
Piazzamento dello scorso anno: 15°
Chi in più: Nahitan Nandez (Boca Juniors); Marko Rog (Napoli); Federico Mattiello (Atalanta); Radja Nainggolan (Inter); Luca Pellegrini (Juventus);
Chi in meno: Nicolò Barella (Inter); Diego Farias (Lecce); Marko Pajac (Genoa); Simone Padoin (svincolato); Darijo Srna (ritiro);
Una statistica interessante dalla scorsa stagione: il Cagliari è la squadra che ha fatto più affidamento sul gioco aereo lo scorso anno. La squadra di Maran è quella che in Serie A ha vinto più duelli aerei (23,1 a partita) e che più ha cercato di segnare di testa (oltre il 26% dei suoi tiri sono arrivati da un colpo di testa). L’anno scorso Pavoletti ha segnato in campionato ben 11 gol di testa sui 16 totali, cioè più del doppio del secondo in questa speciale classifica (Santander, 5) e quasi il triplo di Cristiano Ronaldo (4).

Com’è andata la scorsa stagione
Prima dell’inizio della scorsa stagione, che nelle intenzioni del Cagliari sarebbe dovuta essere quella del definitivo salto di qualità, della trasformazione da club costantemente in lotta per sopravvivere a nuovo membro della piccola borghesia della Serie A, il presidente Tommaso Giulini indicava nella continuità la via per arrivare all’obiettivo. «Nulla al mondo può prendere il posto della perseveranza: non il talento, non il genio, non l’istruzione. Solo ambizione e perseveranza sono onnipotenti», disse Giulini forse in maniera troppo enfatica, citando il presidente degli Stati Uniti Calvin Coolidge.
La scorsa stagione, però, al Cagliari sono sembrate mancare sia l’ambizione che la perseveranza. Non solo la squadra sarda ha affrontato l’ennesima stagione in cui la prospettiva della retrocessione gli è rimasta appollaiata sulle spalle dall’inizio alla fine, ma non è nemmeno riuscita a vestirsi di un’identità di gioco chiara e in grado di fargli superare i suoi limiti tecnici. Le due cose sono ovviamente legate, e hanno dato vita a una stagione interlocutoria e senza acuti, conclusa a soli tre punti dalla zona retrocessione, appena uno in più rispetto allo scorso anno quando si era salvato solo all’ultima giornata.
Una buona fetta di responsabilità del grigiore dell’annata cagliaritana ricade inevitabilmente sulle spalle di Rolando Maran, che forse non casualmente ha definito il rinnovo di contratto arrivato a maggio «una ripartenza», come se la stagione appena conclusa fosse invece una falsa partenza.
Forse la peggiore sconfitta dello scorso anno.
Maran, nel suo primo anno in Sardegna, non è riuscito né a dare un’identità chiara al Cagliari né a trasformarla in una squadra cinica e reattiva, che approfitta delle debolezze degli avversari per fare risultato. Ne è uscito un ibrido poco definito, che è mancato in primo luogo proprio di quella continuità che chiedeva Giulini: la striscia più lunga di risultati utili consecutivi è stata tra l’inizio di novembre e l’inizio di dicembre, di appena 5 partite, di cui 4 pareggi consecutivi in campionato (l’unica vittoria nel quarto turno di Coppa Italia, contro il Chievo).
La situazione che forse meglio incornicia il giro a vuoto di Maran sulla panchina del Cagliari è quella legata a Nicolò Barella, giocatore di maggior talento della rosa da cui ci si aspettava la definitiva consacrazione e che invece è rimasto nel guado della sua crescita personale. Barella è stato trasformato nel faro della squadra, investendolo di responsabilità creative enormi, prima da mezzala e poi addirittura da trequartista, senza però lavorare sui suoi limiti, che ne sono usciti così ancor più evidenziati dalla maggiore mole di gioco.
Com’è andato il mercato
Nonostante le difficoltà dimostrate in campo, però, la dirigenza del Cagliari ha confermato la propria fiducia nel tecnico di Trento rinnovando a fine stagione il suo contratto fino al 2022, ed ha quindi deciso di arrivare all’obiettivo fissato dal presidente Giulini prendendo un’altra strada, e cioè l’aumento del valore tecnico della rosa. Con i proventi della cessione di Barella all’Inter (49 milioni di euro compresi i bonus, non tutti facili da raggiungere), quindi, il Cagliari ha investito soprattutto sul centrocampo, il reparto che già l’anno scorso con gli acquisti di Castro e Birsa era stato individuato come quello più bisognoso di innesti di qualità.
La sorpresa, per una piazza non certo abituata a mercati faraonici, è che non è arrivato un solo rimpiazzo per Barella, ma ben tre, e cioè Nandez, Rog e Nainggolan – tre giocatori che sono sulla locandina della nuova stagione del Cagliari da cui, grazie a loro, adesso ci si aspetta moltissimo. Nandez, Rog e Nainggolan condividono in primo luogo la caratteristica di essere stati considerati troppo grandi per una squadra come il Cagliari fino a pochissimo tempo fa, e la loro semplice presenza quindi legittima chi pensa che quest’anno la squadra di Maran abbia semplicemente troppa qualità per poter solo combattere per non retrocedere.
Se ciò non bastasse, i nuovi centrocampisti del Cagliari sembrano tutti e tre estremamente adatti alle idee di Maran, che ama attaccare con transizioni lunghe e veloci, e che quindi ama i grandi portatori di palla che fanno della verticalità il loro punto di forza. Nandez, Rog e Nainggolan sono tutti e tre giocatori molto fisici e che hanno come fiore all’occhiello la conduzione della palla in verticale, seppur con sfumature diverse (Nandez e Nainggolan sono più istintivi e preferiscono difendere correndo all’indietro, mentre Rog ama difendere e attaccare in avanti).
Un altro reparto su cui il Cagliari continua ad avere preoccupazioni è quello degli esterni bassi, soprattutto dopo il ritiro di Srna e l’addio di Padoin, che l’anno scorso con alti e bassi erano venuti incontro alla scarsa fiducia che Maran sembra continuare a provare per Faragò e Lykogiannis. Oltre al riscatto di Fabrizio Cacciatore e al ritorno di Luca Pellegrini, entrambi già arrivati a gennaio, il Cagliari ha preso Federico Mattiello dall’Atalanta, dopo l’anno passato a Bologna tra luci e ombre, e ha promosso in prima squadra il giovane Simone Pinna, terzino destro estremamente dinamico che Maran sembra apprezzare molto.
Un mercato, insomma, che al di là dell’importanza dei nomi presi non si è troppo allontanato dalle coordinate tattiche che avevano guidato anche quello della scorsa estate e che quindi ha lasciato aperte diverse questioni che continueranno ad influenzare il rendimento del Cagliari.
Innanzitutto un pacchetto di centrali, a partire da quelli che al momento sembrano i due titolari (Ceppitelli e Klavan), non brillante tecnicamente e piuttosto legnoso fisicamente, che soffre sia la copertura della profondità che gli uno contro uno. Ma anche un reparto offensivo che al momento è rimasto praticamente invariato, a meno che non dovesse arrivare Defrel dalla Roma negli ultimi giorni di mercato, e che al di fuori dei colpi di testa di Pavoletti sembra non dare troppe armi offensive alla squadra di Maran. In questo senso, il ritorno di Han dal prestito al Perugia, dove ha segnato 4 gol in metà stagione (la prima l’aveva passata a recuperare dall’operazione al ginocchio) potrebbe rivelarsi più utile di quanto non sembri al momento.
Che Cagliari vedremo quest’anno
Proprio l’aridità offensiva sembra essere uno dei limiti principali alle ambizioni del Cagliari. L’anno scorso la squadra di Maran si è appiattita nella ricerca ossessiva del cross o delle verticalizzazioni lunghe, e ha finito per avere a fine stagione il terzo peggior attacco della Serie A (solo Chievo e Frosinone hanno fatto peggio, e sono retrocesse) e il quartultimo posto nella classifica degli Expected Goals prodotti. Alla prima stagionale contro il Brescia, il Cagliari non è riuscita a segnare raccogliendo 1,5 Expected Goals.
Eppure finora dal mercato non è arrivata nessuna novità e il compagno d’attacco di Pavoletti è diventato Joao Pedro dopo la cessione di Farias al Lecce. Nell’intoccabile 4-3-1-2 a rombo, alle spalle dei due attaccanti per il momento si sta muovendo Valter Birsa e uno dei pochi nuovi meccanismi che si sono visti nel precampionato per disorganizzare difese schierate che non fossero i cross o le verticalizzazioni direttamente dal centrocampo è stata la fluidità di posizioni proprio tra il trequartista sloveno e Joao Pedro. I due spesso provano a scambiarsi i ruoli tra chi attacca la profondità e chi riceve tra le linee per provare a creare confusione tra i difensori avversari, anche se Birsa sembra non avere più l’atletismo necessario per fare questo tipo di lavoro con continuità.

All’inizio della scorsa stagione sembrava che Maran, forse proprio per porre rimedio a questi problemi, stesse cercando di puntare molto sul pressing alto come nuova fonte di gioco offensivo, ma a un anno di distanza il Cagliari non sembra ancora una squadra sufficientemente organizzata.
Alla prima stagionale contro il Brescia, il Cagliari non è riuscita né a recuperare in alto il pallone né a difendere lo spazio tra le linee, con le mezzali che uscivano puntualmente in ritardo aprendo voragini orizzontali che nemmeno a un centrocampista iper-dinamico come Nainggolan si possono chiedere di coprire.

In questo senso, sarà interessante vedere come Maran risolverà il rebus legato all’improvvisa abbondanza che si ritrova a gestire a centrocampo, non solo con i nuovi acquisti ma anche con il ritorno dall’infortunio di Lucas Castro, che ha fatto il suo debutto stagionale proprio contro il Brescia subentrando da trequartista al posto di Birsa.
Nel precampionato e nell’esordio stagionale contro il Brescia il tecnico di Trento non ha voluto mai rinunciare allo sloveno sulla trequarti, arretrando quindi Nainggolan nell’inusuale posizione di vertice basso del centrocampo. È una scelta sulla carta controintuitiva che però potrebbe aiutare il Cagliari soprattutto senza palla, per coprire i grandi spazi che inevitabilmente le transizioni lunghe volute da Maran creano sia in verticale che in orizzontale. Certo, l’interpretazione del ruolo da parte di Nainggolan è per forza di cose atipica, data la sua predisposizione a portare molto palla in verticale e a privilegiare il gioco lungo alla risalita palleggiata del pallone, e non è da escludere un suo ritorno sulla trequarti alle spese di Birsa più avanti in stagione per riuscire a farlo convivere con Nandez e Rog.
Proprio le qualità offensive delle due nuove mezzali del Cagliari in conduzione e in inserimento saranno fondamentali per gli equilibri offensivi di una squadra che per un altro anno si aggrapperà all’incredibile talento aereo di Pavoletti. Maran, insomma, dovrà trovare le soluzioni per far convivere tutto il talento che ha centrocampo, senza deprimerlo, perché un rombo che ha in Nainggolan, Rog e Nandez le sue punte più offensive potrebbe finalmente mettere in pratica il suo disegno di trasformare il Cagliari in una squadra intensità, pressing e seconde palle.
Al di là dell’integrazione dei singoli, quindi, il successo della stagione del Cagliari passa inevitabilmente dalla crescita collettiva. Se vuole ambire a qualcosa di più della salvezza, la squadra sarda deve consolidare un’identità riconoscibile che le permetta di valorizzare il talento a centrocampo e di camuffare i limiti in difesa e in attacco, che oggi rimangono evidenti. Per una squadra che ha puntato quasi tutto sul calciomercato per emanciparsi, dipendere così tanto dal proprio allenatore è un piccolo paradosso che nel bene o nel male deciderà non solo questa stagione ma anche il futuro prossimo del club sardo.
Miglior scenario
Il Cagliari negli ultimi giorni di mercato riesce a prendere Defrel, che si rivela essere la spalla perfetta per Pavoletti in attacco. I movimenti senza palla dell’attaccante francese creano gli spazi tra le linee e in profondità dove Rog, Nandez e Nainggolan fanno carne da macello. Il Cagliari diventa in breve tempo una delle squadre più intense e verticali del campionato, e con la clamorosa vittoria allo Juventus Stadium a inizio gennaio si avvicina sorprendentemente al sesto posto. Nella seconda parte di stagione, mentre i giornali parlano di sogno Europa League e i tifosi inaugurano una statua di Nandez a Piazza San Domenico, la squadra di Maran cala vistosamente ma chiude comunque con un positivissimo nono posto.
Peggior scenario
Tutte le trattative di mercato dell’ultima ora falliscono e il Cagliari rimane con la rosa del momento. A fine settembre, a peggiorare ulteriormente le cose, ci si mette il clamoroso scontro in area tra Rafael e Pavoletti, che mette fuorigioco entrambi per tre mesi. La squadra di Maran si ritrova ad affrontare la prima parte di stagione con Aresti tra i pali e la coppia d’attacco Cerri-Joao Pedro. La squadra perde certezze e oltre a non segnare inizia anche a subire troppi gol: a ridosso della zona retrocessione, Maran viene esonerato i primi di dicembre e al suo posto la dirigenza decide per la soluzione interna mettendo sulla panchina rossoblù Daniele Conti. La squadra ha uno scatto d’orgoglio e vince le prime tre partite di fila, ma è solo un fuoco di paglia. Quando a fine aprile il Cagliari è ancora terzultimo, la società decide di richiamare Maran per le ultime quattro partite, contro Lazio, Udinese, Juventus e Milan, per un finale thriller. Dopo le prime due sconfitte sembra tutto perso, ma il Cagliari riesce miracolosamente a salvarsi battendo Juventus e Milan, nonostante un autogol di Nainggolan nell’ultima partita di campionato che aveva aritmeticamente condannato i sardi fino al 79esimo.
Giocatore chiave
Proprio come l’anno scorso, il giocatore di maggior talento è anche quello di cui è meno chiara la collocazione tattica per farlo rendere al meglio. Se Maran riuscirà a trovare il modo di cucire una posizione e dei compiti in grado di esaltare Radja Nainggolan, e se sarà in grado di motivarlo, allora la stagione del Cagliari potrebbe davvero prendere una piega inaspettata.
Giocatore di cui avere la maglietta
Cagliari+Uruguay è sempre un connubio iconico, e quindi è impossibile scegliere una maglietta diversa dalla 18 di Nahitan Nandez.
Giocatore da comprare al fantacalcio
È probabile che Pavoletti sarà il giocatore che segnerà di più nel Cagliari, ma non è di certo un segreto e questo farà inevitabilmente lievitare il prezzo. Se volete un affare dal miglior coefficiente qualità/prezzo potete scommettere sulla stagione di Nandez, che in Argentina ha fatto sempre segnare buoni numeri offensivi (6 e 7 assist nelle ultime due stagioni in tutte le competizioni), o su quella di Luca Pellegrini, visto quante responsabilità creative sono affidate ai terzini nelle squadre di Maran (l’anno scorso Srna e Cacciatore hanno messo insieme 6 assist). La scommessa a 1 è Han, che ha buone capacità di finalizzazione e movimenti da seconda punta.