Piazzamento lo scorso anno: Neopromossa
Chi in più: Jesse Joronen (Copenhagen), Florian Ayé (Clermont Foot), Jhon Chancellor (Al Ahli), Giangiacomo Magnani (Sassuolo), Jaromir Zmrhal (Slavia Praga), Mario Balotelli (Olympique Marsiglia).
Chi in meno: Jacopo Dall’Oglio (Catania), Alejandro Rodriguez (Chievo), Simone Romagnoli (Empoli).
Una statistica interessante: Lo scorso anno Donnarumma ha segnato 25 gol, ed è stato il migliore marcatore del campionato. È il settimo capocannoniere del Brescia in Serie B, un record.
L’ex presidente di Cagliari e Leeds ha avuto un primo anno molto complicato, ma per la sua seconda stagione ha deciso di fare le cose in grande, trattenendo il gioiellino Tonali e ingaggiando uno degli attaccanti più ambiti del campionato cadetto, Alfredo Donnarumma. I due hanno rappresentato al meglio la doppia anima del Brescia dello scorso anno, che affiancava giovani molto interessanti (Bisoli, Spalek, Ndoj, Cistana) a giocatori navigati come Dessena, Gastaldello, Alfonso e Romagnoli.
Non sono mancate scelte impopolari, dal mancato rinnovo di Andrea Caracciolo alla scelta di affidare la panchina a David Suazo, vecchio pallino di Cellino, ma con poca esperienza alle spalle e sprovvisto del patentino necessario per allenare in Serie B. Dopo un inizio di stagione complicato il presidente del Brescia è tornato rapidamente sui suoi passi, e ha ripiegato su una vecchia conoscenza della piazza: Eugenio Corini.
Il tecnico bresciano ha mantenuto il modulo delle prime giornate (il 4-3-1-2), ma ha cambiato l’indirizzo tecnico della squadra, spingendola a un gioco più verticale e diretto. Questo ha influenzato anche le scelte in mezzo al campo, dall’inserimento di Cistana in difesa – al posto di Gastaldello, meno a suo agio a difendere in avanti – all’utilizzo di Bisoli e Ndoj come mezzali. Sulla trequarti il tecnico ha dato fiducia a Spalek, un trequartista intenso e dinamico, bravo a leggere la profondità, perfetto per compensare i movimenti a venire incontro di Donnarumma e Torregrossa.
Ai due attaccanti veniva chiesto di collaborare attivamente ad ogni fase della manovra, con continui movimenti ad allargarsi o venire incontro per ricevere palla, difendere il possesso e scaricare verso mezzali e terzini. Un riferimento fondamentale per il resto della squadra, che invece doveva concentrarsi nell’avanzare in verticale, possibilmente palla a terra, nel modo più pulito possibile.
Il lavoro partiva dai due centrali, sollecitati ad attirare la pressione, e proseguiva con Tonali, che doveva spostarsi lateralmente per ricevere alle spalle della prima linea avversaria; le due mezzali dovevano invece spostarsi sulle fasce o in verticale, dividendosi coi terzini il compito di allargare e allungare la squadra, e con Spalek quello di attaccare la profondità. Se gli spazi in mezzo erano chiusi la squadra poteva cercare il cambio di gioco verso una delle due fasce, per attaccare il fondo e mettere in mezzo.
In questo modo il Brescia riusciva ad occupare il campo in modo abbastanza proficuo, dando ai due attaccanti il tempo di giocare palla e poi riproporsi dentro l’area di rigore. Nonostante il grande lavoro in mezzo al campo, Donnarumma e Torregrossa sono stati molto efficaci anche sotto porta, mettendo a segno 37 dei 69 gol segnati dal Brescia in campionato.
In generale, l’impronta tattica data da Corini ha portato beneficio a tutta la squadra: Bisoli e Ndoj sono definitivamente sbocciati, e hanno messo insieme 9 gol e 11 assist; Cistana, una manciata di presenze tra i professionisti, si è preso il posto da titolare in Serie B, e ci riproverà anche nella massima serie; Tonali, alla prima stagione intera da titolare, è arrivato a vestire la maglia della Nazionale maggiore.
Alle prestazioni dei giocatori sono seguiti anche i risultati della squadra, che nella fase centrale del campionato ha messo il turbo, guadagnandosi il primo posto grazie a una striscia di 13 risultati utili consecutivi. Nel periodo con Corini il Brescia ha fatto più punti di tutti (65 in 33 partite), ha avuto il miglior attacco (65 gol fatti) e la quarta miglior difesa (37 subiti), con la migliore differenza reti del campionato (+28). Il tutto giocando un calcio divertente e offensivo, spesso esaltante.
La partita decisiva contro l’Ascoli, alla 36esima giornata.
Alla vigilia del campionato il Brescia si presenta come una squadra giovane e ambiziosa, che cercherà di continuare il lavoro visto lo scorso anno. L’arrivo di Balotelli ha un grande peso – tecnico, economico ed emotivo – ma il centravanti resta la punta di diamante di una squadra con tante incognite, formata in gran parte da giocatori digiuni dalla massima serie. Corini l‘ha ammesso esplicitamente: «Bisogna imporsi con la mentalità e l’idea di gioco che abbiamo costruito finora. Se volessimo fare un calcio speculativo dovremmo avere un’altra squadra, più esperta. In questa pochi conoscono la A».
L’inesperienza è il punto più dolente della squadra, che per un periodo ha provato a riportare in Italia anche Marchisio – un ingaggio da fantamercato, ma che dopo Balotelli merita quantomento diritto di cronaca. L’arrivo di Balotelli resta una singolarità nella strategia di mercato dei bresciani, che per il resto si sono mossi coi piedi di piombo, puntando su soluzioni esotiche o low cost. Gli acquisti più esosi sono arrivati tutti da campionati stranieri: Jesse Joronen, gigantesco portiere del Copenhagen, acquistato per 5 milioni di euro e già protagonista di un ottimo esordio contro il Cagliari; Jaromir Zmrhal, centrocampista dello Slavia Praga, costato poco meno di 4; Florian Ayé, 18 reti nella scorsa Ligue 2, arrivato per 2 milioni e mezzo.
Il mercato a basso costo ha portato a Brescia Giagiacomo Magnani, in prestito dal Sassuolo, e Jhon Chancellor, difensore ex Al Ahli che ha folgorato Cellino durante l’ultima Copa América. Ai due si dovrebbero aggiungere un terzino sinistro (si parla di Giuseppe Pezzella) e un centrale, viste le scarse garanzie fisiche offerte da Gastaldello (si sono fatti i nomi di Tonelli, Rajkovic e Luperto). Negli ultimi giorni si è parlato addirittura di Marchisio, anche lui svincolato, anche lui pronto a tornare in Italia con una buona offerta. Al momento il tentativo del Brescia sembra fantamercato, ma dopo Balotelli tutto sembra possibile.
Il nucleo della squadra resterà quello dello scorso anno, secondo la linea tracciata dallo stesso Cellino («Abbiamo fatto un programma in Serie B per avere un po' di calciatori che potessero fare bene anche in A. In questo momento il più grande rinforzo è non aver perso i giocatori importanti che abbiamo nella nostra rosa»). Fatta eccezione di Romagnoli – che era in prestito dall’Empoli – il Brescia ha trattenuto tutti i titolari della scorsa stagione, resistendo alle offerte per Tonali e superando i problemi con l’agente Mario Giuffredi, procuratore di Donnarumma, Martella e Ndoj.
Le incognite restano tante, ma Corini ha ribadito a più riprese la sua fiducia nella squadra, al punto da mettere in discussione anche la sua posizione: «Mi è stato offerto il rinnovo del contratto, ma ho preferito restare in scadenza. So che posso fare ancora meglio. Tutti insieme possiamo». Insomma, il tecnico si giocherà la riconferma insieme alla sua squadra, chiamata ad affrontare la Serie A con lo stesso spirito della scorsa stagione.
Finora i segnali sono incoraggianti. Nelle prime amichevoli in Austria i bresciani hanno fatto una buona impressione, tenendo il campo contro l’Antalyaspor (nonostante molte seconde linee) e imponendosi brillantemente contro il Besiktas, battuto 2 a 0. Nella partita contro le aquile nere si sono visti alcuni tratti di quello che potrà essere il Brescia del prossimo anno: una squadra aggressiva e dinamica, che cerca il recupero alto della palla, sfrutta bene le transizioni e cerca di verticalizzare con meno passaggi possibili.
I due centrali spezzano la prima pressione e trovano il giocatore tra le linee; palla sull’esterno e poi verso la linea offensiva, dove il Brescia può sfruttare la superiorità numerica. Tutto in quattro passaggi.
La squadra continua a muoversi su meccanismi ben oliati, ed è su questi che il Brescia ha puntato gran parte delle sue chance del prossimo anno. L’impatto con la Serie A è sempre molto duro, per le neopromosse, e resta ancora da vedere come si integreranno i nuovi acquisti, Balotelli su tutti. Il centravanti 29enne sarà fondamentale per la stagione dei bresciani, ma non è detto che basterà. All’esordio è arrivata una convincente vittoria esterna sul difficile campo del Cagliari, che ha messo in mostra una squadra tatticamente e agonisticamente all’altezza del massimo campionato.
In ogni caso, le prossime scelte della squadra – in sede di mercato e non – saranno fondamentali per il futuro delle rondinelle.
Giocatore di cui avere la maglia: Il ritorno di Balotelli in Italia non è stato solo un colpo di mercato, ma una performance, un’opera d’arte. Quanti presidenti avrebbe voluto farlo? Quanti si sarebbero presentati all’hotel Melià di Milano dicendo: «Ecco, ho fatto questa cosa fondamentale»? Voi non siete Sgarbi, né Raiola, né Cellino, ma potrete partecipare a questa forma d’arte collettiva acquistando la maglia di Super Mario e sfoggiandola alle vostre partite di calcetto.
Giocatore da avere al fantacalcio: Mentre i vostri compagni si sveneranno per Balotelli e Tonali, o cercheranno di fare il gioco delle coppie tra Donnarumma e Torregrossa, voi sorprendete tutti e fate il nome di Dimitri Bisoli. Il centrocampista classe ’94 è un giocatore duttile e dinamico, capace di occupare tutti i ruoli del centrocampo. Con Corini ha giocato soprattutto come mezzala, ma anche sulla trequarti, e a fine stagione ha messo a referto 6 gol e 6 assist. Ha forza, intelligenza e tempismo, e la freddezza per decidere le partite (lo dimostrano i due gol ad Ascoli e Cosenza, in pieno recupero, in due partite fondamentali per la promozione dei bresciani).
Miglior scenario possibile: Il Brescia replica la magia dello scorso anno, giocando un calcio frizzante e offensivo. Balotelli gioca il suo miglior calcio, alternandosi in coppia con Donnarumma e Torregrossa, Bisoli e Ndoj pettinano tutti i campi della Serie A, Tonali si conferma ad alti livelli. Dietro la coppia Magnani-Chancellor è tra le migliori sorprese del campionato, e aiuta a coprire le falle di una difesa che si scopre insospettabilmente solida. Nonostante qualche passaggio a vuoto il Brescia riesce a restare in zona di galleggiamento. A fine stagione Balotelli segna 16 gol, ridefinendo il concetto di “profeta in patria”, e Corini rinnova già a febbraio, ridefinendo quello di «presidente Cellino». A fine anno il Brescia si salva con un buon 16esimo posto, e in estate Balotelli – poco prima di partire per l’Europeo – trova il tempo per salvare un bambino che stava per cadere col monopattino nel Lago di Garda (e poi gli regala una mancetta da 2000 euro). Il soprannome «Super Mario» torna immediatamente di moda.
Peggior scenario possibile: Il Brescia gioca discretamente ma vince poco, la difesa è troppo perforabile e i gol non arrivano. Balotelli (squalificato) fa il suo esordio solo alla quinta giornata, contro la Juventus, e si fa subito espellere per un colpo duro su Bonucci a partita finita. Il giorno dopo un editoriale di Feltri su Libero (intitolato “La risorsa?”) critica apertamente l’attaccante, mettendo in mezzo anche il decreto crescita. A Brescia l’aria si fa molto pesante, e a farne le spese è Corini, che alla 14esima giornata lascia il posto alla coppia Cossu-Pulga. I due durano poco: prima della sosta Cellino decide che è il momento di cambiare, e ricongiunge i due Bisoli, chiamando in panchina Pierpaolo. Il tecnico passa a un 3-5-2 bloccato e reattivo, che si difende basso e punta tutto sulle transizioni. Balotelli segna 4 gol di fila e la squadra sembra riprendersi, tenendo viva la speranza fino a fine aprile, quando le sconfitte con SPAL, Lecce e Parma segnano la retrocessione. Come da contratto Balotelli si svincola a zero e firma con l’Atalanta, pronta a disputare la sua seconda stagione in Champions.