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Guida al Sassuolo 2017/18
22 ago 2017
I neroverdi sono all'alba di un nuovo ciclo.
(articolo)
11 min
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Posizione lo scorso campionato: 12°

Chi in più: Francesco Cassata, Riccardo Marchizza, Edoardo Goldaniga, Davide Frattesi, Leonardo Marson.

Chi in meno: Lorenzo Pellegrini, Grégoire Defrel, Alberto Pomini, Alberto Aquilani.

Da che stagione viene

Lo scorso anno la misura delle ambizioni del Sassuolo – restare una sorpresa o puntare a piazzarsi stabilmente nelle zone medio-alte di classifica – passava dalla gestione del doppio impegno in campionato e in Europa League. Non è andata bene: i tanti infortuni, e in particolare quelli lunghi di giocatori chiave come Magnanelli e Berardi, hanno ridotto la qualità e la quantità delle scelte a disposizione di Eusebio Di Francesco, complicando la gestione delle energie tra le due competizioni.

L’avventura in Europa si è così conclusa ai gironi, con il 3-0 all’Athletic come unica vittoria. L’andamento in campionato è stato invece fortemente influenzato dalla partenza anticipata per i preliminari europei: 5 vittorie nelle prime 8 giornate (compresa quella col Pescara in realtà persa 3-0 a tavolino per problemi nell’inserimento in lista di Antonino Ragusa), poi un lungo declino che ha fatto scivolare i neroverdi a ridosso della zona retrocessione prima del recupero nella seconda metà della stagione, coinciso con l’assenza di impegni infrasettimanali e il rientro degli infortunati. Il Sassuolo è in pratica tornato al livello precedente all’exploit che l’ha portato in Europa: 12.esimo posto con 49 punti conquistati sul campo, come nel campionato 2014/15.

La sensazione di essere arrivati alla fine del miglior ciclo della storia neroverde è stata confermata dalla rescissione del contratto con Di Francesco, scelto dalla Roma come sostituto di Luciano Spalletti. Per quanto difficilmente replicabile in alcuni dettagli - ad esempio lo stretto rapporto con la Mapei, azionista al 100% del club e fonte di ricavi imprescindibile con i suoi contratti pubblicitari e di sponsorizzazione - il Sassuolo può comunque essere preso a modello per la continuità del progetto tecnico-tattico e la coerenza nella scelta dei giocatori: sono molti, infatti, quelli che hanno trovato nel Sassuolo il contesto giusto per valorizzarsi, garantendo alla società importanti plusvalenze: tra gli altri, Simone Zaza, Sime Vrsaljko, Nicola Sansone e Lorenzo Pellegrini.

La continuità e i cambiamenti di Bucchi

L’eredità di Di Francesco è stata così affidata a un allenatore dai princìpi di gioco molto simili: Cristian Bucchi. Tra i due l’affinità tattica è molto forte: in un’intervista a SportWeek Bucchi ha messo Di Francesco tra i suoi modelli (insieme a Marco Giampaolo e Stefano Pioli) e già nel Perugia, portato ai playoff di Serie B nella scorsa stagione, era possibile ritrovare movimenti e idee tipiche del Sassuolo di Di Francesco: il gioco verticale che non rinuncia alla costruzione pulita della manovra partendo dalla difesa; le catene laterali come riferimento privilegiato per risalire il campo; l’aggressività come tratto caratteristico della fase di non possesso e delle transizioni difensive.

Con i suoi 40 anni, Bucchi è l’allenatore più giovane della Serie A. Eppure è già piuttosto esperto. Non è un esordiente perché a marzo 2013, a soli 35 anni, fu promosso dalla Primavera alla prima squadra del Pescara nel disastroso campionato successivo alla promozione in Serie A con Zeman in panchina e Verratti, Insigne e Immobile in campo: 11 partite in cui ha conquistato un solo punto, ma che gli hanno permesso di dare slancio alla propria carriera.

Passa quindi al Gubbio in Lega Pro, poi viene scelto dalla Torres al posto di Vincenzo Cosco, malato gravemente e morto poco dopo la salvezza raggiunta dalla sua squadra. Nell’estate del 2015 firma quindi con la Maceratese e, da neopromossa, la porta ai playoff di Lega Pro, dove viene eliminata dal Pisa. Sale allora in Serie B e anche col Perugia arriva ai playoff, l’ultimo atto della scalata che l’ha portato in Serie A sulla panchina neroverde.

La nuova versione del Sassuolo non sarà molto diversa dalle precedenti. Bucchi si è posto da subito in continuità col modello di gioco sviluppato da Di Francesco nei cinque anni sulla panchina neroverde: la sua impronta si vedrà soprattutto nei dettagli piuttosto che nell’identità tattica.

Un classico che dovremmo rivedere ancora: palla a Berardi e taglio dell’esterno opposto.

Il sistema base sarà quindi il 4-3-3: «È il marchio di fabbrica della squadra», ha spiegato Bucchi a SportWeek, «Ma all’interno del modulo i giocatori devono avere possibilità di scelta, devono essere liberi di esprimersi. Il mio gioco non è mai statico, ma sempre dinamico. E coinvolge tutti. Tutti devono essere capaci di scegliere la soluzione migliore, a seconda delle circostanze e delle fasi di gioco. Ai movimenti e all’interpretazione di gioco di uno sono legati i movimenti e le interpretazioni degli altri».

La novità principale sarà probabilmente una maggiore libertà nelle posizioni, in particolare del triangolo di centrocampo. Uno degli accorgimenti utilizzati da Bucchi a Perugia per adattarsi alle linee di pressing avversarie e portare il pallone fuori dalla difesa era appunto la rotazione dei centrocampisti: un modo per non dare riferimenti e iniziare l’azione palla a terra da dietro. «I miei giocatori devono essere pronti a interpretare più parti», il pensiero di Bucchi espresso alla Gazzetta dello Sport, «Il calcio moderno lo richiede. Ci vuole pazienza. Do lo spartito all’orchestra, ma ben vengano gli assoli. Quelli di classe ti risolvono il match».

I centrocampisti neroverdi hanno già potuto sperimentare le idee di Bucchi: Magnanelli, tra i migliori in Serie A nell’interpretare il ruolo di vertice basso del centrocampo, si è trovato a muoversi alle spalle del centrocampo avversario; Missiroli, mezzala dinamica con un gran senso per gli inserimenti, è stato provato da regista; Duncan ha galleggiato tra le linee, ma come al solito si è spesso trovato largo a sinistra per dare ampiezza compensando il movimento dell’esterno d’attacco.

La maggiore libertà concessa ai centrocampisti dovrebbe agevolare Stefano Sensi, il più creativo del lotto e già abituato a occupare ogni posizione nel triangolo di centrocampo, chiamato al salto di qualità dopo una stagione piuttosto deludente (appena 16 presenze in campionato, con 2 gol), condizionata da diversi infortuni muscolari. Il ritorno di Lorenzo Pellegrini a Roma dovrebbe garantirgli maggiore spazio nelle rotazioni e dargli la possibilità di imporsi definitivamente nell’undici titolare.

Sensi può facilitare l’uscita della palla dalla difesa e innescare immediatamente la fase di rifinitura grazie alla precisione dei suoi lanci.

La rotazione dei centrocampisti non è comunque finalizzata al controllo del centro del campo e lo sviluppo della manovra passerà soprattutto dalle catene laterali formate da terzino, mezzala ed esterno d’attacco. Bucchi può contare sull’ottima intesa costruita da Di Francesco e fare affidamento sui meccanismi consolidati negli anni per risalire il campo.

I terzini avranno un ruolo fondamentale: come facili sbocchi a inizio azione, ma soprattutto in fase di rifinitura. Come parte delle combinazioni sulle fasce o come riferimenti sui cambi di gioco, la spinta dei terzini nel Perugia di Bucchi era decisiva per dare ampiezza e arrivare al cross, la rifinitura privilegiata dalla squadra umbra. Di Chiara e Del Prete, i due terzini titolari, sono stati i migliori del Perugia per assist forniti l’anno scorso.

Un’interpretazione così offensiva del ruolo dovrebbe esaltare Pol Lirola, non a caso schierato titolare durante il precampionato e anche all’esordio in Coppa Italia (vittoria per 2-0 contro lo Spezia). La sua tensione continua a spingersi in avanti dovrebbe combinarsi bene con la strategia offensiva di Bucchi e anche durante la costruzione della manovra le sue conduzioni a entrare dentro il campo possono diventare utili per portare il gioco al centro.

Anche in fase di non possesso le idee di base non dovrebbero cambiare. «Mi piace difendere alto con 4 uomini», ha ammesso Bucchi alla Gazzetta dello Sport, un proposito che si accompagna a un pressing portato lontano dalla propria porta e alla necessità di accorciare le distanze tra i reparti per non farsi infilare in campo aperto.

Andrea Consigli ha però rivelato un possibile cambiamento nel modo di difendere del Sassuolo: «Il mister è stato molto intelligente, perché ha studiato i limiti e le qualità che avevamo l’anno scorso ed è riuscito a modificare ciò che andava migliorato. Non dobbiamo giocare alto contro squadre che hanno un buon palleggio. Dovremo essere aggressivi, ma senza che questo diventi un dogma, dal 1’ al 90’». L’intensità del pressing del Sassuolo potrebbe essere quindi inferiore al passato. D’altra parte il Perugia, dopo il primo pressing, era solito abbassarsi sotto la linea della palla con gli esterni d’attacco allineati alle mezzali, e il mediano più staccato per coprire lo spazio tra centrocampo e difesa. Anche se le fasi di pressing avanzato saranno più limitate è comunque difficile che Bucchi rinunci all’idea di difendere in avanti e in maniera aggressiva.

Anche quando difendevano vicino l’area di rigore, i giocatori del Perugia venivano sollecitati a spezzare le linee per mettere pressione al portatore di palla avversario.

Diminuire il numero di reti subite è la priorità. Il Sassuolo l’anno scorso ha avuto poco equilibrio: ha segnato molto (58 gol), ma ha subito ancora di più (63 gol), in ogni situazione. Ripartenze - un aspetto su cui anche il Perugia di Bucchi aveva molti margini di miglioramento, visto il numero di giocatori portati sopra la linea della palla e le difficoltà nelle transizioni difensive -; calci piazzati; inserimenti da dietro; cambi di gioco e tagli alle spalle della difesa, in particolare dalle parti dei terzini.

Il modo di difendere del Sassuolo era per sua natura rischioso, ma ha rappresentato uno dei principali punti di forza dei neroverdi. Un atteggiamento meno aggressivo garantirebbe più equilibrio e una migliore copertura degli spazi, ma rischierebbe forse di togliere riferimenti e snaturare la squadra, rinnegando l’impostazione tenuta finora.

La continuità e la fiducia nei propri valori restano infatti le fondamenta del Sassuolo, pur in un’estate di cambiamento. Di Francesco è stato sostituito da un allenatore con idee simili; alla rosa, nonostante la perdita di pedine chiave come Pellegrini e Defrel, sono stati aggiunti soltanto giovani italiani da valorizzare con pazienza, come da tradizione del club.

Il rapporto consolidato con la Roma (a cui sono stati ceduti Pellegrini e Defrel) si è aggiornato con l’arrivo dei due Primavera Riccardo Marchizza e Davide Frattesi. Marchizza è un difensore centrale con un ottimo piede sinistro che però potrebbe essere girato in prestito; Frattesi è invece un centrocampista classe ‘99 che ha scalato velocemente le Nazionali giovanili e ha rappresentato un punto fermo nella Roma Primavera la scorsa stagione. Anche lui però parte dietro nelle gerarchie e non dovrebbe trovare molto spazio, almeno inizialmente.

Dal Palermo sono arrivati il portiere 19enne Leonardo Marson ed Edoardo Goldaniga, chiamato a rilanciarsi dopo i mesi difficili passati in Sicilia. L’acquisto più oneroso (7 milioni di euro) è stato quello di Francesco Cassata, comprato dalla Juventus, ma messosi in mostra ad Ascoli nell’ultimo campionato di Serie B. Cassata ha fatto parte dell’Italia Under-20 arrivata terza ai Mondiali di categoria qualche mese fa ed è una mezzala ordinata con un buon gioco sia corto che lungo. Insieme a Goldaniga, è il nuovo acquisto più pronto a entrare nelle rotazioni, ma difficilmente riuscirà a inserirsi subito tra i titolari.

L’undici di base non dovrebbe cambiare molto rispetto allo scorso anno: Magnanelli, Duncan, Missiroli e Sensi si giocheranno i tre posti a centrocampo, compensando la partenza di Pellegrini; Falcinelli, rientrato dal prestito a Crotone, è il sostituto designato di Defrel, pur avendo caratteristiche tecniche e fisiche completamente diverse. L’anno scorso Falcinelli ha rappresentato il principale riferimento sui palloni alti per una squadra iperverticale come il Crotone, che non aveva alcuna ambizione di costruire una manovra elaborata - nell’ultimo campionato il centravanti del Sassuolo è stato il giocatore che ha ingaggiato più duelli aerei. Anche se non garantirà gli scambi veloci e i tagli di Defrel, la sua presenza in area di rigore, in una squadra che crosserà molte volte durante la partita, sarà comunque essenziale.

In assenza di stravolgimenti nel sistema i giocatori chiave del Sassuolo restano quelli di sempre. Acerbi aveva annunciato l’addio e invece ha rinnovato fino al 2022; Berardi sembra voler rimandare di un altro anno l’atteso salto di qualità in una squadra di maggiori ambizioni; Magnanelli ha superato il grave infortunio al ginocchio, era in scadenza, ma prolungato il proprio contratto di altri due anni. La squadra continuerà a reggersi su Acerbi e Magnanelli in fase di impostazione e per accorciare la distanza tra i reparti, e sulla qualità di Berardi in fase di rifinitura e finalizzazione. Se tutti e tre garantiranno affidabilità fisica e prestazioni di alto livello il Sassuolo può candidarsi ancora una volta a sorpresa del campionato.

Giocatore da prendere al Fantacalcio

Francesco Acerbi. Da anni è uno dei difensori più affidabili della Serie A: le gioca davvero tutte e difficilmente scende sotto la sufficienza. In più, negli ultimi tre anni ha segnato 11 gol: pretendete di più?

Scenario migliore possibile

Acerbi e Berardi restano e giocano una grande stagione; Magnanelli dà sufficienti garanzie a livello fisico e si conferma come uno dei migliori mediani del campionato; Falcinelli mantiene o migliora le medie realizzative tenute a Crotone; Sensi, Lirola e Politano fanno il salto di qualità: a quel punto il Sassuolo può lottare per le posizioni che valgono l’Europa League.

Scenario peggiore possibile

Acerbi e Berardi restano controvoglia; Magnanelli non ha recuperato pienamente dall’infortunio al ginocchio; Falcinelli fa rimpiangere Defrel; Sensi, Lirola e Politano deludono: il Sassuolo gioca una stagione anonima e galleggia poco sopra la zona retrocessione.

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