Lo scorso anno vi consigliavamo di seguire con attenzione Usman e Adesanya perché sarebbe potuto essere quello in cui sarebbero diventati campioni. E indovinate chi è il campione dei Pesi Welter e chi è quello dei Medi, oggi? Non per fare gli splendidi, però insomma se vi serve una guida al 2020 delle MMA eccovi serviti. Ovviamente, quella che segue non è una classifica.
Francis Ngannou
Che sia finalmente l’anno di uno dei fighter più spaventosi? L’età anagrafica di Daniel Cormier e Stipe Miocic, che si sono spartiti lo scettro dei pesi massimi negli ultimi anni, suggerirebbe di sì. Francis Ngannou sembra finalmente aver superato quelle falle difensive che Miocic aveva esposto in maniera inequivoca circa due anni fa, ma anche mentalmente sembra tornato al meglio, dopo il match sorprendentemente piatto contro Lewis. Nessuno ha mai avuto la sua potenza da KO e nei Massimi, si sa, è un fattore che conta. Che sia l’anno della sua definitiva esplosione?
Ngannou ha detto più volte di voler combattere ancora per il titolo e dati i suoi risultati nel 2019 (due vittorie per TKO al primo round contro due ex campioni UFC: Cain Velasquez e Junior dos Santos) forse l’UFC non ha molta scelta, anche se il camerunense si è lamentato della scarsa attività e la promotion non sembra intenzionata a velocizzare le cose. Per questo Ngannou ha già accettato un match contro l’imbattuto Jairzinho Rosenstruik (un’altra meraviglia svelata nell’anno corrente, impossibile da celare data la medio-bassa qualità della divisione dei pesi Massimi). L’appuntamento è datato 28 marzo 2020, ci aspettiamo una vittoria di Ngannou, con la consueta violenza.
Jon Jones
Chi più di Jon Jones merita uno sguardo nel 2020? Il dominatore di lunga data della divisione dei Massimi-Leggeri ha indicato proprio quest’anno come quello giusto per un passaggio alla divisione superiore. Dopo gli infiniti problemi personali, con USADA e con se stesso (l’unico vero avversario ancora da sconfiggere) Jones pare aver messo “la testa a posto”, come si dice, ma nessuno può averne la certezza. Sebbene la sua unica vittoria nel 2019 sia anche l’unica arrivata per split decision nella sua carriera, Jones avrà la chance, già il prossimo 8 febbraio, di mostrare che il match con Thiago Santos è stato solo un caso isolato, affrontando l’imbattuto Dominick Reyes.
Coi fallimenti di Johnny Walker e Aleksandar Rakic, nessuno oltre Reyes (che comunque viene da una vittoria molto discutibile contro Volkan Oezdemir) merita di sfidarlo, motivo per cui è immaginabile in un futuro non lontano un match nei Massimi, magari contro Stipe Miocic che meriterebbe anche un match con una borsa al livello della sua storia in UFC. Miocic ha battuto Cormier tornando ad essere il campione della categoria più pesante e si prospetta un ultimo match tra i due, la chiusura della trilogia che potrebbe essere anche l’ultimo match della brillante carriera di Cormier, eterno rivale di Jones. Se Jones dovesse battere Reyes, l’ultima sfida potrebbe restare proprio quella di salire di categoria. Ormai Jon Jones combatte per essere considerato e ricordato come il miglior fighter di MMA della nostra epoca, anche se per qualcuno resterà sempre un asterisco vicino al suo nome.
Kamaru Usman
L’anno scorso avevamo predetto la sua definitiva esplosione, ma Usman è andato oltre ogni aspettativa. Anche dal punto di vista delle semplici prestazioni: ha maltrattato nel grappling, con una facilità a tratti sbalorditiva, il campione dei Welter Tyron Woodley, che conservava il record per la migliore difesa agli atterramenti; poi ha demolito Colby Covington in un match invece combattuto interamente dallo striking. Nessuno in questo momento può attentare allo scettro di Usman, per questo qualsiasi cosa succeda, qualsiasi avversario gli verrà dato in pasto, come un sacrificio votivo, sarà interessante vederlo in azione. Se Usman confermasse la sua potenza anche nel 2020 potrebbe gettare le basi per un lungo, lungo, dominio.
Amanda Nunes
Steve Marcus/Getty Images
Non esiste, oggi, una fighter migliore di Amanda Nunes. È la più forte, quella che anche quando sembra essere in difficoltà riesce a trovare una strada per la vittoria. Un esempio viene dal match contro Germaine De Randamie, nel co-main event dell’ultimo evento numerato dell’anno da parte di UFC. Nunes stava subendo in maniera netta lo striking più tecnico della sua avversaria ed è corsa ai ripari facendo sfoggio della sua grande abilità in grappling, mettendo a segno una vittoria importantissima. Dopo aver battuto Cris Cyborg negli ultimi giorni del 2018, mettendo a segno l’ennesima impresa, Nunes ha guardato subito avanti e nel 2019 ha battuto in maniera estremamente convincente Holly Holm.
Quest’anno sarà più complicato tracciare una strada che non sia solo conservativa, ma anche osservare la sua capacità di resistere in cima alla piramide alimentare delle MMA femminili sarà interessante. In attesa di un’avversaria che possa metterla in difficoltà in ogni campo.
Jorge Masvidal
Il “baddest motherfucker” sul pianeta terra tornerà nel 2020 probabilmente con una chance titolata. Superare Kamaru Usman non sarà un’impresa facile, Masvidal però ha quel qualcosa in più, rispetto anche all’ultimo sfidante del campione Colby Covington, che lo rende praticamente adatto a questo tipo d’imprese. Nel 2019 ha annichilito Ben Askren, in 5 secondi, settando il record per la vittoria più veloce in UFC e difatto azzerandone l’hype. Poi ha battuto Nate Diaz mostrando grande consapevolezza del livello raggiunto. Masvidal sembra a tutti gli effetti pronto alla sfida più impegnativa della sua vita, il punto sarà capire se la UFC vorrà dargli quella chance o preferirà giocarsi il “personaggio” ancora un po’, magari con altri incontri divertenti e interessanti.
Lui, nell’attesa, sta persino provando a giocarsi la possibilità di un supermatch con Canelo Alvarez: che però come nel caso di McGregor-Mayweather sarebbe più interessante per il suo portafoglio che per altro. La sua completezza è rara e anche il suo pugilato anche è costruito per le MMA, del carattere e della faccia giusta. Noi preferiamo pensare che Jorge Masvidal possa essere la rivelazione assoluta del 2020 dell’UFC. Anche se, per risvegliare la divisione dei Welter da un incubo chiamato Kamaru Usman, servirà qualcosa in più rispetto a quello che ha fatto vedere finora.
Conor McGregor
Questo è un consiglio da prendere con le pinze, perché le reali condizioni psicofisiche di McGregor sono pressoché sconosciute e questo è uno sport dove difficilmente genio e sregolatezza portano a grandi risultati. E però, McGregor avrebbe dalla sua parte l’età: perché 31 anni non sono molti per programmare un ritorno ai massimi livelli di uno sport come questo. Oltretutto, il fatto di aver combattuto poco negli ultimi anni, preservando così la sua tolleranza ai colpi, potrebbe tornargli utile. E poi c’è il talento di Conor McGregor, che spesso ci dimentichiamo. Perché di talenti così sconfinati ce ne sono stati pochi addirittura nella storia delle MMA.
Adesso McGregor si sta allenando con Tyson Fury (un irlandese e un inglese), pugile fenomenale che sembrava aver intrapreso un inesorabile discesa agli inferi, ma che ha trovato la forza interiore per risollevarsi, e questo potrebbe essergli di buon auspicio. Dopo il match a 170” contro “Cowboy” Cerrone (il prossimo 19 gennaio), se vorrà tornare agli antichi splendori, sarà obbligato a scendere almeno nei pesi Leggeri: se invece deciderà di restare nei welter, allora sarà ancora una volta chiaro che sarà soltanto per business...
Israel Adesanya
Dopo neanche due anni in UFC, Israel Adesanya si è preso la cintura dei pesi Medi, una delle categorie più complesse e zeppe di talento, al termine di un incontro sanguinoso e durissimo (il più spettacolare del 2019?) con Kevin Gastelum, lo scorso aprile. Poi ha difeso la cintura contro Robert Whittaker, che veniva da 9 vittorie consecutive e non perdeva un incontro da 5 anni (anche se, va detto, non combatteva da più di un anno per infortunio). Quella dei Medi è anche una categoria considerata come noiosa, in cui più incontri finiscono nelle mani dei giudici: Adesanya ha portato anche una freschezza - dentro e fuori dall’ottagono - unica e nuova. Si è saputo costruire un personaggio a cui tenere fede e il suo stile eclettico ed elusivo, fatto di schivate e colpi d’incontro estremamente precisi, lo rende un problema difficile da risolvere per chiunque nella categoria. Paulo Costa, Yoel Romero, non importa chi sarà il suo prossimo avversario: per ora non c’è niente di meglio da vedere della grazia distruttrice di Adesanya, per questo ci auguriamo che duri ancora a lungo il suo regno.
Chan-sung Jun
Il "korean zombie" ha avuto uno splendido 2019, dopo un 2018 complicato (quando, rientrato da un infortunio, stava vincendo ai punti il match contro Yair Rodriguez, prima di capitolare all’ultimo secondo dell’ultimo round a seguito di una meraviglia, una gomitata girata fatta partire dal basso). Dopo l’annus horribilis però è arrivato il riscatto con due vittorie, entrambe per KO al primo round, contro due fighter classificati del calibro di Renato Moicano e Frankie Edgar.
E allora, sempre rispettosamente, il fighter coreano ha sfidato Alexander Volkanovski. Ora, il coreano è un fan-favorite adorato dal pubblico, qualora UFC non dovesse offrire immediatamente la chance a Max Holloway di riprendersi il titolo, il secondo in lista probabilmente sarebbe lui. E se offre una garanzia, è quella dello spettacolo.
Zabit Magomedsharipov
Foto di Ed Mulholland/Getty Images
Magomedsharipov è uno dei fighter più eclettici, fantasiosi, spettacolari che siano emersi negli ultimi anni. Ma oltre alle qualità che lo rendono più appetibile al pubblico ce ne sono altre - la lucidità, l’applicazione di gameplan ben studiati ed eseguiti alla perfezione - che lo rendono un fighter solido e sempre in controllo. Coniugare spettacolarità e solidità non è una dote molto comune, farlo con la maestria del russo è impresa per pochi eletti. Ora Magomedsharipov si trova alla posizione numero 3 del ranking dei pesi Piuma e nel 2020 lo attenderanno test davvero importanti per la sua carriera. Quest’anno sapremo davvero fin dove lo potrà portare il proprio talento. Noi crediamo molto lontano.
Aljamain Sterling
Nei pesi Gallo c’è un fighter dal talento enorme che per una questione soprattutto mentale ancora non è sbocciato del tutto, ma che con quattro vittorie consecutive sembra essere diventato maturo nell'approccio al match. Sterling è un fighter estremamente versatile, forse addirittura il più completo in una categoria dove la concorrenza è alta, ma per qualità e per le migliorie evidenziate lo scorso anno potrebbe essere proprio lui ad avere la meglio in quello a venire. Non ci stupiremmo se dovesse concludere il 2020 con la cinutura alla vita. Ha tutte le qualità e la giusta maturazione per farlo.
Alexander Volkanovski
Il nuovo campione dei pesi Piuma ha sottratto il titolo all’isola delle Hawaii e lo ha portato a quella australiana. Grazie a un match ben studiato e portato a termine nel migliore dei modi Alexander Volkanovski è riuscito ad imporsi sull’ex campione Max Holloway a UFC 245: sono stati cinque round di studio e strategia applicati, complice anche una completezza inusuale e un cardio davvero fenomenale.
Volkanovski è un ex giocatore di rugby (che pesava 240 libbre circa, se si pensa che adesso compete nei piuma, a 145 libbre, si comprende che sacrificio abbia dovuto fare per perdere circa 45 kg) con un allungo straordinario (182 cm) e sembra avere tutte le carte in regola per confermarsi sul tetto dei piuma per molto tempo. In questo momento, le minacce più concrete sembrano essere rappresentate da un rematch con Max Holloway oppure dall’emergere di Chan Sung Jung.
Chase Hooper
Classe 1999. Ok boomer, questa è la vera giovane rivelazione dell’anno. A soli 20 anni, Chase Hooper si è già guadagnato un contratto UFC grazie ad un’apparizione vincente alle Contender’s Series di Dana White, stupendo e convincendo. Già vittorioso in due occasioni nel 2019, una delle quali a Titan FC, ha cementato la sua posizione con un’altra veloce vittoria su Daniel Teymur, buono striker svedese. Hooper sa di dover migliorare, ma ciò che ha fatto vedere in fase di grappling e ground game è stato una meraviglia per gli occhi: scramble vincenti, controllo della posizione, ottimo settaggio delle sottomissioni e ground and pound famelico. Parte coi favori della gioventù e il primo impatto nei persi Piuma è stato un colpo di fulmine: di questo passo, perché sbocci l’amore, basta poco.
Deiveson Figuereido
Deiveson Figuereido è il prossimo sfidante al titolo dei pesi Mosca. A trentadue anni e con un soprannome come “Dio della guerra” ha un record sfavillante di 17-1: l’unica sconfitta è arrivata ai punti in un match comunque equilibrato opposto a Jussier Formiga. Da allora, altre due vittorie su Alexandre Pantoja e Tim Elliott hanno fatto sì che il brasiliano venisse preso in considerazione da UFC come principale oppositore di Joseph Benavidez, l’unico fighter in UFC (oltre a Demetrious Johnson che ormai è il campione One) a vantare una vittoria sul “Triple C” Henry Cejudo. In palio, come detto, ci sarà il titolo dei pesi Mosca, del quale è stato privato Cejudo perché ha scelto di non difenderlo. Figuereido è un fighter velocissimo, dal timing incredibile e molto completo, non sarebbe una sorpresa vederlo battere Benavidez e salire sul tetto del mondo.
Marvin Vettori
Foto di Jennifer Stewart/Getty Images
Non è per patriottismo, per noi Vettori è uno dei pesi Medi più evoluti negli ultimi anni, un fighter che ha affinato in maniera sorprendente il suo striking, come è emerso in modo inequivocabile negli ultimi due incontri. Contro Cezar Ferreira e Andrew Sanchez ha smesso di soffrire un calo atletico nelle terze riprese, mantenendo inalterato un alto volume di colpi per tutta la durata del match. Poi c’è sempre il suo ground game implacabile. La sua prestazione contro Adesanya è stata rivalutata dopo che abbiamo visto cosa è stato in grado di fare contro un campione come Whittaker.
Nel 2020 lo attendono test ancora più probanti e potrebbe anche essere l’anno della sua definitiva consacrazione. Una vittoria contro Darren Stewart potrebbe aprirgli le porte per la top 15.
Petr Yan
Russo, faccia da cattivo di 007 e “fight IQ” altissimo con una capacità di finalizzazione alta. Il biglietto da visita di Petr Yan , soprannominato “No Mercy” (senza pietà), è spaventoso: a quota 6-0 in UFC, a ventisei anni ha già battuto fighter del calibro di Douglas Silva De Andrade, John Dodson, Jimmie Rivera e Urijah Faber. Petr ha già chiesto la chance titolata e ha definito “un cucciolo” Cody Garbrandt. Tutto questo, però, dopo aver dimostrato di poter essere considerato fra i top fighter al limite delle 135 libbre soprattutto grazie alla sua abilità nella fase di striking. Con un pugilato corto e preciso, headkick che intimoriscono i suoi avversari, propensione perpetua all’avanzamento. Yan è vicinissimo alla vetta, tutto ciò che gli serve è un’ultima impressionante vittoria. Chi sarà il suo prossimo avversario?
Cody Garbrandt
Quando Cody Garbrandt prese letteralmente in giro uno dei campioni più dominanti della storia della MMA, Dominick Cruz, pochi avrebbero dubitato del suo futuro. Era il 30 Dicembre del 2016: prima di quella data solo vittorie per Cody, dopo solo sconfitte. Tre per l’esattezza, e tutte prima del limite (due contro l’arcinemico TJ Dillashaw, adesso fuori per doping).
Cosa ha smesso di funzionare in Cody Garbrandt? Analizzando le sue sconfitte verrebbe da dire la lucidità. Il suo stile sicuro è diventato da megalomane, gli scambi a due mani da devastanti, perché liberati al momento giusto, sono diventati scriteriati, fuori controllo. La nostra scommessa (o se volete speranza) però è che riacquisisca il necessario controllo per far tornare a brillare il suo straordinario talento.
Jared Cannonier
La seconda giovinezza che sta vivendo Jared Cannonier nella divisione dei pesi Medi ha fatto sì che i vertici UFC (a seguito di 3 vittorie consecutive tutte per TKO, contro David Branch, Anderson Silva e Jack Hermansson) e il resto della divisione gli dessero la giusta importanza. Anche Israel Adesanya ha parlato bene di lui e Cannonier, dopo l’esperienza nei massimi e la breve e fallimentare parentesi nei massimi-leggeri, il prossimo marzo affronterà l’ex campione dei Medi Robert Whittaker.
A chi lo ha visto nelle sue versioni più “gonfie” può sembrare strano notare la sua rapidità: scendendo di categoria è aumentata la sua velocità di braccia, e anche il discreto footwork e il buon controllo delle distanze aiutano la sua migliore qualità, che è ovviamente un’esplosività senza eguali nei colpi in fase di striking, siano essi di braccia o di gambe. Stare davanti a Cannonier e aspettare di scambiare si è rivelata la mossa meno adatta di tutti e tre i suoi ultimi sfidanti. Whittaker però è un fighter più intelligente, rapido, completo degli ultimi tre fighter affrontati da Cannonier. Se dovesse superare anche questa prova in maniera brillante, le porte per la chance titolata gli si aprirebbero senza polemica alcuna.
Alessio Di Chirico
Il 2019 per Alessio Di Chirico non è stato sicuramente l’anno migliore. Sconfitto per decisione unanime prima da Kevin Holland e poi da Makhmud Muradov (la prima delle due sconfitte sicuramente meno meritata della seconda, anzi, decisamente discutibile), è comunque riuscito a conquistare un altro contratto da parte dei vertici UFC, ed è chiaro che le aspettative da parte della promotion siano ancora alte, altrimenti in un anno di tagli staremmo parlando di un 2020 diverso. La qualità di Di Chirico non è in discussione: è un fighter completo ed in continua evoluzione, ancora alla ricerca di quel piccolo qualcosa in più che anziché far pendere l’ago della bilancia dalla parte dei suoi avversari riesca a farlo uscire a testa alta dall’arena.
“Manzo” offre sempre match dinamici da “back & forth”, ma la tendenza a stabilire un ritmo e poi non finalizzare, pur sembrando avanti ai suoi avversari, è un’arma a doppio taglio. Da una parte gli permette di avere sempre equilibrio e controllo, dall’altra non taglia mai fuori interamente i suoi avversari dall’incontro. Di Chirico sa che adesso gli serve assolutamente una vittoria, e con un record di 3-4 in UFC dovrà impegnarsi affinché sia convincente. Noi facciamo il tifo per lui e non solo per questioni di nazionalità ma per la persona e il fighter che ha dimostrato di essere.
Song Yadong
Il pareggio strappato da Cody Stamann al cinese Song Yadong non deve trarre in inganno circa la pericolosità di quest’ultimo. Ventiduenne, cresciuto a Tianjin, è giovanissimo e pieno di risorse, come ha già dimostrato al suo esordio in UFC battendo Alejandro Perez per KO al primo round. Mani di pietra, grande velocità, e notevole capacità di sfruttare al meglio le angolazioni. È un rappresentante delle nuove leve ed è completo sotto ogni aspetto, ma la sua promessa ricorda un po’ quella del Korean Superboy Doo-ho Choi, scioltosi come neve al sole nelle ultime uscite, ragion per cui diventa difficile fare proclami. Le qualità, però, ci sono e sembrano solide, il 2020 ci dirà se UFC è il posto giusto per lui.
Geoff Neal
Foto di Steve Marcus/Getty Images
Geoff Neal ha chiuso al meglio l’anno sbarazzandosi in maniera rapida e convincente di un fighter che non conosce la paura come Mike Perry. Neal è un grande stratega dell’ottagono e come se non bastasse ha le mani d’acciaio (che poi è il suo soprannome, “Handz of Steel”). A queste qualità va aggiunto un footwork e lavoro di “in-&-out” eccezionali. Dopo aver impressionato nel Contender’s Series di Dana White, Neal (al momento numero 14 dei Welter) mira a scalare le gerarchie ed avvicinarsi alla chance titolata. Per ciò che ci ha fatto vedere finora, il suo 2020 dovrebbe essere piuttosto interessante.
Douglas Lima
Douglas Lima è il campione dei pesi Welter di Bellator e, lo diciamo chiaramente, ha il nostro amore sportivo ormai da tempo. È fighter roccioso e concreto dall’incredibile record di 32 vittorie e 7 sconfitte, che nel 2019 ha messo a segno due delle più importanti vittorie ottenute in carriera: nella prima ha tolto l’imbattibilità a Michael “Venom” Page, con una sequenza da videogioco nel corso del secondo round a Bellator 221, spazzando con un leg kick la gamba avanzata di Page e raggiungendolo con un montante al mento che ne ha decretato l’inizio della fine; nella seconda ha praticamente dominato in rimonta un sempre più sbiadito Rory MacDonald, che nonostante un buon match non è riuscito ad arginarlo, finendo per dover cedere il titolo dei pesi welter Bellator al brasiliano. Ora, non è un segreto che in molti vorrebbero vedere il fratello di Dhiego Lima in UFC, ma Douglas è una delle punte di diamante della promotion di Scott Coker e difficilmente potrà passare alla promotion più importante al mondo, sebbene i suoi ultimi match siano stati davvero di prim’ordine. Probabilmente anche in UFC Lima farebbe benissimo, ma finché non ci arriverà, non si può dire con certezza. Nonostante ciò il brasiliano deve essere considerato fra i pesi Welter migliori in circolazione ed il 2020 potrebbe confermarlo sempre di più.
Michael Venom Page
Michael Venom Page continua a vincere ma non a convincere, specie nelle ultime uscite. Tutti chiedono un match di livello che possa provarne le capacità. Dopo la sconfitta rimediata per mano di Douglas Lima, il combattente inglese è tornato ai suoi standard: vittorie impressionanti contro fighter di medio livello. I mezzi di MVP sembrano indiscutibili e il suo ultimo avversario, Shinsho Anzai, è un fighter tutt’altro che modesto, con un record oggi di 11 vittorie e 4 sconfitte e con un record di 2-2 in UFC.
A insospettire è l’eccessiva cura con cui Bellator sta trattando il suo gioiellino dai KO spettacolari. MVP è un fighter che vende e il pubblico vuole vedergli fare le sue entrate alla Naruto, le sue piroette creative e i suoi KO che silenziano l’arena. MVP avrebbe la capacità per affrontare fighter di livello più alto, ma perderebbe la componente più spettacolare del suo stile, e non è detto che Bellator ne sia contenta. Ne varrebbe però la pena? Il 2020 sarà l’anno in cui a Page viene chiesto il salto di qualità.
Jan Blachowicz
L’ex campione dei Massimi-leggeri KSW ha vissuto una costante evoluzione all’interno dell’ottagono e il rematch concessogli il 15 febbraio contro Corey Anderson corona un 2019 in rimonta. Sconfitto da Thiago Santos per TKO al terzo round nel febbraio dello scorso anno, Blachowicz ha rimesso insieme i pezzi e ha portato a casa due vittorie importantissime contro due top fighter che tentavano l’assalto alla categoria superiore. Stiamo parlando di Luke Rockhold, sconfitto in maniera netta con un KO a seguito di un assalto violentissimo di braccia, e Jacare Souza, battuto per decisione non unanime in un match molto combattuto.
Blachowicz ha chiesto a gran voce la title shot, ma serve qualcosa in più per sperare di affrontare ad armi pari Jon Jones. Battere Corey Anderson, protagonista di una vittoria insperata contro Johnny Walker, potrebbe essere un inizio.
Weili Zhang
Foto di Zhe Ji/Getty Images
Contro Jessica Andrade Weili Zhang, campionessa dei pesi Paglia, è sembrata inarrestabile. La brasiliana non ha avuto possibilità concrete nemmeno per un attimo. Stilisticamente, Weili Zhang pare essere l’evoluzione di Joanna Jedrzejczyk, ragion per cui il loro match previsto per UFC 248 il 7 marzo stabilirà definitivamente chi potrà fregiarsi del titolo di “Strawweight Queen”, come spesso piace definirsi alla fighter polacca.
Zhang è una striker eccezionale, una delle poche combattenti che porta a segno combinazioni concrete, rapide e letali. Non conosce paura ed è dotata di un ottimo livello di grappling difensivo, caratteristiche queste che la rendono davvero spaventosa agli occhi delle sue avversarie. Joanna ha uno stile molto simile, sebbene pare essere un po’ meno forte nei colpi. In molte occasioni la fighter polacca ha riportato danni più gravi rispetto alle sue avversarie, ma grazie alla sua velocità e alla capacità di mettere a segno tanti colpi, è quasi sempre riuscita a portare a casa le proprie battaglie. Le uniche fighter ad averla sconfitta sono state Rose Namajunas e Valentina Shevchenko.
Per Zhang si prospetta una sfida di altissimo livello, ma la campionessa cinese è pronta e preparata per questo genere di battaglie. Si prospetta un match di livello altissimo.
Tony Ferguson
Ad aprile Tony Ferguson affronterà Khabib Nurmagomedov. I due condividono il record di maggior numero di vittorie consecutive nella divisione dei pesi Leggeri UFC. Due campioni. Uno con la cintura, Khabib, e ultimamente palchi sempre più importanti, l’altro, Tony, leggermente fuori dai radar negli ultimi mesi a causa di problemi personali e infortuni. Il loro match è già saltato quattro volte e bisogna fare tutti gli scongiuri del caso per aprile.Chi ne uscirà vincente potrà essere considerato il miglior peso leggero in circolazione. Per molti, già schierati, questa palma appartiene a uno dei due fighter, ma non sono in molti a vedere un eventuale miglior peso leggero oltre Khabib e Ferguson. Khabib vs Ferguson va visto come il più importante incontro a livello sportivo nella divisione dei pesi Leggeri e, al di là dell’ovvio impatto mediatico, è proprio in termini sportivi che questo match è uno dei più attesi di sempre.
Leon Edwards
Si parla poco di Leon Edwards. Eppure per trovare una sua sconfitta bisogna tornare al Dicembre del 2015 e chi lo sconfisse, peraltro ai punti, fu l’attuale campione Kamaru Usman. Da lì in avanti solo vittorie e sempre più convincenti. Otto per la precisione.
Edwards è un fighter che raramente chiude prima del limite, soltanto due delle ultime otto vittorie non sono arrivate ai punti e forse questo lo ha penalizzato in termini di hype. Ma è un fighter efficace, completo come pochi e difficile da battere. Ai piani alti delle 170 libbre dirà sicuramente la sua.
Paulo Costa
Paulo Henrique Costa è un uragano. La frequenza di colpi, il ritmo, la voracità lo rendono altamente spettacolare. Nel 2019 ha sconfitto ai punti Yoel Romero, una vittoria non banale. Avere la meglio, seppur di misura, su un fighter del genere, significa entrare a far parte indiscutibilmente dell’elite dei combattenti più forti della categoria.
Strappare la cintura ad Adesanya dopo l’altisonante prestazione contro Whittaker sembra un’impresa disperata, ma se esiste un fighter al momento che può riuscirci è forse proprio il brasiliano.