Adam Bobrow è una delle personalità più seguite nella scena pongistica internazionale. Il suo canale YouTube conta più di un milione di iscritti grazie ai suoi video che mirano a portare il tennis tavolo (come ufficialmente viene chiamato il ping-pong) a un pubblico più ampio, soprattutto giovane. Tra sfide aperte a tutti (100 dollari per chi riesce a batterlo) e partite contro altre personalità del tennis tavolo, Bobrow riesce a raccontare in modo semplice uno sport da sempre considerato minore, soprattutto se rapportato al suo lontano cugino del tennis, decisamente più popolare a livello mediatico.
Nato negli Stati Uniti e cresciuto a Los Angeles, Bobrow ha iniziato a giocare con il padre, imparando fin dai primi tempi quei particolari effetti di spin a cui spesso capita di assistere scorrendo i video virali sul tennis tavolo. In particolare Bobrow si è meritato il soprannome di "snake", serpente, dovuto a uno dei suoi effetti preferiti, che potremmo definire la sua “firma pongistica": alzare un pallonetto colpendo la palla non accompagnandola dal basso verso l’alto ma tagliandola da destra verso sinistra o viceversa. In questo modo, quando la pallina ritorna dall’altra parte del tavolo vira istantaneamente nella direzione opposta al taglio, disorientando l’avversario.
Nel 2014 Bobrow è addirittura diventato la “voce del tennis tavolo”, ovvero il commentatore ufficiale in lingua inglese della ITTF, la Federazione Internazionale del tennis tavolo. Gira il mondo seguendo gli eventi più importanti e facendo da spalla all’esperto commentatore Fraser Riley ai tornei del circuito del World Table Tennis. Qualcuno quindi potrebbe averlo già sentito senza saperlo in uno dei video sul tennis tavolo diventato virale nell’ultimo anno. Ad esempio quello in cui lo svedese Kristian Karlsson, posto di fronte al cinese Lin Shidong al torneo di Xinxiang, sembra prendere la palla con il primo rovescio in risposta al servizio ma in realtà la “liscia” completamente e grazie a un riflesso fulmineo la prende con il dritto. Lin pensa che sia un doppio tocco, quindi punto per lui, e si ferma raccogliendo la pallina ancora in aria. Il replay però mostra che Karlsson ha ragione e conferma la decisione dell’arbitro di non fermare il gioco, dando il punto allo svedese.
Grazie a questo suo modo di raccontare, sempre elettrizzato ed enfatico, si scoprono tante storie altrimenti nascoste. Per esempio la leggenda indiana, Sharath Kamal Achanta, o l’attuale miglior giocatore messicano, Marcos Madrid Mantilla. Tra gli ospiti del suo canale nel luglio 2023 fanno la loro comparsa anche due fratelli francesi: si chiamano Felix e Alexis Lebrun. Sono giovanissimi (rispettivamente classe 2006 e 2003) e già conosciuti nel mondo del tennis tavolo per i loro risultati: il maggiore, Alexis, è attualmente tre volte campione di Francia (tre vittorie consecutive, tra l'altro), dopo aver battuto il fratello in finale, oltre ad aver vinto per due volte il titolo Juniores nazionale; Felix, il più piccolo, è invece campione europeo in carica agli European Games giocati nel 2023. Mentre Alexis è in questo momento al numero 21 del ranking mondiale, al 16 aprile 2024 Felix è al numero cinque, dopo essere entrato in Top 10 per la prima volta a ottobre dello scorso anno.
Felix Lebrun è non solo il giocatore francese più alto nel ranking mondiale ma anche dell’intera Europa, preceduto da quattro giocatori cinesi: Wang Chuqin, Fan Zhendong, Liang Jingkun e Ma Long, quest’ultimo vera leggenda del tennis tavolo con tre titoli mondiali vinti consecutivi nel 2015, 2017 e 2019 e due volte campione olimpico nelle ultime due edizioni di Rio 2016 e Tokyo 2020. Ecco, la notizia è che Felix Lebrun, ad appena 17 anni, allo Star Contender di Budapest del 2023 è riuscito a strappare un set a Ma Long.
Quello cinese sul tennis tavolo è uno dei domini sportivi più lunghi e inscalfibili. Iniziato nel 1959 con il primo titolo mondiale vinto da Rong Guotuan e andato avanti fino ad oggi quasi ininterrottamente, consolidandosi definitivamente nel 2005, cioè da quando il titolo mondiale è sempre stato vinto da un cinese. L’ultimo giocatore non cinese a vincere il titolo mondiale è stato l’austriaco Werner Schlager (nel 2003), mentre l’ultima vittoria olimpica, appena la seconda da quando nel 1988 il tennis tavolo è stato ammesso ai giochi, risale al 2004 con il sudcoreano Ryu Seung-min. D’altronde il tennis tavolo è stato reso parte della cultura cinese fin dalla sua nascita, venendo sostenuto dal partito comunista come mezzo di affermazione internazionale negli anni più cupi della rivoluzione maoista, e poi come strumento diplomatico negli anni ‘70 utile all’avvicinamento tra Pechino e Washington in quella che successivamente verrà rinominata “diplomazia del ping pong”. Proprio il tennis tavolo permetterà di fatto al governo cinese e a quello statunitense di incontrarsi ufficialmente nel 1972, con la visita ufficiale di Richard Nixon, in un'epoca in cui la Cina, come paranoia e chiusura verso l'esterno, era vicina a quello che è oggi la Corea del Nord.
Delle 37 medaglie d’oro finora distribuite ai Giochi Olimpici nel tennis tavolo, 32 sono state conquistate da atleti cinesi e appena cinque dall’intero resto del mondo. Un dominio incontrastato che dura da decenni, nonostante sia un gioco inventato come al solito dagli inglesi, e dagli inglesi codificato poi in sport (nello specifico da Ivor Montagu, un personaggio su cui si potrebbe fare un film). Nella disciplina olimpica a squadre, poi, la Nazionale cinese, sia maschile che femminile, è imbattuta: ha sempre vinto la medaglia d’oro. A livello di mondiali, invece, il team degli uomini è imbattuto dal 2001, mentre quello delle donne non perde una finale dal 2010.
Faccio questa lunga premessa per dare il peso di quel set vinto da Felix Lebrun, che magari da chi non segue questo sport può sembrare una cosa da niente. Un set che, da solo, porta molti a guardare a Felix e Alexis Lebrun come la speranza più concreta, seppur ancora remota, di interrompere il dominio di Pechino nel tennis tavolo - per di più, nell’anno in cui le Olimpiadi arrivano a Parigi. Quasi come se i due fratelli fossero stati “costruiti” per arrivare al massimo della forma esattamente in questo 2024, urlando Cho, o Cho-le (un modo di esultare, probabilmente proveniente dal cinese, che potremmo definire il "vamos" del tennis tavolo), o altre moderne derivazioni della tipica esultanza, a ogni punto conquistato.
A febbraio scorso, ai mondiali di tennis tavolo a squadre di Busan, in Corea del Sud, la Francia ha conquistato un primo risultato di riguardo con la medaglia d’argento arrivata dopo aver superato la Corea del Sud in semifinale. Contro la Cina è poi arrivata una sconfitta per 3-0 in finale, senza alcuna sorpresa, ma è la prima volta negli ultimi 27 anni che la Nazionale pongistica francese conquista una qualsiasi medaglia ai mondiali a squadre con l’ultima, sempre d’argento, risalente al 1997. Del quintetto francese, oltre ad Alexis e Felix, hanno fatto parte anche Simon Gauzy, Jules Rolland e Lilian Bardet, ma è innegabile che l’attenzione di tutti sia concentrata sui due fratelli che, a vederli, molti scambierebbero per gemelli se non sapessero dei tre anni di età di differenza.
Nati a Montpellier, sono figli, e nipoti, d’arte. Il padre, Stephane, era arrivato il numero sette in Francia, mentre lo zio Christophe Legout ha rappresentato la Francia a tre Giochi Olimpici.
Sia Felix che Alexis hanno iniziato all’età di tre anni a giocare, somigliandosi praticamente in tutto, tranne che in un aspetto fondamentale: l’impugnatura della racchetta. Alexis è cresciuto allenandosi sempre con la classica impugnatura “all’occidentale”, o shakehand, la più comune al di fuori dell’Asia. Consiste nel posizionare pollice e indice da un lato e dall’altro della racchetta all’altezza della gomma, diversa quindi da quella del tennis in cui la mano afferra tutto il manico. Una soluzione che offre più potenza e controllo, rendendola adatta a più stili di gioco e dà la possibilità di rispondere in più modi all’avversario. Questo tipo di impugnatura negli ultimi 10-15 anni ha iniziato a diffondersi in realtà anche tra i giocatori asiatici, storicamente invece più inclini all’utilizzo dell’impugnatura "a penna" o penhold. In modo molto simile a come si tiene una penna, per l'appunto, si stringono indice e pollice intorno all’impugnatura, mentre le altre dita si appoggiano sulla parte posteriore della racchetta, tenendo di fatto il telaio capovolto verso il basso.
Felix, il fratello minore, ha trovato la propria ispirazione in Chen Jian, un giocatore cinese che si è allenato per anni tra Montpellier e Istres, cittadina a un centinaio di chilometri in linea d’aria dalla città dei Lebrun. Dall’età di quattro anni ha quindi iniziato a giocare con un’impugnatura diversa da quella di tutti gli altri, portandolo a ottenere uno stile di gioco differente: utilizzare l’impugnatura a penna permette senza dubbio di avere dei colpi più potenti sul dritto ma al costo di penalizzare la propria variabilità e il controllo sul rovescio. Sembrano sfumature tecniche, ma in uno sport che si gioca a velocità supersonica come il tennis tavolo, e per di più in uno spazio ridottissimo, anche la minima variazione può produrre grandissimi cambiamenti. Potrei parlare, in questo senso, delle varie tipologie di gomme che si possono usare (la “liscia”, la “puntinata” corta o lunga, o ancora un “antitop”, e così via) ma non voglio portare questo pezzo troppo lontano dai fratelli Lebrun.
Torniamo quindi a come Felix e Alexis Lebrun hanno improvvisamente aperto una breccia nel tennis tavolo internazionale. Se negli anni scorsi le speranze europee erano state affidate a nomi come Waldner, Timo Boll, più recentemente Otcharov, il testimone potrebbe ora passare ai due fratelli francesi proprio nell’anno delle Olimpiadi da giocare in casa. I due fratelli francesi da quel torneo di Budapest, infatti, hanno ottenuto un altro risultato rilevante. Nel maggio 2023, a Macao, Alexis ha inflitto una sconfitta a Fan Zhendong, oggi numero due del ranking mondiale, e dodici mesi fa primo della classe con il 92% di vittorie in 15 mesi. Erano 25 anni che un francese non superava il numero uno al mondo. Un risultato tanto eclatante da far scomodare persino il presidente della Federazione francese di tennis tavolo, Gilles Erb, con un parallelo clamoroso: «È come se Roger Federer, nel momento del suo massimo splendore, avesse perso contro un ragazzino di 19 anni che un anno prima era intorno al numero mille nella classifica, praticamente un signor nessuno».
«Non abbiamo mai visto nulla di simile nella storia del tennis tavolo francese», aveva affermato ancora prima Jean-Nicolas Barrelier, direttore tecnico della federazione francese «Félix è il ragazzo con il più grande potenziale nella sua categoria di età». A quanto pare, il cambio di marcia è arrivato proprio quando la federazione francese ha provato a deviare dalla strada segnata dalla scuola cinese. «Per molto tempo abbiamo voluto copiare i cinesi ma alla fine abbiamo capito che forse non era una buona strategia», ha dichiarato circa un anno fa il già citato Gilles Erb a Eurosport. «Avevamo persino allenatori cinesi che insegnavano ai nostri giocatori a giocare come loro. Con questa generazione, abbiamo deciso di cambiare rotta. Alexis e Félix hanno una creatività che i nostri ex migliori giocatori non avevano. Una forma di libertà che pone un problema ai cinesi, che invece giocano in modo "squadrato"».
Difficile che questa creatività basti per rompere dopo anni il dominio cinese sul tennis tavolo, eppure sotto sotto è proprio quello che in Francia e anche in tutto il resto dell'Europa sperano. Per scoprirlo basterà aspettare i Giochi Olimpici di questa estate, quando i fratelli Lebrun saranno chiamati a trasformare queste speranze in realtà.