Piazzamento lo scorso campionato: neopromossa
Chi in più: Eldor Shomurodov, Tommaso Augello, Jakub Jankto, Gaetano Oristanio, Ibrahim Sulemana, Simone Scuffet.
Chi in meno: Antonio Barreca, Nik Prelec, Filippo Falco.
Una statistica interessante dalla scorsa stagione: Alla 19esima giornata il Cagliari aveva 23 gol fatti e 23 gol subiti, alla 38esima erano diventati 50 quelli fatti e 34 quelli subiti.
Formazione tipo: 4-4-2, Radunovic, Zappa, Dossena, Obert, Augello; Nandez, Makoumbou, Sulemana, Azzi, Luvumbo, Shomurodov
Con ancora negli occhi e nel cuore il gol di Pavoletti contro il Bari in pieno recupero, il Cagliari si appresta ad affrontare una Serie A piena di insidie. È così per tutte le neopromosse, ma non tutte le neopromosse hanno Claudio Ranieri. Il suo impatto da quando si è seduto sulla panchina dei sardi alla 19esima giornata della scorsa stagione è stato francamente impronosticabile: in un girone il Cagliari ha risalito la classifica dal 12esimo posto fino a centrare i playoff e poi la promozione all’ultimo respiro.
Un’impresa che è facile raccontare con l’epica, ma che nasconde idee semplici e chiare che Ranieri è stato in grado di trasmettere ai suoi giocatori da subito, grazie all’esperienza e a un’empatia con la società e l’ambiente che ha del magnetico (tra il 1988 e il 1991 l’allenatore aveva portato il Cagliari dalla C1 alla A, lanciando la sua carriera).
Fin dal suo arrivo infatti la squadra ha trovato equilibrio e compattezza intorno a un nucleo di giocatori - Radunovic, Dossena, Makoumbou, Nandez, Mancosu, Lapadula - che l’allenatore ha responsabilizzato e messo in condizione di rendere al meglio. In campo il Cagliari è diventata una squadra capace di adattarsi all’avversario, mostrando una fluidità invidiabile che è stata decisiva nei playoff contro Parma e Bari. Una squadra capace di giocare su più spartiti - pressione alta, baricentro più basso, gioco verticale a pochi tocchi, palleggio più ragionato - senza però rinunciare ad alcuni principi di base, legati all’equilibrio tattico e alla compattezza come da libretto rosso di Ranieri. Certo, la promozione del Cagliari non è una favola: la squadra aveva un talento e una profondità di rosa che la mettevano tra le migliori squadre della B e il risultato finale, se non fosse per il modo rocambolesco in cui è arrivato, non sarebbe stato tanto sorprendente.
Per la Serie A, però, servirà qualcosa in più, sia dai giocatori che come proposta tattica. In queste prime uscite Ranieri ha provato diversi schieramenti, dal 4-3-3 al 4-2-3-1, fino al 4-4-2, il modulo più caro all’allenatore e che potrebbe essere quello con cui iniziare la stagione. Al di là delle posizioni dei giocatori, il Cagliari ha insistito a tratti su un gioco che prevede di consolidare il possesso dal basso, per poi cercare di risalire il campo con rapidi scambi in verticale sugli esterni. Non sempre però il palleggio è sembrato fluido e c’è stato qualche errore di troppo, ma è anche per questo che si disputano le amichevoli.
Contro il Brest, ad esempio, il gol di Satriano è arrivato a causa di una palla persa dopo una rimessa corta di Scuffet. Il Cagliari ha coraggiosamente attirato la pressione avversaria scambiandosi il pallone nei pressi della propria area, ma i difensori non hanno trovato uno sbocco centrale per Makoumbou, finendo per passare per il terzino Zappa, che pressato ha provato una difficile verticalizzazione su Pavoletti, che però era rimasto troppo alto ed è stato anticipato. Sulla palla persa è arrivato il gol.
Come questo lavoro verrà assimilato dalla squadra sarà importante per la stagione del Cagliari, per avere soluzioni di risalita del campo più efficienti del lancio verso la punta. Se infatti il sistema difensivo della squadra di Ranieri sembra abbastanza solido per poter reggere l’impatto con la Serie A, la fase offensiva rischia di rimanere impantanata nelle classiche difficoltà del salto di categoria e fare gol potrebbe diventare un’impresa.
Ranieri comunque ha sottolineato come la squadra debba ancora trovare la sua forma ideale sia tattica che di rosa, anche perché gli infortuni lo stanno privando di alcuni giocatori importanti. Contro la Roma u19 Lapadula si è infortunato alla caviglia e starà fermo tre mesi, mentre Mancosu è stato da poco operato al ginocchio e anche lui salterà le prime giornate di campionato. Rog, addirittura, si è rotto il crociato, e anche tra i nuovi acquisti ci sono stati dei rallentamenti: Jankto si è fermato per un problema muscolare, mentre Shomurodov è appena arrivato in gruppo dopo un periodo di lavoro differenziato.
Che Cagliari vedremo allora? Sarà sicuramente una squadra che punta a difendersi con un baricentro basso e due linee compatte e prudenti (l'anno scorso è stata l'ultima squadra per intercetti della B), ma che contro avversarie alla portata non rinuncerà a pressare alto per far valere la propria fisicità e comunque provare a costruire col pallone e non limitarsi a un gioco totalmente verticale per le punte. Non una squadra spregiudicata, ma neanche una totalmente conservativa.
Il successo del Cagliari però passerà inevitabilmente da come alcuni giocatori riusciranno ad adeguarsi alla Serie A. Per molti, infatti, è una prima volta, mentre altri sono stati respinti dal massimo campionato in precedenza. Basta vedere i probabili titolari, a partire dalla difesa: in porta è stato confermato Radunovic, mentre davanti a lui la coppia titolare è Dossena e Obert (Goldaniga e Altare sono sul mercato). In B hanno fatto benissimo, ma in tre arrivano a malapena a una decina di presenze in Serie A e non stupisce che Ranieri abbia chiesto «due centrali esperti». L’arrivo di Palomino è saltato all’ultimo, ma si cerca quel tipo di centrale, meglio se mancino. A sinistra, proprio come quota “esperienza” è arrivato Augello, già passato per l’allenatore romano ai tempi della Sampdoria e che sembra nato apposta per giocare nelle due fasi del 4-4-2. A destra, invece, il titolare sarà Zappa.
Il centrocampo è il reparto forse più completo: al centro Makoumbou è stata una delle sorprese più gradevoli della scorsa stagione. Ranieri l'ha preso che era né carne né pesce e lo ha trasformato con successo in un mediano completo, sia quando si tratta di fare filtro che di dettare i ritmi della squadra e chissà che non possa stupire anche in A. L’altro posto se lo giocheranno Sulemana, appena arrivato dal Verona, e Deiola, col primo favorito da un dinamismo impressionante soprattutto quando si tratta di difendere in avanti. A destra la certezza è Nandez: sarebbe una mezzala ma ormai al Cagliari si è trasformato in un giocatore totale, con tecnica e forza fisica. A sinistra la situazione è più intricata: Jankto è un po’ un incognita e in questo precampionato lì è stato spesso schierato Aizzi, sarebbe un terzino ma ha le qualità per giocare più in alto.
A questi si aggiungono altri nomi più ibridi, ma che potranno, chissà, dare il loro contributo. Oristanio è arrivato come un oggetto misterioso dal campionato olandese e in queste prime uscite si è messo in mostra come utile vice Nandez; Nicolas Viola era fuori dal progetto ma Ranieri sembra stuzzicato dalle sue caratteristiche peculiari e Nunzio Lella, la cui permanenza in squadra non è certa ma che quando è stato chiamato in causa si è messo in luce (2 gol nel precampionato).
In attacco, invece, la situazione è più spinosa. Lapadula potrebbe saltare almeno una decina di giornate e in A finora ha sempre faticato a segnare con la stessa continuità della B; Pavoletti è uno dei leader della squadra, ma a 34 anni e dopo tutti gli infortuni avuti non potrà essere quello che segnava gol di testa a grappoli tra il 2017 e il 2019 e avrà poco spazio, mentre Shomurodov tornerà utile per far salire il gioco o nei duelli individuali coi difensori o con le sue conduzioni, ma anche lui segna poco. Tanto dipenderà quindi dall’attaccante che verrà aggiunto: sono molti i nomi che si fanno, da Petagna a Colombo, passando per Pohjanpalo fino a Bruno Petkovic. Proprio il centravanti croato sembra essere il profilo di cui avrebbe bisogno Ranieri: abile nel gioco spalle alla porta, che possa venire incontro e associarsi con i compagni con qualità e magari esaltare le qualità del suo partner d’attacco.
Se l’allenatore dovesse confermare un attacco a due punte, alle spalle del centravanti il Cagliari ha diverse possibilità. Lì potrebbe giocare Shomurodov, utile come terminale per la risalita del pallone, ma anche Mancosu, quando tornerà dall’infortunio al ginocchio. I tifosi lo amano e la scorsa stagione è stato un valore aggiunto. Nessuno in rosa ha la sua tecnica (guardate questo gol al Perugia se avete dubbi), tuttavia in Serie A potrebbe faticare a esprimersi sugli stessi livelli. In questo precampionato, però, chi ha stupito davvero è stato Zito Luvumbo. La doppietta col Parma nei playoff l’ha come sbloccato e nelle ultime amichevoli è sembrato imprendibile. Contro la Juventus U23 ha segnato una tripletta in pochi minuti e se diventa più incisivo sotto porta, in bocca al lupo agli avversari.
Da seconda punta Luvumbo sembra trovarsi meglio che da esterno largo, dove è costretto a un gioco più monodimensionale ma dove potrebbe trovare spazio in un modulo a una punta. È ancora un po' acerbo e Ranieri, in ogni caso, potrebbe preferire usarlo come cambio “spaccapartite”, ma rimane uno di quei giocatori intriganti che, magari con alti e bassi, possono svoltare una stagione di una squadra come il Cagliari, con diversi limiti offensivi.
«Mi aspetto forti libecciate durante il cammino» ha detto Ranieri parlando della stagione che lo attende. Sicuramente per il Cagliari non sarà facile rimanere in Serie A, ma l'esperienza dell'allenatore, l'entusiasmo dei tifosi (al momento sono arrivati oltre 13 mila abbonamenti) e la possibile crescita di alcuni elementi della rosa possono far sperare bene. In attesa dell'esordio con il Palermo in Coppa Italia di sabato e che il mercato risolva le ultime incognite, prima di lanciarsi in una Serie A da affrontare con lo spirito del suo allenatore.
Miglior scenario possibile
L’entusiasmo della città si trasmette alla squadra e lo stadio di casa, ribattezzato “Gigi Riva”, diventa un fortino inespugnabile già dalla seconda giornata, quando un’inattesa vittoria con l’Inter lancia la stagione. Il Cagliari diventa un incubo per tutti: fisica, arcigna, ma capace di ribaltare il campo con la fisicità di Shomurodov e la velocità di Luvumbo. A gennaio la squadra è nella parte sinistra della classifica, a marzo arriva un piccolo passaggio a vuoto ma la salvezza arriva con largo anticipo, festeggiata in casa con un gol vittoria di Mancosu contro il Lecce.
Peggior scenario possibile
Il mercato non segue le indicazioni di Ranieri e la squadra patisce l’impatto con la Serie A. Dietro Obert e Dossena sbagliano troppo, davanti non c’è nessuno che segna. Non basta il ritorno di Lapadula per uscire dalla zona retrocessione. A gennaio Ranieri dà le dimissioni, ma vengono respinte. La squadra ha una piccola reazione, arrivano un paio di vittorie casalinghe, ma in trasferta non vede punti. Il Cagliari rimane aggrappato alla lotta per la salvezza fino alle ultime giornate, ma qualche infortunio di troppo priva la squadra della qualità sufficiente per risalire la classifica. In trasferta contro il Milan arriva una brutta sconfitta per 5-0 che condanna la squadra al ritorno in B dopo una sola stagione.
Giocatore di cui avere la maglia
Come ha pescato il Cagliari Antoine Makoumbou? È uno di quei misteri dello scouting che è giusto che rimangano tali. Prima di sbarcare in Sardegna la sua carriera contava di un passaggio nella seconda squadra del Magonza (nella terza serie tedesca), una stagione al Tabor Sežana (Slovenia) e una al Maribor (sempre Slovenia). Il Cagliari l’ha preso per 2 milioni di euro e si è trovato una pepita d’oro: elegante, essenziale, onnipresente. Nei playoff guardarlo giocare è stato uno spettacolo. Come gli andranno le cose in Serie A è da vedere, ma la coolness del suo gioco è lì per restare. Maglia per intenditori, da regalarsi e sfoggiare con in mano l'Ichnusa d'ordinanza.
Giocatore da prendere al Fantacalcio
Il Cagliari non sarà squadra da Fantacalcio. Lapadula, un centravanti su cui magari potete puntare anche se in A ha sempre avuto qualche problema, rientrerà solo a stagione inoltrata. Tanto vale allora puntare su Zito Luvumbo. Non è una sorpresa e non sarete gli unici. Anzi, la doppietta al Parma, i gol in precampionato e una certa memicità del personaggio vi costringeranno a spendere anche più del suo valore, ma è un rischio che vale la pena correre per essere felici.