L’algoritmo di YouTube ha una strana capacità di proporre contenuti inaspettati ma singolarmente in linea con gli interessi degli utenti. Da qualche mese la mia homepage è invasa da una serie di video sul tragicomico periodo alla presidenza del Parma di Giampietro Manenti, un caso di cronaca tornato al centro del dibattito online - ovviamente sotto forma di meme - grazie al meticoloso lavoro d’archivio di Mapi Channel, un canale YouTube che ha raccolto gran parte dei suoi interventi a mezzo stampa e li ha pubblicati.
I fatti risalgono all’inverno del 2015, quando il Parma sembra essere sull’orlo del fallimento. Dopo un estenuante andirivieni di presidenti, a metà della stagione 2014/15 la società passa nelle mani di Manenti. Non è la prima volta che si parla di quest’uomo nell’ambiente calcistico italiano.
A marzo del 2013, Manenti aveva provato ad acquistare la Pro Vercelli: dopo aver incontrato la società in un paio di occasioni la squadra era retrocessa e lui è sparito. Le sue attenzioni si erano allora spostate sul Brescia. «Le nostre intenzioni sono serie, l’accordo con il presidente Corioni c’è e contiamo di chiudere in fretta» dichiarava a inizio gennaio del 2014. Nel giro di qualche settimana già si parlava di “stallo” nell’operazione; negli stessi giorni uscivano anche indiscrezioni preoccupanti, tra gli alimenti non pervenuti alla moglie e una pizza non pagata negli studi di una trasmissione televisiva. A quanto pare si era dimenticato il portafoglio. Il bonifico che doveva segnare il passaggio di proprietà non arriverà mai.
Il suo nome torna a febbraio 2015, quando l’imprenditore Rezart Taçi decide di vendere il Parma per un solo euro, un paio di mesi dopo averlo acquistato dal precedente proprietario Tommaso Ghirardi. Il motivo? Una gigantesca mole di debiti. Manenti ha la sua occasione di entrare nel mondo del calcio, seppur in un contesto apparentemente irrecuperabile, e non se la fa sfuggire: il 9 febbraio 2015 diventa il nuovo presidente degli emiliani.
La situazione in cui si trova il club è drammatica, nemmeno il tifoso più ottimista potrebbe negarlo. Manenti promette di pagare stipendi e debiti con i fornitori, ma i soldi non si materializzano. Sarà arrestato nel giro di qualche settimana dall’acquisto del club per concorso in tentato reimpiego di capitali illeciti, mentre il Parma si avvierà verso la bancarotta.
Manenti wave
Le ondate di meme non sono prevedibili. Nel febbraio 2020, i social network sono invasi da riferimenti ironici a Pickle Rick, un episodio di Rick e Morty in cui Rick si trasforma in un cetriolo. La puntata è contenuta nella terza stagione dello show ed è stata pubblicata nel 2017; tempo dopo, all’improvviso, un gran numero di persone inizia a trovare divertenti alcune immagini in cui si ride di una serie uscita tre anni prima, che nel contesto temporale del web rappresentano un’era geologica. Cercare una spiegazione è pressoché impossibile: ciò che rende divertente questi contenuti è anche l’impossibilità di capire perché stiano circolando, le logiche della viralità spesso non hanno nessun senso prevedibile.
La cultura dei meme è giovane e definisce i propri paradigmi mentre ridiamo delle sue creazioni. L’ironia calcistica su internet si è evoluta molto nell’ultimo decennio: i meme sono sempre più stratificati e richiedono allo spettatore di conoscere con un certo livello di profondità il contesto a cui si riferiscono. Agli albori dei social network, le battute sul cognome di Totti non avrebbero funzionato, semplicemente perché non esisteva ancora un linguaggio memetico condiviso così complesso. Non è un caso, quindi, se attorno a pagine che pubblicano meme molto elaborati come Serie / A / Memes o As Roma Schickposting si siano create comunità che godono di una certa vitalità.
Le interviste di Manenti, riviste ad alcuni anni di distanza dalla triste vicenda, sono oggettivamente divertenti. Vengono pubblicate da Mapi Channel senza interventi particolari in post-produzione, come fossero dei copypaste audiovisivi, talmente improbabili da strappare una risata anche senza rielaborazione. Si gioca con il titolo dei video - “Un Manenti ottimista prepara la sorpresa per i tifosi” per presentare un video pieno di dichiarazioni farraginose e ottimismo immotivato - e con la caratterizzazione di personaggi secondari della vicenda, dal manager Fiorenzo Alborghetti ai giornalisti al seguito del Parma.
Grazie alla patina del tempo, e la decontestualizzazione radicale di un canale YouTube nato nel 2021, Manenti diventa un meme in sé stesso. La sua stessa apparizione di personaggio strambo, indecifrabile, oscuro si porta dietro un linguaggio e un universo memetico. È come se Pepe the Frog avesse preso una forma umana e per qualche motivo sia finito a rappresentare gli interessi di una gloriosa società di calcio. Naturalmente è un’ironia difficile da reggere per i tifosi del Parma.
In Too Soon: Comedy After 9/11 alcuni comici americani ricordano i loro spettacoli immediatamente successivi al crollo delle Torri Gemelle. Il documentario ruota attorno al rapporto tra tragedia e ironia, con lo scopo di capire se ci sia un momento in cui è “troppo presto” per fare battute su un evento drammatico appena accaduto. «Commedia e tragedia sono coinquiline» dice nei minuti finali Gilbert Gottfried, stand-up comedian newyorkese, «e dov'è la tragedia la commedia è lì dietro, a guardargli le spalle, facendo la linguaccia e facce divertenti». La comicità quindi come un filtro inevitabile, il risvolto della medaglia di un avvenimento tragico a cui si ha il diritto di attingere persino nei momenti più delicati.
In questi sette anni il Parma ha attraversato l’inferno figurato del dilettantismo e delle categorie inferiori del sistema calcistico italiano, è tornato in Serie A, è stato acquistato da una società americana, si è divertito con il talento eccentrico di Gervinho, ha lanciato giovani di prospettiva come Bastoni e Kulusevski. La ferita del fallimento è ancora fresca, ma forse è possibile porre l’attenzione su ciò che è successo con uno sguardo più sereno, per notare come il materiale fornito ai media dalle incursioni televisive di Manenti sia in sostanza una sceneggiatura già pronta per una sitcom di successo. La sua pietra angolare è la conferenza stampa di presentazione alla città.
Mapi Meme
Manenti si presenta l’11 febbraio ai giornalisti, raccolti nella sala stampa dello stadio Tardini. Ha i capelli spettinati, la barba di qualche giorno, un chewing-gum in bocca e una giacca color petrolio. Ha l’aria dell’annoiato opinionista di una televisione locale.
Acquisti a prezzo di saldo. Fonte: Giampietro Manenti Fans Club.
Mapi Channel deve fare ben poco per far divertire il pubblico, basta riportare le riprese integrali della conferenza. Vengono dedicate clip apposite all’intervento di Mario Gerevini, giornalista del Corriere della Sera, grazie alla concentrazione di momenti memorabili nei nove minuti di botta e risposta con Manenti. Gerevini interviene con fermezza, afferma che la società proprietaria del Parma - la nebulosa Mapi Group - è una “scatola vuota”, inchioda Manenti alle sue contraddizioni citando le passate operazioni fallimentari. Messo alle strette, Manenti ricorda compulsivamente le attività svolte da Mapi Group, come a voler garantire alla società maggior credibilità solo ripetendo continuamente il suo nome. Vien da sé, quindi, la creazione di un video in cui si gioca con il panico controllato di Manenti, rendendo più veloce la conversazione con Gerevini ogni volta che si cita la parola “Mapi”. La scarsa affidabilità della nuova proprietà viene celebrata in questa parodia, in cui la conferenza stampa di presentazione si trasforma in una grande burla organizzata da Scherzi a Parte.
Funzionano di più però i filmati non ritoccati, quelli in cui il presidente viene mostrato senza filtri, capace di incassare colpi col suo linguaggio spavaldo e sfuggente. Nelle sue parole c'è già tutta la viralità. Quando il microfono in cui parla Gerevini mostra segni di malfunzionamento, Manenti è autoironico e si chiede se sia necessario chiamare Mapi Channel, una fantomatica emittente televisiva - a cui è ispirato il nome del canale YouTube - che sarebbe dovuta nascere da una costola dell’azienda proprietaria del club. Risponde alle richieste sulla consistenza patrimoniale della sua società con evasivi dribbling retorici, mentre mastica la gomma con la serenità di chi non si fa sfiorare dalla pioggia di perplessità e dubbi che gli sta cadendo davanti agli occhi.
Manenti dice continuamente a Gerevini che è “malinformato”, anche davanti all’evidenza delle fonti citate dal giornalista. Di fianco al presidente c’è il manager Fiorenzo Alborghetti, che entra a sua volta nel grande quadro memetico involontariamente disegnato dal presidente. La sua frase che resta più impressa? “Cerchi di capire che anche chi è a questo tavolo, se è qui, vuol dire che sa fare il suo mestiere”.
Con il passare dei giorni, Manenti si impone sempre più come un maestro dell’elusione linguistica, un campione di vuote espressioni burocratiche che dovrebbero suonare rassicuranti. La sua locuzione preferita sembra essere “tempi tecnici”, usata spesso per giustificare il ritardo nell’arrivo dei bonifici per stipendi e fornitori. Quella di Manenti sembra una parodia della genericità delle risposte alle domande post-partita, una performance che si sostanzia nella ricerca di frasi che abbiano così tanti livelli di interpretazione diversi da far sparire una qualunque briciola di significato.
C’è un’intervista in cui il presidente del Parma indossa un maglioncino viola pastello. I freebooter di YouTube parlano di un abito firmato Mapi Fashion - ancora una volta, una supposta linea di vestiario firmata dalla società di Manenti, di cui era stata promessa l’imminente nascita. Il presidente non sembra preoccuparsi delle formalità, non vuole aumentare la sua scarsa autorevolezza nemmeno col vestiario. Il giornalista chiede a Manenti quale sia il rischio che il Parma fallisca: “dipende dalla volontà delle persone”. Chi? “Non lo so”. Ma quindi Manenti è un bluff? “Probabilmente sì, probabilmente no”. Il linguaggio si accartoccia su sé stesso, diventa una suppellettile inutile e il presidente gode della vacuità delle sue affermazioni, mostrando i denti marci con un ghigno.
Dopo la partita dell’Olimpico contro la Roma del 15 febbraio, Manenti ha indosso lo stesso maglioncino. «Confidiamo che al 90% riusciamo a far fronte agli impegni presi”. E se succede il 10%? “Niente, sarà martedì». Le date vengono rinviate come una sveglia impostata troppo presto la mattina, i punti di riferimento si perdono, è ormai impossibile credere a qualunque parola pronunciata dal presidente. Manenti però sembra sicuro di sé, dopo qualche risposta guarda dritto in camera per rassicurare i tifosi e mostra un sorrisetto ammiccante, che combinato ad uno stile sbarazzino porta Mapi Channel a creare una versione thicc del presidente.
Manenti sembra essere l’unica persona tranquilla, tra quelle che hanno un ruolo rilevante nella vicenda calcistica del Parma. Il sindaco Federico Pizzarotti si interessa alla questione societaria e comunica di voler incontrare il presidente, per capire quali siano le sue intenzioni. L’appuntamento si dovrebbe tenere il 24 febbraio, ma viene rimandato al giorno successivo, poi ancora al 27 febbraio. Manenti raggiunge Pizzarotti in comune, il colloquio dura circa un’ora e dopo la sua conclusione il sindaco sottolinea di non aver ricevuto garanzie.
In Strada della Repubblica, il corso principale della città, Manenti viene assalito dai giornalisti. Ha tempi comici che non risentono in nessun modo del clima di sfiducia che si respira attorno alla sua figura: un reporter si rivolge a lui, con un certo sarcasmo, come “l’uomo più cercato di Parma” e Manenti non può fare a meno di rispondere alzando ulteriormente l’asticella dell’ironia. Dice di aver ricevuto una chiamata da Tevez e Morata - in quella stagione protagonisti con la maglia della Juventus - arrabbiati perché non si parla abbastanza di loro, a causa della presenza ingombrante di Manenti sulla stampa italiana.
Nel corso iniziano a rimbombare le urla dei tifosi, sopraggiunti per contestare il presidente. Manenti inizia a camminare, avvolto dai giornalisti come una rockstar sul viale del tramonto coinvolta in qualche scandalo. A un certo punto anche i Carabinieri si aggregano al corteo, per creare una barriera tra il presidente e i tifosi più aggressivi. Manenti sorride imperturbabile, si mostra infastidito solo quando le voci dei contestatori gli impediscono di sentire le domande dei giornalisti e quando viene spintonato dal rumoroso carrozzone che lo segue.
Nel Mapi Game si trova la casella che porta ad una “uscita secondaria” in caso di assalto dei giornalisti. Purtroppo Manenti non la sfrutta.
Dopo un lungo inseguimento, uno dei cronisti più agguerriti gli chiede quanti soldi voglia per vendere il Parma. Manenti sussulta per un attimo, toglie gli occhi dalla strada e li punta sul giornalista, chiedendo soddisfatto: «quanto mi date?». Anche in un contesto nel quale sembra poter bastare una scintilla per scatenare una massa di persone inferocite, Manenti non può fare a meno di giocare col fuoco. D’altronde non è nuovo a provocazioni fini a loro stesse: qualche giorno prima aveva fatto intendere di avere il denaro per l’acquisto del club in una valigia. Nel frattempo la passeggiata sembra non finire mai. Dopo venti minuti di camminata il giornalista Saverio Montingelli gli chiede dove ha messo la macchina. “Ma no, andiamo fino a Milano a piedi!”. Poi sale su un'auto della Polizia per essere scortato, in una sorta di premonizione di ciò che avverrà pochi giorni dopo. La volante lo porta fino al suo veicolo, una Citroën C3 che si scoprirà essere sotto sequestro. Mapi Channel propone la storia completa, per chi volesse approfondire.
Manenti finisce in cella il 18 marzo, a poco più di un mese dall’acquisto del Parma. Tramite il suo legale, ad aprile, fa sapere di voler contribuire alla ristrutturazione del debito del club, che però nel frattempo è stato dichiarato fallito. La messinscena di Manenti viene mostrata definitivamente nella sua natura fraudolenta; così il suo nome e il suo volto finiscono associati a tutti i contesti più torbidi e sconfortanti nel mondo sportivo. Quando le difficoltà finanziarie del Palermo vengono a galla, nel febbraio 2019, si parla di un possibile “altro caso Parma”. La Salernitana non trova una proprietà? Un giornalista usa Manenti come esempio negativo in una domanda al trustee del club campano, Paolo Bertoli.
Fonte: Matteo Galvanone dal gruppo Facebook SoundCloudioRanieri.
Le composizioni memetiche moltiplicano questa associazione nelle direzioni più disparate: l’ex-presidente tentato dalla partecipazione allo Squid Game per raccogliere un bottino da investire nel Parma, Manenti che investe in crypto senza competenze, la sua faccia sulla copertina dell’album dei Ministri intitolato I soldi sono finiti. Probabilmente non ci sono mai stati.