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Fondamentali: Juventus-Sampdoria
15 dic 2014
La Juventus versatile di Allegri si scontra con la solidità della Samp di Mihajlović.
(articolo)
9 min
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Il ventiseiesimo punto conquistato dalla Sampdoria di Mihajlović è tra i più preziosi del campionato perché ferma dopo 25 partite la striscia record di vittorie casalinghe consecutive della Juventus. Quindici giornate sono sufficienti per convincersi del fatto che il Doria stia disputando un ottimo torneo, sopra le aspettative, e questo piccolo primato non è altro che una conferma, utile magari a far cambiare idea agli scettici.

La Samp è innanzitutto una squadra molto difficile da battere. Finora ha perso solo una volta, come la Juventus. È anche vero che ha pareggiato più di tutte, 8 volte, numero nel quale sono concentrati i rimpianti di Mihajlović, anche se quattro di questi pareggi li ha ottenuti contro Juventus, Roma, Napoli e Milan.

Stile Samp

Fa riflettere che il pari più prezioso sia arrivato in una gara che ha rappresentato un’anomalia nel campionato doriano. La Samp si è distinta finora per i principi di gioco molto chiari: fase di non possesso molto aggressiva, con l’obiettivo di recuperare immediatamente la palla restando alti, e fase offensiva che sfrutti l’ampiezza del campo, diretta, ma costruendo l’azione dal basso. Tutti i giocatori sono coinvolti in entrambe le fasi: gli attaccanti portano il primo pressing e ripiegano sulla linea dei centrocampisti (Éder è spesso il quarto a sinistra, mentre Okaka è il miglior “primo difensore” del campionato, visto che secondo le rilevazioni di SICS è l’attaccante che ha recuperato più palloni nella metà campo offensiva, 20), mentre ai difensori è richiesto di verticalizzare e di non limitarsi all’appoggio semplice al compagno più vicino a inizio azione.

Allo Juventus Stadium questi principi si sono visti poco e quando il Doria ha provato a metterli in pratica il risultato è stato deludente. I blucerchiati non hanno mai avuto l’iniziativa e si sono resi pericolosi quasi esclusivamente in ripartenza, mentre in fase difensiva hanno sofferto l’assetto e i movimenti della Juve, senza mai riuscire a prenderla alta e decidendo infine di aspettarla nella propria metà campo.

La Samp, ci dicono i dati SICS, ha recuperato palla a un’altezza media di 26 metri, poco oltre la propria area di rigore, e solo 3 volte nella metà campo della Juve. Per capire la differenza coi bianconeri basta sottolineare come la squadra di Allegri abbia recuperato palla a un’altezza media di 40 metri, vicino quindi al cerchio di centrocampo, e per 14 volte nella metà campo offensiva.

Cacciatore va a prendere Evra a centrocampo, mentre i compagni marcano i possibili scarichi.

Mihajlović si presenta col rombo a centrocampo e Gabbiadini in panchina, una scelta errata che infatti dura poco. L’inizio è molto aggressivo: la disposizione a specchio rispetto alla Juve dà riferimenti precisi in marcatura e i terzini escono alti sugli omologhi bianconeri.

Oltre alla volontà di pareggiare i numeri in mezzo al campo, la mossa di Siniša ha come probabile motivazione l’aspettativa di trovarsi di fronte Pirlo e di marcarlo col trequartista, nell’occasione Krstičić. Allegri invece manda in panchina il regista bresciano, davanti alla difesa piazza Marchisio e sulla trequarti schiera Pereyra, che meglio degli altri centrocampisti bianconeri è in grado di dare ampiezza alla manovra, partendo sì da trequartista ma allargandosi in maniera particolare sulla destra.

La scelta è azzeccata, perché il rombo della Samp ha difficoltà a coprire bene il campo e la Juve, grazie anche ai movimenti ad aprirsi dei due attaccanti, Morata e Tévez, crea costantemente superiorità numerica sulle fasce. I due attaccanti sono i giocatori che ricevono più passaggi chiave tra i bianconeri (rispettivamente 16 lo spagnolo e 12 l’argentino), spesso defilati o lontani dalla porta. Il calcio d’angolo del gol di Evra, ad esempio, nasce da una situazione di 3 contro 2 a sinistra con Tévez protagonista.

Tévez, Pogba ed Evra prendono in mezzo i due difensori della Samp e potrebbero combinare in maniera pericolosa. Pogba tenta di passare la palla di tacco al suo connazionale, ma l’intervento di Cacciatore manda il pallone in angolo.

Cambio in corsa

Il rombo blucerchiato viene cancellato poco dopo, perché Mihajlović intuisce le difficoltà dei suoi e allarga Éder e Rizzo in un 4-5-1/4-3-3 che ha come obiettivo primario quello bloccare le fasce, dove la Juve continuava a sfondare (i cross bianconeri alla fine sono 20, contro i 4 blucerchiati). Su Marchisio viene portato Okaka e il risultato è quello di una squadra che difende più bassa e in maniera meno aggressiva.

La superiorità della Juve si vede nelle risposte alle mutevoli situazioni in campo e nel nuovo scenario il compito di squilibrare il sistema difensivo doriano spetta a Bonucci, che ha molta libertà nell’impostazione e potrebbe chiudere la partita con un lancio perfetto a pescare il taglio in area di Pogba.

La Samp difende più bassa, ma lascia molta libertà a Bonucci, il secondo regista della Juve.

La qualità da regista del difensore bianconero è testimoniata dai 10 passaggi chiave totali, il secondo dato più alto della partita (il primo posto spetta a Marchisio con 14), mentre guardando ai dati stagionali Bonucci è vicino come numero complessivo (38) a Pirlo, Tévez e Pogba e sta davanti a Vidal, che di passaggi chiave ne ha totalizzati 36 (giocando comunque meno rispetto al compagno).

Bonucci diventa l’elemento chiave nel creare superiorità numerica, perché con Okaka che si occupa (male) di Marchisio, il suo avanzare palla al piede obbliga un centrocampista doriano a uscire, creando quindi degli scompensi nelle marcature.

Il problema della Samp è che la linea difensiva resta bloccata per paura di concedere spazi agli attaccanti juventini e tra le linee Pogba, Tévez, Vidal e Pereyra possono ricevere tranquillamente. Uno dei punti di forza della squadra di Allegri è l’intercambiabilità dei centrocampisti e spesso è Vidal a giocare da trequartista, con Pereyra sulla destra o al posto di uno dei due attaccanti. I 10 passaggi chiave ricevuti dal cileno certificano la sua intelligenza nei movimenti, ma che la condizione non sia al top lo si vede dai soli 3 assist, un numero che sarebbe potuto essere più grande con maggiore precisione. Per capire la differenza, Pereyra ha ricevuto 6 passaggi chiave e fatto 4 assist (qui trovate il glossario di Sics se vi state chiedendo la differenza tra passaggi chiave e assist, ad esempio).

Il limite della Juve è stato quello di non riuscire a tradurre in gol i tanti presupposti di pericolosità creati (17 tiri totali contro i 7 del Doria, 9 nello specchio contro i 3 dei blucerchiati), tenendo in vita una Samp che per tutto il primo tempo si vede pochissimo dalle parti di Buffon.

Ricominciare da capo

Mihajlović viene premiato subito quando decide di tornare all’antico e manda in campo la sua arma offensiva più affilata, Manolo Gabbiadini. Il mancino ex Atalanta gioca più da seconda punta che l’attaccante destro del tridente perché da quella parte si apre Soriano e si abbassa Okaka, il riferimento di quasi tutte le verticalizzazioni blucerchiate; Gabbiadini così taglia e va a giocare nello spazio creato dal numero 9. È fondamentale che possa vedere subito la porta quando riceve palla: anche dalla lunga distanza è molto pericoloso. Gabbiadini è nella top ten del campionato per il numero di conclusioni complessive (32) e nel 59% dei casi inquadra lo specchio, una percentuale superata dal solo Higuaín tra i primi dieci “tiratori” del torneo.

Allo Juventus Stadium questa qualità viene esaltata alla prima occasione, in una ripartenza guidata alla grande da Regini, che si lascia alle spalle tre bianconeri, e in cui Éder dimostra di avere realmente sette polmoni. È il brasiliano che fa ripartire l’azione e in pochi secondi è già in sovrapposizione al suo terzino, un movimento determinante nella costruzione del gol.

Ogbonna è preso in mezzo tra Éder e Rizzo e i ripiegamenti di Pogba e Marchisio non servono a fermare la ripartenza blucerchiata. Éder salterà il centrocampista della Nazionale e servirà Gabbiadini, che potendo mirare la porta metterà il pallone all’angolino.

A pareggio acquisito l’unico obiettivo della Samp diventa il mantenimento del risultato. La squadra di Mihajlović finisce per schiacciarsi nella propria area di rigore, Éder e Gabbiadini arretrano fino a fare i terzini in una linea difensiva a 6, mentre Palombo è uno schermo praticamente perfetto (9 palle recuperate, con l’intervento in scivolata su Pogba che ha ricordato il miglior Mascherano).

Il sistema difensivo della Samp sull’1-1, praticamente un 6-3-1 con Okaka lontanissimo e scollegato dal resto della squadra.

La Juve stanca dell’ultimo quarto d’ora è stata leggermente ravvivata da Coman, ma le distanze sempre più lunghe in fase difensiva avrebbero potuto causare la beffa: l’intervento di Buffon sulla seconda grande conclusione della partita di Gabbiadini ha evitato una sconfitta che sarebbe stata davvero immeritata.

Conclusioni

Gli indici di pericolosità offensiva e di rischio difensivo proposti da SICS e riferiti alla Sampdoria davano l’idea di una squadra che non soffre molto ed è brava a sfruttare le poche occasioni costruite. Questa immagine è stata confermata allo Juventus Stadium: dopo momenti di grande difficoltà il Doria ha colpito in una delle rare ripartenze pericolose e si è compattato difendendo il pareggio senza grandi sofferenze.

Il risultato più prezioso è stato raggiunto con una delle peggiori prestazioni stagionali (chiusa con un misero 19 nell’indice di pericolosità), uno spunto di riflessione che va contro le previsioni che vedono una Samp in caduta verso posizioni più “normali” e in linea con la propria rosa nel prossimo futuro: anche quando gioca male la squadra di Mihajlović è davvero difficile da battere.

La Juve al contrario deve fare i conti con una piccola crisi di risultati: quello contro la Samp è il terzo pareggio consecutivo tra campionato e Champions League, arrivati dopo la vittoria all’ultimo secondo nel derby. Confrontando le gare contro il Torino e la Sampdoria si può dire che quest’ultimo pari abbia bilanciato quanto preso in maniera insperata contro il Toro.

Il sollievo per Allegri è che anche in questo periodo non è mai mancata la prestazione. Contro i blucerchiati la Juve è sembrata decisamente in forma e solo nell’ultimo quarto d’ora ha mollato mostrando un po’ di stanchezza. L’indice di pericolosità di SICS segna un netto 84-19 a vantaggio dei bianconeri, che hanno creato molto e finalizzato poco. La trasferta a Cagliari e la Supercoppa contro il Napoli sono le ultime due fatiche dell’anno prima della pausa natalizia e di un periodo di riposo che arriva al momento giusto. Se queste sono le premesse per la Roma sarà veramente dura riuscire a superare i bianconeri, nonostante l’avvicinamento in classifica possa far pensare il contrario.

Ringraziamo per i dati SICS (che potete anche seguire su Facebook e Twitter)

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