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Guida all'Hellas Verona 2024/25
08 ago 2024
Con Paolo Zanetti si cerca un'altra eroica salvezza.
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8 min
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IMAGO / ABACAPRESS
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Piazzamento lo scorso campionato: 13°

Una statistica della scorsa stagione: Non una ma tre metriche (PPDA, palle recuperate in aggressione e in riaggressione) indicano l’Hellas Verona dello scorso anno come un’eccellenza del pressing. Dati Statsbomb, qui come in tutto il pezzo.

Chi in più: Aboud Harroui, Daniel Mosquera, Dailon Rocha Livramento, Martin Frese, Grigoris Kastanos, Yllan Okou, Christian Corradi.

Chi in meno: Juan Cabal, Tijani Noslin, Kevin Ruegg, Thomas Henry, Michael Folorunsho, Karol Swiderski, Fabien Centonze, Ruben Vinagre, Federico Bonazzoli

È difficile descrivere l’epica picaresca della scorsa stagione dell’Hellas Verona. Diciamo che 6 degli 11 titolari che hanno giocato contro la Roma nella vittoria del 26 agosto sono stati venduti nel mercato di gennaio: alcuni dei giocatori migliori, quelli con più mercato. Sono state in totale dodici le cessioni nel mercato invernale, rimpiazzate da giocatori sconosciuti e provenienti da campionati periferici. Marco Baroni, l’allenatore, non li aveva mai visti, se non in dei filmati.

E tuttavia l’Hellas ha messo insieme più punti del girone di ritorno che in quello d’andata. Se nelle prime 19 giornate la squadra aveva messo insieme 14 punti, al ritorno ne ha fatti 23, risultando la dodicesima del campionato nel solo girone di ritorno.

Un segno, inequivocabile, che la squadra del girone di ritorno, costruita con un miracolo di furbizia e immaginazione dal DS Sean Sogliano, è stata più competitiva di quella di ritorno. Difficile ridurre tutto a una sola ragione. Probabilmente, come altre volte è successo nel calcio, di fronte una situazione di estrema difficoltà il gruppo ha trovato motivazioni e compattezza, andando ben oltre i propri limiti. A questo scopo il lavoro del tecnico Marco Baroni è stato, senza esagerazioni, tra i più incredibili della scorsa stagione di calcio europeo. “Una squadra in missione” l’aveva definita Dario Saltari in un articolo di marzo, al culmine del momento di follia dell’Hellas, che macinava risultati mentre tutti si aspettavano un crollo.

L’articolo cercava di catturare l’essenza sfrontata e folle di una squadra come l’Hellas, costruita con scarti del calcio europeo che giocavano in modo rischioso e disperato. Un calcio fatto di pressing, intensità, aggressività smodata uomo contro uomo. Un calcio sempre sul filo tra la gloria e il disastro.

Qualche numero per rendere l’idea. L’Hellas di Baroni è stata la quinta squadra in Serie A per palle recuperate in pressing, quarta per palle recuperate in riaggressione, quarta col PPDA più basso; insomma, una squadra in cima a quasi tutte le metriche misurano l’efficienza del pressing. Tutto questo con l’obiettivo di salvarsi, con giocatori assemblati all’ultimo momento e provenienti da tutto il mondo.

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L’Hellas è però di nuovo in macerie: Baroni è andato alla Lazio e si è portato via Tijani Noslin. Altri giocatori chiave della scorsa stagione sono stati ceduti. Folorunsho, Bonazzoli e Swiderski hanno terminato il suo prestito, Cabal è andato alla Juventus per 12,8 milioni. Dietro il fumo delle macerie si scorgono altri volti nuovi. Altri sicari che il ds Sogliano ha pescato in giro per il mondo perseguendo una logica oscura ma intrigante: quanti di questi ci sorprenderanno tra qualche settimana?

Mosquera, Livramento, Corradi, Charlys, Frese, Okou sono i nuovi eroi misteriosi, e a loro si aggiungono due giocatori già visti in Italia, Kastanos e Harroui, presi dalle retrocesse Salernitana e Frosinone. A trovare una coerenza in questo disegno scarabocchiato, che dovrà completarsi nelle prossime settimane, è stato incaricato Paolo Zanetti. Il tecnico è reduce da un deludente esonero all’Empoli nel girone d’andata dello scorso anno. Un esonero arrivato dopo una salvezza notevole ottenuta l’anno prima.

È forse a quell’annata che ha pensato l’Hellas affidando la panchina a lui: era stata una salvezza piuttosto sorprendente, ottenuta con una rosa probabilmente non all’altezza della categoria. Una salvezza costruita su una grande organizzazione senza palla: una squadra che sapeva difendersi a varie altezze di campo rimanendo sempre molto attiva intensa. C’era qualche problema offensivo, migliorato passando al 4-2-3-1 e puntando più sugli strappi in conduzione dei suoi giocatori offensivi (Baldanzi e soprattutto Cambiaghi).

Il pressing è sempre stato il cardine dei principi di gioco di Zanetti: l’aggressività senza palla, modulata a seconda degli atteggiamenti dell’avversario, a volte preparata con grande raffinatezza. Il pressing ha fatto parte anche del DNA dell’Hellas degli ultimi anni, che ha alternato allenatori diversi e moduli diversi, ma mantenendo uno spirito battagliero e aggressivo. Zanetti sarà chiamato a mantenere questa identità.

La squadra che avrà a disposizione è un’enigma. C’è ancora Montipò in porta e Lazovic da qualche parte sulle fasce, tutti gli altri punti di riferimento sono saltati. Non c’è un reparto che si possa definire completo nell’Hellas. Forse il centrocampo è quello con meno bisogno di interventi, con Serdar, Duda, Dani Silva. La batteria di trequartisti è interessante, con Kastanos, Suslov, Harroui. Come terzino sinistro è arrivato Martin Frese, danese di 26 anni che ha giocato tutta la sua carriera al Nordsjaelland: un terzino solido fisicamente. Sono arrivate due punte, Mosquera e Livramento, ma nessuna delle due offre grandi garanzie.

Mosquera è uno degli acquisti misteriosi del mago Sogliano. Arriva a 25 anni dopo una carriera tutta passata in Colombia. Ha giocato nell’America de Cali ma dopo aver deluso lo scorso anno lo ha trascorso in prestito all’Atletico Bucaramanga, squadra arrivata undicesima. Lui ha segnato 7 gol. È un attaccante dinamico e forte fisicamente, difficile da spostare se carica la porta frontalmente. Non c’è molto altro da aggiungere, per ora. Dailon Livramento è invece un acquisto dall’Olanda, da dove Sogliano prese anche Noslin. Livramento però era in una squadra da metà classifica di seconda divisione, il club di Maastricht MVV. Viene da una grande stagione; è un attaccante rapido, che in carriera ha giocato anche esterno, e discretamente tecnico. Calcia bene col destro ma quando è costretto anche col sinistro. Dovrebbe essere lui, almeno con la situazione attuale, il titolare. Il salto di categoria dalla seconda divisione olandese alla Serie A è notevole.

Manca un riferimento offensivo più fisico e si sta cercando di prendere Robert Bozenik, attaccante slovacco considerato promettente qualche anno fa e che viene da una buona stagione col Boavista. Un numero nove più fisico e con più presenza in area di rigore.

Zanetti ha giocato spesso con le due punte, e nelle prime amichevoli ha affiancato Livramento e Mosquera. Se il modulo sarà davvero il 4-4-2 la rosa sembra corta anche solo numericamente. È più verosimile che Zanetti faccia giocare due trequartisti dietro a un’unica punta. In difesa c’è curiosità per il mancino Okou, impiegato anche da terzino in amichevole. L’impressione, però, è che manchi qualcosa anche nella qualità col pallone, visto che le squadre di Zanetti vogliono costruire dal basso, responsabilizzando molto i due centrali che si allargano.

Per quanto la situazione sembri confusa, l’Hellas guidato dal sottovalutato ds Sean Sogliano sta costruendo un progetto con una sua coerenza. Come negli scorsi anni la rosa si sta formando attorno soprattutto alle qualità atletiche dei suoi interpreti: una squadra robusta, forte nei duelli, dinamica, fatta con giocatori provenienti dai margini del calcio e che vogliono sfruttare la loro occasione in un campionato d’alto livello. È stato preso un allenatore che organizza molto bene le sue squadre senza il pallone, e che mirerà a formare un Hellas Verona ruvido e difficile da affrontare, che cercherà di sporcare tutte le partite. Spesso in interviste post-partita ricorre una definizione che evidentemente a Zanetti piace molto «Siamo stati umili ma aggressivi in fase difensiva»; ecco, umiltà e aggressività sembrano le due chiavi con cui l’Hellas Verona proverà a giocarsi la salvezza.


Non è detto che la magia riesca ogni volta, queste storie sono entusiasmanti proprio perché effimere. Eppure c’è qualcosa di glorioso in questa armata di reietti e fuorilegge da cui non sappiamo minimamente cosa aspettarci

Miglior scenario possibile

Livramento segna 3 gol nelle prime 6 partite e Suslov sale ulteriormente di livello. Sogliano trova qualche difensore fenomeno rovistando nella seconda serie slovacca. L’Hellas Verona è una squadra a cui è difficile far gol e riesce a salvarsi con due giornate di anticipo.

Peggior scenario possibile

A Zanetti non riesce la magia di fare un’insalata buona con gli avanzi del frigo. La squadra è troppo confusionaria col pallone e la buona tenuta difensiva non basta per costruire una classifica decente. Nel mercato di gennaio vengono venduti Suslov e Livramento, autore di 8 gol nel girone d’andata. La squadra retrocede al penultimo posto.

Giocatore da prendere al Fantacalcio

Secondo i dati Statsbomb, il 4% dei tocchi di Tomas Suslov lo scorso anno sono stati un tiro. Esiste una regola semplice, specie se giocate in leghe classiche: se un giocatore tira tanto, prendetelo. Suslov ha tutto per migliorare i 3 gol segnati lo scorso anno.

Tre maglie dell’Hellas per tre diversi calcettari

Le maglie dell’Hellas Verona emanano street cred immediata. Solo un vero connoisseur della Serie A può interpretare le diverse sfumature trasmesse da questi giocatori. Eccovi tre consigli di maglie per i vostri calcetti: Difensore un po’ legnoso che in crisi di mezza età si è fatto crescere i capelli: Magnani; Centrocampista baricentro basso portatore di palla che però non segna: Dani Silva; Attaccante vagamente sovrappeso che gli amici si sforzano di far segnare tirandogli la palla addosso: Mosquera.

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