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Guida al Milan 2018/19
16 ago 2018
A Milanello sono cambiati vertici societari e buona parte della rosa per rilanciare le ambizioni del club rossonero.
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12 min
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Foto di Gonzalo Arroyo Moreno / Stringer
(copertina) Foto di Gonzalo Arroyo Moreno / Stringer
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Posizione d’arrivo 2017/18: 6° posto

Statistica interessante: Il Milan è la squadra che ha tirato di più da fuori area nell’ultimo campionato: 297 volte. Gran parte del merito va a Suso (67 tiri) e Calhanoglu (56), due dei più assidui tiratori da fuori della scorsa Serie A: nessun’altra squadra vanta due giocatori nelle prime cinque posizioni in questa particolare classifica.

Chi in più: Pepe Reina (Napoli), Ivan Strinic (Sampdoria), Alen Halilovic (Las Palmas), Mattia Caldara (Atalanta), Gonzalo Higuaín (Juventus), Tiémoué Bakayoko (Chelsea), Samuel Castillejo (Villarreal), Diego Laxalt (Genoa).

Chi in meno: Leonardo Bonucci (Juventus), Nikola Kalinic (Atlético Madrid), André Silva (Siviglia), Manuel Locatelli (Sassuolo), Luca Antonelli (Empoli), Gustavo Gómez (Palmeiras).

Un anno fa il Milan era la squadra più attesa del campionato dopo l’incredibile campagna acquisti estiva, una rivoluzione con ben undici nuovi giocatori costata oltre 200 milioni di euro. Le aspettative si sono però scontrate presto con la realtà. A novembre l’esonero di Vincenzo Montella ha chiuso una prima parte di stagione molto deludente, caratterizzata da risultati scadenti e da sperimentazioni tattiche poco riuscite. Al posto del tecnico campano è quindi subentrato Gennaro Gattuso, che definendo in maniera chiara la struttura tattica e il gruppo dei titolari era riuscito a risollevare le cose fino a far arrivare i rossoneri a ridosso della lotta per la Champions League, raggiungendo in parallelo la finale di Coppa Italia. L’ultima parte della stagione, però, ha ridimensionato i progressi fatti con l'allenatore calabrese: il sesto posto in campionato non ha migliorato la posizione raggiunta con Montella la stagione precedente e in finale di Coppa Italia è arrivata una brutta sconfitta per 4-0 contro la Juventus.

Rivoluzione societaria, rivoluzione di mercato

In poco più di un anno il Milan ha affrontato due cambi di proprietà. A luglio il fondo Elliott è subentrato a Li Yonghong nella gestione del club e ha rinnovato i vertici societari, allontanando sia l’amministratore delegato Marco Fassone che il direttore sportivo Massimiliano Mirabelli. I nuovi proprietari hanno fatto rientrare in società Leonardo, come direttore dell’area tecnico-sportiva, e soprattutto Paolo Maldini, lontano dal club dal giorno del suo ritiro nel 2009, che con il suo nuovo ruolo dirigenziale (direttore sviluppo strategico area sport) rappresenta per i tifosi milanisti la miglior garanzia possibile della solidità dei piani del fondo americano per il futuro del club rossonero.

I nuovi vertici societari hanno subito cominciato a smontare e ricostruire quanto fatto nella stagione precedente. Leonardo ha infatti ceduto i due giocatori più pagati la scorsa estate: Bonucci, tornato alla Juventus in cambio di Caldara, e André Silva, mandato al Siviglia in prestito con diritto di riscatto (e, inoltre, anche Kalinic è stato venduto all’Atlético Madrid). Il calciomercato di Leonardo, con le cessioni dei tre giocatori più attesi e poi più deludenti dell’ultima stagione, ha rappresentato quindi il fallimento della rivoluzione cinese di un anno fa. Soprattutto il ritorno alla Juve di Bonucci, il giocatore riferimento del nuovo ciclo, premiato da subito con la fascia di capitano, è il simbolo del rapido declino degli ambiziosi progetti della proprietà cinese.

La vecchia dirigenza aveva comunque iniziato a gettare le basi per la nuova stagione, ingaggiando gli svincolati Reina, Strinic e Halilovic. Gattuso si ritrova di fatto con due portieri titolari, entrambi con alle spalle un campionato interlocutorio: tra le squadre al vertice, Reina è stato il peggiore per percentuale di parate (71,6%), ben distante da Buffon, Alisson e Handanovic, tutti attorno all’80% di tiri respinti; mentre Donnarumma ha fatto anche peggio, fermandosi al 70%.

Il giovane portiere rossonero ha vissuto la peggiore stagione della sua breve carriera, forse condizionato dalle pressioni per il tormentato rinnovo del contratto, e potrebbe trovare nella concorrenza di un portiere come Reina gli stimoli per continuare il suo percorso di crescita. Lo spagnolo potrebbe però essere più utile tatticamente, compensando in parte con la sua abilità con i piedi quanto perso in fase di costruzione con la cessione di Bonucci.

Strinic era arrivato per aumentare il livello della concorrenza per il ruolo di terzino sinistro, che però si è ulteriormente allargata con il recente acquisto di Laxalt dal Genoa. In rossoblù l’uruguaiano si è esaltato da esterno a tutta fascia, ma ha dimostrato in Nazionale di saper giocare anche da terzino. Ai Mondiali ha collezionato 4 presenze, conquistando il posto da titolare nell’ultima partita del girone contro la Russia e conservandolo anche agli ottavi e ai quarti di finale. Laxalt rinforza la linea difensiva rossonera con il suo atletismo e la facilità con cui copre la fascia, ma il suo ingresso in squadra al posto di Rodríguez farebbe perdere qualità alla prima costruzione. La tecnica del terzino svizzero rappresenta un rifugio sicuro a inizio azione, mentre Laxalt ha meno soluzioni di passaggio e una tecnica di calcio più rudimentale.

Gattuso si ritrova così con un terzino di spinta anche a sinistra e dovrà essere in grado di gestire l’abbondanza, visto che a contendersi il posto su quella fascia ci sono ben tre terzini, diversi per caratteristiche, tutti potenzialmente in grado di imporsi come titolari. Nel caso in cui il tecnico milanista decidesse invece di passare alla difesa a tre, Laxalt partirebbe nettamente in vantaggio per coprire il ruolo di esterno a tutta fascia, il ruolo che ha ricoperto per quasi tutta la sua permanenza a Genova.

Halilovic, invece, è stato utilizzato nel precampionato sia come alternativa a Suso che da esterno sulla fascia opposta a sinistra, anche se nel giorno del raduno Gattuso aveva prospettato per il croato un impiego da mezzala. L’idea non ha ancora avuto modo di essere sperimentata e non è nemmeno detto che ci siano grandi margini per verificarla durante la stagione. Nelle amichevoli estive Gattuso ha spesso schierato Calhanoglu come mezzala sinistra, ruolo che in teoria spetta a Bonaventura, e dove potrebbe inserirsi anche il nuovo acquisto Tiémoué Bakayoko, arrivato dal Chelsea in prestito con diritto di riscatto.

L’ex Monaco aggiunge fisicità e strappi palla al piede al centrocampo del Milan, qualità che fino allo scorso anno appartenevano soltanto a Kessié. La mancanza di un’alternativa all’ivoriano, il giocatore più utilizzato l’anno scorso dopo Donnarumma, era stata individuata da Gattuso come uno dei buchi più urgenti da tappare in rosa. Bakayoko, comunque, non è soltanto un’alternativa a Kessié ma dà anche la possibilità di cambiare sistema, passando a un centrocampo a due, magari proprio in coppia con Kessié. Sarebbe una soluzione che innalzerebbe il livello di fisicità e l’aggressività in fase difensiva ma farebbe perdere ulteriore qualità alla fase di impostazione.

Al Monaco, nella stagione migliore della carriera, conclusa con la vittoria della Ligue 1 e il raggiungimento delle semifinali di Champions League, Bakayoko ha giocato da titolare in coppia con Fabinho, un giocatore più tecnico ma comunque atipico per il ruolo, essendo adattato in quella posizione da terzino. Rinunciare sia a Bonucci che a Biglia, insomma, potrebbe essere una perdita troppo grande per la costruzione dal basso del Milan.

Oltre a Bakayoko, gli ultimi giorni di mercato hanno coperto anche l’altro buco individuato da Gattuso, ovvero l’esterno d’attacco. Con il Villarreal è stato infatti pianificato uno scambio che ha fatto tornare Bacca al “Sottomarino giallo” e ha portato Samu Castillejo a Milano. Mancino abituato a giocare a destra come Suso, Castillejo è un esterno più verticale rispetto al numero 8 rossonero, più agile e veloce grazie al suo fisico leggero, descritto bene dal suo soprannome “El Fideo”, lo spaghetto, lo stesso di Di María.

Sin dall’inizio della carriera nel Málaga, in cui era considerato un gioiello tanto da guadagnarsi un ingaggio da 1,6 milioni ad appena 16 anni, gli viene riconosciuto un grande spirito di sacrificio in fase difensiva, una caratteristica sicuramente apprezzata da Gattuso. Soltanto nell’ultima stagione, però, il suo impatto offensivo è stato degno di nota, con 6 gol e 5 assist che rappresentano il suo record personale nella Liga.

La sua zona di campo preferita, però, è occupata da uno dei giocatori più importanti del Milan, e Castillejo potrebbe essere trasferito a sinistra, giocando quindi sul lato del piede forte. Il suo inserimento aggiunge insomma nuove alternative di gioco a Gattuso, i cui meccanismi offensivi sono stati spesso criticati per la loro previdibilità.

Quanto saranno importanti Caldara e Higuain

Gli acquisti più importanti del calciomercato del Milan, comunque, restano Caldara e Higuaín. L’inserimento dell’ex difensore dell’Atalanta pone gli interrogativi già emersi con Bonucci l’anno scorso. Così come il numero 19 juventino, Caldara è abituato a giocare da difensore centrale in una difesa a 3, in un sistema però molto aggressivo e orientato alla marcatura a uomo. Proprio la marcatura e il senso per l’anticipo sono tra le qualità più evidenti di Caldara, che dovrà abituarsi non solo a giocare in una linea difensiva a 4 ma anche prendere le misure a un sistema diverso, meno orientato all’uomo. Il nuovo centrale del Milan dovrà insomma affinare ancora di più il suo senso per la posizione le sue capacità di leggere in anticipo lo sviluppo dell’azione.

Con Caldara, poi, la difesa rossonera guadagna in marcatura, ma perde qualità nella costruzione dal basso. Bonucci è d’altra parte uno dei migliori difensori al mondo a impostare il gioco dal basso e un profilo di pari livello avrebbe significato un investimento fuori portata per il Milan. Le responsabilità in impostazione saranno quindi ancora più sbilanciate su Romagnoli, la cui importanza è stata oltretutto certificata dalla nomina a nuovo capitano. Romagnoli condivide con Caldara un forte senso per l’anticipo e i limiti nei recuperi correndo all’indietro, ma l’altezza a cui difende il Milan, per loro fortuna, toglie spazio da coprire alle loro spalle.

Scambiando Bonucci con Caldara, Leonardo ha messo vicini due dei difensori italiani più promettenti, una mossa i cui frutti potrebbero essere raccolti anche in Nazionale. La nuova coppia difensiva rossonera dovrà prendere presto le misure l’uno all’altro per restituire al Milan la solidità raggiunta nella seconda parte della stagione.

Nell’esordio in amichevole contro il Real Madrid, Higuaín è sembrato invece già piuttosto in forma. Gli sono bastati un paio di minuti per segnare il primo gol, un destro nell’angolino più lontano da fuori area dopo aver liberato lo spazio per l’inserimento delle due mezzali, Kessié e Bonaventura, protagoniste dell’azione prima del rimpallo che ha fatto arrivare la palla al “Pipita”. In poco più di un’ora di gioco l’impatto di Higuaín è stato piuttosto profondo. Ha toccato palla dalla trequarti difensiva a quella offensiva, aiutando la squadra sia a risalire il campo che a definire la manovra nella metà campo avversaria, si è mosso da destra a sinistra ricevendo gli stessi passaggi (3) sia da Rodríguez e Bonaventura che da Suso. Tecnicamente ha poi giocato una partita impeccabile, senza sbagliare nessuno dei 16 passaggi e segnando con l’unico tiro in porta della partita.

La prima partita di Higuaín con la maglia del Milan.

Questo tipo di precisione non può ovviamente essere considerata la norma, nonostante Higuain rimanga uno degli attaccanti più completi in Europa. Il gioco dovrà migliorare per metterlo in condizione di tirare con più frequenza verso la porta e anche l’intesa con i compagni dovrà salire di livello, ma Higuaín sembra già ben calato nel suo ruolo di leader tecnico, a suo agio a prendersi responsabilità che non si limitano alla finalizzazione.

Il mercato ha regalato a Gattuso i giocatori richiesti per completare la rosa, arricchendo non solo la qualità complessiva, ma anche le soluzioni di gioco. Caldara e Bakayoko, ad esempio, permettono di difendere in maniera più aggressiva, Laxalt, così come l’ex difensore dell’Atalanta, può facilitare il passaggio alla difesa a tre, Castillejo aggiunge verticalità e iniziative palla al piede, Higuaín è la stella che mancava da anni in attacco.

Le prospettive del Milan sono migliorate col passare delle settimane, anche Gattuso dovrà adesso dimostrarsi all’altezza della sfida, gestendo una rosa più larga e più forte rispetto a un anno fa, in un contesto che non gli chiede più di raddrizzare in corsa una situazione complicata ma di programmare un nuovo ciclo che ha l’obiettivo di riportare il Milan ai fasti di un tempo.

Miglior scenario

Tornare in Champions League dopo cinque anni è l’obiettivo che certificherebbe la bontà del nuovo ciclo milanista. Molto dipenderà dall’inserimento di Bakayoko e Castillejo, se saranno in grado di fornire le alternative di gioco mancate lo scorso anno, dall’intesa tra Caldara e Romagnoli, ma soprattutto da Higuaín, la stella che dovrà garantire quel contributo in più per riportare in alto il Milan.

Peggior scenario

Un’altra stagione interlocutoria, di nuovo al sesto posto o addirittura fuori dalle coppe, con Higuaín che non riesce a reggere il peso delle aspettative, Caldara che ha bisogno di tempo per adattarsi al nuovo sistema e gli altri acquisti che deludono e finiscono ai margini della squadra. Gattuso viene esonerato a dicembre e a fine stagione viene dato il via a una nuova rivoluzione.

Giocatore di cui prendere la maglietta

La classe è importante ma non bisogna dimenticare l'importanza del sacrificio e dell'impegno. In un mercato scintillante come quello del Milan, prendere la 11 di Borini dimostrerebbe la vostra fedeltà al progetto di Gattuso, per cui gli eroi in campo sono quelli che corrono per garantire la sopravvivenza del bene collettivo.

Giocatori da prendere al fantacalcio

Facile dire Higuaín, ma uno dei punti di forza del Milan nella seconda parte della stagione è stata la coppia formata da Bonaventura e Calhanoglu. Da quando è arrivato Gattuso, in due hanno segnato 13 gol in campionato (8 l’ex Atalanta, 5 il turco). Specie se il Milan si trasformerà in una squadra più fisica, la loro qualità potrebbe essere ancora più decisiva che nella scorsa stagione per la manovra rossonera.

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