Non scrivo o parlo di videogiochi volentieri. Non perché non ne sia appassionato, tutt’altro. Per me sono un guilty pleasure, qualcosa da tenere nella sfera privata per non depotenziarne il piacere. Non ammetterò mai, per esempio, che ogni volta che su YouTube viene caricata una nuova conferenza del professor Alessandro Barbero, prendo il laptop e avvio una partita di Civilization VI, che gioco con la voce dello storico medievista in sottofondo (prendo una vittoria per dominazione con i tedeschi di Federico Barbarossa, grazie). Né dirò che il cavallo di Arthur Morgan, nel mio salvataggio di Red Dead Redemption 2, si chiama Minnesota. Oggi però sono costretto a mettere in piazza la mia ossessione per la serie Football Manager. Ho giocato a tutte le edizioni, ci gioco da quando nemmeno si chiamava così e non riesco a smettere di giocarci. Da poco più di un mese è uscita la sua trentaduesima incarnazione, Football Manager 2024. Distinguere le novità in edizioni successive di FM è un gioco di abilità da settimanale enigmistico: indovina le sette piccole differenze tra le due figure. Proverò però a darvi dieci buoni motivi per cui questo FM è meglio degli altri.
Perché è sempre lo stesso gioco
Tempo fa Paolo Condò scrisse che il nostro amore per gli atleti longevi è totale perché è ai loro corpi perfetti che affidiamo la nostra speranza di non invecchiare mai. Football Manager pizzica più o meno le stesse corde. Giocare a FM è ritrovarsi in uno di quei meme che stuzzicano la nostra nostalgia, qualcosa del tipo: «È il 2010, il tuo Catanzaro ha appena vinto la Champions League con doppietta di Keirrison in finale, sei felice e tutto va bene».
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Lionel Messi a distanza di venti anni. Grafica e valori a parte, gli attributi – i meccanismi che regolano il gioco – sono praticamente gli stessi.
Football Manager è un posto confortevole in cui stare. Puoi sempre aggiungere qualcosa di nuovo al tuo bagaglio di conoscenze ogni anno, ma non devi imparare le meccaniche di gioco da zero. Alcuni giocatori – tipo me – giocano FM allo stesso modo da sempre. Riguardo agli attributi, ogni allenatore ha i suoi feticci. Quando ho chiesto a Daniele Morrone quali fossero gli attributi che cercava in un calciatore, mi ha risposto sicuro: tecnica, controllo palla, fantasia. Sono rimasto sorpreso perché agli attributi tecnici preferisco da sempre quelli mentali: determinazione, decisioni, concentrazione e aggressività nelle mie squadre sono un must. Alla fine, in questi strani affari non tutti ben comprensibili – veramente, come si fa a quantificare l’impegno? – con un valore in una scala ancora più strana che va da uno a venti, riflettiamo una parte di noi stessi e di ciò che ci piace vedere su un campo di calcio.
Perché ognuno ci gioca a modo suo
Non esiste un solo tipo di partita all’interno di FM. Sembra strano a dirsi, uno potrebbe pensare cosa può esserci di diverso nell’intraprendere la carriera di un allenatore e provare a vincere tutto. Gli obiettivi sono identici, il modo di raggiungerli è differente. Io, per esempio, sono un giocatore LLM, acronimo che sta per Lower League Management: scelgo un paese, parto dal fondo della piramide calcistica con una squadra e cerco di salire una categoria dopo l’altra, fino alla gloria. La fine della partita può determinarla un esonero o la vittoria della Champions League. In passato FM era diventato così facile per me che mi imponevo nuovi limiti (solo giocatori italiani in rosa, oppure solo Under 23). Ora questo tipo di carriera in FM è molto più difficile di una volta.
Altri giocatori tentano sfide quasi impossibili, tipo quella della Pentagon Challenge: vincere i trofei più importanti dei cinque continenti – la Uefa Champions League, la Copa Libertadores, la Coppa Campioni della Concacaf, la Champions League asiatica e quella africana. Occorre un hardware “carrozzato” per caricare molte leghe attive. In pochi sono riusciti a completare la Pentagon e su reddit ricevono gli onori degli eroi che tornano dalla guerra.
Altri giocatori ancora scimmiottano le carriere di allenatori di culto. Alcuni anni fa andava per la maggiore la Arsene Wenger Challenge, per la quale bisognava allenare e vincere in Francia, in Giappone e in Inghilterra, come aveva fatto l’ex allenatore dell’Arsenal. Oggi va di moda una challenge simile, creata a immagine e somiglianza dell’attuale manager del Tottenham Ange Postecoglou: Australia, Grecia, Giappone, Scozia, Inghilterra.
Da quest’anno Football Manager ha la licenza ufficiale per la J-League: loghi, maglie, nomi reali, tutto incluso nella release, così non dovrete impazzire in giro per i forum per aggiungere i vostri beniamini nipponici, come accadeva negli scorsi anni.
Per il realismo raggiunto
Si può giocare a FM allo stesso modo di sempre, ma è anche vero che il team di sviluppatori in Sports Interactive fa un lavoro incredibile per aggiungere nuove possibilità in ogni edizione del gioco. Football Manager è diventato un gioco molto complesso. Immagino che per una persona che abbia lasciato la serie per qualche anno, e provi a riavvicinarsi, FM sia persino troppo complesso adesso, quasi ingestibile.
Le dinamiche sociali sono molto migliorate nell’edizione di quest’anno: le reazioni dei giocatori sono più credibili che in passato; la gestione dell’umore dello spogliatoio è diventata fondamentale per la buona riuscita delle imprese in campo; stampa e procuratori sono parte del gioco, quindi bisogna averci a che fare. E poi: la presidenza di un club valuta la performance del suo allenatore tenendo in conto un numero di parametri maggiori di una volta; i contratti dei calciatori sono così realistici e hanno così tante clausole, che a volte chiameresti un cugino avvocato per farteli spiegare; ci sono mille leve da tirare per migliorare i calciatori attraverso le sessioni di allenamento.
Football Manager è come il calcio di oggi: un affare enormemente complesso per una persona sola. L’unica cosa da fare è delegare – lo so, lo so – cioè mettersi nelle mani delle persone dello staff che si è faticato tanto per costruire. Affidarsi ai collaboratori di campo quando sostengono che un allenamento specifico per quel tale attaccante possa rendergli un beneficio; credere negli scout anche quando tirano pacchi uno dietro l’altro. Cedere una parte del controllo è il modo migliore per godersi questo FM.
Per aumentare ancora di più il realismo del gioco, ci sono skins che permettono di eliminare del tutto gli attributi e affidarsi alle stats. Organizzate in difensive e offensive, aggregate per 90 minuti: questa è la Mustermann Iconic che visualizza i percentili.
Perché accadono cose assurde
Per quanto realistico possa essere, in FM continuano ad accadere cose assurde. Non mi riferisco all’ondata di offerte pazze che molti manager, prima dell’uscita del gioco, temevano che potessero arrivare dalla Saudi League. A questo proposito, mi sento di tranquillizzare molti giocatori: almeno nel mio salvataggio attuale non ci sono stati assalti alla Serie A. L’unico trasferimento degno di nota è stato quello di Teun Koopmeiners dall’Atalanta al Al-Ittihad di Karim Benzema per 62 milioni di euro.
Mi riferisco ai mondi alternativi che FM riesce a costruire di continuo. In alcuni salvataggi, gli alter-ego virtuali dei calciatori fanno scelte incredibili: ce lo vedete Neymar che si riduce lo stipendio per andare al Fulham? O Anthony Martial che sceglie il piccolo Burton in League One per continuare la sua avventura inglese dopo il Manchester United? Queste cose succedono solo in FM e per quanto siano assurde continuano a essere affascinanti.
L’utente lollujo ha simulato 1000 stagioni in FM. Il database impazzisce e l’albo d’oro della Serie A appare così.
Da quest’anno c’è una nuova modalità di gioco, denominata “Mondo Reale”, che permette ai manager di tenere le loro partite agganciate alla realtà. In pratica i trasferimenti del calciomercato reale sono riportati nel mondo virtuale man mano che sono ufficializzati. Interessante, ma è indubbio che lo spazio virtuale affascina proprio per la sua diversità. E non è detto che non possa funzionare al contrario, cioè che sia la realtà ad allinearsi alla fantasia di un algoritmo.
Perché i calciatori ci giocano tantissimo
I calciatori sono gente che viaggia molto e nelle lunghe trasferte bisogna pur trovare il modo di occupare il tempo. In tantissimi hanno preso l’abitudine di avere il laptop dietro per giocare qualche stagione di FM.
Il giocatore forse più coinvolto di sempre in FM è Antoine Griezmann. Dei suoi savegame sappiamo tutto: Nantes, Marsiglia, Arsenal, Newcastle sono le squadre che ha scelto in passato. Da un paio di stagioni è in fissa con il Blackburn Rovers. Se lo incontrate non chiedetegli di FM, potrebbe tenervi per ore. Io vi ho avvisato.
Perché la tattica finalmente funziona
Una delle cose più frustranti degli ultimi FM era il match engine, il pezzo di software che gestisce le partite. I cambiamenti apportati alla tattica sembravano non sortire effetti. Si aveva la sensazione concreta che la vittoria potesse arrivare in un solo modo: le tattiche offensive, basate sul 4-2-3-1 e sul gegenpressing, hanno avuto un vantaggio troppo evidente in alcune edizioni di Football Manager, diciamo da FM20 fino a FM23. Ora le cose sembrano essere cambiate, si può vincere una partita in molti modi, anche scendendo in campo con una tattica difensiva. Certo è che se si vogliono vincere i campionati occorre fare più gol degli altri, è in fondo il trend di lungo periodo che si osserva anche nel calcio reale.
Faccio un esempio concreto dal mio salvataggio attuale, per dare l’idea di come il match engine adesso reagisce ai comandi. Ho consolidato il mio Cesena – immaginatemi mentre canto «Romagna e sangiovese» davanti al laptop – intorno a un modulo con difesa a 4 e rombo a centrocampo. Mentalità offensiva e la pretesa di arrivare in porta passando per il centro del campo erano i principi. Sono arrivato allo scontro diretto con il Pescara di Mister Zeman e in venticinque minuti sono andato sotto 0-3. Il mio terzino destro non riusciva a gestire l’inferiorità numerica nei confronti di ala e terzino avversari. Inoltre uno dei miei centrali andava troppo forte in tackle sul centravanti e puntualmente era saltato. Nel momento in cui avevo bisogno disperato di segnare, ho fatto una serie di scelte forse controintuitive. Sono passato da una mentalità offensiva a una bilanciata, perché mi sono accorto che stavo regalando troppi possessi con scelte di passaggio poco conservative. Ho abbassato la mia linea difensiva e ho chiesto al mio centrale di non tentare l’anticipo in maniera così ossessiva. Sono anche passato a un 4-4-2 piatto, non più a rombo, perché gli uomini in campo me lo consentivano senza ricorrere a una sostituzione. Pian piano sono risalito, all’intervallo lo svantaggio si è ridotto a un gol soltanto. Alla ripresa il Pescara è cambiato ancora, ora gli esterni d’attacco del loro 4-3-3 erano a piede invertito. Ho cominciato a soffrire perché ricevevano molti palloni tra le linee. Ho rimesso mano alla tattica: 4-2-3-1 con i mediani bassi e bloccati davanti alla difesa, un regista dietro la punta a fare da raccordo tra i reparti, entrambi i terzini in costante proiezione offensiva. E con questi cambiamenti il momentum della partita è ripassato nelle mie mani. Alla fine il Cesena ha prevalso per 4-3 grazie a un rigorino nei minuti di recupero, però la dinamica di azione-reazione tra i due allenatori è stata molto appagante.
Perché è l’ultimo FM del suo tipo
Squadra che vince si cambia. Sports Interactive ha già annunciato che Football Manager 2025 sarà un gioco completamente diverso dai predecessori. Ci saranno novità ovunque, la più importante è il nuovo motore grafico Unity, molto in voga nella comunità degli sviluppatori indipendenti. Tra i giochi Unity di successo: Monument Valley, Cuphead, Cities: Skylines II. Il graphic engine, come il match engine, è uno degli aspetti più delicati di FM: introdotto nel 2009 e poi via via patchato, esteso, ritoccato, ma mai riscritto per intero. SI ha deciso di metterci mano, ci lavora ormai dal 2019, sarà un po’ un salto nel vuoto per tutti. L’aspetto grafico è ciò che ha determinato il successo della serie, ma che contemporaneamente ha anche creato frustrazione negli utenti storici.
FM24 è, nelle parole degli sviluppatori: «Una lettera d’amore per il calcio e per la serie Football Manager che abbiamo amato». È una versione rifinita in tutto, il capolinea di una tratta che sta per essere abbandonata. Se non siete tra quelli che comprano tutti gli FM, ma ci tornate spesso ogni due, tre, quattro stagioni calcistiche, questo è il gioco da comprare e tenere per i prossimi anni.
Per vivere l’adrenalina del calciomercato
Nessuna trasmissione sportiva può restituire l’emozione di fare mercato per la propria squadra in prima persona. Nelle mie partite di FM, certe volte ho avuto l’impressione che le partite ufficiali in calendario fossero solo un riempitivo tra una sessione e l’altra di mercato, tanto era la voglia di portare profili nuovi nella mia squadra.
Come scrivevo, l’acquisizione di un calciatore è diventata un affare complesso. I calciatori virtuali pretendono di più d'una volta dal proprio manager: vogliono conoscere i piani a lungo termine del club; chiedono di essere circondati dallo staff migliore; pretendono una pletora di bonus diversificati per monetizzare la loro prestazione. Bisogna stare molto attenti a bilanciare parte fissa e parte variabile di un ingaggio o si finisce per mandare gambe all’aria le finanze del club.
In FM24 ci sono diverse novità, una su tutte è l’introduzione degli intermediari, che dovrebbe semplificare la cessione dei giocatori non più utili alla causa. Non tutto funziona a dovere: gli intermediari il più delle volte non trovano acquirenti potenziali. Alla lunga certe dinamiche di mercato diventano noiose: accade continuamente di ricevere offerte più basse di quelle che si è già rifiutato. Però in sostanza il mercato regge ed è ancora il cuore pulsante di FM.
Per conoscere più calciatori dei vostri amici
Volete mettere l’emozione di intravedere nella vita reale il vostro nuovo pupillo, seduto sulla panchina di una squadra bulgara o norvegese, in un freddo giovedì sera di Conference League? In queste occasioni scatta la mano sullo smartphone per scrivere immediatamente nel gruppo del fantacalcio, perché c’è uno scout in ognuno di noi e vogliamo che gli altri lo riconoscano.
Perché ha una comunità forte
La comunità di FM è viva e variegata. C’è una quantità di pazzi furiosi al mondo che vi faranno capire che non avete davvero nulla di che vergognarvi. Tra YouTube e Twitch ci sono un’infinità di streamer professionisti che vi aiuteranno a migliorarvi. Vi piace un approccio serio e rigoroso alla tattica? Bust the net è il vostro uomo. Preferite essere intrattenuti mentre imparate? Zealand è un vero showman.
Ogni tanto l’algoritmo di YouTube tira fuori qualche perla. Il mio dark horse in questo momento è l’utente squirrel_plays, che ha inventato un modo di fare scouting statistico in FM con python. Avete mandato il curriculum a tutte le squadre di Serie A e nessuno vi ha risposto? Fregatevene, diventate data analyst presso Football Manager.