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Guida al Fantabasket NBA 2024/25
07 ott 2024
07 ott 2024
Una top 100 per stracciare i vostri rivali.
(copertina)
IMAGO / ZUMA Press Wire
(copertina) IMAGO / ZUMA Press Wire
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Cari lettori, anche quest’anno abbiamo deciso di utilizzare lo stesso di sito di riferimento e di affidarci ancora una volta alla forma di punteggio più semplice prevista per il Fantabasket della NBA. Ovvero questa:

Position Format: Traditional - (G/F/C)

Roster Size: 14 (12 + 2 Inactive)

Home Court: (+1.0/-0.0)

Scoring Format: Standard

Points: 1.0, Rebounds: 1.0, Assists: 1.0, Blocks: 1.0, Steals: 1.0, Turnovers: -1.0

È un formato intuitivo, che non richiede particolari calcoli o conoscenze avanzate del gioco. Perfetto per coinvolgere chi magari si è appena avvicinato alla NBA e non è ancora pronto a un impegno immersivo. Giocarci è anche un buon modo per rimanere collegati alla stagione regolare e alle sue tantissime partite.

Quello che vi proponiamo di seguito è il celebre Fanta-Mock Draft, ovvero un consiglio su chi dovreste prendere a che punto del vostro Fanta-draft (sentitevi comunque liberi di interpretare).

1. Luka Doncic, Dallas Mavericks

Luka non vende sogni ma produce solide realtà. Lo scenario di Dallas è un vorticoso ottovolante: siamo passati da una stagione fuori dai playoff alla cavalcata in finale, ma quello che non è cambiato è il suo appetito insaziabile per gli isolamenti e l’elevato usage Rate (al 35.9). Kidd finora gli ha ritagliato un minutaggio in stile anni novanta, che continua a salire e flirta con i 38 minuti di media. Lo scorso anno ha fatto registrare 50 fantapunti di media facendo la fortuna dei suoi fantallenatori, anche perché la tendenza è quella di andare oltre le 70 presenze stagionali. Il deludente esito del pre-olimpico gli ha concesso prezioso riposo e l’opportunità di lavorare alla forma fisica che, a dispetto dei numeri, appare lontana dal picco ideale. Se escludiamo Kyrie e la voglia di riscatto del veterano Klay Thompson, nel roster ci sono pochi competitor offensivi.

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Un anno da MVP?

2. Nikola Jokic, Denver Nuggets

Stakanovista della palla a spicchi, la scorsa stagione regolare Jokic ha timbrato il cartellino per ben 79 volte, ritoccando addirittura leggermente verso l’alto il suo fatturato. Denver è meno profonda a livello di rotazione del passato (Christian Braun parte in quintetto?), fattore che lo spingerà verso ulteriori straordinari. In ogni caso siamo al cospetto di un grande interprete della tripla doppia, a conti fatti del miglior giocatore della storia recente della NBA. Rispetto al passato ha fatto progressi anche nella statistica dei palloni persi (3 di media). La produzione difensiva non fa gridare al miracolo ma contribuisce a far lievitare i numeri, che sfiorano le cifre ammassate da Doncic. Va messo in preventivo che, presto o tardi, il fisico potrebbe pagare lo scotto per le fatiche delle Olimpiadi, dove ha conquistato un bronzo e tanti appassionati.

3. Victor Wembanyama, San Antonio Spurs

Questo formato di solito premia le scommesse e siamo di fronte a un talento generazionale, che da matricola ha fatto capolino nella Top-15, facendo a sportellate con i mostri sacri della NBA e del fantaNBA. Ipotizzando un incremento delle statistiche, la soglia dei 40 fantapunti può essere superata con slancio. Il minutaggio dovrebbe stabilizzarsi oltre 30 minuti di media e le presenze di Harrison Barnes e del fragile Devin Vassell non sembrano scalfire le sue ambizioni offensive, che denunciano chiare mire imperialiste. I margini di miglioramento sono notevoli e le amnesie balistiche (il volume di triple appare eccessivo a questo stadio dello sviluppo) non dovrebbero essere un problema a livello statistico. A disciplinare la selezione di tiro è poi pronto a intervenire Chris Paul, chiamato a fare da chioccia, o da guida Jedi se volete, a una delle attrazioni più interessanti della NBA.

4. Giannis Antetokounmpo, Milwaukee Bucks

Quante partite giocherà Giannis? L'anno scorso è arrivato a 70, inoltre con un minutaggio generoso che ha fatto salire le sue quotazioni. La stagione di rodaggio con Damian Lillard potrebbe giovare a entrambi ma il quarto monte salari della lega, che impone la luxury tax e un ridotto margine di manovra al roster, minaccia di turbare il consueto aplomb dei cerbiatti. I numeri che produce in difesa restano leggermente sotto media per il potenziale tecnico/fisico e come da tradizione, i soliti conflitti con i tiri liberi (65.7%) limitano le possibilità di salire sul podio. Lo stiramento al polpaccio che ha rovinato i suoi playoff e la stagione dei Bucks ha di nuovo fatto capolino alle Olimpiadi, anche se in forma molto più blanda. Il portabandiera della Grecia deve estendere la sua finestra per il titolo, limitare i vari acciacchi, confermare una quota di 30 punti segnati per partita. Is back?

5. Shai Gilgeous-Alexander, Oklahoma City Thunder

Il canadese è da tempo una delle risorse offensive più micidiali della lega e i Thunder hanno meritatamente conquistato l’etichetta di contender dopo una cavalcata esaltante e insolitamente precoce. I pronostici di inizio stagione lo considerano un serio candidato per il titolo di MVP, status confermato anche dalla sua fanta-produzione che si attesta intorno ai 40 punti totali da un paio di stagioni. Gli innesti di Caruso e di Hartenstein dovrebbero garantire maggiore solidità a tutto l’insieme, limitare occasionali straordinari in difesa e offrire nuove opzioni per un attacco più variegato. Permane una certa preoccupazione legata a una fragilità fisica che in molte occasioni lo ha allontanato dalla soglia psicologica delle 70 partite a referto. I miglioramenti nella gestione del pallone sono effettivi (2.2 i possessi persi) come attesta la quota assist (6.5) ogni sera, che si incrementa da sempre. In continua ascesa.

6. Anthony Davis, Los Angeles Lakers

Contro ogni pronostico ha rispolverato numeri e una continuità di rendimento che in stagione regolare aveva mostrato solo ai Pelicans, parliamo quindi del 2017 e del 2018. A sorprendere addirittura di più è però l’integrità (76 gare disputate) raramente avuta. Difficile leggere nel futuro dei Lakers perché un nuovo allenatore, una diversa impostazione e la consueta dose di drama losangelino possono cambiare lo scenario in tempi brevi. Tutto sommato, ci sentiamo di premiare il suo effort, cristallizzato dal miglior rendimento della carriera a rimbalzo (12.6 di media!) e da una costanza ai tiri liberi (sopra la quota 80%) che attesta una verve ritrovata. I problemi fisici potrebbero fare capolino ma ai nastri di partenza del draft è troppo spesso accomunato a Joel Embiid (fermo a 39 gare…). Per distacco, è il primo statunitense del ranking 2024/25.

7. Domantas Sabonis, Sacramento Kings

Pioggia, vento o sole: il lituano consegna sempre. 82 partite a referto e una doppia doppia che scalda il cuore (19.1 punti e 13.7 rimbalzi a sera) e lo ha catapultato nel salotto buono del campionato. L’innesto di DeMar DeRozan rischia di limitare il suo apporto offensivo e annacquare le statistiche derivanti dalla fase di playmaking, da tempo uno dei veri cavalli di battaglia. Se uniamo i puntini, è facile supporre un calo del fatturato ma un centro del suo spessore e affidabilità è merce rara, resta un ingrediente indispensabile per una stagione di successo. I palloni persi (3.3 di media) sono un elemento da considerare ma lo stoicismo (soft skill sottovalutata) con cui affronta le partite, regala sempre molte soddisfazioni ai suoi proprietari. In qualche ranking autunnale scivola misteriosamente su posizioni a ridosso del ventesimo pick (!) non certo consone al suo alto lignaggio, voi approfittatene e fatelo vostro!

8. Joel Embiid, Philadelphia 76ers

Variabile impazzita pronta a sovvertire gli equilibri e cambiare le sorti di ogni campionato che si rispetti. I numeri sono speculari a quelli di Luka Doncic e siamo pertanto nella rarefatta quota dei 50 fantapunti complessivi. Ragioniamo sul 25% del totale con cui si chiudono diverse partite in stagione, soprattutto se prendiamo in esame delle leghe numerose per cui anche i piccoli dettagli diventano fondamentali. Il problema è sempre quello: è spesso meno solido di un flirt estivo e può facilmente mandare a monte i vostri sogni di gloria. L’innesto di Paul George e le ambizioni di Maxey sono campanelli di allarme da tenere in giusta considerazione e una piccola porzione dei suoi possessi offensivi (quasi 22 tiri a partita) dovrebbero essere redistribuiti ai compagni. Alle Olimpiadi ha vestito i panni del perfetto villain con grande stile. Se a primavera le ginocchia sono in ordine…

Quando scende in campo...

9. Jayson Tatum, Boston Celtics

Nella guida dello scorso anno ci siamo spinti troppo oltre nel suo caso, sedotti e poi abbandonati dal migliore degli scenari. La profondità dei Celtics, l’emersione prepotente di Jaylen Brown e una fase prolungata di problemi balistici ha inciso sulle quotazioni, che al principio del 2023/2024 puntavano a una campagna da MVP. Intendiamoci, siamo sempre al cospetto di un monarca della specialità (39 fantapunti) che cerca riscatto e vuole recuperare una centralità che in biancoverde sembra smarrita. Se consideriamo la prolungata assenza di Porzingis e le motivazioni, prenderlo a ridosso di questa posizione potrebbe pagare enormi dividendi. La solidità fisica non è mai stata in discussione e si trova nel picco delle sue risorse atletiche, per certi versi vastamente sottovalutate. Si tratta di un regolarista che porta a casa quasi sempre lo stesso bottino, con poche variazioni sul tema.

10. Tyrese Haliburton, Indiana Pacers

Il giocatore che riporta alla mente la celebre scatola di cioccolatini di Forrest Gump: non sai mai che mese di Haliburton ti capita. A novembre ha spazzato via la concorrenza (28.6 punti e 11.7 assist) sciorinando un livello di gioco e una intensità che hanno riportato alla mente uno Steve Nash dotato di un primo passo più incisivo. A primavera ha virato spesso su una versione in scala Jamaal Tinsley che resta comunque un bel viaggiare ma è ovviamente una cosa diversa. Infortuni a ripetizione e una squadra in continua evoluzione, non hanno certamente agevolato la sua continuità di rendimento che resta sospetta. In estate purtroppo gli acciacchi sono tornati a farsi sentire e un dolore al tendine ha compromesso le sue Olimpiadi, anche se trovare spazio con un roster di quel genere non era certamente facile. Se il fisico regge, è un esterno di lusso e Carlisle in passato ha svezzato un certo Jalen Brunson.

11. Anthony Edwards, Minnesota Timberwolves

Atleta di livello superiore, veste i panni della prima opzione offensiva dei Wolves e si candida a guidare la franchigia per la prossima decade. La sua ascesa non ci ha colti di sorpresa (era già entrato di diritto nei primi dieci del nostro ranking) ma a conti fatti, la stagione della definitiva affermazione ha inciso poco sul suo fanta-destino. In due annate ha saltato sei partite in tutto e il potenziale per sfiorare 38/40 punti totali è certamente nelle sue corde. Conley ha una stagione in più sul contachilometri, Gobert resta un elemento divisivo per molti addetti ai lavori; per rimanere ad alti livelli appare indispensabile un 24/25 degno del primo quintetto NBA. Merita di cavalcare la cresta dell’onda: ha costruito un buon tiro dal mid-range e dismesso i panni dell’attaccante pigro e monodimensionale, troppo legato all'emotività e alle percentuali. Va rimarcata la buona vena di passatore (5 assist di media).

12. Kevin Durant, Phoenix Suns

Primo esponente della categoria dei super-veterani, si trova in questa posizione di spicco perché fa ancora ondeggiare la retina come nessuno e scollina facilmente i 25 punti di media. Ha ritrovato efficacia anche come passatore e, a dispetto delle previsioni, i suoi numeri non hanno risentito eccessivamente della coabitazione con Devin Booker e Bradley Beal. Regge con disinvoltura 37 minuti di impiego e divide idealmente lo spot di ala forte con Royce O'Neale; i Suns hanno poche risorse sotto le plance e qualche volta è costretto a subire degli scossoni quando si lancia a rimbalzo. Dopo la rivoluzione della passata stagione appare fondamentale stabilizzare il contesto tecnico e smaltire le scorie della eliminazione ai playoff, arrivata per mano dei giovani Timberwolves. Le alternative dalla panchina scarseggiano un poco, ma la strutturazione salariale da vero Super Team rende difficile qualsiasi movimento.

13. Trae Young, Atlanta Hawks

Più che un attestato di stima, il suo ranking riflette la nuova strutturazione degli Hawks: senza la presenza ingombrante di Dejounte Murray dovrebbe tirare verso il canestro quasi ogni pallone che passa per i suoi polpastrelli. Per nostra fortuna questo formato non è sensibile alle percentuali, fattore che lo rende più appetibile del previsto anche a dispetto della concorrenza. Il punto di domanda è riferito alla ricostruzione della squadra e allo spettro di possibili trade a cui la franchigia potrebbe fare ricorso nella seconda parte della stagione. Se ci relazioniamo ai numeri, siamo di fronte a 35.6 fantapunti, cifre che dovrebbero salire e tornare ai livelli del 2019/2020, quando il fatturato era vicino ai quaranta. Lo circonda un roster interessante (pensiamo alla prima scelta Zaccharie Risacher) ma offensivamente sospetto, qualcuno ha la valigia pronta e forse la mente altrove.

14. Jalen Brunson, New York Knicks

Leader tecnico ed emotivo della Grande Mela, rappresentante ideale della corrente filosofica che da decenni Tim Thibodeau prova a diffondere a ogni costo. Gioca anche quando le caviglie sono in disordine, si sacrifica per i compagni anche dal punto di vista finanziario come ha dimostrato in estate e il suo grado di competitività sembra sempre più alto, stagione dopo stagione. Ai Knicks è diventato un fanta-fattore e quando gli infortuni hanno cominciato a martoriare i compagni ha spesso frequentato i primi posti della graduatoria. Riparte da 38 fantapunti, una cifra che il talento a disposizione della squadra potrebbe far scendere verso il basso per poi normalizzarsi intorno a quote più interessanti. Ci sono, a dire il vero, diversi elementi che a prima vista possono suggerire di ripiegare verso giocatori più riconoscibili ma noi non ce la sentiamo di scommettere contro gli attributi di Brunson!

Il nuovo che avanza

15. Alperen Sengun, Houston Rockets

Lo scorso autunno siamo saliti su questo carro (vi avevamo suggerito di selezionarlo poco prima del pick 50) e non abbiamo ancora voglia di scendere. Dietro il suo ranking dobbiamo riconoscere un certo hype che qualche volta è complice di scelte scellerate e troppo condizionate dalle aspettative. Sul tavolo però ci sono quasi 35 fantapunti e se diamo un'occhiata al resto della concorrenza, siamo a pieno titolo nel range dei primi 5-6 centri, con la carta d’identità che si ferma a 22 anni. La crescita tecnica dei lunghi non è quasi mai lineare, non abbiamo pertanto la sicurezza di ricavare un impatto maggiore o di escludere il rischio di una involuzione. Persi i tradizionali pesi massimi della categoria, assicurare alla vostra squadra un pivot di questo potenziale è spesso una carta vincente, perché trovare esterni di robusta produzione è più facile. Si ragiona su 20 punti e 10 rimbalzi di media?

16. Steph Curry, Golden State Warriors

Gli Splash Brothers sono ormai un ricordo a tutti gli effetti ma, come attestano le Olimpiadi di Parigi, le triple di Steph sono ancora destinate a terrorizzare l’occidente. Le fatiche estive lasciano pensare a un andamento meno lineare del solito, ma a preoccupare è più la possibile rivoluzione che aspetta un roster poco qualitativo. Se tutto rimane così, siamo in uno scenario non troppo dissimile da quello di Trae Young agli Hawks. Il cast di supporto fuori dal perimetro è composto dal poliedrico trio Hield, Anderson e De'Anthony Melton, giocatori in grado di fornire opzioni molto differenti rispetto al passato. Serve forse maggiore Star Power per uscire indenni da questa Western.

17. Paolo Banchero, Orlando Magic

Non è una chiamata che affascina i fantallenatori tradizionali, visto che in molti gli preferiscono Scottie Barnes. I numeri sono simili ma Paolo ha dimostrato una maggiore resistenza ai rigori della stagione e forse ha un potenziale ancora superiore, giunto al terzo anno. I Magic hanno un attacco asfittico e, in assenza di una spalla valida, i migliori difensori delle squadre avversarie non lo perdono mai di vista. Buona parte (circa il 60%) della produzione offensiva arriva da conclusioni che si costruisce in prima persona e l’innesto di Caldwell-Pope potrebbe fornire le spaziature necessarie per salire di livello. A Orlando servono altri tiratori per ribaltare il tavolo, ma la direzione in cui si sta muovendo la squadra sembra giusta. Senza troppi voli pindarici lo possiamo accreditare di 24-25 punti, conditi da una interessante quota di assist.

18. LeBron James, Los Angeles Lakers

Come per gli altri grandi, i numeri che utilizziamo per misurare il suo valore sono quasi offensivi, perché non tengono conto del contributo fornito alla lega e a questo sport che ha dominato. Le cifre sono buone, non ci fraintendete, stiamo parlando di un giocatore che nel 23/24 ha messo insieme quasi 40 fantapunti, spalmati su 71 presenze. Se guardiamo la carta d’identità (è nato nel dicembre 1984) c’è da stropicciarsi gli occhi ma nelle tre annate precedenti è stato spesso costretto ai box. Si è fermato a una media di 52 presenze, quota che potrebbe far implodere la vostra squadra. Selezionato tra il pick 18 e il 25 vale il rischio ma non ci sentiamo di consigliarvi un approccio più coraggioso. Dobbiamo valutare l’impatto di JJ Redick sulla panchina, capire quale valore aggiunto apporterà alla causa gialloviola rispetto a Darvin Ham. Se siete dei veri romantici però, poi dovete draftare anche Bronny.

19. Ja Morant, Memphis Grizzlies

Il più grande Desaparecido della NBA, un generatore automatico di frasi con il modo condizionale. Vediamo: se resta a piede libero per tutto il torneo, se resta lontano dalle sospensioni, se la spalla destra è guarita, se la forma fisica torna ai livelli di un paio di anni fa. Con (quasi) tutti gli astri favorevoli, c'è materiale per un giocatore in grado di contrastare i mostri sacri ma in caso contrario, potrebbe essere difficile giustificare una scelta all’interno del primo giro. Nelle 9 partite che ha giocato lo scorso campionato abbiamo intravisto il solito funambolo e molta ruggine, con i difensori avversari che lo hanno costretto a rifugiarsi nel tiro da fuori, dove non ha spiccato per precisione (27%). I Grizzlies si trovano di fronte a una stagione cruciale, in squadra il talento abbonda e ci sono le possibilità per abbordare le 50 vittorie nel 24/25. I rischi del caso sono evidenti ma è difficile ignorare il suo talento.

20. Devin Booker, Phoenix Suns

Nel nuovo corso dei Suns si sta sacrificando generosamente per le esigenze della squadra e la mancanza di simmetria nel roster lo sta mettendo alla prova. Nel 23/24 ha vestito i panni del distributore, a volte coadiuvato da Grayson Allen: il processo di adattamento non è stato indolore. In estate la dirigenza ha reclutato due play come Tyus Jones e Monte Morris per risolvere il problema, ma lo spot di guardia tiratrice resta saldo nelle mani di Bradley Beal. Per Booker sembra scontato un trasloco in ala piccola, un ruolo che pur essendo nelle sue corde, richiede un grande esborso in termini di impegno fisico. Come rendimento offensivo siamo nella prima fascia NBA e da due stagioni la produzione oscilla con costanza tra i 35 e i 37 fantapunti. Siamo al cospetto di una solida certezza, a cui possiamo affidarci per trascinare la nostra batteria di guardie, anche se difficilmente tocca le 70 presenze stagionali.

21. Donovan Mitchell, Cleveland Cavaliers

Realizzatore generoso, se cercate un esterno capace di offrire 35 fantapunti, potete rivolgervi al suo indirizzo con una certa tranquillità. Gode di ottima stampa tra gli esperti della nostra disciplina ma è reduce da 55 apparizioni ed è dal lontano 2018/2019 che salta troppe partite.

22. Scottie Barnes, Toronto Raptors

Leader tecnico del roster di Toronto, è reduce da una stagione di ottimo livello che ha fugato i dubbi che erano nati dopo il suo secondo anno in NBA. Versatile come un coltellino svizzero, siamo a 19 punti, 8 rimbalzi e 6 assist oltre a 1.5 stoppate. Upside da testare, è un titolare affidabile.

23. Chet Holmgren, Oklahoma City Thunder

Ennesima scelta intelligente dei Thunder, nel giro di una stagione è già diventato il terzo violino di una squadra che ambisce al titolo. La firma di Hartenstein gli garantirà meno lavoro sotto il ferro e potrebbe sbloccare il gioco offensivo dalla lunga e media distanza. Stoppatore di livello, lo scorso anno ha giocato 82 gare: non era scontato con quel fisico.

Il rivale di Wemby?

24. LaMelo Ball, Charlotte Hornets

Le giunture non gli danno tregua, in particolare la caviglia destra non smette di tormentarlo e qualche pessimista ha già intonato il de profundis. Vale ancora la pena chiamare il suo numero al draft, a dispetto delle 22 presenze del 23/24. Se il fisico resiste vale i primi 15.

25. De'Aaron Fox, Sacramento Kings

Ha compiuto progressi innegabili sia nel mondo reale che nel fanta-rendimento, dove si è attestato sui 36 fantapunti nella scorsa stagione. Sulla carta è indietro di almeno 5 posizioni, ma la coabitazione con DeRozan è tutta da verificare e minaccia di erodere sensibilmente i suoi numeri.

26. Lauri Markkanen, Utah Jazz

Markkanen è un profilo che fa gola a mezza NBA, che infatti gli rivolge di continuo attenzioni di vario genere. Anche per il vostro fantabasket è una certezza a livello produttivo: prende 8 triple a partita che converte con il 39%, è attivo a rimbalzo (8.0) ma dalla sua difesa arrivano pochi bonus.

27. Karl-Anthony Towns, New York Knicks

Nel corso dei playoff ha litigato con il ferro e si è incaponito a tirare come faceva ‘The Genius’ Toine Walker. Minnesota stava cercando alternative da mesi e ha deciso di accettare la proposta dei Knicks, alla disperata ricerca di un centro di spessore in senso tecnico e fisico. Approda da Thibodeau che predilige lunghi di lotta e di governo, facile presumere qualche fase di studio tra le controparti. Giocatore moderno e versatile, ginocchia a volte inaffidabili.

28. Tyrese Maxey, Philadelphia 76ers

Nella breakout season arrivata lo scorso anno Maxey ha toccato la vetta dei 26 punti di media. Paul George influirà negativamente su buona parte della produzione offensiva ma forse più assist (5.9) potrebbero compensare questo aspetto.

29. Zion Williamson, New Orleans Pelicans

Lo scorso anno è arrivato a 70 partite, ma la scarsa attitudine a rimbalzo (5.8, minimo di sempre) e la consueta allergia verso stoppate e palloni recuperati lo frena a livello di fanta-interesse. Teoricamente possibile un progresso dei numeri ma i Pelicans vantano buoni scorer e hanno inserito Dejounte Murray.

30. Kyrie Irving, Dallas Mavericks

Dopo qualche difficoltà di ambientamento si è integrato bene con Luka Doncic: l’attacco disegnato da Jason Kidd ne ha esaltato le letali improvvisazioni jazzistiche. Il rovescio della medaglia è la solita fragilità (non gioca 70 gare dal 16/17), ma resta ancora un affare.

31. Bam Adebayo, Miami Heat

Magistrale interprete della fase difensiva, nella vita reale è un giocatore che fa le fortune di Miami, ma nel fanta è rimasto nel limbo delle promesse. Porta in dote punti, rimbalzi e assist senza eccellere ma con poche lacune. La squadra sembra meno forte, forse forse...

32. Cade Cunningham, Detroit Pistons

Scegliere uomini franchigia di squadre in secondo piano è una buona idea. Potete mettere in preventivo almeno una decina di prestazioni individuali con numeri esaltanti. I Pistons hanno aggiunto tiratori e ormai Cunningham vanta una discreta esperienza: può fare bene.

33. Kawhi Leonard, L.A. Clippers

Ci ha regalato una annata da MVP sentimentale e il suo inserimento nel secondo quintetto assoluto è stato il giusto premio. Siamo alle solite: i bollettini medici sono misteriosi, e ripetere il 23/24 sarà dura. Con la partenza di Paul George potrebbe avvicinarsi al canestro.

34. Jaren Jackson Jr., Memphis Grizzlies

A soli 25 anni permangono grandi margini di miglioramento, con i Grizzlies tornati competitivi ha l’occasione di trovare un compromesso tra le cifre da realizzatore del 23/24 e il consueto effort difensivo. Male i rimbalzi (5.5), se esplode però vi offrirà un bella spinta.

35. Damian Lillard, Milwaukee Bucks

Porta a spasso 34 primavere con grande disinvoltura, anche in considerazione del suo elevato chilometraggio. Il fatturato dovrebbe restare intorno ai 30 fantapunti e, a conti fatti, si è dimostrato più affidabile fisicamente rispetto l'ultimo periodo con i Blazers. Solida certezza.

36. Jaylen Williams, Oklahoma City Thunder

Per lui è il terzo anno nella Lega, quello che spesso è il trampolino per la definitiva affermazione. Con la partenza di Josh Giddey è destinato a una maggiore centralità e una dose di possessi offensivi maggiore. Si riparte da una base di 28 fantapunti e finalmente gioca in ala piccola.

37. Julius Randle, Minnesota Timberwolves

Ha sempre reso bene con questo formato di punteggio, al netto di un pessimo rapporto con la stampa che lo fa sembrare peggio di quanto non sia. Non fa certamente della pura efficienza la sua bandiera ma è versatile (5 assist di media) come attesta la versione da point forward che ha contribuito a risollevare quotazioni e carriera di Thibo. A rimbalzo è affidabile, tiro da fuori ondivago. A Minnesota deve dimostrare il pieno recupero fisico e di poter contribuire ad allargare delle spaziature che si profilano davvero anguste.

38. Jalen Duren, Detroit Pistons

Un rischioso investimento che potrebbe pagare cedole preziose. Altro giocatore al terzo anno, un centro che sogna di approdare alla soglia dei 15 punti e 15 dei rimbalzi di media e che è ancora lontano dal radar. 30 fantapunti in oroscopo, poi dipende da J.B. Bickerstaff..Poteva esplodere nel 23/24, gli infortuni lo hanno limitato. Efficace anche in lunetta.

E’ arrivato il momento di esplodere?

39. Jaylen Brown, Boston Celtics

Lo scorso campionato ha ribaltato la sua narrativa e per larghi tratti è stato il miglior giocatore dei campioni NBA. Lo ha fatto limando le statistiche verso il basso, il che spiega la sua posizione. Siamo nel range dei 29/32 fantapunti praticamente garantiti e fanno comodo.

40. Dejounte Murray, New Orleans Pelicans

Durabile e discretamente affidabile come attesta il fatturato, costruito con un Usage Rate che ha sfiorato il 30% ad Atlanta. Mantenere questa soglia ai Pelicans sembra difficile anche perché è arrivato per distribuire. Corre il rischio di tornare alle statistiche di 4-5 anni fa.

41. Jalen Green, Houston Rockets

Coach Udoka ha provato a disciplinarlo e questa potrebbe essere la stagione giusta per capire se ha funzionato. Atleta di livello, il suo ottimo rendimento a rimbalzo apre le porte a un impiego in ala piccola. Scorer onesto ma tiratore perfettibile.

42. Miles Bridges, Charlotte Hornets

Con la fragilità fisica di Ball qualcuno deve sobbarcarsi un lavoro offensivo extra e nella maggior parte dei casi, questo compito è toccato a lui. Segna una ventina di punti di media, è attivo a rimbalzo (7.3), ma dal lato del rendimento difensivo la produzione resta bassa.

43. James Harden, L.A. Clippers

Come passa il tempo quando ci si diverte. In molti draft rischia di essere selezionato prima del pick numero 30, posizione forse più legata al suo blasone che alla passata stagione. Bisogna farsi carico del fardello di George, c’è la possibilità di una sua fanta-resurrezione?

44. Paul George, Philadelphia 76ers

Ha spedito le sue labbra a un indirizzo nuovo: ora dalle sue prestazioni passa una delle ultime occasioni del Process di Hinkie. Giocatore elegante, pulito tecnicamente, che fa della universalità una delle armi migliori, deve metabolizzare il 39.1 di usage rate di Joel Embiid.

45. Jalen Johnson, Atlanta Hawks

Cresciuto molto nel 23/24, resta a tutti gli effetti una delle poche note liete espresse dalla squadra. Tira da fuori in modo discreto, sotto le plance è capace di contribuire, ha ormai sbloccato la vena di passatore (3.6 assist di media). Offre una reminiscenza di Blake Griffin.

46. Nikola Vucevic, Chicago Bulls

State scorrendo la lista dei centri disponibili dopo i primi pick e puntuale come ogni anno, si materializza Nikola con l’aura della scelta affidabile. I Bulls sono in tempesta e forse anche lui potrebbe risentire del clima frizzante. Vada come vada, ricca doppia doppia in arrivo?

47. Pascal Siakam, Indiana Pacers

La sua posizione al draft dovrebbe essere molto fluida, ai Pacers è la seconda opzione offensiva e la squadra è ricca di giocatori emergenti che potrebbero limare dei numeri che restano di buon livello. Reduce da 80 gare, i tempi in cui si giocava l’MVP sembrano lontani.

48. Cam Thomas, Brooklyn Nets

Siamo di fronte all’uomo franchigia? Attaccherà la stagione a testa bassa e le cifre (27.7 fantapunti) sono già una base invitante da cui partire. Lo scoring puro non è mai stato un problema, non brilla come assist-man, può ancora crescere molto in ogni aspetto del gioco.

49. Immanuel Quickley, Toronto Raptors

Il rendimento dopo la trade ha pienamente convinto (a primavera sopra i 30 fantapunti totali) e quando si tratta di fare canestro ha sempre mostrato di saperci fare. Forse sarebbe meglio affidarsi al solito veterano, ma bisogna anticipare la concorrenza e prendere rischi.

50. Coby White, Chicago Bulls

Ipotizzare la rotazione dei Bulls e i nuovi rapporti di forza non è impresa facile anche perché da qualche parte si aggira ancora LaVine. Sembra logico puntare le fiches su Coby che nel 23/24 ha vestito i panni del go-to guy. Si parte da 28 fantapunti, facile trovare gli amatori.

On the Bubble:

51. Rudy Gobert, Minnesota Timberwolves - Quando Towns non c’è...

52. Brandon Ingram, New Orleans Pelicans - Solido realizzatore, concorrenza folta.

53. Mikal Bridges, New York Knicks - Nuovo socio di Brunson, le cifre ne risentiranno.

54. Desmond Bane, Memphis Grizzlies - Spesso infortunato, ora è rientrato Morant.

55. Franz Wagner, Orlando Magic - Reduce da un anno complesso, talento multiforme.

56. Jimmy Butler, Miami Heat - Playoff Jimmy! Il ciclo a Miami sembra finito.

57. Myles Turner, Indiana Pacers - Opzione poco accattivante quanto affidabile.

58. DeMar DeRozan, Sacramento Kings - Fatturare con Fox e Sabonis è più difficile.

59. Evan Mobley, Cleveland Cavaliers - Evoluzione più lenta del previsto, c’è upside?

60. Kyle Kuzma, Washington Wizards - Di sicuro è più sopportabile di Jordan Poole.

61. Anfernee Simons, Portland Trail Blazers - Anfernee, riscatta questa stagione!

62. Darius Garland, Cleveland Cavaliers - Cifre e quotazioni in calo, da valutare.

63. Nic Claxton, Brooklyn Nets - Da un grande contratto derivano grandi responsabilità.

64. Brandon Miller, Charlotte Hornets - Oscurato da Wemby, è il futuro della squadra.

65. Jamal Murray, Denver Nuggets - Statistiche buone ma giunture sempre pericolanti.

66. Fred VanVleet, Houston Rockets - Il backcourt di Houston è affollatissimo.

67. Derrick White, Boston Celtics - Scintillante nel 23/34 ma a Boston è profonda.

68. Jarrett Allen, Cleveland Cavaliers - Uno dei migliori lunghi della seconda fascia.

69. Jonathan Kuminga, Golden State Warriors - Vagamente soft ma avrà più spazio.

70. Tyler Herro, Miami Heat - Mano sartoriale quando è in vena, spesso in infermeria. 71. Khris Middleton, Milwaukee Bucks - 4 operazioni in due anni, se recupera...

72. D’Angelo Russell, Los Angeles Lakers - Abbastanza affidabile. Buona opzione.

73. Josh Giddey, Chicago Bulls - Stagione della rinascita? Tiro fallace ma ha potenziale.

74. Devin Vassell, San Antonio Spurs - Esterno di discreto spessore, buon rendimento.

75. Kristaps Porzingis, Boston Celtics - Fermo almeno fino a dicembre inoltrato?

76. Jonas Valanciunas, Washington Wizards - In calo ma timbra sempre il cartellino.

77. Michael Porter Jr, Denver Nuggets - Senza Caldwell-Pope potrebbe crescere.

78. Naz Reid, Minnesota Timberwolves - Sesto uomo dell’anno, 25 min di intensità.

79. Collin Sexton, Utah Jazz - Sta cominciando a far ricredere molti scettici.

80. Deni Avdija, Portland Trail Blazers - Potrebbe sorprendere quest'anno!

81. Jordan Poole, Washington Wizards - 23/24 orrendo. Puo’ solo migliorare.

82. RJ Barrett, Toronto Raptors - Arrivato da New York, ha trovato spazio e tiri.

83. Bobby Portis, Milwaukee Bucks - 25 min di elettricità, outlook simile a Naz Reid.

84. Zach LaVine, Chicago Bulls - Sempre sul mercato, minuti e spazio sono a rischio.

85. Bradley Beal, Phoenix Suns - Peggior contratto NBA, attitudine sempre sospetta.

86. Austin Reaves, Los Angeles Lakers - Uno dei migliori contratti NBA, c’è upside?

87. Deandre Ayton, Portland Trail Blazers - Soft e spesso ai box. Discreti numeri.

88. Keyonte George, Utah Jazz - Una Steal del draft 2023. Play di ottimo cabotaggio.

89. Jabari Smith Jr, Houston Rockets - In crescita, ma forse ‘cappato’ da Sengun.

90. Aaron Gordon, Denver Nuggets - Poco più di 20 fantapunti, buon indirizzo.

91. Keldon Johnson, San Antonio Spurs - L’arrivo di Wemby ha pesato sul fatturato.

92. Malik Monk, Sacramento Kings - Guardia esplosiva in continua evoluzione.

93. Jaime Jaquez Jr, Miami Heat - Ala versatile e sagace, deve lavorare sul tiro.

94. Dereck Lively II, Dallas Mavericks - Una gemma! Deve coabitare con Gafford.

95. Tobias Harris, Detroit Pistons - Usato sicuro. Porta esperienza e tiro da fuori.

96. Scoot Henderson, Portland Trail Blazers - Migliorato pian piano, rodaggio finito?

97. Bogdan Bogdanovic, Atlanta Hawks - Senza Murray si attenta ai 25/26 fantapunti.

98. Reed Sheppard, Houston Rockets - Un rischio, ha molti concorrenti. Ma intriga..

99. Trey Murphy III, New Orleans Pelicans - Tiratore mortifero, potrebbe incidere.

100. OG Anunoby, New York Knicks - Difensore atletico ed efficace, a NY ha meno tiri.


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