Il primo luglio si è aperta la follia estiva del calciomercato. Saranno due mesi di notizie spulciate su giornali unti di crema solare, di giocatori che cambieranno squadra sette volte in un giorno solo. Fino al 31 agosto proveremo a commentare le trattative più interessanti quotidianamente, su articoli che aggiorneremo in diretta anche più volte al giorno: qui il primo volume, qui il secondo, qui il terzo, qui il quarto. Quindi in spiaggia non scordatevi il tablet.
Cosa ci siamo persi in settimana
[Domenica 14, mattina]
Come tutte le domeniche, ricapitoliamo le trattative della settimana di cui non abbiamo avuto il tempo di scrivere. Perché domani è ferragosto e lo sappiamo che volete vantarvi con gli amici di conoscere alla perfezione i movimenti senza palla dell’ultimo acquisto dell’Hull City. Buona domenica, nel frattempo.
Continua il mercato troll di Lotito
Dopo un’estate a dir poco travagliata, la Lazio è ormai ad un passo dall’acquistare Bastos. No, non quel Bastos, quello sarebbe stato troppo, ma non è comunque il nome in grado di ricucire lo strappo tra tifosi biancocelesti e Lotito.
Saponara al Sassuolo?
Dopo anni e anni di invisibilità ai radar delle grandi squadre italiane ed europee, Saponara ha finalmente attirato l’interesse del Sassuolo. Ok, non proprio una big, ma rimane comunque la curiosità di vedere il trequartista di Forlì in un ambiente più competitivo di quello di Empoli.
Zaza e crauti
Un tira e molla durato un’estate che finalmente sta per concludersi. Sembra infatti che finalmente Zaza abbia trovato una casa in cui può fare il titolare: il Wolfsburg. Una trattativa che ricorda vagamente quella di Barzagli qualche anno fa. Zaza tornerà tra qualche anno a farci pesare il fatto che l’avevamo sottovalutato?
Criscito torna in Italia?
Il rumor di Criscito che starebbe per essere acquistato da una squadra italiana sta ormai all’estate come un tormentone sudamericano che contiene il verbo bailar nel ritornello. Questa volta si parla di Napoli, ma la domanda in realtà è una sola: riusciremo un giorno a liberarci di Enrique Iglesias?
Random Pescara
Dopo le voci meravigliose di trattative con il Liverpool per Balotelli e con lo Sporting Club de Portugal per Aquilani, il Pescara acquista finalmente due giocatori vagamente funzionali ad un qualunque progetto tattico. La squadra di Oddo si è infatti arricchita con Gyomber e Gnoukouri, che per le ambizioni del Pescara sono due ottime prese.
Hiljemark: from Palermo with love
La Sampdoria è alla ricerca di un sostituto per il compianto Soriano. Sostituto che potrebbe essere Oscar Hiljemark, pronto a far innamorare tutta la Genova blucerchiata, dopo un anno passato a rimorchiare a Palermo.
Anti-hype Everton
Nel frattempo l’Everton ha venduto Stones al City ma ha subito risposto con un colpo per far sognare i propri tifosi. Ashley Williams è pronto per… no, niente, scusate.
Brozović per il dopo-Pogba
di Flavio Fusi
[Sabato 13, mattina]
Dopo la cessione record di Pogba la Juventus ha bisogno di un altro centrocampista di livello per completare la propria rosa. Praticamente tutti gli obiettivi principali, cioè Matic, Matuidi e Witsel, sembrano però essere sfumati: Conte vuole trattenere il serbo a Londra, il francese è stato tolto dal mercato da Emery, mentre Witsel ha dichiarato che rimarrà un altro anno allo Zenith e poi firmerà a parametro zero per un'altra squadra, forse proprio la Juve.
Contemporaneamente però, con Joao Mario sempre più vicino all’Inter, si è riaperta la pista che porta a Marcelo Brozović, per cui non è previsto un rinnovo del contratto. Come dettagliato da Marco De Santis su queste stesse pagine, il croato, oltre ad essere un profilo gradito alla dirigenza bianconera, rappresenta una delle poche carte che i nerazzurri possono giocarsi per finanziare il proprio mercato.
Pare che Pjanić, almeno fino al rientro di Marchisio, sarà impiegato davanti alla difesa e probabilmente, seppur possa essere schierato in diversi ruoli, il nerazzurro gli giocherebbe di fianco. Brozović è un centrocampista verticale, le cui doti, un po’ come accade in Nazionale, quando gioca con Modrić, sarebbero esaltate dal fatto di agire vicino ad un giocatore come il bosniaco abilissimo a mettere i propri compagni in condizione di concludere a rete (l’anno scorso ha fatto registrare il record stagionale di passaggi chiave, 2,71 per 90). Inoltre il croato è molto bravo a velocizzare il gioco in prima persona, sia per le doti di dribbling che per lo stile di passaggio diretto che lo contraddistingue, e potrebbe dunque restituire al centrocampo della Juventus parte di quell’imprevedibilità persa con l’addio di Pogba.
Resta però qualche dubbio dal punto di vista difensivo, poiché sicuramente Brozović non potrebbe offrire lo stesso strapotere fisico del francese. Oltretutto, il suo dinamismo lo rende molto utile quando c’è da difendere in avanti, ma uno dei punti deboli del suo gioco è proprio il posizionamento difensivo: se venisse realmente acquistato, dovrà lavorare sulle proprie letture e disciplina tattica per inserirsi al meglio nella squadra di Allegri.
Mancini cerca l'oro in Cina
[Sabato 13, mattina]
Dopo aver concluso la sua esperienza all'Inter, Roberto Mancini potrebbe ricominciare dall'Hebei Fortune, in Cina, dove attualmente militano Lavezzi e Gervinho. L'allenatore di Jesi, senza più i vincoli dell'odiatissimo FFP, sarà finalmente libero di chiedere 50 milioni di euro alla propria società per comprare Yaya Touré. I vantaggi dei mercati emergenti.
Moyes è pronto a rilanciare il suo pupillo
[Venerdì 12, pomeriggio]
L’anno scorso ci eravamo esaltati per il prestito, l’ultimo giorno di mercato, di Adnan Januzaj al Borussia Dortmund, ma dopo neanche sei mesi in cui il belga-kosovaro non era mai partito titolare in campionato, Tuchel lo aveva rispedito da Van Gaal, rammaricandosi di non aver visto l’impegno che ci si aspetta in allenamento da un calciatore così giovane.
Nella seconda parte di stagione con lo United, Januzaj aveva avuto altrettanti problemi a trovare spazio, con soli 144 minuti (e un gol) in Premier League. L’arrivo di Mourinho gli ha chiuso definitivamente le porte: il portoghese lo ha epurato, per ragioni molto simili a quelle di Tuchel e ha deciso di cederlo in prestito.
E chi poteva farsi avanti per il 21enne, se non David Moyes, l’allenatore che più aveva creduto nelle qualità di Januzaj? Lo scozzese, neo-allenatore del Sunderland, avrà il non facile compito di risollevare la carriera del suo pupillo, considerato fino a poco tempo fa uno dei migliori talenti del calcio internazionale.
La nuova squadra di Van der Vaart è il...Midtjylland?!
[Venerdì 12, pomeriggio]
Quando la scorsa estate Rafael Van der Vaart ha firmato con il Real Betis, non immaginava di stare per toccare “il punto più basso della sua carriera”. L’olandese non è praticamente mai riuscito a entrare in prima squadra e ha giocato appena 178 minuti in campionato. Società e giocatore non vedevano l’ora di separare le proprie strade, ma in molti si sono comunque stupiti all’annuncio della sua nuova squadra: il Midtjylland.
I danesi si sono fatti conoscere nel mondo del calcio per gli innovativi metodi di reclutamento basati su modelli statistici particolarmente avanzati, in grado di identificare le inefficienze del mercato e fornire al club un notevole vantaggio competitivo.
Questo metodo innovativo ha portato la squadra alla sua prima vittoria nel campionato danese, ma a marzo di quest’anno il Midtjylland ha deciso di tornare ad un approccio più tradizionale, smantellando il proprio team di analisti.
Nonostante ciò, rimane abbastanza complicato spiegare il trasferimento con più consonanti di questo calciomercato estivo.
Anche Calleri al West Ham
[Venerdì 12, mattina]
Nel frattempo il West Ham ha ufficializzato anche l'acquisto di Jonathan Calleri, punta ormai ex Maldonado. Su di lui aveva scritto un lungo e ragionato ritratto Fabrizio Gabrielli, da cui traiamo un breve estratto: "Jony, come lo chiamano i suoi genitori, non somiglia per niente allo stereotipo del Centravanti-del-Boca-Juniors, forse un po’ troppo plasmato, nell’immaginario collettivo, sui tratti spigolosi di Martín Palermo. A volerci spingere oltre, Calleri non solo non ricorda per niente El optimista del gol, ma neppure Osvaldo, Santiago Silva, Darío Cvitanich, Antonio Barijho o Lucas Viatri, vale a dire nessuno dei nueve che, con diverse fortune, meriti e demeriti, si sono alternati negli ultimi due lustri di storia gialloblu: rappresenta una variante del ruolo, per rubare un termine alla gastronomia più en vogue, destrutturata. Un po’ come le due cifre che ha scelto di indossare, il 2 e il 7; la cui somma, però, alla fine della fiera, ci restituisce sempre un nove".
Le spese pazze dell'Inter
di Marco de Santis
[Venerdì 12, mattina]
Se davvero si dovesse concretizzare l’acquisto di Joao Mario per 40 milioni (più 5 di bonus), l’Inter porterebbe il suo calciomercato a un passivo di 75 milioni sui costi dei cartellini e di circa 25 milioni sul bilancio, contando ammortamenti annuali e ingaggi. Decisamente troppo se pensiamo al Settlement Agreement concordato dall'Inter con la UEFA per rimanere all'interno dei vincoli del Financial Fair Play e al fatto che in tutta Europa solo le due di Manchester hanno finora speso di più. Va capito quindi quale strada seguirà Suning per evitare un’esclusione dalle coppe 2017/18 (che con questi numeri sarebbe quasi inevitabile), ricordando che teoricamente il club per essere tranquillo dovrebbe chiudere a 0 sui costi dei cartellini e con un +40 a bilancio, ma anche che i conti finali su questa stagione si faranno a fine giugno e quindi c’è ancora ampio margine di manovra (basti pensare che già l’anno scorso l’Inter ha aggiustato il suo mercato in ottica Fair Play con le cessioni di Kovacic a fine estate e Guarin in inverno).
Le possibilità sono tre e non sono esclusive, ovvero potrebbero anche combinarsi fra loro: 1) Suning è convinta di alzare così tanto i ricavi commerciali nei prossimi undici mesi da potersi permettere queste spese; 2) La dirigenza sa già che alcuni giocatori verranno ceduti a breve e sta già spendendo i soldi che incasserà, un po’ come probabilmente ha fatto la Juventus con Pogba (a questo proposito occhio alle situazioni di Icardi, Handanovic, ma anche di Perisic e Brozovic visto che il mercato in entrata sembra particolarmente attivo sugli esterni d’attacco); 3) Suning ha informazioni per le quali spera di ottenere qualche sconto dall’Uefa o ha in mente strane “triangolazioni” con lo Jiangsu Suning da attuare a gennaio, ma al momento da osservatori esterni sarebbe azzardato ipotizzarle perché contro le attuali regole del Fair Play Finanziario.
A mio parere, la risposta potrebbe risiedere tra la prima e la seconda ipotesi, ma è sicuramente troppo presto per dirlo.
Per Iemmello si aprono le porte della Serie A
di Flavio Fusi
[Giovedì 11, pomeriggio]
53 reti in 77 partite con il Foggia, 37 in 42 gare la scorsa stagione, sono gli strabilianti numeri di Pietro Iemmello. Terminata la scorsa annatacon la delusione della finale play-off persa con il Pisa, Iemmello è tornato allo Spezia, la società detentrice del suo cartellino.
Cresciuto nelle giovanili della Fiorentina, Iemmello è un attaccante che si sa muovere in maniera molto intelligente per combinare con i compagni, abile nel creare i presupposti per un uno-due e nell’attaccare la profondità. Come sottolineato da Alex Belinger nella sua analisi della passata stagione sul Foggia di De Zerbi, tende ancora a sprecare qualche occasione di troppo e il suo primo controllo è migliorabile, ma la Lega Pro gli va ormai stretta.
Con la sua nuova maglia ha già segnato in Coppa Italia, alla prima partita ufficiale, ma così come il gol, nemmeno i problemi contrattuali hanno tardato ad arrivare: Iemmello ha rifiutato il rinnovo con i liguri e a 24 anni, con un contratto in scadenza 2018, è diventato oggetto del desiderio di diverse squadre.
La prima a farsi sotto è stato il Sassuolo, che è notoriamente alla ricerca di un altro attaccante, potendo contare sui soli Falcinelli e Trotta in avanti. Rispetto a Matri, altro obiettivo dei neroverdi, l’ex “re di Foggia” non può garantire alcuna esperienza nel massimo campionato italiano, ma rappresenterebbe l’ennesima scommessa su un giovane italiano, per una società che finora le ha vinte quasi tutte. Per di più, per caratteristiche, sembrerebbe essere proprio il centravanti adatto agli schemi offensivi di Eusebio Di Francesco.
Ma non sarebbe finita qui poiché, secondo Gianluca di Marzio, anche Juventus e Napoli avrebbero fiutato l’affare e sarebbero pronte a rilevare il cartellino di Iemmello per poi girarlo in prestito (con Carpi, Crotone e Pescara in prima linea) nel tentativo di valorizzare ulteriormente il proprio investimento. Insomma i tempi sembrerebbero maturi per l’approdo di Iemmello in Serie A.
Clamoroso Villarreal: Marcelino esonerato
di Daniele V. Morrone
[Giovedì 11, pomeriggio]
Con un mercato volto a cementificare quanto di buono fatto la scorsa stagione, andando ad aumentare di molto la profondità della rosa partendo sia dall’11 che dalle prime riserve (sono arrivati Cherishev, Sansone e Soriano per l’11 e N’Diaye e Pato come prime riserve a centrocampo e attacco) sembrava tranquillo il navigare del Sottomarino Giallo verso le acque più prestigiose, dopo essere arrivato quarto in Liga e in semifinale di Europa League. Almeno a noi in superficie, perché invece in due giorni è successo di tutto: prima in un’amichevole si è rotto l’attaccante Roberto Soldado, che starà fermo fino all’inverno e che costringerà la squadra a dover spendere ancora per un altro attaccante, avendo solo Bakambu e Pato a disposizione per il preliminare di Champions League. Poi è scoppiato il caso Marcelino: con quello che è stato un vero fulmine a ciel sereno il Villarreal ha sollevato dall’incarico l’architetto della risalita nel grande calcio (su cui Emiliano Battazzi aveva scritto un brillante pezzo durante la scorsa stagione).
I ben informati parlano di un Marcelino non soddisfatto del tipo di mercato effettuato e soprattutto caduto in disgrazia con parte dello spogliatoio dopo uno scontro (girano voci anche fisico) con Mateo Musacchio, per via della decisione del tecnico di privarlo della fascia di capitano. Adesso è previsto l’arrivo di Fran Escribá (già di Elche e Getafe), un ottimo tecnico, ma che raccoglie la squadra senza poter effettuare la sua preparazione e con la partita più importante dell'anno alle porte. Tempo due settimane quindi e la stagione del Villarreal potrebbe trasformarsi da promettente per la continua risalita sia in patria che in Europa, a amara per un mesto rientro tra i ranghi dell’alta borghesia della Liga. I nuovi arrivati avranno molte più pressioni del previsto in un ambiente che sembrava l’ideale per crescere con tranquillità.
Wenger sceglie Mustafi
[Giovedì 11, pomeriggio]
Dopo una trattativa estenuante durata settimane, Shkodran Mustafi, centrale difensivo del Valencia, sembra ormai sul punto di passare all'Arsenal. Mustafi era uno dei due centrali di difesa della Top XI della Liga di quest'anno, che di lui parlava così: "In una stagione in bilico tra il ridicolo e l’orrendo, il Valencia è sembrato tutto meno che una squadra di calcio. La poca organizzazione in Liga si paga e infatti la squadra non è finita neanche nella parte alta della classifica. In un contesto del genere le prestazioni di Mustafi vanno sottolineate, perché parliamo di un centrale che aveva il quasi impossibile compito di dover, al contempo, marcare la punta avversaria e correggere gli errori dei compagni meno esperti. La cosa incredibile è che per buona parte della stagione il centrale tedesco lo ha fatto come fosse una cosa normale. Nessuno tra i papabili è in grado di racchiudere meglio l’archetipo del difensore completo contemporaneo: veloce, forte fisicamente, solido di testa, buono nella distribuzione e bravo nelle letture".
Fantasma Saponara
di Emanuele Atturo
[Giovedì 11, mattina]
Per diversi mesi Riccardo Saponara è stato uno dei migliori centrocampisti creativi della Serie A. Stiamo parlando del periodo che va da agosto a febbraio, nel quale Saponara ha accumulato 5 gol e 9 assist. Nella seconda parte di stagione, come tutto l'Empoli, il rendimento di Saponara è calato e da febbraio fino a fine campionato ha messo insieme appena 2 assist e prestazioni non sempre all'altezza.
Eppure sarebbe ingiusto credere che il disinteresse che il calciomercato sta mostrando nei confronti di Saponara sia figlio di questo calo di rendimento. C'entrano piuttosto le sue caratteristiche. Dopo alcune stagioni di Serie A, a 24 anni Saponara è un giocatore con pregi e difetti molto chiari e definiti (che ho descritto qui): il suo stile di gioco - un mosaico di accelerazioni nei corridoi del campo, dribbling rischiosi, una generale attitudine verticale - ha come habitat naturale la trequarti centrale, in un sistema capace di prevenire i rischi delle sue giocate. Queste caratteristiche, così esaltate nel rombo di centrocampo dell'Empoli (una squadra che giocava con reparti cortissimi), gli hanno anche precluso la convocazione in Nazionale. Perché spostato sulla fascia Saponara diventa un giocatore normale, persino prevedibile. Rispetto alla duttilità che tanti calciatori oggi possono mettere sul mercato, Saponara avrebbe bisogno di una squadra che cerca un trequartista centrale con le sue caratteristiche: praticamente impossibile in Europa - dove i trequartisti sono scomparsi - molto difficile in Italia. È un problema di spendibilità, insomma.
Le voci in questi mesi sono state rare e non sempre chiare. Si è parlato un po' di Milan, ma Montella in quella zona di campo vorrebbe teoricamente giocatore più simili a registi offensive piuttosto che incursori dinamici come Saponara. Potrebbe in linea del tutto ipotetica tornare utile alla Roma di Spalletti, che ama storicamente i trequartisti forti atleticamente in grado di attaccare lo spazio svuotato dalle punte, ma i giallorossi non sembrano mai averlo cercato e il progetto tattico ha preso contorni che escludono un uso continuativo del trequartista.
Allora l'unica destinazione possibile per Saponara, almeno per il momento, e ragionando sempre nel campo delle ipotesi, sarebbe il Napoli di Sarri, qualora l'allenatore che lo ha lanciato decidesse di riprovare il 4-3-1-2 con cui giocava ad Empoli. La prima vittima di questa rivoluzione sarebbe Lorenzo Insigne, rispetto a cui ultimamente i segnali non sono del tutto confortanti. Prendendo Saponara, Sarri cancellerebbe dal campo i due esterni e moltiplicherebbe le possibilità di usare i tanti interni che ha comprato - o sta provando a comprare: Zielinski, Rog, Diawara, ma anche Giaccherini. Sebbene al momento non ci sia niente di troppo concreto a presagire questo ribaltamento, i segnali a questo punto sono diversi e non trascurabili.
Di certo a 24 anni Saponara non può permettersi un'altra stagione nella sala d'aspetto del grande calcio.
Le spese della città di Manchester
di Marco de Santis
[Giovedì 11, mattina]
Il calciomercato delle due squadre di Manchester, City e United, ha dell’incredibile per il differenziale abnorme fra acquisti e cessioni: prendendo in considerazione i soli costi dei cartellini, lo United è in passivo di 185 milioni e il City di 190. Cifre incredibili se raffrontate a tutto il resto d’Europa (segue il Barcellona con un passivo di 64 milioni), figuriamoci con l'Italia. Se vogliamo fare un impietoso confronto con il calcio italiano, infatti, notiamo che due delle squadre di punta (Roma e Napoli) hanno per il momento un differenziale addirittura in attivo (di 17 milioni per la Roma e 32 per il Napoli) e la squadra che ha speso di più rispetto alle uscite è al momento l’Inter con un –35 che probabilmente diminuirà a fine mercato. Anche senza considerare gli introiti delle cessioni, è impressionante notare come Napoli, Roma e Inter assieme abbiano acquistato giocatori per 150 milioni e l’intera Serie A meno la Juventus (che ne ha sì spesi 159 ma incassandone 146) per 344 milioni... ovvero meno delle due di Manchester messe assieme.
Andando a vedere invece l’impatto sui bilanci, tenendo conto anche degli stipendi pluriennali ai giocatori, lo United è arrivato a 375 milioni di maggiori costi, seguito dal City a 370: due volte e mezzo l’attuale passivo della Juventus, più di 3 volte quello dell’Inter, 75 volte più della Roma e in maniera inconfrontabile rispetto al Napoli (perché addirittura attualmente in attivo di 11 milioni, anche se è lecito aspettarsi altri colpi dei partenopei prima di fine mercato).
Sánchez, Ćorluka, Tello: si sblocca il mercato della Fiorentina
di Flavio Fusi
[Mercoledì 10, pomeriggio]
Dopo l’infortunio di Matías Fernández, ancora fuori dopo la lesione meniscale che gli ha fatto saltare anche la Copa America Centenario, e la fine del prestito di Tino Costa e Koné, la Fiorentina era alla ricerca di un centrocampista e così Corvino ha trovato l’accordo con l’Aston Villa per il prestito oneroso di Carlos Sánchez (non è chiaro se con diritto o obbligo di riscatto).
Il colombiano è un centrocampista molto forte fisicamente, che fa dell’abilità nel vincere i contrasti la sua dote migliore (la scorsa stagione ne ha vinti 3,5 ogni 90 minuti, il 68,8% del totale). La “Roccia” arriva in Serie A a trent’anni compiuti e pur non essendo solo un semplice recupera palloni, è da vedere come si inserirà nel centrocampo di una squadra con una spiccata attitudine al possesso palla.
Sembra in procinto di sbloccarsi anche la situazione relativa al difensore, con Ćorluka che si sta avvicinando sempre di più. Come Cáceres, accostato alla Fiorentina nelle scorse settimane, il centrale croato è un difensore duttile che all’occorrenza può essere schierato anche largo a destra, caratteristica che può rivelarsi importante sia nel 3-4-2-1 fluido visto la scorsa stagione (dove probabilmente farebbe il centrale destro), che nel 4-3-3 provato da Sousa durante l’estate.
Il capitano della Lokomotiv Mosca è un difensore esperto, forte fisicamente e, per il ruolo in cui gioca, con una buonissima tecnica individuale. Agli Europei lo abbiamo visto letteralmente dare il sangue per la sua Nazionale: per la Viola potrebbe essere il terzo centrale affidabile tanto mancato durante l’ultima annata.
Ultimo ma non meno importante, sembrerebbe ormai fatta anche per il ritorno dal Barcellona di Cristiano Tello, giocatore che Sousa considerava importantissimo per fornire soluzioni di gioco in ampiezza sin dalla passata stagione.
Chi prende Nasri?
di Francesco Lisanti
[Mercoledì 10, pomeriggio]
I problemi di Samir Nasri non finiscono mai, e forse è davvero arrivato il momento di lasciare l’Inghilterra. Non solo il suo nome è finito al centro di ogni scandalo possibile, anche quando la correlazione era tutta da verificare, dalle patenti false ai sex-tape di Valbuena, non solo i tabloid ormai gli rinfacciano anche i video che gli amici caricano su Instagram, ma a Manchester è arrivato anche Pep Guardiola con l’ossessione della perfetta forma fisica, mantra che pretoriani come Clichy ripetono ormai a memoria. E lui, denominato sempre dalla stampa inglese «Fat Sam», non si è propriamente fatto trovare pronto, finendo ai margini della rosa.
Il prezzo fissato per il cartellino del marsigliese dovrebbe essere intorno ai 20 milioni di euro. L’asta è da considerarsi aperta, così abbiamo selezionato cinque destinazioni in cui il suo talento potrebbe rifiorire:
5. il Milan: per regalare l’ultima gioia a Berlusconi prima della cessione definitiva, un trequartista lunatico e sovrappeso
4. la Roma: perché il vuoto lasciato da Pjanić non è stato ancora colmato, e perché è l’ultima squadra ad averlo visto gioire
3. il Leicester: per tutelarsi in caso di cessione di Mahrez, e perché contro il cattivo umore non c’è nulla di meglio di una buona pizza
2. il PSG: per passare da uno spogliatoio sovraffollato di trequartisti ad un altro, e permettere alla scienza di definire una nuova singolarissima forma d’ansia
1. l’Arsenal: perché secondo la Bild, Özil tornebbe al Real Madrid anche domani mattina, e Wenger aspetta sempre tutti a braccia aperte
Ciao Jerry
[Mercoledì 10, mattina]
Nel frattempo Mbakogu lascia l'Italia e si accasa al Krylia Sovetov. Addio Jerry, ci mancheranno le tue sgroppate a rincorrere i palloni lanciati in avanti a caso dai difensori del Carpi.
La nuova posizione di Pogba
di Alfredo Giacobbe
[Mercoledì 10, mattina]
Il passaggio di Paul Pogba dalla Juventus al Manchester United, ora che è avvenuto, sembra già parte del passato, ma il bello viene ora: come lo utilizzerà Mourinho, che pur di averlo al Chelsea un anno fa aveva creato i prodromi della rottura con la dirigenza blues?
Mourinho alla prima uscita ufficiale, contro il Leicester al Community Shield, ha schierato Carrick e Fellaini davanti alla difesa. Carrick, che a trentacinque anni ha ottenuto un insperato, ulteriore anno di rinnovo contrattuale, è da sempre un ottimo passatore ma non è stato mai un giocatore mobile. Fellaini gioca al meglio quando ha qualcuno pronto a coprirgli le spalle: alla buona mobilità in verticale non ne corrisponde una altrettanto buona nella direzione orizzontale, e questo lo rende facilmente controllabile dagli avversari. I due non costituiscono una coppia nel solco della tradizione mourinhana, che prevede o due giocatori fisicamente dominanti (come Matic e Ramires al Chelsea) o un giocatore di questo tipo al fianco di un playmaker comunque fisicamente ben strutturato (come accadde al Real con Diarra e Xabi Alonso).
Pogba non ha mai giocato in questo sistema di gioco alla Juventus, l’unico riferimento che abbiamo è quello dato dal recente Europeo: Deschamps è passato dal 4-3-3 al 4-2-3-1 quando ha realizzato che le sue chance di vittoria passavano dai piedi e dall’ispirazione di Griezmann. Il cambio di sistema ha portato l’attaccante dell’Atletico al centro della manovra offensiva ed ha creato una connessione virtuosa con Pogba, piazzato davanti alla difesa con Matuidi ma oberato da molteplici responsabilità. Come spiegava Daniele Manusia già nel corso della manifestazione, al netto di un cambio del sistema di riferimento delle nostre aspettative, Pogba non ha affatto disputato un cattivo Europeo.
Oltre ad essere fisicamente dominante, Pogba può assumersi tecnicamente la responsabilità del playmaking. Ma chi può essere il suo partner ideale? Lo United non ha un uomo abile nelle coperture preventive e dotato di buon fisico: Herrera è un giocatore scattante ma leggero; Carrick costituirebbe una ridondanza rispetto ai compiti affidati al francese; lo stesso potrebbe dirsi di Schneiderlin, che al Southampton aveva al suo fianco un interditore puro come Wanyama. Il maggior candidato resterebbe dunque Marouane Fellaini, con tutti i limiti che il giocatore ha mostrato in quel ruolo da quando è allo United.
E se Mou decidesse di passare al 4-3-3? È uno schema che conosce bene, che lo ha portato ai primi successi al Porto e al Chelsea e che vestirebbe Pogba dei compiti che conosce meglio, quelli della mezzala sinistra di inserimento.
Nell’ultimo anno in bianconero, Pogba si è caricato di maggiori responsabilità e ha attinto alla parte creativa del suo gioco: si allargava a sinistra per ricevere il pallone, e poi rientrava sul piede preferito verso l’interno del campo. Lo scorso anno Pogba ha ricavato dal suo gioco 8 gol e 12 assist in campionato, il picco massimo della sua produzione è arrivato in Aprile, quando era sembrato compiere un passo deciso verso la trasformazione in un trequartista creativo, incontenibile fisicamente e tecnicamente. Dalla posizione di mezzala, soprattutto con un uomo abile nella copertura come Marchisio alle spalle, a Pogba era più facile perdonare certi errori posizionali, che sono il suo vero tallone d’Achille attuale.
Allo United, il terzetto di centrocampo con Pogba potrebbe essere completato da Herrera, utile nella posizione di mezzala destra per l’energia che spende tra le due aree, e da Carrick, in qualità di regista basso. Le cose per Mou si complicherebbero nel reparto offensivo: quale collocazione troverebbe Wayne Rooney nello schieramento a 3 punte? La casella numero 9 è già proprietà indiscussa di Zlatan Ibrahimovic, sugli esterni Martial e Lingard sono davanti nelle preferenze di Mourinho, con Mkhitaryan ricalzo di lusso per entrambi i ruoli. Rooney sarebbe il maggior candidato all’esclusione, nonostante la grande considerazione che Mou ha avuto nei confronti del capitano fin dal suo primo giorno a Carrington. Possibile tra qualche mese, ma inverosimile oggi come oggi.
Porno Hammers
di Fabrizio Gabrielli
[Mercoledì 10, mattina]
David Sullivan, il presidente del West Ham, ha una storia interessante: figlio di un pilota della RAF, cresciuto tra Yemen e Galles, oggi è il centodiciassettesimo uomo più ricco del Regno Unito, e buona parte del suo patrimonio l’ha accumulato negli anni ’70 nel business nella pornografia soft. Negli anni ’80 ha scontato 70 giorni di carcere per guadagni immorali: ha confessato di non essersi sentito in imbarazzo perché dopotutto «ho reso felice un sacco di gente».
Quello che sta facendo da un paio d’anni a questa parte con gli Hammers è una specie di remake ripulito della sua carriera pregressa; le cose a cui dà vita durante l’estate sono quanto di più vicino a un film porno, capaci di provocare erezioni ai tifosi più per l’idea di aspettativa che per l’atto in sé. Non si può dire che non stia rendendo felice un sacco di gente, comunque.
Il centrocampo che ha imbastito quest’anno è particolarmente da durello, come l’eccitazione incontrollata del figlio postadolescente lascia presagire: sulla trequarti offensiva giostreranno Manuel Lanzini, Dimitri Payet e Sofiane Feghouli, cioè una miscela di giocatori dalla tecnica superba e proni al colpo a sensazione, capaci di spingere il barometro dell’offensivismo sull’orlo dell’esplosione, oltre che una delle meglio assortite gang di arroganti, gente che saprebbe rendere un esperimento del professor Zimbardo un’esercitazione dimostrativa della Protezione Civile.
L’arrivo di André Ayew è il colpo di teatro della vicina che bussa alla porta per aggiungersi a un threesome promettente; e se il Barcellona non scatenerà tutto il suo fascino per concupire Jonathan Calleri rischiamo di trovarci di fronte al porno con la migliore sceneggiatura mai scritta.
Un Milan per il Milan
di Francesco Lisanti
[Martedì 9, pomeriggio]
Badelj ha il Milan nel nome, e potenzialmente anche nel suo futuro. Stando alle indiscrezioni di Sky, stamattina il centrocampista si è presentato a colloquio con Pantaleo Corvino, nuovo ds della Fiorentina, per chiarire la sua situazione contrattuale e ventilare la possibilità di un trasferimento.
La dimensione tecnica del calciatore non si discute, non riveliamo certo in questa sede quanto sia decisivo per le squadre in cui gioca. È stato per tutta la stagione l’ago della bilancia nel 3-2-4-1 di Paulo Sousa, e agli Europei ha insegnato come giocare à la Busquets a casa di Busquets. Badelj è bravissimo a difendere in avanti e ha una visione periferica non comune, qualità che lo rendono il giocatore ideale davanti alla difesa, in solitaria o in una mediana a due, come già nella Fiorentina e nella Croazia (al fianco di Vecino e Modrić).
Soprattutto, questa sua propensione a giocare in una mediana a due potrebbe finalmente rilanciare la carriera di Montolivo. Gran parte dell’opinione pubblica ha comprensibilmente letto in questa ricerca di un metodista il definitivo accantonamento del centrocampista bergamasco, ma non è detto che una volta liberato dall’equivoco tattico che lo vedeva circondato da corridori privi di palleggio, Montolivo non ritorni quantomeno un calciatore funzionale.
Come Badelj, Montolivo difende benissimo in avanti (ma per sessanta minuti, mentre il croato tiene i novanta), e come Badelj ha delle letture di passaggio decisamente sopra la media. Montella si è già dimostrato un grande estimatore del 3-2-4-1, e con l’acquisto di Badelj potrebbe definire la sua mediana perfetta. Il matrimonio sarebbe perfetto, sfortunatamente a causa dell’assenza di liquidità nelle casse milaniste e dell’ostinazione della Fiorentina nel trattenere il giocatore, probabilmente non s’ha da fare.
I margini di miglioramento di Stones
di Daniele V. Morrone
[Martedì 9, mattina]
Per gentilezza della UEFA, che ha postato sul suo sito internet la lista degli iscritti alla Champions League del Manchester City, abbiamo finalmente l’ufficialità che Stones finirà alla squadra di Guardiola. L’Everton ha sparato cifre inarrivabili pure per chi ha alle spalle uno sceicco (chiedendo 50 milioni di sterline) ma a quanto pare alle richieste di Pep il City non sa dire di no. Sopratutto dopo che nell’ultima amichevole della stagione Pep ha schierato la coppia centrale formata da un terzino (Kolarov) e da un mediano (Fernando) il messaggio alla dirigenza non poteva essere più chiaro: i centrali attualmente in rosa (Otamendi, Kompany, Mangala e Denayer) non sono all’altezza in quanto ad abilità con il pallone, meglio un mediano adattato che un centrale non in grado di reggere la pressione avversaria o giocare con la linea avanzata. Stones in questo senso può essere l’elemento fondamentale, grazie alla sua capacità di mantenere il possesso anche sotto pressione.
Va detto, però, che Stones non ha ancora tutte le caratteristiche del centrale difensivo ideale di Guardiola, dato che ha ancora un range di passaggi limitato e, pur potendo giocare con la linea avanzata, è ancora affetto da gravi passaggi a vuoto di concentrazione che possono far saltare il banco. Avendo però ancora 22 anni i suoi difetti possono essere corretti e ha margini di miglioramento in praticamente ogni aspetto del suo gioco. Pep è riuscito in pochissimo tempo a far diventare Boateng uno dei migliori centrali al mondo e adesso è pronto a lavorare per fare lo stesso con Stones. Ci vorrà del tempo, ovviamente, ma la base da cui partire c’è. Già aggiungere un giocatore in grado di eseguire un laser pass per far arrivare immediatamente la palla a Gündogan sarebbe oro che cola.
Pescara vintage
[Martedì 9, mattina]
Dopo averci provato per Balotelli, adesso sembra che il nuovo obiettivo del Pescara sia Alberto Aquilani, attualmente allo Sporting Club de Portugal. È ormai chiaro che Oddo voglia un nome tra il vintage e il non-sense per completare la sua rosa.
Chi è Paul-Georges Ntep
[Martedì 9, mattina]
Secondo quanto riportato da diverse fonti, la Lazio starebbe puntando con forza su Paul-Georges Ntep, ala francese del Rennes. Ntep era nella top XI della Ligue 1 della scorsa stagione, di cui citiamo un breve estratto: "La grande forza di Ntep, al di là della dribblomania spinta (è nella top ten della Ligue1 dei giocatori che dribblano di più, ne fa 2,23 a partita), sta nel fatto che è quasi ambidestro. Questo gli permette di non dare punti di riferimenti all’avversario, può andare sia sul fondo per crossare o rientrare per il tiro, con la stessa qualità. Tira molto (1,80 tiri a partita con un’accuratezza di tiro del 52%) e manda al tiro i compagni (1,29 passaggi chiave a partita)".
Jesé per il nuovo PSG di Emery
di Daniele V. Morrone
[Lunedì 8, pomeriggio]
A 23 anni e con un brutto infortunio alle spalle Jesé ha un disperato bisogno di giocare con continuità per provare a sbocciare come sembrava potesse fare prima dello stop forzato. Jesé è stato utilizzato da Zidane per chiudere le partite quando le squadre si allungano e giocava quasi sempre a sinistra dove poteva rientrare col destro sia in area che per associarsi con l’esterno opposto.
Il giocare nei finale ha gonfiato un po’ le sue statistiche in termini di efficienza, ma non impedisce di riconoscere le caratteristiche di un giocatore d’élite: Jesé è velocissimo sia con spazio in conduzione che senza partendo da fermo e tecnico sia nel controllo che nel dribbling, preciso quando deve tirare in porta. Crescere dietro Cristiano Ronaldo ha influito non solo nel modo in cui pensa calcio, che sembra una mimica del portoghese, ma anche nel migliorare il suo rapporto con l’area di rigore, dove è ormai una sicurezza dal punto di vista della definizione.
La scelta del PSG è data sia dallo status della squadra (che non comporta una discesa traumatica dal Real Madrid) che dalla presenza di Emery, un allenatore che ha sempre apprezzato i giocatori verticali come Jesé. Nonostante sia presente la clausola di riacquisto a favore del Real Madrid, con il blocco del mercato in arrivo sicuramente nei prossimi due anni rimarrà a Parigi per far contento Unai Emery, che si trova ora con un giocatore ancora abbastanza giovane da poter essere modellato, ma che già può dargli sicurezze di produzione offensiva e di duttilità tattica.
Cinque coppie più assurde di Balotelli-Pellissier
[Lunedì 8, pomeriggio]
È di oggi la voce che il Chievo sarebbe interessato ad acquistare Balotelli: una prospettiva che supera persino quella di Robson-Kanu all'Atletico Madrid. La coppia Miami Vice con Pellissier sarebbe una delle cose più belle viste su un campo di Serie A da un sacco di tempo. Ecco le uniche cinque che nei prossimi anni potrebbero superare questo livello di non-sense:
5) Dzeko/Pazzini - dopo un'altra stagione incolore alla Roma, l'attaccante bosniaco viene girato in prestito al Verona in Serie B. Il suo arrivo rigenerà l'ultimo anno di carriera di Pazzini, che riporterà il Verona in Serie A segnando 29 gol.
4) Lukaku/Paloschi - il 25 luglio del 2017 Di Marzio dà la notizia: "Lukaku-Atalanta, è fatta". Il prestito gratuito all'Atalanta è l'ultima disperata mossa per salvare un investimento da 70 milioni di euro.
3) Cassano/Moscardelli - l'ultima tappa della carriera di Fantantonio incredibilmente sarà Arezzo. I 50 gol segnati dai due in Lega Pro saranno la traccia indelebile di quel binomio, oltre ad un programma satirico su Italia 1.
2) Totti/Drogba - affascinato dall'atmosfera canadese vissuta nell'ultimi ritiro nordamericano, il capitano della Roma deciderà di trasferirsi al Montreal Impact per l'ultimo anno della sua carriera. Il suo video di presentazione in cui parla in inglese sarà il più condiviso del 2017.
1) Higuain/Maccarone - dopo il grave infortunio a Dybala e Mandzukic alla fine del 2016, Marotta decise di rispondere con un colpo a sorpresa per sopperire all'improvvisa carenza d'attaccanti. Maccarone si rivelerà inspiegabilmente il miglior attaccante della Serie A, oscurando persino il Pipita.
Nicola Sansone, il sottovalutato
di Flavio Fusi
[Lunedì 8, mattina]
È dalla scorsa estate che i rumor accostano Nicola Sansone a diverse squadre italiane di fascia medio-alta, ma nessuna ha mai affondato il colpo (o forse erano solo chiacchiere). Così, alla fine, l’ex ala del Sassuolo se ne va al Villareal, club che ha realmente creduto in lui, tanto da investire 14 milioni di euro solo di cartellino.
Messo spesso in secondo piano rispetto al compagno Domenico Berardi, forse più talentuoso, ma meno prevedibile e costante, Sansone si è fatto apprezzare per le doti di dribbling, la rapidità con e senza palla e la capacità di calciare in porta con entrambi i piedi, smentendo tutti quelli che lo ritenevano troppo poco fisico per emergere nel nostro campionato.
Se poi lo paragoniamo al compagno dal punto di vista della produzione offensiva delle ultime due stagioni (quelle in cui hanno giocato assieme), possiamo notare come la loro media gol senza rigori sia praticamente equivalente (0,24 per 90 Berardi, 0,21 Sansone) così come il contributo creativo misurato tramite il numero dei passaggi chiave (1,57 per 90 Berardi, 1,53 Sansone). Considerando il costo, quasi dimezzato rispetto a quello di Berardi, possiamo tranquillamente dire che Sansone sia stato sottovalutato dai club nostrani.
Al Villareal, Sansone ritrova Soriano, altro italiano appena approdato nella Liga, con cui è cresciuto assieme nelle giovanili del Bayern Monaco. Sarò un vero peccato non rivedere entrambi calcare i campi della Serie A nella stagione alle porte: stamani c’era chi girava in redazione con il lutto al braccio.
"Taxi" al Torino in un lampo
[sabato 6, pomeriggio]
Quello che ha (ri)portato Tachtsidis dal Genoa al Torino è stato un vero e proprio trasferimento “lampo”: nella giornata di ieri rossoblu e granata hanno trovato un accordo a tempo di record.
Un acquisto in ottica 4-3-3, il nuovo sistema di gioco che Mihajlović sta implementando: l'ex pupillo di Zeman (a cui viene spesso rimproverata la scarsa mobilità) porta geometrie e forza fisica, caratteristiche che mancavano nel centrocampo del Torino.
“Taxi” si trovava già in Piemonte (era in ritiro con il Genoa Bardonecchia), ma ha raggiunto il resto della squadra in Austria, dove in men che non si dica ha firmato il contratto e dopo aver ripreso la sua vecchia maglia numero 77, è subito sceso in campo nell’amichevole odierna contro l’Hull City!
Derby d'Italia per Luiz Gustavo
di Francesco Lisanti
[sabato 6, pomeriggio]
Luiz Gustavo, 29 anni appena compiuti, è finito al centro dell’ennesimo «duello di calciomercato», e nei due angoli siedono ancora una volta Inter e Juventus. Il brasiliano è ormai maturato come uomo d’ordine davanti alla difesa con buone letture difensive. Nell’ultima Bundesliga non ha eccelso in nessuna statistica, se non in quelle percentuali – ad esempio, considerando i giocatori con almeno 1000 minuti giocati, è uno dei migliori nel suo ruolo per rapporto tra contrasti tentati e riusciti.
Di contro è terzultimo in questa classifica per passaggi chiave ogni 90 minuti, e le sue responsabilità creative sono state molto limitate sia nel gioco corto che nel gioco lungo. Abbiamo provato a capire cosa aggiungerebbe Luiz Gustavo alle due squadre più attive sul mercato italiano.
Servirebbe all’Inter?
Secondo Gianluca Di Marzio, i nerazzurri avrebbero già pronti 18 milioni di euro (un’offerta che presumibilmente escluderebbe quella per Gabriel Barbosa, anche se ogni giorno che passa le finanze dell’Inter assumono contorni sempre più misteriosi). A Mancini serve esattamente il vertice basso del 4-1-4-1 che possa coprire le spalle di Banega e Brozović, oppure affiancarsi al croato in una situazione di 4-2-3-1, il modulo in cui Luiz Gustavo ha giocato sia nel Bayern che nel Brasile e poi nel Wolfsburg. Questo investimento non sarebbe ovviamente conciliabile con quello, molto pesante, riservato solamente un anno fa a Kondogbia. Evidentemente in questo momento Mancini preferirebbe scommettere su Luiz Gustavo che sul francese, sebbene il buon senso (finanziario, principalmente) indicherebbe la direzione contraria.
Servirebbe alla Juventus?
Se partisse Pogba e se Marchisio si confermasse in condizioni fisiche molto precarie, allora un centrocampista di caratura internazionale sarebbe indispensabile (considerando anche che sull’affidabilità a lungo termine di Khedira il “se” si può togliere in partenza). Luiz Gustavo è un giocatore poco mobile e inadatto a un gioco reattivo, ma nel fraseggio corto della squadra di Allegri potrebbe inserirsi perfettamente, garantendo protezione al pacchetto difensivo. Sarebbe la prima riserva di Marchisio, e in questo momento solo la Juventus può permettersi un’offerta da 18/20 milioni per una riserva.
Al Napoli serve un altro centrale
di Flavio Fusi
[sabato 6, mattina]
L’acquisto di Tonelli, annunciato già al termine dello scorso campionato, avrebbe dovuto chiudere il mercato del Napoli per quanto riguarda la difesa, in modo consentire a Sarri di lavorare al meglio sui delicati meccanismi della zona durante l’estate.
L’ex centrale dell’Empoli è però stato tormentato da un’infiammazione al ginocchio che fin qui non gli ha mai permesso di allenarsi in gruppo e che rischia di avere tempi di recupero anche considerevoli, vista la delicatezza del problema. Inoltre, Koulibaly, che pur sembra possa rinnovare e di conseguenza rimanere, a gennaio sarà via con il Senegal per la Coppa d’Africa ed il rischio è che, proprio nel momento clou di una stagione che li vedrà impegnati su tre fronti, gli azzurri si ritrovino con gli uomini contati in difesa.
Alla luce di queste complicazioni, il Napoli dovrà probabilmente tornare sul mercato per assicurarsi un quinto centrale difensivo, magari giovane, visto e considerato che il 31enne Albiol andrà in scadenza a giugno 2017. È quindi tornato in auge il nome di Maksimović, difensore che il Napoli ha lungamente corteggiato anche nella finestra invernale, che per caratteristiche fisiche e tecniche sembrerebbe essere il nome giusto per la linea difensiva di Sarri. Come a gennaio però sarà molto difficile convincere il Torino a privarsi del centrale serbo.
Come alternativa è emerso il nome di Victor Lindelöf, difensore del Benfica visto all’opera anche con la Svezia ad Euro 2016. Il profilo è simile a quello di Maksimović: lo svedese è un centrale solido e molto abile a far cominciare l’azione dalla difesa, oltre che duttile, considerato che, proprio come il serbo, può essere schierato anche sull’out di destra (particolare importante, visto che l’unica alternativa ad Hysaj è il 34enne Maggio).
Gli ostacoli sono la concorrenza del Chelsea e la clausola rescissoria da 30 milioni di euro, anche se dopo l’affare Higuaín il Napoli potrebbe valutare un grosso investimento su uno dei difensori più promettenti (classe 1994) del panorama calcistico europeo. Più difficile, secondo Sky, la pista che porta a Kjaer, visto l’ingaggio particolarmente oneroso.