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Guida alla Salernitana 2022/23
18 ago 2022
Dopo la salvezza disperata dello scorso anno si punta a un campionato più tranquillo.
(articolo)
10 min
(copertina)
Foto di Giuseppe Maffia/NurPhoto via Getty Images
(copertina) Foto di Giuseppe Maffia/NurPhoto via Getty Images
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Chi in più: Matteo Lovato (Atalanta), Domagoj Bradaric (Lille), Diego Valencia (Universidad Catolica), Dylan Bronn (Metz), Tonny Vilhena (Espanyol), Junior Sambia (Montpellier), Erik Botheim (Krasnodar), Lorenzo Pirola (Inter), Giulio Maggiore (Spezia)

Chi in meno: Ederson (Atalanta), Mamadou Coulibaly (Ternana), Milan Djuric (Hellas Verona), Stefan Strandberg (Valerenga), Joel Obi (Reggina), Mikael (Internacional), Riccardo Gagliolo (Reggina), Vid Belec (Apoel Nicosia), Francesco Di Tacchio (Ternana)

Dopo lo spettacolare finale dello scorso campionato, per la Salernitana arriva la stagione della conferma. Fare previsioni sulla lotta per non retrocedere quest’anno è davvero complicato, un po’ per le retrocessioni illustri dello scorso anno, un po’ per le incognite sul livello delle neopromosse: Lecce e Cremonese saranno così distanti da Salernitana e Spezia? Il Monza è davvero una squadra consistente o si scioglierà nonostante i grandi colpi di quest’estate? A Salerno, ad agitare un po’ le acque, era arrivata la separazione tra il presidente Iervolino e il DS Sabatini. Un divorzio inaspettato, giunto qualche giorno dopo le lezioni di vita che il Direttore aveva dispensato lungo il bel documentario di DAZN. Al suo posto è arrivato Morgan De Sanctis, ex giocatore di Sabatini, in grado comunque di portare a Salerno nomi con un certo fascino esotico, su tutti la punta del Bodo Glimt Erik Botheim.

I ribaltoni, però, non ci sono stati solo in dirigenza, ma anche in campo. La Salernitana ha mantenuto gran parte dei giocatori della scorsa stagione, ma ha venduto forse le due individualità più determinanti a livello tattico: Djuric ed Ederson. Se per un giocatore di prospettiva come il brasiliano era lecito aspettarsi una cessione, un po’ meno scontata era la partenza della punta italo-bosniaca. I due addii costringono Nicola a rivedere i propri meccanismi. Djuric, col suo dominio nel gioco aereo, era la scorciatoia perfetta per evitare rischi in fase di costruzione e raggiungere subito la trequarti offensiva. Ederson, invece, dava qualità con i suoi strappi palla al piede.

Nicola, comunque, si ritrova per la prima volta dopo anni a preparare la stagione sin dall’inizio, con più tempo per sperimentare soluzioni nuove. «Credo che la priorità per noi sia di essere aggressivi», ha rivelato a DAZN, e chissà che la Salernitana di quest’anno non possa essere una squadra più intraprendente, con e senza palla. Contro la Roma, per esempio, si sono viste buone fasi di pressing e riaggressione, con gli esterni del 3-5-2 Candreva e Mazzocchi che si alzavano sui pari ruolo della Roma, senza aspettare che sulle fasce scivolassero le mezzali per rimanere più vicini ai centrali.

Magari i granata non riusciranno a sostenerle nell’arco di intere partite, ma giocare fasi di alta intensità senza palla potrebbe permettergli di tenere testa anche a squadre di livello più alto: la Salernitana dello scorso finale di stagione sapeva capitalizzare i momenti in cui sovrastava l’avversario per intensità, forse con una spinta emotiva che sarà più difficile da replicare già da agosto. Allo spirito, allora, dovrà accompagnarsi un’organizzazione più accurata nel modo di pressare e di arrivare in area , magari moltiplicando quei momenti di impeto e aggressività in cui la squadra dava l’idea di poter azzannare chiunque.

Gli acquisti di Bronn e Lovato in difesa, per esempio, sembrano andare in questa direzione. Lovato ha saltato la gara con la Roma per un acciacco, mentre il francese è partito subito titolare, centrale di destra del 3-5-2. Non si è fatto problemi a seguire Zaniolo anche oltre la metà campo, ma in qualche occasione si è dimenticato di coprire lo spazio alle proprie spalle, lasciando alla Roma gli attacchi alla profondità: va bene essere aggressivi, ma per una squadra che compete innanzitutto grazie alla propria solidità, distrazioni del genere non sono accettabili.

Bronn segue Zaniolo in zone profonde di campo. Il francese fa un passo avanti di troppo e Zaniolo gli parte alle spalle

A causa della scelta di seguire i romanisti uno contro uno, i difensori della Salernitana sono distanti l’uno dall’altro e la distrazione di Bronn è fatale. Zaniolo riceve il lancio in area. Evita il gol una parata di Sepe da portiere di scuola tedesca.

D’altra parte, Gyomber e Fazio si sono dimostrati puntuali nella difesa dell’area, ma se si tratta di seguire l’uomo in alto soffrono il troppo spazio sui fianchi. Calibrare i momenti in cui alzare il pressing per raggiungere un compromesso tra le caratteristiche di Lovato e Bronn e quelle di Fazio e Gyomber, sarà uno dei punti principali del lavoro di Nicola.

L’influenza di Candreva sulla destra e la qualità di Vilhena a sinistra

Come detto, però, per interpreti i cambi più evidenti rispetto alla scorsa stagione riguardano la fase di possesso. L’acquisto più ingombrante dal punto di vista tattico è Candreva. Il suo arrivo dalla Samp, innanzitutto, costringe Mazzocchi a passare dalla fascia destra a quella sinistra. Dopodiché, è facile pronosticare che gran parte dei possessi granata passerà dai piedi dell’esterno romano. Con gli anni Candreva si è costruito l’immagine di giocatore monodimensionale, perverso nelle scelte e ossessivo nella ricerca del cross. Si tratta di etichette vere solo in parte. L’atteggiamento di Candreva, infatti, cambia in maniera evidente se passa dal ruolo di ala a quello di esterno a tutta fascia e il giocatore snervante, capace di stressare i propri tifosi a furia di finte e cross, diventa quasi un regista aggiunto, capace di indirizzare la manovra con scelte raffinate. Da esterno del 3-5-2 Candreva riceve più basso e ha una buona varietà di soluzioni. Per molte squadre col 3-5-2, spesso il possesso si risolve in una circolazione perimetrale che viene soffocata sulla fascia. Candreva, invece, dall’esterno è abilissimo a trovare il passaggio in diagonale verso il centro del campo per la mezzala o per la punta che viene incontro, traccia fondamentale per dare aria alla manovra e farla proseguire verso la rifinitura. In più, è abile anche da fermo a condurre verso l’interno per schiudersi il campo: le sue brevi conduzioni verso il centro danno il tempo alla mezzala di tagliare in profondità o alla punta di abbassarsi. Se Kastanos, mezzala destra, saprà coordinare bene i suoi movimenti con quelli dell’italiano, allora avrà trovato un compagno in grado di lanciarlo con costanza verso il fondo.

Candreva riceve dopo il giro palla in orizzontale. Si trova spalle alla porta ma disegna lo stesso un lancio preciso verso la punta. Si tratta di una giocata eseguita a memoria, dove è facile per chi difende leggere e intercettare il passaggio in diagonale verso l’interno. Candreva, però, dopo gli allenamenti con Antonio Conte è uno specialista della giocata ed ha le qualità balistiche per inventarsi lanci precisi anche col piede debole

La palla cade sui piedi di Botheim. Bonazzoli gli gira intorno da classica punta del 3-5-2 per ricevere la sponda. La Salernitana ha alzato il baricentro e superato la pressione grazie all’efficienza svizzera di Candreva nelle giocate tipiche del 3-5-2 all’italiana.

Sull’altra fascia, invece, il giocatore chiave sarà Vilhena. Già alla prima di campionato e dopo pochi giorni con i nuovi compagni, l’olandese aveva ampia libertà di muoversi e scegliere la zona in cui ricevere. Vilhena è il supporto giusto per un centrocampista d’ordine come Bohinen, che dovrebbe essere il titolare nel ruolo di metodista: l’ex Feyernoord può abbassarsi per reclamare palla dal vertice basso, sgravando Bohinen di compiti d’impostazione, ma può anche ricevere tra le linee per dare un’accelerata improvvisa al possesso. Se sulla destra con Candreva e Kastanos ci si affiderà alle classiche soluzioni del 3-5-2 – taglio della mezzala, passaggio dall’esterno verso le punte che rimangono vicine per giocare di sponda – sulla sinistra la qualità di Vilhena dovrebbe rendere più imprevedibile la manovra, meno legata a soluzioni provate a memoria.

A Nicola piace arrivare in meno tempo possibile sulla trequarti offensiva, ma senza Djuric bisognerà per forza aggiungere qualche passaggio. Bonazzoli e Botheim hanno dimostrato già domenica grande disponibilità nel lavoro di sponda, e Candreva e Vilhena dovranno ripagarli aggiungendo qualità non solo nello sviluppo, ma anche nella rifinitura – senza dimenticare il contributo a partita in corso di Ribery.

Salvarsi senza andare in apnea permetterebbe alla Salernitana di stabilizzarsi in Serie A e Nicola finalmente potrebbe liberarsi della fama di allenatore a chiamata.

Giocatore chiave

Per il modo con cui all’inizio dello scorso campionato ha instradato la Samp verso la salvezza, impossibile non citare Antonio Candreva. Vilhena potrà dare un’altra dimensione al gioco della Salernitana, e nella migliore delle ipotesi Botheim sarà una lieta sorpresa della Serie A, ma si tratta pur sempre di scommesse. Candreva, invece, deve essere la certezza su cui costruire il prossimo campionato. Senza le conduzioni di Ederson e i lanci su Djuric, graverà ancor di più sulle sue spalle la capacità di risalire il campo della Salernitana. Le sue letture dalla destra, poi, dovranno indirizzare ogni attacco e condizioneranno il rendimento dei compagni. È lecito pensare che una buona fetta di salvezza dipenda dal rendimento dell’ex esterno di Lazio e Inter.

Giocatore da prendere al Fantacalcio

Per i motivi sopra citati, sempre Antonio Candreva. Le grandi responsabilità gli consentiranno di toccare tanti palloni. Certo, rispetto alla scorsa stagione sarà esterno di un 3-5-2, non più di un 4-4-2, con compiti diversi: meno concentrato sull’area di rigore, più focalizzato sulla costruzione del gioco, anche in maniera meno diretta. L’influenza di Candreva dalla destra magari farà bene a Federico Bonazzoli e Botheim, che potrebbero essere dei buoni nomi come quinta punta.

Miglior scenario possibile

La Salernitana gioca in maniera meno emotiva e più ragionata rispetto alla seconda parte della scorsa stagione, ma la formula di Nicola rimane comunque vincente. Dietro Lovato è puntuale ed aggressivo come due stagioni fa. Candreva dalla destra organizza il gioco e permette a tutti i pezzi del puzzle di incastrarsi: la squadra può salire, Kastanos può tagliare, le punte possono venire incontro. Dal centro sinistra Vilhena ha totale libertà di movimento e dà qualità ad ogni tocco. Mentre Bonazzoli fa la guerra su tutti i palloni, Botheim dimostra una buona confidenza con l’area di rigore, chiudendo la stagione a dodici gol. A febbraio arriva la miglior partita della Salernitana di Nicola: 1-1 spettacolare contro la Juventus, in una partita in cui Ribery e Di Maria giocano un altro sport e per un’ora abbondante ci fanno pensare di assistere a un Real Madrid-Bayern Monaco di Champions di dieci anni fa. La Salernitana si salva alla terzultima giornata. Il presidente Iervolino organizza una grande festa all’Arechi: viene allestito un palco al centro del campo dove, dopo i saluti del pubblico ai giocatori, salgono a rappare Capo Plaza e Botheim.

Peggior scenario possibile

Fazio e Gyomber non riescono a sostenere una difesa aggressiva, mentre Bronn è troppo svagato e si fa prendere spesso alle spalle. Nicola si vede costretto ad abbassare il baricentro, ma Candreva non è più quello di Euro 2016 e non ha il passo per far risalire la squadra: con cosi poche vie d’uscita, i centimetri di Djuric avrebbero fatto comodo. Come era accaduto a Crotone, al giro di boa Nicola crede che non ci siano le condizioni per proseguire e preferisce dimettersi. Il DS Morgan De Sanctis, in memoria dei tempi di Napoli, porta sulla panchina granata Walter Mazzarri. Stavolta, però, non c’è modo di raddrizzare la stagione e non basta il mercato di gennaio con gli acquisti vintage di Strootman e Zakaria Labyad. La Salernitana retrocede e Franck Ribery annuncia l’addio al calcio.

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