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Guida al Napoli 15/16
26 ago 2015
Dieci domande a due tifosi napoletani e a un osservatore esterno per provare a inquadrare la nuova stagione partenopea.
(articolo)
13 min
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1. La rosa vi sembra migliorata rispetto allo scorso anno?

Alfredo Giacobbe (@la_maledetta)

Innanzitutto non c’è stato il “ridimensionamento del progetto” sbandierato da ADL e persino caldeggiato da alcune firme della carta stampata. A meno di colpi di coda in chiusura di mercato, Higuaín & co. resteranno un’altra stagione ed è già una gran bella notizia. La società ha poi assemblato il centrocampo, per me, meglio assortito della Serie A: Allan è stato il miglior interditore dello scorso campionato (162 tackle completati); Valdifiori è stato il passatore più pericoloso (89 passaggi chiave); Hamsik l’uomo in più nella trequarti avversaria (15 chiare occasioni da gol confezionate, più di ogni altro centrocampista in Serie A). L’ex Udinese è un uomo d’ordine e di equilibrio, che permetterà a capitan Marek, nella ritrovata posizione da interno, di sganciarsi per arrivare in area fuori dai radar e rendersi ancora più pericoloso.

Anna Trieste (@annatrieste)

E vedi tu. Già che abbiamo tolto l'hostess con il cocktail di benvenuto dalla porta (Rafael/Andújar) e abbiamo messo un armadio a tre ante di un metro e novanta per novanta (Reina) è un passo in avanti decisivo. Poi abbiamo preso un centrale (Chiriches) che mi pare un attimino più solido di Britos e meno, come dire, allegro e spensierato di Koulibaly e un terzino bifronte come Hysaj, che può sopperire alle mancanze sia di Maggio che di Strinic e Ghoulam. In più a centrocampo ora c'è un centrocampo e non più una pista di pattinaggio.

Meno spensierato, forse.

Antonio Moschella (@ntomc)

Assolutamente. Senza cessioni di spicco e con gli arrivi di Chiriches, Hysaj, Valdifiori e soprattutto Allan, la squadra ha tappato i principali buchi della stagione passata, nonostante non sia arrivato il tanto agognato Top Player. Nell’attesa di un altro colpo in difesa, se in attacco non dovesse muoversi nessuno avremmo addirittura problemi di abbondanza, un’arma a doppio taglio che Sarri dovrà gestire in maniera cadenzata per non creare malumori e frizioni nello spogliatoio.

2. Quali sono le prospettive realistiche della squadra? Quali ambizioni è giusto tenere?

Alfredo

Le ambizioni portano con sé le aspettative. E le aspettative portano ai mal di pancia. Sarebbe meglio non avere ambizioni importanti; anzi, sarebbe meglio non averne del tutto. Io sono convinto che il cammino del Napoli in campionato sarà fortemente influenzato dai risultati nei primi due mesi della stagione. Un po’ come accadde alla Roma 2013-14, per la quale il filotto di dieci vittorie consecutive nelle prime dieci cambiò la percezione che i giallorossi avevano di sé stessi. Ecco, un filotto di risultati utili subito, dimenticando la sconfitta con il Sassuolo, aiuterebbe il Napoli a capire chi è.

Anna

Se parliamo di prospettive realistiche il Napoli è stato rifondato e costruito per fare meglio del Napoli di Benítez. E quindi, visto che per molti non ci voleva assai a fare meglio di Rafa, Sarri deve arrivare almeno al quarto posto e vincere almeno un trofeo. Poi scelga lui se Coppa Italia o Europa League.

Antonio

A livello di risultati l’obiettivo è di entrare fra le prime tre in campionato e provare a vincere l’Europa League. La stagione scorsa, con una squadra allo sbando e senza il tanto sospirato equilibrio, siamo andati vicini ad arrivare in finale. Visto che in Europa League saremo testa di serie è auspicabile un girone semplice, in modo da gestire le forze per la primavera, quando conterà essere leggeri di testa e di gambe. Rispetto all’anno passato bisognerà però mantenere i nervi saldi nel finale, quando anche solo un gol può dare senso a un’intera stagione.

3. Quali erano i problemi di gioco dello scorso anno?

Alfredo

Io sono stato un sostenitore di Rafa Benítez e della sua rivoluzione, che consideravo culturale prima ancora che tattica. Il Napoli aveva un attacco di qualità, che funzionava alla perfezione, e faccio accenno ad alcuni numeri per dimostrarlo. Gli azzurri hanno prodotto 147 gol in due campionati, solo la Juventus ne ha fatti di più. Un indicatore di una buona o di una cattiva prestazione, considerato in letteratura piuttosto affidabile, è il rapporto tra i tiri fatti e quelli subiti. Ebbene il Napoli segue la Juventus molto da vicino (57% contro 60%). Il divario aumenta in maniera considerevole se consideriamo il rapporto tra i tiri nello specchio fatti e subiti (56% a 67%). Voglio dire che la Juventus ha concesso un tiro “semplice” all’avversario molto più di rado di quanto facesse, purtroppo, il Napoli.

La ripetitività di certi errori in fase difensiva mi ha sorpreso molto. In fondo gli azzurri hanno preso gol quasi sempre allo stesso modo. In due stagioni, il Napoli non ha saputo porre rimedi ai suoi difetti strutturali. Ho detto il Napoli, e non Benítez, perché la soluzione al problema doveva essere il prodotto di una concertazione tra allenatore e società. Perché se i giocatori si sono dimostrati inadatti al progetto tattico che si vuole implementare, la responsabilità è di tutti: di chi ne ha messi a disposizione di inadeguati e di chi insiste nell’impiegarli in un modo improduttivo.

Anna

Fase difensiva spensierata, zero portiere, inabilità a fronteggiare sia in attivo che in passivo i calci piazzati. Non mettevamo bene un cross in mezzo su calcio d'angolo nemmeno se alla bandierina ci mandavamo Giotto con tutto il compasso.

Antonio

In primis la mancanza assoluta di una spina dorsale che reggesse il peso di un corpo squilibrato, con gambe mosce e un busto troppo gonfio. Due mediani come David López e Gargano/Inler non potevano garantire il filtro sufficiente a una squadra che giocava con quattro elementi offensivi. Benítez ha peccato di fondamentalismo da questo punto di vista e gli errori difensivi erano principalmente frutto di una mancata copertura del centrocampo, anche se Albiol, Koulibaly e Britos ne hanno combinate non poche. Per non parlare del portiere: né Rafael né Andújar hanno mai infuso sicurezza al reparto e tolto le castagne dal fuoco quando serviva.

4. Su Sarri c'è un po' di scetticismo, pensate che le pressioni maggiori lo cambieranno?

Alfredo

Secondo me non è scetticismo verso Sarri, è più disincanto verso l’ultima esperienza. Due anni fa, il Napoli avrebbe voluto guadagnare l’Immortalità attraverso i trofei, in Italia e in Europa, e Benítez, con un curriculum che Mazzarri poteva solo sognare, sembrava l’uomo della Provvidenza. Negli ultimi minuti di Napoli-Lazio, allo stadio c’era un’atmosfera decadente da fine impero.

Come reagirà Sarri alle pressioni della sua prima piazza importante—e che piazza—è una domanda alla quale è difficile rispondere. Mi chiedo, piuttosto, come reagiranno coloro che contestavano a Benítez un’eccessiva rigidità tattica. A Sarri, che sembra altrettanto—giustamente—protettivo verso le proprie convinzioni, finiranno per fare lo stesso appunto?

Anna

In realtà non mi pare che su Sarri ci sia scetticismo qua a Napoli, anzi. Mi pare esattamente il contrario. Ed è forse questo un rischio anche maggiore perché, si sa, critiche e responsabilità sono direttamente proporzionali alle aspettative. Ma da quanto detto nelle sue (poche) interviste estive il tecnico toscano mi pare abbastanza assennato da aver capito subito che se si lascia travolgere dall'emotività della piazza napoletana è la fine.

Antonio

Non cambieranno il suo modo di essere e di fare, ma forse lo influenzeranno. A Empoli gli allenamenti erano seguiti dai pensionati e la pressione era minima, con la salvezza come obiettivo. Il buon gioco da lui proposto era solo un quid in più, frutto di un lavoro svolto a cuor leggero in una piazza senza particolari esigenti. Napoli è un banco di prova arduo per chiunque e Sarri dovrà dimostrare di saper reggere l’onda d’urto dei primi mesi al San Paolo.

5. La società gli ha dato la squadra giusta per il suo gioco?

Alfredo

Credo di sì. Dell’assortimento di centrocampo ho già parlato. Aver mantenuto intatto il parco attaccanti equivale a un acquisto di prestigio. A guidare la difesa in campo e il gruppo fuori c’è di nuovo il carismatico Reina. Chiriches, con la sua abilità in copertura, sembra sopperire a un difetto innato in Raul Albiol, ovvero l’uscita precipitosa dalla difesa. Hysaj è un buon prospetto; col vantaggio di poter ricoprire più ruoli, e gli allenatori tendono a premiare la polivalenza. Insomma, non mi sorprenderei se il mattino del primo settembre il Napoli non presentasse nessun altro nuovo acquisto.

Anna

E be', direi proprio di sì. Lui gioca col regista? Non solo ha avuto il regista, ma ha avuto proprio quello che voleva lui (Valdifiori). Voleva un terzino duttile che non si imbarazzasse troppo quando il drone lo segue pure nel bagno? Ha avuto Hysaj. Voleva un mastino che trasformasse il centrocampo del Napoli da la vie en rose in via dalla mia proprietà? Ha avuto Allan. Voleva il trequartista? Ha avuto El Kaddouri. Certo, non è Saponara ma ohhhhhhhh…

Antonio

Sì. Anche se forse manca il vero trequartista che faccia da raccordo tra centrocampo e attacco, che sappia anche difendere e all’occorrenza fare da centrocampista. Saponara sarebbe stato comunque una forzatura, perché il San Paolo lo avrebbe pressato oltremodo. Tuttavia credo che il miglior modulo sia il 4-3-3, per sfruttare al massimo le qualità di Mertens, Insigne e Callejón, letali quando partono dall’esterno. Tuttavia credo che Gabbiadini possa dire prepotentemente la sua anche se parte da destra, associandosi alla grande con Higuaín, con il quale ha già dimostrato di avere un’ottima intesa.

6. Qual è il reparto che vi convince meno?

Alfredo

Più che da un reparto, sono preoccupato (ho cercato la traduzione migliore dall’inglese “concerned”) da un uomo e da un ruolo. L’impiego di Insigne da trequartista sarà cruciale, credo, per la buona riuscita dell’intero progetto sarriano. Lorenzo ha fatto un’assunzione di responsabilità importante nei confronti della sua squadra, chiedendo il cambio di ruolo: il trequartista, per Sarri, è un uomo che ha comprensione del gioco, grande mobilità senza palla, tecnica sopraffina nel primo controllo, freddezza sotto porta. È di gran lunga il ruolo più complesso nello scacchiere del toscano. Se Insigne dovesse fare il salto di qualità, nell’anno dell’Europeo, ne guadagnerebbe anche la Nazionale. Se non dovesse riuscirci, quella di El Kaddouri mi sembra un’alternativa piuttosto debole.

Anna

La difesa. Ma più per un fatto di traumi passati non sufficientemente superati che per reale preoccupazione.

Antonio

Continua a essere la difesa. Nei miei sogni volevo Hummels e credo che Chiriches non gli si avvicini neanche un po’, nonostante abbia iniziato bene la preparazione. Hysaj è un discreto innesto per puntellare la retroguardia, ma a meno che non si venda Ghoulam sarebbe troppo avere tre terzini sinistri. Chissà che il ritorno di Reina non permetta a Koulibaly di fare il salto di qualità definitivo o che i droni di Sarri, abbinati all’allenamento, non sortiscano effetti positivi soprattutto sulla disposizione della linea di difesa, che l’anno scorso andava a vento e avrebbe bisogno di un leader superiore ad Albiol.

7. Che stagione vi aspettate da Higuaín?

Alfredo

Mi piacerebbe rivedere il trascinatore della prima stagione napoletana. Dall’argentino, lo scorso anno, abbiamo visto troppi musi lunghi, braccia allargate, spalle incassate, guance rosse di rabbia. E certi atteggiamenti li ho rivisti anche in questo precampionato. Higuaín dovrà essere paziente, la prima punta per Sarri è soprattutto l’uomo che dà inizio alla manovra offensiva: gioca spesso spalle alla porta e lontano dall’area di rigore, protegge palla e offre la sponda al gioco del regista. Higuaín avrà occasioni limpide per far male, ma meno di quante ne avesse con Benítez, e dovrà diventare un vero uomo squadra. Gonzalo vive per il gol, ma a lui piace anche essere coinvolto nel vivo del gioco. Sarà, per lui, un anno di grandi compromessi. Ne dovrà fare anche Gabbiadini, che immaginava di giocare al fianco dell’argentino, ma per il quale Sarri sta pensando a un impiego da rincalzo, proprio nel ruolo di prima punta.

Il secondo gol nell’amichevole contro il Latina rappresenta un compendio del lavoro chiesto da Maurizio Sarri agli attaccanti: la prima punta (Gabbiadini) viene incontro e crea spazio alle sue spalle; la seconda punta (Mertens) fa il contromovimento e viene servito dal regista basso dietro la linea di difesa; il trequartista (El Kaddouri) segue a rimorchio e finalizza l’azione.

Anna

Higuaín è talmente umorale che non è umanamente possibile fare una previsione su tutta la sua stagione. Cioè, basta un tackle al terzo minuto del primo tempo per farlo arrabbiare o deprimere e rendere così impossibile qualsiasi previsione per i successivi 87 minuti, figuriamoci una stagione intera. Mi aspetto tuttavia che tiri fuori i "cojones" come fece (in tutti i sensi) a Doha e regali a Napoli e al Napoli un ultimo anno da leone. Leone vero però, non come Inler.

Antonio

Quella del riscatto. Anche se potrebbe essere l’ultima in azzurro. La prima stagione è stata buona, con alti e bassi, mentre nell’ultima, a parte qualche sprazzo, per me il Pipita ha deluso, anche se i numeri sono comunque buoni. Ma, sia chiaro, ha deluso perché ha in canna almeno 35 gol a stagione e perché nei momenti topici gli è venuta la tremarella. Higuaín è con le spalle al muro e la giusta pressione può farlo rendere alla grande, visti tutti i sassolini che deve togliersi dalle scarpette e sotto i tacchetti. In spagnolo si dice “a la tercera va la vencida”, c’è bisogno di tradurlo?

8. Quale giocatore credete che sarà determinante?

Alfredo

José María Callejón. Sembra rinato nel nuovo ruolo di seconda punta, nel quale Sarri ha provato a impiegarlo fin dall’inizio del ritiro. Lo spagnolo ha già mandato a memoria i movimenti senza palla che l’allenatore richiede, ha una grossa resistenza allo sforzo che gli permette di rimanere lucido sotto porta. Nell’amichevole contro il Latina, è stato impiegato per lo più sul centro-sinistra. Lì ha trovato le combinazioni nello stretto con Higuaín; si è scambiato di ruolo con Insigne; ha creato gli spazi per gli inserimenti di Hamsik e Ghoulam. Il Napoli ha attaccato soprattutto dal suo lato. Non appena Sarri gli ha chiesto di spostarsi sul centro-destra e di mantenere i compiti da seconda punta, l’altra catena, quella formata da Hysaj e Allan, ha iniziato a funzionare e il Napoli ha preso a sfondare da destra. Potrebbe essere lui il massimo realizzatore della sua squadra a fine anno.

Anna

Hamsik: come diceva Kipling, un capitano infelice rende infelice tutto l'equipaggio.

Antonio

Confido molto in Allan, un centrocampista che sa tagliare, cucire e soprattutto portare la croce. La sua polivalenza, unita al suo dinamismo, può dare il giusto equilibrio alla mediana azzurra, il settore nevralgico di un centrocampo a tre per formare un triangolo ben assortito e flessibile.

9. Che succede se il Napoli non lotta per lo scudetto?

Alfredo

Nulla, nessuno si aspetta che il Napoli lotti per il titolo quest’anno. Finché i giocatori lotteranno per la maglia, che siano sopra di tre gol o sotto di tre gol, il pubblico sarà sempre dalla loro parte.

Anna

Niente, anzi, meno si pronuncia quella parola meglio è.

Antonio

Niente. Non siamo mai stati da scudetto, neanche tre stagioni fa, quando arrivammo secondi dietro la Juve. L’obiettivo del Napoli è di tornare in Champions League e provare a vincere l’Europa League. Quel che è certo è che la squadra è chiamata a una prova di maturità che consiste nel mantenersi saldamente tra le prime tre - quattro del campionato per arrivare al miglior risultato possibile. Vedremo se alla lunga reggeremo l’aria pesante in alta quota. Allo Scudetto penseremo poi…

10. Che formazione schierereste in campo?

Alfredo

Reina; Hysaj, Albiol, Chiriches, Ghoulam; Valdifiori, Allan, Hamsik, Insigne; Higuaín, Callejón.

Anna

Reina; Hysaj, Albiol, Chiriches, Strinic; Allan, Valdifiori, Hamsik; Gabbiadini, Higuaín, Mertens.

Antonio

Reina, Maggio, Albiol, Koulibaly (se non viene Maksimovic), Hysaj, Allan, Valdifiori, Hamsik, Mertens, Gabbiadini, Higuaín.

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