (tra i primi 10). Un giocatore che innalzerebbe senza alcun dubbio il livello dell’11, che tra l'altro nell'innegoziabile 4-2-3-1 avrebbe già lo spazio per Mahrez, accanto alle due stelle Alexis e Özil. Mahrez, con il suo calcio fatto di pause e strappi, non avrebbe alcun problema ad entrare da subito nel sistema di Wenger e lo farebbe potenziandone la produzione offensiva, alleviando il sottovalutato difetto di un attacco posizionale spesso troppo legata alle lune di Özil. In transizione offensiva poi l’Arsenal troverebbe un Mahrez un’altra freccia in grado di attaccare in conduzione partendo da lontano come Alexis, replicando la formula tanto cara a Wenger di due ali dai movimenti coordinati in campo aperto.
Come abbiamo già detto, il ruolo di esterno alto destro non è una priorità: in quella posizione ci possono giocare Walcott, Ramsey e persino Oxlade-Chamberlain. Ma la differenza tra avere loro o Mahrez è evidente: l’algerino sarebbe un lusso, uno di quelli che alzano l’asticella della squadra.
Pro e contro di Candreva all'Inter
di Francesco Lisanti
[Martedì 2, pomeriggio]
Per Candreva l’Inter ha fatto all-in: 22 milioni più 3 di bonus. L'ex ala laziale firmerà inoltre un quadriennale che dovrebbe assicurargli un contratto da giocatore di prima fascia per la Serie A fino ai suoi 33 anni, non esattamente l’età più indicata per un esterno offensivo.
Non rimane che concentrarsi sugli aspetti puramente sportivi della trattativa, che al momento assicurano a Mancini:
- Il completamento dell’undici titolare: lo slot di ala destra era l’unico rimasto vacante;
- Un perfetto omologo di Perisic da schierare sulla fascia opposta: tanti isolamenti, tanti dribbling, tanti cross, tanti tiri;
- Un risolutore di gioco, in grado di sbloccare dal nulla situazioni complicate, come l’Inter ha imparato a sue spese;
- Un grande corridore, fondamentale per coprire le distanze non sempre geometriche tra i reparti dell’Inter;
- Un italiano titolare, che in tempi di liste e restrizioni non si butta via.
Il tramonto di Boateng alle Canarie
[Martedì 2, pomeriggio]
Dopo Borriello al Cagliari e Vieri che torna a giocare in Cina, un'altra carriera si avvia ad un glorioso tramonto. Kevin-Prince Boateng è stato annunciato oggi dal Las Palmas, la squadra delle Canarie, con cui ha firmato un contratto annuale. Hai tutta la nostra invidia Kevin.
Quali sono i margini di manovra rimasti alla Roma sul mercato
di Marco De Santis
[Martedì 2, mattina]
Come scritto nell’articolo di presentazione del calciomercato della Roma, la situazione dei giallorossi sul mercato continua a essere molto difficile. La cessione di Pjanic ha forse aiutato a soddisfare le richieste Uefa per la stagione 2015/16 (ci sono pareri contrastanti in proposito, ma se l’eventuale sforamento rispetto agli obiettivi fosse minimo, potrebbe non avere conseguenze troppo penalizzanti), ma la necessità di realizzare un risultato vicino al pareggio di bilancio anche nel 2016/17 sta comportando e comporterà ulteriori sacrifici. Così si spiegano il mercato quasi completamente indirizzato verso i prestiti con diritto/obbligo di riscatto e le numerose cessioni.
La situazione si complicherebbe ulteriormente in caso di mancata qualificazione alla fase a gironi di Champions League. In quel caso, infatti, non stupirebbe la dolorosa scelta di privarsi di un big (per esempio Nainggolan, richiesto dal Chelsea) prima della fine del mercato, anche se la Roma, a differenza di tante altre squadre, ha l’abitudine di contabilizzare nell’annata in corso anche le cessioni avvenute a giugno. Non è quindi esclusa l’ipotesi di affrontare la stagione con una squadra un po’ più competitiva avendo però l’obbligo di fare alcuni sacrifici a fine anno.
Una cosa è certa: in ogni caso i soldi in cassa sono davvero pochi e gli introiti delle cessioni, come quelli dell’eventuale qualificazione alla Champions, serviranno più per raggiungere gli obiettivi di Fair Play Finanziario che per rinforzare la rosa, per la quale ci possiamo eventualmente aspettare un solo acquisto leggermente più costoso ma indirizzato verso un giovane, il cui costo possa essere ammortizzato su un arco di cinque anni e che non abbia ancora uno stipendio troppo pesante. Per il resto, la squadra dovrebbe essere completata solo con i prestiti.
Gli epurati di Mou
di Emanuele Atturo
[Martedì 2, mattina]
“Se non fossero nei miei piani, non vorrei dare loro un solo minuto, non li terrei. Si deve capire che la squadra è più importante del singolo, il club è più importante di tutti noi” ha detto Josè Mourinho, con toni solenni. Una delle sue migliori qualità è sempre stata quella di coinvolgere al massimo i suoi giocatori, di farli sentire speciali. Per riuscirci però ci tiene a tenere un gruppo ristretto, a cui può dedicare tutte le proprie energie.
Per questo Mourinho ha già rilasciato la sua lista di epurati dal Manchester UTD, e nella spazzatura di Mourinho spesso si pesca bene (qualcuno ci ha raccolto De Bruyne anni fa).
5. Timothy Fosu-Mensah - 1998
Fosuh Mensah a 18 anni ha fatto tutte le Nazionali giovanili olandesi e ha già 6 presenze con il Manchester UTD, dove ha giocato già in quasi tutte le posizioni del campo che non siano portiere o attaccante. È alto 1,90, ha una buona tecnica e dei mezzi atletici vicini all’onnipotenza, che lo rendono un profilo modellabile all’infinito. Buono per chi cerca la pasta DAS di un super-atleta da far diventare il giocatore che preferisce.
Possibili destinazioni: Tottenham 20%.
4. James Wilson - 1995
James Wilson ha un nome troppo comune per giocare a calcio, figuriamoci per giocare attaccante. Per questo potrebbe essere finito per inerzia in questa lista: era troppo difficile da distinguere per Mourinho. Anche il suo modo di giocare non aiuta. Wilson è il classico attaccante sgobbone poco appariscente, di quelli che hanno in cameretta il poster di Dirk Kuyt. Ma ci può puntare chiunque voglia un attaccante completo, a cui non richiede molti gol ma tanta corsa e un po’ di assistenze fatte come si deve.
Possibili destinazioni: impossibile vederlo fuori dall’Inghilterra.
3. Cameron Borthwick-Jackson - 1997
Tra i giovani difensori indistinguibili epurati da Mourinho, Borthwick-Jackson è il più interessante. Ha già 8 presenze con lo United, dove van Gaal lo ha schierato soprattutto terzino sinistro, anche se nasce difensore centrale. Quella di van Gaal è stata una buona intuizione perché a sinistra Jackson ha ottima spinta e un mancino interessante per mettere cross tesi. Anche lui è un progetto di giocatore, ma a 19 anni i margini di crescita sono interessanti.
Possibili destinazioni: West Ham 30%.
2. Bastian Schweinsteiger - 1983
Oggi Schweinsteiger è una Volvo di 15 anni fa con 200.mila chilometri addosso. Non te la compri se vuoi una macchina affidabile per i prossimi 7-8 anni, ma è pur sempre una Volvo e la sua età se la porta di sicuro meglio di altre macchine. Schweinsteiger i suoi 32 anni li sente: non solo sulle tempie bianche ma anche su muscoli che girano meno di prima. Ha spesso problemi fisici e contro squadre molto atletiche, o contro avversari rapidi (Giaccherini all’Europeo), sembra giocare con i sacchi di sabbia sulle caviglie. Per questo oggi Schweinsteiger è un lusso che possono permettersi solo squadre di prima fascia che hanno bisogno di un ricambio a centrocampo che crei anche una certa mentalità.
Possibili destinazioni: Inter 10%, Milan 10%, Juventus 10%, Bayern Monaco 15%.
1. Adnan Januzaj - 1995
A ottobre del 2013 il Manchester UTD di David Moyes, in un periodo di estrema difficoltà, ha lanciato nella mischia Adnan Januzaj, all’epoca 18 enne, in una complicata trasferta contro il Sunderland. Januzaj segna una doppietta all’esordio in Premier League e raddrizza la partita.
Moyes lo aveva inserito nella stessa categoria di giocatori di Wayne Rooney. Sembrano passati 10 anni. Oggi, dopo una stagione incolore e piena di problemi fisici al Dortmund, Januzaj è stato epurato da Mourinho e pare voglia andare via solo a titolo definitivo. Nel panorama del calcio giovanile, Januzaj è un profilo piuttosto raro: non è un’ala esplosiva ma è tecnicamente molto completo: quasi ambidestro, sa giocare a sinistra, a destra o al centro. Si trova bene in contesti associativi, in una squadra che mette le tende nella metà campo avversaria (Montella ci ascolti?). Probabilmente il suo prezzo lo rende inaccessibile a squadre italiane che non se la sentono di investire su quella che sarebbe di fatto una scommessa, e per questo la destinazione più facile dovrebbe essere il Sunderland, dove ritroverebbe il disgraziato allenatore che lo ha lanciato: David Moyes.
Possibili destinazioni: Sunderland 50%, Fiorentina 10 %, Milan 15%.
Come se la stanno cavando le neopromosse sul mercato
di Federico Aquè
[Martedì 2, mattina]
Parto dalla seconda domanda: il mercato di nessuna delle tre neopromosse, a oggi, può dirsi davvero soddisfacente, per motivi diversi. Il Cagliari sembra essersi concentrato esclusivamente su giocatori d’esperienza, ma a fine carriera; il Pescara non è ancora riuscito a sostituire Lapadula e ha un buco evidente in difesa; il Crotone ha perso Ricci e Budimir, i due cannonieri della scorsa stagione.
Quella messa peggio in assoluto, però, mi sembra il Pescara: Manaj è l’unica punta di ruolo a disposizione di Oddo e ci vuole grande fiducia per sperare che riesca a imporsi da subito come sostituto di Lapadula (per quanto promettente, l’albanese è un classe ’97); manca almeno un altro difensore centrale e a centrocampo potrebbe perdere anche Verre, aprendo un altro buco che andrebbe coperto con un giocatore di livello. Sono curioso di seguire l’inserimento di Bryan Cristante: non so quanto sia adatto al gioco di Oddo, che in mezzo al campo preferisce giocatori più svelti e meno verticali dell’ex milanista.
Il Crotone, invece, per i mezzi che ha a diposizione, non si è mosso male. Perso Budimir, l’ha sostituito con un profilo simile, il nigeriano Nwanko, detto Simy: alto quasi due metri, ma piuttosto mobile e svelto di gambe, sa quindi giocare palla a terra senza limitarsi a fare da riferimento. Soprattutto vede bene la porta. Nicola ha poi una grande scelta nel ruolo di esterno d’attacco per far dimenticare Ricci e in generale non ci sono ruoli scoperti.
Il Cagliari partiva già da un’ottima base e si è preoccupato soltanto di aggiungere esperienza, probabilmente forzando un po’ troppo la mano, tant’è che alla lista di campioni a fine carriera sbarcati in Sardegna potrebbe aggiungersi addirittura Maicon. Ionita è comunque un buon innesto e potrebbe essere una bella sorpresa se confermasse i progressi mostrati la scorsa stagione.
Nessuna ha convinto in pieno per ora, il Cagliari è la squadra che ha aggiunto più qualità ed è ovviamente la favorita per guadagnarsi una salvezza tranquilla, ma confido nel fatto che Ursino, il d.s. del Crotone, peschi uno dei suoi jolly, se già non l’ha fatto, che ci porterà tra qualche mese a rivalutare il mercato dei calabresi.
Sané sarà il nuovo Douglas Costa di Guardiola
di Alfredo Giacobbe
[Lunedì 1, pomeriggio]
Nel disegno del prossimo Manchester City, probabilmente già chiaro nella testa di Guardiola, Leroy Sané costituirà un tassello fondamentale. La giovane ala tedesca, infatti, assumerà ruolo e compiti che erano di Douglas Costa nell’ultimo Bayern targato Pep: il figlio d’arte (il padre Souleyman segnò 51 gol in 174 partite di Bundesliga) proverà ad isolarsi col il terzino avversario sul lato debole, per poi sfidarlo nell’uno contro uno. Il dribbling è proprio l’arma migliore del ventenne Leroy: nell’ultima stagione, solo Ousmane Dembelé ha completato più dribbling di lui tra gli Under 21 europei (108 contro 91).
Rispetto al brasiliano approdato in Baviera un anno fa, però, Sané non è un giocatore fatto e finito: il numero di possessi persi per controlli di palla mancati o per dribbling non riusciti è ancora decisamente alto. Senza contare l'enorme concorrenza che il giovane tedesco dovrà affrontare a Manchester. In ogni caso, se c'è un allenatore che può far arrivare Sané al livello di Douglas Costa, quello è proprio Guardiola.
Ciao Jeremy
[Lunedì 1, pomeriggio]
Nel frattempo Menez è tornato in Francia, firmando un triennale col Bordeaux. Addio Jeremy, ti ricorderemo così.
E così.
E così.
Tutto il resto non conta.
Quale terzino sinistro per la Roma?
di Dario Saltari
[Lunedì 1, mattina]
La questione dei terzini è un argomento che infiamma le estati romane da circa quindici anni, e cioè da quando gli inquilini degli esterni bassi della Roma erano Candela e Cafù. Quest'anno "l'emergenza" (perché tutto in Italia è un'emergenza) si è riproposta con la puntualità ciclica delle stagioni, e si acuita ulteriormente dopo la lesione ai legamenti crociati di Mario Rui, che la società giallorossa aveva acquistato dall'Empoli per coprire il vuoto lasciato da Digne.
L'infortunio di Rui è stato il colpo di pistola che ha segnato l'inizio della corsa a chi sparava più nomi da accostare alla Roma per quel ruolo, talmente tanti che alcuni siti specializzati hanno fatto delle fotogallery per elencarli tutti. Per fare un po' d'ordine raggrupperemo i nomi in tipologia di giocatore, cosa che potrebbe darci qualche indicazione sul futuro tattico della squadra giallorossa nel caso si dovesse avverare il trasferimento.
I terzini che sanno fare anche i centrali
Durante il ritiro della squadra giallorossa si è parlato molto di un passaggio della Roma ad una difesa a tre fluida, su modello della Fiorentina di Sousa. Questo ha generato diversi rumor legati ai nomi di terzini che sanno fare anche i centrali di difesa, o viceversa, come Masina, Blind e Caceres (ma anche Darmian, se vogliamo, vista la sua ultima esperienza nella Nazionale di Conte).
I terzini fisici
Spalletti è storicamente orientato verso terzini molto fisici, con grande resistenza e capacità di corsa, al punto di aver adattato più di una volta centrali di difesa a terzini (è successo anche nell'ultima stagione, con Rüdiger spostato sull'esterno basso a destra). Per questo motivo alla Roma sono accostati molti giocatori con queste caratteristiche come Kolasinac, Zabaleta, Darmian e Strinic.
I terzini creativi ultraoffensivi
L'allenatore toscano non ha mai amato particolarmente quei giocatori che assomigliano più ad esterni alti che a terzini. Non si capisce bene, ad esempio, se l'unico terzino sinistro in rosa che ha queste caratteristiche, Emerson Palmieri, goda di fiducia sincera da parte di Spalletti o se l'allenatore della Roma sia costretto a tenerlo in rosa per questioni di bilancio. Nonostante ciò, la stampa ha comunque fatto dei nomi di terzini molto offensivi come Lazaar e Sidibé.
I terzini che mandano in depressione i tifosi
Infine ci sono quei nomi che vengono messi in giro semplicemente per trollare il tifoso romanista, sempre più esasperato dalla situazione. In questa categoria rientrano D'Ambrosio e Dodò.
Gattuso lascia il Pisa e va in Kazakistan
[Lunedì 1, mattina]
La settimana di calciomercato si è aperta con i fuochi d'artificio. Ieri, infatti, Gennaro Gattuso, allenatore del Pisa da nemmeno un anno, si è dimesso dal suo ruolo citando "nuovi, gravi, costanti e inaccettabili problemi societari" e raccogliendo dai suoi stessi giocatori "la massima solidarietà professionale e vicinanza morale". La società toscana si è detta molto sorpresa perché, si legge in un comunicato, "con grandi sacrifici, ha avallato finora tutte le scelte del suo allenatore". Gattuso, che adesso potrebbe andare ad allenare in Kazakistan, potrebbe essere sostituito sulla panchina del Pisa da Zdenek Zeman. Il calciomercato italiano è un luogo meraviglioso.
Sampaoli, che è appena arrivato al Siviglia, va ad allenare l'Argentina?!
di Fabrizio Gabrielli
[Sabato 30, pomeriggio]
Delle due l'una: o Jorge Sampaoli è un bravo attore (bisognerebbe chiedere a ADL) oppure in Argentina hanno deciso di elevare la suspension of disbelief a terzo sport nazionale.
La Comision Normalizadora dell'AFA, quattro giorni fa, ha promesso che nel giro di una settimana avrebbe annunciato il nuovo DT della Albiceleste. Incassato il niet di Bielsa ha deciso di virare, cadendo nel trappolone delle fallacie classiche, su Sampaoli.
Ma non aveva già firmato per il Siviglia? Non stava costruendo la sua personalissima Fantasilandia?
In effetti sì.
Però allenare la Albiceleste è un richiamo al quale è complicato resistere, per quanto pubblicamente Sampaoli abbia dichiarato, malinconico e realista come un tango di Gardel, che "peccato, l'offerta è arrivata troppo tardi".
In realtà, a differenza di quanto si dice, Sampaoli non ha alcuna clausola di rescissione attiva (subentrerà nel 2017): soltanto, guadagnerà 6 milioni di euro l'anno.
Una cifra che l'AFA non riuscirebbe mai a raggiungere, se non con il patrocinio dell'Adidas e la volontà di Sampaoli di ridursi l'ingaggio.
I dirigenti AFA sono già in viaggio per Siviglia: in valigia hanno quel libro di Dante Panzeri in cui c'è la famosa frase "il calcio è la dinamica dell'impensabile", un chilo e mezzo di tigna e qualche dollaro da scialare prima che diventi inevitabile nominare Carlos Bianchi nuovo DT.
Madre mia.
Dove va Balotelli?
[Sabato 30, mattina]
Nel frattempo quel romanzo che è la carriera calcistica di Mario Balotelli starebbe per arricchirsi di un nuovo, entusiasmante, capitolo. Le squadre accostate al centravanti del Liverpool sono Besiktas, Ajax e Bologna. In tutti e tre i casi non vediamo l'ora di leggerlo.
Vietto potrebbe essere l’attaccante perfetto per il Siviglia di Sampaoli
Di Daniele V. Morrone
[Venerdì 29, pomeriggio]
È ancora prestissimo per capire quale sarà la versione definitiva del laboratorio tattico aperto da Sampaoli a Siviglia. Dalle prime amichevoli però sembra chiaro che la squadra giocherà con un baricentro molto alto, dato da un mix di linea difensiva avanzata e pressione alta, e un’unica punta, che seguendo l’idea di Sampaoli dovrebbe essere possibilmente associativa, ma che sappia anche muoversi senza palla sia tra le linee che in profondità. Non è un caso quindi che Monchi abbia pensato per quel ruolo al nome di Luciano Vietto.
L’argentino ha infatti queste caratteristiche nel proprio DNA e ha giocato questo tipo di calcio persino nella brutta stagione passata all’Atlético. Un anno iniziato con tante aspettative e terminato con la panchina ai danni di Fernando Torres. Vietto ha infatti giocato solo una partita da aprile in poi, portando l’Atlético a bocciarlo per questa stagione: l’ossessione di tornare in finale di Champions League è tale da non permettere di aspettare nessuno. Ma Vietto ha comunque tutto per esplodere. Per farlo ha scelto il Siviglia, dove ha un posto da titolare assicurato, rifiutando anche una squadra a cui di solito non si dice di no come il Barcellona, che su di lui aveva puntato fortissimo come riserva della MSN.
Vietto ha capito che non può permettersi un’altra stagione negativa. Al Siviglia il compito di fargli ritrovare fiducia in area di rigore, per trasformare in gol tutto ciò che la schiera infinita di giocatori di talento alle sue spalle creerà.