Anche se, letteralmente, significa scatola, con il termine korobka in Russia si indicano anche i campetti recintati, in cemento o asfalto, presenti nelle città, tra i cortili immersi tra i palazzi. Nate negli anni ’70, originariamente per giocare a hockey, le korobka ospitano partite tra bambini e ragazzi con poche regole ma estremamente competitive: chi vince rimane a giocare la partita successiva, chi perde va fuori. Le korobka sono diffuse in tutto il territorio russo, dalla capitale Mosca alle zone più remote della parte asiatica e, forse per questo, dagli anni ’90 sono diventate anche il luogo di espressione di una subcultura tutta loro.
Molti giocatori russi vengono dalla korobka e Aleksandr Golovin è uno di questi. L'ala del CSKA, in particolare, viene dalle korobka di Kaltan, una piccola cittadina dell’Oblast di Kemerovo, in Siberia meridionale, una zona mineraria della Federazione Russa. Insieme alle korobka, è stato il futsal, imprescindibile per giocare a calcio tutto l’anno nel proibitivo clima siberiano, a formare calcisticamente il giovanissimo “Chick”, come veniva chiamato Golovin da bambino.
La sua prima vera squadra fu il Metallurg Kuzbass, nella città di Novokuzneck, il più grande centro della regione vicino Kaltan. Il CSKA si accorge del talento di Golovin quando ha 16 anni, durante un torneo a cui partecipa con una selezione giovanile della Siberia in Crimea. "Chick" si sposta a Mosca, a più di 3500 chilometri da Kaltan, e da lì in poi le cose accadono velocemente. L’anno successivo gioca nella nazionale Under 17 che vince il titolo europeo in Slovacchia sorpassando, in finale, ai rigori, l’Italia. Leonid Slutsky, allenatore del CSKA, lo fa esordire in Premier Liga nel marzo del 2015, a soli 18 anni, facendogli giocare una ventina minuti nel match interno contro il Mordovia Saransk. In quella stagione, gioca in totale 7 spezzoni di partita in tutto il campionato, entrando sempre a partita in corso.
In maniera abbastanza sorprendente, però, Fabio Capello lo convoca e lo fa esordire nella della nazionale maggiore russa nel maggio di quello stesso anno. Entra al sessantaduesimo minuto della sfida contro la Bielorussia sostituendo Roman Shirokov e dopo solo 15 minuti realizza il gol del pareggio che apre le porte alla vittoria russa. Dopo avere esordito e realizzato un gol in nazionale senza mai avere giocato da titolare in campionato, Golovin, nella stagione successiva, gioca 17 partite di cui 11 da subentrato. Nonostante lo scarso impiego, Slutsky, che dopo l'uscita di scena di Capello finisce per allenare sia il CSKA che la nazionale, lo porta agli Europei dove gioca le tre partite del disastroso torneo russo, come interno di un 4-2-3-1.
Da allora, a soli 20 anni Golovin diventa titolare fisso nel club e nella nazionale e, alla vigilia dei mondiali casalinghi, viene dipinto come l’unico buon motivo per guardare i match della grigia squadra russa e come possibile obiettivo di mercato di grandi club europei, compresa, tra gli altri, la Juventus.
Il Mondiale di Golovin
La Russia che giunge all’appuntamento dei mondiali in casa è una squadra dai risultati pessimi e dalle prestazioni peggiori. Prima dell’esordio contro l’Arabia Saudita il modulo di gioco e gli interpreti da scegliere sono in alto mare. Il tecnico Cherchesov, ex portiere della nazionale, è ancora indeciso se schierare la difesa a tre, utilizzata soprattutto nelle amichevoli, o una linea arretrata a quattro, ovvero se disporre la squadra con il 3-5-2 o se schierare un 4-3-3.
Golovin, nel frattempo, ha visto la sua posizione in campo mutare per via del suo nuovo allenatore al CSKA , il bielorusso Viktor Goncharenko, che ha arretrato il suo raggio d’azione. Dalla posizione di trequartista, Golovin è stato abbassato sempre più frequentemente a quella di mezzala del 3-5-2 o di interno del 3-4-1-2. Il talento di Golovin sembra adattarsi bene a qualunque ruolo del centrocampo, la sua versatilità gli garantisce un posto in squadra in nazionale. Cherchesov, all'esordio con l’Arabia Saudita, lo schiera come esterno offensivo di sinistra di un 4-2-3-1. In quella partita, Golovin mette in mostra il suo talento: 2 assist, un delizioso third pass e un gol su punizione fotocopia di quello realizzato all’Emirates Stadium all’Arsenal nei quarti di finale di Europa League.
I due assist con l'Arabia Saudita mettono in mostra la sensibilità del suo piede destro: in entrambi i casi, la prima volta da sinistra, la seconda da destra, Golovin trova in maniera precisa la testa del compagno che attacca il secondo palo, alle spalle del marcatore. Il third-pass nasce da invece da una azione ripetuta più volte dal numero 22 della Russia, che attacca lo spazio profondo liberato dal movimento verso il pallone del centravanti sui numerosi palloni verticali giocati dalla difesa della sua nazionale.
Golovin termina quella partita con ben 5 passaggi chiave, sui 35 giocati in totale. Il trequartista del CSKA è sempre al centro del gioco della sua squadra, tanto da essere, dopo i due centrali Ignashevich e Kutepov il giocatore con più passaggi effettuati. Ad emergere sono anche i suoi numeri difensivi: con 4 tackle vincenti e 2 intercetti è secondo solo all’infaticabile mediano Zobnin nel recupero del pallone.
Dopo il grande esordio contro l'Arabia Saudita, c’è curiosità di vederlo nuovamente all’opera, contro l’Egitto di Momo Salah. Visti gli ottimi risultati del match precedente, Cherchesov conferma la formazione successiva all’infortunio di Dzagoev, con Golovin trequartista e Cheryshev esterno di sinistra, sostituendo il centravanti Smolov col totem Dzyuba, per accentuare ulteriormente il gioco verticale della sua squadra basata su lanci lunghi verso il centravanti, attacco delle seconde palle e lunghe conduzioni sulle corsie laterali.
Golovin comincia nuovamente alla grande, rubando palla sulla trequarti ad Elneny e andando al tiro. La partita del giovane russo è meno scintillante della prima, ma altrettanto preziosa. Si inserisce perfettamente nel gioco verticale della sua squadra, fungendo da riferimento avanzato grazie a instancabili tagli interno-esterno attaccando lo spazio alle spalle del terzino avversario e ai continui movimenti a rimorchio del centravanti Dzyuba alla ricerca di sponde e seconde palle. Mostra anche buone capacità di gestione del ritmo, rallentando con intelligenza la manovra della sua squadra quando, nel finale del match, l’Egitto accelera alla ricerca del pareggio e tenere il pallone diventa fondamentale per la Russia, un po’ in affanno nella gestione del risultato. Già qualificato alla fase successiva, Cherchesov risparmia Golovin nella terza partita, contro l’Uruguay.
Agli ottavi di finale Golovin deve vedersela con la Spagna. Il suo allenatore accentua ulteriormente il carattere reattivo della sua squadra e schiera la Russia con un 5-4-1 estremamente difensivo. A Golovin è assegnato il ruolo di quarto di sinistra sulla linea di centrocampo, ma ha il compito di accorciare verso Dzyuba in ogni zona del campo, per raccogliere tutte le seconde palle derivanti dai lanci lunghi verso il centravanti. Al sessantesimo minuto, con l’ingresso di campo dell’esterno Cheryshev, Golovin cambia posizione, e viene schierato da interno in coppia con Kuzyaev prima e Zobnin durante i tempi supplementari. Per la Russia, però, è una partita quasi esclusivamente di difesa negli ultimi 30 metri. Golovin interpreta ottimamente lo spartito, mostrando ancora una volta un dinamismo raro da trovare in un giocatore offensivo.
Nei 128 minuti totali di gioco è il calciatore tra tutti quelli scesi in campo che percorre la maggiore distanza, 15.96 Km, distanziando di più di un chilometro Zobnin e Koke, i secondi in questa particolare graduatoria. Ma non basta: oltre a essere il calciatore corre di più è quello che effettua più sprint (60, Jordi Alba, il secondo, 47) e che corre percentualmente per meno tempo all’interno quella che la FIFA indica come “Zona 1”, quella a più bassa intensità, compresa tra 0 e 7 Km/h, raggiungendo, al contempo, la punta di velocità massima più elevata del match. Golovin associa quindi una enorme quantità di corsa a un’intensità e velocità elevata. I dati sulla corsa di Golovin, tra l'taltro, non sono isolati: anche nelle due precedenti partite era stato il calciatore che aveva effettuato più sprint e, solo in un caso, e per soli 17 metri, non aveva percorso la distanza maggiore.
Golovin è anche il giocatore che recupera più palloni dell’intero match (6 tackle e 2 intercetti), effettua 2 dei 3 dribbling totali della Russia e, in una partita in cui la sua squadra ottiene solo il 21% di possesso palla e il 66% di precisione di passaggi, riesce a giocare i suoi 28 passaggi con una percentuale di riuscita del 82%. Infine, nonostante sia il più giovane in squadra, Cherchesov lo indica tra i rigoristi e Golovin, pur non tirando benissimo, realizza il terzo rigore, forse il più pesante psicologicamente perché successivo a quello sbagliato da Koke.
Un centrocampista iper-dinamico
Le prestazioni con il CSKA e il sacrificio mostrato in Nazionale hanno messo in luce la capacità di Golovin di giocare in zone più arretrate del campo, nonostante per natura sia portato a giocare in zone più offensive. Da interno, ma, ancora meglio da mezzala, gioca un calcio dinamico, fatto di movimenti con e senza il pallone. Golovin ha un ottimo senso dello spazio e si muove ad occupare quelli liberi, sia esternamente che alle spalle della pressione avversaria, per ricevere il pallone in movimento. La ricezione in corsa è di ottimo livello, indice di intelligenza spaziale e di sensibilità con entrambi i piedi.
Anche con il pallone tra i piedi, Golovin ama muoversi: ad aiutarlo, ancora una volta, l’ottima tecnica in movimento e la capacità, in conduzione, di spostare il pallone, in corsa, con entrambi i piedi, permettendogli di saltare gli avversari da entrambi i lati. Tra le due metà del campo, però, preferisce muoversi in quella di sinistra per avere un’ampia porzione di campo da potere guardare ed esplorare con il suo piede forte.
Alcuni dei migliori gol di Golovin quest'anno in campionato.
Golovin è molto rapido nel breve - chissà quanto hanno influito le korobka e il futsal in questo - ma è anche capace di mantenere una buona velocità sul lungo: queste caratteristiche atletiche unite alla tecnica in conduzione generano gli strappi palla al piede che costituiscono una delle caratteristiche più evidenti del suo gioco.
Anche le qualità balistiche sono parecchio sviluppate, come dimostrano i calci di punizione realizzati, o, ad esempio, il gol segnato al Lione negli ottavi di finale di Europa League, e probabilmente suggeriscono di avvicinarlo maggiormente alla porta per aumentare il numero di conclusioni a rete, fermo a 2 tiri per 90 minuti nella sua carriera in Premier Liga, di cui circa il 75% da fuori area.
Come detto, difensivamente Golovin non si risparmia e sta imparando ad utilizzare meglio le sue caratteristiche. Non spicca per esplosività e forza, sia sugli arti inferiori che su quelli superiori, e pertanto quella essenzialmente fisica non è esattamente il tipo di difesa che possa favorirlo. Dinamicamente invece riesce ad essere efficace: ama andare in tackle e statisticamente in carriera vince il 70% dei quasi 4 contrasti ogni 90 minuti da lui provocati. Può invece migliorare nella lettura delle linee di passaggio avversarie e aumentare così il numero di palle recuperate per intercetto, ferme a 1.5 per 90 minuti.
Il futuro
Esordiente in nazionale a 18 anni, titolare agli Europei a 20 e stella della Russia ai mondiali a 22, di certo Aleksandr Golovin è un talento precoce, anche se ancora non del tutto definito. Nella sua breve carriera ha occupato quasi ogni ruolo del centrocampo e sta giocando la Coppa del Mondo da trequartista, dopo una stagione al CSKA passata alternandosi tra la posizione di mezzala e quella di interno.
I Mondiali sono spesso uno specchio deformante del valore effettivo di un calciatore: troppo ridotto e particolare il campione delle prestazioni e inattendibili i dati dell’osservazione. Tuttavia, a confermare il valore di Golovin, più che la Premier League russa, ci sono le ottime prestazioni in Europa League con il CSKA e la continuità ad alto livello pur essendo ancora giovanissimo. La crescita dovrà passare inevitabilmente per un suo trasferimento in un campionato più competitivo di quello russo, dove allenarsi con compagni di livello più elevato e confrontarsi con sfide più dure. La sua posizione ideale sembra potere essere, più che quella di trequartista o di interno davanti la difesa, quella di mezzala, dove sembra poter esprimere al meglio la sua dinamicità.
Golovin sembra particolarmente adatto per squadre dal calcio verticale, dove i suoi tagli e le sue corse palla al piede possono entrare a far parte integrante del piano di gioco, mentre è tutta da testare la sua compatibilità con un sistema maggiormente orientato al possesso. Sarebbe particolarmente interessante osservare lo sviluppo di Golovin in quest’ultimo ambiente tattico dove, partendo da mezzala, potrebbe diventare un facilitatore di gioco creando, con il suo movimento, linee di passaggio sicure o, più rischiose, alle spalle della pressione avversaria. Le qualità tecniche per ricevere e giocare sul breve e in rapidità e quelle atletiche per muoversi con con continuità senza perdere brillantezza suggeriscono proprio questa possibilità.
Golovin, però, dovrebbe però migliorare il suo decision making nella circolazione del pallone e la gestione dei tempi di gioco, scegliendo con cura i tempi delle sue accelerazioni, che se effettuate con oculatezza, potrebbero essere un’arma importante per guadagnare campo e spezzare linee di pressione avversarie. In ogni caso, Golovin merita almeno la chance di essere messo alla prova in contesti più competitivi della Premier Liga. Per adesso non può far altro che attendere la sfida con la Croazia, un’altra occasione per mostrare al mondo intero che il viaggio verso occidente dalle korabka di Kaltan, Siberia, non è ancora completato.