Piazzamento la scorsa stagione: 3°
Chi in più: Martin Skrtel (Feberbahce); Ruslan Malinovskiiy (Genk); Luis Muriel (Siviglia); Marco Sportiello (Frosinone); Luca Valzania (Frosinone); Nicolas Haas (Palermo); Andreas Cornelius (Bordeaux); Luca Vido (Perugia).
Chi in meno: Andreas Cornelius (Parma); Gianluca Mancini (Roma); Dejan Kulusevski (Parma); Boris Radunovic (Verona); Marco D'Alessandro (SPAL); Luca Mattiello (Cagliari); Lorenzo Avogadri (Sampdoria).
Una statistica interessante dalla scorsa stagione: L'Atalanta viene erroneamente considerato una squadra diretta ma una statistica ci dice il contrario. La squadra di Gasperini lo scorso anno è stata terzultima in campionato per Pace Towards, davanti solo a Napoli e Juventus, un indice che calcola la velocità della manovra. In particolare la velocità media della costruzione del gioco nei possessi che si sono conclusi con un tiro, dall'inizio del possesso al tiro. L'Atalanta ha totalizzato 2,33 m/s. Quindi l'Atalanta costruisce il gioco con un ritmo simile a quello delle migliori squadre del campionato.
Il coronamento di un progetto
Il terzo posto conquistato al termine dello scorso campionato è il coronamento di un progetto cominciato 9 anni fa. L’Atalanta era appena retrocessa in Serie B e Antonio Percassi rilevava la società dalla famiglia Ruggeri, tornando proprietario del club di cui era già stato presidente 16 anni prima e in cui era cresciuto e aveva militato da calciatore prima di dedicarsi all’attività imprenditoriale.
Oggi Percassi, che aveva cominciato aprendo i primi negozi Benetton di Bergamo, gestisce un gruppo imprenditoriale attivo nel retail, nella cosmetica, nel food & beverage e in ambito immobiliare e che oggi conta un fatturato da 800 milioni di euro.
L’aspetto puramente manageriale e di business viene spesso messo in secondo piano quando si valuta il livello di una squadra, ma applicando lo stesso approccio imprenditoriale che ha permesso al presidente di costruire un vero e proprio impero, la proprietà dell’Atalanta è stata capace non solo di riportare la squadra in Serie A in un solo anno, ma anche di far crescere, stagione dopo stagione, un club divenuto una delle realtà più importanti del nostro campionato.
Se la proprietà ha giocato un ruolo fondamentale nell’affermazione della Dea, fino ai 16.esimi di Europa League di due anni fa e alla finale di Coppa Italia, il catalizzatore della crescita sportiva è stato indubbiamente l’allenatore Gian Piero Gasperini. Dopo gli anni al Genoa in cui ogni sessione di mercato la squadra veniva stravolta, l’avventura di Gasperini con l’Atalanta è stata contraddistinta dalla continuità, sia del progetto tecnico che (nei limiti del possibile) della rosa.
Il primo dei 6 gol rifilati al Renate è un bignami dell’Atalanta di Gasperini. Le marcature a uomo, il pressing alto, gli anticipi forti sulle corsie laterali e la rifinitura di Ilicic per il gol di Barrow.
Il tecnico piemontese ha potuto programmare e aumentare il rendimento della squadra oltre ogni aspettativa, tanto che già alla sua prima stagione sulla panchina degli orobici (2016/17), era riuscito a conquistare il quarto posto e il record storico di punti (72).
Quest’anno, nonostante non mancassero le pretendenti per i trascinatori della passata stagione - specie su Duvan Zapata - l’unica cessione rilevante rimane quella di Mancini alla Roma. L’altro titolare che ha lasciato il club è stato Berisha, prestato alla SPAL, ma al suo posto è stato promosso Pierlugi Gollini, messosi in evidenza con una serie di parate eccezionali nelle tre uscite della tournée inglese.
Grazie alla gestione sapiente e ai conti in ordine (anche se non sono mancate critiche relative all'aumento di prezzo degli abbonamenti, giustificati però dagli ingenti lavori di rinnovamento dello stadio), l’Atalanta non ha infatti alcuna necessità di vendere. Adesso sembra persino essere in un momento in cui può programmare un ulteriore salto di qualità nel tentativo di gestire il difficile impegno europeo senza fare il passo più lungo della gamba, consapevoli che solo grazie alla continuità di piazzamenti sarà possibile aumentare gli investimenti.
Da giugno, l’amministratore delegato Luca Percassi, figlio del presidente Antonio e anche lui ex calciatore cresciuto proprio nel vivaio dell’Atalanta, ha guadagnato maggior poter decisionale sul comparto tecnico-sportivo, in cui lo stesso Gasperini, fresco di rinnovo con adeguamento fino al 2022, ha sempre più voce in capitolo. Ecco che anche i movimenti di mercato in entrata sono stati fin qui pochi (praticamente uno per reparto) ma mirati e tutti dentro i confini dei parametri economico-finanziari stabiliti dal club. L'obiettivo generale è di garantire 16-17 titolari richiesti da Gasperini.
Non fare il passo più lungo della gamba
In difesa è arrivato lo svincolato Martin Skrtel, 34enne difensore con all’attivo 62 partite a livello europeo: marcatore arcigno che sulla carta pare adatto al calcio di Gasperini, e potrebbe rivelarsi prezioso per la crescita dei giovani in rosa. A gennaio era invece arrivato a Roger Ibanez, 20enne brasiliano dalla Fluminense, centrale tecnico dotato di buon fisico abituato a giocare anche da terzino, che potrebbe rappresentare un’alternativa come centrale di fascia o andare a fare esperienza in prestito, visto che la batteria di centrali che conta, oltre a Skrtel, Masiello, Toloi, Palomino e Djimsiti. Sicuramente almeno uno tra il brasiliano e Marco Varnier - praticamente un nuovo acquisto, dopo il tragico infortunio a legamento crociato, menisco, cartilagine e collaterale subito al secondo giorno di ritiro della passata stagione - sarà ceduto in prestito.
A centrocampo spicca l'acquisto di Ruslan Malinovskyi, centrocampista ucraino scuola Shakthar che è arrivato dal Genk per 13,5 milioni più una percentuale sulla futura rivendita. Un acquisto per molti aspetti entusiasmante, che nelle uscite estive Gasperini ha usato sia da trequartista, come vice di Gomez, che da centrocampista centrale. Malinovskyi, dotato di un sinistro micidiale per i portieri avversari, anche su calcio piazzato, nasce giocando tra le linee, ma al Genk è stato arretrato a centrocampo. Il nuovo ruolo non gli ha però impedito di mettere in mostra la sua vena realizzativa: nel 2018/19 ha messo a segno 16 gol complessivi, di cui 5 su rigore.
Oltre ad avere un ottimo gioco sulle medie e lunghe distanze, il passato da trequartista e la personalità del classe ’93 fanno sì che prenda decisioni rischiose anche a centrocampo, sia nel cercare l’imbucata per gli attaccanti (16 assist nella passata stagione considerando tutte le competizioni) che nei tentativi di dribblare gli avversari, che spesso gli riescono consentendogli di generare superiorità numerica (2,4 dribbling riusciti p90 in campionato, 2,7 in Europa League).
Pillole di Malinovsky dall’amichevole contro il Norwich, in cui è subentrato nel secondo tempo. Grande controllo orientato con la suola con dribbling a McClean e pallone in profondità per l’assist del 4-1 di Barrow.
Allo stesso tempo però, l’ucraino è in grado di mettere in campo quella aggressività comune a tutti i centrocampisti dell’Atalanta, che ne fanno anche un buon recuperatore di palloni, difficile da superare nei contrasti.
Pagato relativamente poco nonostante la corte di diverse squadre europee, Malinovskiy ha l'aria di una scommessa sicura per l’Atalanta, e potrebbe rappresentare un’inedita arma tattica per Gasperini, che non disponeva di un centrocampista con queste caratteristiche nella passata stagione. Malinovskiy allunga la rosa e può aggiungere delle responsabilità in zona di rifinitura che nella "Dea" dipendono sempre un po' troppo dall'apporto di Gomez e Ilicic.
L’altro grande colpo di mercato è stato Luis Muriel, arrivato dal Siviglia per 15 milioni di euro (più 3 di bonus) dopo l’esperienza in prestito alla Fiorentina nella seconda metà della passata stagione, in cui ha segnato 6 gol (alcuni strepitosi) tutti concentrati tra fine gennaio e inizio marzo, prima di essere risucchiato nella spirale di mediocrità e negatività che ha caratterizzato il finale di stagione della Viola.
Muriel, che rispetto ad altre stagioni si è presentato in buona forma nel ritiro precampionato, dovrà dare quell’apporto che Gasperini non ha ottenuto da Musa Barrow, autore di un unico gol in campionato nella passata stagione. Il gambiano, più volte punzecchiato dal tecnico piemontese, si è però messo in luce segnando a ripetizione nelle amichevoli estive.
L'Atalanta può ancora migliorare?
Se possibile dunque, l’attacco dell’Atalanta è ancora più attrezzato di quello della passata stagione, divenuto una forza inarrestabile quando l’allenatore dell’anno ha arretrato Gomez sulla trequarti alle spalle di Zapata e Ilicic, premiati rispettivamente come MVP e giocatore più migliorato della passata stagione dai lettori de l’Ultimo Uomo. Impressionante la crescita negli xG generati dopo questa importante svolta tattica, che ha portato la produzione nerazzurra su livelli stellari e impareggiati in Italia.
L’andamento degli expected goals dell’Atalanta nell’era Gasperini. Si noti l’impennata degli xG generati nella seconda metà dell’ultima stagione, dipesa dall’arretramento del “Papu” che ha definitivamente scatenato tutto il potenziale dell’attacco Ilicic-Zapata.
Lo scorso anno l’Atalanta ha avuto il miglior attacco sia per quanto riguarda i gol realizzati (73 esclusi rigori e autogol), che gli xG generati (72,8), ma ha brillato anche difensivamente con un PPDA di 7,9 (valore secondo solo a quello del Torino che però difendeva più basso) e soli 38,3 xG concessi (a fronte di 39 gol subiti esclusi rigori e autogol), quarto miglior dato dello scorso campionato.
Volendo cercare qualche punto debole, forse manca un difensore che spicchi sugli altri dal punto di vista tecnico (anche se la possibilità di schierare combinazioni diverse di centrali senza indebolire la squadra è stato un dei punti di forza della passata stagione) ed è tutto da verificare il consumo di energie fisiche e mentali che sarà determinato dalla Champions League, anche se i valori della rosa sembrano bilanciati. Le recenti esperienze in Europa League hanno dimostrato che l’Atalanta può lottare su più fronti. Ci si aspetta però almeno un altro colpo per completare la squadra, soprattutto dopo l’infortunio al menisco di Castagne (si è parlato di Sabaly, ultimo anno a Bordeaux).
La crescita delle ambizioni dell’Inter, con cui la Dea ha lottato fino all’ultima giornata per la conquista di un posto in Champions League, può rappresentare una minaccia, ma è impossibile non annoverare l’Atalanta tra le principali quattro o cinque forze del nostro campionato, anche perché a differenze delle altre squadre che hanno cambiato allenatore, cioè Inter, Milan e Roma, si regge sulle fondamenta solide di un gioco collaudato e una rosa rodata, peraltro ulteriormente migliorata.
Tra le frasi care a Gasperini, che è solito motivare i propri giocatori inviando citazioni su Whatsapp, ce n’è una di Winston Churchill che sembra pensata appositamente per la Dea e sarà fondamentale tenere a mente nella stagione che sta per cominciare: «Il successo non è definitivo e l’insuccesso non è fatale, l’unica cosa che conta è il coraggio di continuare».
Miglior scenario possibile: L’Atalanta si conferma in campionato, conquistando la terza top-4 in quattro anni, e regala ai suoi tifosi una entusiasmante cavalcata in Champions League, dove stupisce l’Europa giocando il girone a viso aperto ed entrando tra le prime 16 squadre del continente, per poi essere la mina vagante della fase a eliminazione diretta.
Peggior scenario possibile: L’attacco continua a produrre tanto ma incappa in una crisi dei suoi finalizzatori che convertono le proprie occasioni ad un ritmo ben sotto le aspettative. La difesa non riesce a sostenere la squadra sui tre fronti e l’Atalanta, eliminata ai gironi di Champions, deve accontentarsi di un piazzamento tra il quinto e l’ottavo posto.
Giocatore da comprare al Fantacalcio: Se siete alla ricerca di centrocampisti che segnano Ruslan Malinovskiy fa al caso vostro. Per la qualità del suo piede sinistro quando deve calciare in porta, per il curriculum di gol che si porta dietro, ma anche per l'utilizzo tattico che Gasperini ne farà, che potrebbe portarlo spesso a giocare vicino alla porta.
Giocatore chiave: Passati i 30 anni, uno dei talenti più puri della Serie A degli anni 2000 ha finalmente trovato la squadra ideale per scrollarsi di dosso l’etichetta di grande incompiuto e mettere classe cristallina e estemporaneità creativa al servizio di uno dei più coraggiosi esperimenti tecnico-tattici del calcio europeo. Amatissimo dai tifosi, con quasi l’80% delle preferenze Ilicic ha stravinto il sondaggio di Radiodea che ha eletto il miglior giocatore dell’Atalanta degli ultimi 30 anni.