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Guida al Como 2024/25
12 ago 2024
12 ago 2024
Una neopromossa diversa da tutte le altre.
(foto)
IMAGO / ABACAPRESS
(foto) IMAGO / ABACAPRESS
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Piazzamento lo scorso campionato: neopromossa

Chi in più: Emil Audero, Pepe Reina, Alberto Dossena, Raphael Varane, Alberto Moreno, Peter Kovacik, Yannik Engelhardt, Ben Lhassine Kone, Ali Jasim, Luca Mazzitelli, Andrea Belotti.

Chi in meno: Adrian Semper, Cas Odenthal, Luca Vignali, Matteo Solini, Jean-Pierre Nsame, Alessandro Bellemo, Nikolas Ioannou, Marco Curto.

Una statistica interessante della scorsa stagione: Nell’ultimo campionato di Serie B, secondo i dati Fbref, il Como è stata la squadra con la lunghezza media di passaggi più bassa (21.3 metri).

Probabile formazione: 4-2-3-1 Audero; Iovine, Varane, Dossena, Moreno; Braunöder, Mazzitelli; Strefezza, Cutrone, Da Cunha; Belotti.

Nel giugno del 2017 fa la breve ma chiacchierata esperienza di Akosua Puni (“Lady Essien”, come veniva chiamata dai giornali) alla presidenza del Como terminava nel peggior modo possibile, con un fallimento che ha costretto i lariani a ripartire dalla Serie D, bruciando gli otto mesi di esercizio provvisorio con cui la squadra era riuscita a completare il campionato appena concluso.

Il Como è ripartito allora da un sodalizio locale, costituito in poche settimane nel tentativo di salvare 110 anni di tradizione sportiva. Sette anni e un cambio di proprietà dopo il Como è tornato in Serie A per la prima volta dopo 21 anni (abbiamo raccontato questa storia qui), e si presenta ai nastri di partenza con una squadra che sembra già puntare a qualcosa in più di una semplice salvezza.

Negli ultimi anni queste risalite non sono più così rare, ma quella del Como, più che una favola, sembra una partita di Football Manager fuori controllo: oltre a Fabregas in panchina, il Como può contare su calciatori come Raphael Varane, Andrea Belotti e Pepe Reina, profili francamente assurdi per una squadra appena promossa in Serie A.

Nel 2019 la squadra è stata acquistata da Robert e Michael Hartono, due fratelli a capo di una delle aziende più ricche al mondo, la Djarum. Con i loro finanziamenti e la guida sportiva di Dennis Wise il Como ha iniziato ad attirare profili importanti, primo su tutti Cesc Fabregas, che da giocatore è diventato allenatore nelle giovanili e poi in prima squadra. Subentrato lo scorso anno, il tecnico spagnolo ha guidato i suoi alla promozione in Serie A al primo colpo, e quest’anno sarà l’allenatore più giovane del campionato.

Nella scorsa stagione il Como si è messo in mostra per una proposta di gioco ambiziosa e propositiva, che ha messo al centro le qualità dei suoi calciatori, senza costringerli in quadri tattici troppo definiti. In un’intervista recente Fabregas si è definito un allenatore che lavora soprattutto a livello di principi, lasciando molta libertà alle interpretazioni individuali: l’obiettivo è quello dare un’identità alla squadra, adeguando la strategia in base al contesto tattico, e dando ai calciatori gli strumenti giusti per interpretare le tante situazioni all’interno di una partita. «Non si può prevedere tutto, quindi devono essere i calciatori a trovare soluzioni».

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L’anno scorso il suo Como costruiva l’azione dal basso con un possesso paziente e certosino, secondo i principi del gioco di posizione, ma dalla metà campo in su accelerava i giri, cercando un calcio più diretto e verticale, per sfruttare al meglio la qualità di calciatori elettrici come Strefezza, Verdi e Da Cunha, oltre agli attacchi in profondità di Gabrielloni e Cutrone, alla migliore stagione in carriera. Quest’anno il Como parte con grandi ambizioni, nonostante le sfide molto più complesse che porterà il salto di categoria, e il necessario periodo di adattamento per una squadra tutto sommato giovane, oltre a un allenatore che ha solo qualche mese di calcio tra i grandi alle spalle.

Un aiuto è arrivato dal calciomercato, che ha portato al Como giocatori di grande esperienza e curriculum come Reina, Varane e Moreno, a cui sono stati aggiunti calciatori affidabili come Belotti, Dossena, Mazzitelli e Audero, già testati in Serie A. Il mercato non è ancora concluso, ma già oggi il Como sembra una squadra che punta a qualcosa in più della salvezza, almeno sulla carta.

In queste amichevoli la squadra di Fabregas ha mostrato l’intenzione di mantenere la stessa impronta tattica dello scorso anno, con prestazioni discrete, nonostante il livello probante degli avversari (Las Palmas, Cagliari, Al Hilal e Wolfsburg).

In fase di costruzione il Como è solito partire con un 4+2, coi due terzini che spesso restano bassi sulla linea dei centrali, ed entrambi i mediani in appoggio. Contro Wolfsburg e Cagliari, che andavano in pressione alta orientandosi a uomo, il Como ha spesso trovato un uomo in più in Pepe Reina, che agiva da vertice basso della costruzione, ed era il primo riferimento per giocare la palla in verticale.

Se i mediani erano coperti arrivavano in supporto i tre giocatori sulla trequarti, che spesso accorciavano a metà campo – in posizione di mezzala o addirittura da play – per concedere una linea di passaggio dietro la linea di pressione. Nella prima azione contro il Wolfsburg, nel video qui sotto, il Como recupera palla e prima di ripartire torna a occupare le posizioni in modo ordinato; i tedeschi hanno alzato quattro giocatori in linea per schermare i centrali e i mediani, che si allargano per aprire la linea di passaggio verso il trequartista (Verdi). Le rotazioni successive portano il Como a liberare Da Cunha, che si era abbassato in posizione di terzino, e serve l’attacco in profondità di Mazzitelli e Moreno, che hanno preso il posto dei compagni sulla trequarti.

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L’utilizzo dei trequartisti in costruzione è una delle chiavi del gioco del Como, che grazie alle rotazioni del centrocampo e i loro movimenti a venire incontro hanno spesso la soluzione per superare la pressione degli avversari. Una volta superata la prima pressione, come già accennato, il Como diventa una squadra molto più verticale e diretta, che cerca di arrivare in porta più velocemente possibile, affidandosi alla qualità tecnica dei suoi giocatori offensivi.

Quello del Como non è un calcio privo di rischi, perché invita la pressione degli avversari, giocandosi molto sui duelli, e la sua efficacia dipende dalla qualità e dalla pulizia tecnica con cui gioca la squadra. La scelta del portiere rischia di essere fondamentale per la stagione del Como: in queste amichevoli l’importanza e la centralità di Reina in fase di possesso è stata evidente, ma il titolare dovrebbe essere Audero, al momento infortunato. Fabregas riuscirà ad utilizzare allo stesso modo l’ex portiere dell’Inter, cambierà modo di giocare o finirà per affidarsi a Reina?

In difesa molto dipenderà dalle condizioni di Varane, che proprio poche ore fa è uscito infortunato al ginocchio nella prima uscita stagionale, in Coppa Italia, contro la Sampdoria. Se dovesse rivelarsi grave come sembra, il Como dovrà subito trovare un modo per sostituirlo, o sul mercato o dalla propria rosa, che però in difesa ha tutti giocatori senza grandissima esperienza in Serie A. A centrocampo, oltre a Baselli e Mazzitelli, il Como ha confermato Braunöder (classe 2002 arrivato a gennaio dall’Austria Vienna) e scommesso Engelhardt (proveniente dalla seconda serie tedesca), due giocatori interessanti, ma da testare a questi livelli.

Il reparto che il Como ha cambiato meno è quello avanzato: Verdi, Strefezza, Da Cunha, Cutrone e Gabrielloni (41 gol e 14 assist totali) sono stati confermati in blocco, e a loro si è aggiunto un centravanti d’esperienza come Belotti. Il "Gallo" viene da due esperienze poco felici, ma in precampionato è sembrato in crescita, e ha le caratteristiche adatte per essere il terminale offensivo di una squadra che – almeno nelle intenzioni – si troverà spesso ad attaccare la profondità.

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Il primo gol di Belotti col Como, in amichevole contro il Cagliari.

La stagione del Como ha diverse incognite, ma di sicuro poggia su basi almeno finanziariamente molto più solide di qualsiasi altra neopromossa. Questo nuovo corso del Como finora si è rivelato vincente, e ha mostrato la potenzialità (e le ambizioni) per diventare una realtà consolidata del campionato. Ora viene la parte più difficile, e il giudice come sempre sarà il campo.

Miglior scenario possibile

La stagione del Como inizia benissimo: dopo aver strappato un punto in casa della Juventus gli uomini di Fabregas battono di nuovo il Cagliari (stavolta con i tre punti in palio). Il calcio fluido e spumeggiante dei lariani sorprende, e nelle partite successive – nonostante qualche passaggio a vuoto – mantengono una media punti sufficiente a tenere lontano la zona calda. Dietro Varane, smaltito facilmente l'infortunio, è una sicurezza, ma il calcio relazionale di Fabregas esalta soprattutto i suoi talenti offensivi: Da Cunha non soffre il salto, Strefezza e Verdi tornano a brillare, Cutrone si conferma anche in Serie A. In un contesto a lui più congeniale, Belotti sembra tornato quello dei tempi del Torino, e riesce a riconquistare anche la convocazione in Nazionale. Nella seconda parte dell’anno, a salvezza già acquisita, la squadra cala un po’ i giri, ma chiude la stagione con un ottimo 14esimo posto.

Peggior scenario possibile

Il Como fa fatica ad adattarsi all’intensità fisica della Serie A, sbagliando tanto e subendo troppo. Audero non dà abbastanza garanzie in fase di possesso, spingendo Fabregas a preferirgli Reina, che però a 41 anni perde molti colpi. Varane è quasi sempre fuori, e la coppia Dossena-Goldaniga non basta. Braunöder e Da Cunha soffrono il salto in massima Serie, Verdi e Strefezza sono intermittenti, Belotti segna pochissimo. La squadra trova comunque qualche risultato, anche grazie al grande apporto Baselli e Gabrielloni, ma il campionato è molto sotto le aspettative. Col passare delle settimane Fabregas è sempre più insofferente, continua a reclamare per un calciomercato che non l’ha soddisfatto, e a dicembre si dimette per accettare l’offerta del Fulham in Premier League. La dirigenza va nel panico, e dopo aver perso due settimane cercando di convincere Potter e Lampard finisce per affidarsi a Davide Ballardini che, dopo una serie estenuante di 0 a 0, finisce terzultima a un solo punto dalla salvezza.

Giocatore di cui prendere la maglia

Quest’anno la maglia del Como non è il massimo dell’eleganza, e per giustificare il suo acquisto c’è bisogno di una scelta forte. La 19 di Varane è una scelta ovvia, forse un po’ banale; stesso discorso per Da Cunha. Gli altri prendibili sono troppo italiani, hanno il sapore delle cose già viste. Se volete far bella figura c’è una sola scelta corretta: la 27 di Mathias Braunöder.

Giocatore da comprare al Fantacalcio

Sarà difficile prendere un qualsiasi calciatore del Como a basso costo. Varane e Moreno costeranno molto, i 14 gol di Cutrone in B non passeranno sotto i radar, e sicuramente troverete il romantico pronto a fare follie per Belotti. Lo so, è bello farsi prendere dal glamour dei nuovi trequartisti lariani – piccoli folletti poco sopra il metro e settanta che sembrano nati per diventare vostri feticci – ma se proprio dovete prendere un fantasista, prendete il fantasista per eccellenza: Simone Verdi. Al momento non parte titolare, ma Fabregas cambia spesso e c’è da scommettere che giocherà. La scorsa stagione ha superato i 1700 minuti, con 8 gol e 2 assist, e quest’anno è uno dei pochi giocatori d’esperienza in attacco. I Da Cunha e gli Strefezza sono come ville di lusso che iniziano a cadere a pezzi dopo pochi anni; Simone Verdi è la solida costruzione in pietra che dura per secoli. Se proprio volete essere prosaici e andare sul sicuro prendete Iovine.

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