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Marco D'Ottavi

Il più sottovalutato: Ederson

Una grande stagione di cui abbiamo parlato troppo poco.

Ederson rimonta, Ederson sradica, Ederson riparte, Ederson è a destra e poi a sinistra, Ederson è ovunque, Ederson è quel meme del mondo che è 70% acqua e il resto è Kante, ma stavolta è Ederson. La finale di Europa League contro il Bayer Leverkusen è stata la sera in cui tutto il mondo si è accorto di questo brasiliano con cinque gambe e quattro polmoni; l’ultima sera in cui, immagino, si può dire sia stato sottovalutato.  

 

Il concetto di “sottovalutato” è molto ambiguo, ma anche molto usato nel linguaggio sportivo. Chi ha sottovalutato Ederson? Difficile dirlo, forse proprio noi di Ultimo Uomo che non gli abbiamo mai dedicato un profilo tutto suo (al contrario di Ederson portiere del City); o forse la stampa in generale, troppo presa a spendersi per giocatori più offensivi, con storie di riscatto più interessanti (Scamacca e CDK solo nell’Atalanta). O, forse ancora, sottovalutato dal mercato, come entità, visto che sono mesi che tutti vogliono Koopmeiners e nessuno che invece si fila il suo compagno di reparto Ederson, almeno alla luce del sole. 

 

Noi come redazione, comunque, lo abbiamo votato tra i candidati e voi pubblico l’avete votato come calciatore più sottovalutato della Serie A 2023/24, quindi, mi sembra, siamo più o meno d’accordo sul fatto che sia stato sottovalutato. Che poi sottovalutato non vuol dire scarso o che sia stato una sorpresa, anzi è forse il contrario al massimo. Che fosse un ottimo giocatore ce n’eravamo accorti tutti abbastanza presto, anche se il primo a farlo era stato Walter Sabatini, che l’aveva portato in Italia dal Fortaleza nell’indifferenza generale. È stata l’ultima intuizione in ordine di tempo di un DS geniale. Ederson era stato decisivo per quella storica salvezza e poi era finito all’Atalanta per 22 milioni di euro. 

 


A quel punto aveva 24 anni, un passato oscuro (secondo la sua pagina Wikipedia, a un certo punto nel 2017 si sarebbe trasferito ai Shandong Taishan, cosa di cui però non trovo notizie) e quella sembrava anche più della sua massima aspirazione. Ederson che mette a disposizione di Gasperini la sua vitalità e il senso per le corse in verticale, poteva funzionare. La prima stagione però era stata intermittente. L’allenatore lo aveva spostato in giro per il campo, senza capire benissimo se lo voleva nei due in mezzo per la sua capacità di coprire tanto campo o più avanti per sfruttarne la tensione verticale. Ederson era andato bene, soprattutto nella seconda parte della stagione (vincendo anche il premio di giocatore del mese di aprile dei tifosi), ma un bene normale in una stagione normale. 

 

È questa la realtà del calcio: basta essere normali per una stagione per finire nelle retrovie, perdere terreno nei listoni del Fantacalcio, uscire dalle formazioni titolari, lontano dalle notizie di mercato, dall’interesse degli spettatori.

 

In molte probabili formazioni che anticipavano la stagione, Ederson era dato in panchina (anche qui e qui)

 

Gasperini, però, che lo vede tutti i giorni, non ci ha pensato neanche un minuto ad accantonarlo. In estate, anzi, ha risolto il suo dubbio, decidendo che al centro della sua squadra ci sarebbe stato Ederson e poi un altro. Il brasiliano ha finito per mettere insieme 52 presenze, tutte e 52 da centrocampista centrale. Il risultato è stato eccezionale ancora prima della finale di Dublino. Ederson è stato il secondo giocatore più impiegato dopo Djimsiti (chiamato agli straordinari dai diversi infortuni dei difensori) nella miglior stagione nella storia dell’Atalanta. È stato quello con più contrasti, contrasti vinti (per distacco), quello che in percentuale è stato saltato meno, quello con il numero più alto, sommando tutti i tipi di interventi difensivi che vi vengono in mente (anticipi, respinte, contrasti, blocchi). Il sistema dell’Atalanta si regge nella capacità dei suoi giocatori di vincere i duelli individuali. Ederson non solo li vince, ma al centro del campo ha anche il dinamismo e le letture per andare a mettere una pezza lì dove i suoi compagni falliscono. 

 

È indubbio che questo tipo di qualità finisca per essere meno appariscente di quella di altri centrocampisti e capisco che sto spiegando cosa sa fare bene Ederson e non perché l’abbiamo sottovalutato. Allora vi chiedo di fare questo esercizio mentale. Senza controllare, sapreste dirmi quanti gol ha segnato in Serie A Ederson? Se avete risposto 6: bravi, ma è difficile che lo abbiate fatto. Ederson ha segnato quanto Ferguson, che sembrava andare in gol praticamente in ogni partita e Frattesi, che vabbè, che ve lo dico a fare. Tra i “centrocampisti non-trequartisti”, è quello che ha segnato di più insieme a Vecino. Ha segnato più di Rabiot e Barella, per dire. Ha segnato di testa, inserendosi in area di rigore, con una lunghissima corsa centrale contro il Verona.

 


In generale mi sembra che Ederson sia davvero un centrocampista che-sa-fare-quasi-tutto: interdire, costruire, finalizzare, leggere gli spazi da occupare per dare equilibrio con e senza palla. Gli manca forse solo un po’ di visione di gioco, ma insomma nessuno è perfetto. Questo certo è un pregio in campo, ma finisce per annacquare un po’ la sua percezione, renderlo, appunto, e torniamo al punto di partenza, “sottovalutato”, perché un po’ ci mancano gli strumenti per valutarlo. Non che sia una tragedia, Ederson mi pare viva benissimo anche se non lo abbiamo inserito nelle nostre liste ideali dei migliori centrocampisti al mondo.

 

Ovviamente con questo finale di stagione la percezione su di lui è cambiata, come su quasi tutti i giocatori dell’Atalanta. Raramente si è vista una squadra brillare così tanto in un momento tanto importante nel singolo e nel collettivo. La tripletta di Scamacca a Anfield, la partita leggendaria di Lookman in finale, De Ketelaere contro la Roma. Senza essere risolutivo, però, Ederson in tutte queste partite è sembrato essere una specie di collante. Quello con la maglia così sudata che si attacca al petto come se fosse una seconda pelle. Quello che fa così tante cose che non risaltano, che alla fine risaltano. Qualche giorno fa Costacurta l’ha definito «il centrocampista più forte d’Europa». E magari è vero, magari no, ma è una dichiarazione che qualche mese fa ci avrebbe fatto saltare sulla sedia, oggi ci appare al massimo un po’ forzata dal momento, dall’eccitazione per la vittoria dell’Europa League.

 

Forse, però, la singola cosa che più ci fa capire che quel tempo è finito, il tempo in cui Ederson era sottovalutato, il tempo in cui ha vinto questo premio, è che il Liverpool sembra aver mollato Koopmeiners proprio per provare a prendere Ederson, anche se il brasiliano non è sul mercato. Anche questa può essere una considerazione sul fatto che sia stato sottovalutato e le questioni sono due: o l’Atalanta pensa che vale troppo per metterlo sul mercato o pensa che non abbia ancora raggiunto il suo valore massimo, e pensa di poterlo vendere meglio in futuro. In ogni caso: sottovalutato anche per la società, ma non solo. 

 

Prima della partita con lo Sporting Lisbona, Ederson aveva detto che Gasperini «spreme» i suoi giocatori per farli salire di livello. Gasperini, col suo tono tra l’ironico e lo scazzato che è difficile da non fraintendere, gli aveva risposto che «allora sul tuo rinnovo devo farmi dare la percentuale». Una battuta magari, una frase che – a sentire i discorsi generali – Gasperini potrebbe dire quasi a tutti i suoi giocatori, perché quasi tutti loro sono stati migliorati da lui. Però l’ha detta solo a Ederson, chissà perché: forse anche lui, almeno fino a qualche settimana fa, aveva sottovalutato Ederson.  

 

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Marco D'Ottavi è nato a Roma, fondato Bookskywalker e lavorato qui e là.