Cominciamo come nostra abitudine dalla fine: chi è la vostra favorita? Soprattutto: perché?
Daniele Manusia
Ok, ok cominciamo dalla fine ma guardiamoci un attimo indietro, prima. Lo scorso anno, dopo una partenza bruciante del City di Guardiola (sei vittorie consecutive), che è coincisa con il periodo più nero per il Chelsea, è venuta fuori la squadra di Conte, con una continuità che faceva pensare che il campionato fosse finito a marzo, salvo poi rallentare quanto bastava per farci sorgere qualche dubbio. La contender più seria è stata il Tottenham; ma anche l’Arsenal, prima del brutto calo della seconda parte di stagione, e il Liverpool sembravano avere le forze per restare in corsa. Alla fine Guardiola ha fatto meglio di quello che alcuni dicono (migliorare il terzo posto significa una sola cosa: correre veramente per il titolo) e persino Mourinho in alcuni momenti sembrava aver trovato la giusta quadratura per rendere lo United competitivo. Insomma, quella della passata stagione è stata una Premier aperta, con le gerarchie spesso messe in discussione, il che rende ancora più difficile prevedere la prossima stagione. Il mio gettone lo punto sul Tottenham, ma solo perché mi sembra la rosa più matura e provata, in grado di reggere con più continuità in mezzo alle onde della Premier.
Daniele V. Morrone
Mi piacerebbe che questa fosse finalmente la stagione dell’Arsenal così da dare un senso a tutti questi anni di Wenger, ma il City mi sembra possa raggiungere un livello superiore alle altre. L’estate ha evidenziato un netto miglioramento da parte dei giocatori in termini di comprensione ed esecuzione del gioco voluto da Guardiola. Sul mercato, poi, sono state coperte molte delle lacune evidenti dello scorso anno. Per questo, penso che il Manchester City possa partire come favorito per la vittoria finale.
Marco D’Ottavi
Prima o poi deve essere l’anno del Tottenham. Doveva essere l’anno scorso, se non addirittura quello prima, ma in questa stagione il progetto di Pochettino potrà contare su un anno in più di esperienza, con alcuni dei suoi migliori giocatori pronti per un ulteriore salto di qualità. Un trio offensivo come quello composto da Kane, Dele Alli e Eriksen è forse il migliore in Premier League e se è vero che gli scudetti li vincono le difese, anche lì il Tottenham non è messo male. L’unica cessione, quella di Walker al City per un mucchio di soldi, dovrebbe essere stata sostituita in casa con Trippier; e magari gli 80 milioni di euro guadagnati dal mercato verranno reinvestiti in qualche modo, perché sarebbe un delitto non provare a vincere quest’anno.
Dario Saltari
Nonostante creda che la sostituzione tra Matic e Bakayoko abbia inaridito le scelte tecniche a disposizione a centrocampo di Conte (che infatti non sembra averla presa benissimo), rendendo la sua rosa meno fluida e adatta ad un gioco di possesso rispetto all’anno scorso, secondo me il Chelsea rimane favorita anche quest’anno. Il mercato non ha dato grande profondità a una rosa che quest’anno dovrà affrontare anche la Champions League, è vero, ma secondo me potrebbe fargli fare un grosso salto di qualità nell’undici titolare. Rüdiger e Morata, che almeno in teoria dovrebbero prendere il posto di Azpilicueta e Diego Costa, portano possibilità tattiche, forze fresche e motivazioni aggiuntive ad una squadra che è già molto competitiva. Se questi due acquisti riusciranno a rispettare le aspettative e ad integrarsi nella Premier League la vedo dura per le altre pretendenti, nessuna delle quali è riuscita ad acquistare dei titolari dello stesso livello.
Emanuele Atturo
Partendo dai campioni in carica, il Chelsea mi pare a corto di energie: ha una rosa ancora stretta e alcuni giocatori importanti lo scorso anno sembrano esauriti (Diego Costa, Fabregas). Per non parlare, poi, dello scambio Matic-Bakayoko, che rischia di impoverire la fase di possesso.
Paradossalmente vedo meglio lo United, che di sicuro farà un campionato estremamente cinico, con una squadra modellata attorno agli aspetti più distopici della Premier League: intensità, dominio fisico, superiorità tecnica dei singoli. Mourinho però non sembra avere molte idee su come far giocare il suo United in un modo che non sia del tutto speculativo, e questo alla lunga non pagherà.
È calcio d’agosto, non conta niente, ma il modo in cui il Manchester City ha distrutto il Tottenham in amichevole è stato impressionante. Si confrontavano le due squadre che hanno pressato meglio nella scorsa stagione, e il City ha vinto la battaglia attraverso meccanismi di riconquista palla vicini alla perfezione.
Le incognite difensive rimangono, anche perché la tenuta del sistema sembra dipendere troppo dallo stato fisico di Kompany e dalla crescita mentale di Stones. Lì non si è intervenuti abbastanza secondo me. Se il Chelsea compra per allungare la rosa le gerarchie potrebbero cambiare. Ma al momento li metto favoriti.
Sotto alle prime posizioni come pensate che cambieranno le gerarchie? Quali squadre pensate possano ambire a posizioni migliori e quali invece si sono indebolite?
DVM
Una delle storie più affascinanti di questa Premier è se l’ambizioso progetto di Koeman riuscirà o meno a portare l’Everton a lottare per la Champions League. Riuscire a fare il salto di qualità definitivo senza disporre dei soldi delle prime sei sembra quasi utopico al giorno d’oggi. L’enorme somma ricevuta per Lukaku però ha dato all’Everton i fondi necessari per poter tentare quest’impresa. Con il ritorno di Rooney, gli arrivi di Klaassen e Sandro, le scommesse su Pickford e Keane, il mercato dell’Everton è stato coraggioso. Non è ovviamente detto che questo piano arriverà a compimento, ma il semplice tentativo di cambiare l’ordine costituito è ammirevole. Spero che l’ambizione di Koeman venga premiata.
Tra quelle che si sono indebolite non vedo benissimo lo Stoke City, che al momento sembra guardare più che altro verso le zone basse della classifica. Nonostante ciò, sono sicuro che, con i soldi della cessione di Arnautovic, dei tanti vecchi in rosa e quelle quasi certe di Imbula e Muniesa, la squadra di Hughes proverà ad andare prima o poi con forza sul mercato, e da lì passeranno molte delle ambizioni di quest’anno. La lastra di ghiaccio su cui sta camminando, però, è molto sottile perché tra le squadre che gli sono finite dietro la scorsa stagione, il Watford e il Palace sembrano avere un progetto più ambizioso, e il Newcastle, nonostante sia neopromosso, sembra avere una rosa (oltre ad avere chiaramente un allenatore) superiori. Un brutto inizio potrebbe scaraventare lo Stoke nelle paludi della zona retrocessione. #FreeJoeAllen.
EA
Leggendo la rosa del Southampton degli ultimi anni si stenta a credere ai loro piazzamenti. A fronte di stagioni ben giocate, il Southampton è arrivato ottavo, settimo, sesto e di nuovo ottavo, lo scorso anno. Facendo grandissime stagioni in Premier si può arrivare al massimo sesti. Posizioni rivelative più che altro della spaccatura insanabile fra le prime della classe e il resto del campionato. Il Southampton sembra destinato a questo limbo grigio anche quest’anno. I “Saints”, inoltre, sono lacerati dalla saga van Dijk - che ancora non si sa se rimarrà o no - e si sono mossi pochissimo sul mercato, comprando solo Lemina.
L’idea che il Southampton sia destinato a un campionato mediocre è piuttosto diffusa, e forse per questo è stata tentata per la panchina una scommessa tanto affascinante quanto rischiosa. Mauricio Pellegrino, ex vice di Benitez che lo scorso anno ha portato il neopromosso Alaves in finale di Copa del Rey, gioca un calcio pragmatico e verticale. È chiamato a rivitalizzare offensivamente una squadra che non segna un gol in casa dal 5 aprile del 2017.
Le speranze passano per:
- La possibile esplosione dei giovani Ward-Prowse e Redmond.
- La vena realizzativa di Gabbiadini, da sempre oscillante fra molto buona e disastrosa.
- Dusan Tadic.
MDO
Mi piace il mercato che sta facendo l’Everton, ed è evidente che ci stanno provando, ma come si fa a migliorare il settimo posto dell’anno scorso? Kean e Pickford sono ottime speranze, Klaassen, se si abitua ai ritmi del campionato (un se molto grande), può essere il centrocampista perfetto per Koeman. Davanti, però, ci sono sempre sei squadre di un altro livello. Forse una di queste può crollare (Conte è il primo indiziato) ma non di più.
Dietro le big six, subito dopo l’Everton, vedo il Bournemouth più che il Southampton, anche se Lemina è un acquisto migliore di quello che si dice in giro. La squadra di Howe ha fatto poche mosse, ma molto intelligenti: confermare l’allenatore, prendere un veterano come Defoe, svincolatosi dal Sunderland, comprare un buon portiere, Begovic, e un difensore di sicuro avvenire, Aké.
DM
A me piacerebbe molto se il Bournemouth di Howe ottenesse qualche risultato ulteriore. Ma mi ha divertito anche il mercato del West Ham. Voglio dire, Arnautovic e il Chicharito nella stessa squadra di Andy Carroll? Resto un fan di Pedro Obiang e spero che Haksabanovic diventi un giocatore di primo livello, quindi, ecco, ci sono motivi sufficienti per dire che anche il West Ham sulla carta merita di salire un pochino in classifica rispetto all’undicesimo posto dello scorso anno.
Tra le neopromosse chi si è mossa meglio?
DVM
Il Newcastle è un’anomalia tra le neopromosse degli ultimi anni. Non aveva una rosa da retrocessione nemmeno due anni fa e si è riguadagnato la Premier con la tranquillità di chi sapeva di essere superiore alla concorrenza. Ha una rosa praticamente alla pari delle altre squadre di mezza classifica, con un allenatore nettamente superiore alla media delle rivali. E tutto questo senza nemmeno aver fatto chissà cosa sul mercato - anche se Florian Lejeune potrebbe rivelarsi un centrale perfetto per la Premier League e anche Merino potrebbe vedere la sua carriera rivitalizzata da Benitez.
Discorso opposto invece per l’Huddersfield. La squadra di David Wagner - ex assistente di Klopp, che tanto bene ha fatto la scorsa stagione esportando il gegenpressing in Championship - aveva una rosa da mezza classifica in Championship lo scorso anno ma è riuscita comunque a strappare la promozione ai Playoff. Sul mercato ha speso più di 40 milioni netti per provare salvarsi, un’impresa che al momento sembra più che complessa. Ho qualche dubbio, tra l’altro, su come sono stati spesi questi soldi: la sola conferma a titolo definitivo dal prestito del miglior giocatore della scorsa stagione, Aaron Mooy, è costato quasi 10 milioni, gli stessi spesi per acquistare Paul Ince. E questo senza contare i 13 milioni per prendere Steve Mounié dal Montpellier. Loro sono solo i più costosi: ne sono arrivati altri cinque a titolo definitivo e due in prestito.
Tutti questi soldi sono un all-in audace. Ma per squadre come l’Huddersfield occasioni del genere passano una sola volta e, anche da un punto di vista finanziario, salvarsi significherebbe vivere di rendita per il prossimo lustro. La riuscita di questa scommessa dipenderà molto dall’impatto che Wagner avrà con squadre tatticamente più preparate.
EA
Il Newcastle mi pare si sia mosso male. Finora la società non ha investito granché e sono arrivate un misto di scommesse tristi (Riviere, Siem De Jong), inconsistenti (Merino) o al massimo intriganti (Atsu). Però hanno il privilegio di affrontare la Premier League con in panchina Benitez e questo dovrebbe bastare per un campionato da mezza classifica.
Si fa davvero fatica invece a immaginare il Brighton all’interno di questa Premier League. La squadra ha tutte le principali skills per retrocedere con lo slittino:
- Valore economico della squadra bassissimo. Secondo dati Transfermarkt, 72 milioni di sterline: meno del solo Hazard.
- Giocatori senza esperienza in Premier League: 413 presenze distribuite tra tutti i giocatori in rosa, circa 80 in meno del solo John Terry.
- Allo stesso tempo però età media altissima.
- Calciomercato misterioso e zeppo di nomi intriganti e, sulla carta, inaffidabili. Tipo Izquierdo, pagato 18 milioni di sterline: un attaccante colombiano di 25 anni, alto un metro e 70 e vagamente somigliante a Zuniga. In carriera ha segnato 1 gol ogni 3 partite nel campionato belga.
Le speranze del Brighton sono due: Davy Propper è un giocatore molto intelligente e che può segnare in Premier League. Sinceramente pensavo potesse finire in una squadra di livello più alto. L’altra è che comunque anche l’Huddersfield possiede tutte queste caratteristiche, ma peggiori (ad esempio il valore medio della rosa è di 50 milioni, più o meno l’equivalente di un terzino del City).
Al lumpenproletariato della Premier League dobbiamo aggiungere anche il Burnley, salvo per miracolo dallo scorso anno e che ha perso Michael Keane in difesa. Il destino di queste tre squadre sembra segnato, ma almeno una sorpresa salta fuori ogni anno.
MDO
Per capire i movimenti delle squadre che lottano per non retrocedere in Premier servirebbe un master, o almeno essere cresciuti nelle campagne dell’Essex, immagino. Tutte finiscono per spendere dei soldi, anche un bel po’ di soldi, però difficilmente sembrano acquisti sensati, che vadano a migliorare nettamente la squadra. Sia Huddersfield che Newcastle e Brighton in questo mercato hanno un bilancio trasferimenti in passivo di circa 30/40 milioni (il bottino che ti spetta quando arrivi in Premier League) più alto addirittura di Roma e Juventus. Ma i soldi vanno spesi bene. Per dire, c’era Defoe libero, e invece hanno comprato, in ordine sparso:
- Laurent Depoitre, attaccante belga che nella scorsa stagione ha giocato 7 partite con il Porto e segnato un gol.
- Mikel Merino, che sembra nato per soffrire la Premier almeno fino ai 26 anni.
- Izquierdo, di cui ha già detto Emanuele poco sopra.
Il Newcastle parte da una rosa molto più competitiva, per cui non dovrebbe avere problemi anche dopo un mercato così disfunzionale, però per Huddersfield e Brighton… se questa è la loro idea di salvarvi in Premier: beh, in bocca al lupo.
Qual è il nuovo acquisto che vi ha entusiasmato di più?
DVM
Álvaro Morata ha tutto per poter diventare una punta élite e si è trasferito proprio nel momento in cui solitamente i giocatori entrano nel picco della propria carriera. La combinazione di doti tecniche, atletiche e mentali ne fanno un giocatore adattissimo alla Premier League e il Chelsea sembra proprio la squadra ideale per lui. Pur essendo spagnolo, può essere l’erede spirituale di Lampard nel cuore di quella parte della tifoseria del Chelsea con simpatie Tories del West End. Come molti di loro, Morata adora la gelatina nei capelli, fare shopping, il sushi a pranzo, gli occhiali da sole, guidare una ferrari bianca e indossare il royal blue (che tra l’altro gli sta benissimo addosso). Con il suo calcio elegante e i comportamenti spesso altezzosi sembra nato per giocare con i Blues.
DS
Bernardo Silva al Manchester City. Proprio perché è un acquisto totalmente controintuitivo rispetto alle caratteristiche del campionato inglese - un trequartista minuscolo che non ha nulla di davvero speciale se non il controllo che ti può garantire sul pallone e sulle partite quando l’intensità va fuori controllo - ed è quindi perfettamente a metà strada tra l’esplosione clamorosa e il flop più totale. È un’operazione talmente rischiosa da risultare provocatoria. Esattamente il genere di acquisti che mi aspetto da Guardiola.
EA
Non sempre funzionano, ma nel calcio amo i progetti tecnici senza mezze misure. Jurgen Klopp al Liverpool ha deciso di affrontare le difficoltà della Premier League spingendo sull’acceleratore a tavoletta, non bilanciando ma esasperando le caratteristiche della sua squadra. Per questo mi ha entusiasmato più di tutti l’acquisto di Salah, che in queste amichevoli sta giocando così bene che Winijaldum ha dichiarato che l’egiziano «sta davvero volando». La Premier League è ricca di momenti in cui le squadre perdono le distanze e si aprono degli spazi, e lì Salah potrebbe davvero combinare un macello.
MDO
Vado un po’ controcorrente e dico Ederson Moraes. L’anno scorso la porta del City sembrava un dramma shakespeariano e trovare un titolare come si deve era un obbligo. Il brasiliano ha tutte le caratteristiche per essere l’estremo difensore perfetto per Guardiola: molto forte con i piedi, reattivo nelle uscite e senza paura dello scontro fisico, fortemente credente - quindi ben predisposto ad accettare i dogmi guardiolisti, anche tra i pali è un portiere di livello assoluto. Se riuscirà ad ambientarsi velocemente e non farsi destabilizzare dal prezzo pagato dal Manchester City per il suo cartellino ha tutte le qualità per diventare uno dei migliori portieri della Premier.
Cosa ha in mente Guardiola per questa nuova versione del Manchester City?
DM
Dalle amichevoli viste, per quel che valgono, sono rimasto colpito da come viene cercata l’ampiezza degli esterni con maggiore aggressività, non isolando i trequartisti contro i terzini avversari ma spingendo il più in alto possibile i laterali (in questo senso Danilo anche a sinistra rappresenta una minaccia). Grazie a degli esterni sicuri con la palla e in grado di coprire tutta la fascia, la densità in zona palla del City mi sembra portare con maggiore lucidità alla superiorità numerica. Se poi giocassero insieme Bernardo Silva, David Silva e De Bruyne potremmo assistere a un esperimento molto interessante: tre dei giocatori con più qualità nel tocco di palla e più capacità di orientare il gioco, basteranno per far vincere l’ordine sul caos, in Premier League?
DS
Personalmente non ho visto così bene il Manchester City in queste amichevoli, e non so quante indicazioni si possano trarre dai risultati ottenuti in estate. Mi sembra che il mercato portato avanti da Guardiola abbia creato più incognite di quante ne abbia risolte, rinnovando e aumentando realmente il valore solo del parco terzini. Il City continua ad avere problemi strutturali di rosa abbastanza gravi: i centrali di difesa non sembrano all’altezza del resto della rosa, i terzini non sono adatti all’esigenza di controllare il possesso di Guardiola, la presenza di Touré al momento sembra ancora escludere quella di Gündogan (questa volta sarà il tedesco a lamentarsi in panchina?) e allo stesso modo va sciolto il dualismo Gabriel Jesus-Agüero (l’anno scorso non è esploso definitivamente solo per l’infortunio del brasiliano).
Non è un caso, a mio modo di vedere, che il tecnico catalano si sia orientato nelle ultime amichevoli in maniera sempre più convinta verso un 3-4-3 a rombo di stampo cruyffiano che risolverebbe parte di questi problemi. In un sistema di gioco, infatti, Walker e Mendy possono dare ampiezza senza la preoccupazione di impostare da dietro da falsi terzini, Gabriel Jesus e Agüero possono convivere, e vengono mantenuti David Silva e De Bruyne ad occupare i corridoi intermedi da mezzali, che è forse l’intuizione migliore di Guardiola dello scorso anno.
Questa possibilità, che ha fatto effettivamente giocare meglio il City, soprattutto col West Ham, non nasconderebbe però del tutto le incoerenze della rosa. Il parco centrali, innanzitutto, non sembra molto adeguato, e anche corto numericamente, visto che le uniche due riserve in squadra sono Mangala e Denayer. Di converso, il grande numero di ali in squadra verrebbe enormemente penalizzato: che fine farebbero in una formazione simile i vari Sterling, Sané e Bernardo Silva? Almeno due, se non addirittura tutti e tre, rimarrebbero in panchina.
Insomma, mi sembra che ci siano un po’ troppi punti di rottura all’interno della rosa per renderla sufficientemente resiliente agli inevitabili shock che arriveranno durante la stagione.
Lukaku nel Manchester United passerà sopra la Premier League come Attila? Quanti gol farà?
EA
Lukaku ha tanti difetti, tutti evidenziati da Daniele Manusia in quest’articolo, ma la Premier League è il campionato che meglio riesce a nasconderli. La sua capacità di attraversare le difese come una baleniera fuori controllo continuerà a fruttare gol, specie in una squadra cinica come il Manchester United, che farà di tutto per appoggiarsi sulla sua fisicità in mancanza di playbook articolati. Lukaku alla fine credo segnerà una ventina di gol.
DM
Sì, ecco, il Lukaku che conosciamo non è ancora in grado di fare la differenza da solo e dominare le difese, ma il Lukaku che alle spalle ha la squadra più fisica d’Europa, in grado probabilmente di dominare e schiacciare, almeno per lunghi tratti, le proprie avversarie nella loro metà campo, potrebbe fare la differenza tra un pareggio e una vittoria. Che in fondo è quello che gli chiede Mourinho. Quando poi si apriranno gli spazi per correre come un cavallo scosso del Palio di Siena nella metà campo avversaria, lì vedremo il solito Lukaku in grado di costruire gol dal nulla. I suoi limiti verranno fuori quando sarà molto coinvolto nel gioco di squadra e quando le occasioni diminuiranno… la speranza però è che il pubblico non gli faccia pagare il prezzo del suo cartellino a suon di fischi. Ma che dico, dopo la Supercoppa europea già lo hanno iniziato a fare...
Il secondo anno di Mourinho sarà quello buono?
DM
Lo United 17-18 è un insieme umano post-apocalittico pronto per razziare villaggi nel tempo libero, dopo aver bullizzato gli avversari in campionato. Sono contento che Mourinho abbia il potere per costruire una squadra che corrisponde così perfettamente alle sue idee e che dentro ci siano anche giocatori di assoluta qualità come Pogba, Matic, Mkitharyan, Mata, Herrera… Come sempre con Mourinho sta ai giocatori coprire lo spazio che porta alle vittorie importanti, ma lo United, grazie alla selezione di uomini e allo stile che gli darà Mourinho, sarà messo in grado di competere con chiunque come non lo è stato negli ultimi anni - cioè da quando è andato in pensione Ferguson.
EA
I 300 milioni spesi per giocatori antipatici pongono di diritto il Manchester United all’avanguardia dell’armata delle tenebre del calcio moderno. In un campionato dove quasi tutti gli allenatori spendono tanti soldi per assecondare progetti di gioco ambiziosi e propositivi, Mourinho sta invece cercando la strada più diretta e brutale. Che poi sarebbe vincere le partite svoltandole una alla volta, cucendo la propria strategia sull’avversario di turno, confidando nella capacità dei propri giocatori di essere sempre in controllo del contesto. È vero, come dice Daniele, che dentro ci sono giocatori di qualità, ma questi hanno un’importanza decisamente strumentale rispetto ad altri come Lukaku, Rashford o Fellaini - un calciatore divertente, spesso trattato troppo male, ma le cui armi migliori presuppongono un gioco speculativo.
Non mi piace la piega reazionaria che ha preso l’ultima fase della carriera di Mourinho, ma lo scorso anno ha dimostrato - in un momento in cui tutti pensavano che il portoghese avesse perso il tocco - di essere ancora efficace, nonostante tutto. In un modo o nell’altro, che ci piaccia o no, il Manchester United farà un campionato di vertice quest’anno, e probabilmente finirà più in alto a squadre più ambiziose e più piacevoli.
E il secondo di Conte? Come cambiano le ambizioni?
DS
Conte ha affrontato questi mesi estivi con la solita tranquillità dell’uomo che mette a ferro e fuoco una città appena conquistata. Il tecnico leccese ha prima agitato l’impazienza per il mercato come spettro di una sua possibile uscita di scena, e poi ha terrorizzato l’ambiente dichiarando che questa sarà la «stagione più difficile di tutta la sua carriera». Quest’anno il banco di prova è in effetti ancora più grande e complesso, perché l’allenatore leccese non dovrà semplicemente riconfermarsi in una Premier che sembra ancora più competitiva dell’anno scorso, ma dovrà fare anche un buon percorso in Champions League. Su quei risultati, più che su quelli casalinghi, verrà giudicata la sua ascesa nel gotha dei migliori allenatori al mondo, sia dai neutrali, molti dei quali storcono ancora il naso di fronte alla sua esperienza europea con la Juventus (almeno se messa in relazione con i successivi successi di Allegri), sia da Abramovich, che penso voglia tornare a vedere il suo club splendere in Champions League dopo anni di vacche magre.
EA
Nei periodi che precedono le stagioni importanti Conte ha l’abitudine di creare un clima paranoico attorno alla squadra. Lo ha fatto in passato sia nella Juventus che nella Nazionale. Non bisogna dare un peso eccessivo ai suoi messaggi, insomma. Mai come questa volta però è apparso sinceramente preoccupato, e i motivi ci sono tutti. Il Chelsea ha ancora forse il miglior undici della Premier, ma inizia la stagione con tante incertezze. Diego Costa lo scorso anno ha portato da solo tanti punti, e non è detto che Morata avrà da subito un impatto di quel livello. Nello scambio fra Matic e Bakayoko, inoltre, il Chelsea ha perso un po’ di quella capacità di giocare il pallone che dovrà essere compensata forse ancora da Fabregas (non il più affidabile sul piano fisico). La rosa è così corta al momento che nei supplementari del Community Shield Conte a un certo punto ha inserito Charlie Musonda, di cui tutti avevano dimenticato l’esistenza.
Tutto questo in un contesto in cui dovrà giocare una Champions League di alto livello: la competizione in cui Conte deve ancora dimostrare molto.
Insomma, c’è da essere scettici, ma Conte è un allenatore che ama allenare circondato da scetticismo, quasi con le spalle al muro. Volendo anche con una rosa corta e giocatori da valorizzare. Quindi, tutti di nuovo pronti per un Conte contro tutti.
MDO
Conte è scientemente paranoico, ma Conte è anche uno che esplode, che prende decisioni assurde dall’oggi al domani, come quando ha scelto di lasciare la Juventus oppure di scaricare di Diego Costa con un SMS. Una stagione logorante come questa potrebbe quindi portarlo oltre quel punto di rottura, che dove si trovi lo sa solo Conte stesso. Dovesse succedere qualcosa di sbagliato, dovesse aprirsi una piccola crepa nell’architettura perfetta con cui costruisce le sue squadre, non sapremmo come reagirebbe. Io mi gioco questa possibilità, Conte che diventa ingestibile perchè non regge la pressione e diventa troppo paranoico anche per i suoi stessi giocatori.
Se riesce a reggere la pressione e il Chelsea gli compra un paio di giocatori da qui al 31 Agosto, invece, direi che abbiamo il candidato più credibile alla vittoria della Premier.
Siete tristi per la prima stagione definitivamente normalizzata del Leicester?
DS
No, anzi. Più si allontana il fantasma della stagione del 2015/16 più si alzano le possibilità che il Leicester possa fare una buona stagione, cioè una stagione al di sopra delle aspettative di una squadra che di solito occupa l’ultimo quarto di classifica. Certo, non sarà mai eccitante come il campionato vinto da Ranieri, ma già l’anno scorso c’era l’impressione che il ricordo di quell’impresa si stesse trasformando più in un fardello psicologico che in un propellente per le motivazioni. I tifosi, i giocatori, gli allenatori del Leicester devono accontentarsi del fatto che quella vittoria li ha messi sulla carta geografica della Premier League per sempre - non una cosa da poco. Adesso si deve ricominciare a pensare al presente.
MDO
No, soprattutto perché più lontano saremo dal Leicester di Ranieri, più lontano saremo da tutte le altre Leicester del mondo, che almeno per il giornalismo nostrano sono molte.
DM
Triste semmai per Ranieri, che meritava quanto meno di finire la seconda stagione secondo me, considerando anche che in Champions stava facendo bene. Il Leicester resta una squadra migliore di quella vista lo scorso anno, anche se difficilmente tornerà ad avere le motivazioni per competere. Se perderà Mahrez, poi, rischia un ulteriore ridimensionamento. Peccato non si sia riuscito a creare un ciclo neanche minimamente virtuoso, ma siamo ancora in tempo per trovare una normalizzazione che renda maggiormente onore al gruppo che comunque - ché ché ne dica Marco d’Ottavi - ha scritto una pagina di storia di Premier.
Quale giocatore potrebbe essere la rivelazione del campionato?
DVM
Mi piace che sia stata data una possibilità in Premier a Will Hughes, che a 22 anni (e dopo più di 150 presenze tra i professionisti) è salito di categoria andando al Watford per quasi 10 mln. Dovesse andare bene la stagione di Hughes potrebbe essere una rivelazione in senso stretto visto che non è certo un nome mainstream, anche se fino a un paio d’anni fa era considerato tra i più promettenti centrocampisti inglesi per visione di gioco e capacità tecniche nel passaggio abbinate ad un corpo capace di reggere il calcio inglese. Rimanere al Derby in Championship con un crociato rotto in mezzo ne ha bloccato la crescita, ma salire di livello potrebbe essere quello di cui ha bisogno per esplodere.
Highlights dell’ultima stagione in Championship per Hughes, che lui stesso ha definito deludente. Il talento però è evidente.
Alfredo Giacobbe
In un azzardo da pokerista direi Dominic Solanke, l’attaccante diciannovenne che il Liverpool ha strappato al Chelsea. Solanke si è appena laureato campione del mondo con l’Inghilterra Under 20 e ha ricevuto il premio di miglior giocatore del torneo. Un’eredità pesante se pensiamo che con lo stesso premio sono stati insigniti gente come Maradona, Figo, Messi, Pogba e Aguero prima di lui, ma che comunque dà una misura spannometrica delle potenzialità del ragazzo.
Per il ruolo di centravanti dei Reds in questo momento parte alle spalle di Firmino, di Origi e forse anche di Sturridge. Ma in una stagione lunga e impegnativa, soprattutto se il Liverpool dovesse superare l’Hoffenheim per l’accesso alla fase a gironi di Champions League, Solanke potrebbe ritagliarsi uno spazio nel quale provare a giocare le proprie carte.
EA
Un trasferimento passato forse un po’ sottotraccia in questo calciomercato è quello di Sandro Ramirez, acquistato dall’Everton per sostituire Lukaku. Un centravanti completo, con un set di movimenti abbastanza complesso e un pragmatismo sotto porta che dovrebbe aiutarlo a reggere l’impatto di un campionato come la Premier. Il suo istinto associativo dovrebbe funzionare in un sistema ambizioso come quello che sta mettendo in piedi Koeman all’Everton. Sono curioso di vedere la sua integrazione con altri due giocatori calcisticamente raffinati come Rooney e Klaassen, e soprattutto di vedere quanti gol può fruttare il suo fantastico destro.
Sempre nell’Everton, da tenere d’occhio il ‘98 Tom Davies, titolare nell’ultima parte di stagione e in cui Koeman pare scommettere molto. Con i suoi calzettoni abbassati, i capelli biondi con un taglio anni ‘90, e un dinamismo e una tecnica sobria perfetti per l’Inghilterra ha tutto per diventare il giocatore di culto della prossima Premier League.
Non so se si può considerare ancora una scommessa, ma credo che quest’anno Rashford spaccherà tutto.
DM
Dico Bernardo Silva anche se rivelazione mica tanto. Dico allora Tom Davies dell’Everton, che lo scorso anno è esploso definitivamente e che rappresenta al meglio un’idea molto inglese di tuttocampista, con grande corsa e dinamismo, ma anche una forza sorprendente nei contrasti e una creatività dalla trequarti in su oltre alla media. Non so se sarà la rivelazione (Gabriel Jesus vale come scommessa? E Salah?) ma sicuramente è un giocatore divertente che spero si prenda un pezzo del cuore di tutti.
Eddie Howe ha sbagliato a rimanere sulla panchina del Bournemouth o vi aspettate una stagione ulteriormente positiva?
AG
Cambiare da una piazza con ambizioni da metà classifica, come ormai il Bournemouth dopo due salvezze conquistate con largo anticipo è, ad un’altra con lo stesso profilo non aveva tanto senso. Non tanto da giustificare lo spezzarsi di un legame forte, fortissimo tra Howe e una piazza alla quale deve, umanamente prim’ancora che calcisticamente, moltissimo.
Quindi secondo me Howe punta davvero al bersaglio grosso, ad una delle prime 5 panchine della lega. Una sfida prestigiosa e appetibile come poteva essere quella offerta dall’Arsenal già quest’anno, se Wenger non avesse deciso di auto-rinnovarsi il contratto per un altro biennio. Howe è un allenatore preparato dal punto di vista tattico, con un gruppo di calciatori che da tempo lo segue ciecamente.
Il budget di quest’anno, il manager inglese lo ha bruciato per intero su due soli giocatori: 22,8 milioni di euro per il mini-Gullit Nathan Ake e 11,5 milioni per il portiere Begovic. Inoltre in rosa è stata iniettata l’esperienza del veterano Defoe, svincolatosi gratis dal retrocesso Sunderland. In definitiva Howe sta ancora battendo la strada della conferma del blocco della promozione con pochi, mirati innesti stagione dopo stagione: una strategia che gli ha già garantito due tranquille salvezze.
DVM
Concordo che Eddie Howe sia l’allenatore inglese più promettente e lo ritengo l’unico inglese con la reale prospettiva di poter allenare una delle top 5. Anche io immagino lui abbia nel mirino l’Arsenal vista la sua età, il tipo di calcio che vuole fare e l’ottimo rapporto proprio con Wenger, che sicuramente avrà voce in capitolo per l’erede. Dimostrare di poter far fare il salto di qualità alla sua squadra in termini più di continuità che di risultato finale (andare oltre insomma alla salvezza tranquilla prendendo qualche scalpo famoso e puntare almeno ad una coppa nazionale) penso però sia l’unico modo per poter ambire realmente all’Arsenal tra due anni. Ha senso quindi la sua decisione di concludere il ciclo che lui stesso ha iniziato se ritiene ci siano ancora margini di miglioramento.
In questo senso mi aspetto un salto in avanti da Jordon Ibe, il grande acquisto della scorsa stagione che non ha giustificato in nulla la cifra spesa ma ha ancora solo 21 anni. Mi aspetto anche molto dal ritorno di Nathan Aké, un giocatore che gli è stato strappato da Conte proprio nel momento in cui sembrava poter esplodere e che può ora farlo finalmente. Molto sensato l’innesto di un portiere affidabile ed esperto come Begovic. Non so quanto sia utile invece nel medio periodo il triennale a 20 mln di sterline totali per il trentaquattrenne Defoe, ma evidentemente Howe era alla ricerca disperata di un giocatore dal rendimento sicuro a breve termine per coprire un eventuale recupero lento dall’infortunio di Callum Wilson, che si è rotto il crociato per la seconda volta in meno di due anni lo scorso febbraio.
Nathan Aké con parole al miele per Eddie Howe nella conferenza stampa di presentazione.
Che stagione farà Pogba?
DVM
L’acquisto di Matic promette di liberare Pogba ancora più del finale della scorsa stagione quando la squadra dispone della palla, sono certo che il francese farà una grande annata. Probabilmente da miglior centrocampista del torneo in termini di output statistico potendo muoversi liberamente vicino all’area. Molto probabilmente da migliore in termini di highlights.
AG
Se l’arrivo di Matic può liberare Pogba in campo, la dipartita di Rooney può farlo all’interno dello spogliatoio. Mourinho ha nominato Michael Carrick come suo nuovo capitano e non avrebbe potuto fare altrimenti di fronte a 10 anni di militanza del centrocampista inglese. Però, almeno a detta dello stesso portoghese, Carrick è uno che può guidare attraverso l’esempio e ma non uno di quelli che si fanno sentire. Pogba può salire di livello anche in quello che potremmo chiamare il bagaglio non tecnico: in fondo è un prodotto dell’Academy e ha senso di appartenenza; a 24 anni, è il più adulto e il più esperto della nidiata di campioncini messa insieme da van Gaal e Mou; infine è stato riconosciuto dal maschio alfa dello spogliatoio dello scorso anno, Zlatan Ibrahimovic, quasi come suo pari.
Pogba sembra il tipo a cui piacciono certe sfide ed avere la possibilità di elevarsi a leader carismatico del primo United vincente dell’era post-Ferguson sicuramente è una delle più ambiziose.
DM
Sono un grande ammiratore delle qualità di Pogba ma resta un giocatore con una creatività non eccezionale. Pogba può fare più o meno tutto in campo, ma non può immaginare l’inimmaginabile come fanno altri calciatori magari meno dotati fisicamente e non superiori a lui tecnicamente. Il punto è che secondo me ha bisogno di giocatori intelligenti davanti a sé con cui associarsi, su cui appoggiarsi per risalire il campo e inserirsi, da servire in profondità e mandare al tiro. Sono d’accordo che sarà più centrale nello United, ma credo sarà difficile che metta a tacere definitivamente le critiche con compagni meccanici e individualisti come Lukaku, Rashford e Martial. Secondo me il fraintendimento di fondo su Pogba consiste nel vedere un giocatore solo fisico, là dove c’è un enorme facilitatore del gioco dei compagni, che si esalterebbe in un gioco di posizione fatto bene.
MDO
Io mi gioco la casa sulla stagione di Pogba. È uno dei migliori centrocampisti del mondo e giocherà da tale. L’arrivo di Matic può essere molto utile per liberarlo da alcuni compiti e permettergli di muoversi più verticalmente sul campo. Perché se è vero che ha bisogno di giocatori intelligenti accanto per dare il meglio di sé (l’ultimo anno alla Juventus con Dybala ed Alex Sandro vicino ha giocato una stagione incredibile), è anche vero il contrario in fondo: è un giocatore capace di creare da solo un contesto a cui gli altri giocatori possono appoggiarsi. Inoltre gli serve un po’ di fortuna: nella scorsa stagione ha preso un numero di pali irreale.
Michael Cox ha scritto che il Tottenham ha fatto il miglior mercato della Premier League. Anche a voi convince l’idea di puntare su un nucleo stabile di giocatori o pensate che non muovere niente equivalga a indebolirsi?
DS
Puntare su un nucleo di giocatori nel lungo periodo non esclude necessariamente la possibilità di fare investimenti, anche grossi, per alzare la qualità o aumentare la profondità della rosa, magari con pochi acquisti, ma di grande importanza. Quella di non fare mercato in entrata, a mio modo di vedere, è sempre una scelta perdente, tanto più in un campionato così competitivo come la Premier League. Visti i risultati degli ultimi anni, mi sembra difficile che il Tottenham possa trovare ancora del potenziale inesplorato nello stesso gruppo di giocatori, ed è triste se pensiamo a quanto la squadra di Pochettino sembra essere vicina al proverbiale salto di qualità. Quella di spendere poco, o addirittura nulla come nel caso del club londinese, nella lega che sta superando qualunque record di spesa può far piacere alla stampa e al grande pubblico, ma non so per quanto ancora il Tottenham avrà delle possibilità così concrete di vincere la Premier League. Va bene la fiducia nel futuro, ma questo tipo di treni non passa molto spesso dalle parti di White Hart Lane.
DVM
A me convince molto la teoria di Cox, soprattutto visto il flop dello scorso anno con Moussa Sissoko, comprato per 35 milioni tanto per continuare la corsa agli armamenti della Premier e risultato non all’altezza. L’idea del Tottenham è che in questo momento del suo sviluppo non è abbastanza “grande” per prendere sul mercato chi è in grado di migliorare veramente un 11 titolare già giovane e talentuoso ed è meglio quindi scommettere su un ulteriore passo in avanti mentale dei giocatori della rosa che comprare tanto per farlo.
Durante l’anno Pochettino darà spazio a qualcuno dalle giovanili (come fatto lo scorso anno con successo con Harry Winks) per trovare lì la profondità per la panchina e magari un futuro titolare con un po’ di fortuna (penso al diciottenne Marcus Edwards). Visti anche gli investimenti fatti per il nuovo stadio e le necessità di alzare il monte stipendi per non far andare via le stelle, se non può arrivare un Neymar non ha molto senso comprare un Ross Barkley a 50 mln di sterline per poi vederlo in panchina perché non riesce a scalzare Alli ed Eriksen (la domanda è “quanti di quelli sul mercato li scalzerebbero?”).
DM
Concordo, credo che nel calcio di oggi si dia poco tempo alle squadre e ai singoli giocatori per crescere giocando insieme. Intendevo questo quando parlavo sopra di squadra “matura”. Pochettino può contare su un gruppo unito e abituato a giocare come vuole lui, da questo punto di vista solo l’Arsenal e il Liverpool sono altrettanto pronte. Le qualità di gruppo possono far vincere i campionati (come nel caso del Leicester) ma sicuramente aiutano nei momenti difficili, e non avere periodi veri e propri di calo è uno dei requisiti fondamentali in Premier League.
MDO
Io però non sono d’accordo con questa idea che basta tenere invariato il nucleo della squadra per migliorare. È giusto il discorso di Daniele per cui non ha senso spendere 50 milioni per un giocatore e tenerlo in panchina, però se vuoi fare il salto di qualità - soprattutto se vuoi essere competitivo su più fronti - devi avere anche una panchina competitiva, se possibile ogni anno più competitiva. L’anno scorso il Tottenham ha fatto schifo in Champions League dimostrando di avere dei limiti nel reggere più competizioni e quest’anno si troverà nella stessa situazione. Dal mercato sono entrati molti soldi dalle cessioni di Walker e Bentaleb e se l’obiettivo del Tottenham è provare a vincere la Premier, questi soldi secondo me andrebbero spesi per aumentare la qualità delle seconde linee.
Quanto siete eccitati all’idea di veder giocare insieme Salah, Mané, Coutinho e Firmino?
AG
Chi ha assistito al massacro di Monaco - la semifinale di Audi Cup che il Liverpool ha vinto per 3-0 e che Mats Hummels ha definito “la peggior partita da quando sono al Bayern” - sarà più che eccitato. Il tridente Salah-Firmino-Mané è sembrato ben assortito e totalmente a proprio agio in un contesto tattico desiderabile. Insomma, con i troppi errori in costruzione e le ripartenze concesse con la squadra sbilanciata in avanti, il Bayern ha finito per apparecchiare la tavola al Liverpool.
Però, più in generale, si può affermare che il precampionato ha portato solo buone novelle ai tifosi dei Reds, per quanto riguarda il loro trio delle meraviglie. Salah per esempio ha già segnato i suoi primi gol, 4 in 6 partite. Inoltre Klopp sembra apprezzare la velocità in transizione di Salah al punto da adottare accorgimenti tattici ad hoc: in fase di non possesso è Firmino ad allargarsi a destra, mentre Salah stringe la sua posizione al centro dell’attacco, pronto a sfidare i lenti centrali della Premier in campo aperto. Mané è tornato sull’ala sinistra, una zona dalla quale potrà accentrarsi per sfruttare sul piede forte gli spazi aperti dal falso nueve Firmino.
L’unico problema di Klopp - parlo di problemi estivi, tralascio i problemi cronici come è un pacchetto difensivo non adeguato a competere ad altissimi livelli - è Philippe Coutinho. O meglio, è il mercato ancora aperto quando inizia la stagione competitiva. Perdere Coutinho, oggetto dei desideri del Barcellona, comporterebbe un taglio netto alla creatività del Liverpool nell’ultimo terzo di campo. Verrebbe meno la benzina per i Magnifici Tre e non sono convinto che Naby Keita possa sostituirlo da subito in tutto e per tutto e davvero un azzardo.
MDO
Tantissimo. Soprattutto perché vedremo questi quattro insieme nelle mani di Klopp, le mani migliori in cui potevano capitare per lo spettacolo. Da conservatore quale sono ho ancora qualche dubbio sulle possibilità di sostenere il gioco dell’allenatore tedesco sul lungo periodo e su Firmino come centravanti. Però poi mi sono ricordato che non tifo Liverpool e allora TANTISSIMO.
Lacazette è un giocatore molto tecnico e con un grande senso associativo del gioco, per certi versi non un centravanti “da Premier”. Avrà difficoltà secondo voi?
DVM
Lacazette è esattamente quello che serve per il gioco che vuole fare Wenger e il dubbio più che di natura tattica e tecnica è fisico: come reagirà Lacazette, un giocatore che ama toccare il pallone vicino all’area e scambiare con i compagni, al nuovo contesto in cui la palla andrà più veloce, sarà ancora meno in controllo che al Lione e le botte saranno più forti. Wenger è da sempre attento al periodo di adattamento che un giocatore straniero ha per il calcio inglese, tanto da aver stimato che un giocatore ci mette minimo sei mesi per adattarsi completamente al nuovo contesto fatto di grande impatto fisico, alto ritmo ed entropia crescente. Il problema è che, con la concorrenza attuale, l’Arsenal non può permettersi di aspettare mezzo campionato per avere Lacazette completamente inserito nella Premier. Sebbene Lacazette non si definisca solo attraverso le sue doti realizzative, deve essere bravo (e fortunato) nel mascherare i primi mesi di adattamento fisico con almeno un bottino di gol (anche brutti) che possa tranquillizzare i tifosi e togliergli pressioni esterne.
DM
Non so quanto ci metterà a inserirsi in un gioco che sembra tagliato sulle sue qualità. A me preoccupa di più la pressione in finalizzazione, visto che in Inghilterra a un centravanti non perdonano neanche gli errori in amichevole. Se riuscirà a restare sereno e anzi a trovare le motivazioni giuste per caricarsi le responsabilità che aveva al Lione secondo me potrebbe fare un salto ulteriore ed entrare definitivamente tra i più grandi nel suo ruolo. Ripeto: mi preoccupa solo la percentuale realizzativa, sarebbe assurdo se Lacazette venisse giudicato con i parametri di Giroud. Ma è vero pure che qualcuno oltre ad Alexis dovrà fare una ventina di gol in stagione.
Il debutto ufficiale di Lacazette contro il Chelsea nel Community Shield vinto ai rigori dall’Arsenal.
Quale nuovo acquisto flopperà clamorosamente?
DVM
Spero di sbagliarmi ma ci sono grandi possibilità (per motivi atletici) che il ritorno a casa di Rooney porti molto poco rispetto a quanto ci si aspetta dal miglior giocatore inglese degli ultimi 20 anni, ancora neanche trentaduenne.
AG
Quasi mi dispiace sparare ancora sull’Everton ma a mio parere Michael Keane è atteso da una stagione di conferme dopo la buona stagione al Burnley. Il contesto tattico e difensivo messo in piedi dal “Ginger Mourinho” Sean Dyche era peculiare e diverso dall’idea di Koeman. Per questo Keane potrebbe ritrovarsi a interpretare il ruolo secondo requisiti assai differenti.
EA
Scusate, sparo ancora sull’Everton (ma questo non è per forza rivelativo di un brutto mercato ma di un mercato coraggioso). Davy Klaassen è uno dei miei giocatori preferiti, ma non capisco come farà a incidere con le sue caratteristiche migliori in un campionato come la Premier League. Per il ruolo che dovrà ricoprire ha un gioco troppo cerebrale e invisibile, che passa troppo poco per le proprie doti tecniche e atletiche. Se Klaassen riuscirà ad affermarsi in Premier League vorrà dire che le scommesse di Koeman saranno andate più o meno tutte a buon fine, e ne sarei contento.
DS
Non mi piace arrivare a conclusioni affrettate, ed è ingiusto proiettare oggi il rendimento di una partita su un’intera stagione, ma ho visto Lindelöf ai limiti dell’inadeguatezza durante la Supercoppa Europea di Skopje contro il Real Madrid. Lo svedese ha ovviamente tutte le attenuanti del caso: giocava la sua prima partita ufficiale con lo United contro l’attacco più forte del mondo e lo stesso Mourinho si è quasi scusato di non avergli dato più tempo di ambientamento prima di gettarlo nella fossa dei leoni. Quello che mi preoccupa, però, è la sua macchinosità estrema sui primi passi, che potrebbe rivelarsi fatale in quel flipper di intensità che sono le partite di Premier, e anche la sua lentezza nel prendere decisioni, che a volte sembra gettarlo nel panico. Mourinho continuerà a metterlo alla prova con la violenza di una pressa meccanica: bisogna solo vedere se esploderà o se ne uscirà più forte.
DM
Faccio un nome controvoglia e con una grande precisazione: non credo che Morata flopperà clamorosamente, ma credo che potrebbe non sostenere il peso e il minutaggio che gli verrà richiesto al Chelsea. Anche nel suo caso, come per Lacazette e Lukaku, la richiesta di base è di superare i 20 gol. A peggiorare la sua situazione è che se non dovesse segnare il Chelsea andrebbe senza dubbio in crisi e finire in panchina per Batshuayi o Remy sarebbe già un piccolo fallimento per uno che scalpitava dietro a Benzema. Non ci sono vere alternative a Morata (salvo un qualche strano ripensamento di Conte e Diego Costa) una condizione che in fondo ha cercato ma che potrebbe rivoltarglisi contro.
Buona Premier a tutti!