Come ogni mese, dalla scorsa stagione, premiamo il miglior calciatore del mese in Serie B in collaborazione con l’Associazione Italiana Calciatori. Dopo Michele Marconi, che aveva vinto il premio per settembre, Simy, vincitore a ottobre, Giovanni Crociata, che aveva vinto a novembre, e Nicolas Viola, vincitore a dicembre, a vincere stavolta è stato Giuseppe De Luca.
Dopo il Pordenone, la storia più sorprendente di questa stagione di Serie B è quella della Virtus Entella. La squadra ligure era sbarcata nel campionato cadetto in maniera rocambolesca, facendosi recuperare dieci punti dal Piacenza in Serie C prima di riguadagnare la testa della classifica all’ultima giornata grazie al clamoroso passo falso dei suoi avversari sul campo del Siena, e sembrava destinata a una semplice lotta per non retrocedere di nuovo. O almeno: questo era l’obiettivo dichiarato, con forse troppa prudenza. Oggi, invece, la Virtus Entella è al sesto posto con 31 punti, sopra a squadre come Chievo ed Empoli, e in piena corsa play-off se non di più. Alla fine il secondo posto del Pordenone è ad appena 4 punti.
Certo, è difficile fare previsioni in questo momento, tanto più in Serie B, un campionato già di per sé imprevedibile. La Virtus Entella non sembra infatti una squadra particolarmente continua o solida, e sta attraversando un periodo non brillantissimo con appena una vittoria nelle ultime cinque partite. A gennaio, ad esempio, sono arrivati due pareggi, tra cui l’incredibile 4-4 contro il Livorno ultimo in classifica – una partita che la Virtus Entella stava perdendo per 3-1 fino al 78esimo del secondo tempo.
Proprio in quella partita è emersa in maniera luminosa l’importanza di Giuseppe De Luca per la squadra di Roberto Boscaglia, che con un assist e un gol ha propiziato prima il 3-2 e poi il 3-3. L’assist è arrivato con una spizzata alla cieca in area piccola su calcio d’angolo, per servire il tiro in controbalzo di Poli. Poi De Luca ha capitalizzato una spizzata quasi identica di Mazzitelli (questa volta addirittura su rimessa laterale), avvitandosi intorno al difensore avversario e colpendo la palla al volo con una bella girata di destro.
Sono stati anche i 12 minuti tra questi due gol a permettere a De Luca di rientrare nel quartetto finale dei candidati del premio AIC per il calciatore di B di gennaio. L’attaccante della Virtus Entella ha battuto la concorrenza di Riccardo Meggiorini, sempre più leader tecnico di un Chievo che a gennaio ha raccolto 4 punti anche grazie a due suoi gol, Manuel Iori, cardine del Cittadella di Venturato, e Stefano Pettinari, che in Serie B, con il Trapani, sembra aver trovato definitivamente la sua dimensione da animale da area di rigore (con i tre gol di gennaio è arrivato a quota 10; solo Iemmello e Galano hanno segnato più di lui).
Dopo la partita con il Livorno, De Luca, arrivato a 7 gol, non è riuscito a nascondere la sua ambizione personale: «Se segno e vinciamo, sono ancora più contento: mi manca da un po’ la doppia cifra di gol, punto a raggiungerla». Il suo record rimane infatti quello di 10 gol registrato al Varese nella stagione 2011/12, un dato che secondo De Luca avrebbe bisogno di “una rinfrescata” e che ci dice già molto della sua carriera.
Giuseppe De Luca è cresciuto proprio nelle giovanili del Varese, dove veniva paragonato a Giovinco ed era considerato uno dei prospetti più interessanti del calcio italiano (di lui si parlava soprattutto in ottica Inter o Napoli). Nel 2011 si laureò capocannoniere del torneo di Viareggio con 7 gol e vicecapocannoniere del girone B del campionato Primavera (16 gol), vinto dal Varese davanti all’Atalanta, al Milan e all’Inter. In quella stagione, in cui il Varese finì per perdere il campionato Primavera solo in finale contro la Roma, De Luca fece anche il suo esordio sia in Coppa Italia che in Serie B con la squadra maggiore. Due stagioni dopo, nel 2012/13, venne acquistato dall’Atalanta.
Quello che doveva essere il salto definitivo nel calcio di alto livello si è però presto trasformato in quello che è ancora oggi il picco della sua carriera. Dopo due stagioni grigie a Bergamo, dove ha collezionato meno di 2000 minuti di gioco e una manciata di gol, De Luca è tornato in Serie B – prima al Bari, poi al Vicenza e infine alla Virtus Entella, dov’è rimasto fino ad oggi se si escludono i sei incomprensibili mesi la scorsa stagione al Cluj, dove ha raccolto appena 5 presenze tra campionato e coppe europee, sempre da subentrato.
Oggi De Luca ha quasi 29 anni e di tutte le aspettative che aveva generato a inizio carriera è rimasto principalmente il suo soprannome, “la zanzara”, per il fastidio continuo che riesce a creare alle difese avversarie. Da seconda punta nel 4-3-1-2 a rombo di Boscaglia (che a volte ha utilizzato anche il 3-5-2), quello che impressiona di più di De Luca è soprattutto la quantità di gioco che riesce a generare, tra tagli interno-esterno, movimenti in profondità, sponde tra le linee, tiri da fuori, pressing senza palla. De Luca, insomma, è tra i due attaccanti quello che apre gli spazi alle ricezioni della prima punta, o agli inserimenti delle mezzali in area. Non sempre con grande lucidità, e non potrebbe essere altrimenti visto il lavoro atletico a cui si sottopone, ma con una continuità tale da mettere in luce una dedizione quasi marziale verso il gioco collettivo. De Luca in questo modo è diventato il giocatore più rappresentativo della Virtus Entella, che viene descritta da lui stesso come una squadra «fastidiosa, che fa giocare male gli altri, che non molla e che lotta su ogni pallone».
L’attaccante varesino ha detto di avere un debito personale nei confronti della squadra ligure. «È una famiglia l’Entella, e anche patron Gozzi, nonostante la retrocessione e la C del passato campionato, è sempre stato presente», ha detto pochi giorni fa «Questo non è banale, può sembrarlo ma non lo è. Ha sempre una parola di conforto nei momenti bui, sa risollevarti, e io so che a lui devo ancora qualcosa, lo merita». È fin troppo facile capire che De Luca si stia riferendo alla promozione in Serie A, che la Virtus Entella non ha mai visto e che a lui manca da sei anni. Non sarà facile, ma sarebbe una bella storia di redenzione se la ritrovassero insieme.