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Le peggiori giocate di Antony
30 gen 2025
5 azioni per ricordare la sua disastrosa esperienza al Manchester United.
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IMAGO / Sportimage
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Un addetto stampa del Betis copre il volto di Antony, tenendo in mano alcune sue vecchie foto, stampate frettolosamente su fogli A4. È un’atmosfera lunare, saturata dai neon verdi che riempiono il centro sportivo della squadra. Si alternano le squadre della sua carriera: San Paolo, Ajax, Brasile, Manchester United. Sotto le foto si vede una persona con la maglia del Betis, la telecamera non particolarmente ferma ogni tanto rivela piccole parti del suo viso. Alla fine l'attesa per quella notizia che già conoscono tutti si esaurisce e appare Antony, che si manifesta dietro i fogli, si indica il petto e, sgranando gli occhi, si lascia andare a un non molto entusiasta: «Sono qui».

I più entusiasti, a dire la verità, sono i tifosi del Manchester United, che nei commenti sotto i post che hanno accompagnato l’affare hanno dato del loro meglio. Uno scrive “Antony+Pelé=3 world cups”, un altro “Antony >>>>> Messi + Ronaldo”, un altro ancora tagga il profilo della Liga dicendo di dare al Betis la coppa.

Forse è inutile dire che l'esperienza al Manchester United di Antony è stata un fallimento, anche se in realtà il suo percorso assomiglia a quelli di molti dei suoi ex compagni a Old Trafford. La differenza, semmai, è che Antony è arrivato con un trasferimento costosissimo e al termine di una trattativa in cui, spiega Van der Sar, l’Ajax ha voluto «vedere fino a quanto avrebbero offerto», spremendo allo United ogni centesimo possibile. Per la precisione parliamo di 95 milioni di euro più 5 di bonus, il terzo acquisto più costoso nella storia del Manchester United (gli altri sono Pogba e Romelu Lukaku: a Old Trafford non imparano mai), e il più grande di sempre per l'Ajax e per il campionato olandese. Da quel momento la carriera di Antony ha avuto un paio di mesi di hype e qualche prestazione interessante prima di sprofondare nell'inadeguatezza e nel ridicolo, collezionando partite dimenticabili e figure tragicomiche. Il tutto con questo enorme cartellino del prezzo attaccato addosso, che di sicuro non ha reso gli occhi dei tifosi dello United e probabilmente anche i nostri più mansueti nei suoi confronti. Solo pochi giorni fa persino il Guardian si chiedeva se Antony non fosse il peggior affare qualità/prezzo nella storia della Premier League. Alla fine i gol sono stati solo 5 in 62 partite e i momenti memorabili davvero pochi, se non per i motivi sbagliati.

Adesso che il suo incubo a Manchester è finito, quindi, ho scelto i migliori tra i peggiori: cinque momenti che credo Antony vorrà dimenticare in fretta. Spero comunque lo faccia già al Betis.

PALLONATA IN FACCIA
Prima del suo arrivo in Inghilterra, il repertorio di Antony era ricco di giocate barocche ma comunque funzionali. Un giocatore, insomma, propriamente brasiliano, che sembrava aver consumato video di Neymar per anni. Nei suoi vecchi highlights si trovano decine di giocate in cui gioca con gli avversari come se fossero suoi figli: li porta a sé e con due tocchi li lascia sul posto, controlla la palla come se avesse un magnete. Ovviamente la Premier League è un'altra cosa e forse abbiamo anche sottovalutato il fatto che magari quei trick fossero anche un modo per nascondere le proprie debolezze, a partire dall'utilizzo inesistente del proprio piede debole (il destro).

Antony si è calato nello United scommettendo sul fatto che le sue qualità sarebbero state sufficienti, e sono bastati pochi mesi per realizzare che non sarebbe stato così. Già poco dopo il suo arrivo, molti osservatori hanno cominciato a definirlo un one trick pony, cioè un giocatore che sa fare una cosa sola. È una definizione crudele ma non troppo lontana dalla realtà: il gioco di Antony alla fine si riduce alle ricezioni sull'esterno per tentare di prendere l’interno del campo con il pallone incollato al piede.

In ogni caso ormai tutto questo fa parte del passato. Su YouTube ormai si trovano più compilation dei suoi errori che di sue giocate. La più comune inizia lui che prende palla e con l’esterno del sinistro cerca di aprirsi spazio dentro il campo e dopo due, tre, quattro passi arriva qualcuno che lo anticipa o lo butta per terra. Con il passare delle settimane questa scena è diventata una specie di cliché.

La più bella per me, l'idea platonica di questo inno all'inadeguatezza, è questa. Viene dalla sconfitta di settembre 2022 contro la Real Sociedad in Europa League. Antony prova a fare un sombrero al terzino Aihen Muñoz ma quando va per recuperare il pallone si ritrova davanti Mikel Merino, che per spazzare il pallone gli stampa una pallonata in faccia. Il finale più Antony possibile.

RESURREZIONE
In campo Antony ha litigato un po’ con tutti: con Doku, a cui ha tirato un calcione prima di mettergli le mani in faccia, ma anche per esempio con Lewis Dunk. La sua prestazione migliore, però, arriva all’ora di gioco della partita di febbraio 2023 contro il Crystal Palace, in cui finisce a terra dopo una spinta di Jeffrey Schlupp, rovinando giù per la specie di fosso che circonda il campo di Old Trafford.

Antony carica di pathos il colpo, rotolando più volte verso i tabelloni pubblicitari, non si capisce se per cercare un rosso o solo impietosire il pubblico, mentre Schlupp sembra dirgli qualcosa prima di allontanarsi. Proprio in quel momento Casemiro fiuta l’aria e decide di andare sotto al ghanese, che subito si trova da solo contro cinque giocatori dello United. Antony capisce che non può farsi scappare quest’opportunità: ancora nel mezzo di una contorsione si rialza di corsa come se niente fosse, perdendosi nel groviglio di corpi che intanto si è formato. Alla fine saranno prima il guardalinee e poi Bruno Fernandes ad allontanarlo, permettendogli di cavarsela solo con un giallo.

SCIVOLONE SU FINTA DI CORPO
Nel quarto turno della FA Cup 2023, il Manchester United gioca contro il Reading. Complice le due categorie di differenza, Antony fa una di quelle partite in cui può veramente divertirsi. A inizio secondo tempo trova un filtrante perfetto per l’1-0 di Casemiro, che nel festeggiare lo indica, dandogli idealmente tutti i meriti del gol. Poco dopo il gol, Antony si trova all’altezza della lunetta dell’angolo in un uno-contro-uno con l’ex Chelsea Baba Rahman.

Sono i momenti che avrebbero dovuto definire l'estetica di Antony al Manchester United. Nella partita di qualificazioni a Qatar 2022 contro il Cile, otto mesi prima, Antony riceve apertissimo sulla destra, con il terzino che gli si para davanti. Lui finta un doppio passo col sinistro, accenna più volte lo scatto e poi con una specie di croqueta si manda la palla sul sinistro, piazza un tunnel al suo avversario e lo brucia in due passi, recuperando palla un paio di istanti prima che esca dalla linea laterale.

Contro Baba la situazione non è diversissima e da quella prima giocata sono passati appena otto mesi. Antony riceve, guarda il suo avversario e comincia a giocare col suo sinistro: una finta, un’altra e un’altra ancora, mentre il suo avversario resta lì, praticamente fermo, senza accennare il minimo intervento. Antony decide di accelerare. Cerca di prendere l’interno, non ci riesce e torna indietro, dove ricomincia la sua danza. Qui, però, sembra come avere un bug.

Antony ha la palla tra i piedi e sembra tenere la palla per un'eternità anche se in realtà sono solo un paio di secondi. Tenta altre due finte, Baba non reagisce, e alla fine è lui che crasha: nel recuperare il pallone appoggia male la gamba sinistra e perde l’equilibrio, la tocca maldestramente ed è costretto a uno scatto disperato per recuperarla, trasformando questo fazzoletto di tempo una scenetta slapstick che sembra uscita dall’archivio di Mai Dire Gol.

360 SPIN
La giocata più iconica di Antony al Manchester United, e questo dice quasi tutto. Nei fatti un giro sul posto tenendo il pallone incollato all’interno del sinistro. Una giocata sua, tanto che molti la chiamano semplicemente Antony spin, e che ha marchiato a fuoco la sua esperienza a Manchester pur non producendo alcun vantaggio immediato sul campo. Forse Antony aveva visto troppi video di De Zerbi che parla dell'uso della suola per attirare la pressione avversaria? Difficile, ma non si sa mai.

La prima volta che compare in maglia United, comunque, è nell'ottobre del 2022, in una partita di Europa League contro lo Sheriff Tiraspol. Antony non è ancora precipitato nella spirale depressiva: ancora una volta riceve isolato a destra, con le spalle alla porta. Sul primo controllo tocca e comincia a girare, facendo circa un giro e mezzo e ritrovandosi fronte alla porta.

Il problema è che l’avversario più vicino, il terzino Patrick Kpozo, è a qualche metro di distanza e non accenna minimamente un intervento né un tentativo di accorciare su di lui; piuttosto lo guarda, fermo, immobile, totalmente impassibile. Completato il suo gesto Antony fa quello che fa sempre: si sposta la palla con l’esterno e cerca un filtrante profondo che i difensori dello Sheriff accompagnano fuori senza problemi.

La TV inglese non ci ha pensato due volte e già nei momenti successivi ha proposto il volto di ten Hag in panchina, a metà tra la rassegnazione e la delusione. Dopo la partita dirà che queste giocate «vanno bene finché sono funzionali». E visto che Antony è stato sostituito all’intervallo, credo proprio che pensava che questa non lo fosse.

IL SUO ULTIMO TIRO
Antony non è mai stato un finalizzatore eccezionale, nemmeno nei suoi momenti migliori. Nei suoi due anni all’Ajax non ha mai superato la doppia cifra in campionato e nel passaggio a Manchester, ovviamente, questo aspetto è anche peggiorato. Antony ha segnato tre gol nelle sue prime tre partite in Premier League e due nelle successive cinquantanove. Il suo ultimo tiro è una giocata che ci fa vedere in modo plastico quanto il suo mancinismo estremo sia un problema quasi esistenziale per lui, soprattutto per quanto riguarda la finalizzazione.

Lo United è sotto per 1-0 contro il Southampton – forse bisogna ricordare a questo punto che il Southampton ha vinto una sola partita in Premier finora – quando intorno all’ora di gioco Garnacho riceve sulla sinistra e può puntare James Bree, braccetto dei "Saints". Non avendo molte altre opzioni, l’argentino decide di accelerare, prendere il fondo e buttare un cross di mancino, basso e teso, che, a dispetto di tutto, passa alla perfezione tra difesa e portiere. Antony, entrato da un quarto d’ora, si lancia sul pallone in scivolata.

L’Antony che gioca questa partita è ormai un giocatore alla fine del suo percorso a Manchester – verrà ceduto due settimane dopo – ma qui sembra proprio rompersi definitivamente. Forse perché non vuole prendere la palla con il destro o forse perché non legge bene il cross, Antony si accartoccia, i piedi sembrano piantarsi a terra e la sua scivolata diventa quasi una mossa di breakdance, che invece di mettere il pallone dentro la porta lo manda in mano a Ramsdale. Qualche secondo dopo il cameraman impietosamente inquadra il suo volto, cogliendo un sorrisetto isterico.

Questa rimane l’ultima azione degna di nota di Antony a Manchester, diventata involontariamente un simbolo dell’involuzione del talento del brasiliano negli ultimi tre anni. Arrivato come un giocatore esaltante e che sembrava potesse solo crescere, Antony ora è più che un meme, finito a nemmeno 25 anni a quella boulevard of broken dreams di squadra che è il Betis Balompié.

L'esterno brasiliano ha giocato la sua ultima partita con il Manchester United contro il Brighton, dieci giorni fa. «A proposito di soldi buttati, entra Antony», ha detto il telecronista al suo ingresso in campo, a sei minuti dalla fine.

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