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Guida alla Cremonese 2022/23
17 ago 2022
I grigiorossi cercano la salvezza con una squadra stravolta dall'anno scorso.
(articolo)
10 min
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Piazzamento dello scorso campionato: Neopromossa

Chi in più: Ionut Radu (Inter), Paolo Ghighlione (Genoa), Vlad Chiriches (Sassuolo, Emanuel Aiwu (Rapid Vienna), Johan Vasquez (Genoa), Giacomo Quagliata (Heracles), Luka Lochoshvili (Wolfsberger), Maissa Ndiaye (Roma), Tommaso Milanese (Roma), Joshua Tenkorang (Campobasso), Charles Pickel (Famalicão), Santiago Ascacibar (Herta Berlino), Frank Tsadjout (Milan), David Okereke (Bruges), Gonzallo Escalante (Lazio), Cyriel Dessers (Genk)

Chi in meno: Marco Carnesecchi (Atalanta), Caleb Okoli (Atalanta), Tiago Casasola (Frosinone), Gianluca Gaetano (Napoli), Nicolò Fagioli (Juventus)

Una statistica interessante della scorsa stagione: La scorsa stagione la Cremonese è stata la prima squadra per gol segnati in seguito a un contropiede, 10, più del doppio rispetto alla media delle squadre in Serie B (4.7).

La Serie B ci ha ormai abituati alle sorprese, ma lo scorso campionato della Cremonese ha lasciato molti a bocca aperta. Fino a un anno e mezzo fa i grigiorossi sembravano una squadra condannata alla classe media della Serie B: una società capace di mantenere la categoria, ma non abbastanza forte da competere alla promozione. Nel gennaio 2021, con la squadra in zona retrocessione, era arrivato in panchina Fabio Pecchia, un tecnico che dopo essersi scottato alla prima esperienza in A col Verona era dovuto scendere fino alla Serie C per ritrovare la fiducia di una squadra italiana. Il tecnico era ripartito dalla Juventus U23, un’esperienza che col senno di poi è stata fondamentale.

Con lui i grigiorossi la squadra erano riuscita a risalire la china, raggiungendo quello che si chiedeva a inizio stagione: una salvezza tranquilla, lontano dalla zona retrocessione. La scorsa estate la Cremonese aveva fatto un mercato coraggioso, puntando su giovani che per un motivo o l’altro non avevano trovato spazio e fiducia nelle loro squadre: oltre a Zanimacchia e Fagioli (già allenati da Pecchia nella Juve U23), erano arrivati Gaetano, Carnesecchi, Okoli, tutti alla prima esperienza in B o quasi. Sulla carta la Cremonese partiva per una salvezza tranquilla, ma a fine stagione – dopo aver mostrato il calcio più divertente della Serie B – la squadra ha guadagnato la promozione in Serie A passando dalla porta principale.

Per molti versi, l’eccezionalità dello scorso campionato si spiega anche e soprattutto con le incognite di quello che sta per iniziare: i grigiorossi arrivano alla Serie A senza tanti dei protagonisti della scorsa stagione, tornati alla base dopo i rispettivi prestiti, oltre che con un allenatore nuovo. La partenza di Pecchia non è stata una sorpresa, era già nell’aria alla fine della scorsa stagione ed è stata ufficializzata poco dopo la fine del campionato. La vera sorpresa è stata la scelta del sostituto, perché per affrontare il primo campionato in A dopo 26 anni i grigiorossi hanno deciso di puntare su un allenatore a sua volta esordiente: Massimiliano Alvini. Il tecnico toscano è arrivato sulla panchina grigiorossa dopo una lunghissima gavetta, partita dai campi di Promozione toscana attraverso tutti gli scalini della piramide calcistica italiana. Lo scorso anno il tecnico di Fucecchio ha preso in mano il Perugia neopromosso in B e l’ha portato a una insperata qualificazione ai playoff; la speranza della Cremonese, che è parsa convinta della scelta, è che riesca a ripetersi anche in Serie A.

Il cambiamento rispetto allo scorso anno sarà grande, perché oltre a Pecchia i grigiorossi hanno perso quattro pezzi importanti dell’undici titolare (Carnesecchi, Okoli, Fagioli e Gaetano, anche se quest’ultimo potrebbe tornare), e stanno attraversando un profondo cambiamento anche nel gioco. Massimiliano Alvini è un allenatore dai forti principi tattici, e in questo precampionato si è già vista l’impronta del nuovo ciclo: la ricerca della costruzione dal basso, l’utilizzo di principi posizionali in fase di possesso e gli uno contro uno in fase di non possesso. La base è la difesa a tre, un assetto che – per citare le parole dello stesso Alvini – offre «La possibilità di organizzare una fase di possesso palla fluida attraverso la ricerca di una superiorità numerica sin dalla sottofase di costruzione, senza modificare eccessivamente le posizioni naturali dei giocatori a disposizione».

La costruzione dal basso è una delle situazioni in cui la Cremonese ha lavorato di più nel precampionato. In un reparto rivoluzionato (sono arrivati cinque difensori centrali) l’acquisto più importante è stato senza dubbio quello di Chiriches, un giocatore scelto proprio per le sue qualità in fase di possesso. Finora il percorso non è stato privo di incidenti – basti guardare l’amichevole con l’Hellas, in cui i grigiorossi hanno subito i primi due gol su errori in uscita – ma complessivamente la squadra sembra aver assorbito i principi del tecnico, mostrando la volontà di gestire il pallone anche sotto pressione.

In questo precampionato la Cremonese ha alternato 3-4-1-2 e 3-4-2-1, ma i meccanismi vanno al di là del modulo. La costruzione parte sempre dal 3+2, con i due mediani in supporto dei tre centrali, coi tre giocatori offensivi che si muovono al centro e i due esterni alti a fissare l’ampiezza. Una delle peculiarità delle squadre di Alvini – rispetto ad altri esempi di difesa a tre, come le squadre di Conte e Gasperini – sta nei meccanismi di uscita palla: mentre la maggior parte delle difese a tre sviluppano l’azione per le catene laterali, Alvini chiede ai suoi giocatori di passare dal centro, per arrivare sull’esterno solo dalla trequarti in poi, e da lì cercare l’uno contro uno o il cross in mezzo. Cross che può partire anche dalla trequarti, a patto che ci siano almeno tre giocatori ad attaccare l’area di rigore.

Alcune clip dalle partite contro Hellas e Ternana. Anche nelle situazioni in cui c’è lo scarico laterale i difensori grigiorossi cercano il filtrante centrale, per allargare sull’esterno in un secondo momento.

Un altro aspetto fondamentale della Cremonese di quest’anno sarà la pressione alta, perché Alvini vuole che le sue squadre abbiano un’impostazione in fase di non possesso molto aggressiva, con un pressing alto orientato a uomo, dove si difende scalando in avanti e non indietro. Lo scorso anno il Perugia è stata la seconda squadra della B per intensità del pressing, con un indice PPDA di 6.52, e in questo precampionato coi grigiorossi il tecnico ha mostrato di voler proseguire sulla stessa strada.

Il concetto generale è quello di una marcatura a uomo “nella zona”, dove i giocatori sono incaricati di seguire l’avversario entrato nella loro zona di competenza; se una zona si scopre, il compagno alle spalle copre scalando in avanti. Un buon esempio viene dall’amichevole con l’Hellas Verona. Per affrontare la squadra di Cioffi, che partiva col 3+1 (tre centrali supportati da un mediano), i due attaccanti si orientavano sul centrale e il braccetto lato palla, mentre il trequartista prendeva in consegna il mediano, e i laterali marcavano i laterali avversari. Se la palla tornava al portiere uno degli attaccanti andava in pressione, col laterale che stringeva in mezzo; se gli avversari cambiavano lato, sul braccetto libero usciva uno dei due mediani, con il centrale che scalava in avanti sul mediano avversario.

Una fase difensiva del genere si gioca molto sui duelli individuali, e molto dipenderà dall’impatto che avranno i nuovi acquisti sulla Serie A. Nelle prime partite la Cremonese ha difeso abbastanza bene, recuperando molti palloni nella trequarti avversaria, ma quando ha perso i duelli in mezzo al campo la difesa è andata in grande difficoltà. Molto dipenderà anche dalla tenuta fisica di Chiriches, che in alcune situazioni è parso in affanno negli uno contro uno con Lasagna, il che non lascia ben sperare per le partite in cui gli avversari saranno Vlahovic, Lukaku e Abraham. Anche per questo negli ultimi giorni la Cremonese ha inserito in rosa un centrale come Luka Lochoshvili, georgiano di 192 cm che sembra uscito da un catalogo di armadi Ikea.

Al netto di qualche possibile crepa la fase di non possesso ha mostrato segnali incoraggianti, come dimostra il gol di apertura nella partita di Coppa con la Ternana, arrivato dopo un recupero alto del braccetto destro Sernicola su Pettinari, nel cuore della trequarti avversaria.

In questo momento la stagione della Cremonese è un grande punto interrogativo, perché i cambi sono stati tanti e le scommesse sono ancora tutte da vedere. A due settimane dalla fine del mercato la rosa è già stata rivoluzionata, e i tanti dei nuovi arrivi sono da testare nel campionato italiano. Per molti versi sono da vedere anche i giocatori che la Serie A l’hanno fatta: Radu non gioca con continuità da due anni, e all’esordio contro la Fiorentina si è reso protagonista di un errore gravissimo. Chiriches si avvicina alla parte finale della carriera, Escalante sarà alla prima vera stagione da titolare in Italia, e all’esordio si è fatto espellere con un rosso diretto preoccupante. Detto questo, il mercato ha seguito una sua linea logica, inserendo giocatori che sembrano funzionali all’idea di calcio del tecnico, e se le scelte funzioneranno la Cremonese avrà una chance di giocarsela. L’impressione, in ogni caso, è che serviranno alcune giornate per capire se questa è una rosa adatta alla Serie A.

Giocatore chiave

La Cremonese si presenta a questa Serie A con idee ben chiare su cosa fare con e senza il pallone. Molto della stagione dei grigiorossi passerà dall’efficacia con cui costruiranno dal basso, e dalla solidità che avranno quando proveranno a pressare alto. In entrambi i casi il giocatore chiave, quello che potrebbe girare la stagione in un verso o nell’altro, è Vlad Chiriches. L’ex centrale del Sassuolo è arrivato a Cremona per portare esperienza e qualità alla squadra, e se lui funzionerà, mascherando anche i propri difetti in marcatura e nell’uno contro uno, sarà tutto più semplice.

Giocatore di cui avere la maglia

La maglia della Cremonese ha uno di quegli abbinamenti che hanno sapore degli anni ’80, classico al punto da fare il giro e diventare moderno. La divisa di quest’anno è un rimando esplicito alla maglia della vittoria della Coppa Anglo-Italiana, stagione 1992-93, e se questa combinazione di parole e date non vi suggestiona neanche un po’ probabilmente è colpa vostra. La maglia dei grigiorossi è in bilico tra passato e modernità, e per celebrarla non c’è nessuno meglio di Luca Zanimacchia, l’unico reduce dei ragazzi terribili che hanno guidato la promozione dei grigiorossi nello scorso anno. Un talento giovane e italiano, come invocano spesso i tifosi un po’ attempati, ma con uno stile di gioco brillante e creativo, come piace ai più giovani. Insomma, la scelta perfetta.

Peggior scenario possibile

La squadra inizia a rilento, i nuovi acquisti fanno fatica ad adattarsi al campionato italiano e i risultati non arrivano. Le tante scommesse della Cremonese non pagano abbastanza, e a dicembre la squadra si trova staccata dalla zona salvezza. I rinforzi del mercato di gennaio e i meccanismi che finalmente iniziano a girare aiutano la squadra a risollevarsi, ma i punti da recuperare sono troppi e i grigiorossi mancano alcune vittorie chiave negli scontri diretti. A due giornate dalla fine la Cremonese è costretta a dire addio al sogno salvezza.

Miglior scenario possibile

La squadra assorbe velocemente i principi di Alvini, sorprendendo tifosi e addetti ai lavori per la sua organizzazione e la solidità difensiva. Chiriches vive una seconda giovinezza, Escalante gioca la migliore stagione in carriera, e davanti Zanimacchia si conferma agli stessi livelli anche in Serie A, sviluppando una grande sintonia con Okereke e Dessers. Nonostante qualche passaggio a vuoto i grigiorossi si rivelano una squadra molto difficile da battere, e riescono a tenersi in zona galleggiamento fino alla fine. All’ultima giornata, in casa contro la Salernitana, gli uomini di Alvini festeggiano la salvezza.

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