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La grande partita difensiva di Frenkie de Jong
11 apr 2019
Una prestazione fondamentale per la grande partita dell'Ajax.
(articolo)
6 min
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All’interno di una partita ben giocata, anche se in modi diversi, da Ajax e Juventus potrebbe esservi sfuggita l’ennesima prova dell'eclettismo e della completezza del talento di Frenkie de Jong. Davanti la difesa è stato determinante, come al solito, nei movimenti in aiuto alla costruzione dell'azione. Allegri lo ha definito "il fulcro della manovra dell’Ajax" e ne ha elogiato la mobilità; poi ha ammesso che per la Juventus è stato un problema controllarlo a causa dei suoi movimenti all’indietro, che portavano fuori posizione il diretto marcatore (inizialmente Bernardeschi) causando scompensi alla squadra. De Jong ha chiuso la partita con 90 passaggi riusciti su 98 tentati.

https://twitter.com/OptaJohan/status/1116085643510206464

Tuttavia nella partita di ieri è stato il suo contributo difensivo a determinare più di ogni altra cosa la grande partita dell’Ajax, a permettere alla squadra di non perdere mai troppo le distanze, nonostante un gioco strutturalmente rischioso. Un aspetto del gioco in cui de Jong sta migliorando moltissimo, ma che fatica ancora ad essere riconosciuto universalmente, oscurato dalla qualità delle sue giocate con il pallone tra i piedi. Certo, potremmo porre l’accento sull’approssimazione dell’olandese in occasione del gol subìto, in cui magari con un po’ più di attenzione avrebbe potuto leggere meglio lo spazio creatosi davanti a Ronaldo e seguirlo con più convinzione,ee tentando di limitare i danni dell’inserimento, ma sarebbe ingiusto: come detto dallo stesso de Jong, sono 15 anni che il portoghese fa quei gol, con quell’istinto e quella rapidità.

Il resto della sua partita è stato costellato di giocate difensive decisive, determinanti non solo per l’esito dell’azione, ma anche per la fiducia che trasmette al collettivo: la filosofia di gioco dell’Ajax non lascia spazio a tentennamenti, indecisioni, scetticismi e lo stile di de Jong riflette sempre questa convinzione. Poter contare sulla copertura del compagno ha un’importanza radicale nelle uscite in pressione, nelle marcature a lungo raggio, nelle discese palla al piede, sovrapposizioni, e così via.

La prestazione di de Jong è stata perfettamente funzionale alle esigenze tattiche della squadra: diversificando i movimenti e le giocate, sia in fase di possesso che in quella di non possesso, ha contribuito a rendere più fluido il gioco di tutto l’Ajax. Se la distribuzione del pallone e le conduzioni palla al piede, come detto, sono le qualità più evidenti, contro la Juventus è nella fase difensiva in cui si è distinto particolarmente.

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De Jong è stato il migliore in campo per palle recuperate, 11, mentre per quanto riguarda i tackle solo Bentancur ne ha portati completati di più. Nella classifica degli anticipi invece primeggia Pjanic con 5, ma de Jong è secondo a pari merito con Matuidi e Veltman (3).

Gli scivolamenti e le pressioni di de Jong sulla fascia centrale del campo sono stati anche preziosi per far sì che la Juventus non riuscisse a far progredire con disinvoltura la manovra sul medesimo corridoio, strategia che sembrava tra le priorità di Allegri per attaccare la linea alta dell’Ajax. Bernardeschi, schierato inizialmente da trequartista per dar fastidio a de Jong e per collegare i reparti, ha subito a sua volta una marcatura abbastanza insistente dell’olandese, ma quest’ultimo è stato bravo a seguire anche qualsiasi altro avversario entrasse nella sua zona di competenza.

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La giocata difensiva più eclatante è stata senz'altro il recupero in corsa su un’azione in campo aperto della Juventus. Dopo un break in zona centrale, Bentancur si è trovato a portare alla sul centro sinistra in situazione di parità numerica: lui e Ronaldo affrontati da de Ligt e Blind. In questo frangente dell’azione de Jong è alle spalle dell’uruguaiano e scappa verso la porta per ripristinare la superiorità. A destra però, sopraggiunge velocemente Bernardeschi, creando una disparità numerica pericolosissima. Bentancur lo nota e non esita a servirlo sulla corsa, con un corridoio aperto verso l’area di rigore.

De Jong, però, si accorge della sovrapposizione e corre in diagonale senza il minimo cambio di ritmo, con l’intenzione di frapporsi tra l’attaccante della Juventus e la porta. C’è molta eleganza nella corsa di de Jong: falcate ampie, movimento delle braccia perfettamente ritmato con l’inerzia del movimento. Non sembra aver bisogno di piegarsi in avanti per aumentare la propria velocità, anzi, assume una postura estremamente eretta, col busto che tende a piegarsi all’indietro.

Bernardeschi riceve palla sul destro, entrato in area ha una breve esitazione, nemmeno percettibile, tipica di chi si ritrova quel pallone, in quella situazione, sul piede debole. Questa frazione di secondo, sommata al rallentamento organico necessario al controllo della sfera, è stata decisiva per permettere il recupero di de Jong, che a quel punto deve solo scegliere il modo di in cui intervenire e, ovviamente, il tempo. Così, appena Bernardeschi converge leggermente verso l’interno, per sfruttare il sinistro, de Jong grazie al contatto visivo con la sfera sceglie l’istante perfetto per distendersi in scivolata e mandare il pallone in corner con la punta del piede destro.

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Insomma, de Jong sta dimostrando sempre più dimestichezza e applicazione anche nella fase difensiva, condotta con una forma abbastanza riconoscibile, fatta di eleganza e qualità ma anche di cattiveria e reattività. Lo stile difensivo del giovane centrocampista coniuga conoscenza, lettura delle situazioni di gioco, pulizia di intervento e dinamismo.

L’imperfezione sul gol, anche se probabilmente Ronaldo avrebbe comunque impattato la sfera, è sicuramente una leggerezza, soprattutto in una partita del genere. Sulla scelta di non seguire il portoghese può aver pesato anche l’eccessivo rilassamento da fine primo tempo, il gol è arrivato quando mancavano pochi secondi all’inizio del recupero, o magari una cattiva comunicazione con Blind, che si stacca per andare a chiudere Cancelo, lasciando il corridoio libero e che forse è il più colpevole dei due.

In ogni caso, ad appena 21 anni, sono queste le partite in cui i giocatori “fanno esperienza”, imparano a limare i difetti del proprio gioco, ampliando - anche a livello di memoria muscolare - il bagaglio delle proprie conoscenze. La prestazione difensiva di de Jong resta di grandissimo livello, e avrà certo gratificato dirigenti e tifosi del Barcellona, che nel mercato di gennaio ha investito oltre 75 milioni di Euro per assicurarsene le prestazioni dalla prossima stagione.

Per il gioco degli spagnoli de Jong sembra prefetto: un prospetto potenzialmente in grado di giocare in tutte le posizioni della mediana, ma con un approccio unico, diverso dall’interpretazione di Busquets o Rakitic, come ha dimostrato la partita contro la Juventus. Nel frattempo, anche se solo per altri pochi mesi, continuiamo a godercelo in questo sistema quasi perfetto che è l’Ajax di ten Hag.

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