
Questo articolo è già uscito in una versione in inglese sul blog di Wyscout. Abbiamo scelto sei giovani interessanti dalla Ligue 1, Imran Louza e Boubacar Kamara sono gli ultimi due della lista, dopo il primo pezzo dedicato a Mounir Chouiar e Hichem Boudaoui e quello a Rayan Cherki e Victor Osimhen. Abbiamo tenuto fuori quelli troppo conosciuti come Kylian Mbappé o quelli di cui avevamo già scritto come Eduardo Camavinga, di cui potete leggere qui. Buona lettura.
Imran Louza, 1999, Nantes-Francia Under 21
di Marco D’Ottavi
Imran Louza è nato a Nantes il primo maggio del 1999, a sette anni è entrato nell’accademia giovanile della squadra francese e l’anno scorso ha debuttato tra i grandi, all’ultima giornata di campionato. Quest’estate è stato definitivamente aggregato alla prima squadra, debuttando da titolare alla seconda giornata contro il Marsiglia, nel ruolo di attaccante destro. Un girone dopo ha servito l’assist per il secondo gol e avviato l’azione del terzo nella convincente vittoria per 3-1 contro il Marsiglia secondo in classifica. In quella partita ha giocato come interno di centrocampo in un 4-2-3-1, il ruolo in cui ha iniziato nelle giovanili prima che nel Nantes B lo spostassero più avanti.
In questa stagione Louza è stato schierato da Christian Gourcuff come esterno destro, trequartista e centrocampista centrale. Il suo allenatore delle giovanili ha detto che Imran «È un giocatore intelligente che [...] sa come adattarsi, per questo si può essere tentati di usarlo in diverse posizioni». Louza è alla prima stagione tra i professionisti, ma già riesce a portare in campo questa sua intelligenza. Il suo gioco è molto pulito e preciso, raramente tocca il pallone più del necessario e non a caso il suo idolo è Andres Iniesta.
Nel Nantes è il secondo giocatore per passaggi chiave ogni 90’ (1.5), il migliore in Ligue 1 tra gli under 21, pur avendo giocato quasi metà delle sue partite davanti alla difesa. Questo grazie ad una sensibilità tecnica sopra la media nel piede sinistro, che gli permette di trovare i compagni dietro la linea avversaria con filtranti tagliati e precisi, capacità che gli permette di giocare come trequartista con profitto, nonostante debba ancora migliorare in fase conclusiva (2 gol fatti, tirando quasi 2 volte a partita). Tuttavia Louza è nei primi posti anche contrasti (2.2), numero di passaggi (42.9) e falli fatti (1.9). Louza è un giocatore che legge bene le partite e grazie a questa capacità di saper essere sempre al posto giusto il suo sviluppo più naturale sembra quello di centrocampista, un ruolo che interpreta con autorità e sicurezza nonostante l’età.
In campo Louza è ovunque.
Dopo queste prime venti partite quello che non sembra è un esterno d’attacco, una posizione di campo dove i suoi limiti escono più fuori: Louza non è ancora un buon dribblatore (1.9 tentati per 90’, con appena più della metà riusciti), ne ha la velocità e lo strappo per essere decisivo partendo dall’esterno. Louza non è infatti un giocatore esplosivo e sotto l’aspetto fisico deve lavorare molto se vuole scalare le gerarchie del calcio francese.
Il suo allenatore ha sottolineato spesso l’aspetto mentale del suo gioco: ad appena vent’anni, alla prima stagione, Louza è uno dei leader di questo Nantes che sta ben figurando in Ligue 1. Dopo la partita ha dichiarato che alla sua squadra servirebbero «due Imran», cosa che in alcuni momenti sembra accadere veramente.
Boubacar Kamara, 1999, Marsiglia-Francia Under 20
Di Dario Saltari
Nonostante abbia ancora solo 20 anni, Boubacar Kamara è già alla seconda stagione da titolare nel Marsiglia – squadra della città in cui è nato, per cui tifa e in cui gioca da quando ha sei anni. Questo già dice molto del carisma e dell’aura da uomo simbolo che già gli gravita attorno, elementi che sicuramente ne definiscono lo status nella già iconica squadra francese ma che non potrebbero sostenersi da soli senza un talento speciale.
Kamara, infatti, non è solo un centrale di difesa che sembra avere la serenità e l’eleganza di un giocatore d’élite di una decina d’anni più grande, ma è anche un giocatore con una sensibilità tecnica che non siamo abituati a vedere in un difensore – persino nell’era in cui impostare dal basso è sempre più comune. L’aveva già detto Rudi Garcia l’anno scorso, in una stagione in cui il Marsiglia aveva molti più problemi difensivi di quanti non ne ha oggi, che Kamara avrebbe potuto giocare a centrocampo, addirittura da regista. Ed effettivamente è quello che sta succedendo sempre più spesso con Villas-Boas, che nelle ultime 17 partite in cui ha giocato titolare lo ha schierato per ben 11 volte da vertice basso del suo centrocampo a tre. E anche se Kamara ha dichiarato di sentirsi un difensore centrale, è una scelta che sembra avere più senso ogni giornata che passa.
Innanzitutto da un punto di vista difensivo. Una delle più grandi debolezze di Kamara è infatti la copertura della profondità, essendo particolarmente lento nel lungo e faticando molto quando è costretto a difendere molto campo alle spalle, e avere due difensori alle spalle lo aiuta ad essere ancora più spensierato e ambizioso quando c’è da accorciare il campo in avanti, nelle marcature preventive o negli intercetti. Rendendo così ancora più solido e sicuro il Marsiglia, che con lui, nelle 11 partite che ha giocato a centrocampo, ha subito appena 10 gol (di cui 5 solo nelle ultime due partite giocate contro Nantes e Nimes). Il tempismo negli interventi, d’altra parte, è uno degli elementi che meglio caratterizza il talento difensivo di Kamara, che è un giocatore estremamente tecnico anche nelle letture difensive e nella capacità di utilizzare il corpo nell’uno contro uno.
Ma la scelta di mettere Kamara come vertice basso del centrocampo è soprattutto un modo di Villas Boas per rendere il Marsiglia più capace di gestire il possesso, e più fluido a livello posizionale in fase di impostazione bassa. Quando il Marsiglia costruisce l’azione, il centrale francese scende in maniera naturale tra i due centrali con una salida lavolpiana che lo riporta temporaneamente al suo ruolo originario, in una difesa che non fa certo della sensibilità tecnica il suo punto forte. Ma Kamara non è quasi mai passivo nell’interpretazione del suo nuovo ruolo e sa anche quando rialzarsi per dare una linea di passaggio ai terzini o ai centrali stessi. Con lui in campo, insomma, il Marsiglia è molto più resistente al pressing avversario – un aspetto fondamentale per una squadra che con Villas-Boas è sempre più attenta a risalire il campo in maniera ordinata e con la palla a terra.
L’evoluzione che sta vivendo oggi Kamara assomiglia a quello che ha vissuto con Tuchel negli ultimi mesi Marquinhos, un giocatore che lo stesso Villas-Boas ha paragonato al suo nuovo regista. D’altra parte, il tecnico portoghese non ha registi di ruolo in rosa e potrebbe anche aver fatto di necessità virtù scegliendo di spostare Kamara a centrocampo. La storia del calcio è piena di giocatori che hanno visto la propria carriera cambiare completamente con un cambio di ruolo arrivato in un momento di necessità. Chissà che per Kamara non possa significare il definitivo salto nel calcio europeo d’élite.