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Pio Esposito sta mostrando i muscoli
18 feb 2025
Come gioca uno dei calciatori italiani più promettenti, nonché capocannoniere della Serie B
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7 min
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IMAGO / IPA Sport
(copertina) IMAGO / IPA Sport
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Quando esulta, Francesco Pio Esposito si tira su le maniche e mostra i muscoli: alza le braccia, contrae i bicipiti e cerca di tirare fuori il Sylvester Stallone che è in lui, producendosi nell’espressione da duro più credibile che i suoi lineamenti gli permettano. Con il naso lungo e pronunciato, il torso voluminoso e l’avambraccio bendato sembra uno di quei pugili italoamericani della prima parte dello scorso secolo di cui abbiamo visto solo foto in bianco e nero, e la cui leggenda si è protratta fino ai giorni nostri. Impossibile non esaltarsi di fronte a uno che si presenta così, soprattutto se siete stati amanti dei numeri 9 classici, quelli che si caricavano i difensori sulle spalle come cuccioli di koala, che vincevano ogni duello aereo e che, al momento di festeggiare un gol, erano sempre incazzati.

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Ultimo della sua dinastia, ovviamente cresciuto nell’Inter come Salvatore e Sebastiano, da anni sentiamo dire che in realtà è lui il più forte degli Esposito: un classico di tutte le famiglie del mondo del calcio in cui il fratello minore è sempre quello più dotato. Che poi la realtà confermi la leggenda, come sappiamo, non è per nulla automatico.

Se Pio diventerà un calciatore migliore di Salvatore e di Sebastiano, potremo saperlo solo in futuro. Di certo, però, nessuno dei fratelli ha avuto un’esplosione fragorosa come la sua. Alla seconda stagione tra i professionisti, dopo aver vinto gli Europei Under 19 e aver conquistato sotto età l’argento ai Mondiali Under 20 del 2023, quest’anno Francesco Pio Esposito è il miglior marcatore della Serie B con 13 gol, in coabitazione con Pietro Iemmello e Armand Laurienté, che a differenza sua, però, hanno segnato rispettivamente due rigori a testa (anche Esposito ha avuto un rigore a disposizione, ma l’ha sbagliato): se escludessimo i tiri dagli undici metri, quindi, Esposito sarebbe capocannoniere in solitaria.

Un dato di per sé notevole per un diciannovenne (vent’anni li compirà a giugno), che diventa ancor più lusinghiero se si considera che i suoi gol sono il principale argomento con cui lo Spezia sta provando a conquistare la promozione diretta.

Una notizia che deve far piacere ai tifosi dell’Inter, che sognano di avere in casa un’alternativa a Lautaro e Thuram più credibile di Arnautović e Taremi, a Marotta, che nel peggiore dei casi potrebbe trarre vantaggio economico dal suo cartellino, e in generale ai tifosi italiani: l’esplosione di Retegui e Kean ha arrestato temporaneamente la carestia di centravanti, ma da troppo, ormai, non possiamo contare su un giovane di grandi prospettive.

Quindi, quanto dobbiamo credere in Francesco Pio Esposito? In cosa consiste il suo talento? In un calcio che alle punte richiede ormai sempre più compiti, a quale famiglia di attaccanti appartiene?

I numeri crudi ci invitano a pensare che si tratti di un giocatore con un buon feeling con la porta e in effetti sembrano confermarlo anche le statistiche avanzate. Secondo FBref, i 13 gol sono arrivati da 9,6 npxG, un saldo positivo di 3,4: come gli attaccanti di un certo livello, le reti segnate superano quelle attese, ma comunque in maniera piuttosto ragionevole e sostenibile sul lungo periodo, il che lascia ipotizzare che il suo exploit non sia casuale.

Esposito ha le caratteristiche per produrre numeri del genere e lo Spezia fa di tutto per metterlo nelle condizioni ideali. La squadra di D’Angelo gioca un calcio atletico e diretto, che porta tanti uomini in area: il che si traduce in una grande capacità di sfruttare i calci piazzati (squadra della B col maggior numero di gol generati da palla ferma, 9) e in un massiccio uso dei cross, dove Esposito utilizza tutta la sua forza e il suo senso della posizione per imporsi. I bianconeri sono nettamente la squadra a crossare di più in Serie B: 643 cross totali, di cui 93 scoccati da dentro l’area. Un dato che contribuisce in maniera significativa a fare dello spezzino il giocatore con più palloni toccati in area di rigore dell’intera Serie B tra quelli con almeno 600’: 7,84 ogni 90’ (il secondo, De Luca, ne ha 6,56).

Il magnetismo di Esposito in prossimità della porta è la caratteristica che salta immediatamente all’occhio. Fatta eccezione per lo splendido destro dal limite contro il Catanzaro, una bordata dopo aver resistito al rientro di un centrocampista, dei suoi 13 gol 12 sono arrivati negli ultimi sedici metri, la maggior parte dei quali in area piccola. Una conseguenza del modo di attaccare dello Spezia, che fa si che Esposito possa definire con un solo tocco. Alcuni dei gol sono arrivati di rapina, nel caos generato a seguito di respinte sbagliate. Altri, invece, perché per i difensori della B, a volte, sembra impossibile da marcare. Forte di 193 centimetri per 83 chili (anche se sembra ancor più prestante), Esposito prende posizione in area, di solito entra a contatto con il centrale, lo sposta oppure lo tiene dietro, e così arriva a impattare il pallone senza che l’avversario possa intervenire.

Il gol segnato contro il Palermo un paio di settimane fa, in questo senso, è stato il suo capolavoro, una rete degna del miglior Luca Toni. Con palla sulla destra, Esposito in area ha preso contatto col difensore rosanero, Nikolaou, che ha provato ad abbracciarlo. Esposito ha continuato a spingerlo per potersi sistemare sul dischetto del rigore, dove è arrivato il cross: quasi senza saltare, con Nikolaou aggrappato e con le braccia impegnate a tenere lontano il difensore, Esposito ha girato il collo e in torsione ha piazzato la palla sotto l’incrocio del secondo palo: un gol che profuma di Serie A 2004/05 da un chilometro di distanza.

Se Esposito tocca tanti palloni dentro l’area o intorno ad essa, comunque, non è solo per via dei cross. Se l’istinto del gol e la forza bruta sui traversoni sono quelli del numero nove classico, il modo di partecipare al gioco certifica comunque la sua contemporaneità. Non che coltivi ambizioni da numero 10 come suo fratello Sebastiano. Per la manovra dello Spezia, però, la sua presenza è fondamentale.

Giunti nella metà campo avversaria, i bianconeri cercano di recapitargli subito il pallone e di utilizzarlo come riferimento spalle alla porta, dove fa valere la sua stazza nel prendere posizione e la sua sensibilità nel gioco di prima, quella sì simile per pulizia alla qualità di suo fratello Sebastiano, al quale però rende quasi una decina di centimetri e altrettanti chili. Oltretutto, dispone di buone qualità tecniche, per cui anche nel traffico riesce a rimanere freddo e trovare soluzioni pulite. Esposito riceve la verticalizzazione e abbassa la difesa, risucchiando su di sé i difensori. I compagni che gli girano intorno, poi, devono essere pronti a sfruttare le sue doti di spalle.

Anche in costruzione, in realtà, il suo contributo è notevole, perché se non ha la superiorità per costruire, lo Spezia lo cerca direttamente con i lanci. A quel punto Esposito ha il compito di spizzare per i compagni alle sue spalle, oppure di generare seconde palle per gli uomini intorno a lui. Gestirlo per gli avversari rimane comunque difficile, perché a questo livello sembra impossibile da spostare. Delle volte non ha nemmeno bisogno di saltare per generare rimbalzi vantaggiosi per la squadra, gli basta piantare i piedi per mandare fuori equilibrio il difensore e impedirgli di arrivare al contrasto aereo come vorrebbe. Così, tra lanci e verticalizzazioni, Pio Esposito è diventato anche il centravanti con più palloni toccati sulla trequarti offensiva, 22,7 ogni 90’.

Insomma, un giocatore preziosissimo per la sua squadra non solo in fase di finalizzazione, ma anche come espediente per sviluppare il gioco.

Una buona sintesi delle qualità di Esposito lontano dai sedici metri: sul lancio del portiere con una spizzata prolunga per il compagno. Poi si fa trovare sul limite dell’area e col piede debole (è ambidestro) arma il colpo di testa di Reca.

Indipendentemente da come si concluderà la stagione dello Spezia, è difficile immaginare che un attaccante simile il prossimo anno rimanga in B. Tanto più se quest’estate dovesse ben figurare agli Europei Under 21 in Slovacchia, dove sarà il centravanti titolare dell’Italia. Il test più probante, allora, sarà l’impatto fisico con la Serie A: Esposito riuscirà a rimanere una punta così dominante nel gioco di spalle e nei duelli, fuori e dentro l’area? Quanto tempo ci metterà a prendere le misure alla categoria? Dipenderà molto anche dal contesto, dalla sua prossima squadra. L’ideale, se dovesse raggiungere la promozione, sarebbe rimanere allo Spezia, ma al momento il secondo posto del Pisa dista 4 punti e i playoff sono una lotteria.

Che tipo di squadra dovrebbe cercare Esposito?

Abituato a giocare con un compagno accanto, Esposito intende alla perfezione come agire in simbiosi col partner, e infatti nel suo repertorio rientrano tutte quelle soluzioni tipiche di chi gioca in un attacco a due: movimenti ad aprirsi, veli, scarichi immediati. Ciò lascia immaginare che, con un po’ di ottimismo, il 3-5-2 dell’Inter potrebbe essere davvero casa sua. A vent’anni, però, accumulare esperienza, sperimentare, è più importante che ritagliarsi un ruolo di secondo piano in una squadra del livello dei nerazzurri. E poi, sembra abbastanza autosufficiente da reggere il peso dell’attacco, potrebbe anche cercare una squadra che giochi con un solo centravanti. La prossima scelta, in ogni caso, sarà fondamentale per continuare a crescere e coltivare la speranza di avere un grande numero nove italiano.

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