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I migliori gol di testa di Pavoletti
05 set 2018
L'attaccante del Cagliari è uno dei migliori colpitori di testa in Europa.
(articolo)
8 min
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Leonardo Pavoletti ha ricominciato il campionato da dove aveva finito: segnando di testa quasi ogni palla che spiove in area di rigore. Pavoletti è sempre stato un centravanti forte di testa, ma i suoi numeri ora stanno cominciando a diventare un’anomalia statistica ridicola.

Eccovi la dimensione: dal 2014/15 Pavoletti è il giocatore che ha segnato più reti di testa dopo Cristiano Ronaldo e Olivier Giroud, cioè 17. La cosa più interessante di questo dato, però, è come è evoluto nel tempo: Pavoletti ha segnato 6 gol di testa fino al 2016/17, poi solo lo scorso anno ne ha segnati 9, come nessuno è riuscito a fare in Europa, e quest’anno è già a 2 in due partite.

Pavoletti ha segnato 37 gol in Serie A e, di questi, 17 sono arrivati di testa, quindi il 46%, quasi la metà. Per dire, Icardi - un altro centravanti fenomenale di testa - ha segnato gli stessi gol grazie al proprio gioco aereo (17) ma su un totale di 113: quindi il 15%. Cristiano Ronaldo dal 2009/10 ha segnato 71 gol di testa, ma su 425: il 16% circa. Se facciamo partire il conto di Pavoletti dalla stagione 2016/17 i numeri diventano quasi preoccupanti: il centravanti ha segnato 12 gol su 16 di testa, il 75% del totale.

Sempre riguardo ai numeri, è interessante che Pavoletti abbia aumentato anche il totale delle proprie conclusioni di testa da quando è al Cagliari: lo scorso anno ha colpito di testa verso la porta 59 volte, 11 in più di Dzeko, secondo in questa classifica. Ma se l’attaccante della Roma ha ricavato dai suoi 48 tiri appena 5 gol, con un efficienza del 10%, Pavoletti converte in gol il 16% dei suoi colpi di testa.

Quindi, per riassumere: nel nostro campionato Pavoletti tira più di chiunque altro di testa e segna più di chiunque altro di testa, e questo lo rende un giocatore speciale.

A questo punto del pezzo vale forse la pena ricordare che il calcio si gioca con i piedi e che segnare di testa è molto complicato. In uno sport che già si gioca con una parte del corpo non adibita a manipolare degli oggetti sferici, cioè i piedi, il colpo di testa rappresenta il paradosso di un tiro ancora meno intuitivo. Per tirare di testa si hanno a disposizione meno leve biomeccaniche rispetto ai tiri con i piedi e si ha una sensibilità ancora minore. È anche per questo che in un calcio che, attraverso il rigore analitico e statistico, cerca di diventare sempre più efficiente si tira e si segna sempre meno di testa.

Si cerca di crossare meno, perché si sa che il cross non è un’arma statisticamente efficente, e quindi si colpisce meno la palla di testa. Una situazione che sta causando delle modifiche evolutive tra i centravanti, sempre meno avvezzi all’arte del colpo di testa. Basta guardare i gol su YouTube degli attaccanti di qualche anno fa per accorgersi che avevano con la testa quasi la stessa sensibilità che con i piedi.

Guardate questa compilation di gol di Pasquale Luiso, questa di Marcelo Salas o questa di Roberto Muzzi, non è difficile accorgersi che sembravano colpire la palla di testa con una forza diversa rispetto a quanto siamo abituati con i centravanti di oggi. E non stiamo neanche parlando di specialisti come Pruzzo o Bierhoff.

Ma dato che il fondamentale del colpo di testa è in declino, oggi Pavoletti è un giocatore praticamente unico nel panorama italiano, ma anche europeo. C’è un che di romantico nel fatto che si sia via via specializzato in un’arte quasi in estinzione nel calcio. Per questo merita di essere celebrato con la classifica dei suoi migliori gol di testa.

vs Sassuolo, con una leggera torsione all’indietro

Questo è il primo gol del campionato di Pavoletti segnato di testa dopo 11 minuti dall’esordio casalingo. È un cross di Padoin dalla trequarti, di destro a rientrare verso la porta: una palla ben tagliata, ma è il tipo di palla poco produttiva nel calcio attuale. Pavoletti però prende il tempo al difensore centrale, che neanche stacca di testa. Pavoletti invece la prende e la prolunga verso il secondo palo inclinando leggermente la testa all’indietro, come un piccolo casqué o una ragazza dai capelli lunghi che esce dall’acqua.

vs Sassuolo, inarcandosi in volo

Nel secondo gol segnato domenica Pavoletti mostra il suo grande controllo del corpo. Il centravanti è marcato da Marlon, e da dietro prova a ostacolarlo anche Magnani. Pavoletti corre in avanti cercando di tenere la posizione: a vederlo dal replay sembra un lavoro di vera fatica, tenere a distanza un difensore avanti e uno dietro. Poi la palla sembra arrivare all’improvviso, e allora Pavoletti deve un po’ inarcarsi su sé stesso per colpirla verso la porta, staccando i piedi da terra. Uno dei tratti più affascinanti del gesto tecnico del colpo di testa è che ha a che fare con l’aria: bisogna staccare i piedi dal suolo, combattere la forza gravitazionale, perdere il normale controllo del proprio corpo per trovarne uno diverso.

Nonostante Pavoletti si muova in campo dando una forte impressione di rigidità, quando colpisce di testa il suo corpo diventa liquido, trovando un senso di libertà impensabile inesistente negli altri fondamentali del suo gioco.

vs Benevento, in volo al contrario

Pavoletti ha un particolare feeling con i gol segnati nei minuti di recupero, forse perché sono i momenti della partita in cui più spesso si buttano delle palle-preghiera in area di rigore. Pavoletti è uno dei migliori al mondo a trasformare cross velleitari in gol. Questa rete è arrivata la scorsa stagione contro il Benevento: i campani avevano pareggiato un minuto prima e non erano mai stati così vicini a fare il loro primo punto in Serie A.

Il cross in area arriva dalla tre quarti, da dove è più complicato avere la meglio sul difensore, ed è inoltre un cross corto. Pavoletti riesce a girarlo in porta usando delle leggi fisiche poco chiare: si butta a corpo morto sul pallone orientandosi da un’altra parte rispetto alla porta, come se questa fosse 10 metri più in là. Colpisce però la palla con la parte superiore della testa e riesce così a prolungarla sul secondo palo, con una parabola leggermente a pallonetto.

vs Sassuolo, ancora all’ultimo minuto

Ecco un altro gol segnato all’ultimo minuto, ancora appena dopo il pareggio avversario, spingendo in rete un altro cross messo a caso in area di rigore. Qui l’azione è ancora più estrema. Cissokho mette un pallone morbido da 60 metri. Pavoletti si stacca leggermente da Paolo Cannavaro, che è in ritardo, e riesce in una torsione che prolunga il pallone in rete.

Un gol particolarmente complicato perché è difficile impattare verso la porta un pallone che arriva in verticale, alto e da così lontano; e anche perché è difficile dargli la forza giusta per segnare.

vs Genoa, prende bene posizione

Ora bisogna dire che Pavoletti è alto 1,88: non poco, ma un’altezza che non basta di per sé a spiegare il suo dominio sui palloni aerei. Fra le cose che rendono immancabile Pavoletti in area c’è il fatto che è quasi impossibile da spostare quando prende posizione. Non solo perché è grosso - ancora: ci sono centravanti più grossi - ma anche perché usa mani e braccia con grande mestiere, galleggiando in quella zona grigia tra il fallo e il non-fallo.

Questo gol al Genoa ne è la dimostrazione: è il suo primo con il Cagliari, e il primo segnato su assist di Faragò, che gliene farà altri 3 in stagione. Pavoletti prende posizione su Rossettini e non la molla finché la palla non sembra quasi sbattergli sulla fronte.

vs Sampdoria, staccando molto in alto

Pavoletti segna anche gol molto classici di testa, come questo, che sembra il gol di un difensore centrale salito su calcio d’angolo, quasi banale. Un colpo di testa dal lato al centro dell’area di rigore. Ma guardando il replay si può apprezzare quanto in alto stacchi Pavoletti, che quindi può vantare anche una grande elevazione tra le sue doti di grande colpitore di testa.

vs Lazio, per caso ma pur sempre di testa

A proposito di palla che sbatte sulla testa di Pavoletti: questo gol alla Lazio suggerisce forse l’esistenza di una specie di campo magnetico sulla testa del centravanti, che quasi non può fare a meno di segnare di testa. Il cross di Miangue arriva ad Han, che fa un poderoso stacco di testa. Strakosha parandola la devia sulla traversa, che poi la sputa sulla testa di Pavoletti. Guardando meglio il replay, più e più volte, ci si può accorgere che Pavoletti non si lascia semplicemente rimbalzare il pallone addosso ma fa un piccolo movimento per accoglierlo.

PS: Magari non è vero, e questa è solo una suggestione psichica data dal fatto che ho visto troppi gol di testa di Pavoletti tutti insieme, e posso cominciare a immaginare delle doti mistiche.

vs Udinese, in tuffo di testa sulla riga

Pavoletti possiede anche la grande caratteristica che accomuna tutti i grandi colpitori di testa: colpisce la palla di testa anche quando potrebbero colpirla con i piedi. Il calcio di punizione di Cigarini trova il palo, Pavoletti è in largo anticipo sul pallone, nonostante la pressione dei difensori avversari, ma va comunque in tuffo di testa per spingerla in rete.

vs Sampdoria, di nuovo in tuffo di testa sulla riga

Pavoletti però esaspera questa caratteristica. Pavoletti ad esempio è l’unico centravanti al mondo a segnare di testa dopo aver dribblato il portiere.

vs Chievo, a corpo morto

La peculiarità di Pavoletti rimane però il modo incredibile con cui riesce a giocare con la forza di gravità, eseguendo giocate tecnicamente complesse in volo. Ancora una volta qui Pavoletti gira verso la porta un cross sciatto, gettandosi sulla palla nella direzione opposta a quella della porta. Un gol quindi molto simile a quello segnato al Benevento, però dalla parte opposta, e che allora potremmo considerare il gol più caratteristico di Leonardo Pavoletti, il gol alla Pavoletti.

Di solito i colpitori di testa si dividono in tecnici (come Icardi) o quelli che usano solo la potenza (come Vieri). Pavoletti è entrambe le cose e racchiude tutte le caratteristiche di un grande colpitore di testa: è grosso, si smarca bene, è difficile da spostare ed è capace di eseguire un colpo di testa in tutti i modi possibili. Il modo con cui ha affinato e reso complessa una delle arti in via d’estinzione nel calcio ha qualcosa di anomalo e romantico, ma sembra anche l’unico modo con cui Pavoletti riesce ad esprimersi ad alti livelli, un centravanti dell’aria, libero solo quando può staccare i piedi da terra.

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